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Fare il professore...


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69 replies to this topic

#1 brachilone

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Inviato 10 settembre 2009 - 15:26

Ciao a tutti! C'è qualcuno che fa ho ha idea di fare il professore alle scuole superiori e ha idea di quale sia ora, dopo la riforma Gelmini, la strada da intraprendere?
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#2 Max Stirner

    Scaruffiano

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Inviato 10 settembre 2009 - 15:32

Immagine inserita

ok era una scuola elementare però

asd
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"Ho abituato i miei occhi al sangue." Georg Büchner


"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"

#3 *alessandro*

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Inviato 10 settembre 2009 - 15:41

Fino all'anno scorso cerano le SSIS ma ora non sono più operative e non mi risulta che il Ministro abbia elargito ricette alternative (sostanziali), visto che la sua attività si è limitata ad una pura e semplice contrazione della spesa (8 miliardi di euro in tre annni tradotti in molte migliaia di licenzimanti o NON assunzioni/stabilizzazioni) rivolta alla Pubblica Istruzione. Prova a guardare su qualcuno dei siti che si occupano della Scuola, lì forse qualcosa esce fuori (almeno a livello di supposizioni).

Comunque, quale che sia la panacea del ministro, tutto si risolverà in un lunghissimo precariato per i nuovi aspiranti professori, la sostanza non credo veramente che possa cambiare, visto come stanno le cose.

Per quello che riguarda il mestiere, è veramente un brutto mestiere, i docenti sono (credo) l'anello più debole del circuito scolastico, non hanno alcuna (reale) autonomia e/o autorità, sono soggetti di volta in volta alle frustrazioni dei dirigenti scolastici da una parte, dei genitori dall'altra e talvolta pure di qualche collega coglione. Soddisfazioni professionali e prospettive di crescita: zero, come credo non capiti in nessun altro mestiere.
Non riesco a trovare veramente un solo aspetto positivo nello svolgimento di questo mestiere, anche la favola del tempo libero è appunto una favola, tra consigli di classe, consigli dei docenti, riunioni varie, attività didattiche di vario tipo, attività di recupero e compiti da correggere, un docente lavora sicuramente più di un impiegato medio.

Il mio suggerimento sarebbe quello di frequentare la scuola solo per accompagnarci i figli.

Comunque prova a leggere qua

http://www.scuolaoggi.org/node/840
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ex "victor"

#4 brachilone

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Inviato 11 settembre 2009 - 07:25

Fino all'anno scorso cerano le SSIS ma ora non sono più operative e non mi risulta che il Ministro abbia elargito ricette alternative (sostanziali), visto che la sua attività si è limitata ad una pura e semplice contrazione della spesa (8 miliardi di euro in tre annni tradotti in molte migliaia di licenzimanti o NON assunzioni/stabilizzazioni) rivolta alla Pubblica Istruzione. Prova a guardare su qualcuno dei siti che si occupano della Scuola, lì forse qualcosa esce fuori (almeno a livello di supposizioni).

Comunque, quale che sia la panacea del ministro, tutto si risolverà in un lunghissimo precariato per i nuovi aspiranti professori, la sostanza non credo veramente che possa cambiare, visto come stanno le cose.

Per quello che riguarda il mestiere, è veramente un brutto mestiere, i docenti sono (credo) l'anello più debole del circuito scolastico, non hanno alcuna (reale) autonomia e/o autorità, sono soggetti di volta in volta alle frustrazioni dei dirigenti scolastici da una parte, dei genitori dall'altra e talvolta pure di qualche collega coglione. Soddisfazioni professionali e prospettive di crescita: zero, come credo non capiti in nessun altro mestiere.
Non riesco a trovare veramente un solo aspetto positivo nello svolgimento di questo mestiere, anche la favola del tempo libero è appunto una favola, tra consigli di classe, consigli dei docenti, riunioni varie, attività didattiche di vario tipo, attività di recupero e compiti da correggere, un docente lavora sicuramente più di un impiegato medio.

Il mio suggerimento sarebbe quello di frequentare la scuola solo per accompagnarci i figli.

Comunque prova a leggere qua

http://www.scuolaoggi.org/node/840


Che quadro triste che hai dipinto...  :-[
Cosa insegni?

In ogni caso grazie per il link e le dritte (storte)
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#5 *alessandro*

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Inviato 11 settembre 2009 - 07:40


Fino all'anno scorso cerano le SSIS ma ora non sono più operative e non mi risulta che il Ministro abbia elargito ricette alternative (sostanziali), visto che la sua attività si è limitata ad una pura e semplice contrazione della spesa (8 miliardi di euro in tre annni tradotti in molte migliaia di licenzimanti o NON assunzioni/stabilizzazioni) rivolta alla Pubblica Istruzione. Prova a guardare su qualcuno dei siti che si occupano della Scuola, lì forse qualcosa esce fuori (almeno a livello di supposizioni).

Comunque, quale che sia la panacea del ministro, tutto si risolverà in un lunghissimo precariato per i nuovi aspiranti professori, la sostanza non credo veramente che possa cambiare, visto come stanno le cose.

Per quello che riguarda il mestiere, è veramente un brutto mestiere, i docenti sono (credo) l'anello più debole del circuito scolastico, non hanno alcuna (reale) autonomia e/o autorità, sono soggetti di volta in volta alle frustrazioni dei dirigenti scolastici da una parte, dei genitori dall'altra e talvolta pure di qualche collega coglione. Soddisfazioni professionali e prospettive di crescita: zero, come credo non capiti in nessun altro mestiere.
Non riesco a trovare veramente un solo aspetto positivo nello svolgimento di questo mestiere, anche la favola del tempo libero è appunto una favola, tra consigli di classe, consigli dei docenti, riunioni varie, attività didattiche di vario tipo, attività di recupero e compiti da correggere, un docente lavora sicuramente più di un impiegato medio.

Il mio suggerimento sarebbe quello di frequentare la scuola solo per accompagnarci i figli.

Comunque prova a leggere qua

http://www.scuolaoggi.org/node/840


Che quadro triste che hai dipinto...  :-[
Cosa insegni?

In ogni caso grazie per il link e le dritte (storte)


No! No! Precisiamo! Ho insegnato per circa un anno della mia vita Matematica e Fisica nella Scuola pubblica. E' stata solo una parentesi, che ho vissuto anche gradevolmente perchè sapevo da principio che sarebbe stato solo un impiego temporaneo, ma è finita là visto che faccio un altro mestiere. Ho raccontato quello che ho visto. Però non voglio frustrare le tue aspirazioni, ascolta pure altre campane, e informati sui siti specializzati :D
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#6 wago

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Inviato 11 settembre 2009 - 08:09

Le SSIS sono sostituite, pare, da un anno di tirocinio obbligatorio. Non ho capito se sono o non sono previsti corsi di didattica e/o esami finali.

i docenti sono (credo) l'anello più debole del circuito scolastico, non hanno alcuna (reale) autonomia e/o autorità, sono soggetti di volta in volta alle frustrazioni dei dirigenti scolastici da una parte, dei genitori dall'altra e talvolta pure di qualche collega coglione. Soddisfazioni professionali e prospettive di crescita: zero, come credo non capiti in nessun altro mestiere.


Ho due genitori insegnanti, e per quanto appartengano a una generazione "fortunata" (sono entrati in ruolo molto presto), il panorama che io vedo e' molto diverso da quello che descrivi.
Di certo fare l'insegnante non e' la pacchia che spesso si sente raccontare a chi - forse dimenticandosi gli anni in cui andava a scuola - insiste che "sono sempre in vacanza e hanno quasi tutti i pomeriggi liberi". Da qui a dire parlare di autonomia 0 e soverchiamenti da parte di presidi e perfino genitori, pero', ce ne passa.

E' vero che le liberta' lasciate all'insegnante osservante sono poche: il programma e' quello che e', gli orari sono quelli che sono, le modalita' di verifica pure, ecc. Ed e' altrettanto vero che, a stare a farsi rincorrere da genitori e presidi, se ne esce pazzi o con le mani piu' legate che mai.
Io ancora non insegno - spero di farlo al piu' presto - ma ritengo che in un lavoro come questo sia importantissima la cocciutaggine, la determinazione ad andare per la propria strada costi quel che costi. I programmi sono una merda? In culo i programmi. I genitori sono dei rompicoglioni? Si fottano. La continua necessita' di verifiche snatura l'andamento della didattica? Faremo meno verifiche, o in modo diverso.
Quello che conta - l'ho imparato sulla mia pelle - e' che le cose sulla carta quadrino. Che a fine anno ognuno abbia tre voti: da dove vengano quei voti e' irrilevante. Che gli argomenti principali del programma siano stati toccati: con quale approfondimento, non ha importanza.

In discipline come matematica e fisica, che sono quelle che anche io insegnero', e' davvero fondamentale metterci del proprio: sono uno degli "anelli deboli" dell'istruzione italiana, per colpa degli studenti e del sistema scolastico si', ma anche dei programmi deliranti, delle modalita' didattiche antiquate e deleterie, degli insegnanti pigri o scoraggiati o poco fantasiosi. Per insegnare, bisogna vedere la cosa come una missione, come una battaglia da portare avanti ogni giorno: non tanto contro i malcapitati studenti, quanto contro tutti quegli ostacoli che si frappongono tra te e l'insegnare la tua materia per bene agli studenti che hai.

Poi e' ovviamente questione di attitudini: io ad esempio non riesco neanche lontanamente a concepire di lavorare in un ufficio a fare calcoli aziendali per una compagnia assicurativa, o simulazioni di aerodinamicita' di alettoni. Soddisfazioni personali? Crescita? O.o

ps. Per curiosita', che lavoro fai?
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#7 gigirictus

    ï͂͑̉͆ͧͮͩ̓ͧ̒͒̉̎̂̊͆͑͐̊̓̊̅ͭ͗̐̄̏̾̄͊

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Inviato 11 settembre 2009 - 08:15

anche la favola del tempo libero è appunto una favola, tra consigli di classe, consigli dei docenti, riunioni varie, attività didattiche di vario tipo, attività di recupero e compiti da correggere, un docente lavora sicuramente più di un impiegato medio.


Ma quale favola, è una Verità, basta vedere le playlist di frankie asd
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rym |


#8 *alessandro*

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Inviato 11 settembre 2009 - 09:04


Ho due genitori insegnanti, e per quanto appartengano a una generazione "fortunata" (sono entrati in ruolo molto presto), il panorama che io vedo e' molto diverso da quello che descrivi.
.......
ps. Per curiosita', che lavoro fai?


