non toccatemi i listoni di tom che è l'unico che si è sbattuto per dare un senso al topic
io invece sono tentato dall'aprire un OT - anzi, proprio un topic
- sui serial-killers al cinema stimolato dalle riflessioni di tom su questa figura che gli ho spesso visto esternare soprattutto in relazione a seven
mi permetto di dire tom che secondo me il tuo bersaglio polemico dovrebbero essere più i film che si sono rifatti a seven - o a il silenzio degli innocenti - più che seven stesso. immagino ad esempio che saw sia un film che ti sta proprio sul cazzo
ecco, lì si che è amplificato il giochino "morale" che critichi. ma se andiamo a vedere bene è un elemento dell'horror americano assai precedente a seven: il caro vecchio slasher, dove figure come jason incarnavano in tutto e per tutto la lunga mano dell'america puritana
in seven prima di tutto non c'è nessuna glamourizzazione del serial-killer: john doe non ha neppure una identità, è un uomo anonimo (come sono realmente i serial-killer) non è di certo un antieroe o addirittura un supervillain da narrativa supereroistica come diventerà questa figura in una serie tv di successo come dexter; in maniera anticonvenzionale compare soltanto nel finale del film senza che prima sia mai apparso; oggi tutti conosciamo kevin spacey ma nel 1995 era ancora un volto più famoso a teatro che al cinema quindi non paragonabile al richiamo e al glamour invece di un brad pitt ad esempio (o ad un anthony hopkins che fa lecter)
per me seven non vuole mitizzare questa nuova figura di babau contemporaneo - è una conseguenza indiretta dell'influenza avuta dal film. vuole provocare. la geniale provocazione sta tutta nel bellissimo dialogo in macchina tra john doe e l'agente mills: il discorso di john doe è paradossalmente
convincente. noi sappiamo cosa ha fatto quest'uomo, non ci è stata indorata la pillola. però allo stesso tempo nel nostro profondo sappiamo che in fondo su certe cose ha anche ragione… e lo sa anche mills. "solo in questo mondo di merda si possono definire innocenti persone come quelle e rimanere con la faccia seria". seven sfuma così tanto il confine tra bene e male, giusto e sbagliato, innocente e colpevole, da gettarci nell'abisso e nell'angoscia. io non ho mai più visto un film hollywoodiano così radicale. è un film che problematizza, provoca, non glamourizza, non mitizza