Canterbury Scene
#1
Inviato 27 giugno 2009 - 16:49
#2
Inviato 27 giugno 2009 - 17:07
Si chiama cosi' perche' le band principali orbitavano attorno alla citta' di Canterbury (anche se molte di queste, in realta', sono nate a Londra...). I nomi di punta sono si' Caravan e Gong (anche se questi ultimi sono sostanzialmente degli outsider, mezzi francesi mezzi australiani), ma anche Soft Machine e tutta la pletora di progetti che sono nati dai rimescolamenti di queste band (Hatfield and the North, National Health, Matching Mole per dirne qualcuno). Poi ovviamente si riconducono a questa scuola i percorsi solistici delle figure-chiave: Robert Wyatt, Kevin Ayers, Hugh Hopper...
I tratti comuni dello "stile Canterbury" sono uno spirito ludico/sornione, connotato politicamente molto a sinistra ma raramente serioso o anche solo incazzato; poi una forte attenzione per il jazz Davisiano, che va di pari passo con un piglio pop stralunato, per certi versi vicino ai Beatles meno pretenziosi, per altri ai primi Pink Floyd.
Molto poi varia da band a band, o da disco a disco. I Caravan sono i piu' pop, e volendo anche i piu' convenzionalmente "prog". Nei Soft Machine di "Thrid" lo stampo jazz-rock si fa piu' formale, dove invece i Matching Mole sono decostruzionisti ante litteram...
Rispetto al prog consueto, comunque, c'e' molta piu' cazzonaggine e meno tendenza all'epico, o anche solo al prendersi sul serio. C'e' pure piu' erba, direi, e piu' di qualche vapore alcolico.
Due band spesso ricollegate alla scena sono Camel ed Henry Cow. In realta', geograficamente nessuna delle due ha a che fare con Canterbury. Entrambe pero' sono state a stretto contatto coi canterburiani, e anche al di la' delle innegabili affinita' elettive qualche influenza reciproca c'e' stata.
I Camel sono della risma il nome piu' "prog", e per quanto apertamente melodico, brioso e ricco di sfumature jazzistiche il loro sound e' solitamente associato a quello dei Genesis e malamente scopiazzato dalle peggio band neoprog.
Gli Henry Cow sono una storia a se', band piu' unica che rara nel panorama inglese e mondiale. Di certo i piu' lucidi e radicali della galassia prog, sono in ogni caso anche i piu' distanti dal pop. Nella loro musica convivono Zappa, classica contemporanea, folk anglosassone e mitteleuropeo, istanze avanguardistiche, jazz e una forte verve politica. I loro dischi vanno ascoltati tutti, dal primo all'ultimo, ma a dire il vero, non sono ascrivibili al fenomeno "Canterbury" se non con grosse forzature.
Trovi maggiori informazioni, e delineate molto meglio che qua, nella bellissima monografia sul prog firmata da Michele Chiusi: http://www.ondarock....progressive.htm
#3 Guest_JackNapier_*
Inviato 27 giugno 2009 - 17:08
Dal sito dei picchio dal pozzo, i pensieri di Hopper (RIP) e Wyatt, 2 ex membri dei soft machine:
Hugh Hopper (Soft Machine) «Penso che sia un'etichettatura artificiosa, giornalistica. Canterbury non è mai stato un buon posto dove suonare. Tutto avvenne dopo che si formarono i Soft Machine a Londra, loro non erano esattamente una band di Canterbury».
Robert Wyatt (Soft Machine) «Ho fatto le scuole, mi sono sposato e ci ho vissuto per un po', ma non ricordo alcun movimento particolare. Se c'è stata una vera scena canterburiana è stato quando i Wild Flowers sono diventati i Caravan, quella era gente di Canterbury».
E', come accade spesso, un'etichetta, serve solo a racchiudere un gruppo di artisti che, in effetti, non appartengono ad una vera e propria "scena Canterbury".
Consigli: i succitati e pluricitati soft machine, i gong che già conosci, gli Henry Cow, i Matching Mole (wyatt, appena separatosi dai SM, fonda i matching mole dalla storpiatura francese di Soft Machine, Machine Molle, coadiuvato da validi collaboratori. E' l'ultimo passo prima del tuffo nella carriera solista), Kevin Ayers (anche se si discosta molto da quelle che sono le sue radici, sempre nei soft machine), gli album di Wyatt.
