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Lebanon


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4 replies to this topic

#1 satyajit

    Enciclopedista

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Inviato 26 ottobre 2009 - 22:46

E' almeno il terzo film israeliano degli ultimi due anni a parlare delle guerre, dei crimini di guerra, e dei traumi dei soldati dello stato ebraico. Tre film assolutamente originali, a testiomaniare che si tratta di una cinematografia, nel bene e nel male, tra le più interessanti al mondo.
Il secondo film, come giustamente sottolinea Perrone nella sua bella recensione, è Walzer con Bashir. Il terzo è Z32 di Avi Mograbi. L'unico inedito da noi, ma a mio parere il migliore del terzetto poiché, oltre a impiegare abbondanti dosi di ironia, è il solo a non assegnare ai carnefici lo status di vittime. Al contrario, va ben oltre il senso di colpa e  giunge ad indagare le responsabilità. Individuali e sociali.

Il meno riuscito, a mio parere*, è proprio Lebanon. Ed è un peccato, perché l'inizio è davvero promettente: si nota una grossa ricerca in sede di regia e scrittura. Qui è interessante come il film entri senza indugi nel cuore della vicenda e mostri, spiazzando, un'insubordinazione al primo comando impartito. Purtroppo però il proseguo della pellicola non sfrutta quest'iniziale intuizione. Al contrario, si produce una normalizzazione narrativa (e stilistica) evidente.

La morale risaputa della guerra che è brutta e che fa uscire pazzi, l'abbondaza di comportamenti stile Rambo tra i soldati, i momenti di tensione quasi sempre risolti con un crescendo di urla, persino un nudo di donna poi ipocritamente velato fanno il resto. Momento più basso (tra i tanti scivoloni): il racconto dell'erezione prolungata nel giorno della morte del padre di uno dei protagonisti. Al secondo posto: il personaggio del falangista cristiano, caratterizzato in modo alquanto razzista.

* E' proprio questione di gusti: il film può tranquillamente piacere. Andarlo a vedere non significa certo perdere tempo.
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#2 bowman

    Groupie

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Inviato 13 novembre 2009 - 15:32

1982. Tre giovani israeliani avanzano con un carrarmato in territorio libanese. Quello che noi vediamo è quello che loro vedono. Quello che noi viviamo è quello che loro vivono.
Purtroppo però un film iper-realista sulla carta, in cui la realtà dovrebbee provenire dalla pellicola nella sua essenza e nella sua verità, risulta un'artificiosa e costruita messa in scena. I protagonisti parlano e raccontano storie come se fossero in un film. Anche il plot drammatico è costruito inserendo i momenti di pathos sempre al punto giusto per tenere lo spettatore nella tensione giusta. La fotografia è troppo bella, troppo belli i contrasti, troppo belle le gocce di sudore e le ferite dei soldati. Ma il limite è proprio nell'essere tutto troppo bello.
Il film è stato frettolosamente e superficialmete paragonato a Valzer con Bashir. Io trovo invece che anche se le tematiche e i luoghi narrativi siano completamente diversi, si potrebbe ipotizzare un parallelismo con il capolavoro di L. Cantet "La classe". L'azione di "Lebanon" si svolge all'interno di un carrarmato. "La classe" è quasi interamente ambientato nella classe di una scuola.
Nel film di Cantet la realtà "sorge" da sola, si dipana davanti agli occhi dello spettatore senza alcuna convenzione narrativa, senza la ricerca di nessun momento di pathos ad orologeria. La macchina da presa si muove come se vedessimo il tutto attraverso il buco di una serratura.
"Lebanon" ci vuol far vedere la storia dal basso, attraverso i sentimenti e le angosce di giovani soldati, ma alla fine il film risulta tutto convenzionalmente costruito dall'alto.

Negli ultimi tempi spesso a Venezia vincono film di comodo, frutto di scelte poco coraggiose, da festival. Lebanon è uno di questi.
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#3 popten

    Classic Rocker

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Inviato 30 marzo 2010 - 08:28

ho visto ieri questo film, in rassegna Sguardi Ostinati a Casalnuovo.
Condivido le vostre riserve (specie i dialoghi in alcuni momenti davvero deboli - luoghi comuni), però penso sia comunque un buon film,che ha i suoi bei momenti.
Non sono un grande amante della fotografia moderna, ma in effetti è parsa anche a me molto buona. così come anche il sonoro, mi è piaciuto.
La sequenza finale è un buon sunto del film : un dialogo-frase che ho trovato davvero banale(comunica al soldato x -appena morto- che ho contattato la madre per dirgli che sta bene), ma quello che succede e la scena di chiusura penso sian davvero bei momenti.
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#4 selva

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Inviato 04 dicembre 2010 - 14:01

Un film discreto senza infamia e senza lodi. Il regista non cela la mania citazionistica (Belva di guerra di Reynolds, Streamers di Altman), ma i momenti peggiori sono (stranamente) quelli senza pathos. Una sceneggiatura floscia sotto questo punto di vista con dialoghi poco esaltanti, quasi "americaneggianti". Concordo con gli altri utenti sulla fotografia perfetta nell'inquadrare i dettagli (non poteva essere diversamente visto l'uso frequente di primissimi piani). 
[l'ostinazione a voler inquadrare lo strato di acqua putrida e sporcizia del carro-armato mi ha dato un senso di nausea rilevante]
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#5 Peel Slowly And See

    Roadie

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Inviato 11 aprile 2011 - 20:31

Secondo me si tratta di un ottimo film, che tratta il tema della guerra in maniera cruda e realistica, ma senza cadere nella violenza fine a se stessa, o nella spettacolarizzazione gratuita di eventi così tragici per chi li vive. Consigliatissimo.
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