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Come Non Buttare Il Bambino Progressista Con L'acqua Sporca Woke (J. K. Rowling E Il Calice Della Transfobia)


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2208 replies to this topic

#101 corrigan

    気持ち悪い

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Inviato 13 luglio 2020 - 15:24

Dick il caso di Chomsky non ha nulla a che vedere con la cancel culture, che è un fenomeno con coordinate storiche, culturali e geografiche ben precise - indipendentemente da quello che dice Chomsky stesso.
E' un po' come quelli che sentono un beat che sembra motorik in qualche disco di metà anni '60 in un paese che non è la Germania e dicono ah vedi il kraut lo hanno inventato quelli lì asd
 
è che te sta sulle palle Chomsky mi sa
Non riesco a capire come tu non riesca a capire, a meno di offenderti.
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I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#102 Spiritchaser

    Classic Rocker

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Inviato 13 luglio 2020 - 15:37

Orribilmente fazioso e quasi comico come eviti il punto, ma finisca per dimostrarlo suo malgrado. Non so chi sia ma chiaramente fa cherry picking di ciò che gli arriva dall'America - sintomo del fatto che la politica americana è intrattenimento per il resto del mondo. Dà per scontate certe cose perché il suo feed chiaramente tende da una parte.

Ad esempio il paragrafo su Jesse Singal (che non si chiama Jessie): colpevole di wrongthink e nessun contesto viene fornito per farsi un'opinione propria. Idem la nota autrice del maghetto, colpevoli senza processo.

Cioè per lui la cancel culture è boicottare R Kelly? Quando autori (non ricchi, vedi il mio post a pag. 1; quelli ricchi sono i firmatari, appunto) perdono il contratto per aver difeso una persona non gradita online? Quando gli sbirri ti vengono a far visita e ti mettono in un database di hate incidents anche se non hai commesso reato?

La tipa con cui concorda invece non viene introdotta in modo fazioso, seppure il suo thread per punti contenga dei falsi e, nel nome dei miei amici in medio oriente, sottolineo anche un sospettissimo paragrafo asd seguito dal l'immancabile Julian Assange.
Sorvolo su Billy Bragg...

 

Sì, manca completamente il punto e usa argomenti piuttosto ridicoli.

 

Viene perciò da chiedere: le critiche all’iniziativa, via Twitter o attraverso altre piattaforme online vanno considerate “cancel culture”?

Chi decide di disdire l’abbonamento ad Harper’s per protesta [...] manifesta una forma di censura?

Il “libero scambio di idee e informazioni” si fonda sulla costrizione a restare abbonati?

 

Per tutte e tre le domande vale la risposta "ovviamente no, dioporco".

 

Tra i libri più contestati sono presenti anche Il racconto dell’ancella di Margareth Atwood (per “profanità e per eccesso di volgarità e riferimenti sessuali") e la Saga di Harry Potter di JK Rowling (per i “riferimenti alla magia e alla stregoneria”). A quanto pare negli USA esiste un politicamente corretto conservatore e cristiano, ed è molto bravo a cancellare testi. Chi l’avrebbe mai detto, eh?

 

L'avremmo detto tutti; la differenza è che i tentativi di censura dei fondamentalisti cattolici sono ormai fuori dal tempo e tutti li riconoscono come ridicoli, mentre se la caccia alle streghe la fanno gli "attivisti" woke, altrettanto bigotti e sicuramente più virulenti, un pezzo di società è costretto ad allinearsi e le conseguenze sono molto più vaste e molto meno contrastabili.

 

Inoltre questa retorica di principio sulla libertà di espressione nega l’esistenza dell’intolleranza costitutiva

 

Concetto giustissimo ma che in questo caso non c'entra letteralmente un cazzo; non stiamo parlando di partiti neofascisti, pensare che la Rowling stia attivamente cercando di limitare le libertà di qualcuno è da teste di cazzo (ma la stessa cosa vale per osservazioni meno sensate delle sue). 


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#103 Bandit

    Lorenzo Righetto

  • Redattore OndaRock
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Inviato 13 luglio 2020 - 15:40

Beh rimane comunque possibile che abbia dato la sua firma senza essere consapevole delle ricadute e anche delle cose obiettivamente inopportune che la lettera contiene, non deve essere per forza tutti contro o tutti con. Questo si appaia anche con un'altra critica che ho letto spesso, che il grido per la libertà di parola è spesso soprattutto un reclamo per una posizione di potere.
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#104 Spiritchaser

    Classic Rocker

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Inviato 13 luglio 2020 - 15:44

Consiglio anche la lettura dell'articolo linkato su valigiablu per dar conto della transfobia della Rowling perché è meraviglioso:

 

J.K. Rowling è transfoba. Ha scritto un romanzo transfobo. I suoi tweet sono transfobi. Ne ha anche scritto uno razzista (forse più di uno, se contiamo gli stereotipi che sono disseminati nei libri di Potter, ma qui parlo solo dei gialli).

https://www.vice.com...ling-transfobia

 

Come satira involontaria forse solo inferiore all'articolo "Alcuni fan di Harry Potter ci spiegano perché ora vogliono coprire i loro tatuaggi", sempre Vice. Leggete perché vale la pena: https://www.vice.com...gi-harry-potter


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#105 Feynman

    Homeless

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Inviato 13 luglio 2020 - 15:55

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Dio santo, vice è precipitato in un burrone. Ma poi uno/a/@ che ha un tatuaggio di HP di base non sta bene di suo.
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Without examples, without models, I began to believe voices in my head – that I was a freak, that I am broken, that there is something wrong with me, that I will never be lovable… Years later I find the courage to admit that I am transgender and this doesn’t mean that I am unlovable… So that this world that we imagine in this room might be used to gain access to other rooms, to other worlds previously unimaginable.”

#106 bosforo

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Inviato 13 luglio 2020 - 16:00

Giusto oggi le hanno macchiato di sangue le impronte delle mani a Edinburgo.

Se questa manica di folli avesse un briciolo di dignità incanalerebbe questa rabbia contro contro realtà religiose o sociali che non permettono a fasce della popolazione di istruirsi ecc. Chiaramente non è la loro agenda perché se si va a guardare se la prendono coi medio progressisti e i moderati. Se sei 100% conservatore la scampi ma se sei progressista per 2/3 devi morire male per loro.
Rilancio: se JK Rowling fosse stata esplicitamente conservatrice dall'inizio, non si sarebbero disturbati. Il suo peccato è credere a solo 9 comandamenti su 10.

Ortodosso aveva menzionato il fattore soldi/società sufficientemente benestante da tirare avanti, avere lo smartphone ecc.
Aggiungo che forse siamo al punto in cui c'è una specie di elite urbana "mancata", ossia una marea di laureati pieni di debito e con prospettive lavorative e di incremento sociale di certo non proporzionati al costo della loro istruzione. Vivono peggio dei genitori, sono in affitto in città costosissime (dove scelgono di vivere perché in campagna son tutti razzisti, no?), sono "coinvolti nel discorso politico" e sono incazzati, ma vogliono distruggere chi non li segue.
A questi si aggiungono veri feudatari - in UK almeno sono abbondantissimi nei media, dove si leggono sempre gli stessi cognomi - a cui la cancel culture non tange* quindi si sentono liberi di negarne l'esistenza.


* esempio a caso, questa scoppiata, figlia di AA Gill e dell'ex ministro degli interni Amber Rudd

https://www.thetimes...-weak-cjwrzwlk7

Chi sono i "weak"??
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#107 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 13 luglio 2020 - 16:09

Dio santo, vice è precipitato in un burrone.

 

Ma perché è stato fuori dal burrone per qualche tempo? Io ho sempre letto articoli terribili (non tantissimi grazie al cielo) ammantati da una spocchia pregna di autostima mal riposta oltre ogni limite, sono sempre riusciti a infastidirmi tantissimo anche nel dire cose con le quali magari concordo.

Ora, con quegli articoli tipo quello sulla Rowling, al limite hanno iniziato a scavare il fondo del burrone.


  • 7

#108 dick laurent

    ...

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Inviato 13 luglio 2020 - 16:12

 

 

 

 

Dick il caso di Chomsky non ha nulla a che vedere con la cancel culture, che è un fenomeno con coordinate storiche, culturali e geografiche ben precise - indipendentemente da quello che dice Chomsky stesso.
E' un po' come quelli che sentono un beat che sembra motorik in qualche disco di metà anni '60 in un paese che non è la Germania e dicono ah vedi il kraut lo hanno inventato quelli lì asd
 
è che te sta sulle palle Chomsky mi sa
Non riesco a capire come tu non riesca a capire, a meno di offenderti.

