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L'uomo Che Verrà (Diritti, 2010)


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22 replies to this topic

#1 tiresia

    Sue Ellen

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Inviato 25 gennaio 2010 - 07:30

La terra suda nebbia, gli alberi si agghindano di neve e le lucciole danzano nella notte. E' la terra montana e i suoi boschi che raccolgono la storia di una piccola quotidianeità cadenzata dai raccolti, dall'avvicendarsi delle stagioni, dal passaggio degli uomini. E questi uomini vivono, non c'è altro da dire. Cosa accade nel frattempo è l'irrompre della Storia.
Diritti compie un piccolo capolavoro: ritaglia un racconto corale mai staccandosi dai suoi protagonisti e nello stesso tempo ci dice tutto sulle donne che cercano nuova vita in città sfidando i pregiudizi; del fascismo che impone regole ai contadini impedendogli di migliorare se stessi, togliendo loro la libertà; ci dice tutto del rapporto degli uomini con gli uomini (delicatissimi i discorsi sull'amore) e con la religione (straordinaria la scena del "nonno" che seppellisce le statue dei santi, morti, muti, impotenti all'eccidio mentre il nipote viene battezzato dal sacerdote del paese caritatevole e coraggioso), ci dice tutto sul male con pochissime parole, siamo ciò che ci hanno insegnato ad essere.
La cornice del film è il mutismo della protagonista segnata dalla morte di un fratellino, un silenzio che assiste alla piccola resitenza agli eventi, alle ruberie, ai bombardamenti, all'arrivo di ragazzoni che inizialmente pagano per gli alimenti e poi portano via tutto, alla morte che si insinua in punta di piedi per poi avvolgere ogni spazio delle case e dei boschi.
ED è un mutismo che alla fine si spezza per consolare, cullare, avere cura del bambino che nulla ha visto, come se tutta la desolazione a cui lei ha assistito la porti a cercare di costruire almeno un presente migliore al bambino appena nato (sul futuro...beh!).
Gli attori sono straordinari, bravissimi, i campi lunghissimi sono innamorati dei luoghi, la ferocia non è mai il fine di nessuna inquadratura di un film che racconta una strage e lo fa senza nessuna concessione. Bello, bello anche nel raccontare i tedeschi e i partigiani, gli uni inquadrati nella loro umanità perduta e nelle loro facce da adolescenti soli, gli altri presi dall'ardore della battaglia e dal suo orrore, appena toccati dalla politica.
Da vedere in ogni caso


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#2 Notker

    Scaruffiano

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Inviato 27 gennaio 2010 - 20:38

andrò sicuramente a vedere questo film, nonostante la mia recente "repulsione" per la violenza della storia portata al cinema (colpa di Tarantino, sicuramente!).
ricordo che il regista, Giorgio Diritti, è colui che ci ha regalato uno dei film italiani più belli e significativi dello scorso decennio, Il vento fa il suo giro.
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »

#3 Kraftwave

    Roadie

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Inviato 28 gennaio 2010 - 11:41

Da non perdere, e non solo per chi ha amato "Il vento fa il suo giro".
Un film di un rigore e una forza espresiva rari, una fotografia straordinaria, un cast* (in parte non professionista) molto efficace, e più in generale una rappresentazione assai realistica, emozionante e originale.
Se non c'è due senza tre, ci sono tutti i presupposti affinché per Giorgio Diritti il prossimo lavoro possa divenire la chiave d'accesso per entrare nella storia del cinema italiano.

