Vai al contenuto


Foto
- - - - -

Two Lovers (James Gray)


  • Please log in to reply
33 replies to this topic

#1 vegeta851

    Enciclopedista

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 8571 Messaggi:
  • LocationFerrara

Inviato 28 marzo 2009 - 00:35

E' la storia più vecchia del mondo. Lei ama lui. Lui ama un altra. L'altra ama un altro. L'altro è sposato. Conclusione: non c'è corrispondenza in amore, tanto vale accontentarsi della morettina niente male che ci propinano i genitori.
James Gray va avanti a suon di stereotipi, ambisce al classico melodramma  dai toni languidi, ma non convince del tutto. Non che non sia girato bene, o interpretato ottimamente (bravo Phoenix), ma il risultato pare meno profondo di quello che vorrebbe sembrare.

Immagine inserita
  • 0

#2 Jules

    Pietra MIliare

  • Redattore OndaCinema
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 23097 Messaggi:

Inviato 28 marzo 2009 - 00:38

Ma non è che la fai un po' troppo facile? Vogliamo parlare di Leonard e della sua vita che va in pezzi? Di come cammina come un cucciolo indifeso per le strade di New York? Vogliamo parlare dei suoi genitori, di come lo aspettano pazientemente, sperando che esca dal torpore?

Mi fermo qui, la recensione a domani.
  • 0

#3 vegeta851

    Enciclopedista

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 8571 Messaggi:
  • LocationFerrara

Inviato 28 marzo 2009 - 00:47

Vogliamo parlare di Leonard e della sua vita che va in pezzi? Di come cammina come un cucciolo indifeso per le strade di New York? Vogliamo parlare dei suoi genitori, di come lo aspettano pazientemente, sperando che esca dal torpore?


mah...classica retorica da perdente DOC. Tutto già visto decine di volte, anche se Phoenix è bravo. Per me Gray dopo il grande esordio "Little Odessa" è in costante picchiata


  • 0

#4 Guest_Aleph_*

  • Guests

Inviato 28 marzo 2009 - 02:10

A me è parso stupendo.

L'intreccio non è criticabile a mio avviso, semplicemente perché l'amore non può avere milioni di variabili; lui e lei da una parte, l'altro a guardarli sofferente e disperato nel ritrovarsi non ricambiato; partendo da queste premesse, che quella di Two Lovers sia una storia trita e ritrita, si nega il diritto di ogni artista/persona di parlar d'amore, e si dovrebbe affermare di conseguenza che non val più la pena raccontare queste storie, perché troppe ne conosciamo e sembrano tutte somigliarsi. Il finale è infinitamente più profondo di quel potrebbe sembrare, la malinconia è quasi sbattuta in faccia, ma è una chiara metafora di quanto l'amore sia assurdo, mutevole e irrazionale, ora sembra marchiare a fuoco il tuo futuro per sempre, qualche soffio di vento e la vita riparte da nuove strade o torna a soffiare invece verso la più prossima, forse la più immediata da intraprendere, ma non per questo superficiale. Casco dal sonno, comunque mi sono spesso ricordato del Gray notturno del bellissimo We Own the Night, e non solo per via di Phoenix.




  • 0

#5 Guest_eustache_*

  • Guests

Inviato 29 marzo 2009 - 14:36

Grey prosegue nella sua rilettura dei generi mescolandoli alla propria poetica. Stessi attori e stesse tematiche: le sottoculture newyorkesi, il ritorno dell'eroe, il conflitto tragico tra l'uomo e il proprio destino (rappresentato dalla famiglia, come sempre)... tutti luoghi comuni del cinema indipendente americano, che Grey ripropone come se fosse una sua invenzione...
se ne i padroni della notte la sua "poetica" si era confrontata con il poliziesco, qui lo fa con il romanticismo, con riferimento a Le notti bianche...

la cosa che più innervosisce è questo tono d'Autore che Grey da a se stesso,

però ci sono momenti interessanti (come nelle sue pellicole precedenti): l'apertura del film, la sequenza del bacio davanti alle foto della famiglia, la scena in cui Phoenix si nasconde dietro la porta (mentre la paltrowe ricee la visita del suo amante), le citazioni dei precedenti adattamenti del capolavoro di Dostoevskij, quello di visconti (la scena del ballo in discoteca) e bresson
  • 0