Per ora lavoro qui

http://www.ism.cnr.it/

ma la mia ambizione sarebbe quella di fare le valigie e andare a lavorare in un Paese scientificamente avanzato, spero di riuscirci in un futuro non troppo remoto ... ma questo è un problema mio, lasciamo stare che andiamo OT.

Spero tu possa dare delle buone dritte al nostro amico che vuole fare l'insegnante, e anzi sono felice che qualcuno la pensi diversamente da me e da molte delle persone che ho sentito (anche se non tutte ... a onor del vero) ... ne guadagna il dibattito e soprattutto il povero Brachilone che forse non butterà tutto nel cesso prima di iniziare, scoraggiato dalle mie parole.  :D

Io vedo due problemi fondamentali con la Scuola:

1. Il problema occupazionale che io, in qualche modo, vedo legato alla percezione del mestiere dell'insegnante, nel nostro Paese - I tuoi genitori appartenevano ad un'altra generazione, quando diventare insegnanti forse non era il calvario che è adesso, e soprattutto quando l'insegnante era una figura, non dico "ammirata", ma almeno "rispettata", e al quale era riconosciuto il ruolo "fondamentale" svolto nell'educazione e nella formazione dei ragazzi. Ora l'insegnate è percepito come un disperato e trattato alla stregua di un operatore stagionale di call center, quando non addirittura un fannullone (vedi Brunetta/Gelmini), uno scarto della società a cui si deve in qualche modo trovare un'occupazione, e magari anche da sfottore su Youtube o su Facebook.
Io mi chiedo in quale modo verranno collocati, le migliaia di insegnanti inseriti nelle graduatorie regionali a scorrimento. Graduatorie che in questi ultimi anni si sono ingigandite, anche per politiche sbagliate, poco meritocratiche, ma sono comunque persone che oggi dobbiamo collocare. In che modo questo potrà essere fatto, se alla Scuola sono previsti tagli strutturali per 8 miliardi di euro e se si va verso classi di oltre 30 persone?
Una persona giovane, quali che siano le sue capacità, credo non abbia alcuna chance di essere posto in ruolo in tempi brevi, a meno di una rivoluzione copernicana nel sistema scolastico (che per me è necessaria e l'incompetente che c'è adesso non ha nessuna possibilità di realizzare), ma che comunque non risolverebbe il problema del fiume di precari che deve essere messo in ruolo.

2. Il Mestiere dell'Insegnante - Questo ammetto è più un mio problema di percezione personale. Per quello che ho visto l'insegnante non ha una grande libertà di movimento. Il programma è quello (secondo me anche concepito male) e va svolto, il tempo è pochissimo. Se uno pensa al tempo coperto da un quadrimestre e gli sottrae il tempo occupato da almeno sei verifiche (tre orali e tre scritte) e gli sottrae il tempo delle gite, dei raduni, delle feste e di quant'altro, rimane quello appena appena sufficiente per fare l'indispensabile. Nei primi due anni in Matematica, si fa Algebra, puoi essere creativo quanto vuoi, cercare quanto vuoi di non essere pesante ed interessare gli alunni, ma alla fine tocca fare i calcoletti coi polinomi e con le equazioni, che sono noiosi per l'insegnante, figuriamoci per loro. Poi più si va avanti, più il programma cresce e lì diventa il panico, nelle quarte liceo di certi istituti si mettono a fare Sistemi Lineari, Calcolo Combinatorio, Calcolo delle Probabilità e Informatica oltre al programma istituzionale di Trigonometria, e dove lo trovi il tempo, quando per fare, in classe, un problema di trigonometria con la discussione parametrica ci vuole più di un'ora? Ora vogliono portare le classi a più di 30 persone, che è come buttare una tanica di benzina su un incendio, non so veramente come potranno gli insegnanti affrontare una situazione di questo tipo.
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#9 brachilone

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Inviato 11 settembre 2009 - 09:26

Le SSIS sono sostituite, pare, da un anno di tirocinio obbligatorio. Non ho capito se sono o non sono previsti corsi di didattica e/o esami finali.

i docenti sono (credo) l'anello più debole del circuito scolastico, non hanno alcuna (reale) autonomia e/o autorità, sono soggetti di volta in volta alle frustrazioni dei dirigenti scolastici da una parte, dei genitori dall'altra e talvolta pure di qualche collega coglione. Soddisfazioni professionali e prospettive di crescita: zero, come credo non capiti in nessun altro mestiere.


Ho due genitori insegnanti, e per quanto appartengano a una generazione "fortunata" (sono entrati in ruolo molto presto), il panorama che io vedo e' molto diverso da quello che descrivi.
Di certo fare l'insegnante non e' la pacchia che spesso si sente raccontare a chi - forse dimenticandosi gli anni in cui andava a scuola - insiste che "sono sempre in vacanza e hanno quasi tutti i pomeriggi liberi". Da qui a dire parlare di autonomia 0 e soverchiamenti da parte di presidi e perfino genitori, pero', ce ne passa.

E' vero che le liberta' lasciate all'insegnante osservante sono poche: il programma e' quello che e', gli orari sono quelli che sono, le modalita' di verifica pure, ecc. Ed e' altrettanto vero che, a stare a farsi rincorrere da genitori e presidi, se ne esce pazzi o con le mani piu' legate che mai.
Io ancora non insegno - spero di farlo al piu' presto - ma ritengo che in un lavoro come questo sia importantissima la cocciutaggine, la determinazione ad andare per la propria strada costi quel che costi. I programmi sono una merda? In culo i programmi. I genitori sono dei rompicoglioni? Si fottano. La continua necessita' di verifiche snatura l'andamento della didattica? Faremo meno verifiche, o in modo diverso.
Quello che conta - l'ho imparato sulla mia pelle - e' che le cose sulla carta quadrino. Che a fine anno ognuno abbia tre voti: da dove vengano quei voti e' irrilevante. Che gli argomenti principali del programma siano stati toccati: con quale approfondimento, non ha importanza.

In discipline come matematica e fisica, che sono quelle che anche io insegnero', e' davvero fondamentale metterci del proprio: sono uno degli "anelli deboli" dell'istruzione italiana, per colpa degli studenti e del sistema scolastico si', ma anche dei programmi deliranti, delle modalita' didattiche antiquate e deleterie, degli insegnanti pigri o scoraggiati o poco fantasiosi. Per insegnare, bisogna vedere la cosa come una missione, come una battaglia da portare avanti ogni giorno: non tanto contro i malcapitati studenti, quanto contro tutti quegli ostacoli che si frappongono tra te e l'insegnare la tua materia per bene agli studenti che hai.

Poi e' ovviamente questione di attitudini: io ad esempio non riesco neanche lontanamente a concepire di lavorare in un ufficio a fare calcoli aziendali per una compagnia assicurativa, o simulazioni di aerodinamicita' di alettoni. Soddisfazioni personali? Crescita? O.o

ps. Per curiosita', che lavoro fai?


Condivido quello che dici, sono i motivi che mi stanno spingendo ad intraprendere una carriera da professore. Io ora sono uno di quelli che fa "calcoli aziendali" (sembra una malattia...), e non vedo un minimo di utilità in ciò che faccio. Non è la ricerca del tempo libero che mi spinge verso la scuola, ma la necessità di fare una professione per la quale sento di essere abbastanza portato e soprattutto che dia un certo senso alla mia vita, una sorta di missione appunto.
Purtroppo il problema del precariato, specialmente in questo periodo, è molto grosso e rappresenta senz'altro un ostacolo.
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#10 sud afternoon

    Si legge sud afternùn.

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Inviato 11 settembre 2009 - 10:11

Io la vedo più o meno come Wago: una lotta quotidiana contro programmi e paradigmi di insegnamento burocraticamente prestabiliti. Tanto alla fine, esibiti i tre voti per ogni studente, nessuno verrà a chiederti delle tue modalità di interazione con gli studenti e di valutazione. Io sarei anche più radicale, eventualmente boicottando anche i punti principali dei "programmi ministeriali", qualora ne sentissi la necessità. Tanto quello che si studia si dimentica, la scuola serve ad altro (va da sé che preferirei evitare di lavorare in un liceo scientifico, dove sarei vincolato alla necessità di insegnare agli studenti a fronteggiare la prova di matematica della maturità). Certo se uno rinuncia a priori a questo approccio, decidendo di restare realmente entro i termini dei regolamenti ministeriali, mi sembra chiaro che finisca facilmente nel più pessimistico quadro dipinto da Victor.

Ovviamente parlo senza avere alcuna esperienza didattica, mi sembra giusto farlo notare. Tanto ho tempo per pensare a queste cose: ancora un anno pieno di esamoni ed esamini, la tesi di laurea, qualche mese per vedere frustrata la mia aspirazione a una carriera scientifica. Dopo se ne parla di entrare nel mondo del precariato  :D 
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#11 wago

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Inviato 11 settembre 2009 - 10:29

Io sarei anche più radicale, eventualmente boicottando anche i punti principali dei "programmi ministeriali", qualora ne sentissi la necessità.


Esattamente.
Peraltro capisco e condivido l'intervento-spiegazione di victor. Il punto e' che fare l'insegnante oggi in Italia significa prendere atto di questa situazione pessima e rimboccarsi le maniche. Sono convintissimo che per farlo (e farlo senza scappare dopo poco) sia necessaria una forte vocazione, puntualmente sfidata dai mille paletti burocratici previsti dal sistema scolastico. Solo avendo il coraggio di prendersi liberta' laddove non ci sono, e senza perderlo al prim al secondo al centesimo muro invalicabile, si puo' riuscire in quello che si', ora come ora e' un mestiere difficile*.

* Da farsi bene: per farlo col culo non ci vuole nulla. E questo - l'inamovibilita' degli incapaci - e' un altro enorme problema della scuola italiana.