* Si vede che ci sa fare, non a caso è stato anche direttore dei casting per Fellini.
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#4 strangelove

    Scaruffiano

  • Redattore OndaCinema
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Inviato 28 gennaio 2010 - 12:58

Il più delle volte quando si affrontano film che trattano grandi tragedie storiche si sottolinea l??importanza di lasciare da parte le parole per dare spazio alle immagini. Purtroppo, però, soprattutto nel corso degli ultimi anni va di moda un revisionismo che non si limita a reinterpretare la Storia, ma ridiscute ciò che è realmete accaduto.
Il film di Giorgio Diritti è limpido, onesto, aderisce alla realtà storica in modo che davvero è difficile aggiungere parole al post-visione.
Non nascondo che io stesso, al momento di scrivere la recensione per OndaCinema, ho dovuto fare sempre attenzione  a non lasciare mai andare la penna.
Una visione necessaria, da confrontare con film come ??Miracolo a Sant??Anna? di Spike Lee.
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#5 bowman

    Groupie

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Inviato 30 gennaio 2010 - 14:03

"Il vento fa il suo giro" l'ho trovato un gioiellino, questo non mi è piaciuto per niente. Scriverò due righe a riguardo.
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#6 verdoux

    mainstream Star

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Inviato 30 gennaio 2010 - 15:20

Sembra un paradosso ma non lo è: il film è credibile, efficace ed emozionante fino a quando racconta fatti e storie frutto di immaginazione e di fantasia; diventa meno credibile e pregnante quando racconta storie e fatti realmente accaduti, vale a dire la strage; proprio la strage non mi ha né commosso, né emozionato, né indignato; non so perché, posso solo fare delle ipotesi.
Mi sembra che Diritti non abbia sbagliato nulla, a parte un episodio che eliminerei, e che non si sia lasciato prendere la mano.
Può essere che avevo già cognizione dei fatti e ne avevo già metabolizzato le emozioni, può essere che scene analoghe le ho viste anche di recente in altri film, può essere che la morte al cinema è diventata uno spettacolo che non impressiona più, tanto sappiamo che allo stop del regista i cadaveri si rialzano e stanno benissimo; alla luce di ciò il cinema sembra diventato un mezzo inadeguato a rappresentare questo tipo di storie la cui valenza propria trascende la finzione filmica, se non ricorrendo o a delle ellissi che lasciano trafilare il minimo necessario per la comprensione o al condimento con una certa dose di retorica.
La bambina testimone degli eventi ci può stare, ma è un già visto; avrei preferito una istanza narrante neutra. Il neonato ci può stare, come simbolo di speranza e di  rinascita, ma chiamarlo l??uomo che verrà (e se fosse stato femminuccia?) mi è sembrato volerlo caricare di troppe aspettative e responsabilità, tanto più che oggi avrebbe 66 anni e mi pare che non sia ancora arrivato nessuno.
Già nel vento fa il suo giro la parte finale non mi era piaciuta, in questo film Diritti si riconferma. Beninteso che si riconferma anche come grande regista, perché ??l??uomo che verrà? è un capolavoro zoppo, ma un comunque un capolavoro del cinema contemporaneo, per come rappresenta il tempo di guerra e la vita delle comunità montane sulla linea gotica.

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#7 bowman

    Groupie

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Inviato 31 gennaio 2010 - 10:25

Tra il 29 settembre e il 5 ottobre del 1944 i nazisti, alla ricerca di partigiani, hanno compiuto una serie di stragi nei confronti di civili nel territorio di Marzabotto. Giorgio Diritti ambienta il suo film nella località dove avvenne la prima di queste stragi. Gli occhi innocenti di una bambina di otto anni ci mostrano l'assurdità e l'incomprensibilità di tali atroci crimini.
A dir il vero non occorrono gli occhi di una bambina per cogliere l'orrore di certe stragi. Anzi, se lo sguardo innocente di un bambino non viene alimentato con idee brillanti, si rischia la banalità. Ed infatti il film, pur avendo il pregio di tenersi lontano dai canoni stililistici delle nefande fiction televisive, nella prima parte ci restituisce alcune scene delicate e a tratti dense di grazia, ma nel finale sprofonda in un'imbarazzante ed ingenua carrellata di banalità e stereotipi cinematografici. Durante i massacri la bambina diviene una sorta di piccola Indiana Jones che corre e salta da un rifugio all'altro. Il finale che pretende di essere poetico, è solo patetico. in tutto il film le musiche sono utilizzate in modo scontato e profondamente ingenuo. Se c'è da commuoversi la musichetta triste è sempre presente a sottolineare il momento commovente.
Dopo "Il vento fa il suo giro", piccolo miracolo "amatoriale", nel suo secondo lungometraggio, Giorgio Diritti vola alto ma si schianta contro le sue ambizioni. Peccato, dopo Crialese, Sorrentino e Garrone, speravo in un nuovo autore meritevole di essere seguito.

