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[Monografia] Orson Welles


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92 replies to this topic

#51 Tom

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Inviato 13 febbraio 2011 - 13:31

Sì, era stato un tormentone di Blob parecchi anni fa. :D
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#52 Guest_ale_*

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Inviato 13 febbraio 2011 - 14:52

Dopo solo quarant'anni finalmente dovrebbe uscire uno dei più celebri incompiuti di Orson Welles, The Other Side of the Wind


a proposito di incompiuti, qualche anno fa avevo visto il Don Chisciotte, una visione straniante e per certi versi inutile, perché francamente non avevo ben capito dove iniziava il film di Welles e dove finiva il rimaneggiamento fatto da Jesus Franco. non vorrei che anche questo film avesse medesima sorte.

questa incredibile sequenza erotica e psichedelica


straordinaria: in pratica ha precorso l'estetica videoclippara.
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#53 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 13 febbraio 2011 - 15:14


Dopo solo quarant'anni finalmente dovrebbe uscire uno dei più celebri incompiuti di Orson Welles, The Other Side of the Wind


a proposito di incompiuti, qualche anno fa avevo visto il Don Chisciotte, una visione straniante e per certi versi inutile, perché francamente non avevo ben capito dove iniziava il film di Welles e dove finiva il rimaneggiamento fatto da Jesus Franco. non vorrei che anche questo film avesse medesima sorte.

questa incredibile sequenza erotica e psichedelica


straordinaria: in pratica ha precorso l'estetica videoclippara.


Sorry ma quello era Ejzenstejn, giusto qualche anno prima  ;)
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#54 Tom

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Inviato 13 febbraio 2011 - 16:04

E visto che ci siamo, ho in arretrato da parecchio questa recensione (immagino attesa con ansia dalle folle  ;) )... 

tumblr-m3u8msk-Vh41qcl8ymo1-1280.jpg

1953-1973 DON CHISCIOTTE (Don Quixote) di Orson Welles con Francisco Reiguera, Akim Tamiroff, Patty McCormack, Orson Welles

Il più celebre tra gli incompiuti di Welles. Tentativo del regista di rinunciare totalmente agli odiati produttori, cercando di realizzare un film finanziandolo unicamente con le sue tasche, quindi prestandosi a qualsiasi parte come attore in film altrui per racimolare soldi. Una follia produttiva, un film picaresco almeno quanto la storia che andava raccontando. E un film talmente "privato" da divenire un'ossessione che lo seguirà fin nella tomba. Girato a più riprese tra il 1953 e il 1973, Welles non arriverà infatti mai ad un montaggio definitivo e quando la morte lo sorprende nel 1986 stava ancora provando a dare una forma definitiva al film.

Nei primi anni '90 sarà il regista e collaboratore wellesiano Jesùs Franco (specie di Lucio Fulci iberico) a provare a dar una forma al film, ma con risultati altamente discutibili. Franco tenta di costruire una storia di senso compiuto mescolando materiale evidentemente girato in epoche diverse, inserisce sequenze girate da Welles estranee al film (una scena di corrida ripresa dal documentario televisivo "La terra di Don Chisciotte") e non sempre dimostra buon gusto: nella sequenza dei mulini a vento c'è persino un accenno di modestissimo effetto morphing. Probabilmente perché difficilmente inseribile nel tentativo di coerenza narrativa tentata da Franco, manca poi la splendida sequenza (più volte trasmessa da "Fuori Orario") di Don Chisciotte che squarcia lo schermo di un cinema. Scrupoli filologici a parte, quel che è peggio nel "Don Chisciotte" licenziato da Franco è che lo fa apparire come un film troppo "normale", a conti fatti davvero poco wellesiano. Ancora oggi quindi si attende l'unica edizione possibile del film: un montaggio cronologico dei vari spezzoni montati da Welles.

Per come lo si vede nella versione di Franco, è un film comunque affascinante e divertente, sarebbe stato l'unico film non drammatico del regista. Partendo da Cervantes l'autore realizza una dichiarazione d'amore all'adorata Spagna, alla sua cultura, ma soprattutto allo stile di vita. Senza alcuna spiegazione Don Chisciotte e Sancho Panza si aggirano nella Spagna moderna degli anni '50 e '60, con tanto di Dulcinea del Toboso che arriva in vespa. Un film impossibile, in cui lo stesso protagonista sembra ribellarsi al volere dell'autore e ai suoi doveri di personaggio. Don Chisciotte infatti si mostra insofferente verso la cinepresa e inorridito all'idea stessa di cinema (per cui sarebbe stata centrale la sequenza dello schermo squarciato), fino al punto da sparire dalla scena come per dispetto: nella realtà tra una ripresa e l'altra era proprio morto l'attore che lo interpretava, Francisco Reiguera. Vita e morte che diventano cinema e viceversa. Un cinema impossibile, che teorizza la propria impossibilità, ma che Welles tentò comunque di girare. Forse troppo facile, ma inevitabile, immaginarselo come Don Chisciotte contro i mulini a vento del cinema: produttori e necessità di rispondere alle esigenze del pubblico.
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#55 Guest_ale_*

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Inviato 13 febbraio 2011 - 17:04

