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Films "polar" francesi


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137 replies to this topic

#101 Çorkan

    Utente onicofago con ghiri in culo

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  • LocationBorgo San Lorenzo, Firenze

Inviato 06 giugno 2012 - 23:23

allora lo ricerco grazie (sempre sia lodato il Mulo)
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"La legge non dovrebbe imitare la natura, dovrebbe correggerla"

Dekalog 5

#102 corey

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Inviato 06 luglio 2012 - 12:55

è un po' una fottuta autopromozione, me ne dolgo molto, ma agli appassionati del poliziesco/noir alla francese segnalo l'uscita di "Polar 2.0. Il poliziesco francese del nuovo millennio" a cura di Mariolina Diana e Michele Raga.

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POLAR 2.0 Mariolina Diana, Michele Raga (a cura di)
Il termine polar, nato dall’unione di poliziesco e noir, indica quel genere, tipicamente francese, che mette in scena l’ambiente criminale nelle sue molteplici sfaccettature. Lotte tra bande, killer spietati e banali assassini, detective privati, ispettori e agenti di polizia (i famosi flic) sono il materiale umano su cui si fonda una lunga tradizione letteraria e cinematografica insieme. Grandi registi ed eccellenti artigiani, da Jean-Pierre Melville a Luc Besson, passando per Godard, Chabrol e Truffaut, si sono messi al servizio del polar, e altrettanto hanno fatto attori come Jean Gabin, Lino Ventura, Yves Montand, Jean-Paul Belmondo, Alain Delon, fino ai più giovani Gérard Depardieu, Daniel Auteuil, Jean Reno, Vincent Cassel. Polar 2.0 è il poliziesco francese degli anni Duemila, rinnovato nello stile e nelle tematiche, contaminato con l’horror, il western, il film d’azione, ambientato a Parigi come a Marsiglia, nelle carceri come nelle banlieue.
[Il Foglio Letterario Edizioni – pp. 280 € 15,00]
  • 3
i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#103 nicholas_angel

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Inviato 06 luglio 2012 - 14:45

Bello, ma perché autopromozione? sei tu il Michele che scrive?
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#104 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 30 novembre 2012 - 11:30

Le petit lieutenant
(Xavier Beauvois, 2005)

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Efficacissima rivisitazione, rivitalizzazione verrebbe da dire, del polar in chiave iper-realista. Pochissima azione, nessun manicheismo, massima attenzione per l’ambientazione. Basti pensare che Xavier Beauvois ha di fatto vissuto alcuni mesi in simbiosi con i flics parigini per assimilare al meglio il loro linguaggio, la loro quotidianità; alcune comparse del film, come la squadra antinarcotici, è una vera squadra antinarcotici, così come tutti senzatetto presenti nel film sono reali homeless. Inoltre, il regista ha assistito ad alcune autopsie (per fare rendere al meglio le sensazioni dei protagonisti durante l’analoga scena del film) e ha addirittura coinvolto alcuni poliziotti nella stesura della sceneggiatura.
Per conferire al tutto un maggior alone di verismo, di spontaneità, durante le riprese Beauvois (che recita anche la parte del flic destrorso), consegnava i copioni agli attori solo durante il trucco, di modo che non potessero imparare le battute a memoria, impostando così i dialoghi in maniera troppo “teatrale”, svuotadoli di spontaneità.
E nella scena della festicciola al bar, pare che alcuni degli attori si siano davvero sbronzati… insomma, ci siamo capiti.
Ciò detto, non si pensi ad un film di stampo documentaristico, perchè non è assolutamente così. La cornice realista, assolutamente antipoetica ed antieroica è per contro funzionale allo sviluppo delle vicende dei protagonisti (di fatto è un film corale, per quanto alla fine il personaggio interpretato da Nathalie Baye spicchi leggermente sopra gli altri), nella cui psicologia si scava a fondo, grazie al quotidiano, al riemergere del passato, ai piccoli/grandi problemi di ciascuno dei personaggi buttati nella mischia. E, ovviamente, grazie al grande evento traumatico, che rappresenta il fulcro narrativo della pellicola, la scossa tellurica che sconvolge un andamento diegetico altrimenti quieto – l’accoltellamento del petit lieutenant – che stimola reazioni intimistiche, quasi soffocate, e un desiderio di vendetta mai così glaciale, antispettacolare e privo di catarsi.
Bellissimo il finale, silenzioso, senza musica (anche sui titoli di coda), animato solo dai rumori del mare, unica consolazione dinnanzi al vuoto che si scorge negli occhi di Nathalie Baye.
  • 3