Però troverai risultati molto diversi da ascolto ad ascolto, anche all'interno della discografia di una sola band. Tipo ho notato differenze pazzesche tra i primi 2 volumi (il primo è in linea, quasi, con le tendenze psichedeliche/pop di quegli anni, volume two ha il lato b che si ispira moltissimo al contemporaneo Zappa) e third.
Poi non posso non segnalarti i liguri Picchio dal Pozzo e il loro disco omonimo, uno dei miei preferiti di sempre.
#4
Inviato 27 giugno 2009 - 17:09
#5 Guest_JackNapier_*
Inviato 27 giugno 2009 - 17:15
#6
Inviato 27 giugno 2009 - 17:26
Comunque se si parla di Canterbury, e del lato più decostruzionista e avant-jazzistico, oltre agli Henry Cow non bisogna dimenticare quell'altro immenso capolavoro del buon Wyatt: "End Of An Ear". Disco ostico che riserva sorprese ad ogni ascolto.
#7
Inviato 27 giugno 2009 - 17:38
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#8 Guest_JackNapier_*
Inviato 27 giugno 2009 - 17:38
#9
Inviato 27 giugno 2009 - 17:41
Chiedo agli esperti del genere: ma il Mike Oldfield di Tubular Bells non può essere ricondotto in qualche modo a tali sonorità? Il suo, in fondo, è un prog deviato, diverso, proprio come quello proposto dalla scena canterburiana.
No.
[Chi volevate che rispondesse a 'sta domanda!!]
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#10 Guest_JackNapier_*
Inviato 27 giugno 2009 - 17:48
[Chi volevate che rispondesse a 'sta domanda!!]
Oldfieldreturn
#11
Inviato 27 giugno 2009 - 17:49
Stando in Italia, citerei piuttosto i Picchio dal Pozzo (qualcuno in effetti l'ha fatto), la cui dedica del disco a tal "Roberto Viatti" fuga ogni dubbio circa l'ispirazione canterburiana, peraltro gia' evidentissima dalla musica. In era post-punk, anche gli imperscrutabili Franti avrebbero ripreso piu' di qualche spunto dalle peregrinazioni melodiche di Wyatt e soci.
Un altra band Canterburianissima sono i Supersister, olandesi. "Present From Nancy" e' un gran bel dischetto di prog-jazz pop/fuzzoso.
#13
Inviato 27 giugno 2009 - 18:35
#14
Inviato 27 giugno 2009 - 18:40
avrei un'altra piccolissima curiosità, è vero che l'idea di concept album nasce con la musica prog?
Non so quando il termine sia stato impiegato la prima volta, non so chi per primo abbia pensato all'idea generale di "album a tema", ma di certo ci sono stati concept album in era pre-prog, da "Tommy" a "Tutti morimmo a stento", passando per "Arthur" dei Kinks, "Pet Sounds", magari pure "Bookends"... Comunque penso ci siano stati album tematici anche prima, forse anche in epoca pre-rock. Siamo un po' OT, pero'.
#15
Inviato 27 giugno 2009 - 18:43
#16 Guest_Glory days_*
Inviato 27 giugno 2009 - 18:49
...io inizierei dai Soft machine (qua in questo topic c'è qualche notizia) e dal monumentale Third, direi una sorta di manifesto del genere, oltre alla carriera solista del geniale Wyatt.Ogni tanto spunta fuori questa dicitura. Ne vorrei sapere di più a proposito di questo gruppo di artisti che spaziavano dal prog all'avant-garde. Esiste tra loro un filo conduttore? Ci sono eventuali riferimenti a fenomeni extramusicali? I principali esponenti della c.s. furono i caravan e i gong e poi chi altro? ogni contributo risulterà molto gradito
Grandi anche Caravan e Gong.
Secondo me si, può esserlo...l'atmosfera di intricati tragitti sonori è all'incirca la stessa.Chiedo agli esperti del genere: ma il Mike Oldfield di Tubular Bells non può essere ricondotto in qualche modo a tali sonorità? Il suo, in fondo, è un prog deviato, diverso, proprio come quello proposto dalla scena canterburiana. Poi suona anche in Rock Bottom, ma questo non vuol dire granché.
#17
Inviato 27 giugno 2009 - 19:06
Third, direi una sorta di manifesto del genere, oltre alla carriera solista del geniale Wyatt.
Ma mica tanto, dai, "Third" e' un album molto poco giocoso, non lo indicherei mai come esempio-tipo di disco canterburiano! E' molto sbilanciato sul versante jazz, praticamente solo "Moon in June" rimanda al pop... Io punterei piuttosto su "In the Land of Grey and Pink" o il primo dei Matching Mole.