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#8 verdoux

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Inviato 04 febbraio 2010 - 15:46

Un po?? per alcuni dubbi che mi erano rimasti, un po?? per alcune stroncature che ho letto in giro, ho voluto rivederlo subito e chiudere il conto in sospeso.
? un grande film, non h alcun dubbio, forse un capolavoro, lo voto da 7,5 in su, ma al voto ci penserò con calma in seguito; qualcuna tra le osservazioni che ho fatto nel precedente intervento ci può stare, ma è assolutamente marginale  e non scalfisce il valore del film, che alla seconda visione cresce.
Va rispettata la scelta di Diritti di rappresentare la tragedia con lo stile del neorealismo olmiano, uno stile inusuale per film di questo tipo di film, che comporta la rinuncia all??epica ed alla retorica, elementi che quando a tratti riaffiorano sembrano stonature; che poi i film di Olmi siano favole è una favola, il cinema di Olmi è spesso dramma  e talvolta tragedia (vedi i recuperanti). Il film fa vedere la vita dei contadini di montagna in un periodo in cui la guerra è una avversità in più da superare e la resistenza è un dovere civico ed allo stesso tempo una necessità.
Riguardo le critiche, direi che il film non eccede in retorica, semmai ne è in difetto. Riguardo agli stereotipi mi chiedo quale regista avrebbe rinunciato a far tornare il neonato adulto a rivedere i luoghi, accompagnato naturalmente dalla sorella guarita nel frattempo dal mutismo; quale regista avrebbe rinunciato ad un arrivano i nostri, gli alleati, preceduti e fiancheggiati da atti di eroismo dei partigiani.
Italiani brava gente, buonismo? Non direi; dalla cattiveria intrinseca dei bambini a quella degli anziani, dall??opportunismo dei giovani e degli adulti, inclini anche alla prostituzione ed alla pedofilia, di brava gente non ne ho vista molta; certo che tra gli italiani c??è anche brava gente, ci mancherebbe, ma direi che il  film più che altro mostra che gli italiani sanno fare di necessità virtù.
Nessuna concessione viene fatta ai partigiani, difendevano la loro terra e nulla più; nessun ideale più alto viene loro riconosciuto e su questo mi dissocio.
La scelta narrativa di affidare il racconto all??unica superstite è molto classica, una scelta che fu anche di Omero, di Melville (lo scrittore), di Clint Eastwood e di molti altri, non vedo perché se fatta da un regista italiano debba provocare dei mal di pancia.


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#9 bowman

    Groupie

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Inviato 05 febbraio 2010 - 09:46

è un Olmi di maniera e di superficie... in questo film a Diritti mancano la grazia e la visione del mondo del maestro... condivido pienamente il giudizio di Tom
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#10 white_riot

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Inviato 08 febbraio 2010 - 09:11

critiche pretestuose e assolutamente fuori luogo, questo è un film splendido. da vedere assolutamente! passaggio su raiuno in prima serata? speriamo al più presto.
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#11 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 08 febbraio 2010 - 10:30

Boh, io non ce la faccio a disgiungere la fattura del film e la sua storia, dalla Storia con la S maiuscola... Per questo ieri sera alla fine della proiezione non sono proprio riuscito a trattenere le lacrime... E sarà per questo fattore emotivo che alcune delle pedanti critiche di cui sopra mi hanno lasciato piuttosto perplesso, se non infastidito, per una certa insensibilità di fondo...
Il film in sé lo trovo ben fatto, sebbene lontano dall'essere un capolavoro o una di quelle opere che "cinematograficamente", stilisticamente mi lasceranno qualcosa di indelebile; soprattutto una meravigliosa fotografia, livida e cupa, questa sì.
Trovo che il film abbia una sua "necessità" intrinseca e credo sia la stessa che ha motivato Diritti (il quale da bolognese non proprio giovanissimo credo abbia sentito particolarmente il bisogno di trasporre in immagini un simile soggetto).
Chi poi l'ha trovato narrativamente banale sappia che è il Male insito nell'Uomo e nella Storia ad essere banale, anzitutto...
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#12 strangelove