#105 William Blake

    Titolista ufficiale

  • Redattore OndaCinema
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Inviato 30 novembre 2012 - 17:19

voglio recuperarlo, questo: si trovano i sub?
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#106 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 30 novembre 2012 - 17:20

Io li ho trovati solo in inglese.
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#107 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 27 dicembre 2012 - 14:11

Truands
(Truands di Frédéric Schœndœrffer, 2007)

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Concordo con chi sostiene che sia, insieme a 36 Quai des Orfèvres di Olivier Marchal (e Le petit lieutenant di Xavier Beauvois, aggiungo io) il miglior polar degli anni '00 (o 2000 o 0 come diavolo si dice).
Schœndœrffer non si dimentica dei classici (Melville su tutti: Franck altri non è che l'ennesimo omaggio del genere all'algido - e orami archetipico - samurai impersonato da Delon), ma pur avendoli ben in mente compie un'operazione di aggiornamento del genere assolutamente radicale. Ogni aspetto vagamente romantico legato al milieu parigino (l'amicizia virile e il codice d'onore della mala, su tutti, dei veri e propri topoi del polar) vengono del tutto annientati, con la messa in scena - lontanissima dalla tentazione agiografica - corale di una malavita frammentata, spietata (alcune scene sono davvero crude, pur se lontane dalla spettacolarizzazione della violenza) e priva di valori.
Memorabili le interpretazioni di Philippe Caubère (icona del teatro transalpino) e Benoît Magimel, e partecipazione di gran lusso dell'ex flic Olivier Marchal (la personalità di punta del polar contemporaneo) nella parte del sanguigno gangster Jean-Guy.
Imperdibile per gli appassionati del genere.

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#108 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 13 gennaio 2013 - 12:13

Polisse
(Polisse di Maïwenn Le Besco, 2011)

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Ultima frontiera del polar ("docu-polar" potremmo quasi definirlo), Polisse sembra voler seguire la linea recentemente tracciata da Le petit lieutenant di Xavier Beauvois ed omaggiare, sin dal titolo, Police di Maurice Pialat del 1985, il quale ultimo ha rappresentato uno dei i primi tentativi di riscrivere le coordinate del genere, grazie alla commistione quasi innaturale di elementi cronachistici e melo (per chi scrive, l'esperimento riuscì solo in parte: le solide fondamenta costruite con il blocco poliziesco tout court si sbriciolano nelle parti votate al sentimentalismo, nonostante un poderoso Depardieu a tirare la carretta).
Film corale all'ennesima potenza, costruito come un puzzle di microstorie (in parte ispirate a fatti di cronaca, come precisa fin da subito la secca didascalia che apre le danze) che coinvolgono e legano i protagonisti (un gruppo di poliziotti della BPM - Brigade de Protection des Mineurs, e già questa è una corposa novità - parigina) al doppio indissolubile filo della vita professionale e privata.
Lo stile documentaristico, che si manifesta nell'uso abbondante della camera a mano (digitale) e nel montaggio sregolato, viene in realtà ampiamente levigato dalle appena abbozzate vicende private dei protagonisti, che amano, odiano, ballano, ridono e piangono, ma le vicende passionali non intaccano affatto lo scheletro furbescamente amorale ed antiretorico della pellicola, che non ne risente e non risulta affatto sbilanciato verso un cinema del pathos.
Apparizione di tutto rispetto per Riccardo Scamarcio, che evidentemente se messo al posto giusto e diretto nel modo giusto non è poi così da buttare.
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#109 corey

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Inviato 28 febbraio 2013 - 14:57

qui ci siamo. decisamente.

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https://www.youtube....h?v=35t8dIYKeW8


ma porca puttana sottotitoli neanche in inglese. in ogni modo grandisssimo polar su un commissario della buon costume e sui suoi rapporti al limite con la mala.
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#110 Nijinsky

    Señorito en escasez

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Inviato 05 marzo 2013 - 14:51

http://raimovie.blog...ne-in-prima-tv/

come sono? avete visto qualcosa?
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Siamo vittime di una trovata retorica.