 

 

Il fatto che adesso sia un problema dibattuto e molto attuale la cancellazione di persone e opinioni che non piacciono non vuol dire certo che sia una cosa che prima non esisteva. Se uno scrive libri e per bloccarli si arriva a eliminare la stessa casa editrice a me sembra sempre parte dello stesso esatto problema, anche se allora non c'era una definizione di "cancel culture". 

Aggiungo tra le altre cose che Chomsky si è sempre battuto per la possibilità di espressione di opinioni anche estremamente controverse, vedi Faurisson.


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dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine


#109 Spiritchaser

    Classic Rocker

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Inviato 13 luglio 2020 - 16:34

Iscrivetevi al googleNext solo per vedere cosa vi chiedono nella form :).

 

Cosa chiedono? Su letterboxd 

 

photo-2020-07-13-18-07-25.jpg


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#110 bosforo

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Inviato 13 luglio 2020 - 19:25

I pronomi per me sono roba assolutamente cringe e una rottura di cazzo socialmente per chi non ci gioca, ma alla fine se vogliamo sperare che questa prigione mentale della dottrina woke non diventi la vita nei paesi occidentali, dobbiamo capire che queste manifestazioni sono puro decoy. È una fogliolina, quando le identity politics sono il problema alla radice.

Altro problema è che per via delle affinità di modus operandi parliamo di comunisti, ma ci si scorda spesso che i liberali sono dentro alla idpol fino al collo.

Ecco come questa follia gronda dall'anglosfera in Europa. Oped su euobserver firmato da una no profit anti-sovranista, diretto alla Brussels bubble

https://euobserver.com/opinion/148914

Si parla dei programmi di induction dei giovani nel civil service dell'UE

Promuove:

- quote di assunzione stagisti discriminando positivamente in base al colore* e ai background non privilegiati
- indottrinamento di questi nuovi stagisti, educando al paradigma dell'aumento di produttività tanto meno l'ambiente è maschile e bianco*
- Somministrazione di unconscious bias training (una roba aziendale che ho fatto anche io: è pura fuffa basata su un cazzo; agopuntura/reiki per pulire la coscienza ad aziende con la moralità di un terrorista).

Mh non proprio il tipo di cultura che l'elettore medio dell'Europa occidentale supporta, consideriamo che siamo pieno Covid e recessione...
A pensarci bene, neanche dell'Europa orientale e centrale eh, visto dove cade il baricentro politico-culturale dell'elettorato UE

Al prossimo articolo su come l'UE sia appesa un filo e che crolla ora per Trump, Erdogan, o Orban che dà le chiavi a Putin ecc. mi do fuoco. Questi fenomeni sono il deficiente dei film horror che fa morire quasi tutti per una scelta egoista e illogica - o in questo caso fa eleggere mostri che di botto sembrano sani di mente alla popolazione, che di solito non ama farsi sorpassare da categorie arbitrarie gestite in un centro lontano, né sottoporsi a corsi di umiliazione pubblica.


* e se posso una piccola parentesi. Questa è un'ossessione dei liberali pro-EU British che si è propagata in una minoranza di scoppiati a Bruxelles: quanta suprema ignoranza dell'Europa c'è nel parlare di colore in termini US/UK quando hai posti come la Bulgaria, dove hai percentuali grosse di gente con origini turche, il sud Europa e il suo melting pot, le isole come la Corsica e Cipro, tutte le migliaia di minoranze e peculiarità linguistiche...? Per questi siamo tutti 'white people' a meno che non siamo di chiara discendenza africana, asiatica ecc. Anche il PM del Portogallo, un old white guy. Ci vorrebbe più diversity a Cipro; troppe facce chiare tra le assunzioni. Ma dio cane.
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#111 atlas

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Inviato 13 luglio 2020 - 20:30

* e se posso una piccola parentesi. Questa è un'ossessione dei liberali pro-EU British che si è propagata in una minoranza di scoppiati a Bruxelles: quanta suprema ignoranza dell'Europa c'è nel parlare di colore in termini US/UK quando hai posti come la Bulgaria, dove hai percentuali grosse di gente con origini turche, il sud Europa e il suo melting pot, le isole come la Corsica e Cipro, tutte le migliaia di minoranze e peculiarità linguistiche...? Per questi siamo tutti 'white people' a meno che non siamo di chiara discendenza africana, asiatica ecc. Anche il PM del Portogallo, un old white guy. Ci vorrebbe più diversity a Cipro; troppe facce chiare tra le assunzioni. Ma dio cane.

 

beh questo è un passaggio fondamentale se vuoi giocarti la mentalità della della vittima correttamente: gli altri, quelli estranei alle tue intersezioni di sfighe, non sono capaci di provare sofferenza, solo tu sei speciale, ed è il motivo per il quale una pakistana lesbica cresciuta col cucchiaio d'argento in un paese occidentale può accusare chessò, uno che viene dalla grecia, di modesta estrazione sociale e a cui piace la figa, di essere più privilegiato di lei senza che nessuno si faccia due domande. poi non ci vuole molto a capire chi ha visto e vissuto la merda vera da chi se l'è immaginata leggendo qualche libro o su tumblr. 


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il faut se radicaliser. 


#112 100000

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Inviato 13 luglio 2020 - 20:52

Altro problema è che per via delle affinità di modus operandi parliamo di comunisti

Chiedono anche loro una redistribuzione del reddito?


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#113 bosforo

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Inviato 13 luglio 2020 - 21:21

Altro problema è che per via delle affinità di modus operandi parliamo di comunisti

Chiedono anche loro una redistribuzione del reddito?

?
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#114 100000

    Enciclopedista

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Inviato 13 luglio 2020 - 21:30

Vabbè dai, na battuta per constatare come spesso si sostituisca una modalità totalitaristica della società con l'ideologia nemica a seconda dello spettro politico di riferimento. Altre persone al tuo posto avrebbero scritto fascismo e non comunismo.
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#115 bosforo

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Inviato 13 luglio 2020 - 22:04

Perché fascismo? Nel thread si è fatto riferimento alle guardie rosse e alla rivoluzione culturale per le caratteristiche di denuncia mutuale sulla base della purezza dell'oggetto del thread.

Di solito si fa l'errore di associare le identity politics alle tipe coi capelli corti blu e gli occhialoni e altre caricature destrorse della sinistra estrema da campus, ma come volevo dimostrare i loro concetti sono permeati in certi centristi europei socially liberal ma molto corporate/liberisti nelle policies.
Il mondo corporate sta seguendo a ruota.

Il training di unconscious bias li avete fatti?
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#116 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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Inviato 13 luglio 2020 - 22:10

Il training di unconscious bias li avete fatti?

Già il nome fa paura.
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L'amour physique
Est sans issue

#117 Ortodosso

    baby even the losers

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Inviato 14 luglio 2020 - 01:07

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Il training di unconscious bias li avete fatti?

 

Avrei aneddoti per un libro, l'unico che posso raccontare perché caduto in prescrizione:

 

Founder/CEO bilionario dell'azienda dove lavoro nonché mio capo, il quale ogni volta che propongo di assumere una donna, magari anche attiva su twitter, mi risponde ma stai scherzando, non mi voglio portare in casa questi mal di testa e in generale non disdegna metafore tipo dobbiamo STUPRARE il nostro competitor, improvvisamente fiuta il vento e organizza un unconscious bias training. 

 

Per questo training viene selezionata la leading diversity training firm della Silicon Valley, avente queste caratteristiche:

- founder&CEO molto più bianca di me e bionda

- founder&ceo fidanzata (ora moglie) di CEO di startup tech divenuta pubblica (con fidanzato ora marito trentenne ricco nell'ordine delle centinaia di milioni di dollari

- startup e growth stage companies il cui fondatore è amico (o pretendente amico) del fidanzato di cui sopra, che casualmente si affannano a comprare diversity training da questa

- background di lei da super underprivileged: high school privata da 40k/anno, undergrad a University of Southern California (altrimenti detta University of Spoiled Children), Stanford Law School

- ciliegina sulla torta: l'ufficio dell'azienda mia è subaffittato da nient'altro che l'azienda di cui è CEO il fidanzato della stessa

 

Va bene.

