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I fantastici anni '80: i film più belli


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49 replies to this topic

#1 Jules

    Pietra MIliare

  • Redattore OndaCinema
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Inviato 17 settembre 2006 - 15:15

Si, anzi grazie per l'idea, mi vado a rispolverare un po' di Fassbinder, il regista che ci ha salvato dall'orrore degli anni 80....

Questa frase di Ejzenstejn (non il regista, suppongo, ma l'utente del forum) mi ha ispirato per aprire il solito invito domenicale alla discussione...

Non so se si stava facendo dell'ironia o, rifacendoci al grande Manuel Agnelli, era una frase rivolta più che altro al costume ed al tipo di società imperante che in Italia si erano andati diffondendo in questo periodo...

Ma qui, quello che m'interessa, è la percezione che voi avete di questo periodo dal punto di vista cinematografico, sia nazionale che mondiale...

Insomma, un doppio lustro da buttare, c'è qualcosa da salvare o, come penso io, un periodo di straordinaria creatività?

Per adesso il tempo è tiranno...ma si potrebbe stilare un elenco dei film straordinari che soprattutto in America ci hanno letteralmente illuminato...

Un'unica concessione mi sento di fare: in un clima di continua ricerca della leggerezza e della felicità a poco prezzo, il contenuto dei grandi film si è per gran parte connotato per una certa "superficialità": in effetti, sono stati pochi i film capaci di ragionare sulle problematiche vere del mondo reale...ma comunque ciò non toglie che, soprattutto nel cinema di genere, gli anni Ottanta sono stati per me un periodo fantastico..
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#2 Ejzenstejn

    aspirante indie

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Inviato 17 settembre 2006 - 17:41


Ma qui, quello che m'interessa, è la percezione che voi avete di questo periodo dal punto di vista cinematografico, sia nazionale che mondiale...

Insomma, un doppio lustro da buttare, c'è qualcosa da salvare o, come penso io, un periodo di straordinaria creatività?

Per adesso il tempo è tiranno...ma si potrebbe stilare un elenco dei film straordinari che soprattutto in America ci hanno letteralmente illuminato...

Un'unica concessione mi sento di fare: in un clima di continua ricerca della leggerezza e della felicità a poco prezzo, il contenuto dei grandi film si è per gran parte connotato per una certa "superficialità": in effetti, sono stati pochi i film capaci di ragionare sulle problematiche vere del mondo reale...ma comunque ciò non toglie che, soprattutto nel cinema di genere, gli anni Ottanta sono stati per me un periodo fantastico..


Visto che mi chiami in causa... naturalmente la battuta era riferita al periodo storico, non alla produzione cinematografica che negli anni 80 è stata di tutto rispetto. Oltre ai vecchi registi che hanno continuato a lavorare, sono apparsi o si sono affermato Kusturica, Kaurismaki, Carax, Pialat, Vecchiali, Beineix, Besson, Moretti, Makavejev, Miller, per citare solo alcuni di quelli che mi piacciono.
Il tema dello sviluppo del cinema di genere, che proponi, andrebbe approfondito, anche da chi ha maggiori strumenti per analizzare cinema... personalmente non amo classificare i film e mi è capitato di non ritrovarmi nelle classificazioni operate dai videonoleggiatori, che ti piazzano magari un film di Tarkovskij nel settore fantascienza o un de Heer tra i thriller.
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#3 nuovelle_vacuo

    pivello

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Inviato 17 settembre 2006 - 21:27

Si, anzi grazie per l'idea, mi vado a rispolverare un po' di Fassbinder, il regista che ci ha salvato dall'orrore degli anni 80....

Questa frase di Ejzenstejn (non il regista, suppongo, ma l'utente del forum) mi ha ispirato per aprire il solito invito domenicale alla discussione...

Non so se si stava facendo dell'ironia o, rifacendoci al grande Manuel Agnelli, era una frase rivolta più che altro al costume ed al tipo di società imperante che in Italia si erano andati diffondendo in questo periodo...

Ma qui, quello che m'interessa, è la percezione che voi avete di questo periodo dal punto di vista cinematografico, sia nazionale che mondiale...

Insomma, un doppio lustro da buttare, c'è qualcosa da salvare o, come penso io, un periodo di straordinaria creatività?

Per adesso il tempo è tiranno...ma si potrebbe stilare un elenco dei film straordinari che soprattutto in America ci hanno letteralmente illuminato...

Un'unica concessione mi sento di fare: in un clima di continua ricerca della leggerezza e della felicità a poco prezzo, il contenuto dei grandi film si è per gran parte connotato per una certa "superficialità": in effetti, sono stati pochi i film capaci di ragionare sulle problematiche vere del mondo reale...ma comunque ciò non toglie che, soprattutto nel cinema di genere, gli anni Ottanta sono stati per me un periodo fantastico..


l'argomento è quello che è, se poi lo esponi come farebbe un 15enne fan allo stadio terminale di jerry calà, nightmare e richard gere è ovvio che non ti cagano di pezza. ovviamente di filmoni girati dal 1981 al 1989 ce ne sono a centinaia, ma bisognerebbe capire quale sia il punto di partenza, oltre ad una fondamentale contestualizzazione. già che ci sono, sto al gioco: hai parlato di america e così ad occhio il confronto con il decennio '70 non si pone. così ad occhio. ma non è questo il punto. si potrebbero scrivere settanta pagine solo per introdurre il periodo in cui venivano create certe cose, solo per far capire la ragion d'essere. ora mi viene da dire: che2palle però. w le vacanze bestiali e i gatti, in ogni caso.
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#4 Guest_Oyuki_*

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Inviato 17 settembre 2006 - 21:34


Si, anzi grazie per l'idea, mi vado a rispolverare un po' di Fassbinder, il regista che ci ha salvato dall'orrore degli anni 80....

Questa frase di Ejzenstejn (non il regista, suppongo, ma l'utente del forum) mi ha ispirato per aprire il solito invito domenicale alla discussione...

Non so se si stava facendo dell'ironia o, rifacendoci al grande Manuel Agnelli, era una frase rivolta più che altro al costume ed al tipo di società imperante che in Italia si erano andati diffondendo in questo periodo...

Ma qui, quello che m'interessa, è la percezione che voi avete di questo periodo dal punto di vista cinematografico, sia nazionale che mondiale...

Insomma, un doppio lustro da buttare, c'è qualcosa da salvare o, come penso io, un periodo di straordinaria creatività?

Per adesso il tempo è tiranno...ma si potrebbe stilare un elenco dei film straordinari che soprattutto in America ci hanno letteralmente illuminato...

Un'unica concessione mi sento di fare: in un clima di continua ricerca della leggerezza e della felicità a poco prezzo, il contenuto dei grandi film si è per gran parte connotato per una certa "superficialità": in effetti, sono stati pochi i film capaci di ragionare sulle problematiche vere del mondo reale...ma comunque ciò non toglie che, soprattutto nel cinema di genere, gli anni Ottanta sono stati per me un periodo fantastico..


l'argomento è quello che è, se poi lo esponi in maniera mongola è ovvio che non ti cagano di pezza. ovviamente di filmoni girati dal 1981 al 1989 ce ne sono a centinaia, ma bisognerebbe capire quale sia il punto di partenza, oltre ad una fondamentale contestualizzazione. già che ci sono, sto al gioco: hai parlato di america e così ad occhio il confronto con il decennio '70 non si pone. così ad occhio. ma non è questo il punto. si potrebbero scrivere settanta pagine solo per introdurre il periodo in cui venivano create certe cose, solo per far capire la ragion d'essere. ora mi viene da dire: che2palle però. w le vacanze bestiali e i gatti, in ogni caso.


