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ROMA - Dopo circa trenta anni torna nelle sale 'Eccebombo' di Nanni Moretti. Ma non è un' 'operazione nostalgia'. Almeno per lo stesso Moretti e il produttore Angelo Barbagallo come anche per due dei protagonisti, Giampiero Mughini e Paolo Zaccagnini.
Per tutti loro 'Eccebombo' (del lontano 1978) è pura attualità, un classico che non tramonterà mai. "Abbiamo considerato io e Nanni - spiega Barbagallo - che il film funziona anche oggi, che è attuale. Dunque perché non riproporlo, farlo vedere ai giovani di oggi?".
Il film, che uscirà distribuito dalla Sacher in 20 copie nelle principali città d'Italia, racconta una realtà che non c'é più. Quella di un gruppo di giovani, la sfigata generazione post sessantottina, piena di vezzi pseudo rivoluzionari, ma in realtà spesso più conservatrice degli stessi genitori. Autentici vitelloni romani anni Ottanta, ma senza alcuna spontaneità, alcuna deriva naif, perché studenti di estrazione borghese. Divisi tra improbabili collettivi politici, riunioni di autocoscienza, demenziali radio libere, la loro volontà di "essere diversi dai loro nonni" non andrà lontano più di tanto.
"Senti, ma che tipo di festa è?" dice l'amletico Michele (Nanni Moretti) al telefono. "Non è che alla dieci state tutti a ballare i girotondi e io sto buttato in un angolo no? Ah, no, se si balla non vengo. No, allora non vengo. Che dici vengo?". E ancora nel film tutti una serie di luoghi comuni come quelli che escono dalla bocca della madre di Michele che all'accusa di non sapere nulla della realtà giovanile, replica: "non è vero. Mi tengo aggiornata: leggo l'Espresso e Panorama".
Comunque, un film di culto con tormentoni che sono entrati di diritto nei modi di dire, come il dialogo tra Michele e Cristina: "Va bé come campi?" chiede Michele alla ragazza. "Mah te l'ho detto: giro, vedo gente, mi muovo...conosco, faccio cose...' Per il giornalista Giampiero Mughini, che nel film di Moretti faceva uno splendido cameo nel finale: "Perché porsi il problema dell'attualità di 'Eccebombo'. Ci si interroga forse sull' attualità de 'La divina commedia'. L'arte è eterna. In questo film c'é un quadro poetico e vibrante di una generazione che secondo me è molto attuale".
E se i giovani di oggi non si identificano? "Non ho nessuna fiducia nei giovani di oggi - replica il giornalista -, se poi non capiscono 'Eccebombo' resta un problema loro". Quasi sulla stessa linea il critico musicale Paolo Zaccagnini (nel film di Moretti era Vito). "Non so se funzionerà ancora in sala. Certo la gente che lo ha amato andrà a rivederlo. Ma credo ci andranno anche i giovani. E forse si divertiranno anche solo per vedere come erano i loro genitori. In fondo è uno dei film più amati. Un film che ha segnato la gente. Un esempio: per molta gente che incontro per strada sono ancora Vito. E così mi continuano a chiamare".
(da ANSA, 2006-12-05 16:37)