Sorry ma quello era Ejzenstejn, giusto qualche anno prima  ;)


mah... dici? l'ho sempre sentita questa... però boh  ::)
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#56 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 13 febbraio 2011 - 17:27


Sorry ma quello era Ejzenstejn, giusto qualche anno prima  ;)


mah... dici? l'ho sempre sentita questa... però boh  ::)


Appena potrò risponderò direttamente con una pietra miliare sul Potemkin  ;) Per non andare OT del tutto dico che certamente ci vorrà la pietra su Welles; riflettevo che saranno almeno 8 anni che non ne rivedo uno, tocca ricominciare il ripasso, come i cioccolatini più golosi i Welles li ho visti (e molti anche rivisti) subito. Di certo welles è uno di quelli che va visto al cinema, la differenza è lampante, l'ampiezza dello schermo e la pellicola fanno la differenza.
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#57 Guest_ale_*

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Inviato 13 febbraio 2011 - 17:45

[img width=600]http://img176.imageshack.us/img176/3227/infernalequinlan.jpg[/img]
1958 L'INFERNALE QUINLAN (Touch of Evil) di Orson Welles. Con Janet Leigh, Charlton Heston, Marlene Dietrich, Orson Welles, Joseph Calleia. continua» Titolo originale .

Capolavoro assoluto del cinema noir di tutti i tempi. Unâ?? ora e quaranta di pura tensione, atmosfere di frontiera ossessive e inquietanti, personaggi indefinibili dalle tante, troppe facce. Welles bestemmia in chiesa ribaltando umo dei più consolidati stereotipi culturali americani mostrando la classica cittadina di frontiera divisa tra Messico e Stati Uniti dove però il marciume e la corruzione si equivalgono da tutte e due le parti, senza distinzioni, e come se non bastasse dove è un poliziotto messicano a far luce sulla corruzione dei colleghi americani. Inoltre mette in scena tutto quello che nella Hollywood del tempo era proibito: continui riferimenti alla droga, lunghe sequenze morbose (una sensualissima Janet Leight assediata e forse violentata da un branco di drogati in un motel) e un omicidio che in quanto a violenza e sadismo anticipa e quasi supera la celebre scena della doccia di Psyco (Quinlan che strangola un viscido mafioso). Il che spiega perché è lâ??ultimo dei film che Welles poté girare in America.

"Era un ottimo investigatore..."
"Ma un pessimo poliziotto"
Tutta l'ambiguità del film è riassunta nelle ultime battute del film. Il gigantesco, inquietante Quinlan interpretato da Welles, non ha nulla di "infernale" come vorrebbe il cretinissimo e fuorviante titolo italiano. Eâ?? suo modo uno sbirro efficiente, ma marcio fino al midollo da quando ha trovato sua moglie uccisa ed è stato toccato da un Male che lo ha contaminato  ("Touch Of Evil"). Welles rende titanico un personaggio che pure esprime un' ideologia fascista da lui detestata, mentre mette in bocca il suo punto di vista morale e politico all'onesto, ma in fondo ottuso, poliziotto messicano interpretato da Heston: "Il nostro lavoro deve essere duro. La polizia ha vita facile solo negli stati di polizia!" dice a Quinlan.

Eâ?? l'unico dei film di Welles mutilati dai produttori (quasi tutti) di cui grazie al cielo circola una versione restaurata vicina al volere del regista. Un' opera ancora una volta impressionante per modernità e potenza visionaria. Anticipa l'amarezza e la complessità dei noir degli anni '70 e come stile lascia ancor oggi a bocca aperta. Dei tanti virtuosismi che costellano il film, è rimasto celebre il lunghissimo piano sequenza iniziale senza stacchi che segue una macchina che sta per esplodere, ma il film è da capogiro dall'inizio ala fine, con sequenze che appaiono ancor oggi vertiginose.
Fotografia in un bianconero da urlo e grandiosa colonna sonora jazz di Henry Mancini


è uno di quei film che mi hanno fatto innamorare del cinema e ovviamente di Welles, del suo barocchismo sfrenato, del suo stile così eccitato, sfrontato e più moderno di qualsiasi altra cosa sia stata fatta in seguito.
ottima analisi: forse lo amo più di Citizen Kane, anzi è proprio così, anche se i due titani (Quinlan e Kane) se la giocano ad armi pari e dopo tutto sono le due facce della stessa medaglia.
devo essere sincero però: gli altri film di Welles non mi hanno più colpito con la stessa forza di questi due. non discuto sul fatto che non sia più stato libero di avere carta bianca su un proprio film, ma ammetto che più di una volta ho pensato che molti mostrassero dei limiti, non so a causa di cosa, se dei guai lavorativi, se per la ristrettezza di budget, comunque film come Il Processo o Rapporto Confidenziale li ho amati solo in parte, così come il blasonatissimo Storia Immortale o il geniale (nell'idea) F for Fake.
per quanto riguarda invece Shakespeare, come lo ha portato lui sullo schermo non c'è riuscito nessuno, nè prima, nè dopo.
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#58 Tom

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Inviato 14 febbraio 2011 - 13:32

Io ce n'ho messo per rimanere davvero folgorato dal suo cinema. Prima mi affascinava un po' a freddo come regista, mentre lo adoravo soprattutto come personaggio e come attore. Nel complesso la sua filmografia non mi aveva mai davvero entusiasmato, almeno non come quella di altri grandi.