Dato che siam qua in un po' di matematici/fisici con velleita' da insegnante, per curiosita': quali trovate siano gli aspetti piu' deliranti dei programmi di matematica e fisica, e quali sono le modifiche che vi starebbero piu' a cuore?
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#12 thom

    The infrared insert of memory encouragement immersion

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Inviato 11 settembre 2009 - 10:45

Ciao a tutti! C'è qualcuno che fa ho ha idea di fare il professore alle scuole superiori e ha idea di quale sia ora, dopo la riforma Gelmini, la strada da intraprendere?


se intendi proprio burocraticamente andava fatta istanza online nel sito della pubblica istruzione, ma i temini sono scaduti ancora a meta' luglio se non sbaglio

dopo aver fatto istanza online ed esserti presentato in una scuola per il riconoscimento sei inserito nelle graduatorie di seconda e terza fascia per le materie che la tua laurea magistrale ti permette di insegnare e nelle scuole in cui hai dato disponibilita'

so con certezza che molti falsano i cv per essere inseriti con punteggi superiori, in quanto trattasi di mera autocertificazione

io posso dire di aver tenuto dei corsi per un mese e mezzo in una scuola pubblica e mi sono divertito come un pazzo


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#13 Marguati

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Inviato 20 settembre 2009 - 20:08

Dato che siam qua in un po' di matematici/fisici con velleita' da insegnante, per curiosita': quali trovate siano gli aspetti piu' deliranti dei programmi di matematica e fisica, e quali sono le modifiche che vi starebbero piu' a cuore?

L'assurda mole di conti e di formule insegnate per essere imparate a memoria tanto per cominciare, tant'è che c'è sempre la gente che quando sente che fai matematica ti chiede "matematica? ma come fai ad imparare tutte quelle formule a memoria??".

In generale, anche la suddivisione per esercizi delle materie spinge la gente a imparare meccanicamente i metodi per risolvere determinate tipologie di esercizio. Capita spesso che un insegnante anche bravo non faccia caso alla cosa e inserisca in un compito una tipologia leggermente differente: il risultato è invariabilmente una strage, con studenti che gridano al tradimento. Non è stupidità (non tutta almeno), è colpa proprio di come è organizzata la materia nei libri di testo da cui sono tratti gli esercizi (consiglio n°1 per aspiranti professori: evitare questi ultimi come la peste, farsi le cose da sè. Vale sempre per chi si sente in missione per conto di dio ovviamente).

La matematica è presentata come procedimenti meccanici di calcolo e la sua vera essenza, la dimostrazione, viene affrontata praticamente solo in geometria euclidea - come una sorta di curiosità pallosa - o all'ultimo anno di analisi, quando è ormai troppo tardi. Una prima modifica generale sarebbe riportare le cose alla realtà dei fatti e improntare lo studio alla dimostrazione - non roba pesante, quanto basta per far imparare allo studente a ragionare con la sua testa. Personalmente, credo dovrebbe essere questo l'obiettivo finale di un corso di matematica per le superiori (per i licei almeno; per es. gli istituti professionali hanno altre priorità). Tra l'altro questo gli renderebbe più facile affrontare gli esercizi stessi.

Un altro punto a sfavore è il fatto che gli argomenti in programma siano presentati come completamente avulsi da qualsiasi contesto pratico (tranne magari negli approfondimenti alla fine del libro che non legge nessuno). Sia chiaro, io sono per l'astrazione, però mi sembra che dare esempi e mostrare l'utilità della materia paghi molto in termine di rendimento. A quanto mi risulta nelle scuole dell'obbligo ungheresi si fa così da sempre e i risultati (per esempio alle olimpiadi di matematica) si vedono.
La maggior parte degli studenti è assolutamente demotivata dal pensiero che "questa roba non serve assolutamente a niente, a che pro studiarla?". La cosa migliore da fare probabilmente è mostrargli che si sbaglia e presentargli i contesti pratici che attualmente sono latitanti (quando compaiono sono al più divagazioni del professore che significano "oggi è come uscire mezz'ora prima"). Al contrario, queste dovrebbero proprio far parte dell'insegnamento. Secondo me basta anche poca cosa: quando spieghi i logaritmi, parlagli della legge di Benford e di come si può applicare per scoprire le frodi fiscali (nel forum se n'è parlato tempo fa perchè l'hanno usata per provare i brogli iraniani); quando spieghi il teorema di Weierstrass, parlagli della curva di Laffer; cose così. Saranno poca cosa ma non ricordo niente di peggio - scolasticamente parlando - dello studiare qualcosa percependo la sua più completa inutilità.
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#14 Man-Erg

    Quando sulla riva verrai

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Inviato 20 settembre 2009 - 23:02

E' vero che le liberta' lasciate all'insegnante osservante sono poche: il programma e' quello che e', gli orari sono quelli che sono, le modalita' di verifica pure, ecc. Ed e' altrettanto vero che, a stare a farsi rincorrere da genitori e presidi, se ne esce pazzi o con le mani piu' legate che mai.
Io ancora non insegno - spero di farlo al piu' presto - ma ritengo che in un lavoro come questo sia importantissima la cocciutaggine, la determinazione ad andare per la propria strada costi quel che costi. I programmi sono una merda? In culo i programmi. I genitori sono dei rompicoglioni? Si fottano. La continua necessita' di verifiche snatura l'andamento della didattica? Faremo meno verifiche, o in modo diverso.
Quello che conta - l'ho imparato sulla mia pelle - e' che le cose sulla carta quadrino. Che a fine anno ognuno abbia tre voti: da dove vengano quei voti e' irrilevante. Che gli argomenti principali del programma siano stati toccati: con quale approfondimento, non ha importanza.

In discipline come matematica e fisica, che sono quelle che anche io insegnero', e' davvero fondamentale metterci del proprio: sono uno degli "anelli deboli" dell'istruzione italiana, per colpa degli studenti e del sistema scolastico si', ma anche dei programmi deliranti, delle modalita' didattiche antiquate e deleterie, degli insegnanti pigri o scoraggiati o poco fantasiosi. Per insegnare, bisogna vedere la cosa come una missione, come una battaglia da portare avanti ogni giorno: non tanto contro i malcapitati studenti, quanto contro tutti quegli ostacoli che si frappongono tra te e l'insegnare la tua materia per bene agli studenti che hai.

Poi e' ovviamente questione di attitudini: io ad esempio non riesco neanche lontanamente a concepire di lavorare in un ufficio a fare calcoli aziendali per una compagnia assicurativa, o simulazioni di aerodinamicita' di alettoni. Soddisfazioni personali? Crescita? O.o

ps. Per curiosita', che lavoro fai?


che belle le cose che hai scritto. ci vorrebbe più gente, o in questo caso professori, come te.


anche la favola del tempo libero è appunto una favola, tra consigli di classe, consigli dei docenti, riunioni varie, attività didattiche di vario tipo, attività di recupero e compiti da correggere, un docente lavora sicuramente più di un impiegato medio.


Ma quale favola, è una Verità, basta vedere le playlist di frankie asd


ahahahahahahah
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#15 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 21 settembre 2009 - 00:11


che belle le cose che hai scritto. ci vorrebbe più gente, o in questo caso professori, come te.
 


non esageriamo, è pur sempre un fan dei Genesis
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#16 Man-Erg

    Quando sulla riva verrai

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Inviato 21 settembre 2009 - 12:30



che belle le cose che hai scritto. ci vorrebbe più gente, o in questo caso professori, come te.
 


non esageriamo, è pur sempre un fan dei Genesis


:D
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#17 Greed

    round control to major troll

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Inviato 21 settembre 2009 - 13:39

In generale, anche la suddivisione per esercizi delle materie spinge la gente a imparare meccanicamente i metodi per risolvere determinate tipologie di esercizio.


Sono uscito dal liceo scientifico quest'anno e sono d'accordo con te.
Anche perchè, abituato ad un lavoro un po' meccanico, quando mi sono trovato davanti la simulazione di seconda prova mi sono demoralizzato parecchio.
Sono uscito con 7/10 a fine anno in mate...ma nella seconda prova ho preso 8/15 !
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#18 Guest_Ortodosso_*

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Inviato 21 settembre 2009 - 21:32

Non e' che la motivazione per la quale fare qualcosa deve essere parte integrante, la motivazione deve essere la parte principale. Non l'ultima, ma la prima mezz'ora.

Il disastro scientifico dell'istruzione italiana e' proprio quello per il quale:

1. La motivazione non esiste (e la motivazione dei logaritmi per dire non e' certo la frode fiscale, e' risolvere la funzione esponenziale e l'interesse composto continuamente, che e' un attimino piu' frequente e importante nel mondo);

2. Se sbagli la manualita' del calcolo e' finita.

3. Vengono richieste le dimostrazioni/i problemi sono situazioni irreali e fittizie.


Si diano:

- Veri problemi, vere basi di dati e veri contesti.
- Si permetta l'uso di calcolatrici e software a patto di spiegare il ragionamento
- Si permetta la risoluzione grafica in luogo di quella analitica.
- Si metta la dimostrazione in allegato. La dimostrazione serve solo come aiuto per ricordare la formula, o se vuoi fare il professore.

Di 100 cui matematica servirebbe, 0.5 faranno il professore e 99.5 dimenticheranno la dimostrazione dopo un minuto dall'interrogazione. Pero' si insegna a tutti come se 100/100 dovessero fare il professore, quando il mondo richiede tutt'altro, richiede che si sia capaci di essere utenti delle materie quantitative, non di fare i calcoli al posto di Excel o JMP o Mathematica. Risultato: nessuno e' nemmeno utente.

La prova di matematica dovrebbe essere quanto pie' simile alla prova di italiano. Con problemi reali, con richiesta di interpretazioni di dati, a livello micro o macroeconomico. Altro che puttanate.


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#19 debaser

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Inviato 21 settembre 2009 - 21:43

ma economico stocazzo, mica c'è solo l'economia al mondo asd
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Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#20 wago

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Inviato 21 settembre 2009 - 21:50

Sono sostanzialmente d'accordo con paradosso, sostanzialmente d'accordo con marguati, ma relativamente distante da entrambi su un punto:

La matematica è presentata come procedimenti meccanici di calcolo e la sua vera essenza, la dimostrazione, viene affrontata praticamente solo in geometria euclidea - come una sorta di curiosità pallosa - o all'ultimo anno di analisi, quando è ormai troppo tardi. Una prima modifica generale sarebbe riportare le cose alla realtà dei fatti e improntare lo studio alla dimostrazione


- Si metta la dimostrazione in allegato. La dimostrazione serve solo come aiuto per ricordare la formula, o se vuoi fare il professore.


A mio avviso la matematica senza dimostrazioni e' un'aberrazione. La matematica non e' fatta di formule, ma di ragionamenti che conducono a formule. Quel che conta non e' la formula, ma il saperci arrivare.
Una scuola il cui obiettivo sia che gli studenti conoscano le formule di prostaferesi, utili o inutili che siano, non e' una scuola che risponda al suo compito di formare i cittadini. Io studio matematica, le formule di prostaferesi non le so ma so come ricostruirle qualora mi servisse impiegarle. Questo e' lo scopo che l'insegnamento della matematica deve prefiggersi: dare agli studenti la possibilita' di risolvere problemi con le proprie capacita'.
Questo fermo restando che ben piu' importante che sapere o non sapere le formule di prostaferesi e' sapere che farsene nella vita, quando impiegarle (mai), come evitarle, dove andare a pescarle quando uno non riuscisse proprio a ricordarsele.