 

Arriva il giorno del training. Tutti presenti e in buon ordine. 

 

La tizia ha la porta del cavo del suo laptop che malfunziona e non si vedono le slide sul proiettore. Il nostro CTO (maschio bianco), si affanna a cercare di farlo funzionare, le offre anche una chiavetta sulla quale mettere le slide. Questa sbraita con frasi tipo:"I don't trust plugging your USB key into my laptop" e "whatever, I'll do it without your lousy projector", ripeto questa è una pagata qualche migliaio di dollari per due ore del suo tempo a ripetere lo stesso slide deck che usa per chiunque altro.

 

Memorabile la prima fase del training, il c.d. Implicit Association Test che è stato debunkato da qualsiasi antropologo da vent'anni ma viene spacciato come verità assoluta, la tipica domanda:

 

Un ragazzo è coinvolto in un incidente stradale insieme al padre. Il padre muore, il ragazzo è gravemente ferito e viene portato in ospedale, dove però il chirurgo non può operarlo: il chirurgo è infatti il genitore del ragazzo.

 

Come è possibile?

 

Risposta: il chirurgo è la madre, se non ci sei arrivato in 100ms è perché dentro di te alberga del razzismo che ti fa pensare impossibile che il chirurgo sia una donna. 

 

Ok.

 

Già pregusto di fare la domanda sulla credibilità scientifica di questo test durante il Q&A a seguire, purtroppo non ci arriverò mai perché un mio collega ingegnere, un pezzo di pane da duecento chili ma purtroppo per lui maschio bianco, fa una domanda (innocentissima) prima, la risposta della USC graduate centimillionaria per matrimonio:"Don't you think that maybeeee later I was going to get to that?! Men..." e faccia schifata. A quel punto visibilmente mi alzo e me ne vado per evitare di insultarla.

 

Questa rimane anche oggi una delle 4-5 A-listers sul tema della diversity in Silicon Valley.


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voter negativity
Gozer il Gozeriano 119
reallytongues 112


#118 cool as kim deal

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Inviato 14 luglio 2020 - 06:23

Non capisco perché la madre chirurg* non può operare il figlio.

È vietato per legge?
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#119 bosforo

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Inviato 14 luglio 2020 - 09:19

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Ahahah "testimonianza straordinaria"

 

Io prima di fare l'unconcious bias training avevo fatto quei vecchi training piu' americani e corporate, quelli coi quiz con le foto stock, sempre con un bianco, un nero e un asiatico in ogni slide. Una volta abbiamo avuto una sessione in cui la tipa che hanno assunto ci diceva di non esprimere alcuna opinione sensibile al lavoro, neanche in privato o in piccoli gruppi con colleghi, perche' se un collega "sensibile" si presentasse e l'argomento cambiasse di botto, sarebbe comunque un'aggressione. La sessione e' finita prima che potessimo concordare su un argomento in cui non c'e' possibilita' di equivoco o di litigare in qualche modo, comunque fu un'esperienza meno patronising dell'UBT.

 

Ma veniamo all'unconcious bias... Eravamo una multinazionale con programmi forzati per socializzare tra i vari uffici del gruppo. Quindi invece di assumere una consulenza hanno fatto il training in-house, con 2 tipe dall'ufficio di Londra + il mio capo al tempo, un signore magari non come il capo di Orto, ma che faceva abitualmente le sue battute sui tedeschi tirchi e, quando gli facevo una domanda difficile, era solito tirare fuori delle espressioni locali o dei modi di dire alla Di Pietro inglese, che se non sei native/del posto non puoi sapere, giusto per mettermi in imbarazzo.

 

Fu un misto di slide (tra cui quella del chirurgo/la chirurga), statistiche a caso, tipo "se sei in giacca e cravatta hail il 47% di probabilita' di essere perquisito all'aeroporto" (che non sapevano giustificare/hanno palesemente copiato da internet) e domande trabocchetto, tipo "di chi ti fideresti?" [foto di un uomo sorridente e con la camicia che rivelano poi essere un serial killer vs un bruto con un numero tatuato sul braccio che rivelano essere un laureato di Harvard e sindaco]. La parte migliore: il mio capo ha fatto dei pasticcini in casa, tutti scotti e mezzi crudi, ad esempio uno marrone ma sapor menta o uno blu ma sapore al cioccolato. Ci hanno incoraggiato a mangiarli e ammettere i nostri bias mentre tentavamo di deglutire quella specie di impasto mezzo crudo "oooh, scemo io, pensavo fosse al limone invece e' al caramello!". Infine ci han fatto ascoltare le voci dei colleghi dell'altro ufficio e collegarle alle loro foto (loro han fatto lo stesso con noi).

 

La cosa piu' bella e' che ci mandavano dentro a gruppetti di 5-6 e i colleghi senza filtro sganciavano delle bombe... ricordo una collega vecchiarda che se ne esce con "Ma certo che ho dei pregiudizi! Se guardi Kate Middleton ovvio che si capisce dal portamento che ha una cultura SUPERIORE". Le tipe sono sbiancate, una l'ha quasi attaccata.

 

Comunque e' inquietante quando il datore di lavoro ti fa ammettere le tue debolezze. La cosa del "lo stiamo facendo tutti" e' falsa in partenza: a parte che non ho visto nessun membro della board in quelle sessioni, questo training obbligatorio e' puro dumping della responsabilita' di un ambiente "equo" sugli impiegati invece che sull'azienda - il fatto che sia tutta pseudoscience/behavioural quackery e' solo un'aggravante.


  • 11

#120 Spiritchaser

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Inviato 14 luglio 2020 - 09:21

Non capisco perché la madre chirurg* non può operare il figlio.
È vietato per legge?


Secondo me perché in realtà è lei il padre morto asd
Ci tengo a precisare che ci sono arrivato in tempi infinitesimali.
  • 2

#121 Zpider

    Procrastinatore

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Inviato 14 luglio 2020 - 09:25

Ci hanno incoraggiato a mangiarli e ammettere i nostri bias mentre tentavamo di deglutire quella specie di impasto mezzo crudo "oooh, scemo io, pensavo fosse al limone invece e' al caramello!". 

 

HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH


  • 1

#122 Thælly

    mascellona da bukkake

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Inviato 14 luglio 2020 - 09:26

questo training obbligatorio e' puro dumping della responsabilita' di un ambiente "equo" sugli impiegati invece che sull'azienda - il fatto che sia tutta pseudoscience/behavioural quackery e' solo un'aggravante.

this


  • 0

Una tua action figure che quando la schiacci ti parla degli accordi.


#123 Marguati

    opinion maker

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Inviato 14 luglio 2020 - 09:32

Aneddoto tanto per non dover contribuire niente di serio al topic:

Tempo fa nel compilare la domanda per un grant per le scienze mi sono imbattuto nella sezione "Sex-gender dimension" che chiedeva se la ricerca proposta aveva a che fare e/o conseguenze per quanto riguarda questioni di sesso, genere e simili, tramite una serie di domande SI/NO. La domanda finale (a risposta aperta) non era "se hai risposto SI a qualche domanda, spiega come", bensì "se hai risposto NO a tutte le domande, spiega nel dettaglio PERCHÉ"   :facepalm:   c'è voluta una certa dose di autocontrollo per non riempire la sezione di bestemmie e non suonare eccessivamente condiscendente nello spiegare che, no, alle trasformate di Radon o quel cazzo che è non frega un cazzo del genere.


  • 6

#124 Man-Erg

    Quando sulla riva verrai

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Inviato 14 luglio 2020 - 10:17

Tutti questi racconti assomigliano tantissimo a (o hanno le potenzialità per diventare) una puntata di The Office asd

 


  • 2
Though we've been denied
Too much hope in our lives
Let tonight be the night
Let tonight be the night when it ends

#125 ravintola

    pesky skeleton

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Inviato 14 luglio 2020 - 10:33

lavoro in una big american corporation ma questi training non sono mai esistiti. O magari si' ma non sono obbligatori, non saprei, io non faccio mai niente a meno che non sia obbligatorio.