Hai forse dimenticato l'educazione in un cassetto? Qui dentro un linguaggio ed un atteggiamento simili non sono graditi. O cambi registro o la prossima volta ti cancellerò senza mezzi termini.
Uomo avvisato...

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#5 nuovelle_vacuo

    pivello

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Inviato 17 settembre 2006 - 21:44

Hai forse dimenticato l'educazione in un cassetto? Qui dentro un linguaggio ed un atteggiamento simili non sono graditi. O cambi registro o la prossima volta ti cancellerò senza mezzi termini.
Uomo avvisato...


sì ma parla chiaro, non fare il padrino. la mancanza d'educazione è per 'esponi in maniera mongola' ? non è un problema riscrivere una versione edulcorata. sull'atteggiamento non so cosa ci sia di male. a ben vedere, è assai più discutibile ""l'atteggiamento"" che tieni in questo post. prenderla in maniera più easy magari aiuterebbe, questa non è una chiesa e 'che due palle' lo trovi scritto miliardi di volte.
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#6 Guest_Oyuki_*

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Inviato 17 settembre 2006 - 21:54

Io non faccio il padrino. Sono stata chiarissima. Ti viene solo chiesta una certa dose di educazione. Quella che serve per interagire con gli altri.

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#7 Guest_vegeta_*

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Inviato 17 settembre 2006 - 22:50

Io non faccio il padrino. Sono stata chiarissima. Ti viene solo chiesta una certa dose di educazione. Quella che serve per interagire con gli altri.


Oyuki, pure nel thread su Amenabar non è che c'è andato piano comunque...
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#8 nuovelle_vacuo

    pivello

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Inviato 17 settembre 2006 - 23:13

Oyuki, pure nel thread su Amenabar non è che c'è andato piano comunque...


a parte il fatto che sembra tu stia facendo la spia come nei tempi in cui si giocava a nascondino e le ginocchia erano perennemente sbucciate, specifico che se esprimo un parere negativo su mare dentro lo faccio perché sto parlando di mare dentro, pertanto non devi sentirti necessariamente chiamato in causa se la tua opinione differisce dalla mia. non era mia intenzione turbarti in alcun modo e sappi che io rispetto la tua opinione a riguardo (qualunque essa sia). in ultima analisi faccio presente che questo "atteggiamento" mi delude un po', lo trovo molto sciocco, non si sta tenendo conto del contesto e ci si sta comportando in modo fanciullesco semplicemente perché ho 4 post anziché 832. molto spesso, e il forum è pieno di esempi in tal senso, gli utenti che conoscete meglio e da più tempo si lasciano andare in commenti asprissimi, magari usando anche termini volgari, nei confronti di questo o quello. i termini 'stronzi', 'puttane' (o meretrici, o altro), 'idioti', 'merde' sono abusati. per non parlare di quelli che, a prescindere, trattano con snobismo alcuni utenti solo in base all'avatar o alla loro giovane età (questo è capitato anche a te, in passato). la differenza sta nel numero di post, non in altro. il mio "atteggiamento" non è diverso dal tuo, o da quello degli altri che usano quei termini. con 'non è diverso dal tuo' non volevo sottintendere un tuo abuso di termini volgari, la mia è una semplice supposizione: immagino che anche a te, come a decine di persone qui dentro, sia capitato d'usare epiteti per questo o quell'argomento.
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#9 Guest_vegeta_*

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Inviato 17 settembre 2006 - 23:25

la mia è una semplice supposizione: immagino che anche a te, come a decine di persone qui dentro, sia capitato d'usare epiteti per questo o quell'argomento.


in genere cerco di non esagerare mai...magari sarà capitato un paio di volte, ma giusto un paio.

Scusami, ma il tuo sproloquio su "Mare Dentro", i "froci" e il perbenismo gay mi è sembrato fin troppo diretto e colorito...e non conoscendoti bene (l'hai detto pure tu che sei nuovo qui) forse ti ho frainteso.

Se dici che non era tua intenzione offendere nessuno ok...ma da quel post pareva il contrario.
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#10 nuovelle_vacuo

    pivello

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Inviato 17 settembre 2006 - 23:27


la mia è una semplice supposizione: immagino che anche a te, come a decine di persone qui dentro, sia capitato d'usare epiteti per questo o quell'argomento.


in genere cerco di non esagerare mai...magari sarà capitato un paio di volte, ma giusto un paio.

Scusami, ma il tuo sproloqui su "Mare Dentro", i "froci" e il perbenismo gay mi è sembrato fin troppo diretto e colorito.

Se poi dici che non era tua intenzione offendere nessuno ok...ma da quel post pareva il contrario.


sull'argomento ho ampiamente risposto nel thread apposito. dopo aver preso atto della spiegazione della mia risposta, eventualmente rispondi lì.
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#11 Guest_Oyuki_*

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Inviato 17 settembre 2006 - 23:29

Vegeta, il thread su Amenabar l'ho letto. Ribadisco che, secondo me, si potrebbero esprimere medesimi concetti in maniera più edulcorata.
Ora spero si riesca a tornare in topic.
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#12 Jules

    Pietra MIliare

  • Redattore OndaCinema
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Inviato 18 settembre 2006 - 08:58


Si, anzi grazie per l'idea, mi vado a rispolverare un po' di Fassbinder, il regista che ci ha salvato dall'orrore degli anni 80....

Questa frase di Ejzenstejn (non il regista, suppongo, ma l'utente del forum) mi ha ispirato per aprire il solito invito domenicale alla discussione...

Non so se si stava facendo dell'ironia o, rifacendoci al grande Manuel Agnelli, era una frase rivolta più che altro al costume ed al tipo di società imperante che in Italia si erano andati diffondendo in questo periodo...

Ma qui, quello che m'interessa, è la percezione che voi avete di questo periodo dal punto di vista cinematografico, sia nazionale che mondiale...

Insomma, un doppio lustro da buttare, c'è qualcosa da salvare o, come penso io, un periodo di straordinaria creatività?

Per adesso il tempo è tiranno...ma si potrebbe stilare un elenco dei film straordinari che soprattutto in America ci hanno letteralmente illuminato...

Un'unica concessione mi sento di fare: in un clima di continua ricerca della leggerezza e della felicità a poco prezzo, il contenuto dei grandi film si è per gran parte connotato per una certa "superficialità": in effetti, sono stati pochi i film capaci di ragionare sulle problematiche vere del mondo reale...ma comunque ciò non toglie che, soprattutto nel cinema di genere, gli anni Ottanta sono stati per me un periodo fantastico..


l'argomento è quello che è, se poi lo esponi come farebbe un 15enne fan allo stadio terminale di jerry calà, nightmare e richard gere è ovvio che non ti cagano di pezza. ovviamente di filmoni girati dal 1981 al 1989 ce ne sono a centinaia, ma bisognerebbe capire quale sia il punto di partenza, oltre ad una fondamentale contestualizzazione. già che ci sono, sto al gioco: hai parlato di america e così ad occhio il confronto con il decennio '70 non si pone. così ad occhio. ma non è questo il punto. si potrebbero scrivere settanta pagine solo per introdurre il periodo in cui venivano create certe cose, solo per far capire la ragion d'essere. ora mi viene da dire: che2palle però. w le vacanze bestiali e i gatti, in ogni caso.