#18 Guest_Glory days_*
Inviato 27 giugno 2009 - 19:22
...se consideriamo come tratti caratteristici dei gruppi Canterbury humour, ironia, leggerezza e un certo senso del surreale che rimanda in qualche modo a Zappa (...aspetti che effettivamente ci sono, penso ai Gong e alle loro teiere volanti e così via) hai ragione.Ma mica tanto, dai, "Third" e' un album molto poco giocoso, non lo indicherei mai come esempio-tipo di disco canterburiano! E' molto sbilanciato sul versante jazz, praticamente solo "Moon in June" rimanda al pop... Io punterei piuttosto su "In the Land of Grey and Pink" o il primo dei Matching Mole.
Quando sento la parola Canterbury io invece la associo di più alle complesse trame musicali e alle influenze della psichedelia, il jazz e gli stili musicali più disparati...la cosa grande di questi gruppi mi sembra il loro frullare una molteplicità di linguaggi musicali in un tutto che miracolosamente si tiene in (spesso schizzato) equilibrio.
A differenza di gruppi progressive più "canonici" (Genesis, Yes, Jethro Tull...) che guardano alla tradizione classica, affossandosi quasi sempre secondo me in una magniloquenza piuttosto sterile, direi che i gruppi di Canterbury veramente portino il rock verso un reale progresso, ossia oltre i suoi limiti, miscelando di tutto e di più.
(Comunque "In the land of grey and pink" bel disco!)
#19
Inviato 27 giugno 2009 - 19:39
#20 Guest_telegram_*
Inviato 27 giugno 2009 - 19:44
Io tutta questa giocosità nella musica di Canterbury non la sento sinceramente... gli stessi Caravan sono al massimo fiabeschi, ma gigioni proprio mai, è l'ultimo degli aggettivi che applicherei loro.Ma mica tanto, dai, "Third" e' un album molto poco giocoso, non lo indicherei mai come esempio-tipo di disco canterburiano! E' molto sbilanciato sul versante jazz, praticamente solo "Moon in June" rimanda al pop... Io punterei piuttosto su "In the Land of Grey and Pink" o il primo dei Matching Mole.
Detto questo, neanche io sono convinto dall'indicare "Third" come manifesto di Canterbury, non perché sia sbilanciato verso il jazz o cos'altro, ma semplicemente perché fa due palle tante.
Se devo indicare un paio di dischi, "In The Land Of Grey And Pink" e l'immane, sottovalutatissimo "Whatevershebringswesing" di Kevin Ayers, che è di non poco superiore ai primi due, non mi stancherò mai di ripeterlo.
#21
Inviato 27 giugno 2009 - 19:57
#22
Inviato 27 giugno 2009 - 20:03
#23 Guest_Glory days_*
Inviato 27 giugno 2009 - 20:12
In effetti è un macigno da digerire ma insomma ricchissimo di idee e soluzioni interessanti.Detto questo, neanche io sono convinto dall'indicare "Third" come manifesto di Canterbury, non perché sia sbilanciato verso il jazz o cos'altro, ma semplicemente perché fa due palle tante.
Anche la triologia della Radio dello Gnomo Invisibile mi sembra davvero ottima per approcciare alla scena.
#24
Inviato 27 giugno 2009 - 20:12
Sui Camel comunque gia' ti ho detto: non rientrano nella scena e sono sempre stati piu' vicini al prog comunemente inteso, pero' hanno avuto alcuni scambi di elementi coi Caravan (i due fratelli Sinclair hanno militato nei Camel attorno al 77-78) e in "Rain Dances" e "The Snow Goose" qualcosa (ma proprio qualcosina) di canterburiano ce lo puoi sentire... Ripeto pero', sono piu' "canterburiani" i nostri Picchio dal Pozzo, o i Supersister, piuttosto che i Camel.
#25
Inviato 28 giugno 2009 - 11:30
Aggiungo gli Isotope di Hopper ( gran bassista cazz!!), gli Egg , National Health (che in alcuni pezzi con le loro tastierine mi ricordano i Genesis) , Nucleus che secondo me sono i più bravi e moderni ( mostri di bravura tecnica).
E i Centipede di "Septober Energy" che è il grande sforzo di tutta la scena jazz-rock inglese (50 musicisti) nel concepire un lavoro di riferimento per tutti. Direi EPOCALE
http://www.youtube.c...h?v=ufJS5c6rSFY
Caro sig. Bernardus...