La matematica comunque non e' fatta solo di dimostrazioni e procedimenti rigorosamente bottom-up. Intuito, osservazione grafica, "convincimento tramite esempio" e pensiero divergente hanno un ruolo assolutamente fondamentale ed e' sbagliato far finta che ogni questione matematica debba sempre e per forza partire da una dimostrazione e chiudersi con una dimostrazione.
Porte spalancate alle risoluzioni grafiche, alle approssimazioni numeriche, all'impiego di software e calcolatrici programmabili. Non come scusa per evitare di affrontare le questioni su un piano astratto e logico-deduttivo, ma come approccio altrettanto centrale per la matematica ddi oggi quanto lo sono dimostrazioni, espressionacce a sei piani e studi di funzione. Quel che conta e' insegnare a padroneggiare questi strumenti, conoscendone limiti e potenzialita' extra, per restare succubi di qualsiasi risultato ne esca, perche' diventino aiuti e non sostituti del proprio cervello.
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#21 sud afternoon

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Inviato 21 settembre 2009 - 22:08

Paradosso (che pure centra un problema) vorrebbe che si insegnasse a tutti come se 100/100 dovessero fare un master di economia alla Wharton.
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#22 wago

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Inviato 21 settembre 2009 - 22:10

Parlando di programmi, credo le cose non vadano assolutamente bene ne' come sono ora, ne' come si prospetta saranno fra qualche anno.

Tralasciando qualsiasi discorso sull'essere al passo coi tempi (e quindi sulla mancanza di informatica, statistica, metodi empirici ecc.) e guardando biecamente alla sola coerenza interna dei programmi, trovo folle se non criminale il modo in cui matematica e fisica vanno (o meglio non vanno) in parallelo durante il triennio.
La fisica come scienza e' di fatto esplosa grazie all'invenzione, da parte di Newton, del calcolo differenziale. EPPERO' al triennio si introducono e studiano i concetti ottenuti grazie a questo ricorrendo a costruzioni faragginosissime se non incomprensibili, semplificazioni brutali per nulla chiarificatorie solo perche' Dio ha voluto che Derivate E Integrali si facessero in quinta.

Per quanto mi riguarda, parlare di velocita' e accelerazione senza parlare di derivata prima e seconda e' da rincoglioniti totali, parlare di legge oraria del moto senza dare un'idea vaga di cosa sia un integrale equivale alla certezza che nessuno capisca alcunche'.

In una mia riforma dei programmi, i programmi di matematica e fisica andrebbero in parallelo, fin dal biennio, con un peso molto maggiore alla "scoperta" sperimentale sia in una disciplina che nell'altra.
Dunque:

- piu' laboratorio
- MOLTI meno calcolazzi
- MOLTA meno trigonometria (a che cazzo servira' un anno di trigonometria, bah!)
- piu' geometria analitica e da prima (in seconda si puo' gia' iniziare a parlarne), ma meno balle sulle coniche
- logica e geometria sintetica affrontate in modo serio, non pedante e il piu' possibile stimolante (no esercizi in cui van dimostrati "teoremi" assurdi di generalita' zero e interesse zero)
- piu' spazio al ragionamento personale, meno all'"esercizio standard"
- piu' spazio all'intuizione empirica, ai ragionamenti bottom-up, alle lezioni non frontali, al lavoro di gruppo
- impiego di software per: organizzare il lavoro, evitare fatiche evitabili, capire meglio questioni gia' affrontate altrimenti e introdurne di diverse, comprendere limiti e potenzialita' del calcolo automatico
- epistemologia, storia della scienza e simili non come "curiosita'" ma come parte integrante del discorso sulla scienza
- analisi a piccole dosi fin dalla terza liceo
- numeri complessi a manetta, anche per evitare la trigonometria
- spazio all'algebra astratta, affrontata in territori "tangibili" come gruppi ciclici, gruppi di trasformazioni, matrici di cambio coordinate, anelli sugli interi. NO passaggi dalla base 7 alla base 13, chi cazzo se ne frega.
- poche balle teoriche sulla termodinamica che tanto senza forme differenziali e' impossibile capirla decentemente. meglio andare in laboratorio a far bollire un po' di ghiaccio
- al biennio, no "anticipo un po' di fisica del triennio ma spiegandola col culo": tanto laboratorio, tante esperienze divertenti che stimolino la creativita' e il rapporto manualita'/dato/astrazione, magari un po' di ottica geometrica e altre cose affrontabili
- probabilita' e statistica non come "prezzemolo" ma come parte integrante dell'insegnamento
- niente merdate di fisica moderna tanto per dire di averle fatte, tanto nessuno capira' mai la fisica quantistica raccontandogli due cagate su Heisenberg
- problemi che partono da situazioni concrete e stimolanti, no minchiate tipo "un aereo si trova a distanza 2sqrt(3) metri dalla torre di controllo..." (si', mi e' capitato di leggere un problema siffatto)
- poche dimostrazioni "da sapere", ma affrontate con serieta', coerenza e basso grado di spannometria
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#23 Greed

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Inviato 21 settembre 2009 - 22:36

"un aereo si trova a distanza 2sqrt(3) metri dalla torre di controllo..." (si', mi e' capitato di leggere un problema siffatto)


Non hai visto il mio (EX!ahah) libro di fisica allora. Nei problemi ci sono anche simpatici animaletti come ragni appesi ai loro fili.  :o
E' il Walker, quello che ti mette anche i problemi in inglese (??), ogni tanto.

Comunque il problema del laboratorio wago, è che i ragazzi in genere pensano "andiamo a fare un po' di cazzeggio invece che fare lezione".

Per quanto riguarda anticipazione di derivate e integrali, potrebbe essere molto utile.  Gli integrali li ho sempre trovati faticosi, ma affrontando le derivate si possono capire molte cose, e collegarsi anche alla fisica.
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#24 sud afternoon

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Inviato 21 settembre 2009 - 23:50

Io non riesco a formulare un elenco di questo tipo. Non saprei da dove iniziare, né su cosa puntare maggiormente l'attenzione. Marguati ha messo in evidenza un problema che anche io trovo cruciale. L'insegnamento attuale induce nel futuro "non addetto ai lavori" una percezione della matematica quale agglomerato di classi fuzzy di problemi, e di corrispondenti classi fuzzy di metodi risolutivi. Uso naivement il termine fuzzy, e suppongo mi capiate: lo studente crede che vi siano problemi standard, e variazioni sul tema dei problemi standard; e pensa che la comunità matematica altro non faccia che conservare e divulgare le tecniche risolutive di problemi standard, e elaborare eventuali stratagemmi per risolvere anche le variazioni sui temi. Tutto ciò non ha nulla a che vedere con le matematiche. Non mi riferisco alle moderne teorie matematiche. Tutto ciò non ha proprio legame con la natura della matematica quale esperienza personale e quale fenomeno storico e antropologico. Io credo che una nuova radicale riforma della didattica della matematica potrebbe partire da questa considerazione, e dal desiderio di ribaltare un così ridicolo stato di cose. Non per forza da qui dovrebbe partire, ma da qui potrebbe partire. Ovviamente partire non so per dove e non so come.
Comunque da quello che ho percepito in una manciata di corsi a carattere liberamente speculativo proprio su questioni di questo tipo, i cosiddetti "esperti di didattica" preferiscono evitare del tutto approcci così radicali. Mai pensano di reimpostare tutto, preferendo muoversi per piccoli raffinamenti delle dinamiche attualmente vigenti. E forse non hanno tutti i torti. Più che discutere di cosa insegnare, preferiscono discutere di come accrescere nei docenti la consapevolezza delle complessità cognitive insite nell'interazione tra loro e i loro studenti. Già dare peso alle loro osservazioni (cosa che non credo avvenga) darebbe frutti interessanti.

Ovviamente non so generare una lista di cose che cambierei nell'insegnamento scolastico, ma posso commentare quella altrui.

[quote author=wago link=topic=10864.msg578309#msg578309 date=1253569549]

guardando biecamente alla sola coerenza interna dei programmi, trovo folle se non criminale il modo in cui matematica e fisica vanno (o meglio non vanno) in parallelo durante il triennio.
La fisica come scienza e' di fatto esplosa grazie all'invenzione, da parte di Newton, del calcolo differenziale. EPPERO' al triennio si introducono e studiano i concetti ottenuti grazie a questo ricorrendo a costruzioni faragginosissime se non incomprensibili, semplificazioni brutali per nulla chiarificatorie solo perche' Dio ha voluto che Derivate E Integrali si facessero in quinta.
[/quote]

Questa è la classica inspiegabile coincidenza indotta tra filogenesi e ontogenesi. Come se qualche autorità avesse detto "i matematici hanno atteso due secoli e mezzo dopo la nascita della dinamica newtoniana per autosoddisfarsi del livello di rigore data alla nozione di limite, facciamo fare lo stesso anche agli studenti (mutando i secoli in anni scolastici)". Non ha alcun senso, su questo ti seguo. Però nozioni terribilmente profonde, come quelle di limite o di continuità (nozioni che personalmente non ho la pretesa di dichiarare sotto il mio controllare euristico, cognitivo, e neanche tecnico) sono degli ossi durissimi per ragazzini di 14 anni.

[quote]
Per quanto mi riguarda, parlare di velocita' e accelerazione senza parlare di derivata prima e seconda e' da rincoglioniti totali, parlare di legge oraria del moto senza dare un'idea vaga di cosa sia un integrale equivale alla certezza che nessuno capisca alcunche'.
[/quote]
No, non è vero. Un docente con un sufficiente controllo dell'esperienza cognitiva dei suoi studenti, senza mai parlare di derivata prima può indurre in questi un'assunzione della nozione di velocità sufficientemente appagante da un punto di vista psicologico e non in contraddizione con quella . E' questo quello che si chiede ad un insegnante di matematica. Non esiste mica la nozione definitiva di velocità, e la sua modellizzazione matematica definitiva tra l'altro, queste cose lasciamole pensare ai fisici. Fermo restando che, come ho detto sopra, non sono mica contrario all'insegnamento dell'analisi ai primi anni di scuola superiore. 