Perchè l'argomento è quello che è?

Ti risulta che nel giudicare il decennio anni '80 al cinema ci sia uniformità di vedute?

Secondo me sei un fake..
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#13 dazed and confused

    festina lente

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Inviato 18 settembre 2006 - 09:12

Non sapevo che il pessimo luogo comune sugli anni '80 fosse esteso anche al cinema, oltre che alla musica.
Per fortuna il gran rispolvero di questi ultimi anni ha tirato fuori tutto quello che c'era di buono della vituperata decade seppellita dalla stupidaggine umana... e spero che giustizia sia fatta.
Per il cinema vale lo stesso discorso.Di capolavori in quegli anni ce ne sono stati parecchi.

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#14 Nekokuma

    mainstream Star

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Inviato 18 settembre 2006 - 09:23

infatti nemmeno io sapevo che gli anni ottanta fossero considerati negativamente anche dal punto di vista cinematografico. Negli 80 sono stati girati grandissimi film e anche film di merda, così come in tutte le decadi. Guardando la storia del cinema in quest' ottica (cinema dei 60, dei 70 etc) a me non pare che vi siano decadi migliori o peggiori, questo pregiudizio sugli anni ottanta nel cinema da cosa deriva?
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#15 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 18 settembre 2006 - 23:53


Oyuki, pure nel thread su Amenabar non è che c'è andato piano comunque...


a parte il fatto che sembra tu stia facendo la spia come nei tempi in cui si giocava a nascondino e le ginocchia erano perennemente sbucciate, specifico che se esprimo un parere negativo su mare dentro lo faccio perché sto parlando di mare dentro, pertanto non devi sentirti necessariamente chiamato in causa se la tua opinione differisce dalla mia. non era mia intenzione turbarti in alcun modo e sappi che io rispetto la tua opinione a riguardo (qualunque essa sia). in ultima analisi faccio presente che questo "atteggiamento" mi delude un po', lo trovo molto sciocco, non si sta tenendo conto del contesto e ci si sta comportando in modo fanciullesco semplicemente perché ho 4 post anziché 832. molto spesso, e il forum è pieno di esempi in tal senso, gli utenti che conoscete meglio e da più tempo si lasciano andare in commenti asprissimi, magari usando anche termini volgari, nei confronti di questo o quello. i termini 'stronzi', 'puttane' (o meretrici, o altro), 'idioti', 'merde' sono abusati. per non parlare di quelli che, a prescindere, trattano con snobismo alcuni utenti solo in base all'avatar o alla loro giovane età (questo è capitato anche a te, in passato). la differenza sta nel numero di post, non in altro. il mio "atteggiamento" non è diverso dal tuo, o da quello degli altri che usano quei termini. con 'non è diverso dal tuo' non volevo sottintendere un tuo abuso di termini volgari, la mia è una semplice supposizione: immagino che anche a te, come a decine di persone qui dentro, sia capitato d'usare epiteti per questo o quell'argomento.


Carissimo, ma hai una vaga idea di cosa sia il cinema?Pensi che si possa parlare di cinema in questi termini, pensi sia (riferendomi al topic su Amenabar) consono ad una qualunque arte la frase "prendo un uzi e lo faccio fuori".Non si tratta di sensibilità, si tratta proprio di cultura, ogni cosa ha un suo linguaggio, chi, ed è evidentemente il tuo caso, non è in grado di parlarne in maniera tecnicosemiotica potrebbe limitarsi a esporre le proprie idee seguendo le regole del buon gusto.Pensare che si possa sopperire ad una evidente assenza di originalità e competenza con una prosa sciatta e volgare equivale a volgere lo sguardo molto più all'apparenza che alla sostanza, molto più ad una pseudocelebrità che all'arte.
Ti assicuro che tutte le arti sono spesso parlate e discusse da persone che non ne capiscono granchè, costoro, poichè le amano, sono alla continua ricerca di fare passi in avanti, di scoprire, ma proprio per il rispetto e l'amore che hanno per l'arte, imparano ad averne cura, nelle parole, nei gesti, nelle idee.Non pensare che il tono pacato sia un'imposizione, è molto di più qualcosa che è lo stesso universo artistico ad esigere, è così da sempre, da Platone a Murnau, passando per Bach ed Egon Schiele.Come puoi fare un paragone con il linguaggio di Vota la Trippa, mio dio. Ti consiglierei un articolo di Jacques Rivette, si chiama De l'abjection, edito sul numero 120 (se non mi sbaglio) dei Cahiers Du Cinema, riguarda una carrellata di Pontecorvo nel film Kapò sul corpo morto di Emmanuelle Riva, credo potrebbe farti capire che dietro tanta retorica non si deve però dimenticare il valore morale dell'arte, in quel significato originale ed ormai scomparso della parola moralità.
D'altronde io sono molto giovane (16 anni) e potrei anche sbagliarmi.
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#16 nuovelle_vacuo

    pivello

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Inviato 19 settembre 2006 - 00:15

Carissimo, ma hai una vaga idea di cosa sia il cinema?Pensi che si possa parlare di cinema in questi termini, pensi sia (riferendomi al topic su Amenabar) consono ad una qualunque arte la frase "prendo un uzi e lo faccio fuori".Non si tratta di sensibilità, si tratta proprio di cultura, ogni cosa ha un suo linguaggio, chi, ed è evidentemente il tuo caso, non è in grado di parlarne in maniera tecnicosemiotica potrebbe limitarsi a esporre le proprie idee seguendo le regole del buon gusto.Pensare che si possa sopperire ad una evidente assenza di originalità e competenza con una prosa sciatta e volgare equivale a volgere lo sguardo molto più all'apparenza che alla sostanza, molto più ad una pseudocelebrità che all'arte.
Ti assicuro che tutte le arti sono spesso parlate e discusse da persone che non ne capiscono granchè, costoro, poichè le amano, sono alla continua ricerca di fare passi in avanti, di scoprire, ma proprio per il rispetto e l'amore che hanno per l'arte, imparano ad averne cura, nelle parole, nei gesti, nelle idee.Non pensare che il tono pacato sia un'imposizione, è molto di più qualcosa che è lo stesso universo artistico ad esigere, è così da sempre, da Platone a Murnau, passando per Bach ed Egon Schiele.Come puoi fare un paragone con il linguaggio di Vota la Trippa, mio dio. Ti consiglierei un articolo di Jacques Rivette, si chiama De l'abjection, edito sul numero 120 (se non mi sbaglio) dei Cahiers Du Cinema, riguarda una carrellata di Pontecorvo nel film Kapò sul corpo morto di Emmanuelle Riva, credo potrebbe farti capire che dietro tanta retorica non si deve però dimenticare il valore morale dell'arte, in quel significato originale ed ormai scomparso della parola moralità.
D'altronde io sono molto giovane (16 anni) e potrei anche sbagliarmi.