"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>Scontro tra Titanic
#27
Inviato 28 giugno 2009 - 12:04
Ian Carr (Nucleus)
Mark Charig (ha suonato su Lizard e Islands)
Elton Dean (Soft Machine)
Ian McDonald (King Crimson)
Boz Burrell (King Crimson)
Karl Jenkins (Soft Machine)
Paul Rutherford (Iskra)
Keith Tippett
Robert Wyatt
Mike Patto (Patto, Spooky Tooth)
I Nucleus pero' non sono di Canterbury: Ian Carr era scozzese, e la band ha gironzolato prevalentemente attorno a Londra.
#28
Inviato 28 giugno 2009 - 12:47
Piuttosto, che disco mi consigliate degli Henry Cow per iniziare? dalla descrizione che ne da wago sembrano molto interessanti!
#29
Inviato 28 giugno 2009 - 12:51
#30
Inviato 28 giugno 2009 - 13:08
Piuttosto, che disco mi consigliate degli Henry Cow per iniziare? dalla descrizione che ne da wago sembrano molto interessanti!
Degli Henry Cow c'è un trittico essenziale: "Leg End", "In Praise of Learning" e lo spettacolare "Western Culture". O almeno, io li trovo imperdibili. :-*
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#31
Inviato 28 giugno 2009 - 13:10
#32
Inviato 28 giugno 2009 - 13:11
così allunghiamo ancora un po' la mia "wishing list"....
#33
Inviato 28 giugno 2009 - 13:13
Tra i dischi segnalati, più o meno tutti validi, aggiungerei anche Camere Zimmer Rooms dei Picchio dal Pozzo, un album live registrato a fine anni 70 e pubblicato per la prima volta meno di dieci anni fa. Meno d' atmosfera rispetto agli album in studio e più vicino al certo jazz rock di stampo davisiano, mi ricordo che anni fa nel forum in diversi lo ritenevano il capolavoro del gruppo, mentre nei circoli prog si parla solitamente del primo. Veramente interessante e ricco di divertenti aneddoti il loro sito ufficiale.
I picchio sono uno dei pochi gruppi italiani (oltre agli Area, gli Stormy Six e adesso non me ne sovvengono altri) che quando vengono intervistati mostrano una cultura musicale un pò più ampia, spesso nelle interviste ai gruppi spaghetti prog si parlava sempre dei soliti 4 o 5 nomi (Crimson, Genesis, EL&P, Yes e Jethro Tull). A mio avviso deriva dai loro ascolti la peculiarità di questi gruppi, ognuno di loro praticamente unico nella scena italiana che all' epoca annaspava tra sinfonismi e imitazioni amatorialeggianti dei big d' oltremanica.
L' ultimo gruppo che mi piacerebbe ricordare sono i Muffins, li ricordo più che altro perchè vorrei sentire un paio di commenti da voi, mi ricordo degli album divertenti in pieno stile canterbury ma saranno 3 o 4 anni che non li ascolto. Se non erro dovrebbero essere americani ed erano attivi a partire dagli anni 80 (dovrebbero essere ancora attivi ma non ne sono proprio sicuro).
#34 Guest_Glory days_*
Inviato 28 giugno 2009 - 13:18
Quoto ChecazzoquotiComunque mi rendo conto che Third sia poco cantrburiano, secondo l' accezione che state dando al termine in questo thread, anche se Moon in June è canterbury sound al 100%, però mi sembra si stia dando poca importanza a questo gruppo che è forse il più importante del genere. Allora ci ha suonato Allen che avrebbe formato i Gong (anche se secondo me non sono canterbury i Gong ma comunque voi ce li avete messi), ci ha suonato Wyatt che non ha bisogno di presentazioni, ci ha suonato Kevin Ayers e inoltre l' organo di Ratledge è senza dubbio lo strumento che più di tutti ha caratterizzato il suond canterbury. Il suono che già si può sentire nei primi due dischi dei Soft Machine (i più canterburiani del gruppo ma stranamente fin qui non sono stati ancora citati) avrebbe fatto capolino in maniera più o meno distorta in molti altri dischi che oggi vengono catalogati così.
#35
Inviato 28 giugno 2009 - 13:23
grazie per le dritte, molto gentili!
così allunghiamo ancora un po' la mia "wishing list"....
Ti segnalo che i dischi ufficiali degli Henry Cow sono 4 e te li hanno praticamente citati tutti.
