Parnassus - L'uomo che voleva ingannare il diavolo
#1
Inviato 26 ottobre 2009 - 00:40
#2
Inviato 26 ottobre 2009 - 11:26
#3
Inviato 26 ottobre 2009 - 12:20
#4
Inviato 26 ottobre 2009 - 15:59
Mmm... :'(
'sagerato :-\
#5
Inviato 27 ottobre 2009 - 00:06
Perchè quanto di più portentoso ha permesso di creare il budget, tanto più "costruiti" mi sembravano sogni e fantasie. E laddove l'immaginazione doveva fare da contrappunto alla grigia realtà , sembra di trovarsi di fronte a parallelismi fin troppo facili (per esempio il sogno con Depp, forse il migliore alter-ego dei tre).
Riesco a condividere parte di quanto scrive Giancarlo nella sua recensione, ma non mi sento di bocciare del tutto l'ultimo fatica del volenteroso Gilliam (così come avevo difeso, solo tra pochi, lo sgangherato Tideland).
Peccato per Ledger (il suo Joker appartiene ad un altro pianeta), perchè il migliore di tutti, qui, è Mr. Tom Waits. Ma vederlo al cinema per l'ultima volta era doveroso. :'(
"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"
"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"
#6
Inviato 27 ottobre 2009 - 01:02
Sì, è Gilliam al 100%, quello de "Le avventure del barone di Munchausen", in cui la fantasia è al potere e in cui tutto è possibile. Ma basterebbe paragonarlo ad "Up", film che in un certo senso gli è speculare, per rendersi conto di quanto abbia perso in freschezza il regista di "Brazil". Tanto ingegno visivo, ma messo in scena con freddo calcolo (l'invadente computer graphic dei "trip" oltre lo specchio), una sceneggiatura senza dubbio ambiziosa (il saggio vecchio destinato a vivere per sempre senza che nessuno ascolti le sue storie, molto bello) ma purtroppo caotica, sovente prolissa e poco coinvolgente. All'attivo l'ultima interpretazione di Heath Ledger ma soprattutto l'immenso Tom Waits nei panni del diavolo.
#7
Inviato 27 ottobre 2009 - 08:50
Tanto ingegno visivo, ma messo in scena con freddo calcolo (l'invadente computer graphic dei "trip" oltre lo specchio)
Troppo invadente, quoto. Senza contare che pare tutto troppo costruito ad hoc.
una sceneggiatura...purtroppo caotica
Nel finale alcuni passaggi sfuggono un pò.
"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"
"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"
#8 Guest_Maedhros_*
Inviato 27 ottobre 2009 - 09:00
Ormai convinto che il suo marchio di fabbrica sia esclusivamente quello della visionarietà (per la verità , una qualità che continuano impropriamente ad affibbiargli)
mi ha lasciato basito. cioè vogliamo mettere in discussione che il marchio di fabbrica Gilliam, bene o male che gli riescano i film, sia per l'appunto la visionarietà ? "qualità che continuano impropriamente ad affibbiargli"?
#9
Inviato 27 ottobre 2009 - 09:54
Lui non mette immagini a mo' di puzzle. Lui le usa con uno scopo preciso, che è la continua metafora di un mondo perfetto, cui l'uomo "cinematografico" dovrebbe tendere. Dire che Gilliam è il regista più visionario di Hollywood è un atto di pigrizia. E' liquidare la sua opera con la sola capacità di vedere oltre la realtà . Quando "Brazil", tanto per citare il suo capolavoro (uno dei film più significativi di tutti gli anni '80), trova la sua forza nella potenza della satira e nell'ironia della messa in scena (talmente kitsch da risultare impossibile credere che non sia ricercata).
Sì, per me è un aggettivo improprio, un po' come quando si dice che Tarantino è il re dei dialoghi mozzafiato o che Hitchcock è il re del giallo. Questi stereotipi faciloni che non rendono giustizia ai veri meriti di un autore.
#10 Guest_Maedhros_*
Inviato 27 ottobre 2009 - 10:11
Sì, per me è un aggettivo improprio, un po' come quando si dice che Tarantino è il re dei dialoghi mozzafiato o che Hitchcock è il re del giallo. Questi stereotipi faciloni che non rendono giustizia ai veri meriti di un autore.
sono d'accordo se intendi che non si può limitare la portata di simili autori (gilliam incluso) ad una sola caratteristica evidente del loro cinema, che poi diventa per forza di cose luogo comune.. ma vero è che quelle sono comunque le caratteristiche che identificano quegli autori, sono la prima cosa che viene in mente quando si pensa a loro, e giustamente. perciò mi sembra una grande forzatura dire che è 'improprio' definire il loro cinema per quelle caratteristiche, nel caso di gilliam poi la parola 'visionario' assume un senso che appartiene solo a lui. tu hai detto benissimo "continua metafora di un mondo perfetto, cui l'uomo "cinematografico" dovrebbe tendere", non potrei trovare descrizione migliore, e più 'visionario' di questo non so cosa ci sia.