[quote]
In una mia riforma dei programmi, i programmi di matematica e fisica andrebbero in parallelo, fin dal biennio, con un peso molto maggiore alla "scoperta" sperimentale sia in una disciplina che nell'altra.
[/quote]
Che intendi per scoperta sperimentale in matematica? Se intendi dare una idea di come i concetti matematici si sono formati e sono poi evoluti, la vedo cosa poco fattibile in gran parte dei casi, e talora temo anche controproducente. Però forse intendevi altro, scusami. Forse intendevi qualcosa comunque legato alla nozione di "scoperta sperimentale" in fisica, su cui tra l'altro non sento di potermi esprimere.

[quote]
- piu' laboratorio
[/quote]
Non saprei. Mi piacerebbe esprimemi ma non ho elementi. Per me comunque sarebbe meglio scindere l'insegnamento di matematica e fisica. Ai matematici dovrebbe essere precluso l'insegnamento della fisica, ai fisici quello della matematica. Per matematici [fisici] non intendo laureati in matematica [laureati in fisica], ma persone di cui sia accertata una qualche esperienza in matematica [fisica] associata ad una forte capacità di valutazione dei fenomeni cognitivi inerenti la sua concezione e la sua comunicazione della matematica [fisica]. Parlo cioè di prototipi di "insegnanti di matematica [di fisica]". Prima che mi si tacci di bourbakismo, razzismo, nazismo, eugenetica della didattica, mi si lasci dire che una tale scissione non creerebbe problemi per quanto concerne l'interazione tra le due discipline, di cui pure gli studenti devono avere consapevolezza. Il docente di matematica potrà dire la sua su quanto la sua materia interagisca con la fisica, e il professore di fisica potrebbe fare altrettanto con la matematica. Lo studente avrebbe due punti di vista diversi, assai probabilmente non in pieno accordo. Meglio così per lui.

[quote]
- MOLTI meno calcolazzi
- MOLTA meno trigonometria (a che cazzo servira' un anno di trigonometria, bah!)
[/quote]
Amen, [bestemmia di sfogo a scelta del lettore]! Su come insegnare davvero l'algebra (e come esempio del modo di argomentare degli esperti di didattica sopra citato) consiglio il prolisso ma significativo:
http://stwww.weizman... Sense 1994.pdf

[quote]
- piu' geometria analitica e da prima (in seconda si puo' gia' iniziare a parlarne), ma meno balle sulle coniche
[/quote]
Concordo.

[quote]
- logica e geometria sintetica affrontate in modo serio, non pedante e il piu' possibile stimolante (no esercizi in cui van dimostrati "teoremi" assurdi di generalita' zero e interesse zero)
[/quote]
Questa è una mancanza grave. Gravissima. "Abbasso Euclide! Abbasso il triangolo!" gridò ad un convegno di didattica Dieudonné. Scommetto che adesso darebbe via una palla (non nel senso di disco in R alla enne né nel senso intuitivo di sfera, proprio un coglione dei suoi) per rivedere un po' di Geometria alle scuole. Ovviamente i testi che scimmiottano malamente gli elementi di Euclide, e che ancora sono gran parte dei testi di geomeria del biennio di scuola superiore, andrebbero messi al rogo (ancora vi prego di non darmi del nazista, è una iperbole :D). E sulla logica bisogna stare attentissimi: non bisogna lasciar credere agli studenti che gli si insegni "a ragionare". Tutt'altro, semmai il contrario.

[quote]
- piu' spazio al ragionamento personale, meno all'"esercizio standard"
[/quote]
Vedi all'inizio.

[quote]
- piu' spazio all'intuizione empirica, ai ragionamenti bottom-up, alle lezioni non frontali, al lavoro di gruppo
[/quote]
Sei Lakatos.  :P No ma va bene, sono d'accordo eh.  asd

[quote]
- impiego di software per: organizzare il lavoro, evitare fatiche evitabili, capire meglio questioni gia' affrontate altrimenti e introdurne di diverse, comprendere limiti e potenzialita' del calcolo automatico
[/quote]
Sì, e nell'articolo riportato sopra c'è un esempio divertente.

[quote]
- epistemologia, storia della scienza e simili non come "curiosita'" ma come parte integrante del discorso sulla scienza
[/quote]
Maddona questo sarebbe rivoluzionario, e in positivo. Un sogno ad occhi aperti.

[quote]
- numeri complessi a manetta, anche per evitare la trigonometria
[/quote]
Non li sopporto, ma non amo neanche la trigonometria liceale. asd
[/quote]

[quote]
- spazio all'algebra astratta, affrontata in territori "tangibili" come gruppi ciclici, gruppi di trasformazioni, matrici di cambio coordinate, anelli sugli interi. NO passaggi dalla base 7 alla base 13, chi cazzo se ne frega.
[/quote]
Concordo. E, senza derive bourbakiste, bisogna trasmettere agli studenti la PLAUSIBILITA' del lavoro di astrazione, distruggendo con pochi semplici sofismi la loro triste concezione della "utilità" o della "applicazione". Anche i docenti di filosofia dovrebbero contribuire a questo. Poi si potrebbero organizzare corsi pomeridiani per preparare gli Ortodosso ad affrontare le formule che gli fanno credere di vedere ai Master.

[quote]
- poche balle teoriche sulla termodinamica che tanto senza forme differenziali e' impossibile capirla decentemente. meglio andare in laboratorio a far bollire un po' di ghiaccio
- al biennio, no "anticipo un po' di fisica del triennio ma spiegandola col culo": tanto laboratorio, tante esperienze divertenti che stimolino la creativita' e il rapporto manualita'/dato/astrazione, magari un po' di ottica geometrica e altre cose affrontabili
- probabilita' e statistica non come "prezzemolo" ma come parte integrante dell'insegnamento
[/quote]
Sul primo punto non so niente, il secondo dovrebbe essere (e ahimé non è) dato acquisito.

[quote]
- niente merdate di fisica moderna tanto per dire di averle fatte, tanto nessuno capira' mai la fisica quantistica raccontandogli due cagate su Heisenberg
[/quote]
A me l'hanno risparmiata. Ho anche evitato i corsi di fisica moderna all'università per ragioni di gusto. Non saprò mai niente di fisica quantistica. Ma che ha di così bello? Dai consigliatemi qualche divulgativo.  :D

[quote]
- problemi che partono da situazioni concrete e stimolanti, no minchiate tipo "un aereo si trova a distanza 2sqrt(3) metri dalla torre di controllo..." (si', mi e' capitato di leggere un problema siffatto)
[/quote]
Con la premessa della disintegrazione del concetto di utilità fatto prima, si può accettare anche questo.

[quote]
- poche dimostrazioni "da sapere", ma affrontate con serieta', coerenza e basso grado di spannometria
[/quote]
Ci devo pensare meglio su questo tema. Non ti prometto che lo farò. :D
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#25 Guest_Ortodosso_*

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Inviato 22 settembre 2009 - 01:30

A mio avviso la matematica senza dimostrazioni e' un'aberrazione. La matematica non e' fatta di formule, ma di ragionamenti che conducono a formule. Quel che conta non e' la formula, ma il saperci arrivare.
Una scuola il cui obiettivo sia che gli studenti conoscano le formule di prostaferesi, utili o inutili che siano, non e' una scuola che risponda al suo compito di formare i cittadini.


a) Vuoi fare il professore, quindi tutto torna.

b1) Per me il compito non e' formare i cittadini, ma dare degli strumenti e la comprensione della loro utilita'.

b2) Io la dimostrazione la imparo perche', come te, e' l'unico modo per cui possa ricordarmi la formula. Per altri tuttavia lo sforzo di imparare la dimostrazione e' tale da offuscare la comprensione del significato della formula (= a cosa serve la formula), col risultato che si dimenticano tutti e tre, dimostrazione, formula e utilita' della stessa, con buona pace dei bravi cittadini.

Prendere atto che le cose puzzano in questo modo, e quindi si vada per il bene maggiore, ovvero il male minore, insegnando la formula e la sua utilita', lasciando facoltativa la dimostrazione.

Faccio notare a sud afternoon che 100/100 persone nella loro vita avranno a che fare con i mercati finanziari, e sapere come comparare due tassi o calcolare la rata del mutuo schifo non fa, e siccome a uno serve magari se lo ricorda anche, in luogo dello zero (anzi del negativo, ovvero lo stigma che porta tutti a scienze della comunicazione per evitare matematica) che c'e' adesso. Poi se uno vuole fare il professore fa matematica all'universita', per la quale peraltro la matematica del liceo serve egualmente a zero (anzi, negativo).

Assicuro che calcolare una rata di mutuo e piu' semplice di mille cose che si fanno oggi a matematica in un classico, non c'e' bisogno di prezzare derivati o di andare a Wharton.




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#26 wago

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Inviato 22 settembre 2009 - 08:26

Però nozioni terribilmente profonde, come quelle di limite o di continuità (nozioni che personalmente non ho la pretesa di dichiarare sotto il mio controllare euristico, cognitivo, e neanche tecnico) sono degli ossi durissimi per ragazzini di 14 anni.


Si', sono ossi duri. Per questo credo intanto che non debbano essere propinati a 14 anni in prima liceo, ma a 16 in terza, dopo un percorso che coerentemente parta indirizzato a facilitarne la comprensione "precoce".
Un altro problema e' che l'analisi e' spesso insegnata nel modo peggiore per farla capire. PARTENDO dall'astrusissima definizione epsilon-delta, che a mio avviso dovrebbe essere il punto di arrivo di un percorso che parte da considerazioni ed esperienze piu' tangibili anche se non meno astratte.
Per quanto possa apparire follia, credo che agli studenti (che siano stati dotati degli strumenti adeguati) apparirebbe piu' chiara la nozione topologica di continuita' che quel papocchio epsilon-delta. Io quantomeno ho avuto l'impressione di capire davvero le cose solo quando ho fatto quella. Ed e' stato un anno dopo la quinta liceo...
Questo per quanto riguarda le derivate. Per quanto rigurda gli integrali, credo si potrebbe buttare via senza troppi problemi tutto il discorso sull'integrale indefinito, che non risponde ad alcun problema reale e complica soltanto quello che, di partenza, e' un discorso neanche troppo assurdo ("voglio sapere quanti km ha fatto una macchina con questa legge oraria").