Comunque il primo Leg End mi sembra un buon disco, più "convenionale", più vicino a un estetica canterbury e comunque il meno personale. A mio avviso i capolavori sono i due successivi. Unrest, grande lavoro di chitarra del buon Fred si divide in una prima parte leggermente più composta e una seconda totalmente free. In Praise of Learning più o meno è sviluppato nel solito modo, solo che nella prima ci trovi anche la cantante Dagmar Krause (in questo disco i Cow suonano con gli Slapp Happy, un altro disco a nome Slapp Happy dove suonano i Cow è Desperate Straights), è un ottima vocalist, si è cimentata spesso con il repertorio di Kurt Weil e Brecht, ma molti la trovano insopportabile (a me a scanso di equivoci piace). L'ultimo cd, Western Culture è il meno famoso (non che gli altri siano entrati in top ten) è molto cupo e anche se l' ho ascoltato poco rispetto agli altri mi sembra comunque un buon lavoro, si sente che Lindsay Cooper c' ha messo del suo in sede compositiva.
Se piace sta roba sono imperdibili anche gli Art Bears con Winter Songs e The World as it is Today. Sono canzoni originalissime e storte con sonorità alla Henry Cow.
#36
Inviato 28 giugno 2009 - 13:33
Tra i dischi esterni al "movimento" (che poi comunque movimento non era) aggiungerei Kew Rhone ( http://rateyourmusic...an/kew__rhone_/ ) dell' ex bassista dgli Henry Cow John Greaves e Feels Good to Me di Bill Bruford. Nel caso di Bruford forse a qualcuno suonaerà strano parlare di canterbury ma comunque ci suonano jeff Berlin e daveStewart, quest' ultimo tastierista di Hatfield e National Healt.
#37
Inviato 28 giugno 2009 - 13:40
Comunque "Western Culture" e' una bomba, oserei dire che e' l'album piu' lucido e rifinito degli Henry Cow, gia' proiettato nei territori "wave" degli Art Bears (in effetti, e' successivo a "Hopes and Fears"). Da quel che so, la gestazione fu complicata, ma il risultato - assai cupo, come gia' e' stato osservato - e' :-*
A questo punto pero' non mancherei di citare il ciclopico "Concerts": forse e' li' che lo "spirito Henry Cow" emerge al meglio. Per non parlare poi della bellezza che e' il medley con Wyatt...
Ah, peraltro e' da poco uscito questo. Qualcuno l'ha ascoltato?
ps. Comunque, sui Soft Machine: non era mia intenzione relegarli a "secondari", ma citarli come paradigmatici del genere - specie in "Third" - mi pare fuorviante. Se li ho messi poco in risalto, e' perche' bene o male credo non abbiano bisogno di presentazioni, dove invece Hatfield and the North e altre band restano sempre un po' oscurate dagli altri.
pps. KEW.RHONE cazzo che disco :-*. No pero' dai, non trasformiamolo in un thread sui vari rigurgiti degli Henry Cow, non finiremmo mai e andremmo pure terribilmente OT.
#38
Inviato 28 giugno 2009 - 13:40
Si la lista di RIEN mi pare piuttosto esaustiva, citavo gli Henry Cow perchè erano stati chiesti consigli su di loro, comunque mi trovo d' accordo con la tua divisione.
In effetti anche wago aveva puntualizzato come gli Henry Cow non fossero proprio appartenenti alla scena canterbury, però ero rimasto ben impressionato dalla descrizione che ne dava e ne ho approffittato per chiedere un parere...
#39 Guest_Terzo_*
Inviato 28 giugno 2009 - 13:42
Di lui ho ascoltato solo il disco citato nell'altra sezione, qualche titolo su dischi canterburiani che ha fatto?Lol Coxhill
una goduria totaleThe Keith Tippett Group
#40
Inviato 28 giugno 2009 - 13:46
red noise - sarcelles-lochères, 1971
da notare la copertina aperta in stile surrealista
komintern - le bal du rat mort, 1971
secondo me due disconi, ironici e di grande gusto melodico con schizzate di fiati niente male e alcuni stacchi free bestiali
fra l'altro dovrebbero essere tutti e due nel listone nww
Di lui ho ascoltato solo il disco citato nell'altra sezione, qualche titolo su dischi canterburiani che ha fatto?