è esatta l'ultima frase. qui l'argomento è off-topic, se vuoi sono disposto a spiegarti in pvt.
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#17 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 19 settembre 2006 - 00:51


Carissimo, ma hai una vaga idea di cosa sia il cinema?Pensi che si possa parlare di cinema in questi termini, pensi sia (riferendomi al topic su Amenabar) consono ad una qualunque arte la frase "prendo un uzi e lo faccio fuori".Non si tratta di sensibilità, si tratta proprio di cultura, ogni cosa ha un suo linguaggio, chi, ed è evidentemente il tuo caso, non è in grado di parlarne in maniera tecnicosemiotica potrebbe limitarsi a esporre le proprie idee seguendo le regole del buon gusto.Pensare che si possa sopperire ad una evidente assenza di originalità e competenza con una prosa sciatta e volgare equivale a volgere lo sguardo molto più all'apparenza che alla sostanza, molto più ad una pseudocelebrità che all'arte.
Ti assicuro che tutte le arti sono spesso parlate e discusse da persone che non ne capiscono granchè, costoro, poichè le amano, sono alla continua ricerca di fare passi in avanti, di scoprire, ma proprio per il rispetto e l'amore che hanno per l'arte, imparano ad averne cura, nelle parole, nei gesti, nelle idee.Non pensare che il tono pacato sia un'imposizione, è molto di più qualcosa che è lo stesso universo artistico ad esigere, è così da sempre, da Platone a Murnau, passando per Bach ed Egon Schiele.Come puoi fare un paragone con il linguaggio di Vota la Trippa, mio dio. Ti consiglierei un articolo di Jacques Rivette, si chiama De l'abjection, edito sul numero 120 (se non mi sbaglio) dei Cahiers Du Cinema, riguarda una carrellata di Pontecorvo nel film Kapò sul corpo morto di Emmanuelle Riva, credo potrebbe farti capire che dietro tanta retorica non si deve però dimenticare il valore morale dell'arte, in quel significato originale ed ormai scomparso della parola moralità.
D'altronde io sono molto giovane (16 anni) e potrei anche sbagliarmi.


è esatta l'ultima frase. qui l'argomento è off-topic, se vuoi sono disposto a spiegarti in pvt.


No no, a dire il vero preferisco tu lo faccia pubblicamente, così ti bannano e amen, magari ti passa il vizio di parlare di cinema.
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#18 Guest_Oyuki_*

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Inviato 19 settembre 2006 - 00:52



Carissimo, ma hai una vaga idea di cosa sia il cinema?Pensi che si possa parlare di cinema in questi termini, pensi sia (riferendomi al topic su Amenabar) consono ad una qualunque arte la frase "prendo un uzi e lo faccio fuori".Non si tratta di sensibilità, si tratta proprio di cultura, ogni cosa ha un suo linguaggio, chi, ed è evidentemente il tuo caso, non è in grado di parlarne in maniera tecnicosemiotica potrebbe limitarsi a esporre le proprie idee seguendo le regole del buon gusto.Pensare che si possa sopperire ad una evidente assenza di originalità e competenza con una prosa sciatta e volgare equivale a volgere lo sguardo molto più all'apparenza che alla sostanza, molto più ad una pseudocelebrità che all'arte.
Ti assicuro che tutte le arti sono spesso parlate e discusse da persone che non ne capiscono granchè, costoro, poichè le amano, sono alla continua ricerca di fare passi in avanti, di scoprire, ma proprio per il rispetto e l'amore che hanno per l'arte, imparano ad averne cura, nelle parole, nei gesti, nelle idee.Non pensare che il tono pacato sia un'imposizione, è molto di più qualcosa che è lo stesso universo artistico ad esigere, è così da sempre, da Platone a Murnau, passando per Bach ed Egon Schiele.Come puoi fare un paragone con il linguaggio di Vota la Trippa, mio dio. Ti consiglierei un articolo di Jacques Rivette, si chiama De l'abjection, edito sul numero 120 (se non mi sbaglio) dei Cahiers Du Cinema, riguarda una carrellata di Pontecorvo nel film Kapò sul corpo morto di Emmanuelle Riva, credo potrebbe farti capire che dietro tanta retorica non si deve però dimenticare il valore morale dell'arte, in quel significato originale ed ormai scomparso della parola moralità.
D'altronde io sono molto giovane (16 anni) e potrei anche sbagliarmi.


è esatta l'ultima frase. qui l'argomento è off-topic, se vuoi sono disposto a spiegarti in pvt.


No no, a dire il vero preferisco tu lo faccia pubblicamente, così ti bannano e amen, magari ti passa il vizio di parlare di cinema.


Piantiamola qui, dai.
Questi screzi non interessano a nessuno.

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#19 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 19 settembre 2006 - 04:15

Consiglio a tutti i frequentatori di questa sezione la lettura del topic "L'utente Nouvelle_vacuo" nella sezione altro.
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#20 Tom

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Inviato 19 settembre 2006 - 09:12

Tornando in topic, direi che è quasi surreale parlare del cinema degli anni '80 come qualcosa di specifico, dato che a livello cinematografico, culturale e politico da quel decennio non siamo praticamente mai usciti (vivi?).

Lo dimostra in modo addirittura inquietante un film come "Donnie Darko": io l'ho visto già iniziato e per un bel pezzo di film non mi ero assolutamente accorto che era ambientato negli anni '80 (che pure ho avuto la gran sfiga anagrafica di conoscere bene)!

Penso invece a come salta subito all'occhio l'ambientazione "storica" in film come "Shampoo" di Hal Asby girato nel '75 ma ambientato negli anni '60, o come "Effetto allucinante" del '91 ma ambientato negli anni '70.

In fondo Lucas in "American Graffiti" (1973!) fa rivivere un mondo da cui lo separavano giusto una decina di anni, eppure l'effetto nostalgia per un mondo totalmente diverso (non importa se mai veramente esistito) è talmente forte che persiste tutt'oggi.
Provate ad immaginare un "American Graffiti" odierno ambientato nei primi anni '90!

Anzi non serve nemmeno immaginarlo, qualche serio tentativo di fare un cinema nostalgia degli anni '80 c'è già stato, ma è stato inevitabilmente un fallimento (artistico, non sò gli incassi).
D'altra parte che senso ha fare un film su i club newyorkesi inizio anni '80 quando in fin dei conti è la stessa cosa che ambientare un film in un'odierna discoteca del bresciano?
Non c'è soluzione di continuità "culturale" tra i celebrolesi di The Club su All Music e i protagonisti lobotomizzati di "Sposerò Simon Le Bon" (anno di disgrazia 1986), se non al massimo a  livello di vestiti e pettinature. Invece c'era un baratro che separava la generazione del Drive In (di cui ahimè faccio parte) dai protagonisti di "La febbre del sabato sera", che, anche stilisticamente, sembrava gia negli anni '80 un film proveniente da un'epoca lontana quanto il medioevo - e non sto dicendo che questi ultimi fossero migliori o peggiori dei primi, anche se noto che un film, in fondo crudo e disperato, come quello con Travolta oggi come già negli anni'80 sarebbe semplicemente impensabile immaginarlo come il blockbuster che fu all'epoca.