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#126 cool as kim deal

    Utente contro le bonus track

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Inviato 14 luglio 2020 - 10:39

Neanche io, ma i miei son texani, forse è per quello
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#127 Mr Repetto

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Inviato 14 luglio 2020 - 10:53

A voi che state in terre anglofone chiedo: state criticando solo i cialtroni che si occupano di educazione alla diversità, fiutando il vento e facendolo malissimo, o ritenete proprio insensato/controproducente l’educazione alla diversità? Perché per esempio, nel caso della polizia, come fare a ridurre le conseguenze dei pregiudizi dei poliziotti se non (anche) con programmi di questo tipo? E pure nelle scuole non è comunque giusto introdurli? Capisco gli eccessi opposti, ma io ho visto, in Italia, più aziende in cui il sexual harassment era sistematico, di quelli in cui non lo era. Ora forse le cose sono un po’ migliorate verso le donne, ma in compenso è tornato il razzismo aperto.
Insomma, sicuramente ci state lanciando un allarme su come la situazione possa diventare in fretta paradossale, ma a me rimane la domanda iniziale di Spirit: c’è modo di non buttare il bambino progressista con l’acqua sporca? Esiste, una giusta misura? Esistono soggetti che queste cose le sanno fare bene?
  • 1

#128 Feynman

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Inviato 14 luglio 2020 - 11:00

lavoro in una big american corporation ma questi training non sono mai esistiti. O magari si' ma non sono obbligatori, non saprei, io non faccio mai niente a meno che non sia obbligatorio.


Grande Ravi, pure io sopravvivo così, me ne batto la wallera e vado a fare surf.
  • 0
Without examples, without models, I began to believe voices in my head – that I was a freak, that I am broken, that there is something wrong with me, that I will never be lovable… Years later I find the courage to admit that I am transgender and this doesn’t mean that I am unlovable… So that this world that we imagine in this room might be used to gain access to other rooms, to other worlds previously unimaginable.”

#129 Feynman

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Inviato 14 luglio 2020 - 11:03

A voi che state in terre anglofone chiedo: state criticando solo i cialtroni che si occupano di educazione alla diversità, fiutando il vento e facendolo malissimo, o ritenete proprio insensato/controproducente l’educazione alla diversità? Perché per esempio, nel caso della polizia, come fare a ridurre le conseguenze dei pregiudizi dei poliziotti se non (anche) con programmi di questo tipo? E pure nelle scuole non è comunque giusto introdurli? Capisco gli eccessi opposti, ma io ho visto, in Italia, più aziende in cui il sexual harassment era sistematico, di quelli in cui non lo era. Ora forse le cose sono un po’ migliorate verso le donne, ma in compenso è tornato il razzismo aperto.
Insomma, sicuramente ci state lanciando un allarme su come la situazione possa diventare in fretta paradossale, ma a me rimane la domanda iniziale di Spirit: c’è modo di non buttare il bambino progressista con l’acqua sporca? Esiste, una giusta misura? Esistono soggetti che queste cose le sanno fare bene?


Giusto per ritornare a quello che avevo detto un po' di post fa, questi problemi in italia non esistono. Qui dobbiamo ancora combattere il razzismo esplicito.
  • 2
Without examples, without models, I began to believe voices in my head – that I was a freak, that I am broken, that there is something wrong with me, that I will never be lovable… Years later I find the courage to admit that I am transgender and this doesn’t mean that I am unlovable… So that this world that we imagine in this room might be used to gain access to other rooms, to other worlds previously unimaginable.”

#130 ucca

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Inviato 14 luglio 2020 - 11:07

In pratica siamo tornati al questionario dei tre giorni. Decisamente fuori dal tempo
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www.crm-music.com

 

Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#131 Mr Repetto

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Inviato 14 luglio 2020 - 12:32

 

A voi che state in terre anglofone chiedo: state criticando solo i cialtroni che si occupano di educazione alla diversità, fiutando il vento e facendolo malissimo, o ritenete proprio insensato/controproducente l’educazione alla diversità? Perché per esempio, nel caso della polizia, come fare a ridurre le conseguenze dei pregiudizi dei poliziotti se non (anche) con programmi di questo tipo? E pure nelle scuole non è comunque giusto introdurli? Capisco gli eccessi opposti, ma io ho visto, in Italia, più aziende in cui il sexual harassment era sistematico, di quelli in cui non lo era. Ora forse le cose sono un po’ migliorate verso le donne, ma in compenso è tornato il razzismo aperto.
Insomma, sicuramente ci state lanciando un allarme su come la situazione possa diventare in fretta paradossale, ma a me rimane la domanda iniziale di Spirit: c’è modo di non buttare il bambino progressista con l’acqua sporca? Esiste, una giusta misura? Esistono soggetti che queste cose le sanno fare bene?


Giusto per ritornare a quello che avevo detto un po' di post fa, questi problemi in italia non esistono. Qui dobbiamo ancora combattere il razzismo esplicito.

Mi sembra che anche in terre anglofone sia un problema riservato ad alcuni ambienti, una sorta di battaglia all'interno della sinistra per cui i nemici più odiati sono i moderati di sinistra traditori (è molto spesso così per gli estremisti, tra l'altro, basta guardare le vittime del terrorismo religioso o ideologico). Ed è anche un problema di colonizzazione di alcuni ambiti della società strategici, come la scuola. 

Per il resto anche lì, come dimostrano le scelte in cabina elettorale, l'asse del sentimento popolare si è spostato molto a destra con annessa intolleranza, quando non aperto razzismo, ai massimi livelli istituzionali. Mi sembra quindi un problema, se vogliamo, di polarizzazione della politica  che temo abbia le stesse cause ovunque, e prima o poi credo che avrà le stesse conseguenze a sinistra anche qua.


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#132 atlas

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Inviato 14 luglio 2020 - 13:12

A voi che state in terre anglofone chiedo: state criticando solo i cialtroni che si occupano di educazione alla diversità, fiutando il vento e facendolo malissimo, o ritenete proprio insensato/controproducente l’educazione alla diversità? Perché per esempio, nel caso della polizia, come fare a ridurre le conseguenze dei pregiudizi dei poliziotti se non (anche) con programmi di questo tipo? E pure nelle scuole non è comunque giusto introdurli? Capisco gli eccessi opposti, ma io ho visto, in Italia, più aziende in cui il sexual harassment era sistematico, di quelli in cui non lo era. Ora forse le cose sono un po’ migliorate verso le donne, ma in compenso è tornato il razzismo aperto.
Insomma, sicuramente ci state lanciando un allarme su come la situazione possa diventare in fretta paradossale, ma a me rimane la domanda iniziale di Spirit: c’è modo di non buttare il bambino progressista con l’acqua sporca? Esiste, una giusta misura? Esistono soggetti che queste cose le sanno fare bene?

 

esiste solo la rivoluzione conservatrice.

 

boutade a parte, per me il problema è l'educazione alla diversità nella maniera in cui è concepita oggi, un terreno di battaglia dove non esistono mezze misure o compromessi. il moloch necessita di essere costantemente nutrito, di spararla sempre più grossa, di spingere ogni giorno di più il confine tra assurdo e accettabile. quella dell'indignazione è una vera e propria industria: se i problemi si risolvessero o non ci fossero, intere divisioni marketing sarebbero a spasso, e i professori universitari dovrebbero cominciare ad insegnare letteratura, storia o filosofia (quelle vere però).

 

se i problemi non ci sono, si inventano: è il trucco più vecchio nel libro del perfetto accademico. chi fa ricerca deve per forza trovare qualcosa, mica può vendere un libro dove dice che non ha trovato nulla. il sistema universitario nei paesi anglofoni costringe gli aspiranti professori a pubblicare parecchio prima di tirare in remi in barca e di ottenere la tenure. quindi in 7 anni, tra corsi insegnati, vita privata etc. devi per forza pubblicare un libro se vuoi sopravvivere. gli argomenti si trovano, le prove si inventano; ripeto, il 90% percento di questi discorso, a livello accademico, si sostiene sul nulla, è un vuoto discorso fatto di vuote parole che acquisiscono senso e legittimità in funzione al framework in cui si inseriscono. è tutto un immenso gioco di società, un po' come quando un po' di scoppiati cominciarono ad andare dietro a lovecraft e nel giro di qualche decennio tutti furono persuasi dell'esistenza del necronomicon. solo che chi è a capo di questo gioco magari la sera esce dal ruolo e torna nella sua casa da migliaia (se non milioni) di dollari dal marito o dalla mogliettina anch'essi ricchi, mentre chi sta nei piani bassi della piramide vive una vita perennemente incazzata e vede complotti ovunque.