Lol Coxhill
canterburiani boh, ma ascoltati 'lol coxhill & welfare state' del '75, con canterbury non c'entra molto, se non per lo spirito scanzonato, ma è tanta roba
#41
Inviato 28 giugno 2009 - 14:20
Mi hai comunque fatto venire in mente un altro paio di album che potrebbero gustare agli appassionati:
Cos: Viva Boma
Moving Gelatine Plates: The World of Genius Hans
I primi sono belgi, i secondi francesi. Quella dei Cos e' musica sperimentale, con venature jazz e rilassate (in quel modo arioso che ricorda Canterbury), ma anche con esplosioni di fuzz, synth e piano elettrico che trasportano in pieno territorio jazz-rock (Nucleus, Hatfield and the North). Poi ci sono mattane percussionistiche e pure una genialata elettronicosa ("Perhaps Next Record" si intitola ). Qua e' la' (non prendetemi troppo sul serio) ricordano pure gli Aksak Maboul.
I Moving Gelatine Plates invece sono piu' energici e zigzaganti, anche loro fuzz a manetta e ritmi scasinati, parecchi fiati e una voce purtroppo pessima (ma poi se sei francese cazzo ti canti in inglese, mah, vallo a sape'). Disco piacevole, comunque, con alcuni intricamenti niente male (una sorta di ibrido tra Mahavishnu e Gentle Giant, anche qui non prendetemi in parola).
#42
Inviato 28 giugno 2009 - 14:28
Piu' che all'ennesimo thread-panettone, pero', ci sarebbe da pensare a un bell'articolozzo a piu' mani...
#43
Inviato 28 giugno 2009 - 14:32
Molto carino il disco dei Komintern, anche se forse e' piu' vicino al RIO e a certe cose dei Samla che ai canterburiani (qua e la' pure allo zeuhl meno torvo). E' registrato un po' col culo, ma comunque e' estroso e godibile - certo, non e' un disco che consiglierei a uno che gia' non sia "alla frutta" col genere...
Mi hai comunque fatto venire in mente un altro paio di album che potrebbero gustare agli appassionati:
Cos: Viva Boma
Moving Gelatine Plates: The World of Genius Hans
I primi sono belgi, i secondi francesi. Quella dei Cos e' musica sperimentale, con venature jazz e rilassate (in quel modo arioso che ricorda Canterbury), ma anche con esplosioni di fuzz, synth e piano elettrico che trasportano in pieno territorio jazz-rock (Nucleus, Hatfield and the North). Poi ci sono mattane percussionistiche e pure una genialata elettronicosa ("Perhaps Next Record" si intitola ). Qua e' la' (non prendetemi troppo sul serio) ricordano pure gli Aksak Maboul.
I Moving Gelatine Plates invece sono piu' energici e zigzaganti, anche loro fuzz a manetta e ritmi scasinati, parecchi fiati e una voce purtroppo pessima (ma poi se sei francese cazzo ti canti in inglese, mah, vallo a sape'). Disco piacevole, comunque, con alcuni intricamenti niente male (una sorta di ibrido tra Mahavishnu e Gentle Giant, anche qui non prendetemi in parola).
i cos non li conosco, mentre dei moving mi ricordo l'omonimo del '71, carino, ma un po' troppo inquadrato per i miei gusti
hans devo averlo ascoltato una volta, ma mi sembrava già meglio, a partire dalla fantastica copertina
#44
Inviato 28 giugno 2009 - 17:12
Ah, peraltro e' da poco uscito questo. Qualcuno l'ha ascoltato?
Mi sembra ottimo per un fan. Ho ascoltato solo i primi 6 dischi e devo dire che sono sia un ottima retrospettiva sulla carriera del gruppo sia l' occasione di sentire finalmente live questo collettivo che dava molta importanza all' improvvisazione e che ovviamente nella dimenaione live privilegiava molto questo lato della loro musica. Ad esempio il disco 4 è composto quasi totalmente di improvvisazioni (mi ricorda il disco dei Samla Mammas Manna "För ?ldre Nybegynnare" che in quel periodo suonò live con gli Henry Cow e che a detta di Cutler era uno dei migliori collettivi di improvvisazione rock a livello europeo). I dischi 3, 4 e 6 alternano improvvisazioni e brani già presenti sui cd in studio. Nei primi due del box invece ci sono gli inizi del gruppo, compresi brani risalenti al periodo pre discografico. E' anche grazie a queste registrazioni che ci è possibile comprendere appieno il processo di evoluzione sia del suono che a livello improvvisativo e questo credo sia il valore aggiunto del box. L' audio è più che accettabile, considerando che a quanto mi ricordo Concerts, almeno i miei mp3, si sentiva piuttosto male. Mi mancano da ascoltare gli ultimi cd, ma credo che già con i primi sei si possa esprimere un parere più che positivo e per un fan è un uscita essenziale, anzi forse una delle uscite più importanti per l' epoca prog, considerato la caratura del gruppo e dei musicisti che vi militavano e considerato che non esiste una retrospettiva tanto esauriente (se parliamo della dimensione live) per altri gruppi dell' epoca.