Lo scarto "visivo" tra il cinema odierno figlio degli anni '80 e quello che lo ha preceduto è talmente forte che ad esempio basta il recupero di un paio di canzonette e di qualche espediente stilistico d'epoca per dare a "Le Iene" di Tarantino un'aria decisamente retrò da anni '60 - '70 (nonostante i dialoghi su Madonna).

Tra "Il padrino parte II" (1974) e ""Il padrino parte III" (1989) sembrano passati 50 anni, non 15: sono due film che appartengono a un mondo di fare e vedere il cinema quasi antitetico.
Al di là dell'ovvio(?) abisso qualitativo invece che differenza sostanziali ci sono tra il cinema de "I Predatori dell' Arca perduta" (1981) e quello proposto da "I pirati dei Caraibi", film distanziati da ben un quarto di secolo?  
Si veda anche come ancora oggi Spieberg e Lucas possono tranquillamente continuare ad ipotizzare un seguito di Indiana Jones, senza che la maggior parte dei fan abbiano alcunché da obiettare sull'anacronismo dell'operazione, l'unico problema sembra rappresentato dai probabili acciacchi di Harrisn Ford.
Mentre ricordo benissimo lo stupore e quasi il fastidio degli appassionati della saga mafiosa quando Coppola annunciò di voler girare il terzo capitolo.
25 anni dopo il Indiana Jones è sentito (non è importante che lo sia veramente) come il personaggio di un cinema ancora vivo e attuale, 15 anni dopo (ma sarebbero potuti essere solo 10) Micheal Corleone era il fantasma di un modo di fare cinema sepolto per sempre.

Il giorno in cui si inizierà ad avvertire questo scarto temporale e culturale anche verso quel discusso e discutibile decennio, si potrà a mio parere parlarne con una lucidità oggi secondo me ancora impossibile.  
Ma la strada per uscire dal "tunnel del divertimento" iniziato negli anni '80 mi sembra sinceramente ancora molto, molto lunga.
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#21 Guest_verdoux_*

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Inviato 19 settembre 2006 - 11:04

anni 80 è stata soprattutto una crisi dello spettatore che ha smesso di andare al cinema; le sale chiudevano e quelle rimaste aperte erano semideserte; il fenomeno non ha riguardato i grandi film, che ci sono stati e che sono stati visti, ma il cinema normale di intrattenimento, cui venivano preferite le neonate telenovele proposte dalla televisione commerciale; poi negli anni 90 la tendenza si è invertita;
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#22 Kebabträume

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Inviato 19 settembre 2006 - 11:22

..poi negli anni 90 la tendenza si è invertita;


..Per poi trovarsi al bivio in cui quelli della distribuzione si sono dovuti inventare il multisala per invogliare la gente a scomodarsi dalle poltrone di casa oppure chiudere baracca e burattini..
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#23 whitekross

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Inviato 19 settembre 2006 - 12:01

...


il discorso è interessante e complesso, però una cosa: se gli anni novanta e l'inizio del nuovo millennio non sono riusciti (ancora?) a creare uno "scarto visivo" rispetto al precedente decennio non sarà forse anche per un'evidente difficoltà del cinema contemporaneo, una stanchezza strutturale della forma visiva attuale?

e soprattutto, io credo che questo dipenda dal fatto che negli anni ottanta si è ragionato bene sulle forme del visivo, tanto che ancora oggi le riflessioni di artisti come Cronemberg o Carpenter (per restare al cinema di genere, come suggeriva Jules) sono attualissime e insuperate nel "mostrare", nello "sviscerare" corpi-immagini mutati rispetto agli anni precedenti, le trasformazioni di un mondo dominato dalle merci spettacolari del pop, incastrato nelle maglie della neotelevisione e con lo sguardo già rivolto alle tecnologie che verranno, alle rivoluzioni dell'informatica e del digitale. penso a blade runner di ridley scott, alla sensazione di vivere un'età transitoria che si respira in quel film (la scena finale: "ho visto cose che voi umani non potreste immaginare..."), penso a videodrome di cronemberg e alle intuizioni su come è mutato il corpo fisico stesso dello spettatore nel rapporto televisivo con l'immagine.
penso a come negli anni 80 si nascondano i germi di tutto quanto sarà dopo.
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#24 Ejzenstejn

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Inviato 20 settembre 2006 - 07:29


e soprattutto, io credo che questo dipenda dal fatto che negli anni ottanta si è ragionato bene sulle forme del visivo, tanto che ancora oggi le riflessioni di artisti come Cronemberg o Carpenter (per restare al cinema di genere, come suggeriva Jules) sono attualissime e insuperate nel "mostrare", nello "sviscerare" corpi-immagini mutati rispetto agli anni precedenti, le trasformazioni di un mondo dominato dalle merci spettacolari del pop, incastrato nelle maglie della neotelevisione e con lo sguardo già rivolto alle tecnologie che verranno, alle rivoluzioni dell'informatica e del digitale. penso a blade runner di ridley scott, alla sensazione di vivere un'età transitoria che si respira in quel film (la scena finale: "ho visto cose che voi umani non potreste immaginare..."), penso a videodrome di cronemberg e alle intuizioni su come è mutato il corpo fisico stesso dello spettatore nel rapporto televisivo con l'immagine.
penso a come negli anni 80 si nascondano i germi di tutto quanto sarà dopo.


Negli anni 80, da questo punto di vista, inizia una "riflessione" da parte di alcuni registi volta alla ricerca del "corpo perduto" o che ha comunque il corpo come elemento centrale (basti pensare a Betty Blue, o ai film di Carax) che influenzeranno moltissimo, per esempio, Tsukamoto e Kim Ki-Duk che porteranno agli estremi limiti questo discorso sul recupero della corporeità, attraverso la violenza e la sofferenza, contro l'alienazione della tecnologia o della routine. Si ha quindi un travaso dall'occidente a oriente, che è secondo me di estremo interesse. Non capisco perchè venga sempre tirato in ballo Cronemberg a proposito di Tsukamoto.... Cronemberg non è che sia così innovativo, se pensiamo che Repulsion di Polanski è dell'inizio degli anni 60 (mi pare).
  • 0

#25 whitekross

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Inviato 20 settembre 2006 - 08:20

anche se non conosco Repulsion di Polanski, ho citato cronemberg solo perchè jules quando ha aperto il topic si riferiva (se ho capito bene) al cinema di genere. e per quanto il regista canadese abbia sempre affermato di essere lontano da queste classificazioni, mi sembra che soprattutto con la sua produzione iniziale ci sia andato molto vicino.

poi sul fatto che non sia un innovatore...non lo so...di certo, ed è quello che volevo spiegare, non conosco molti film, a parte videodrome che esplorano il contrasto tra il linguaggio cinematografico e quello televisivo in modo così "viscerale", mostrando come è il corpo a mutare nel rapporto diretto con l'immagine.
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#26 Pickpocket

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Inviato 20 settembre 2006 - 08:23



e soprattutto, io credo che questo dipenda dal fatto che negli anni ottanta si è ragionato bene sulle forme del visivo, tanto che ancora oggi le riflessioni di artisti come Cronemberg o Carpenter (per restare al cinema di genere, come suggeriva Jules) sono attualissime e insuperate nel "mostrare", nello "sviscerare" corpi-immagini mutati rispetto agli anni precedenti, le trasformazioni di un mondo dominato dalle merci spettacolari del pop, incastrato nelle maglie della neotelevisione e con lo sguardo già rivolto alle tecnologie che verranno, alle rivoluzioni dell'informatica e del digitale. penso a blade runner di ridley scott, alla sensazione di vivere un'età transitoria che si respira in quel film (la scena finale: "ho visto cose che voi umani non potreste immaginare..."), penso a videodrome di cronemberg e alle intuizioni su come è mutato il corpo fisico stesso dello spettatore nel rapporto televisivo con l'immagine.
penso a come negli anni 80 si nascondano i germi di tutto quanto sarà dopo.