#111 bluetrain

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Inviato 05 marzo 2013 - 15:03

http://raimovie.blog...ne-in-prima-tv/

come sono? avete visto qualcosa?


Purtroppo no, d'altronde il mondo polar in Francia è molto attivo ancora oggi, i film che distribuiscono all'estero sono solo una minima parte... Non so se già là fossero film per la TV o usciti al cinema, bisogna chiedere consulto a Corey, professore emerito di polarologia.
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#112 Nijinsky

    Señorito en escasez

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Inviato 07 marzo 2013 - 13:37

bocciato, direi che sono film TV(il taglio era quello).
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#113 corey

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Inviato 10 marzo 2013 - 13:42

http://raimovie.blog...ne-in-prima-tv/

come sono? avete visto qualcosa?


La regina dei coglioni (La reine des connes) – 27 marzo

http://www.youtube.c...h?v=RmdR3WsQuTs

Questo è l'ennesimo gioiellino diretto da Guillaume Nicloux, uno dei miei polarier preferiti (tra l'altro una persona adorabile). Gli altri non li ho ancora visti.
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#114 Dudley

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Inviato 12 marzo 2013 - 14:31

Mi perdonerete se ne parlo qui, il film non è un vero e proprio polar, anzi … comunque è un film francese, c’è un delitto, c’è la polizia, c’è un incredibile Alain Delon, c’è un’aria thriller insolita ed azzeccatissima, sto parlando del meraviglioso “Plein Soleil” (a.k.a. “Delitto in pieno sole”) di René Clément, 1960.

In rete ho trovato il seguente riassunto della trama: “Incaricato da un industriale nordamericano di andare in Italia a convincere il figlio (Philippe), che si è dato alla dolce vita con l'amichetta Marge, a tornare negli USA, Tom Ripley (Delon) lo uccide e ne assume l'identità per godersi i suoi soldi e la ragazza”.

Da qui in poi hanno inizio i numeri da circo di Ripley/Delon per non farsi prendere dalla polizia, per conquistare la ragazza di Philippe, per intascarne i soldi. C’è molta ambiguità nei comportamenti dei personaggi, nelle loro intenzioni, nei loro rapporti. Ci sono zone d’ombra che il film lascia tali, aggiungendo piccoli misteri su piccoli misteri (chi è Tom Ripley? conosce o non conosce la sua vittima? la sua finalità è semplicemente di impadronirsi dei soldi? o c’è tutto un discorso più profondo in merito alla questione del “Doppelgänger”?). Il suo è un continuo sparire / riapparire sotto mentite spoglie, aiutato da false lettere, false firme, false telefonate.

Bellissime le ambientazioni italiane, incredibili i colori della pellicola … mai visto un mare così blu, una luce così forte, colori così accesi - che fanno da insolito contraltare ad una storia di per sè cupa. Da antologia la scena dell’omicidio in alto mare (che vi ho segnalato in quanto rappresenta l’inizio di tutto il meccanismo giallo della pellicola, e non la sua conclusione – che non vi svelo).

Bravissimi tutti gli interpreti (Delon davvero al top, forse uno dei suoi 2-3 ruoli migliori … giovanissimo, ambiguo, magnetico), insomma ci sono tutti gli ingredienti che ne fanno un classico della cinematografia francese.
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#115 corey

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Inviato 08 aprile 2013 - 17:15

http://raimovie.blog...ne-in-prima-tv/

come sono? avete visto qualcosa?


A visione ultimata, raccolgo qui le mie impressioni sperando di fare cosa gradita. Faccio riferimento ai titoli originali perché ho provato a seguire un paio di episodi doppiati, ma non sono andato oltre il quinto minuto in entrambi i casi, sicché li ho recuperati in francese.


