Men are officially canceled.
Inviato 07 giugno 2023 - 19:40
Men are officially canceled.
Tra due anni torniamo per vincere.
Inviato 18 gennaio 2024 - 13:39
Inviato 18 gennaio 2024 - 14:25
Si gode, inutile negarlo.
Tra due anni torniamo per vincere.
Inviato 18 gennaio 2024 - 14:49
Addio e grazie per...
... No, in realtà grazie grossomodo per niente.
Ma così è facile. Il fatto è che al declino di Pitchfork non sembra corrisponda l'ascesa di sai quale altra fonte critica accreditata e diversificata. Lungi da me cantare il de profundis dello scrivere di musica pop, perché in realtà è uno sport che esiste ancora ed è forse praticato oggi più e meglio di quanto lo fosse in passato. Però difficilmente alla morte (ammesso sia tale) del riferimento centrale corrisponderà un'improvviso boom delle capacità degli utenti di districarsi fra fonti plurali e costruirsi una propria opinione ragionata. Più probabilmente ci sarà, anche tra gli appassionati, un numero maggiore di persone dipendenti esclusivamente dagli algoritmi delle piattaforme di streaming e dalle segnalazioni social. Insomma, aumenteranno gli ascoltatori "casuali", a scapito di coloro che arrivano alla musica (anche) tramite percorsi critici.
Inviato 18 gennaio 2024 - 15:49
Addio e grazie per...
... No, in realtà grazie grossomodo per niente.
Ma così è facile. Il fatto è che al declino di Pitchfork non sembra corrisponda l'ascesa di sai quale altra fonte critica accreditata e diversificata. Lungi da me cantare il de profundis dello scrivere di musica pop, perché in realtà è uno sport che esiste ancora ed è forse praticato oggi più e meglio di quanto lo fosse in passato. Però difficilmente alla morte (ammesso sia tale) del riferimento centrale corrisponderà un'improvviso boom delle capacità degli utenti di districarsi fra fonti plurali e costruirsi una propria opinione ragionata. Più probabilmente ci sarà, anche tra gli appassionati, un numero maggiore di persone dipendenti esclusivamente dagli algoritmi delle piattaforme di streaming e dalle segnalazioni social. Insomma, aumenteranno gli ascoltatori "casuali", a scapito di coloro che arrivano alla musica (anche) tramite percorsi critici.
Sono d'accordo. Del resto, in generale, il ruolo del critico (online o cartaceo che sia) è sempre meno considerato centrale, piacciono le liste perché in mezzo ci si trova sempre qualcosa di buono, un po' come i cestoni del supermarket, oppure le recensioni elogiative perché fomentano all'ascolto del proprio beniamino e rafforzano le proprie certezze, tutto il resto risulta - oggi più che mai - dannatamente indigesto a tanti. E il meccanismo viene amplificato dallo starnazzamento dei social network dove chiunque si improvvisa detentore della verità, com'è noto, cercando di fare più chiasso possibile per infangare o screditare chi prova a fare ragionamenti musicali. Detto ciò, sticazzi, per me è giusto continuare a fare l'opposto, anche solo a beneficio di quei pochi che hanno ancora l'umiltà di stare a sentire chi fa riflessioni ponderate e competenti (ma è inevitabile tenere conto di come sia cambiato il clima).
Per Pitchfork, la retorica dice che ogni giornale che chiude o viene ridimensionato è un pezzo di libertà in meno. A me invece dispiace soprattutto (se non solo) per chi sarà licenziato.
Inviato 18 gennaio 2024 - 15:55
Ma così è facile. Il fatto è che al declino di Pitchfork non sembra corrisponda l'ascesa di sai quale altra fonte critica accreditata e diversificata. Lungi da me cantare il de profundis dello scrivere di musica pop, perché in realtà è uno sport che esiste ancora ed è forse praticato oggi più e meglio di quanto lo fosse in passato. Però difficilmente alla morte (ammesso sia tale) del riferimento centrale corrisponderà un'improvviso boom delle capacità degli utenti di districarsi fra fonti plurali e costruirsi una propria opinione ragionata. Più probabilmente ci sarà, anche tra gli appassionati, un numero maggiore di persone dipendenti esclusivamente dagli algoritmi delle piattaforme di streaming e dalle segnalazioni social. Insomma, aumenteranno gli ascoltatori "casuali", a scapito di coloro che arrivano alla musica (anche) tramite percorsi critici.
Del resto, fra essere zombi di Spotify ed essere zombi di Pitchfork c'è poi tutta questa differenza?
Sarò brutale: a mio avviso la critica rock, in particolare quella istituzionalizzata, quasi sempre più che fare informazione ha creato ignoranza e distribuito pregiudizi. Generazioni di ascoltatori alternativi sono cresciuti a "le seghe a vuoto del prog" e "viva il punk che è tornato alle canzoni di due accordi": ne sentiremo davvero la mancanza?
Io fra i giovinastri di mia conoscenza, posto che la maggior parte di loro non va al di là della trap e del reggaeton, ne conosco uno fissato con Nine Inch Nails, Type O Negative, Ministry... e al contempo ama Avril Lavigne e Lady Gaga.