No, non è vero. Un docente con un sufficiente controllo dell'esperienza cognitiva dei suoi studenti, senza mai parlare di derivata prima può indurre in questi un'assunzione della nozione di velocità sufficientemente appagante da un punto di vista psicologico e non in contraddizione con quella


Puo' darsi, pero' quello che vedo dando ripetizioni sono ragazzi a cui i professori han parlato di velocita' media e basta, spacciandola pero' per "la velocita'" tout court con conseguente casino mentale del malcatitato studente.
Non si tratta di non parlare di velocita' (e di accelerazione e di forza e di potenza ecc) senza prima aver spiegato nel piu' profondo dettaglio cos'e' un limite, ma di dare un'idea il piu' possibile concreta del concetto di limite in modo di poter discutere di queste grandezze per bene gia' in terza, senza dover poi riprenderle in quinta per dire "oh, guardate, ora che abbiamo derivata e integrale le cose che abbiam fatto in terza diventano una cagata micidiale!".

Che intendi per scoperta sperimentale in matematica? Se intendi dare una idea di come i concetti matematici si sono formati e sono poi evoluti, la vedo cosa poco fattibile in gran parte dei casi, e talora temo anche controproducente. Però forse intendevi altro, scusami.


Intendo "partiamo da un problema concreto (o concretissimo, che abbia a che fare con oggetti manipolabili, v. torre di hanoi), cerchiamo di studiarlo in senso matematico, discutiamo delle conclusioni e tentiamo di generalizzare". Chiaramente non si puo' fare per tutto, ma a mio avviso un'esperienza di questo tipo per ogni unita' didattica, magari posta all'inizio per suscitare curiosita' verso la questione, ci puo' stare.

Per me comunque sarebbe meglio scindere l'insegnamento di matematica e fisica. Ai matematici dovrebbe essere precluso l'insegnamento della fisica, ai fisici quello della matematica.


ASSOLUTAMENTE d'accordo. Anzi ti diro', per me il problema principale non e' quello dei fisici che insegnano matematica (in genere la sanno) ma quello dei matematici che insegnano fisica (e il 90% la sa poco e ha un'idea deleteria di cosa sia la fisica).

sulla logica bisogna stare attentissimi: non bisogna lasciar credere agli studenti che gli si insegni "a ragionare". Tutt'altro, semmai il contrario.


Sacrosanto asd

Sei Lakatos.  :P


Ah, dimenticavo: "Dimostrazioni e confutazioni" Testo Sacro del triennio, tipo Divina Commedia :D

Non li sopporto, ma non amo neanche la trigonometria liceale.


Per me far tante menate sulle fattorizzazioni (ma saran davvero necessarie, oltre al livello elementare?) e sulle equazioni di secondo grado, senza poi parlare di numeri complessi e teorema fondamentale dell'algebra e' una presa per il culo.
Soprattutto, pero', i numeri complessi (inseriti in una presentazione assennata e sufficientemente rigorosa degli insiemi numerici) consentono di "mettere assieme" molte conoscenze acquisite in vari settori, dall'algebra alla teoria degli insiemi/relazioni, alla geometria analitica, agli esponenziali.
E permette di affrontare la trigonometria e (in fisica) i fenomeni ondulatori senza mille beghe sulle trisezioni, addizioni, prostaferesi ecc.

Il testo sull'algebra che consigli me lo sciroppo, tanto ho l'esame di didattiche specifiche proprio fra un paio di settimane...

@ortodosso

a) Vuoi fare il professore, quindi tutto torna.
b1) Per me il compito non e' formare i cittadini, ma dare degli strumenti e la comprensione della loro utilita'.


Vabbe', con questa premessa tutta quanta la discussione diventa un po' troppo asimmetrica. Io credo che i programmi di matematica debbano conciliare le esigenze della societa' (e dunque dei non-matematici) con le competenze didattiche (per chi le ha) e disciplinari dei matematici, senza dimenticare che oltre all'utile e lo spendibile la matematica ha anche un importante valore culturale (come il latino - che per me potrebbe andare a farsi fottere - la storia, la filosofia).
Ora come ora, la matematica per come e' insegnata e' sia inutile che culturalmente insignificante. Entrambi i problemi vanno affrontati, congiuntamente.

b2) Io la dimostrazione la imparo perche', come te, e' l'unico modo per cui possa ricordarmi la formula. Per altri tuttavia lo sforzo di imparare la dimostrazione e' tale da offuscare la comprensione del significato della formula (= a cosa serve la formula), col risultato che si dimenticano tutti e tre, dimostrazione, formula e utilita' della stessa, con buona pace dei bravi cittadini.

Prendere atto che le cose puzzano in questo modo, e quindi si vada per il bene maggiore, ovvero il male minore, insegnando la formula e la sua utilita', lasciando facoltativa la dimostrazione.


Mah, la formula per me e' del tutto inutile. Che i miei studenti sappiano le formule di Werner non m'importa assolutamente nulla, mi interessa che sappiano evitarle e - se proprio non ci riescono - andarsele a cercare sul libro.
Le formule "da sapere" sono in sostanza molto poche - quella risolutiva delle equazioni di secondo grado, il legame tra seno coseno e tangente, qualche roba di geometria analitica (ma saran quattro in tutto). Pretendere che non siano sapute a memoria (sapere a memoria = avere la certezza che dopo due giorni/mesi/anni siano state rimosse dalla mente) non mi pare eccessivo, ne' irrealizzabile.

E per imparare a memoria formulazze di economia c'e' sempre tempo. Se di tassi bisogna parlare, preferisco se ne parli per far capire i meccanismi e non far restare le formule "soltanto formule".
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#27 brachilone

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Inviato 22 settembre 2009 - 09:14

Esco un attimo dal selciato per chiedere una cosa: io sono laureato in ing. elettronica, ma ciò che più mi piacerebbe insegnare è proprio la matematica, o al limite la fisica. Il top sarebbe al liceo scientifico, ma so bene che 1. matematici e fisici sono molto più preparati di me in questo senso; 2. è quasi utopico pensare che si possa arrivare a tanto con una laurea in ingegneria, data la quantità di laureati in matematica o fisica che escono ogni anno e ai quali viene giustamente data precedenza. In ogni caso, che voi sappiate è possibile ambire ad un posto del genere, anche dopo anni di "gavetta" su discipline tecniche, o sarebbe meglio mettersi il cuore in pace?

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#28 PrebenElkjaer

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Inviato 22 settembre 2009 - 09:50

la matematica fatta nei primi anni di scuola è più simile alla religione che ad una scienza. Ti massacrano di formule e poco altro e lo studente le applica in fede.
Per un bambino sarebbe così difficile capire che tutte le aree dei poligoni arrivano dall'area del triangolo? Magari la impioppano come dimostrazione invece che come evidenza. Poi se calcoli l'area del rombo come somma di due triangoli magari becchi anche quello che ti da il brutto voto perché non hai applicato la formula.
Mia sorella faceva le equazioni a scuola in un modo assurdo. Cazzo si parla solo di quello che sta a destra è uguale a quello che sta a sinistra. Se aggiungo 2 a destra e 2 a sinistra rimane tutto come prima. Son concetti anche idioti ed invece usano dei modi strambi che si devono pure imparare per poi essere dimenticati durante l'estate.
Sarebbe preferibile spiegare anche meno cose e fornire delle basi sulle quali uno può anche costruirsi dei concetti. ? così bello quando si scopre perché quella formula esce così.
  • 0
Fat Moe: Noodles, cos'hai fatto in tutti questi anni?
Noodles: Sono andato a letto presto.

Tu sai citare i classici a memoria... ma non distingui il ramo da una foglia...

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#29 debaser

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Inviato 22 settembre 2009 - 09:53

la matematica fatta nei primi anni di scuola è più simile alla religione che ad una scienza. Ti massacrano di formule e poco altro e lo studente le applica in fede.
Per un bambino sarebbe così difficile capire che tutte le aree dei poligoni arrivano dall'area del triangolo? Magari la impioppano come dimostrazione invece che come evidenza. Poi se calcoli l'area del rombo come somma di due triangoli magari becchi anche quello che ti da il brutto voto perché non hai applicato la formula.
Mia sorella faceva le equazioni a scuola in un modo assurdo. Cazzo si parla solo di quello che sta a destra è uguale a quello che sta a sinistra. Se aggiungo 2 a destra e 2 a sinistra rimane tutto come prima. Son concetti anche idioti ed invece usano dei modi strambi che si devono pure imparare per poi essere dimenticati durante l'estate.
Sarebbe preferibile spiegare anche meno cose e fornire delle basi sulle quali uno può anche costruirsi dei concetti. ? così bello quando si scopre perché quella formula esce così.


A mio fratello facevano usare la regola di Cramer in seconda o terza liceo per risolvere i sistemi 2x2. Quando l'ho visto sono stato a ridere per un'ora  asd
  • 0

Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#30 sud afternoon

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Inviato 22 settembre 2009 - 09:59

Brachilone.

Fino all'anno scorso c'erano le scuole di specializzazione all'insegnamento universitario. Anche da ingegnere potevi partecipare al concorso di ammissione per le classi matematica/fisica/informatica. Quei due anni di specializzazione ti facevano accumulare crediti spendibili nell'ambito dei concorsi, e suppongo che a quel punto l'occhio freddo della burocrazia non facesse più differenza tra te e un laureato in fisica o in matematica. Ora quelle scuole di specializzazione non ci sono più (bene per me, peggio per i futuri scolari, temo  asd). Quindi non saprei dirti. Questo (non) risponde al punto 2.

Veniamo al punto 1., quello che mi interessa. Ti sbagli: i fisici e SOPRATTUTTO i matematici non sono più preparati di te in prospettiva insegnamento pre-universitario. I laureati in matematica in particolare sono i meno indicati per insegnare matematica alle superiori. Ovviamente per "insegnare matematica" secondo i canoni e i programmi vigenti, chiaro. Mettere un neolaureato in matematica a spiegare trigonometria ed esercizi con le parabole è quasi come metterci laureati in medicina o in lettere; rispetto a questi, il laureato in matematica avrebbe solo una più approfondita consapevolezza del kafkiano fraintedimento alla base della sua posizione lavorativa. Io non vedo quelle cose dai tempi del liceo. Non so fare gli esercizi semplicissimi di analisi che si fanno al quint'anno. Non ho mai saputo veramente calcolare gli integrali che si vedono a scuola, non so maneggiare un limite notevole, e cose così. Molti matematici come Wago conservano queste competenze giusto perché durante gli anni di studi danno ripetizioni a studenti, altrimenti anche loro sarebbero in alto mare.
Gli ingegneri vanno benissimo per insegnare la matematica che si insegna al liceo. Non vedo persone più indicate anzi. Certo per insegnarla come paventato sopra da Wago bisognerebbe mettere dei tiratori scelti sui tetti degli istituti scolastici addestrati a sparare a vista sugli ingegneri. Ma oggi come oggi tu faresti probabilmente meno danni di un qualsiasi matematico che si pieghi a insegnare seguendo il libro di testo, cioè del 99% dei matematici.
  • 0

#31 sud afternoon

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Inviato 22 settembre 2009 - 10:05

Ah ma vogliamo parlare dei libri di testo??????? Taccio su quello che c'è scritto dentro, perché il discorso sarebbe lungo è complesso (in due parole dovrei dire che sono osceni, ma proprio osceni parecchio parecchio, però dietro questa oscenità c'è un mondo di difficoltà didattiche che sarebbe ingiusto trascurare; quindi meglio omettere).