1- "On achève bien les disc-jockeys", diretto da Orso Miret con Francis Renaud e Lubna Azabal. Primo episodio della serie Suite Noire trasmessa da France 2 nel 2009 (otto film di 60' girati da altrettanti registi).
Adattamento dell'omonimo romanzo di Didier Daeninckx. Polar basico e disadorno, sorretto da una scrittura incalzante e da interpreti con la giusta "gueule de l'emploi". Finale tranciante e perentoriamente spiccio, epilogo lievemente riparatorio. Avercene.
http://www.youtube.c...h?v=PfmaYOyquaU

2- "Tirez sur le caviste", diretto da Emmanuelle Bercot con Niels Arestrup e Julie-Marie Parmentier.
Adattamento dell'omonimo romanzo di Chantal Pelletier. Come il precedente "On achève bien les disc-jockeys" (che omaggiava il romanzo di Horace McCoy "They Shoot Horses Don't They?"), anche "Tirez sur le caviste" rievoca un titolo pubblicato nella gloriosa Série Noire: "Down There" di David Goodis (adattamento targato Truffaut: "Tirez sur le pianiste").
Le sbavature di sceneggiatura, gli ammiccamenti gastronomici e i tollerabili calligrafismi visivi passano decisamente in secondo piano di fronte alla rugosa monumentalità di Niels Arestrup, l'impero alla fine della decadenza.
http://www.youtube.c...d&v=WlDQoy84Jy4

3- "Vitrage à la corde", diretto da Laurent Bouhnik, con Manuel Blanc e Jacky Berroyer.
Adattamento dall'omonimo romanzo di Colin Thibert e prima autentica stecca della serie. Scrittura sguaiatamente grottesca, umorismo di bassa lega e regia poco più che scolastica. Ritmo spedito e costruzione criminale iperbolica (fatto il primo danno non si può che peggiorare la situazione tentando di porvi rimedio) non riscattano questo compitino ammiccante adatto a spettatori in cerca di solletico epiteliale. Unica perla nel pozzo nero: Karole Rocher, semplicemente inimbrattabile.
http://www.youtube.c...h?v=U93FQktNhVU


4- "Quand la ville mord", diretto da Dominique Cabrera con Aïssa Maïga e Samir Guesmi.
Adattamento dell'omonimo romanzo di Marc Villard. Titolo Série noire di riferimento "Quand la ville dort" ("The Asphalt Jungle", 1949) di William R. Burnett.
La serie prende nuovamente quota con questo noir all black ambientato nel milieu della prostituzione maliana. Se l'inizio suona letteralmente disastroso (stereotipi a palla e miserabilismo fuori parametro), col passare dei minuti il disegno narrativo conquista una rimarchevole incisività drammatica. Pur non scevra di schematismi, la vicenda di Sara (Aïssa Maïga), sola contro tutti o quasi, abbandona la consueta discesa agli inferi e cavalca il motivo della vendetta per puntare alla deriva. Persino gli stilemi da cinéma vérité/candid camera finiscono per risultare tollerabili. Finale di smarrita desolazione.
https://www.youtube....h?v=3_mJPPxKEoI

5- "La Musique de papa", diretto da Patrick Grandperret, con Antoine Chappey e Agnès Soral.
Adattamento dell'omonimo romanzo di José-Louis Bocquet: il titolo Série noire di riferimento è "Le Cinéma de papa" (1989) di Jean-Bernard Pouy. Qui si assiste alla catastrofe: dopo un paio di minuti promettenti con tanto di voce over all'insegna dell'amarezza, l'episodio prende una piega tremendamente paternalistica e ammiccante. Persino l'intreccio noir viene dimenticato per strada, salvo tornare prepotentemente in scena nell'incommentabile finale con morte on stage. Disastro su tutta la linea.
https://www.youtube....h?v=mVuwhwADRNU

6- "Le Débarcadère des Anges", diretto da Brigitte Rouan, con Ysaé, Gérard Meylan.
Adattamento dell'omonimo romanzo di Patrick Raynal.
Noir marsigliese meno inguardabile di quanto sembri. La caratterizzazione spavaldamente scanzonata del protagonista (un investigatore privato di origini corse) e i rimandi alla figura paterna (un flic caduto sul campo col quale il figlio intrattiene dialoghi immaginari) non impediscono all'intrigo di svilupparsi con avvolgente fluidità. Regia strettamente strumentale con avvertita messa a frutto del set urbano. E un paio di sequenze spaccaossa gustosamente allestite.
http://www.youtube.c...h?v=gkqev_BWFBQ