Non capisco perchè venga sempre tirato in ballo Cronemberg a proposito di Tsukamoto.... Cronemberg non è che sia così innovativo, se pensiamo che Repulsion di Polanski è dell'inizio degli anni 60 (mi pare).


Repulsion è 65 ma non vedo cosa c'entri. Viene tirato in ballo Cronenberg per ragioni squisitamente estetiche. Non sono assolutamente d'accordo con chi vede in Tsukamoto una qualunque ragione concettuale e/o sociopsicologica, Tsukamoto è un regista da cineclub che ha tirato fuori degli ottimi esperimenti visivi su una strada che in giappone esisteva nei fumetti da molto prima di Cronenberg. Videodrome è molto meno un film di genere di quanto si pensi, anzi, uno dei suoi grandi pregi è proprio di essere nel suo genere il primo film sciolto da volonta provocatorie e rivoluzionarie.Tsukamoto ne prende una certa porzione visiva e la porta all'estremo, facendone un filone, rigorosamente di nicchia e senza altre ambizioni che non il godimento degli amanti del genere. Non a caso per quanto uno possa apprezzare Tetsuo per la messa in scena, la conduzione stilistica, il controllo del non controllato, la seconda metà del film accusa molto proprio la produzione a basso costo per circuiti di brufolosi videodipendenti giapponesi.Tu mischi troppa roba, il feticismo del metallo con il risveglio della materia inanimata, la violenza con la routine. In fondo in ogni decennio si possono ritrovare una serie di tematiche ricorrenti senza che per forza ci debba essere un legame fra i cineasti.L'unico legame comprovato lì in mezzo è l'utilizzo da parte di Tsukamoto degli studi di Rick Baker per Videodrome, ed è per questo che si tira sempre in ballo Cronenberg, ma già vedere in Tsukamoto uno sguardo critico verso l'egemonia televisiva mi pare azzardato, figuriamoci rimandi a Repulsion.
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#27 Ejzenstejn

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Inviato 20 settembre 2006 - 11:38

Repulsion è 65 ma non vedo cosa c'entri. Viene tirato in ballo Cronenberg per ragioni squisitamente estetiche. Non sono assolutamente d'accordo con chi vede in Tsukamoto una qualunque ragione concettuale e/o sociopsicologica, Tsukamoto è un regista da cineclub che ha tirato fuori degli ottimi esperimenti visivi su una strada che in giappone esisteva nei fumetti da molto prima di Cronenberg. Videodrome è molto meno un film di genere di quanto si pensi, anzi, uno dei suoi grandi pregi è proprio di essere nel suo genere il primo film sciolto da volonta provocatorie e rivoluzionarie.Tsukamoto ne prende una certa porzione visiva e la porta all'estremo, facendone un filone, rigorosamente di nicchia e senza altre ambizioni che non il godimento degli amanti del genere. Non a caso per quanto uno possa apprezzare Tetsuo per la messa in scena, la conduzione stilistica, il controllo del non controllato, la seconda metà del film accusa molto proprio la produzione a basso costo per circuiti di brufolosi videodipendenti giapponesi.Tu mischi troppa roba, il feticismo del metallo con il risveglio della materia inanimata, la violenza con la routine. In fondo in ogni decennio si possono ritrovare una serie di tematiche ricorrenti senza che per forza ci debba essere un legame fra i cineasti.L'unico legame comprovato lì in mezzo è l'utilizzo da parte di Tsukamoto degli studi di Rick Baker per Videodrome, ed è per questo che si tira sempre in ballo Cronenberg, ma già vedere in Tsukamoto uno sguardo critico verso l'egemonia televisiva mi pare azzardato, figuriamoci rimandi a Repulsion.


Complimenti per la cultura cinematografica, in considerazione anche della giovanissima età. Ti auguro di approfondire sempre più questa passione o studio che sia per te il cinema, senza diventare un Morandini o qualcosa di simile, perché ti trovo un poâ?? fondamentalista nelle tue affermazioni (il che di per sé non è un difetto, a meno che non conduca alla presunzione di avere in mano la verità). Un film o un regista può essere analizzato con metodi diversi, uno sguardo non esclude lâ??altro.
Repulsion
Lâ??ho tirato in ballo a proposito della animazione/trasformazione/rivolta/ degli oggetti (la sequenza del muro, ma anche lâ??animazione di oggetti innocui che diventano veri e propri simboli fallici grazie allo humor nero, oltre che alla mano della regia di Polanski), che è un aspetto, superficiale se vuoi, ricorrente nel cinema di Cronenberg, come anche di Tsukamoto. Solo per dire che qualcuno lo aveva fatto nel 65. Non volevo certo suscitare una polemica.
Poi alla fine è questione anche di gusti, checché se ne dica. Per alcuni il bluff è Polanski, per me è Cronenberg. In fin dei conti cosâ??è che fa Cronenberg? Fa immedesimare lo spettatore in una realtà virtuale al pari dei peggiori programmi televisivi (che poi la cura sia meglio del male resta da dimostrare), nella quale è semplicemente impossibile capire cosa stia succedendo e soprattutto intuire quale sia la posizione del regista, che si limita ad alimentare il gioco senza prendere posizioni (esemplare in proposito la sua intervista filmata da André Labarthe, che dovrebbe essere nelle tue corde).
Tsukamoto
Agganci il suo cinema alla produzione fumettistica, però dimentichi di riconoscere lo spirito di Kurosawa che si ritrova nei suoi film. Dici che ha fatto film per spettatori brufolosi, per me è uno dei migliori registi contemporanei. Sento in lui unâ??autenticità e una verità che solo gli artisti veri possiedono ma, ovviamente, obietterai che questa non è una critica. E naturalmente hai ragione! Ma ormai ho imparato a fidarmi del mio fiuto,  e i critici mi sono venuti a noia.
Tornando al tema, non sono entrata nel merito del discorso cinema/televisione. Quello che invece volevo sottolineare era il passaggio di alcuni temi, come la rappresentazione della violenza e dellâ??esplorazione degli abissi, quali passaggi necessari per recuperare le sensazioni vitali. Morire per rinascere. Qui Cronenberg non câ??entra proprio niente. Mi sembrano temi emersi con una certa forza negli anni 80 in alcuni registi francesi e poi recuperati felicemente da registi orientali. Il debito è stato ampiamente riconosciuto dai registi in questione, quindi non ho nemmeno detto niente di nuovo.
Su un thread così tirato per i capelli del resto non è facile discutere.