Ma perché vanno usati? Perché ci deve essere un libro di riferimento??? Perché?
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#32 *alessandro*

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Inviato 22 settembre 2009 - 10:17

Dal punto di vista delle competenze specifiche, per insegnare matematica in una scuola superiore può andar bene il biennio di qualsiasi delle facoltà scientifiche (poi la burocrazia, veramente assurda, è un'altra cosa). Siamo veramente al livello di competenze fondamentali, quello che cambia è l'approccio, un matematico avrà un approccio all'insegnamento molto diverso da quello di un fisico e e questi da quello di un ingegnere, non dico peggiore o migliore, perchè questo dipende da come lo specifico insegnante riesce a comunicare con i suoi studenti.

Per quello che riguarda le classi di insegnamento, come ingegnere hai la possibilità di fare domanda di supplenza per un certo numero di classi di concorso e queste le trovi qui

http://www.pubblica...._titoli/default

Se invece vuoi essere inserito nelle graduatorie a scorrimento allora devi ottenere l'abilitazione nelle rispettive classi di concorso, per fare questo, c'erano le SSIS, ora sinceramente non saprei, comunque, in generale, bisogna fare o un concorso o un corso abilitativo.
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ex "victor"

#33 sud afternoon

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Inviato 22 settembre 2009 - 10:26

E se questi corsi o concorsi non ci sono?  :o
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#34 *alessandro*

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Inviato 22 settembre 2009 - 10:32

E se questi corsi o concorsi non ci sono?   :o


Questa domanda la dovete rivolgere all'eccellentissimo ministro  asd
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#35 Moreno Saporito

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Inviato 22 settembre 2009 - 10:39

ho sempre pensato che il professore non lo volesse fare nessuno  :( :( :( :( :( :(

ma dite che se apriamo un topic "Fare il poliziotto" si ottiene lo stesso successo?
  • 0

 


#36 sud afternoon

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Inviato 22 settembre 2009 - 11:06

Veramente qui l'unico ad esprimere la volontà di fare il professore è stato brachilone.  ;D
  • 0

#37 Moreno Saporito

    burzumaniaco

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Inviato 22 settembre 2009 - 11:21

Veramente qui l'unico ad esprimere la volontà di fare il professore è stato brachilone.  ;D


sì ma mi pare che molti insomma girino lì vicino; mica è una cosa negativa eh, a me come idea non dispiacerebbe (non so bene cosa imparerebbero gli alunni)
  • 0

 


#38 brachilone

    Classic Rocker

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Inviato 22 settembre 2009 - 12:36

Dal punto di vista delle competenze specifiche, per insegnare matematica in una scuola superiore può andar bene il biennio di qualsiasi delle facoltà scientifiche (poi la burocrazia, veramente assurda, è un'altra cosa). Siamo veramente al livello di competenze fondamentali, quello che cambia è l'approccio, un matematico avrà un approccio all'insegnamento molto diverso da quello di un fisico e e questi da quello di un ingegnere, non dico peggiore o migliore, perchè questo dipende da come lo specifico insegnante riesce a comunicare con i suoi studenti.

Per quello che riguarda le classi di insegnamento, come ingegnere hai la possibilità di fare domanda di supplenza per un certo numero di classi di concorso e queste le trovi qui

http://www.pubblica...._titoli/default

Se invece vuoi essere inserito nelle graduatorie a scorrimento allora devi ottenere l'abilitazione nelle rispettive classi di concorso, per fare questo, c'erano le SSIS, ora sinceramente non saprei, comunque, in generale, bisogna fare o un concorso o un corso abilitativo.


Grazie, ora ho le idee un po' più chiare anche dal punto di vista delle varie opzioni. Mi rimane da informarmi sui corsi abilitativi in sostituzione delle SSIS, anche se su questo punto si trova davvero poco di coerente.

Il discorso sulle differenze tra ingegneri e matematici era più generale, oltre al fatto che poi cisacuno possa essere più o meno portato (ma è una cosa soggettiva, al di là della facoltà che ha fatto). Io come ingegnere ho teoricamente più sbocchi professionali dopo la laurea, un matematico o un fisico hanno meno strade, quindi ho pensato che i posti più ambiti, per le superori suppongo i licei, fossero destinati preferenzialmente a loro. Magari è una distorsione derivata dalla mia esperienza qui a Lecco-Milano, dove gli ing. insegnano soprattutto negil istituti tecnici. Questo mi aveva portato a concludere che fosse anche l'università ad essere più improntata nella formazione di futuri inseganti, perchè cmq a ingegneria con la scusa che devi sapere tutto non ti insegnano una mazza. ;D Più senso pratico magari nel risolvere situazioni di vario tipo, ma meno basi teoriche per poter insegnare.
Però sinceramente non so come funzioni nel resto d'Italia.

  • 0

#39 ms88

    Roadie

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Inviato 22 settembre 2009 - 12:44

Non so fare gli esercizi semplicissimi di analisi che si fanno al quint'anno. Non ho mai saputo veramente calcolare gli integrali che si vedono a scuola, non so maneggiare un limite notevole, e cose così. Molti matematici come Wago conservano queste competenze giusto perché durante gli anni di studi danno ripetizioni a studenti, altrimenti anche loro sarebbero in alto mare.


questa è una cacata che scrivi solo per far vedere che sei un matematico...
tipico discorso da universitario broghese... vorrei sapere quanto prende wago all'ora per le ripetizioni
  • 0
"Dal sublime al ridicolo non vi e' che un passo"
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#40 PrebenElkjaer

    Classic Rocker

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Inviato 22 settembre 2009 - 12:51


Veramente qui l'unico ad esprimere la volontà di fare il professore è stato brachilone.  ;D


sì ma mi pare che molti insomma girino lì vicino; mica è una cosa negativa eh, a me come idea non dispiacerebbe (non so bene cosa imparerebbero gli alunni)

parti con un po' di logica spiccia!
assioma: "tutto" è una merda.
La materia che insegno è fa parte di "tutto", allora la materia che insegno è una merda.
asd
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Fat Moe: Noodles, cos'hai fatto in tutti questi anni?
Noodles: Sono andato a letto presto.

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#41 Greed

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Inviato 22 settembre 2009 - 12:53

Ah ma vogliamo parlare dei libri di testo??????? Taccio su quello che c'è scritto dentro, perché il discorso sarebbe lungo è complesso (in due parole dovrei dire che sono osceni, ma proprio osceni parecchio parecchio, però dietro questa oscenità c'è un mondo di difficoltà didattiche che sarebbe ingiusto trascurare; quindi meglio omettere).

Ma perché vanno usati? Perché ci deve essere un libro di riferimento??? Perché?


Io non ho mai usato il libro di testo se non per fare esercizi, e vale anche per tutti gli altri miei coetanei che erano a scuola con me. Tutti quelli che conosco studiano sugli appunti presi durante le spiegazioni.
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#42 Guest_Terzo_*

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Inviato 22 settembre 2009 - 13:06

certi libri di matematica sono IL MALE, già dall'impaginazione sono fatti per non capirci un cazzo
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#43 {`tmtd`}

    Enciclopedista

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Inviato 22 settembre 2009 - 13:14


Ah ma vogliamo parlare dei libri di testo??????? Taccio su quello che c'è scritto dentro, perché il discorso sarebbe lungo è complesso (in due parole dovrei dire che sono osceni, ma proprio osceni parecchio parecchio, però dietro questa oscenità c'è un mondo di difficoltà didattiche che sarebbe ingiusto trascurare; quindi meglio omettere).

Ma perché vanno usati? Perché ci deve essere un libro di riferimento??? Perché?


Io non ho mai usato il libro di testo se non per fare esercizi, e vale anche per tutti gli altri miei coetanei che erano a scuola con me. Tutti quelli che conosco studiano sugli appunti presi durante le spiegazioni.


allora sono l'unico fortunato? ad informatica senza i libri di testo mi sarei potuto ritirare dopo un paio di mesi. studiare solo sugli appunti mi era impossibile..
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#44 Greed

    round control to major troll

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Inviato 22 settembre 2009 - 13:23

Io sto parlando del liceo eh  ;)

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#45 joseph K.

    Tout est pardonné

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Inviato 22 settembre 2009 - 13:32

Scusate, tutto molto bello e interessante. Ma non vi pare che state navigando a vele spiegate nell'iperuranio dei bei pensieri e intanto la realtà della scuola è diventata una feccia mostruosa?

La mia esperienza forse è "estrema", io ho insegnato (e in parte è ancora ciò che mi dà  una porzione del mio gruzzolo per sopravvivere), alle serali (soprattutto con gli adulti) e, durante il giorno, con i resti e gli eliminati dalle altre scuole.
Quello che ho potuto vedere: uno che ha fatto le elementari 50 anni fa o le medie 30 anni fa sa, pur avendo lasciato la scuola da decenni, molto di più di chi, oggi, fa il liceo.
Per "sa" intendo: leggere, scrivere, fare di conto, sapere dove si trova l'Italia sul mappamondo. Perchè di questo parliamo: masse di ebeti che scrivono ò con l'accento al posto di ho, svogliati, non interessati a nulla, apatici, sbruffoni.
Il ragazzino medio è una massa di nuroni addormentati, svagati, senza la minima voglia a niente e il minimo interesse per nulla.