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il faut se radicaliser. 


#133 bosforo

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Inviato 14 luglio 2020 - 13:51

A voi che state in terre anglofone chiedo: state criticando solo i cialtroni che si occupano di educazione alla diversità, fiutando il vento e facendolo malissimo, o ritenete proprio insensato/controproducente l’educazione alla diversità? Perché per esempio, nel caso della polizia, come fare a ridurre le conseguenze dei pregiudizi dei poliziotti se non (anche) con programmi di questo tipo? E pure nelle scuole non è comunque giusto introdurli? Capisco gli eccessi opposti, ma io ho visto, in Italia, più aziende in cui il sexual harassment era sistematico, di quelli in cui non lo era. Ora forse le cose sono un po’ migliorate verso le donne, ma in compenso è tornato il razzismo aperto.
Insomma, sicuramente ci state lanciando un allarme su come la situazione possa diventare in fretta paradossale, ma a me rimane la domanda iniziale di Spirit: c’è modo di non buttare il bambino progressista con l’acqua sporca? Esiste, una giusta misura? Esistono soggetti che queste cose le sanno fare bene?

 

 

Premetto che sono stato educato alla diversita' sin dalle elementari (in Italia); avevamo ore di educazione civica che usavamo cosi'. Allora, fine anni '90, era tutto molto terra terra: si parlava ancora di "bambini del terzo mondo" e altri termini ormai desueti. Eppure nel corso della mia vita sono stato capace di avere conversazioni con certi miei compagni delle medie, superiori, il poco sport che ho fatto ecc. che venivano da Albania, Bosnia, Moldavia e altri paesi in modo assolutamente naturale e senza pensare "oddio, non posso dire X, Y e Z perche' io sono di qui e lui e' straniero. E se si offende?".

 

Quando invece vuoi mettere le gerarchie id-pol dentro a strutture di potere, poi ti ritrovi con squilibri assurdi, totalmente incompatibili con le gerarchie aziendali. Se poi e' l'azienda stessa che ti "educa" (e gia' qui per me devono farsi fottere) e costringe ad accettarle, allora li' si fa davvero della discriminazione (oltre al discorso sulla distopia dell'azienda che ti educa).

Come diceva Atly una pagina fa e' tutto in funzione di un punteggio di sfiga - tipo un gioco di carte Top Trumps in cui la partita e' decisa da che carta hai pescato. La realta' del libro White Fragility e' un incubo orwelliano in cui non c'e' modo che due persone di razze diverse siano amiche o colleghi in modo rilassato e rispettoso. Questa follia ovvio che spinge la gente a destra, perche' quando si vuole radere tutto al suolo ti aggrappi a chi difende i fondamentali della tua cultura.

 

A me, nonostante qualche simpaticone si sia divertito a caricaturizzarmi qualche pagina fa, piace lavorare in ambienti internazionali con gente di molte lingue diverse e ho stretto amicizie che durano tuttora. E penso che se c'e' un posto dove il politically correct abbia uno scopo e' la vita in azienda.

P.C. =/= sottoscrivere alle meccaniche identity politics pero'

 

Come fare pero'? Se si rimpiazza il training punitivo con una specie di code of conduct cui sottoscrivi tanto di meglio. Le categorie protette non vengono nominate, la discriminazione e' abolita, non si offende/favorisce/sfavorisce in base a sesso, eta', razza, nazionalita', ecc. 


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#134 Marguati

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Inviato 14 luglio 2020 - 14:32

La realta' del libro White Fragility e' un incubo orwelliano in cui non c'e' modo che due persone di razze diverse siano amiche o colleghi in modo rilassato e rispettoso

 
Sembra una fan fiction scritta da 4chan rettifico, sembra scritto da una rete neurale che si ciba esclusivamente di articoli woke, ha un che di uncanny valley che non so spiegare ma il punto e' che non sembra nemmeno scritto da un umano
 
(prima parte di quattro, il resto in spoiler)

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Spoiler

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#135 corrigan

    気持ち悪い

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Inviato 14 luglio 2020 - 15:13

she appreciates this. We move on.

 

WWI%2BFlanders%2B%2Bslow%2Btrek.jpg

 

dresden-marks-75th-anniversary-of-citys-


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I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#136 Mr Repetto

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Inviato 14 luglio 2020 - 15:14

 

 

 

esiste solo la rivoluzione conservatrice.

 

boutade a parte, per me il problema è l'educazione alla diversità nella maniera in cui è concepita oggi, un terreno di battaglia dove non esistono mezze misure o compromessi. il moloch necessita di essere costantemente nutrito, di spararla sempre più grossa, di spingere ogni giorno di più il confine tra assurdo e accettabile. quella dell'indignazione è una vera e propria industria: se i problemi si risolvessero o non ci fossero, intere divisioni marketing sarebbero a spasso, e i professori universitari dovrebbero cominciare ad insegnare letteratura, storia o filosofia (quelle vere però).

 

se i problemi non ci sono, si inventano: è il trucco più vecchio nel libro del perfetto accademico. chi fa ricerca deve per forza trovare qualcosa, mica può vendere un libro dove dice che non ha trovato nulla. il sistema universitario nei paesi anglofoni costringe gli aspiranti professori a pubblicare parecchio prima di tirare in remi in barca e di ottenere la tenure. quindi in 7 anni, tra corsi insegnati, vita privata etc. devi per forza pubblicare un libro se vuoi sopravvivere. gli argomenti si trovano, le prove si inventano; ripeto, il 90% percento di questi discorso, a livello accademico, si sostiene sul nulla, è un vuoto discorso fatto di vuote parole che acquisiscono senso e legittimità in funzione al framework in cui si inseriscono. è tutto un immenso gioco di società, un po' come quando un po' di scoppiati cominciarono ad andare dietro a lovecraft e nel giro di qualche decennio tutti furono persuasi dell'esistenza del necronomicon. solo che chi è a capo di questo gioco magari la sera esce dal ruolo e torna nella sua casa da migliaia (se non milioni) di dollari dal marito o dalla mogliettina anch'essi ricchi, mentre chi sta nei piani bassi della piramide vive una vita perennemente incazzata e vede complotti ovunque.

 

 

 

 

 

 

Premetto che sono stato educato alla diversita' sin dalle elementari (in Italia); avevamo ore di educazione civica che usavamo cosi'. Allora, fine anni '90, era tutto molto terra terra: si parlava ancora di "bambini del terzo mondo" e altri termini ormai desueti. Eppure nel corso della mia vita sono stato capace di avere conversazioni con certi miei compagni delle medie, superiori, il poco sport che ho fatto ecc. che venivano da Albania, Bosnia, Moldavia e altri paesi in modo assolutamente naturale e senza pensare "oddio, non posso dire X, Y e Z perche' io sono di qui e lui e' straniero. E se si offende?".

 

Quando invece vuoi mettere le gerarchie id-pol dentro a strutture di potere, poi ti ritrovi con squilibri assurdi, totalmente incompatibili con le gerarchie aziendali. Se poi e' l'azienda stessa che ti "educa" (e gia' qui per me devono farsi fottere) e costringe ad accettarle, allora li' si fa davvero della discriminazione (oltre al discorso sulla distopia dell'azienda che ti educa).

Come diceva Atly una pagina fa e' tutto in funzione di un punteggio di sfiga - tipo un gioco di carte Top Trumps in cui la partita e' decisa da che carta hai pescato. La realta' del libro White Fragility e' un incubo orwelliano in cui non c'e' modo che due persone di razze diverse siano amiche o colleghi in modo rilassato e rispettoso. Questa follia ovvio che spinge la gente a destra, perche' quando si vuole radere tutto al suolo ti aggrappi a chi difende i fondamentali della tua cultura.

 

A me, nonostante qualche simpaticone si sia divertito a caricaturizzarmi qualche pagina fa, piace lavorare in ambienti internazionali con gente di molte lingue diverse e ho stretto amicizie che durano tuttora. E penso che se c'e' un posto dove il politically correct abbia uno scopo e' la vita in azienda.

P.C. =/= sottoscrivere alle meccaniche identity politics pero'

 

Come fare pero'? Se si rimpiazza il training punitivo con una specie di code of conduct cui sottoscrivi tanto di meglio. Le categorie protette non vengono nominate, la discriminazione e' abolita, non si offende/favorisce/sfavorisce in base a sesso, eta', razza, nazionalita', ecc. 