7- "La Reine des connes", diretto da Guillaume Nicloux, con Clément Hervieu-Léger, Yves Verhoeven.
Adattamento dell'omonimo romanzo di Laurent Martin.
Di almeno un grattacielo superiore a tutti gli altri episodi della serie. Nicloux è un cineasta, non un illustratore di storie, e la differenza rispetto agli altri Suite Noire si fa sentire in modo quasi imbarazzante. Scrittura tagliente, sarcasmo a fior di pelle, personaggi lumeggiati con guizzante incisività, cronologia abilmente manomessa: "La Reine des connes" è un noir dalle tinte grottesche che dipinge un universo all'insegna dell'opportunismo, dell'avidità e dell'ambiguità. La realtà non è che un inganno a cui ci si sottomette per egoismo e stupidità, la speranza una voce over che asseconda con cadaverica obbedienza la beffarda inesorabilità del caso. In punta di cinepresa, Nicloux schizza questa compassionevole galleria umana con inquadrature di avvelenata leggerezza, incalzandola con piani di sardonica fissità o insinuandovisi con la felpata mobilità della steadycam. Valore aggiunto: una delle ultime apparizioni di Katia Golubeva, l'incarnazione del mistero, nei panni di una governante.
Frase leggendaria: "On revient toujours là où ça fait mal".
http://www.youtube.c...h?v=RmdR3WsQuTs

8- "Envoyez la fracture", diretto da Claire Devers, con Laurent Stocker, Clotilde Hesme.
Adattamento dell'omonimo romanzo di Romain Slocombe e ultimo episodio Suite Noire.
La serie chiude in tono decisamente minore dopo l'acuto di Nicloux: questo noir dalle venature horror declina il grottesco con tratti caricaturali e modula il fantastico in chiave sguaiatamente comica. L'andatura narrativa è indubbiamente spigliata - peraltro tratto distintivo della serie - e le interpretazioni altrettanto brillanti (i duetti tra Laurent Stocker, attore da tenere d'occhio, e Clotilde Hesme sono autentici pezzi di bravura). Ma, al di là di questi trascurabili orpelli, "Envoyez la fracture" non fa che ammannire erotismo pruriginoso e malefici a buon mercato. Paccottiglia con retrogusto moralista.
https://www.youtube....h?v=Qj46mQ6SQxQ
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#116 Nijinsky

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Inviato 09 aprile 2013 - 16:37

io ne ho visti 4(in ita)ma mi è piaciuto solo La Reine Des Connes, gli altri piuttosto deludenti. corey, ne avrai già parlato ma Police District merita?
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#117 corey

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Inviato 09 aprile 2013 - 18:09

dipende dalla severità dello sguardo. ovviamente, rispetto a la reine des connes gli altri sono davvero poca cosa ma non tutti allo stesso modo.
di police district ho visto soltanto il primo episodio della prima stagione (ripromettendomi di vedere gli altri) e mi è parso un po' caciarone. ma senz'altro una visione la merita, non foss'altro che per il suo ideatore: hugues pagan, gran visir del polar letterario '80-'90. poi il cast, con marchal a capeggiare, fa il resto. dei registi cooptati per PD - ahimè! - conosco soltanto Manuel Boursinhac, autore del non disprezzabile La mentale.
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#118 bluetrain

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Inviato 04 maggio 2013 - 13:01

Police Python 357
(Alain Corneu, 1976)

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Polar "fratricida", in cui guardia e ladro giocano nella stessa squadra, ammantati da torbidi retroscena fatti di miseria umana e passioni maleodoranti.
Yves Montand è superbo nella rivisitazione pseudo passionale e sfocatamente mélo (e meno tragica nell'epilogo) del samurai melvilliano, contrappuntato da una sempre perfetta Simone Signoret, di fatto burattinaia e motore del corpo e dell'anima del personaggio incarnato da François Périer, suo marito e superiore di Montand nel corpo di polizia.
Bellissimi i titoli di testa, a base di uova al padellino e piombo fuso per uso balistico.
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#119 Dudley

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Inviato 17 giugno 2013 - 16:41

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#120 Dudley

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Inviato 28 giugno 2013 - 23:28

Questo promette bene: Gibraltar, di Julien Leclercq.
Pare proprio che Scamarcio stia avendo un certo successo in Francia! ?_?

Qui il trailer: http://www.ecranlarg...27011-10901.php
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#121 nicholas_angel

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Inviato 29 giugno 2013 - 11:24

Bello, non sembra affatto male.
Qualcuno sa qual è il brano alla fine del trailer? Non so manco se si tratta di musica classica o da film...
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#122 Dudley

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Inviato 30 luglio 2017 - 21:55

In uscita per il mercato homevideo in versione restaurata:

 

174955_large.jpg         174956_large.jpg


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#123 pooneil

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Inviato 31 luglio 2017 - 16:19

Forse esagero, ma Le Trou è fra i miei dieci film preferiti di sempre.