#45
Inviato 28 giugno 2009 - 17:35
Moving Gelatine Plates: The World of Genius Hans
Grandissimi! Ho un ottimo ricordo del primo disco, veramente forti.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#46
Inviato 30 giugno 2009 - 14:14
Ah, peraltro e' da poco uscito questo. Qualcuno l'ha ascoltato?
Mi sembra ottimo per un fan. Ho ascoltato solo i primi 6 dischi e devo dire che sono sia un ottima retrospettiva sulla carriera del gruppo sia l' occasione di sentire finalmente live questo collettivo che dava molta importanza all' improvvisazione e che ovviamente nella dimenaione live privilegiava molto questo lato della loro musica. Ad esempio il disco 4 è composto quasi totalmente di improvvisazioni (mi ricorda il disco dei Samla Mammas Manna "För ?ldre Nybegynnare" che in quel periodo suonò live con gli Henry Cow e che a detta di Cutler era uno dei migliori collettivi di improvvisazione rock a livello europeo). I dischi 3, 4 e 6 alternano improvvisazioni e brani già presenti sui cd in studio. Nei primi due del box invece ci sono gli inizi del gruppo, compresi brani risalenti al periodo pre discografico. E' anche grazie a queste registrazioni che ci è possibile comprendere appieno il processo di evoluzione sia del suono che a livello improvvisativo e questo credo sia il valore aggiunto del box. L' audio è più che accettabile, considerando che a quanto mi ricordo Concerts, almeno i miei mp3, si sentiva piuttosto male. Mi mancano da ascoltare gli ultimi cd, ma credo che già con i primi sei si possa esprimere un parere più che positivo e per un fan è un uscita essenziale, anzi forse una delle uscite più importanti per l' epoca prog, considerato la caratura del gruppo e dei musicisti che vi militavano e considerato che non esiste una retrospettiva tanto esauriente (se parliamo della dimensione live) per altri gruppi dell' epoca.
Sempre per continuare l' ot ho trovato un interessante articlo sul box in questione di otto pagine su allaboutjazz http://www.allaboutj...p?id=31544&pg=1 e una pagina fatta discretamente su wikipedia (incredibile wikipedia per la musica di solito è peggio di un forum di fanatici prog, una sfilza di banalità assortite, si vede che gli Henry Cow hanno fan di qualità ) http://en.wikipedia....nry_Cow_Box_Set
Forse necessitava un thread a parte questo succosissimo box (io volevo comprarlo quando uscì ma la mia situazione finanziaria tra affitto precariato e disoccupazione è in declino anche senza box)
#47
Inviato 06 luglio 2009 - 17:53
http://relics.blogmusicale.it/
(giu' in fondo)
http://3.bp.blogspot...at+obsolete.bmp
Per ascoltarlo seguite quest'altro link, da cui potete scaricare (in formato LOSSLESS!!) sia l'album in questione che il precedente di Léger, sotto lo pseudonimo di Melmoth:
http://avaxhome.ws/m...LL_HEDAYAT.html
Riporto direttamente dal blog anche il commento sul disco.
? forse noto come Daevid Allen, primo chitarrista dei Soft Machine, venisse bloccato in Francia durante una tournée col suo gruppo e costretto così a rimanere a Parigi ?? pare per irregolarità nel passaporto ?? mentre i compagni facevano ritorno in Inghilterra. E altrettanto nota dovrebbe essere la successiva nascita dei Gong, per opera dello stesso Allen e di numerosi altri musicisti del circuito underground parigino, la cui carriera prese le mosse proprio nella Francia del ??68.
Dashiell Hedayat è lo pseudonimo col quale l??artista e cantautore francese Jack-Alain Léger pubblicò il suo secondo album (il primo ?? La Devanture des ivresses, 1969 ?? era stato pubblicato con lo pseudonimo di Melmoth) avvalendosi della collaborazione di Daevid Allen, Christian Tritsch, Didier Malherbe, Gilli Smyth e Pip Pyle, ossia la formazione dei Gong quasi al completo prima che questa facesse rotta verso l??Inghilterra e desse vita alla famosa trilogia della «teiera volante».