 

Mi sembra che voi descriviate una sorta di "moda culturale" sempre più vuota ed autoreferenziale. Un clima che genera delle conseguenze concrete  sulle persone, anche senza considerare le conseguenze normative in senso stretto. Ad esempio non è tanto l'obbligo di prevedere un'educazione alla diversità, quanto il fatto che chi è deputato ad educare la fa diventare una sorta di "educazione alla pretesa" sulla base di appartenere ad un dato gruppo oppresso. E questo porta la società ad essere di fatto più conflittuale, cioè l'esatto opposto di quello che dovrebbe essere l'obiettivo.

Non ho capito però se vi riferite anche a politiche vere e proprie, prime tra tutti quelle di affermative action, e se, nel caso, siete sempre o quasi contrari a queste. O se ritenete che siano diventate troppo invasive nei vostri contesti.  E' sempre un tema su cui faccio fatica ad avere una posizione.


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#137 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 14 luglio 2020 - 15:21

 

 

chi fa ricerca deve per forza trovare qualcosa, mica può vendere un libro dove dice che non ha trovato nulla. il sistema universitario nei paesi anglofoni costringe gli aspiranti professori a pubblicare parecchio prima di tirare in remi in barca e di ottenere la tenure. quindi in 7 anni, tra corsi insegnati, vita privata etc. devi per forza pubblicare un libro se vuoi sopravvivere. gli argomenti si trovano, le prove si inventano

 

E poi noi troviamo gli articoli sui giornali italiani "secondo una ricerca dell'Università di un - luogo a caso sperdutissimo negli USA - chi ha almeno 12 peli biondi su una gamba è più incline a diventare obeso". asd


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#138 Spiritchaser

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Inviato 14 luglio 2020 - 15:32

 

 

A voi che state in terre anglofone chiedo: state criticando solo i cialtroni che si occupano di educazione alla diversità, fiutando il vento e facendolo malissimo, o ritenete proprio insensato/controproducente l’educazione alla diversità? Perché per esempio, nel caso della polizia, come fare a ridurre le conseguenze dei pregiudizi dei poliziotti se non (anche) con programmi di questo tipo? E pure nelle scuole non è comunque giusto introdurli? Capisco gli eccessi opposti, ma io ho visto, in Italia, più aziende in cui il sexual harassment era sistematico, di quelli in cui non lo era. Ora forse le cose sono un po’ migliorate verso le donne, ma in compenso è tornato il razzismo aperto.
Insomma, sicuramente ci state lanciando un allarme su come la situazione possa diventare in fretta paradossale, ma a me rimane la domanda iniziale di Spirit: c’è modo di non buttare il bambino progressista con l’acqua sporca? Esiste, una giusta misura? Esistono soggetti che queste cose le sanno fare bene?


Giusto per ritornare a quello che avevo detto un po' di post fa, questi problemi in italia non esistono. Qui dobbiamo ancora combattere il razzismo esplicito.

Mi sembra che anche in terre anglofone sia un problema riservato ad alcuni ambienti, una sorta di battaglia all'interno della sinistra per cui i nemici più odiati sono i moderati di sinistra traditori (è molto spesso così per gli estremisti, tra l'altro, basta guardare le vittime del terrorismo religioso o ideologico). Ed è anche un problema di colonizzazione di alcuni ambiti della società strategici, come la scuola. 

Per il resto anche lì, come dimostrano le scelte in cabina elettorale, l'asse del sentimento popolare si è spostato molto a destra con annessa intolleranza, quando non aperto razzismo, ai massimi livelli istituzionali. Mi sembra quindi un problema, se vogliamo, di polarizzazione della politica  che temo abbia le stesse cause ovunque, e prima o poi credo che avrà le stesse conseguenze a sinistra anche qua.

 

 

Secondo me è un fenomeno molto meno politicistico che una "battaglia interna alla sinistra", è proprio un paradigma culturale. Sicuramente c'è il fattore economico (anche se abbiamo prodotto robe analoghe anche in momenti di minor benessere diffuso), ma è come se l'epoca postmoderna fosse bloccata in un nichilismo passivo di massa, in cui tutto il campo è occupato dal mercato, che crea mostri ogni volta che tenta di diventare attivo e che però non può nemmeno tornare alla fase "tradizionale". Siamo miniaturizzati nella fase della rivoluzione francese in cui alla religione cattolica, una volta abolita, si sostituiscono i culti positivisti della ragione e dell'Essere Supremo, in cui la rivoluzione si occupa della riforma del calendario e del sistema metrico e i rivoluzionari finiscono alla ghigliottina. Ci si divide tra chi come ha detto Bosforo si aggrappa ai fondamentali della cultura tradizionale, e chi vuole riconcepire tutto da capo investendo nell'identity politics come in una nuova religiosità (puritana, di predestinazione); più che una battaglia interna alla sinistra è un nuovo tipo di sinistra.

In generale mi sembra proprio la fine dei valori illuministici come candidati a diventare il nuovo set di valori condiviso post-mortem di Dio, la fine dei valori della democrazia liberale come terreno comune.


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#139 Mr Repetto

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Inviato 14 luglio 2020 - 15:44

 

 

 

 

Secondo me è un fenomeno molto meno politicistico che una "battaglia interna alla sinistra", è proprio un paradigma culturale. Sicuramente c'è il fattore economico (anche se abbiamo prodotto robe analoghe anche in momenti di minor benessere diffuso), ma è come se l'epoca postmoderna fosse bloccata in un nichilismo passivo di massa, in cui tutto il campo è occupato dal mercato, che crea mostri ogni volta che tenta di diventare attivo e che però non può nemmeno tornare alla fase "tradizionale". Siamo miniaturizzati nella fase della rivoluzione francese in cui alla religione cattolica, una volta abolita, si sostituiscono i culti positivisti della ragione e dell'Essere Supremo, in cui la rivoluzione si occupa della riforma del calendario e del sistema metrico e i rivoluzionari finiscono alla ghigliottina. Ci si divide tra chi come ha detto Bosforo si aggrappa ai fondamentali della cultura tradizionale, e chi vuole riconcepire tutto da capo investendo nell'identity politics come in una nuova religiosità (puritana, di predestinazione); più che una battaglia interna alla sinistra è un nuovo tipo di sinistra.

In generale mi sembra proprio la fine dei valori illuministici come candidati a diventare il nuovo set di valori condiviso post-mortem di Dio, la fine dei valori della democrazia liberale come terreno comune.

 

Sì d'accordo sul non politicistico, intendevo sinistra non in senso partitico ma come area culturale liberal che qui chiamiamo sinistra.

Per il resto, il bisogno esistenziale di fondo mi sembra sempre quello di appartenere ad una setta.

Dal punto di vista politico, però, non si può non notare che i partiti di sinistra non devono abdicare proprio al ruolo tradizionale che deve avere un partito in generale, cioè non essere la somma di tutte le istanze o lagnanze appartenenti a quell'area, ma farne la sintesi, come dicevano i boomers. Mi sembra però molto più difficile a sinistra, dove si sta diffondendo l'identity politics, che a destra, dove tre quattro cavalli di battaglia tutto sommato mettono d'accordo quasi tutti. 


  • 2

#140 Giuseppe Bergman

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Inviato 14 luglio 2020 - 15:54

La cosa più irritante è che questa gente sono i nuovi Cristiani e non se ne rendono neppure conto


  • 1

" Chi lo sa veramente? Chi può qui dichiarare

da dove è stata prodotta, da dove viene la creazione?

Dalla creazione di questo universo gli Dei vennero successivamente:
chi allora sa da dove ciò è sorto? "


#141 Zpider

    Procrastinatore

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Inviato 14 luglio 2020 - 17:36

 

 

 

A voi che state in terre anglofone chiedo: state criticando solo i cialtroni che si occupano di educazione alla diversità, fiutando il vento e facendolo malissimo, o ritenete proprio insensato/controproducente l’educazione alla diversità? Perché per esempio, nel caso della polizia, come fare a ridurre le conseguenze dei pregiudizi dei poliziotti se non (anche) con programmi di questo tipo? E pure nelle scuole non è comunque giusto introdurli? Capisco gli eccessi opposti, ma io ho visto, in Italia, più aziende in cui il sexual harassment era sistematico, di quelli in cui non lo era. Ora forse le cose sono un po’ migliorate verso le donne, ma in compenso è tornato il razzismo aperto.
Insomma, sicuramente ci state lanciando un allarme su come la situazione possa diventare in fretta paradossale, ma a me rimane la domanda iniziale di Spirit: c’è modo di non buttare il bambino progressista con l’acqua sporca? Esiste, una giusta misura? Esistono soggetti che queste cose le sanno fare bene?