 

"pouvre Gaspard"

 

(non è molto in topic però no?)


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#124 kristofferson

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Inviato 12 novembre 2019 - 11:31

Colt 45 (Fabrice du Welz, 2014)
 
Colt-45-1-thumb-794x1123-49457-thumb-430

Con la crisi del cinema horror francese i registi della new-wave di inizio 2000 o sono emigrati in America oppure si sono riciclati nel polar, genere che in Francia tira sempre (anche se da noi purtroppo questi film di solito non arrivano). Quest’ultimo è il caso del belga Fabrice du Welz che di quella ondata era sicuramente uno dei più talentuosi e forse quello con la cifra stilistica più personale. Dopo il bagno di sangue (nel senso di disastro economico) di Vinyan con la Béart si cimenta nel genere francese per eccellenza con questo film diretto su commissione. Apprezzabile per il fatto di andare controcorrente rispetto al neo-polar di Marchal e soci con uno stile secco, spiccio e veloce (non dura nemmeno ottanta minuti) che prende come riferimenti Don Siegel e il poliziesco all’italiana. Deludente per tutto il resto. Del linguaggio e della visione artistica espressa da du Welz nei suoi horror rimane poco o niente, i caratteri dei personaggi sono piatti e monocordi e la trama troppo convenzionale. Un onesto prodotto di genere, ma da Du Welz ci si aspetta di più. A discolpa del regista bisogna dire che a causa di dissidi con il produttore non ha nemmeno riconosciuto il prodotto finale. Per fortuna il nostro è poi tornato con eccellenti risultati all’horror con Alleluia e il recentissimo Adoration (quest’ultimo non ancora uscito).


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#125 Tom

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Inviato 12 novembre 2019 - 12:24

Uhm, volevo giusto recuperalo insieme all'altro suo noir (americano in questo caso) "Message from the King".


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#126 Dudley

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Inviato 18 novembre 2019 - 10:41

Visto ieri sera "Un condé" (1970), di Yves Boisset (che in italiano diventa "L'uomo venuto da Chicago"), buon polar che all'epoca fece un certo scalpore per la crudezza con la quale mostrava il lavoro sporco di certa polizia ... (vi furono rogne con la censura e problemi di distribuzione). Un poliziotto si trova in mezzo ad una classica faida tra due bande, e ci lascia le penne. Il suo collega, disilluso e poco rispettoso delle regole, cercherà di vendicarlo. Bravo Michel Bouquet nel ruolo del poliziotto freddo e di poche parole, ma tutto il cast è convincente, con brevi parti anche per il grandissimo Michel Constantin ("Le trou", "Le deuxième souffle", e altri mille ...) e per Bernard Fresson (quello di "French Connection 2"). Decisamente consigliato.

 

un-conde.jpg


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#127 Dudley

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Inviato 20 novembre 2019 - 21:14

Per chi ancora non lo conoscesse ... vedo che è stato recentemente (ri)pubblicato in DVD pure per il mercato italiano ...

Secondo me, uno dei più bei noir di tutti i tempi. Per una volta, bellissimo pure il titolo italiano (in originale: "Le deuxième souffle")

 

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  • 4

#128 pooneil

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Inviato 20 novembre 2019 - 21:20

Probabilmente lo confondo con altri mille polar di quegli anni, ma bastano Melville & Ventura per mettere il +


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#129 Edgewalker

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Inviato 21 novembre 2019 - 15:18

Domanda un pò gretta ma utile a me per orientarmi: quali sono i più belli a colori? Diciamo da Le Samourai in poi. Anche fino ai giorni nostri, tipo 36 Quais de Ouferves, se rientra.


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#130 Earl Bassett

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Inviato 21 novembre 2019 - 15:36

Intanto finisci la trilogia Melville/Delon con Le Circle Rouge e Un Flic.


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#131 Edgewalker

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Inviato 21 novembre 2019 - 15:39

Intanto finisci la trilogia Melville/Delon con Le Circle Rouge e Un Flic.

 

Già finita, avrei dovuto dire dalla trilogia in poi in effetti.