E' un regista che richiede una disponibilità e un' attenzione non comune. Anche a livello fisico: impossibile spesso distrarsi, non ci sono tempi morti o momenti meno significativi di altri in molti suoi film.
Il suo cinema non è usufruibile a livello di cinema di genere, anzi da quel punto di vista i suoi film sono spesso frustranti e lasciano addosso una sensazione di incompletezza, con lui che tira dritto e lo spettatore che è costretto a stargli dietro. E se non è fruibile come classico americano, non è neanche il tipico autore all'europea che illustra delle precise e riconoscibili tematiche. I suoi film anche dopo più visioni restano spesso sfuggenti, inclassificabili, stratificati, rifiutano le letture univoche. Quindi è stato qualcosa di diverso anche da autori "assoluti", creatori di opere rotonde e perfette come Kubrick, Hitchcock, Lang, Kurosawa, Fellini.

C'è un bel po' di caos nei suoi film. A tutti i livelli.
E' quando ci si lascia affascinare da quel caos che il suo cinema diventa qualcosa di unico ed ipnotico.
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#59 Auguste

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Inviato 27 marzo 2011 - 23:32

Ieri ho finalmente avuto modo di vedere quello che è uno dei film più famosi ed acclamati del regista: L'orgoglio degli Amberson.
In tutta sincerità la visione è stata un po' rovinata dal rammarico di aver visto una versione troppo modificata: l'ora e 28 della versione attuale(tra l'altro la mia versione era di ben 5 minuti in meno!) sarebbe infatti soltanto un pallido ricordo della versione pensata e realizzata da Welles, che dovrebbe durare 40 minuti in più.
Un'altra volta che ho visto un film nella versione non integrale - ma stavolta senza saperlo - è stato quando ho visto "Duello a Berlino" nell'ignominiosa versione italiana.
Detto in tutta sincerità il film, pur essendomi piaciuto abbastanza, risentiva molto dei tagli adoperati: sarà perché sono partito col preconcetto che stavo vedendo una versione "minor", ma a tratti ho avuto davvero l'impressione che mancasse la forza espressiva a determinate scene. E questa carenza l'ho interpretata come un chiaro risultato di questi tagli adoperati, che stemperano la potenza del racconto.
Ad ogni modo, giudicando la versione di 1 h e 23 che ho visto, devo dire che l'ho trovata sicuramente molto buona, però mi è difficile pensare ad un capolavoro. Il problema è che io di tecnica cinematografica non ne capisco moltissimo, quindi non posso che ribadire quel che tutti sanno circa l'uso innovativo del piano-sequenza(stratagemma visivo adoperato con esiti rivoluzionari anche in "Citizen Kane") e quindi il mio giudizio dell'opera è doppiamente incompleto.
Tuttavia, al di là del fatto che si tratta di un film molto bello, credo che - causa gli eccessivi tagli - alcune scene abbiano perso d'intensità(e anche i salti temporali alle volte mi sono sembrati troppo bruschi)e che questo film non sia certo ai livelli di altri dello stesso Welles, come "A touch of Evil" o "Citizen Kane".
Per quanto riguarda Joseph Cotten, devo dire che è un attore che mi ha sempre colpito moltissimo e il suo ruolo nel "Terzo Uomo" di Reed l'ha confermato come uno dei miei attori preferiti(forse anche per simpatia). In questo film se la cava benissimo, ovviamente.
La trama del film è essenzialmente quella di una saga familiare e vi si possono riscontrare, in maniera comunque molto meno "filosofica", alcune delle tematiche centrali del pensiero di Welles, come il potere negato, impersonato non più da un titanico Welles, ma da un orgoglioso giovanotto, capace di rinunciare alla propria felicità(e non solo)per il nome della sua famiglia, per il suo onore.
Chiaramente questo potere è negato, è spazzato via dalle sabbie dei tempi, dal sopravvento di mezzi di locomozione, il trionfo del progresso.
Lo splendore degli Amberson è dunque destinato alla corruzione del tempo, non regge ai colpi del progresso, è segnato dall'inizio(con la voce-commento di Welles)come un segno del passato. "L'orgoglio degli Amberson", attraverso la saga familiare, narra allora della fine di un'epoca cui soltanto al denaro e al progresso è data la possibilità di permanere.
Si tratta entro certi limiti di un film meno "nichilista" del precedente "Citizen Kane" e sicuramente molto meno incentrato sul titanismo: gli Amberson, in principio temuti e rispettati da tutti, indeboliranno progressivamente, fino a lasciare il solo giovane protagonista.
Se in "Citizen Kane" l'ossessione del magnate verso Rosebud era segnata dalla volontà di ritornare all'incorruzione dell'infanzia, al tempo dell'innocenza("sarei stato un grande uomo se non fossi stato così ricco") - inevitabilmente destinata allo scacco dalla morte stessa del protagonista -, negli Amberson Welles immerge totalmente lo spettatore in un'epoca di decadenza, che non è più quella semplicemente individuale, ma diviene segno di una generazione stessa con tutte le proprie illusioni, come dirà il giovane protagonista "di essere qualcuno". E infatti anche il destino dello stesso protagonista sarà tragico, nel senso che si vedrà costretto a piegarsi dinanzi al progresso: andate tutte le illusioni di cui era rimasto il solo portatore, non gli resta che cercare un lavoro, scendere cioè a compromessi con la società che aveva tanto disprezzato.
"Perché lavorare?" si chiede il protagonista. Questa sua domanda nasconde allora la sua volontà di emanciparsi dal sociale, da un ruolo che lo strumentalizzi. Ma questa sua illusione, come dicevo, è destinata a scontrarsi violentemente con la realtà dei fatti.
Sembra quasi un don Chisciotte costretto a combattere la propria guerra contro il tempo, impossibilitato a scendere a compromessi fino alla fine: tutti, compresi il personaggio interpretato da Cotten, con l'avanzare dell'età hanno infatti visto il fallimento delle proprie illusioni, dettate forse da un furore giovanile.
In un certo senso lui e la madre - anch'essa ultimo lascito dell'orgoglio della decadente casata degli Amberson - restano un po' gli unici residui di una civiltà morente. La stessa madre si è trovata a rinunciare al proprio amore per il personaggio di Cotten in due occasioni: quando, da giovane, facendole la corte da ubriaco, inciampò nello strumento che suonava; e - e questa è la decisione più importante - decidendo per orgoglio di non voler tornare fino alla fine per non mostrare al figlio la propria debolezza.
Credo che un po' queste siano le tematiche di questo bellissimo film che purtroppo è andato in buona parte perso. Il finale ho cercato di non spoilerarlo anche perché credo che la versione finale l'abbia inevitabilmente modificato per renderlo più "commerciale"(ecco che Welles non si sbagliava sull'economia  ). Tuttavia credo che queste siano state grossomodo le intenzioni di Welles che purtroppo non è riuscito a creare un film "pienamente suo", senza tagli, né modifiche.
Ma resta indubbiamente un film che ogni appassionato del cinema dovrebbe vedere, se non altro per rendersi conto degli abomini compiuti in ogni epoca(Greed, anyone?  )da produttori stupidi e incapaci di comprendere cosa realmente sia l'Arte.
VOTO: 8
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#60 wong73