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#28 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 20 settembre 2006 - 17:45

Sisi trovo la tua analisi ugualmente verificabile, e accetto (ahimè non è la prima volta) la critica di saccenteria.Io ho sempre visto in Cronenberg un lavoro molto più sui riferimenti che sui temi.Ad ogni modo proprio in questo periodo sto scrivendo qualcosa che riguarda anche Cronenberg, magari potrei fartelo leggere.
Per il resto ad essere sincero avevo letto nouvelle_vacuo e non Ejzenstejn, sicchè c'ero andato giù pesante volontariamente ;D.
Chiedo venia.
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#29 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 20 settembre 2006 - 18:21

Pick va bene tutto quello che hai scritto prima...ma se Cronenberg legge che ritieni il suo lavoro più interessato ai riferimenti che ai temi prende l'aereo, viene a cercarti e ti fa fare la fine di Ed Harris in A history of violence..
  • 0

#30 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 20 settembre 2006 - 18:40

Pick va bene tutto quello che hai scritto prima...ma se Cronenberg legge che ritieni il suo lavoro più interessato ai riferimenti che ai temi prende l'aereo, viene a cercarti e ti fa fare la fine di Ed Harris in A history of violence..


No scusa, rileggendo mi sono reso conto che non s'è capito una mazza di ciò che intendevo con riferimenti. Per riferimenti intendevo le indicazioni che un cineasta da riguardo lo spazio/tempo filmico in cui si svolge l'azione. Intendevo dire che Cronenberg è più interessato a lavorare sulla dissolvenza della/e realtà fra loro, e sulle ellissi, spesso ritornando alla fotografia come indicazione sul "mostrato", che strettamente sulle dinamiche concettuali. Anzi in Videodrome a volte pare quasi che le voglia evitare certe (facili) vie verso la critica sociale.Però insisto, a giorni dovrei concludere un saggio che riguarda esattamente queste tematiche, provvederò a linkarlo agli interessati.Spero comunque di aver chiarito, anceh perchè la fine di Ed Harris, nonono.
  • 0

#31 nuovelle_vacuo

    pivello

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Inviato 20 settembre 2006 - 19:16

Pick va bene tutto quello che hai scritto prima...ma se Cronenberg legge che ritieni il suo lavoro più interessato ai riferimenti che ai temi prende l'aereo, viene a cercarti e ti fa fare la fine di Ed Harris in A history of violence..


sì, effettivamente era caduto in una pozza d'acqua. ma, come ha spiegato lui, ha il dente avvelenato e regola la valvola della bile da far zampillare in base al nick.
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#32 Ejzenstejn

    aspirante indie

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Inviato 21 settembre 2006 - 07:20

Sisi trovo la tua analisi ugualmente verificabile, e accetto (ahimè non è la prima volta) la critica di saccenteria.Io ho sempre visto in Cronenberg un lavoro molto più sui riferimenti che sui temi.Ad ogni modo proprio in questo periodo sto scrivendo qualcosa che riguarda anche Cronenberg, magari potrei fartelo leggere.
Per il resto ad essere sincero avevo letto nouvelle_vacuo e non Ejzenstejn, sicchè c'ero andato giù pesante volontariamente ;D.
Chiedo venia.


Ok, mandami il lavoro su Cronenberg, non è detto che non cambi idea su questo regista. Sono sempre disponibile a farmi sorprendere...
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#33 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 27 marzo 2007 - 17:47

Ci ho pensato...ho riflettuto...e sono giunto alla conclusione dei seguenti grandissimi film...curioso di verificare quanti si trovino a riconoscersi come me nelle pellicole seguenti...

Bird, Clint Eastwood
Blade Runner, Ridley Scott
The Blues Brothers, John Landis
Brazil, Terry Gilliam
I cancelli del cielo, Michael Cimino
C'era una volta in America, Sergio Leone
Chi ha incastrato Roger Rabbit, Robert Zemeckis
Crimini e misfatti, Woody Allen
Fuori orario, Martin Scorsese
Hannah e le sue sorelle, Woody Allen
Un lupo mannaro americano a Londra, John Landis
Manhunter, Michael Mann
1997: Fuga da New York, John Carpenter
Nightmare, dal profondo della notte, Wes Craven
Omicidio a luci rosse, Brian DePalma
Ritorno al futuro, Robert Zemeckis
Il serpente e l'arcobaleno, Wes Craven
Shining, Stanley Kubrick
Toro scatenato, Martin Scorsese
Velluto blu, David Lynch
Vestito per uccidere, Brian DePalma
Zelig, Woody Allen

Mi sono limitato agli americani per ora...mi sembrano quelli che meglio corrispondano alla definizione di film-capolavoro, o bellissimo o memorabile o che dir si voglia..
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#34 Guest_Eugenetic Axe_*

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Inviato 27 marzo 2007 - 22:25

Nessuno si ricorda più di VIVERE E MORIRE A LOS ANGELES, sigh :'( ...

Buona notte,
EA
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#35 tony3vis

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Inviato 27 marzo 2007 - 22:26

Hai detto anche memorabili, quindi potrebbero essere tali perchè famosi o "generazionali". Mi riferisco a questi ed aggiungerei:

"9 settimane e mezzo" di Adrian Lyne ( Immancabile )

"American Gigolò" di Paul Schrader ( Lascio perdere "Ufficiale e gentiluomo, ma qusto lo cito per il confronto con il precedente "la febbre del sabato sera" )

"Batman" di Tim Burton

"The breakfast club" di John Hughes
"Ghostbusters" di Ivan Reitman
"Top gun" di Tony Scott ( per il fatto di riconoscersi...)
"Scarface" di Brian de Palma

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#36 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 28 marzo 2007 - 09:59

Ma io dicevo memorabili perchè si fanno ricordare per la loro bellezza...davvero ti è piaciuto Top Gun? E 9 settimane e mezzo?
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#37 Guest_vegeta_*

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Inviato 28 marzo 2007 - 10:31


Nessuno si ricorda più di VIVERE E MORIRE A LOS ANGELES



non ricordarsi? per me invece lo ricordano in tanti, è un poliziesco definitivo, forse il miglior Friedkin.
un aggettivo: eterno.


Stupendo...molto vicino ai noir crepuscolari e violenti di Michael Mann. Di certo l'apice di Friedkin assieme al "Braccio Violento"
  • 0

#38 Guest_Mia_*

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Inviato 28 marzo 2007 - 10:47

"Top gun" di Tony Scott ( per il fatto di riconoscersi...)


Ecco. Questo è davvero un film inaffrontabile.
  • 0

#39 dazed and confused

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Inviato 28 marzo 2007 - 10:53

A me piaceva tanto Il bacio della donna ragno (1985), di Hector Babenco.
L'ho visto a sedici anni.
Mi colpì molto l'interpretazione di William Hurt, attore all'epoca molto famoso e bravo.
Sonia Braga, attrice che proveniva dalle telenovelas brasiliane, era bellissima.
Forse una delle storie sull'omosessualità che più mi è rimasta dentro.
  • 0

#40 tony3vis

    aspirante indie

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Inviato 28 marzo 2007 - 10:57

Ma io dicevo memorabili perchè si fanno ricordare per la loro bellezza...davvero ti è piaciuto Top Gun? E 9 settimane e mezzo?