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#132 Earl Bassett

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Inviato 21 novembre 2019 - 15:41

Allora passa a Josè Giovanni.


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#133 Dudley

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Inviato 21 novembre 2019 - 16:24

Oltre a Giovanni, terrei in considerazione Alain Corneau, con (ad esempio) "Police Python 357" (1976)  e con "Le choix des armes" (1981 - molto bello). Molto conosciuto pure "Le clan des siciliens" di Henri Verneuil che, nonostante il cast strepitoso (Delon, Gabin, etc.), non mi sento di giudicare in modo positivo. Ad ogni modo, in rete si trovano diverse liste e consigli (oppure sulle pagine di discussione che ci precedono!) Va detto che a partire da un certo punto ne hanno davvero prodotti a dozzine, con qualità ovviamente altalenante ...


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#134 signora di una certa età

    old signorona

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Inviato 21 novembre 2019 - 18:20

Secondo voi Legge 627 di Tavernier si può considerare un polar?
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In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle


#135 bluetrain

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Inviato 21 novembre 2019 - 18:46

Secondo voi Legge 627 di Tavernier si può considerare un polar?


Direi di sì, non proprio un polar puro ma ci sta.


Se può essere utile...

https://rateyourmusi...73/stag/polar/1
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#136 bluetrain

    Fourth rule is: eat kosher salamis

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Inviato 27 dicembre 2019 - 12:11

Tre per una grande rapina (Le mataf, Serge Leroy, 1973)

 

220px-Le_mataf.jpg

 

Al netto del consueto titolo italiano, avvincente quanto una violenta scarica di dissenteria, e precisato subito che in realtà più che un polar (con cui condivide alcuni umori e taluni stilemi da noir transalpino) è un heist movie fatto e finito, è davvero un'ottima pellicola, nonostante sia del tutto misconosciuta.

Opera prima di tale Serge Leroy (del quale non conosco altri film), vede quale protagonista un grandissimo Michel Constantin e quale villain un sempre perfetto e signorile Adolfo Celi.
E' innegabile un debito melvilliano nelle atmosfere algide e nella messa in scena del "colpo": come ne "Le cercle rouge" la rapina è dominata dagli sguardi, dal silenzio e dall'accento messo sui particolari e, come nel film di Melville, la rapina in realtà non è lo scopo né la trave portane della narrazione - come nei classici heist -, ma è un pretesto che scatena una serie di eventi e dinamiche umane in modo quasi deterministico, con la differenza però che qua, contrariamente al capolavoro di Melville, il finale lascia intravedere uno spiraglio di luce, pur essendo anni luce dal concetto di lieto fine.
Ottima colonna sonora del grande Stelvio Cipriani.
 
ncl0bhq3gGtwdLivUVGnHdqrg7.jpg
 
mataf.jpg
 

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#137 Perfect Prey

    Fumettaro della porta accanto

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Inviato 28 dicembre 2019 - 13:47

Uhm, interessante. Lo cercherò.
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L'amour physique
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#138 bluetrain

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Inviato 29 giugno 2020 - 10:50

Codice d'onore (Le Choix des armes, Alain Corneau, 1981)
 
13548.jpg
 
Rivisto dopo qualche anno (per puro caso ho trovato il blu ray a 5 euro) è ancora più bello di quanto ricordassi, forse anche grazie alla qualità del formato che rende giustizia ad una fotografia davvero eccellente.
Polar di assoluto livello, che parte dal Melville di Le cercle rouge per arrivare alla banlieue parigina, con relativi abbozzati accenni sociologici.
Depardieu è in forma smagliante nel suo essere costantemente sopra le righe e Montand è elegantissimo, rigoroso: due modi di recitare (e due personaggi) quasi antitetici, che però messi insieme (l'uno contro l'altro) funzionano, divenendo le due facce della stessa medaglia, rappresentata dalla "meccanica della fatalità", dal glaciale e a tratti funereo determinismo proprio del genere, ammantato e alimentato questa volta anche dalla foga giustizialista (quasi vendicativa) del giovane e inesperto Ispettore Sarlat (Gérard Lanvin).
La Deneuve è impeccabile nell'interpretare il suo ruolo secondario quanto fondamentale di femme fatale, da intendersi in una una concezione del tutto rinnovata, quasi rifondata, rispetto ai classici stilemi dell'hard boiled chandlariano.


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