    Scaruffiano

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Inviato 08 febbraio 2010 - 11:12

Un po?? per alcuni dubbi che mi erano rimasti, un po?? per alcune stroncature che ho letto in giro, ho voluto rivederlo subito e chiudere il conto in sospeso.


Boh, io continuo a leggere riviste e forum di cinema, ma le uniche due critiche le ho trovato qui, in questo topic. Per il resto soltanto lodi.

Edit. Anzi, no: ora che ci penso una webzine che non ne parlava benissimo mi pare di averla letta.
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#13 verdoux

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Inviato 08 febbraio 2010 - 13:08


Un po?? per alcuni dubbi che mi erano rimasti, un po?? per alcune stroncature che ho letto in giro, ho voluto rivederlo subito e chiudere il conto in sospeso.


Boh, io continuo a leggere riviste e forum di cinema, ma le uniche due critiche le ho trovato qui, in questo topic. Per il resto soltanto lodi.

Edit. Anzi, no: ora che ci penso una webzine che non ne parlava benissimo mi pare di averla letta.


si, i commenti sono quasi tutti positivi, Mereghetti parla di capolavoro; mi riferivo proprio a questo forum;

questo è un po' tiepido:

http://www.film.it/a...wacher/10227102



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#14 strangelove

    Scaruffiano

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Inviato 08 febbraio 2010 - 14:11

Quando, in un coro unanime di consensi, tre critiche in croce ricevono commenti tanto risentiti, vuol dire che hanno colpito nel segno.  :P



Io non li vedo i commenti risentiti  ::)
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#15 white_riot

    Groupie

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Inviato 08 febbraio 2010 - 14:33

Quando, in un coro unanime di consensi, tre critiche in croce ricevono commenti tanto risentiti, vuol dire che hanno colpito nel segno.  :P



a me le tue critiche sono sembrate piuttosto forzate e prevenute, mi era anche sorto il dubbio che il diritti ti avesse scippato la fidanzatina alle elementari  asd
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#16 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 08 febbraio 2010 - 15:02


critiche pretestuose e assolutamente fuori luogo


alcune delle pedanti critiche di cui sopra mi hanno lasciato piuttosto perplesso, se non infastidito, per una certa insensibilità di fondo...



ma risentito no dai... che poi se bastasse far risentire qualcuno per cogliere nel segno questo forum avrebbe la verità in tasca....  asd


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#17 Achille

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Inviato 22 febbraio 2010 - 10:46

Mi aveva messo in sospetto l'annunciato e abusatissimo espediente di mostrare una realtà atroce attraverso lo sguardo candido di una bambina. Sospetto più che fondato: non c'è sequenza che non si risolva nel modo più ovvio e scontato, che non sia scritta, girata, musicata e interpretata nello stile più telefonato e accondiscendente. Ben lontano dall'immergere in un'alone metafisico le vicende narrate, come era probabilmente nelle intenzione, il punto di vista della stucchevole mocciosetta è quello di una nana adulta, troppo saggia, falsamente candida.  

non mi pare che che la storia sia narrata solo attraverso gli occhi della bambina: le soggettive e semi soggettive passano attraverso gli occhi un pò di tutti i comprimari, in questo senso mi è parso che il film proponesse un punto di vista più corale che altro.
Sono abbastanza d'accordo però che Diritti dedichi alla (s)fortunata bambina un pò troppo tempo.
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#18 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 17 agosto 2010 - 09:23