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Inviato 28 marzo 2011 - 18:01

di recente ho recuperato BUTTERFLY di Matt Cimber...unica nomination ai golden globes di Welles...imprevedibili le vie dei premi  :D
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#61 satyajit

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Inviato 28 marzo 2011 - 23:06

Ma degli Amberson mi ricordo di aver visto una versione di un paio d'ore... O è impossibile?  ???
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#62 Auguste

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Inviato 28 marzo 2011 - 23:16

Francamente non saprei... la versione che ho visto durava 1 h e 23, contro l'ora e 28 "ufficiale". La versione originale doveva durare una quarantina di minuti in più, credo...
Non saprei sinceramente.
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#63 William Blake

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Inviato 29 marzo 2011 - 09:32

Ma degli Amberson mi ricordo di aver visto una versione di un paio d'ore... O è impossibile?  ???


credo sia impossibile. le scene tagliate da Wise furono mandate al macero...
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#64 satyajit

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Inviato 29 marzo 2011 - 16:56


Ma degli Amberson mi ricordo di aver visto una versione di un paio d'ore... O è impossibile?  ???


credo sia impossibile. le scene tagliate da Wise furono mandate al macero...


Allora me lo ricordo molto più lungo di quanto fosse. Eppure mi era garbato assai!
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#65 Auguste

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Inviato 29 marzo 2011 - 18:06

Ma un bellissimo film lo è di sicuro, per moltissimi anche un capolavoro.
Io credo che più che altro sia un capolavoro mancato; eppure con i "se" e con i "ma" non si scrive la storia!
Il film è sicuramente ottimo, però non lo metterei al livello di altri film dello stesso Welles - non nella versione tagliata, almeno - tipo Citizen Kane o A touch of Evil. Ma si parla comunque di uno dei migliori di Welles, quindi giù il cappello!
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#66 satyajit

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Inviato 29 marzo 2011 - 18:21

Il fatto è che io quando si parla di classi in ascesa e classi in declino, sopratutto da una prospettiva storica, vado in brodo di giuggiole. E' uno dei miei temi prediletti.
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#67 piersa

    Megalo-Man

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Inviato 29 marzo 2011 - 18:25

Il fatto è che io quando si parla di classi in ascesa e classi in declino, sopratutto da una prospettiva storica, vado in brodo di giuggiole. E' uno dei miei temi prediletti.


Bene, allora sei nato nel momento giusto: dal sottoproletariato allo schiavismo
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#68 bluetrain

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Inviato 08 gennaio 2015 - 14:57

Dopo solo quarant'anni finalmente dovrebbe uscire uno dei più celebri incompiuti di Orson Welles, The Other Side of the Wind del 1972, con i colleghi e amici John Huston e Peter Bogdanovich come attori protagonisti. Film di cui finora sono circolate praticamente solo due sequenze, questa straniante su una conferenza stampa, ma soprattutto questa incredibile sequenza erotica e psichedelica, con protagonista l'allora compagna del regista Oja Kodar. Abbastanza per far sbavare qualsiasi appassionato di Welles, o di cinema in generale. Vederlo nella sale temo sarà un'utopia (anche se ai tempi del restauro, una dozzina di anni fa, girò nelle sale estive "L'infernale Quinlan"), speriamo almeno in un'edizione in dvd, magari non tra altri dieci anni.     