#11
Inviato 27 ottobre 2009 - 10:27
#12
Inviato 27 ottobre 2009 - 10:29
#13
Inviato 27 ottobre 2009 - 13:33
Sì, per me è un aggettivo improprio, un po' come quando si dice che Tarantino è il re dei dialoghi mozzafiato o che Hitchcock è il re del giallo. Questi stereotipi faciloni che non rendono giustizia ai veri meriti di un autore.
se la metti così sono d'accordo, però da quella frase sembrava che intedessi dire "Gilliam visionario? tzè... :-\"
#14
Inviato 27 ottobre 2009 - 20:55
Dire che Gilliam è il regista più visionario di Hollywood è un atto di pigrizia.
Nessuno qui l'ha detto, non arrabbiarti! Non ci trattare male!!! :'( :'( :'(
E' uno dei lati del cinema di Gilliam, non è l'unico. Che poi a volte prenda il sopravvento in modo improprio, ah beh...questo è un altro discorso e siamo d'accordo.
"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"
"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"
#15
Inviato 28 ottobre 2009 - 11:26
Non mi sembra proprio che la soluzione (obbligata?) di sostituire Ledger con gli altri tre aggiunga senso, anzi mi sembra una delle debolezze del lavoro.
E poi io Lynch non l'ho visto nemmeno fare il passante in questo film.
Una nota su Satana/Tom Waits: lui è un mito ed anche bravo a fare l'attore, ma il ruolo del cattivo (fondamentale!) che ha interpretato non è stato per niente incisivo, secondo me.
#16
Inviato 28 ottobre 2009 - 11:33
E' più visionario questo film di Gilliam o, non so, l'ultimo di Tarantino? Direi che non c'è gara
#17
Inviato 02 novembre 2009 - 22:10
frase che mi ha fatto sorridere: Nick/Waits fa "magia nera? io non ci capisco niente di quella roba..."
"...a mentire alle mani, al cuore, ai reni..."
Le traiettorie dei neon
Superheroes meaning
#18
Inviato 05 novembre 2009 - 22:13
"The imaginarium of Doctor Parnassus" è un film è denso, discontinuo, imperfetto, un capolavoro mancato e la marcia in più che lo tiene in piedi è secondo me la costruzione narrativa giocata su più livelli. Parnassus rappresenta Gilliam e questo mi pare sia evidente...ma anche Tony rappresenta Gilliam, dato che sono due personaggi praticamente complementari: un mistico e un demistificatore, un santo e un ladro, uno che crede che le storie reggano il mondo e l'altro che ha costruito il suo sopra di esse (storie...false). Non solo: Tony, che arriva al momento giusto per salvare il baraccone di Parnassus, altri non è se non un Parnassus dei tempi di oggi, una sua evoluzione che in questa epoca diventa egli stesso protagonista della "sua" storia.
Quando si passa attraverso lo specchio ci ritroviamo dentro l'immaginario del doctor Parnassus, un mondo controllato da lui ma riempito da noi, dove ognuno di noi ci può trovare quello che vuole (e può anche perdersi, se non sa effettuare delle scelte): in realtà noi siamo meri fruitori (spettatori) di un mondo pronto a cambiar faccia a seconda dei punti di vista e se Parnassus è la mente, Tony è il braccio, ovvero se il primo è il creatore (di mondi), l'altro è l'esecutore, l'affabulatore, quello che vi convince a comprare...il biglietto. Insomma, sono quasi le dinamiche autore-esecutore, regista-attore, nelle quali si inserisce il Diavolo, che appunto fa la parte del diavolo: chi è se non quello che dà delle possibilità ? e per avere certe possibilità bisogna scendere a compromessi: ecco il signor Nick è un produttore
Valentina è l'idea, il soggetto, è lei il perno intorno al quale ruota il film e tutti i suoi personaggi, la chimera da conquistare.
Gilliam mette in scena il suo "Otto e mezzo" e anche se non realizza il suo film migliore, crea un'opera vorticosa che si chiude con una metafora assai amara sulla fine degli inventori di mondi (Parnassus, dopo essersi persi nei meandri dell'Imaginarium, si ritrova a fare il mendicante...). Peccato per la storia che va perdendo colpi in vista del finale e butta là troppi momenti ad effetto con rischio "baraonda". Ma pensando ai problemi che Gilliam ha avuto e che questo film dopo la morte di Ledger si sarebbe potuto bloccare, meglio di niente...
Però, ora spero Gilliam abbia imparato la (sua) lezione: ogni tanto scendere a patti col diavolo è necessario, se può portarti a fare film con più tranquillità e su un terreno che non rischi di franarti sotto i piedi, perchè hai voluto "osare troppo"
Voto: 7.5
#19 Guest_materasso-divino_*
Inviato 06 novembre 2009 - 10:43
se sia l'interpretazione corretta non lo so, ma preferisco credere che lo sia anche se necessaria di aggiustamenti forzati e cervellotici. però regge.
adesso posso finalmente promuoverlo
8
#20
Inviato 09 novembre 2009 - 11:08
Molto vario e con belle idee. Però non mi sembrano ben collegate. Manca qualcosa nei vari passaggi. Non so. Fondamentalmente la storia mi è piaciuta ma probabilmente il fatto di averlo visto al grande schermo ha aiutato.
Tom Waits senza dubbio il migliore.
Ecco, manca qualcosa nel rapporto tra Parnassus e il Diavolo. Anche qualcosa in Tony.
SPOILER
Tony è arrivato, ha fatto innamorare la ragazza, s'è scoperto che tipo era, però, perché? Mi sembra un pò inutile alla fine della storia.
FINE SPOILER
Tannen, io ti maledico.
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