"Top gun" di Tony Scott ( per il fatto di riconoscersi...)


Ecco. Questo è davvero un film inaffrontabile.


"9 settimane e mezzo" mi è piaciuto. "Top Gun" è stato il primo film che i miei mi hanno lasciato vedere dall'inizio alla fine senza andare prima a dormire ( in terza elementare ). Quindi fino alla prima media ero convinto di fare il pilota da grande... memorabile per me in questo senso.
Tuttavia bisogna tenere conto del fatto che ha lanciato una moda ( il bomber da aviatore, quello che adesso hanno i paninari, non so se hai presente ). Quindi lo definirei cmq memorabile per l'impatto sociale e la celebrità.
  • 0

#41 dazed and confused

    festina lente

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Inviato 28 marzo 2007 - 11:10

bisogna tenere conto del fatto che ha lanciato una moda ( il bomber da aviatore, quello che adesso hanno i paninari, non so se hai presente )


I paninari esistono ancora?Davvero?
Mi sapresti dire dove posso trovare questa specie che davo oramai per estinta, in modo da avvertire Piero Angelo per eventuale documentario?
Grazie per la disponibiltà e gentilezza!
  • 0

#42 dazed and confused

    festina lente

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Inviato 28 marzo 2007 - 12:00

Qualcuno ha mai visto Io e il vento (Une histoire de vent), 1988, di Joris Ivens?
E' un film meraviglioso.La storia, in gran parte autobiografica, di un vecchio novantenne che parte per la Cina, con il proposito di catturare il vento. Magico, epico, con un finale profetico, dove l'anziano si dissolve con la sua troupe, travolti da una folla vigorosa di cinesi in bicicletta.
  • 0

#43 tony3vis

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Inviato 28 marzo 2007 - 12:32

Bhè fin'ora non ho mai percorso una strada statale che si rispetti senza la presenza di paninari in prossimità dei locali, solo di notte però. Cmq per il documentario ti consiglio di vedere fuori dagli stadi calcistici prima e dopo i posticipi di "serie A", oppure i mega-rave estivi. Eventi simili sono sempre una garanzia di successo per i paninari.
  • 0

#44 verdoux

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Inviato 30 marzo 2007 - 11:46

Bird, Clint Eastwood
Blade Runner, Ridley Scott
The Blues Brothers, John Landis
Brazil, Terry Gilliam
I cancelli del cielo, Michael Cimino
C'era una volta in America, Sergio Leone
Chi ha incastrato Roger Rabbit, Robert Zemeckis
Crimini e misfatti, Woody Allen
Fuori orario, Martin Scorsese
Hannah e le sue sorelle, Woody Allen
Un lupo mannaro americano a Londra, John Landis
Manhunter, Michael Mann
1997: Fuga da New York, John Carpenter
Nightmare, dal profondo della notte, Wes Craven
Omicidio a luci rosse, Brian DePalma
Ritorno al futuro, Robert Zemeckis
Il serpente e l'arcobaleno, Wes Craven
Shining, Stanley Kubrick
Toro scatenato, Martin Scorsese
Velluto blu, David Lynch
Vestito per uccidere, Brian DePalma
Zelig, Woody Allen



ma .... Full Metal Jacket  O_O?
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#45 Homer

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Inviato 30 marzo 2007 - 17:38

E'vero, manca Full Metal Jacket!

Cito anche (forse già citati da altri):
Elephant Man di David Lynch
Gli intoccabili di Brian De Palma
I predatori dell'arca perduta di Steven Spielberg
La zona morta e Inseparabili di David Cronenberg

Permettetemi pure questi, nel cinema d'azione americano:
Rambo di Ted Kotcheff
Die Hard di John McTiernan
  • 0

"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#46 Guest_vegeta_*

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Inviato 30 marzo 2007 - 18:09


Permettetemi pure questi, nel cinema d'azione americano:
Rambo di Ted Kotcheff
Die Hard di John McTiernan



io direi pure "Predator" sempre di McTiernan.
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#47 Guest_Number 5_*

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Inviato 30 marzo 2007 - 18:17

9 settimane e mezzo: inguardabile. Uno dei più grossi bidoni presi a mia memoria.

La Casa 2: un capolavoro gore di humor nero. Per di più con una regia innovativa al massimo, con la prima volta della steadycam e dell'uso di cineprese montate su binari.

Top Gun: uno dei pochi film a cui mi sono addormentato. Mai visto per intero... E si che sono un amante degli aerei militari.

Angel Heart, ascensore per l'inferno: c'è stasera in TV. Assolutamente da rivalutare. Se non sbaglio è un remake ma all'epoca mi piacque non poco e rivisto successivamente rivela di essere stato la fonte primaria per svariati film degli anni seguenti, per esempio "L'Avvocato del Diavolo".

Brazil: capolavorone. Uno dei miei film preferiti, anche s el'ho visto solo una volta. Ogni poco mi viene voglia di rivederlo, poi chissà perché salta sempre.

Shining: non il meglio del meglio di Kubrick ma sempre una visione consigliata. Soprattutto per un Jack Nicholson da paura in tutti i sensi.

Blade Runner: basta il titolo.

The Bues Brothers: il meglio del meglio del meglio. Cast, musica, regia, sceneggiatura con battute e dialoghi memorabili a ripetizione. Che si vuole di più?

Per gli altri ci aggiorniamo.
  • 0

#48 Laynelous

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Inviato 31 marzo 2007 - 12:51

sarò scemo ma i film che ricordo con maggior sentimento son quelli di jerry calà  ;D
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#49 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 31 marzo 2007 - 13:02

Riconfermo per quanto concerne Hollywood i titoli che ho già fatto...

Aggiorno definitivamente i più bei film del decennio secondo la mia opinione con tutto il resto del mondo:

Akira, Katsuhiro Otomo
Bianca, Nanni Moretti
Gente di Dublino, John Houston
Decalogo 4, Krzysztof Kieslowski
Dov'è la casa del mio amico?, Abbas Kiarostami
Fanny e Alexander, Ingmar Bergman
Francisca, Manoel DeOliveira
Furyo, Nagisa Oshima
Heimat, Edgar Reitz
Inseparabili, David Cronenberg
The Killer, John Woo
La messa è finita, Nanni Moretti
I misteri del giardino di Compton House, Peter Greenaway
Palombella rossa, Nanni Moretti
Querelle de Brest, Rainer W. Fassbinder
Ran, Akira Kurosawa
Rapporti di classe, Straub/Huillet
Si salvi chi può, la vita, Jean-Luc Godard
Lo stato delle cose, Wim Wenders
Tetsuo, Shinya Tsukamoto
Veronika Voss, Rainer W. Fassbinder
Videodrome, David Cronenberg

Ecco, ora ho chiuso con gli anni Ottanta per sempre..

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#50 bowyglam

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Inviato 05 maggio 2007 - 10:02

Sono felice che nella tua lista risulti il Film Furyo. Penso che il successo del film sia dovuto, oltre che alla sapiente regia di N. Oshima, anche alla superba interpretazione di David Bowie che a quanto pare sa fare proprio tutto.
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