Il film è buono e tanto dovrebbe bastare. Oggigiorno, però, quando esce un film così in Italia già si parla di capo d'opera: e invece rimane comunque una bella spanna sotto "Vincere" di Bellocchio. Diritti al contrario del regista piacentino non riesce perfettamente ad amalgamare Storia e storia: la storia della famiglia di Martina, raccontata alla maniera di Olmi, gira benissimo, ma quando la Storia subentra diventa troppo scontato e banale nelle soluzioni.
Ottima la decisione linguistica del dialetto, così come lo stile compassato, fatto di quadri e con una fotografia notevole (utilizzo di filtri blu, credo) che raffreddano l'immagine: dominano i colori blu, bianco e verde. I limiti arrivano quando Diritti deve affrontare la strage, diventa eccessivamente lirico (orrendo il dolly che sale verso il cielo fermandosi sulla croce della cappella). Inoltre contraddice quello che era il punto di vista centrale del film, quello di Martina, coralizzando la narrazione per non perdersi niente e poter aggiungere vari spezzoni: e se al limite la fuga del padre, sbandato e solo, ha senso, tutta la parte della Rorwacher sa di superfluo (dov'era il lavoro di sottrazione? una bella ellissi e via!  al contrario dell'ottima soluzione in campo lungo dall'alto per l'uccisione di Lena, sostenuto dagli occhi di Martina).


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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#19 Tom

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Inviato 11 maggio 2018 - 12:52

L'ho rivisto.

Volevo provare a rivederlo da tempo, lontano dai miei scazzi ideologici di quasi dieci anni fa (ma noto che devo aver cancellato i messaggi in uno dei molti momenti in cui tutto quello che scrivo mi da fastidio :P ), ma anche perche' in generale alcune cose mi sembrano cambiate e non in meglio: dieci anni fa ritenevo (ingenuamente) che sul discorso nazi-fascismo* e resistenza si potesse fare un salto di livello, che si potessero dare per assodate denuncia e indignazione, che mi sembravano talmente scontate da essere paracula la loro reiterazione. Probabilmente mi sbagliavo allora, sicuramente non e' piu' vero oggi, in tempi di nazionalismi ebeti risorgenti e razzismo dilagante certe linee bisogna tornare a tracciarle.

 

Detto cio', stavolta mi e' piaciuto? Uhm, si'. Mi e' piaciuto prendendolo per quello che e': un film indipendente un po' naif, il cui massimo grado di aspirazione estetica e' da fiction Rai. Una fiction Rai bella e ben fatta, ce ne fossero, ma sempre di uno stile fortemente streotipato e ingabbiato parliamo. La prima parte alla Olmi ha una sua grazia, nonostante sia tutto un po' laccato e "finto", a cominciare dalla bellissima bambina protagonista. Ma l'ultima mezz'ora e' riuscita ancora un po' ad irritarmi. Sara' anche storica e documentata, ma i nazisti sembrano usciti da Indiana Jones piu' che a Schindlers' List: dei cattivi sadici e ghignanti che spargono male, distruzione, morte e corruzione (c'era bisogno di sottolinearne anche la perversita' sessuale?) come dei cattivi da spaghetti western. Ma in fondo tutto e' accettabile e rientra nell'ottica del film imperfetto, ache ingenuo, ma generoso e robusto.

 

Pero' boh, passero' per snob, ma a saper ancora leggere il linguaggio cinematografico, sapendo distinguere il cosa dal come, siamo lontani da un film veramente compiuto, figuriamoci dal capolavoro come molti lo acclamarono ai tempi. Tipo le quattro stelle piene di quel cretino di Mereghetti: uno che non ha mai dato quattro stelle a un film di Olmi, Antonioni, Leone, Petri. 

 

Ah, avevo quasi voglia di vedere anche il terzo film di Diritti, "Un giorno devi andare", non cagato da nessuno, ma il trailer mi cava ogni voglia: non stupirebbe un "Sceneggiatura: Alessandro Di Battista". ashd

 

 

*anche se qui, reiterando quello che per me fu un gravissimo errore del neoralismo italiano, il fascismo non c'e': ci sono solo questi alieni cattivi che parlano tedesco e che affiliggono non si sa per quali motivi un'Italia fatta solo di Brava Gente. Gli unici unici personaggi italiani negativi sono un freak dalle sembanze lombrosiane e il suo compare che, tanto per non sbagliarsi, e' un pedofilo...