 

Ma è vero che finalmente esce nel 2015 (con montaggio completato da Bodganovich, come voluto espressamente da Welles)? Qualcuno ne sa qualcosa o è la solita panzana?


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#69 Tom

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Inviato 08 gennaio 2015 - 15:11

Boh, tipo un mese fa era uscito un articolo mi pare su Repubblica dove la cosa era data (ancora una volta) per certa.

Ma non mi stupirei se per l'ennesima volta tutto sfumasse in nulla.

E - toccando ferro per lui - Bogdanovich ormai ha una certa età...


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#70 John Trent

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Inviato 08 gennaio 2015 - 15:15

Certo che ormai la filmografia di Welles conta più film postumi che altro... Mah, faccio sempre un po' fatica ad apprezzare certe operazioni.
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#71 bluetrain

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Inviato 08 gennaio 2015 - 15:20

Certo che ormai la filmografia di Welles conta più film postumi che altro... Mah, faccio sempre un po' fatica ad apprezzare certe operazioni.

 

Beh, questo è un caso a parte, dai; è girato per intero e montato per circa metà da Welles stesso, che poi non lo ha terminato per sopraggiunti impedimenti di causa maggiore (è crepato). E a quanto si dice, ne vale davvero la pena, non è certo un'operazione commerciale (anche perché non ci fanno certo i soldi a palate con sta roba eh).


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#72 Onironaut

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Inviato 08 gennaio 2015 - 19:44

Io lo so che mi odierete e che mi tempesterete di meno ma... Touch of Evil non mi ha fatto impazzire, e dire che viene annoverato tra i suoi capolavori e tra quelli del noir in generale.

Sicuramente sarà stato complice il doppiaggio italiano pessimo e fastidioso e probabilmente prima o poi lo rivedrò in lingua originale.

Magari sarò illuminato e mi ricrederò persino.

Ad ogni modo la storia, per quanto intrigante, non mi è parsa sviluppata a dovere e prende anche qualche scivolone --> non sono riuscito, per esempio, ad accettare il passaggio in cui il personaggio della Leigh viene accusato di aver ucciso Joe Grandi. Seriamente, come può la polizia credere che una donna così esile e spaurita abbia strangolato Grandi?

E pur ammettendo che la polizia l'avesse accusata per coprire Quinlan, come può allora la gente qualunque bersela?

Ma mi chiedo anche perchè Quinlan abbia proprio dovuto lasciare un indizio della sua presenza nella camera in cui Grandi viene ucciso, boh... Voleva essere scoperto proprio ora? Ma se aveva passato una vita intera a inquinare le scene del crimine per raggiungere i suoi scopi, per affermare la propria (deviata) idea di giustizia?

O anche... Vargas che lascia la moglie totalmente da sola in un albergo sperduto nonostante entrambi siano costantemente inseguiti da una banda di messicani pazzi!

La malvagità di Quinlan emerge solo a tratti: si sarebbe dovuto spingere di più su questo punto e magari evitare di insistere tanto sulla sua autocommiserazione (prima di ubriacarsi ripetutamente Quinlan è una figura magnetica, ma poi?)...

Registicamente immenso e ineccepibile, e il piano-sequenza iniziale merita assolutamente di essere ricordato.

Per quanto riguarda le interpretazioni sono convinto solo in parte... Quinlan, Vargas (per quanto Heston non sia credibile nei panni di un messicano) e moglie sono grandissimi, per carità, ma molti altri secondari vanno dal caricaturale spinto al macchiettistico in un contesto che avrebbe richiesto una maggiore serietà.

Una scena che doveva essere inquietante e morbosa come quella della cosiddetta "orgia dei drogati" mi è risultata semplicemente goffa e inadeguata. E il "guardiano di notte" è un personaggio simpatico ma la sua caratterizzazione è esagerata...

C'è una certa tendenza alla recitazione esasperata che non mi ha convinto. 

Grande ovviamente anche la Dietrich (per quanto monoespressiva in questo film), peccato faccia pochissime comparsate.

Il finale è ambiguo, esplosivo e catartico e solleva molti interrogativi su quanto visto prima. Mi piacciono i film che lasciano l'amaro in bocca, che richiedono una riflessione anche dopo che lo schermo è stato spento e questo è sicuramente il più grande pregio dell'opera. 

Mi chiedo se questi plot-holes e certe scelte poco felici sarebbero stati perdonati se non si fosse trattato di Welles ma di un qualsiasi altro signor nessuno esordiente...

In definitiva un film a mio parere troppo altalenante, che avrebbe potuto essere un capolavoro ma che,a conti fatti, non lo è...

Troppo indeciso nei toni e persino con qualche momento morto di troppo.

Con buona pace di tutti i fan.