#6 Kraftwave

    Roadie

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStelletta
  • 913 Messaggi:

Inviato 30 marzo 2009 - 11:01

Visto ieri sera.
James Gray si cimenta (con un certo rischio) in un genere trito e ritrito come la commedia sentimentale e lo rielabora ottenendone un film sull'amore e sulla vita con stile/linguaggio originali e brillanti. La storia infatti è banale, ma è raccontata con grande realismo e sensibilità.
Belle le ambientazioni, bella la fotografia, buono il cast, buona la colonna sonora e bravo il regista. Alcune scene di forte memorabilità (dialoghi alla finestra e incontri sul terrazzo, su tutte). Tuttavia, ho trovato la seconda parte meno interessante (fatto salvo che per l'azzeccato finale).
Riassumendo: non sono entusiasta come altri, ma favorevolmente impressionato perché secondo me era difficile fare meglio con questa storia.

P.S. Ah, quanto è vero: gli uomini spesso preferiscono ad una brava e bella ragazza una meno "convenzionale" ed imprevedibile femme fatale.
  • 0

#7 vegeta851

    Enciclopedista

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 8571 Messaggi:
  • LocationFerrara

Inviato 30 marzo 2009 - 11:26


P.S. Ah, quanto è vero: gli uomini spesso preferiscono ad una brava e bella ragazza una meno "convenzionale" ed imprevedibile femme fatale.


altro luogo comune su cui insiste il film
  • 0

#8 Kraftwave

    Roadie

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStelletta
  • 913 Messaggi:

Inviato 30 marzo 2009 - 11:55



P.S. Ah, quanto è vero: gli uomini spesso preferiscono ad una brava e bella ragazza una meno "convenzionale" ed imprevedibile femme fatale.


altro luogo comune su cui insiste il film


Di insistente ci sono solo le tue critiche  asd

Quindi, per come la intendi tu, per smarcarsi dal luogo comune in questo caso lui dovrebbe innamorarsi del fratellino di lei?!
Sarà un po' banale, ma è altrettanto reale; e non parlo per testi cinematografici o analisi semantiche, ma esclusivamente per il mio background sociale.
  • 0

#9 verdoux

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 2838 Messaggi:

Inviato 31 marzo 2009 - 15:38

Oddio, mi pare che la scena del ragazzo acquattato dietro la porta potrebbe stare al più in una comica dei fratelli Marx, ma nel contesto di questo film è ridicola, mentre i richiami a Dostoevskij  e gli accostamenti a Bresson, mi pare che non possano stare né in cielo né in terra.
Il film che ho visto io è sciapo e senza personalità; se lo avesse fatto Piccioni, sarebbe  impallinato senza pietà.


  • 0

#10 Jules

    Pietra MIliare

  • Redattore OndaCinema
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 23097 Messaggi:

Inviato 31 marzo 2009 - 16:10

E già, lo voglio vedere Piccioni girare con la stessa tecnica di Gray. Oltre al fatto che al posto di Phoenix chi mettiamoo, Gigetto Lo Cascio?
  • 0

#11 verdoux

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 2838 Messaggi:

Inviato 31 marzo 2009 - 17:18

ho stima di te e non polemizzo; però lasciati dire che davanti alla spazzatura yankee non sei mai obiettivo; preferirei leggere una tua recensione di tropical malady, sarei molto più interessato;
  • 0

#12 vegeta851

    Enciclopedista

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 8571 Messaggi:
  • LocationFerrara

Inviato 31 marzo 2009 - 18:02

però lasciati dire che davanti alla spazzatura yankee non sei mai obiettivo


oddio adesso non esageriamo
  • 0

#13 verdoux

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 2838 Messaggi:

Inviato 31 marzo 2009 - 18:08


però lasciati dire che davanti alla spazzatura yankee non sei mai obiettivo


oddio adesso non esageriamo


non esageriamo d'accordo, ma l'americanofilia a volte supera i limiti della ragionevolezza; e giusto ieri ho visto into the wild; non esagero e misuro le parole, ma dico che un qualsiasi national geografic è migliore mandato in onda da geo&gea è migliore;
  • 0

#14 vegeta851

    Enciclopedista

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 8571 Messaggi:
  • LocationFerrara