Così, da questa occasionale ma fortunata cooperazione, è nato Obsolete, album bizzarro e a prima vista non molto omogeneo. Questa disorganicità, tuttavia, è un mero dato esteriore, poiché, analizzando più attentamente il lavoro in questione, sarà abbastanza facile notare come il disco sia chiaramente bipartito, così che in ognuna delle due facciate emerga rispettivamente l??eccentrico stile cantautorale di Dashiell Hedayat prima e la caotica visionarietà dei Gong poi. Il lato A di Obsolete è interamente occupato da una suite in tre movimenti, Eh, Mushroom, Will you Mush my Room?. Il primo, Chrysler, è uno strampalato e irrequieto rock, un??ode lisergica ed iperelettrificata che Léger dedica alla sua auto rosa all??interno della quale vive come se fosse una vera e propria casa. Il secondo, Fille de l??ombre, è un brevissimo intermezzo dove la reiterata cantilena del titolo si sovrappone ai rumori di sottofondo e alle grida filtrate di Gilli Smyth. Il terzo e ultimo movimento è Long song for Zelda, una dolce ballata che nei primi minuti appare non lontana da alcune stralunate melodie di Syd Barrett ma che nel finale viene completamente stravolta prima dall??abbaiare di Léger ?? si prenda questa considerazione alla lettera e non come una malignità, poiché il verso imitato dal cantautore francese è proprio il latrare di un cane ?? e poi dalla sovraincisione della voce di William Burroughs. Il lato B del disco è occupato invece da un solo brano, Cielo Drive, 17, ed è qui che più emerge l??arte combinatoria dei Gong. In oltre ventuno minuti di dispiega un collage di suoni sfrenato e anarcoide, un??orgia strumentale da vaudeville, un delirio spaziale nella migliore tradizione del gruppo di Daevid Allen e sul quale aleggia a tratti, surreale e distante, la recitazione di Dashiell Hedayat.
Avvertenze: dato il potenziale allucinatorio maneggiare con estrema cura. Può indurre stati di trance, sonno ipnotico ed ebbrezza mistica.
Brano migliore: A voi l??ardua sentenza.
Perché è su Relics: Perché la collaborazione tra un freak parigino che vive in una Chrysler rosa anni ??50 e un manipolo di alieni, alias Gong, non poteva certo essere ignorata.
Dove ascoltarlo: In macchina, di notte, mentre tutti vanno in discoteca. NB: se siete in possesso di una Chrysler del suddetto colore sarebbe meglio, al limite accontentatevi della vostra auto, quale che essa sia.
#48
Inviato 03 ottobre 2011 - 23:31
#49
Inviato 03 aprile 2012 - 18:29
"SOVIET SAM" un blog billizzimo
7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:
Tra due anni torniamo per vincere.
#50
Inviato 20 febbraio 2013 - 17:40
Con quella voce baritonale è riuscito a stare sulla linea di confine tra la psichedelia più spinta e il pop più smaccato.
I primi Soft devono moltissimo alle sue intuizioni e non è un caso che quasi tutte le tracce del disco d'esordio portino la sua firma.
Anche la decisione di abbandonare prematuramente la band, quasi avesse il timore di rimanere avviluppato a un'avventura che l'avrebbe fagocitato, me l'ha sempre fatto apparire una specie di gigante fragile.
I suoi primi 3 dischi da solista sono letteralmente leggendari e in essi vi sono brani che fanno parte della storia dell musica popolare inglese; anche il live del 01/06/1974 è una pagina importante della sua discografia. Dopo Sweet Deceiver (disco comunque bello) la sua produzione tende ad appannarsi, anche perchè i tempi volgevano a un repentino e violento cambiamento, e Ayers faticò a ritrovare una sua dimensione; nel 2007 registrò però un disco che stupì moltissimi (io all'epoca lo ignorai colpevolmente e me ne vergogno ancora) e che lasciò credere che Ayers fosse sulla via di una tardiva riscoperta... la notizia di oggi, invece, mi giunge inaspettata e getta il mio cuore nel triste sconforto.
Mi piaceva lasciare comunque una mia testimonianza per questa triste scomparsa nel forum che ho frequentato per tanto tempo.
Addio Kevin... sono sicuro che sarai in paradiso a giocare con tutti i tuoi “elefanti, tigri e canguri”
[m]http://www.youtube.com/watch?v=i1-5ia1UV8s[/m]
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
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