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#73 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 08 gennaio 2015 - 19:59

Film che adoro, la sua grandezza sta proprio nell'umanità di Quinlain e nella sua psicologia sfaccettata: grande poliziotto ma fascista  e razzista, sgradevole ma interessante, addirittura sensuale, violento ma a suo modo tenero, pericoloso, minaccioso ma anche triste e patetico.

Veramente uno dei personaggi più memorabili della storia del cinema, con Welles che gli dona una grandezza e una presenza giustamente Shakspeariana.


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#74 bluetrain

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Inviato 27 gennaio 2015 - 22:03

quartopotere.jpg
1941 QUARTO POTERE di Orson Welles. Con Orson Welles, Everett Sloane, Paul Stewart, Joseph Cotten, Alan Ladd, Agnes Moorehead

"Il più grande film di tutti i tempi", come lo incoronano da decenni quasi tutte le classifiche dei critici, è un film misterioso come il suo protagonista. Welles gira un film di quasi due ore su un personaggio la cui personalità alla fine risulta indefinibile e inaccessibile, come d'altra già il celebre cartello che apre il film parla chiaro: "NO TRESPASSING".

Chi era Charles Foster Kane? Un mediocre reso grande dalla sua fortuna economica, o un sognatore la cui ricchezza era un paradossale fardello? Un bambino abbandonato o un eterno bambinone  viziato? Un arido o un sentimentale? Un traditore o un tradito dagli amici? Un reazionario o un socialista? Praticamente in ogni singola sequenza del film ci troviamo davanti ad un personaggio sempre diverso, contraddittorio e sfocato.

Rivedendo il film per l'ennesima volta mi sono reso conto di quanto questa scelta sia ancora oggi disturbante, visto che Welles infrange la regola numero uno di ogni racconto (rispettata anche da quasi tutto il cinema d'autore e sperimentale): la coerenza psicologica del personaggio. Peggio, non rispetta neanche la riconoscibilità fisica del personaggio, cambiando pettinatura, modo di vestire, trucco ed espressioni ad ogni cambio di età di Kane. Muta come tutti mutano nella vita, ma come nei film non succede mai.   

Allo stesso modo anche il film è un oggetto indecifrabile, o decifrabile in decine di modi diversi. E' un film biografico, politico e colossale, ma anche intimista ed esistenzialista. Senza soluzione di continuità si alternano commedia, dramma, satira, melodramma, finto documentario, musical, noir, ambienti fantastici, atmosfere surreali. Il ventiquattrenne Welles (e a scriverlo non ci credo quasi che un film così sia stato girato e soprattutto interpretato da poco più che un ragazzo!) fa a pezzi tutte le buone maniere del cinema hollywoodiano, girando un capolavoro visionario che ancora oggi romperebbe parecchi tabù stilistici e tecnici.

Su una cosa sola si può essere certi, e la dice lo stesso Kane all'inizio del film, Charles Foster Kane e Quarto potere sono assolutamente americani. C'è dentro tutta la cultura USA nella storia di questo Re dell'era moderna, un campionario inesauribile di immagini, simboli, caratteri, ossessioni, dialoghi e tematiche assolutamente americani. Solo una cosa manca, ma è un'assenza enorme, probabile causa del sospetto e quasi rancore che in fondo l'America prova ancora oggi nei confronti di Welles: manca il Sogno Americano. Welles lo nega fin dalle fondamenta. Kane non è affatto l'uomo che si è fatto da solo, la sua ricchezza è un frutto grottesco del caso, tutto quello che farà nella vita sarà tentare di sperperala. E forse il suo più grande fallimento sarà quello di non riuscirci. Tutti i personaggi del film, nessuno escluso, sono destinati all'infelicità e alla solitudine. L'uomo per Welles è destinato sempre e comunque alla sconfitta, "l'uomo americano" non meno degli altri.

Il finale nell'immenso e sinistro magazzino con tutte le assurdità accumulate da Kane nella sua esistenza è un monumento alla mancanza di senso dell'esistenza. L'ultima inquadratura sul pennacchio di fumo del forno, che sta letteralmente bruciando i simboli ormai privi di senso dei ricordi della vita un uomo, è una delle chiusure più nere e inquietanti della storia del cinema.

 

Premessa: grazie alla tua segnalazione sul libro intervista di Bogdanovich a Welles (che sto finalmente leggendo dopo una certa fatica a reperirlo...) sto rivedendo tutti i film di Orson (e già che ci sono anche di Bogdanovich ;D). 

Ieri sera è toccato a Quarto potere. Capolavoro totale, ma solo a me tutte le volte che lo vedo impazzisco perché non mi capacito di come tutti sappiano le ultime parole di Kane, dato che quando è spirato sussurrando "Rosebud" era solo nella stanza?

Francamente non penso ad un buco nella sceneggiatura, sarebbe un errore troppo grossolano per due come Welles e Mankiewicz, quindi è un presupposto illogico voluto. Però non me no do pace.