Il frutto di decenni di iperstimoli mai filtrati, mai approfonditi, mai analizzati. Fa sì che la sorpresa, primo motore di ogni apprendimento, non esista più. L'interesse si genera in presenza proprio di questo: la capacità di sorprendersi (e ovviamente la capacità di sorprendere che dovrebbe avere l'insegnante, il famoso "spiazzamento" da produrre negli allievi). Questa qualità c'è di base in un cinquantenne, è totalmente scomparsa invece nella generazione ipertecnologicizzata, nella generazione dei figli unici viziati, nella generazione della ricchezza senza fatica.
Non c'è stupore per nulla, che sia la Divina Commedia, la basilica di San Pietro, come funziona un neurone o come si conquista una figliola. Tutto è "noioso" e "inutile" ("prof ma non aveva nient'altro da fare questo?". "prof ma cosa si è fumato X per scrivere questa cosa?".
E questo fallimento, oltre che sociale, è anche della scuola. Quando alle elementari si fanno attentati alla persona come i "laboratori di lettura" (leggere per due ore di fila da un libro, solo per il gusto di occupare tempo), o i calcoli con infiniti e folli correlati (fai un pallino per ogni unità, colora di rosso i pallini delle decine, colora di giallo il pallino unità, fai la riga della divisione in blu, metti il risultato in un quadrato...) o le ignobili macchinose infinite distinzioni tra complemento di materia, di denominazione, di specificazione...

Le menti dei ragazzi, di per sè da bambini menti destinate a guardare il mondo con stupore, vengono cioè uccise
a) dalla tecnica che fa tutto al posto loro,
b) dalla ricchezza non guadagnata che gli dà l'illusione schifosa di poter avere tutto senza fatica (e che quindi tutto è noioso)
c) dalla scuola stessa che li uccide di ore folli passate a fare distinzioni analitiche, catalogazioni di nomi, svisceramenti di concetti astratti senza alcun collegamento alla realtà (un bambino magari ti dice che cos'è l'eutrofizzazione ma non sa cosa sia un ortaggio nè tanto meno dove e come cresce).

Distinzioni analitiche, nomi, definizioni. Azzo, Comenio, quattrocento anni fa, già diceva dove iniziava il disastro della scuola: un'arte definitoria esasperata per cui discipline affascinanti diventano solo grandi esercizi di costruzione di vocabolari, si imparano nomi a memoria, non si ragiona e non si capisce nulla.

E poi l'educazione, la civiltà. L'arroganza di questi inetti di 13 anni che da soli non saprebbero nemmeno sostituire un bullone di una ruota e che fanno i rapper di paese, i gangster de noantri con il culo peloso in vista. Autorità dell'insegnante=0. Suoi strumenti "d'ordine"=0. E' un babysitter sociale, niente di più.

Mettiamoci poi il livello medio scarsissimo culturale dell'insegnante. Professori che allo Iulm bocciano uno studente perché dice che sbaglia i nomi dei romanzi di Svevo quando li dice giusti. Insegnanti delle superiori che di norma, come lezione, fanno "leggere il libro". Il libro, altro malefico aggeggio. Si abolissero i maledetti libri, si tenessero solo le antologie, le letture, gli eserciziari. Poi è la preparazione dell'insegnante che deve fare tutto, l'atto unico dell'insegnamento, mai uguale, mai  imparabile da un presunto metodo, da una presunta "scuola" di insegnamento. Il metodo è l'insegnante, quanto aveva ragione il buon Gentile. Invece noi prepariamo gente con seimila milioni di ore di tirocini, SIssis, seminari di psicologia, tavole rotonde. E poi sono insegnanti che oltre ad ignorare la loro materia non hanno un minimo di passione. Vecchi a 30 anni. Gente che "insegna" che Leopardi è triste e che confonde rinascimento e risorgimento (tutte cose sperimentate).

Soluzioni:
- abolire l'obbligo scolatico. Torni al massimo fino alle scuole medie, se poi uno non ha voglia venga avviato al lavoro. Gradualmente e secondo i ritmi di sviluppo della sua età.
- resti chiaramente la gratuità dell'insegnamento fino ai 18 anni. Se si capisce il valore del dono sociale di una cultura fornita e non la si ritiene "scontata" la si valorizzerà molto di più.
- torni al centro di tutto la cultura dell'insegnante: basta tecnicismi e tecniche di insegnamento. L'insegnamento non è una maledetta "tecnica", basta baggianate di metodi di apprendimento, metodi di insegnamento. Torniamo al cuore di tutto: la fusione con la materia, la passione, l'amore per quello che si fa. Se non si prova questa passione non si riuscirà ad attirare nessuno verso la stessa materia e tutto sarà piatto e noioso come è ora.
E ovviamente la competenza: la quale si dimostra sul campo non nei punteggi delle presunte graduatorie. Togliamoci dalle scatole quei maledetti carrozzoni di provveditorati, uffici popolati da occhiaie mutate a persone. Selezionino i presidi, collegialmente con il corpo docenti, partendo dal curriculum di esperienze e dalla constatazione diretta del lavoro sul campo e della bravura del docente.

Vabbè la chiudo qui che è meglio...
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Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.


#46 frankie teardrop

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Inviato 22 settembre 2009 - 13:41


anche la favola del tempo libero è appunto una favola, tra consigli di classe, consigli dei docenti, riunioni varie, attività didattiche di vario tipo, attività di recupero e compiti da correggere, un docente lavora sicuramente più di un impiegato medio.


Ma quale favola, è una Verità, basta vedere le playlist di frankie asd


:D

Ci sono, ovviamente, giorni in cui davvero il tempo libero a disposizione lascia la possibilità di dedicarsi alle cose che più amiamo. Tuttavia, in altri c'è davvero poco da scherzare, soprattutto verso il temrine delle lezioni.
Comunque, al momento la situazione della scuola italiana non è delle migliori. Speriamo che 'sta stronza della Gelmini si decida a smuovere un po' le acque, altrimenti quest'anno la vedo nera.
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#47 sud afternoon

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Inviato 22 settembre 2009 - 13:44

Non so fare gli esercizi semplicissimi di analisi che si fanno al quint'anno. Non ho mai saputo veramente calcolare gli integrali che si vedono a scuola, non so maneggiare un limite notevole, e cose così. Molti matematici come Wago conservano queste competenze giusto perché durante gli anni di studi danno ripetizioni a studenti, altrimenti anche loro sarebbero in alto mare.


questa è una cacata che scrivi solo per far vedere che sei un matematico...
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#48 brachilone

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Inviato 22 settembre 2009 - 13:48

La mia esperienza forse è "estrema", io ho insegnato (e in parte è ancora ciò che mi dà  una porzione del mio gruzzolo per sopravvivere), alle serali (soprattutto con gli adulti) e, durante il giorno, con i resti e gli eliminati dalle altre scuole.
Quello che ho potuto vedere: uno che ha fatto le elementari 50 anni fa o le medie 30 anni fa sa, pur avendo lasciato la scuola da decenni, molto di più di chi, oggi, fa il liceo.
Per "sa" intendo: leggere, scrivere, fare di conto, sapere dove si trova l'Italia sul mappamondo. Perchè di questo parliamo: masse di ebeti che scrivono ò con l'accento al posto di ho, svogliati, non interessati a nulla, apatici, sbruffoni.
Il ragazzino medio è una massa di nuroni addormentati, svagati, senza la minima voglia a niente e il minimo interesse per nulla.

Il frutto di decenni di iperstimoli mai filtrati, mai approfonditi, mai analizzati. Fa sì che la sorpresa, primo motore di ogni apprendimento, non esista più. L'interesse si genera in presenza proprio di questo: la capacità di sorprendersi (e ovviamente la capacità di sorprendere che dovrebbe avere l'insegnante, il famoso "spiazzamento" da produrre negli allievi). Questa qualità c'è di base in un cinquantenne, è totalmente scomparsa invece nella generazione ipertecnologicizzata, nella generazione dei figli unici viziati, nella generazione della ricchezza senza fatica.
Non c'è stupore per nulla, che sia la Divina Commedia, la basilica di San Pietro, come funziona un neurone o come si conquista una figliola. Tutto è "noioso" e "inutile" ("prof ma non aveva nient'altro da fare questo?". "prof ma cosa si è fumato X per scrivere questa cosa?".
E questo fallimento, oltre che sociale, è anche della scuola. Quando alle elementari si fanno attentati alla persona come i "laboratori di lettura" (leggere per due ore di fila da un libro, solo per il gusto di occupare tempo), o i calcoli con infiniti e folli correlati (fai un pallino per ogni unità, colora di rosso i pallini delle decine, colora di giallo il pallino unità, fai la riga della divisione in blu, metti il risultato in un quadrato...) o le ignobili macchinose infinite distinzioni tra complemento di materia, di denominazione, di specificazione...

Le menti dei ragazzi, di per sè da bambini menti destinate a guardare il mondo con stupore, vengono cioè uccise
a) dalla tecnica che fa tutto al posto loro,
b) dalla ricchezza non guadagnata che gli dà l'illusione schifosa di poter avere tutto senza fatica (e che quindi tutto è noioso)
c) dalla scuola stessa che li uccide di ore folli passate a fare distinzioni analitiche, catalogazioni di nomi, svisceramenti di concetti astratti senza alcun collegamento alla realtà (un bambino magari ti dice che cos'è l'eutrofizzazione ma non sa cosa sia un ortaggio nè tanto meno dove e come cresce).


E' un discorso triste ma vero quello che fai, anche se io non attribuisco la responsabilità alla scuola. Secondo me la colpa è soprattutto del mondo del lavoro, perchè spesso è lì che le menti vengono uccise. E' proprio per questo che ho da un po' di tempo l'idea di andare ad insegnare.
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#49 Moreno Saporito

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Inviato 22 settembre 2009 - 13:50


Non so fare gli esercizi semplicissimi di analisi che si fanno al quint'anno. Non ho mai saputo veramente calcolare gli integrali che si vedono a scuola, non so maneggiare un limite notevole, e cose così. Molti matematici come Wago conservano queste competenze giusto perché durante gli anni di studi danno ripetizioni a studenti, altrimenti anche loro sarebbero in alto mare.


questa è una cacata che scrivi solo per far vedere che sei un matematico...
tipico discorso da universitario broghese...


Che significa?


che sei un broghese universitario, d'altra parte è vero

broghese!


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#50 dirac

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Inviato 22 settembre 2009 - 13:53

A me l'hanno risparmiata. Ho anche evitato i corsi di fisica moderna all'università per ragioni di gusto. Non saprò mai niente di fisica quantistica. Ma che ha di così bello? Dai consigliatemi qualche divulgativo.  :D


sembra tu stia parlando di qualche genere musicale tipo Ma che ha di così bello il synth-pop, consigliatemi qualche disco!  :)


ma perché poi chiedi Ma che ha di così bello? chi lo dice? c'è una qualche credenza popolare secondo la quale la fisica quantistica è bella?

comunque qualcosa lo sai sicuramente: che la materia è fatta di atomi. non è che ci sia molto altro da sapere eh.
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