Un altro ascolta Ghost, Opeth, Porcupine Tree, mi ha fatto scoprire i Polyphia, e poi come niente fosse si ascolta Ultimo.
Tra due anni torniamo per vincere.
Inviato 18 gennaio 2024 - 16:14
ne conosco uno fissato con Nine Inch Nails, Type O Negative, Ministry... e al contempo ama Avril Lavigne e Lady Gaga.
E' proprio l'identikit di lettore che farebbe per noi Ne accetterei 10 così in cambio di 100 fissati con "viva il punk che è tornato alle canzoni di due accordi".
Però non è detto che la critica musicale non possa aiutare a far crescere con questa libertà di gusti. Il fatto che in passato non ci abbiano minimamente provato (e i risultati purtroppo si sono visti, come giustamente ricordi), non esclude che ci si possa provare ora. Delegittimare ogni residuo di critica "istituzionale" rischia di impedire anche tentativi come questo. Insomma, un discorso tutto sommato analogo a quello che si fa con i famigerati giornalisti: hanno colpe enormi, ma non è detto che farne a meno del tutto e rimpiazzarli in toto con non-professionisti allo sbaraglio possa migliorare le cose.
Inviato 18 gennaio 2024 - 16:28
Un punto è anche che tanti si informano e si affidano alla lettura critica di altri (umani e non algoritmici), ma non lo fanno più però attraverso la parola scritta. I canali YouTube che parlano di musica sono in crescita, e per qualcuno diventano una fonte complementare o addirittura prioritaria di impressioni e suggerimenti musicali. C'è poi chi si sciroppa video (anche piuttosto noiosi a mio giudizio) di questo o quell'altro vate e prende la sua parola come verbo ultimo: surreale, ma in un'epoca di frammentazione del gusto e del giudizio pare ci sia anche chi va nella direzione opposta e torna ad affidarsi a una singola voce come riferimento ultimo.
Non so come se la passino i podcast musicali, sono un format un po' bizzarro perché per questioni di royalties credo non possano trasmettere lunghe sezioni musicali. Forse qualcuno a cui piace comunque sentire discutere in modo interessante c'è, d'altra parte ci sono podcast su ogni cosa possibile e in un podcast sul vino difficilmente dalle cuffie esce beujolais nouveau. Ovviamente ci sono quelli legati a trasmissioni radio (anche Rai, per dire) ma non compaiono sulle piattaforme di streaming principali, il che immagino ne restringa l'utenza potenziale a meno di clamorosa notorietà di partenza.
Inviato 18 gennaio 2024 - 17:12
Beyonce passerà da 9.0 a 10.0 con la nuova linea editoriale.
Inviato 18 gennaio 2024 - 17:20
Beyonce passerà da 9.0 a 10.0 con la nuova linea editoriale.
Più woke della gestione attuale è impossibile, basta guardare la copertina che ho postato a inizio pagina.
Tra due anni torniamo per vincere.
Inviato 19 gennaio 2024 - 09:22
Articolo interessante a riguardo, un filo nostalgico ma anche critico - Pitchfork’s absorption into GQ is a travesty for music media – and musicians (msn.com)
Inviato 19 gennaio 2024 - 10:26
È una retorica che trovo peraltro giustissima per qualsiasi pubblicazione che venga fatta con un minimo di passione e onestà intellettuale, in ogni ambito. Non so se Pitchfork faccia parte della categoria perché l’ho frequentato poco, mi è sempre stata un po’ indigesta, anche prima di queste pagliacciate ideologiche.Per Pitchfork, la retorica dice che ogni giornale che chiude o viene ridimensionato è un pezzo di libertà in meno. A me invece dispiace soprattutto (se non solo) per chi sarà licenziato.
Inviato 20 gennaio 2024 - 17:02
ne conosco uno fissato con Nine Inch Nails, Type O Negative, Ministry... e al contempo ama Avril Lavigne e Lady Gaga.
Un altro ascolta Ghost, Opeth, Porcupine Tree, mi ha fatto scoprire i Polyphia, e poi come niente fosse si ascolta Ultimo.
E' proprio l'identikit di lettore che farebbe per noi Ne accetterei 10 così in cambio di 100 fissati con "viva il punk che è tornato alle canzoni di due accordi".
A me piacciono le t.A.T.u.
You're an island of tranquillity in a sea of chaos. :.:: Last.fm
Inviato 20 gennaio 2024 - 21:09
Secondo me qualche calendario interessante esce fuori
Inviato 21 gennaio 2024 - 09:31
Ma GQ un tempo non era una rivista se non seria, perlomeno maschile? In caso la notizia è un segnale del degrado di entrambe le testate
The core principle of freedom
Is the only notion to obey
Inviato 21 gennaio 2024 - 10:39
Ma GQ un tempo non era una rivista se non seria, perlomeno maschile?
Sì, infatti la direttrice attuale ha rosicato assai al riguardo: "glad we could spend that time trying to make it a less dude-ish place just for GQ to end up at the helm".
Si gode e anche parecchio, ari-inutile negarlo.
Tra due anni torniamo per vincere.
Inviato 26 gennaio 2024 - 09:52
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