Giusto per ritornare a quello che avevo detto un po' di post fa, questi problemi in italia non esistono. Qui dobbiamo ancora combattere il razzismo esplicito.

Mi sembra che anche in terre anglofone sia un problema riservato ad alcuni ambienti, una sorta di battaglia all'interno della sinistra per cui i nemici più odiati sono i moderati di sinistra traditori (è molto spesso così per gli estremisti, tra l'altro, basta guardare le vittime del terrorismo religioso o ideologico). Ed è anche un problema di colonizzazione di alcuni ambiti della società strategici, come la scuola. 

Per il resto anche lì, come dimostrano le scelte in cabina elettorale, l'asse del sentimento popolare si è spostato molto a destra con annessa intolleranza, quando non aperto razzismo, ai massimi livelli istituzionali. Mi sembra quindi un problema, se vogliamo, di polarizzazione della politica  che temo abbia le stesse cause ovunque, e prima o poi credo che avrà le stesse conseguenze a sinistra anche qua.

 

 

Secondo me è un fenomeno molto meno politicistico che una "battaglia interna alla sinistra", è proprio un paradigma culturale. Sicuramente c'è il fattore economico (anche se abbiamo prodotto robe analoghe anche in momenti di minor benessere diffuso), ma è come se l'epoca postmoderna fosse bloccata in un nichilismo passivo di massa, in cui tutto il campo è occupato dal mercato, che crea mostri ogni volta che tenta di diventare attivo e che però non può nemmeno tornare alla fase "tradizionale". Siamo miniaturizzati nella fase della rivoluzione francese in cui alla religione cattolica, una volta abolita, si sostituiscono i culti positivisti della ragione e dell'Essere Supremo, in cui la rivoluzione si occupa della riforma del calendario e del sistema metrico e i rivoluzionari finiscono alla ghigliottina. Ci si divide tra chi come ha detto Bosforo si aggrappa ai fondamentali della cultura tradizionale, e chi vuole riconcepire tutto da capo investendo nell'identity politics come in una nuova religiosità (puritana, di predestinazione); più che una battaglia interna alla sinistra è un nuovo tipo di sinistra.

In generale mi sembra proprio la fine dei valori illuministici come candidati a diventare il nuovo set di valori condiviso post-mortem di Dio, la fine dei valori della democrazia liberale come terreno comune.

 

 

Secondo me in fenomeni di questo tipo ci sono molti interessi diversi che si vanno a intrecciare.

Il contesto sistemico è il fluido tecnologico/sociale nel quale viviamo, che allargando il campo permette l'agglomerazione di cose anche differenti e minoritarie - che però sono in grado di generare landslide difficilmente decifrabili e interpretabili... a cui nessun piccolo o medio personaggio/istituzione/redazione ha la forza di rispondere (A una critica rispondi, a una marea di critiche ti arrendi). 

- Da un lato hai una parte della classe dirigente/intellettuale che pensa di poter sfruttare la cosa per liberare il campo e accreditarsi. Più minimizzi i margini di tolleranza più chiunque diventa potenzialmente attaccabile e neutralizzabile per qualcosa che dice/fa o ha detto/ha fatto. L'adesione incondizionata diventa la nuova tessera di partito.

- Dall'altro hai gli eserciti... che credo siano eterogenei e diversamente consapevoli del proprio ruolo.

Ci sono i giacobini ma c'è anche una generazione spesso priva di battaglie, che vede nell'esasperazione dogmatica di certi temi un modo per autodefinirsi e identificarsi come i portatori di un mondo nuovo, e che trova soddisfazione nell'esercizio di una qualche forma di potere/giudizio sommario sul boomer che non aderisce.

C'è chi si è sentito o è stato realmente discriminato, che può ragionevolmente trovare una qualche forma di rassicurazione nel vedere certi temi avere la forza di far saltare un dirigente o un professore (a prescindere da qualsiasi considerazione di ragionevolezza sui singoli casi).

Ma in tutto questo i singoli temi sono espedienti... 


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#142 Ortodosso

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Inviato 14 luglio 2020 - 19:18

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L'ultima di oggi: Bari Weiss, columnist di centro-sinistra del NYT, se ne va perché bullizzata all'interno della redazione dello stesso (consiglio di leggere la sua nota linkata nella sua interezza). Motivi:

 

- idee troppo di destra (articoli sulla cancel culture)

- focus sulla cultura ebraica ("are you writing about Jews again?")

- licenziamento del suo capo James Bennet qualche tempo fa per aver pubblicato il famoso op-ed di Tom Cotton

 

Notare che Bari fu assunta nel 2017 perché al NYT si erano accorti dopo l'ultima elezione di non capire un cazzo del Paese. Bene.

 

Un paragone italiano sarebbe una Emma Bonino che viene bullizzata dai colleghi del Corriere della Sera e costretta a lasciare perché troppo di destra.

 

Ci sono un po' di riflessioni da fare che abbozzo soltanto per raggiunti limiti di tempo:

 

1. Un driver fondamentale di questa deriva è il nuovo modello di business delle pubblicazioni anche mainstream come il NYT. Cinquanta ma anche dieci anni fa dipendevano in massima parte dall'advertising. Se dipendi dall'advertising, hai un incentivo a mantenere posizioni moderate e a rappresentare tutte le componenti dello spettro politico, perché il brand non vuole certo alienare parti importanti del suo bacino d'utenza. Oggi, il NYT fa $1B all'anno dalle subscription digitali. Il subscriber digitale è un benestante che ha interesse solo a leggere rigurgiti della sua opinione, e il giornale si sposta su posizioni sempre più di nicchia ed estreme di conseguenza. Il Corriere si trasforma nel Napolista.

 

Alternativamente detto: il problema non è tanto che ci sono relativamente poche persone con idee sempre più fuori dal mondo: è che questa gente e i loro lettori hanno i soldi, e sono quindi in grado di dettare l'agenda.

 

2. Il NYT ha e continua ad avere columnist molto più di destra di Bari Weiss: Ross Douthat per dirne uno, o anche David Brooks. Questi rimangono pressoché indisturbati. È il moderato di sinistra, il liberal, ad essere investito più violentemente da questa ondata. La destra vera (non solo Douthat che è un grande giornalista, ma anche il conservatismo deteriore) ne rimane non toccata, ed anzi rafforzata per reazione. Di Fox News o Breitbart non si parla neanche più, i problemi sono Bret Stephens, Bari Weiss, Steven Pinker. Pericolo.

 

3. Qualcuno qualche mese fa su questo forum ironizzava sull'antisemitismo di sinistra...


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#143 William Blake

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Inviato 14 luglio 2020 - 19:38

Appena letto delle dimissioni della Weiss, è proprio il tipo di conseguenze che mi spaventa.
Questo articolo mi pare riassuma molte questioni qui sollevate: https://www.theatlan...italism/614086/

Ma le pagine pubblicate da marguati provengono proprio dal libro della diAngelo?
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#144 mongodrone

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Inviato 14 luglio 2020 - 20:03

La cosa molto triste è che le persone, soprattutto giovani, che crescono all'ombra di un'ideologia che nega quasi ogni forma di libero arbitrio e autodeterminazioni, vengono e verranno dalla stessa condotti a un'esistenza di depressione, malattia mentale e infelicità, non diversamente dall'altra faccia della stessa medaglia che è quella delle comunità 4chan/incel e affini: due dottrine che identicamente imputano il 100 del proprio destino a fattori esterni/non in controllo (la mia identità culturale/la mia etnia/i centimetri di mandibola che ho), e conducono a una totale abdicazione della propria esistenza[1], passata non a costruire qualcosa ma a aggredire, uccidere, accusare, lamentarsi dell'altro. 

