
Films "polar" francesi
#122
Inviato 30 luglio 2017 - 21:55
In uscita per il mercato homevideo in versione restaurata:
#123
Inviato 31 luglio 2017 - 16:19
Forse esagero, ma Le Trou è fra i miei dieci film preferiti di sempre.
"pouvre Gaspard"
(non è molto in topic però no?)
#124
Inviato 12 novembre 2019 - 11:31
Colt 45 (Fabrice du Welz, 2014)
Con la crisi del cinema horror francese i registi della new-wave di inizio 2000 o sono emigrati in America oppure si sono riciclati nel polar, genere che in Francia tira sempre (anche se da noi purtroppo questi film di solito non arrivano). Quest’ultimo è il caso del belga Fabrice du Welz che di quella ondata era sicuramente uno dei più talentuosi e forse quello con la cifra stilistica più personale. Dopo il bagno di sangue (nel senso di disastro economico) di Vinyan con la Béart si cimenta nel genere francese per eccellenza con questo film diretto su commissione. Apprezzabile per il fatto di andare controcorrente rispetto al neo-polar di Marchal e soci con uno stile secco, spiccio e veloce (non dura nemmeno ottanta minuti) che prende come riferimenti Don Siegel e il poliziesco all’italiana. Deludente per tutto il resto. Del linguaggio e della visione artistica espressa da du Welz nei suoi horror rimane poco o niente, i caratteri dei personaggi sono piatti e monocordi e la trama troppo convenzionale. Un onesto prodotto di genere, ma da Du Welz ci si aspetta di più. A discolpa del regista bisogna dire che a causa di dissidi con il produttore non ha nemmeno riconosciuto il prodotto finale. Per fortuna il nostro è poi tornato con eccellenti risultati all’horror con Alleluia e il recentissimo Adoration (quest’ultimo non ancora uscito).
#125
Inviato 12 novembre 2019 - 12:24
Uhm, volevo giusto recuperalo insieme all'altro suo noir (americano in questo caso) "Message from the King".
#126
Inviato 18 novembre 2019 - 10:41
Visto ieri sera "Un condé" (1970), di Yves Boisset (che in italiano diventa "L'uomo venuto da Chicago"), buon polar che all'epoca fece un certo scalpore per la crudezza con la quale mostrava il lavoro sporco di certa polizia ... (vi furono rogne con la censura e problemi di distribuzione). Un poliziotto si trova in mezzo ad una classica faida tra due bande, e ci lascia le penne. Il suo collega, disilluso e poco rispettoso delle regole, cercherà di vendicarlo. Bravo Michel Bouquet nel ruolo del poliziotto freddo e di poche parole, ma tutto il cast è convincente, con brevi parti anche per il grandissimo Michel Constantin ("Le trou", "Le deuxième souffle", e altri mille ...) e per Bernard Fresson (quello di "French Connection 2"). Decisamente consigliato.
#127
Inviato 20 novembre 2019 - 21:14
Per chi ancora non lo conoscesse ... vedo che è stato recentemente (ri)pubblicato in DVD pure per il mercato italiano ...
Secondo me, uno dei più bei noir di tutti i tempi. Per una volta, bellissimo pure il titolo italiano (in originale: "Le deuxième souffle")
#128
Inviato 20 novembre 2019 - 21:20
Probabilmente lo confondo con altri mille polar di quegli anni, ma bastano Melville & Ventura per mettere il +
#129
Inviato 21 novembre 2019 - 15:18
Domanda un pò gretta ma utile a me per orientarmi: quali sono i più belli a colori? Diciamo da Le Samourai in poi. Anche fino ai giorni nostri, tipo 36 Quais de Ouferves, se rientra.
The core principle of freedom
Is the only notion to obey
#130
Inviato 21 novembre 2019 - 15:36
Intanto finisci la trilogia Melville/Delon con Le Circle Rouge e Un Flic.
#131
Inviato 21 novembre 2019 - 15:39
Intanto finisci la trilogia Melville/Delon con Le Circle Rouge e Un Flic.
Già finita, avrei dovuto dire dalla trilogia in poi in effetti.
The core principle of freedom
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#132
Inviato 21 novembre 2019 - 15:41
Allora passa a Josè Giovanni.
#133
Inviato 21 novembre 2019 - 16:24
Oltre a Giovanni, terrei in considerazione Alain Corneau, con (ad esempio) "Police Python 357" (1976) e con "Le choix des armes" (1981 - molto bello). Molto conosciuto pure "Le clan des siciliens" di Henri Verneuil che, nonostante il cast strepitoso (Delon, Gabin, etc.), non mi sento di giudicare in modo positivo. Ad ogni modo, in rete si trovano diverse liste e consigli (oppure sulle pagine di discussione che ci precedono!) Va detto che a partire da un certo punto ne hanno davvero prodotti a dozzine, con qualità ovviamente altalenante ...
#134
Inviato 21 novembre 2019 - 18:20
In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle
#135
Inviato 21 novembre 2019 - 18:46
Secondo voi Legge 627 di Tavernier si può considerare un polar?
Direi di sì, non proprio un polar puro ma ci sta.
Se può essere utile...
https://rateyourmusi...73/stag/polar/1
Se io voglio che gli uccelli cadano fulminati, gli uccelli devono cadere stecchiti dagli alberi. Sono il furore di Dio, la terra che io calpesto mi vede e trema.
Don't you know there ain't no devil there's just god when he's drunk.
#136
Inviato 27 dicembre 2019 - 12:11
Tre per una grande rapina (Le mataf, Serge Leroy, 1973)
Al netto del consueto titolo italiano, avvincente quanto una violenta scarica di dissenteria, e precisato subito che in realtà più che un polar (con cui condivide alcuni umori e taluni stilemi da noir transalpino) è un heist movie fatto e finito, è davvero un'ottima pellicola, nonostante sia del tutto misconosciuta.


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#137
Inviato 28 dicembre 2019 - 13:47
#138
Inviato 29 giugno 2020 - 10:50
Codice d'onore (Le Choix des armes, Alain Corneau, 1981)
Rivisto dopo qualche anno (per puro caso ho trovato il blu ray a 5 euro) è ancora più bello di quanto ricordassi, forse anche grazie alla qualità del formato che rende giustizia ad una fotografia davvero eccellente.
Polar di assoluto livello, che parte dal Melville di Le cercle rouge per arrivare alla banlieue parigina, con relativi abbozzati accenni sociologici.
Depardieu è in forma smagliante nel suo essere costantemente sopra le righe e Montand è elegantissimo, rigoroso: due modi di recitare (e due personaggi) quasi antitetici, che però messi insieme (l'uno contro l'altro) funzionano, divenendo le due facce della stessa medaglia, rappresentata dalla "meccanica della fatalità", dal glaciale e a tratti funereo determinismo proprio del genere, ammantato e alimentato questa volta anche dalla foga giustizialista (quasi vendicativa) del giovane e inesperto Ispettore Sarlat (Gérard Lanvin).
La Deneuve è impeccabile nell'interpretare il suo ruolo secondario quanto fondamentale di femme fatale, da intendersi in una una concezione del tutto rinnovata, quasi rifondata, rispetto ai classici stilemi dell'hard boiled chandlariano.
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