Inviato 05 novembre 2007 - 13:58
leggite questa va'
Corriere della Sera - NAZIONALE -
sezione: Primo Piano - data: 2007-11-05 num: - pag: 8
autore: Lorenzo Salvia categoria: BREVI
Urbani: «Difficile integrare i rom». Riccardi: «No, non tutti rubano»
DIBATTITO DOPO L'INTERVISTA A FINI
ROMA ?? Non è solo una battuta gettata nella mischia della battaglia politica. Ma una
considerazione che interroga la cultura, la nostra e quella rom. Dice Gianfranco Fini, intervistato dal
Corriere, che «non ha senso parlare di integrazione per chi considera pressoché lecito e non
immorale il furto, il non lavorare perché devono essere le donne a farlo magari prostituendosi, e non
si fa scrupolo di rapire bambini ». Ha ragione?
Alexis Santini Spinelli èunrom che più integrato di così non si può. Nato in Toscana, 43 anni,
musicista, insegna la storia e la cultura del suo popolo nelle università di Trieste, Torino e Chieti:
«Cosa c'entrano i versi di Leopardi con le Brigate rosse? Cosa c'entra la musica di Verdi con la
mafia? Fini parla delle situazioni di degrado, e quella non è cultura ma la conseguenza delle
discriminazioni subite da chi vive nelle baraccopoli. Ci sono migliaia di rom che fanno gli
infermieri o i fornai. Ma sui giornali ci finiscono solo i delinquenti». Spinelli quel mondo lo
conosce bene, ne fa parte e forse per questo qualcuno può sospettarlo di partigianeria. Allora può
essere utile ascoltare Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, l'associazione
cattolica che di quasi tutti i problemi del mondo si occupa, rom compresi: «Che siano ladri per
tradizione culturale ?? dice ?? non mi sembra proprio. ? vero che ci sono comportamenti devianti
ma questo dipende pure da noi». Da noi? «Per la loro integrazione si è sempre fatto poco, anche
perché non hanno uno Stato alle spalle, non hanno un ambasciatore che protesta quando li si attacca
». Dei quasi 160 mila rom che vivono nel nostro Paese, 50 mila hanno il passaporto italiano: «Ecco,
come si fa a dire che non sono integrabili? ».
Ma c'è anche chi si dice d'accordo con Fini. Almeno in parte. «In linea di principio ?? osserva
Marcello Veneziani, intellettuale vicino ad An ?? questo rifiuto all'integrazione c'è. Ma è vero pure
che i bambini che nascono e crescono in Italia hanno maggiori possibilità di affrancarsi dalla loro
cultura di origine. Certo, non deve essere lo Stato a decidere per decreto che sono integrati ma loro
a dimostrarlo». Giuliano Urbani ?? di formazione politologo, tra i fondatori di Forza Italia ?? si
scusa di dover dare una risposta complessa: «La storia e l'antropologia danno ragione a Fini. Anzi, è
il concetto stesso di integrazione ad essere velleitario: chi lascia le proprie origini non lo fa per
spogliarsi della propria cultura. Pensate a Little Italy». Però, c'è un però: «Viviamo un periodo di
accelerazione storica, quello che prima accadeva in 200 anni adesso arriva dopo due generazioni. Il
figlio del giovane arabo che nasce qui magari potrà diventare davvero italiano. Ma dipende molto
dalla sua volontà». Volontà dei rom ma anche di chi deve favorire la loro integrazione, secondo il
sociologo Marzio Barbagli
che parla di «integrazione più difficile che per altri popoli ma non impossibile ». E in parte dà
ragione a Fini: «? vero che in alcuni gruppi viene considerato lecito e non immorale il furto verso
chi non appartiene alla loro comunità. Ma da qui ad arrivare a dire che sono tutti così ce ne passa».
Poi il professore guarda al passato per provare a intuire il futuro: «La storia ci insegna che i valori
possono cambiare. Anche in Italia, anni fa, il tasso di omicidi era molto più alto di adesso. In
qualche modo uccidere era giustificato, come nel caso dell'omicidio d'onore. E per i rom parliamo
di furti, non di omicidi che pure loro commettono, come tutti i popoli del mondo. In realtà molto
dipende dalle condizioni in cui vivono». ? la stessa distinzione che fa Livio Togni, anche lui di
origine rom, che risponde nientemeno da Teheran, dov'è in tournée con il suo circo: «Quello che
dice Fini è vero ma solo in parte. In alcune comunità rom il furto è tollerato. Ma perché vivono nel
fango e nella miseria, non perché glielo ordina la loro cultura. Non hanno alternativa. Non è una
giustificazione, certo. Ma aiuta a capire».
ps ho editato, avevo sbagliato il copia-incolla