 

[1]: un fattore fondamentale nella crescita di queste tendenze è il livello di ricchezza raggiunto dalle società occidentali grazie all'avanzamento tecnologico e dalla globalizzazione delle filiere, e non interamente catturato dal prodotto interno lordo: nel primo mondo è oggi largamente possibile vivere più che decentemente (cibo, vestiti, Playstation, Internet) senza lavorare o lavorando appena (specialmente se si vive a casa dei genitori). Piccolo inconveniente: siccome il nostro cervello non è fatto per un esistenza di 100% consumo, rapidamente partiamo di capoccia, per lo stesso motivo che con i carboidrati disponibili ovunque ci prendiamo il diabete. 

 

 

 

 Oggi, il NYT fa $1B all'anno dalle subscription digitali. Il subscriber digitale è un benestante che ha interesse solo a leggere rigurgiti della sua opinione, e il giornale si sposta su posizioni sempre più di nicchia ed estreme di conseguenza. Il Corriere si trasforma nel Napolista.

 

Alternativamente detto: il problema non è tanto che ci sono relativamente poche persone con idee sempre più fuori dal mondo: è che questa gente e i loro lettori hanno i soldi, e sono quindi in grado di dettare l'agenda.

 

non riesco ad armonizzare queste due posizioni: i subscriber del NYT che "hanno i soldi" sono i giovani attivisti woke che vivono con mamma e papà? non penso.


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#145 Marguati

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Inviato 14 luglio 2020 - 20:46

Ma le pagine pubblicate da marguati provengono proprio dal libro della diAngelo?

 

Si, ma sono dovuto andare a recuperare quegli screenshot dalla Wayback Machine perche' dal tweet originale erano stati cancellati. Non so se per questione di pressioni o copyright o che altro - fino a prova contraria esiste il diritto alla citazione, anche se presto partira' una crociata pure contro quello


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#146 Ortodosso

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Inviato 14 luglio 2020 - 21:02

non riesco ad armonizzare queste due posizioni: i subscriber del NYT che "hanno i soldi" sono i giovani attivisti woke che vivono con mamma e papà? non penso.


L'ha già scritto sopra bosforo o atlas o chi per loro, la frangia woke ha al suo interno almeno tre caste:

1. la manovalanza di hikikomori grassi, depressi, oberati di debito, in cerca di una scusa per i loro fallimenti, molti di "buona famiglia" (buona famiglia + più facile vivere bene = puoi non fare un cazzo e vivere della paghetta). Questi sono la manovalanza e i finanziatori di tutta la storia: l'abbonamento al NYT costa due dollari la settimana eh, e probabilmente lo scroccano, come il resto (netflix, amazon prime, etc) dalla famiglia.
2. gli scaltri grifters che hanno capito che questi sono un bacino di utenza fedelissimo e pubblicano per essi: giornalisti/scrittori e simili, patreons, influencers di varia risma, sempre di più installatisi anche in pubblicazioni di primo piano tipo NYT. Sarah Jeong, Farhad Manjoo, Robert Reich, potrei continuare. 

 

Ai quali aggiungerei una terza:

 

3. In USA, c'è una frangia non transcurabile anche di gente c.d. "di successo" che è contigua a questo gruppo, spesso anche per guadagnarsi talking points per fare carriera. Potrei citarne a centinaia tra quelli che conosco, gente che guadagna centinaia di migliaia di dollari all'anno, passa su twitter il 60% della giornata lavorativa, si lamenta di essere pagata troppo poco o non promossa (ma ben si guarda da lasciare il pasciuto posto di lavoro), si lamenta che il tech fa schifo (ma non se ne va dal pasciuto settore), spende e spande in ogni dove per acquisire beni che segnalino la propria appartenenza alle frange più estreme del pensiero, e forse per narcotizzare la profonda dissonanza cognitiva che assedia la loro mente. Questi sono la gran parte del bacino di sottoscrittori di NYT e simili, spesso diventano genitori di futuri membri del gruppo 1.


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#147 mongodrone

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Inviato 15 luglio 2020 - 06:56

ok, non fatico a credere che in posti come la California sia così, è quindi un problema del primo mondo, forse in una società più socialista queste derive non ci sarebbero (e ce ne sarebbero altre).

In ogni caso, credo che anche lì esistano donne sfruttate(lavorativamente parlando), neri ghettizzati, trans cacciati di casa etc. forse queste persone non hanno il tempo di stare sui social, o non rientrano nelle vostre bolle, e quindi sembra che l'attivismo che dovrebbe portare al riscatto di queste persone sia esercitato (anche) da altre persone annoiate relativamente estranee a queste questioni. Bisognerebbe chiedere alle persone coinvolte da quei problemi cosa ne pensano di queste altre, ma qui siamo tutti maschi bianchi etero etc quindi a posto così.


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#148 Ortodosso

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Inviato 15 luglio 2020 - 07:12

Ma lo vedi abbastanza dalle preferenze di voto: le c.d. minorities sono molto più moderate dei bianchi ricchi. Bernie Sanders per due volte ha perso contro uno sfidante moderato perché non capace di assicurarsi il voto afroamericano, andato a Clinton e Biden.

 

Non solo ma diverse minoranze che maggiormente si stanno integrando guardano anche con orrore agli estremismi woke, finendo anche per guardare all'altro partito (specialmente quando avrà una leadership presentabile): l'esempio classico sono i cubani di Florida, ma anche gli Asian-American (sempre di più) non sono certo in prima fila di BLM, come sicuramente non lo sono i vari Irish, Italian, etc già maggiormente integrati. 

 

Non è raro anche vedere il bianco che spiega al nero come fare attivismo pro-africano Americans, o robe grottesche di questo genere (This American Life ci ha dedicato un episodio poco tempo fa). Poi cosa pensi, che i consumi dei bianchi ricchi che sono il grosso di questo "attivismo" siano coerenti con i loro sbandierati convincimenti? Basta guardare all'attivismo ambientale, fatto da gente sempre in aereo (talora privato addirittura).

 

L'intera food chain nonché una larga parte dell'intero tessuto economico americano è basato su una segregazione su base economica, da Uber ad Amazon ai mille ristoranti e food delivery, alla persona che ti pulisce casa perché tu hai soldi ma non hai tempo. Chi va in piazza e odia Uber/Facebook/Doordash e simili, quando non ne è direttamente impiegato, ne è cliente e utilizzatore quotidiano: insomma l'ipocrisia regna sovrana. 

 

Quelli che invece stanno nel terzo stato americano (poi c'è il quarto, quello degli addict/homeless etc) tendenzialmente, stanno zitti, lavorano, votano per gente che non rischia di mandare l'economia—e quindi il loro lavoro—in merda, e costruisce per i figli una vita migliore di quella che hanno avuto loro. Uno sforzo, eroico, che per quel che mi riguarda è il vero attivismo nonché un aspetto (uno dei pochi, ahimè) per il quale l'America rimane il miglior Paese al mondo.


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#149 mongodrone

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Inviato 15 luglio 2020 - 07:59

che le minoranze siano più moderate in genere mi sembra una cosa abbastanza naturale, un po' come il fatto che le donne meno istruite facciano più figli o che ci siano meno suicidi nei paesi poveri.

quando il tuo lavoro è duro e un po' precario (ma non come in Italia perché sei in un paese ricco) però stai meglio di come stavi 10 anni fa, cerchi in tutti i modi di conservare la tua situazione. chi viene dalle difficoltà ha un'etica di un certo tipo chiaramente, accetta la gavetta, e l'integrazione parziale e graduale nella società. e probabilmente di certi boicottaggi se ne fregheranno, sono situazioni che avvengono in bolle che non li riguardano. però la tattica del progresso a piccoli passi ha comunque dei limiti. certe volte lo scontro serve anche per formare l'opinione pubblica, per ampliare una visione. in Italia questa cosa si vede col sessismo, non si può puntare il dito solo contro i maschilisti evidenti, i tradizionalisti, ci sono una marea di progressisti, di renziani, di zingarettiani, che comunque alle 13 vogliono magnà (cit.), o che comunque per certi aspetti sono sessisti senza rendersene conto (e ci sono anche su questo forum chiaramente, o non avremmo in zona rossa topic un tantino cringe). per non parlare appunto dei media. in questi casi la scrittrice che sfotte Augias ha ragione mille volte.


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#150 atlas

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Inviato 15 luglio 2020 - 08:31

quindi il problema nostro non è la gente che campa di cazzate ma il fatto che a campare di cazzate non ci sia gente abbastanza diversa? way to go, champ.
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il faut se radicaliser. 





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