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Clifford Brown


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9 replies to this topic

#1 Guest_Quel bastardo giallo_*

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Inviato 05 settembre 2006 - 13:36

mi scuso in anticipo se non inserisco qualche commento personale,ma apro questo topic appunto perchè non lo conosco e perchè vorrei cominciare ad ascoltarlo.
quindi...cosa ne pensate di questo trombettista abbastanza misconosciuto? quali sono i suoi lavori migliori? da quali cominciare?

a voi la parola
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#2 Jazzer

    Utente anziano

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Inviato 05 settembre 2006 - 14:25

Ah, Clifford Brown! L'unico suo difetto è che è morto a 25 anni in un incidente d'auto... io credo, e non sono il solo a farlo, che se non fosse morto così giovane sarebbe senza dubbio diventato uno dei trombettisti "top" che il jazz ha avuto, come Miles, come Dizzy (dei quali riuniva le carateristiche come pirotecnicità e introspezione), come Lee Morgan, come Freddie Hubbard.
Fortemente influenzato da Fats Navarro (potrei sbagliarmi, ma credo gli abbia fatto anche da maestro) si è mosso - ovviamente - soprattutto in ambito be-bop, ma ha fatto a tempo a confrontarsi anche con l'hard-bop. Possedeva un tono caldo e corposo, capace di incantare sulle più soffici ballad, ma che produceva ottimi risultati anche nei brani più veloci dove Brown sfoggiava un controllo dello strumento davvero notevole. Ottima la sua capacità di swingare, possedeva capacità tecniche davvero uniche.
Il primo disco è del 1952 dove suona del r&b, ma le sue discografiche migliori le ha prodotte con il gruppo di Lionel Hampton, con il quintetto di Art Blakey pre-Jazz Messengers e con il proprio quintetto con Max Roach.
La sua discografia è - ovviamente - abbastanza disordinata e piena di compilations e doppioni. Per quello che ti posso dire io, ovvero ciò che ho ascoltato, vale assolutamente la pena di avere questi dischi:

A night at Birdland - volume 1 - uscito a nome di Art Blakey
due dischi con Max Roach Clifford Brown & Max Roach e (soprattutto) Study in brown.
Buono The eminent (a nome di J.J. Johnson)
Splendido Sarah Vaughan & Clifford Brown (ovviamente con la Vaughan)
Memorial album questo: Immagine inserita
è un buon album che può servire come prologo per poi approfondire maggiormente il musicista.

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#3 Jazzer

    Utente anziano

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Inviato 08 settembre 2006 - 07:15

Un successone 'sto thread eh?
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#4 out of the cool

    Roadie

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Inviato 08 settembre 2006 - 09:22

Conosco poco, e quel poco mi piace moltissimo.

Study in brown, Clifford with strings e quello con Sarah Vaughan, per la precisione. Molto belli tutti ma per me meglio il primo, che tra l'altro contiene uno dei miei brani jazz preferiti in assoluto, "George's dilemma". La batteria afro della sezione A è troppo orgasmica...ah, anche la versione bella sparata di "Take the A Train" è molto fica.

Cmq anche in quello di standard cogli archi suona da Dio, ricorda un po' il disco analogo fatto da Charlie PArker, suona i temi con qualche abbellimento e basta ma li suona proprio bene.

(c'era uno speciale su di lui con articoli di trombettisti come bosso e boltro anche sull'ultimo numero di jazzit mi pare)
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#5 Guest_Quel bastardo giallo_*

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Inviato 08 settembre 2006 - 12:11

Un successone 'sto thread eh?

già
beh intanto ringrazio che ha risposto.

io intanto mi sono recuperato il memorial album e study in brown con max roach.
sono tra i primissimi dischi jazz che ho ascoltato,perciò devo starci su un po' di tempo (anche se non li ho trovati particolarmente difficili). rimando i miei commenti quindi.
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#6 Jazzer

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Inviato 08 settembre 2006 - 12:15

io intanto mi sono recuperato il memorial album e study in brown con max roach.


Secondo me, hai iniziato dai due dischi migliori  :)

Aggiungo una precisazione: in "Study in Brown" si può ascoltare al pianoforte Richie Powell, fratello miniore del più famoso Bud, che anche lui è morto nello stesso incidente automobilistico di Brown; pianista che, pur essendo inferiore al fratello, stava cominciando a farsi conoscere sulla scena jazz di quegli anni.
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#7 Lorenzovic

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Inviato 08 settembre 2006 - 19:42

Io ho anche il CD "Jazz immortal featuring Zoot Sims" della Blue Note; mi pare sia una riedizione di un vecchio LP 10" del 1954; è mono, ma la qualità è discreta...

P.S. Jazzy, a volte si vorrebbe intervenire in un sacco di topic, ma non se ne ha il tempo... oppure si ha un po' di pudore quando non si ha una conoscenza sufficientemente approfondita del tema...  ;)
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#8 Jazzer

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Inviato 08 settembre 2006 - 21:49

P.S. Jazzy, a volte si vorrebbe intervenire in un sacco di topic, ma non se ne ha il tempo... oppure si ha un po' di pudore quando non si ha una conoscenza sufficientemente approfondita del tema...  ;)


Ma sì, certo! Anch'io leggo thread dove non intervengo  proprio per pudore. Comunque il mio intervento sul "successo" era fatto apposta per riportare in alto questo thread ed effettivamente ha funzionato.
Clifford Brown se lo merita perché è davvero un ottimo musicista che se fosse vissuto di più avrebbe potuto dare tanto. Non so dove l'ho letto, ma qualcuno l'ha paragonato, sia per stile che per modo di proporsi, con il nostro Fabrizio Bosso (che sta benissimo di salute!). Effettivamente anche Bosso è davvero un musicista sublime: tecnica perfetta e espressività ai massimi livelli, in modo particolare nelle ballad. Un trombettista da tenere assolutamente in considerazione, basti ascoltare i suoi ultimi dischi "Rome after midnight" e "Trumpet legacy" (con Boltro) usciti entrambi per l'etichetta giapponese Sound Hill. Fenomenali entrambi a mio parere.
Cosa c'entra con Brown? Nulla, ma parlando di trombettisti!

Ciao Lorenzo, contento di leggerti nuovamente  :)
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#9 ravel

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Inviato 09 settembre 2006 - 16:30

Il mio contributo si limita a ricordare lo struggente tema di Benny Golson, dedicato alla memoria di Brown I remember Clifford...
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«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)

 

Moriremotuttista


#10 emma

    pivello

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Inviato 12 settembre 2006 - 18:18

Un musicista di grande personalità; precoce, pieno di talento, sfortunato. Avrebbe dato moltissimo al jazz, potendo incarnare, ancora più compiutamente, il mito "sano", solare, inconsueto, del musicista che sa vivere di tecnica e ispirazione. "Study in brown" è una pietra miliare del jazz degli anni cinquanta.
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