  • 1

#75 William Wilson

    Doppelgänger

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Inviato 03 agosto 2016 - 14:17

Qualche piccola considerazione personale su "Il processo" tra Kafka e Welles:

http://forum.ondaroc...42#entry2151480


  • 0

#76 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 23 agosto 2018 - 07:58

 

Dopo solo quarant'anni finalmente dovrebbe uscire uno dei più celebri incompiuti di Orson Welles, The Other Side of the Wind del 1972, con i colleghi e amici John Huston e Peter Bogdanovich come attori protagonisti. Film di cui finora sono circolate praticamente solo due sequenze, questa straniante su una conferenza stampa, ma soprattutto questa incredibile sequenza erotica e psichedelica, con protagonista l'allora compagna del regista Oja Kodar. Abbastanza per far sbavare qualsiasi appassionato di Welles, o di cinema in generale. Vederlo nella sale temo sarà un'utopia (anche se ai tempi del restauro, una dozzina di anni fa, girò nelle sale estive "L'infernale Quinlan"), speriamo almeno in un'edizione in dvd, magari non tra altri dieci anni.

 
Ma è vero che finalmente esce nel 2015 (con montaggio completato da Bodganovich, come voluto espressamente da Welles)? Qualcuno ne sa qualcosa o è la solita panzana?

 


A quanto pare verrà presentato la settimana prossima alla Mostra di Venezia  :hands:

http://www.labiennal...other-side-wind


  • 3

#77 Tom

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Inviato 23 agosto 2018 - 08:45

Meno male che non ho trattenuto il fiato nell'attesa.

Finche' non lo so ufficialmente disponibile o trasmesso da qualche parte continuero' a respirare normalmente, comunque. Che non e' raro che i film proiettati ai festival poi spariscano. 


  • 0

#78 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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Inviato 23 agosto 2018 - 09:43

Meno male che non ho trattenuto il fiato nell'attesa.
Finche' non lo so ufficialmente disponibile o trasmesso da qualche parte continuero' a respirare normalmente, comunque. Che non e' raro che i film proiettati ai festival poi spariscano.

:fear:


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L'amour physique
Est sans issue

#79 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 23 agosto 2018 - 10:21

Meno male che non ho trattenuto il fiato nell'attesa.

Finche' non lo so ufficialmente disponibile o trasmesso da qualche parte continuero' a respirare normalmente, comunque. Che non e' raro che i film proiettati ai festival poi spariscano. 

 

Pare che sarà disponibile su Netflix, che ne cura la distribuzione. Se si prova a cercarlo, lo si trova già con la dicitura "comparirà nella tua lista non appena disponibile".


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#80 Tom

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Inviato 13 settembre 2018 - 17:07

 

'Orca troia.

Non so quanto possa essere narrativamente sensato, visto la natura incompiuta ed episodica della lavorazione, ma gia' solo visivamente e' chiaro il vecchio ciccione glielo metterebbe nel culo a tutti ancora oggi. 

 

Ma poi non solo e' un film (quasi tutto) di Welles, ma l'unico film che ha come protagonista John Huston: tre punti esclamativi!!!


  • 3

#81 lazlotoz

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Inviato 13 settembre 2018 - 17:55

Tra l'altro su Netflix hanno inserito qualche suo titolo... Ecco, forse è la prima cosa buona fatta da Netflix da che esiste. 


  • 0

#82 lazlotoz

    Enciclopedista

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Inviato 17 novembre 2018 - 16:52

 

'Orca troia.

Non so quanto possa essere narrativamente sensato, visto la natura incompiuta ed episodica della lavorazione, ma gia' solo visivamente e' chiaro il vecchio ciccione glielo metterebbe nel culo a tutti ancora oggi. 

 

Ma poi non solo e' un film (quasi tutto) di Welles, ma l'unico film che ha come protagonista John Huston: tre punti esclamativi!!!

 

Narrativamente alla fine è sensato, ci son un paio di momenti in cui sembra girare a vuoto da quel punto di vista, infatti è pure un po' noioso per certi aspetti. Ma credo pure che me ne son strabattuto le palle, perché questa roba qua è di una bellezza incredibile. 

 

Dio!


  • 2

#83 piersa

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Inviato 17 novembre 2018 - 16:59

Me lo passi?


  • 0

#84 lazlotoz

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Inviato 17 novembre 2018 - 17:09

È su Netflix...


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#85 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 21 novembre 2018 - 10:48

 


 
'Orca troia.
Non so quanto possa essere narrativamente sensato, visto la natura incompiuta ed episodica della lavorazione, ma gia' solo visivamente e' chiaro il vecchio ciccione glielo metterebbe nel culo a tutti ancora oggi. 
 
Ma poi non solo e' un film (quasi tutto) di Welles, ma l'unico film che ha come protagonista John Huston: tre punti esclamativi!!!

 
Narrativamente alla fine è sensato, ci son un paio di momenti in cui sembra girare a vuoto da quel punto di vista, infatti è pure un po' noioso per certi aspetti. Ma credo pure che me ne son strabattuto le palle, perché questa roba qua è di una bellezza incredibile. 
 
Dio!

 

 
Visto ieri. A livello visivo è una goduria incalcolabile, pur nella sua totale follia, con quel montaggio caleidoscopico che miscela colore e b/n (tra l’altro, colore e b/n fotografati in 100 maniere diverse, ma sempre magnificamente).
John Huston è immenso, monumentale, magnetico.
A livello narrativo boh, sembra un incrocio lisergico e schizzato tra 8 ½ e F for fake, con momenti di delirio totale.
Assolutamente da rivedere, per il momento ho come l’impressione di aver visto qualcosa di grande ma di averne colto solo una minima parte.
Sono certo che se l’avesse finito il panzone, comunque, sarebbe stato ancora più folle.