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#20 Greed

    round control to major troll

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Inviato 11 maggio 2018 - 13:03

Lascia perdere Un giorno devi andare, quello sì che è brutto asd

 

Il film mi era piaciuto, recuperandolo dopo molto tempo dall'uscita. Sul discorso ideologico però potresti aver ragione. La non-presenza del fascismo ti rende perplesso per una questione storica o semplicemente perché il film sceglie di non rappresentarla e per te avrebbe dovuto?
La bambina rende evidente una cosa però: è un film e non un doc, il mutismo è uno stratagemma narrativo (ben riuscito mi pare). E il tema è una storia familiare che si incrocia con la Storia e la Guerra.


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#21 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 11 maggio 2018 - 13:12

Un giorno devi andare è una delle cose più tremende che siano mai state realizzate dal cinema italiano (e ce ne vuole..).

Non ho visto i suoi primi due ma in questo Diritti mi è sembrato non avere la minima idea di come si dirige un film...


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#22 Tom

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Inviato 11 maggio 2018 - 13:24

Sul discorso ideologico però potresti aver ragione. La non-presenza del fascismo ti rende perplesso per una questione storica o semplicemente perché il film sceglie di non rappresentarla e per te avrebbe dovuto?
 


Mah, insomma, se mi vuoi fare il film sull'episodio storico, non dico che mi devi mettere tutto il contesto storico, ma almeno suggeriscimelo il contesto. Qui i nazisti sembrano delle locuste, che arrivano a distruggere tutto e ammazzare tutti senza un perche'. Anche gli unici due simpatizzanti (oltre ad essere appunto caratterizzati in maniera grottesca) vengono da un fuori indefinito. Sarebbe stato piu' accettabile se il film avesse mantenuto il punto di vista della bambina, che infatti rende coerente l'atmosfera quasi da favola della prima parte.

 

PS tranquilli, su "Un giorno devi andare" mi e' bastato e avanzato il trailer. asd


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#23 kristofferson

    Giù la testa, coglioni

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Inviato 22 gennaio 2019 - 09:30

Non ho visto i suoi primi due ma in questo Diritti mi è sembrato non avere la minima idea di come si dirige un film...


Recuperati entrambi, devo dire che in effetti sono stato troppo precipitoso e trinciante in questo giudizio.
Il vento fa il suo giro è un’opera prima originale e interessante che traccia l’inedito ritratto di una montagna aspra e chiusa messa a contatto con l’arrivo dell’elemento perturbante, che si può leggere anche come metafora - oggi più che allora - dell’Italia intera.
Ma anche L’uomo che verrà in effetti è un ottimo film. Si, è più furbo e adopera delle scorciatoie facilone (la bambina innocente come muta testimone degli avvenimenti - anche se è da sempre un cliché di questo tipo di film, da L’infanzia di Ivan fino a Va’ e vedi -, la colonna sonora un po’ ricattatoria, i rallenty e le dissolvenze nei momenti clou...) però tutta la prima ora e mezza olmiana con la descrizione della comunità contadina e le ripercussioni che la guerra ha sui suoi ritmi l’ho trovata fatta molto bene. C’è proprio anche una ricercatezza tecnica e formale che nel successivo film non ho proprio visto, trovandolo anzi quasi dilettantesco sotto questo punto di vista. L’ultima mezzora sulla strage di Marzabotto è più convenzionale, lì si avverte proprio la mancanza di un tocco forte come autore, però alla fin fine direi che non inficia l’ottimo lavoro.
La cosa migliore di entrambi i film è questo ritmo lento, allungato, che si prende i suoi tempi, quasi documentaristico, che dovrebbe annoiare a morte ma invece riesce a costruire un suo originale climax drammatico.


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