L'ho visto ieri, e a dirla tutta ho goduto come raramente mi è capitato col cinema. Chi non riteneva possibile trasporre cinematograficamente - specie in un film dal taglio commerciale - la profondità e l'inquietudine etica raggiunte da certe vette della letteratura fumettistica supereroistica (ed io ero tra questi) deve ricredersi: questa pellicola parte come un bel action thriller dalla limpida fotografia per trasformarsi minuto dopo minuto in una frenetica parabola sulla violenza e il caos che covano in seno al vivere sociale, e con cui l'individuo deve fare i conti ogni qualvolta è chiamato a
scegliere come agire. La libertà di scelta, e l'irrimediabile valanga di conseguenze che ogni scelta pesante comporta sull'integrità morale e psichica del decisore e sulla vita di chi lo circonda, credo possa prendersi come filo conduttore della caterva di questioni aperte che Nolan con una certa violenza (il montaggio frenetico appunto) fa esplodere: il caso come motore del mondo, il caos e la violenza come necessarie manifestazioni di questa circostanza, tutto rappresentato da un Joker che resterà nella storia del cinema; ancora il caso come unica sensata risposta morale all'ineluttabile insensatezza della vita, e quindi, essendo il caso intrinsecamente ingiusto, l'inesistenza di una vera sana giustizia, come ci insegna un potente Harvey Dent (fossi Joel Schumacher mi chiuderei in bagno a piangere per giorni e giorni e giorni); il rapporto perverso tra i limiti morali del proprio campo di azione e i fini che ci si è posti, rappresentato da un Batman finalmente non pupazzone ma pedina usata con dovuta parsimonia nel racconto corale Per inciso, proprio non capisco chi è rimasto deluso dal comportamento mondano e superficiale di Bruce Wayne; non esiste nessun Wayne, il miliardario è una misera maschera, non è l'altro volto di Batman, Batman è il
solo volto, è l'unica persona che esista, o almeno la sola di qualche interesse nel racconto (oh ma era palese eh, se n'era accorta pure Rachel quando ancora aveva la faccia da scema della moglie di Tom Cruise...). Analogamente mi sembrano poco sensate le critiche verso la troppo veloce trasformazione di Dent; è veloce sì, ma non per questo frettolosa o goffa, ed è assolutamente necessaria a rendere il film quella terribile parabola di cui si diceva all'inizio. Dirò di più, il modo in cui Nolan usa Due Facce costituisce forse la maggiore libertà che gli sceneggiatori si sono presi rispetto alle esigenze tipiche di un film che debba rispondere ad un disegno commerciale, alle richieste di chi ha investito soldoni in esso: il regista poteva diluire la trasformazione di Dent, certo (anche se poco poteva agiungerci eh, quello lì è un Icaro, da di matto perché è sfigurato e lacerato fisicamente e moralmente, perché si fa il mazzo così e tutto quello che ottiene è
una fidanzata carbonizzata, punto.), e magari poteva usarlo per un altro film, e invece piega il personaggio alla sua necessità di
mandare un messaggio (parola del Joker!), lo fa nascere in maniera dignitosa, lo fa splendere di luce propria in
un triello "morale" da brividi, lo fa crepare pure, e via!
Nel complesso comunque il senso che ne ho tratto è un pessimismo opprimente ma non totale (dalla follia collettiva e dalla paura non per forza sboccia l'orrore,
è la piccola sconfitta che deve ammettere un Joker per il resto vincente su tutti i fronti), ed è un senso che si addice abbastanza al mio modo di vedere il mondo. O forse è così perché Nolan nel suo film pone solo delle domande, e le risposte sono poi automaticamente quelle che noi ci diamo? Così fosse, il film ne uscirebbe ancora meglio a mio giudizio.
Andando ai particolari, beh, qualche sbavatura ci può stare, ma non mi attacherei molto a 'ste argomentazioni. L'apprezzamento o meno delle scene d'azione ad esempio rientra moltissimo nel gusto personale: io ad esempio avrei evitato di
far schizzare Batman da un grattacielo di Hong Kong direttamente su un aereo (ma poi come avrei giustificato il ritorno a casa di un uomo in costume da pipistrello con un sequestrato cinese?), avrei reso più etereo la figura di Batman nelle scazzottate (come ho apprezzato in Batman Begins), e poi ci avrei messo più sangue (non mi interessa lo splatter, né gli schizzi sulla telecamera e altre buffonate di tarantiniana memoria, però mi fa strano non aver visto una bella macchiona di sangue su qualche muro in un film in cui crepa gente con una frequenza spettacolare! Però forse mi sono distratto). Comunque sono piccolezze. Qua e là forse Nolan non riesce a mantenere il controllo del montaggio quando fa crescere la tensione, è vero, ma era un rischio che doveva prendersi.
Menzione a parte per il Joker (per
Il Joker),
meraviglioso, ogni maledetta scena in cui appare un cult. L'interpretazione è da brividi, in primo luogo mimicamente esaltante, e soprattutto vocalmente notevole da quello che ho visto nei trailer in inglese (il doppiaggio è mediocre, ma come nel film Ledger è una o due spanne sopra il resto del bravissimo cast, così tra le voci in italiano l'interpretazione di Giannini è quella che si salva di più). Per quello che può valere una premiazione banale e mondana come quella degli Oscar, be', se non ne danno uno a questo qui...
Piacevolissima visione in ultima analisi (sto ancora cercando di immaginare come farà quel tipo, che ieri ha portato 'na decina di bimbi tra figli e nipoti a vedere il film, a spiegare loro perché Batman deve
rovinare definitivamente la deambulazione di una persona solo per fargli una domanda buahahaahah, bambini che comunque non hanno dato fastidio, si sono ammutoliti tutti dopo
il trucco della matita )