  • 3

#86 William Blake

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Inviato 21 novembre 2018 - 16:40

Attore, scrittore, pittore, commediografo, regista, produttore, scenografo, costumista, montatore, articolista, mago e "bon vivant", Orson Welles è stato tutto questo e molto di più. Il genio totale e pantagruelico che ha vissuto in modo parossistico senza mai risparmiarsi sia nel pubblico sia nel privato. Ha rivoluzionato la radio, il teatro e il cinema, lasciando tracce indelebili nell'arte della visione del XX secolo. In tutti i sensi un artista la cui grandezza è stata "bigger than life"

 

La nostra monografia su Orson Welles: http://www.ondacinem...son-welles.html


  • 2
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#87 bluetrain

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Inviato 22 novembre 2018 - 09:44

Interessante anche il documentario di merdflix "They'll love me when i'm dead" incentrato sulla travagliata genesi di "The other side of the wind" e più in generale sugli ultimi anni di vita dell'Orsone. Mi è piaciuto anche perché non è uno spompinamento agiografico, ma fa emergere senza mezzi termini luci e ombre della personalità del regista.

In ogni caso, resta per me una delle personalità più clamorose del secolo scorso.


  • 1

#88 Tom

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Inviato 17 ottobre 2019 - 17:38

6237259-394295.jpg

 

Visto oggi in libreria, mi sa che me lo auto-regalero' per il compleanno.

 

Intanto l'ho aperto a caso tre volte e giuro che tutte e tre le volte ho beccato un momento di conversazione in cui parlava malissimo di qualcuno asd : Woody Allen (gli faceva repulsione quel tipo fisico), Chaplin (un arrogante e ipocrita, "come tutti gli insicuri"), Irenne Dunn (una "beghina" per cui avrebbe rifiutato "Angoscia" - non so se come regista o attore - ma poi quando diedero la parte alla Bergman si morse le mani).


  • 0

#89 Señor Shemo

    ✌

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Inviato 28 giugno 2020 - 13:34

"Maaaaahhaaaaaaaaa the french ----- champagnehasalwaysbeencelebratedforitsexcellence"

 


  • 7

#90 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 18 dicembre 2020 - 15:29

6237259-394295.jpg

 

Visto oggi in libreria, mi sa che me lo auto-regalero' per il compleanno.

 

Intanto l'ho aperto a caso tre volte e giuro che tutte e tre le volte ho beccato un momento di conversazione in cui parlava malissimo di qualcuno asd : Woody Allen (gli faceva repulsione quel tipo fisico), Chaplin (un arrogante e ipocrita, "come tutti gli insicuri"), Irenne Dunn (una "beghina" per cui avrebbe rifiutato "Angoscia" - non so se come regista o attore - ma poi quando diedero la parte alla Bergman si morse le mani).

 

L'avevo a prendere polvere sul comodino da oltre un anno, intonso dopo l'acquisto.

Dopo la visione di "Mank" di Fincher mi è venuta voglia di prenderlo in mano: ho appena letto le prime 60 pagine e già mi sento di sentenziare: lettura OBBLIGATORIA senza se senza ma, semplicemente incredibile, se prosegue su questi livelli fino alla fine temo possa essere la miglior lettura su Orson Welles che si possa fare, anche più del pur eccezionale libro-intervista di Peter Bogdanovich.


  • 2

#91 Ganzfeld

    In un certo senso

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Inviato 18 dicembre 2020 - 15:46

"Maaaaahhaaaaaaaaa the french ----- champagnehasalwaysbeencelebratedforitsexcellence"

 

 

Poor Orson. He sounds like HE was fermented in the bottle himself.

  • 1

#92 Sandor

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Inviato 18 dicembre 2020 - 18:21

Ieri ad Hollywood Party intervistavano Liana Orfei che ha recitato insieme a Welles ne I Tartari  e diceva che il nostro imponeva

alla troupe di girare le sue scene dopo mezzanotte e che ogni volta si portava un paio di bottiglie di whisky che si scolava 

via via durante le riprese.

La Orfei ha sottolineato che non era mai ubriaco naturalmente.


  • 1

#93 Signor Armando

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Inviato 27 gennaio 2021 - 15:55


  • 1

"Tu pensi che la storia abbia le sue eccezioni; invece non ne ha nessuna. Pensi che la razza abbia le sue eccezioni; neanche per sogno.

  Non esiste alcun particolare diritto alla felicità, né esiste un diritto alla sventura. Non esiste tragedia, non esiste genio.

  La tua sicurezza e i tuoi sogni non hanno fondamento. Se su questa terra appare qualcosa di eccezionale, una particolare bellezza o una particolare

  manifestazione del male, la natura lo scova subito e lo estirpa."

 

"Sei benvenuto come una merda dentro una piscina."

 

L'intelligenza di cui ero dotato ha suppurato per mancanza di materia a cui applicarsi e ha preso strade diverse.





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