Inviato 31 marzo 2009 - 18:08



però lasciati dire che davanti alla spazzatura yankee non sei mai obiettivo


oddio adesso non esageriamo


non esageriamo d'accordo, ma l'americanofilia a volte supera i limiti della ragionevolezza


è valido anche il discorso all'inverso
  • 0

#15 Jules

    Pietra MIliare

  • Redattore OndaCinema
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 23097 Messaggi:

Inviato 31 marzo 2009 - 18:15

ho stima di te e non polemizzo; però lasciati dire che davanti alla spazzatura yankee non sei mai obiettivo; preferirei leggere una tua recensione di tropical malady, sarei molto più interessato;


Ma io la spazzatura yankee non la tratto mica. Come ti diceva vegeta, sono semplicemente contro l'antiamericanismo al cinema. Hollywood è molto di più dell'immagine stereotipata e da industria all'ingrosso che qui sul forum sta prendendo piede.
Proprio perché ricordi tutte le cose belle che ho detto di "Tropical Malady" dovresti accorgerti da te che non sono poi tanto filoamericano.
  • 0

#16 verdoux

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 2838 Messaggi:

Inviato 01 aprile 2009 - 08:50

Vorrei evitare di metterla sullâ??antiamericanismo, in cinema come in politica.
Diciamo che mi indispettisce la sudditanza di un pubblico omologato, siamo nella patria di berlusconi, verso un cinema hollywoodiano di maniera; un pubblico adulatore che se vede lâ??inquadratura di una finestra inneggia subito a Hitchcock, se vede una interpretazione un poâ?? disturbata inneggia subito a Montgomery Clift.
Nel merito, di trito e ritrito nel film in questione non câ??è la storia di un triangolo; il triangolo è la vita e di film sul triangolo se ne può fare anche uno al giorno, purché fatto bene; di trito e ritrito nel film in questione câ??è il manierismo; non sono io antiamericano, sono loro americani.
Dammi Altman o Cassavetes e di film americani ne guardo anche uno al giorno.

  • 0

#17 Kraftwave

    Roadie

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStelletta
  • 913 Messaggi:

Inviato 01 aprile 2009 - 09:25

Vorrei evitare di metterla sullâ??antiamericanismo, in cinema come in politica.
Diciamo che mi indispettisce la sudditanza di un pubblico omologato, siamo nella patria di berlusconi, verso un cinema hollywoodiano di maniera; un pubblico adulatore che se vede lâ??inquadratura di una finestra inneggia subito a Hitchcock, se vede una interpretazione un poâ?? disturbata inneggia subito a Montgomery Clift.
Nel merito, di trito e ritrito nel film in questione non câ??è la storia di un triangolo; il triangolo è la vita e di film sul triangolo se ne può fare anche uno al giorno, purché fatto bene; di trito e ritrito nel film in questione câ??è il manierismo; non sono io antiamericano, sono loro americani.
Dammi Altman o Cassavetes e di film americani ne guardo anche uno al giorno.


Premesso che a me Gray non fa impazzire (da questo si innesca il mio commento positivo) e che non me ne può fregar di meno di difendere lui, l'America e i film di Hollywood, ti dico molto francamente che secondo me sei un po' schizzato se per valutare in tono bonario un film tiri in ballo Berlusconi e l'omologazione di un pubblico a tuo giudizio asservito.
Poi scusa, nello specifico delle inquadrature dalla finestra (che ho precedentemente citato), che ne sai tu se c'ho visto Hitchcock o la Madonna? Invece è stata semplicemente una scelta stilistica che ho apprezzato. E' un po' di maniera? Ecchisenefrega vogliamo dirlo?
  • 0

#18 verdoux

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 2838 Messaggi:

Inviato 01 aprile 2009 - 11:01

 
che ne sai tu se c'ho visto Hitchcock


guarda che non sei l'unico che ha scritto di questo film, ne questo è l'unico forum di cinema del web;
  • 0

#19 Ian Smith

    Enciclopedista

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6643 Messaggi:

Inviato 01 aprile 2009 - 14:28

visto ieri sera.
Premetto che questo si trattava del primo film di Gray che vedevo (pur avendo in panchina "We Own The Night" che a 'sto punto recupererò il prima possibile), quindi salto a piedi pari tutte le eventuali considerazioni sullo stile, il manierismo, la tecnica registica ecc.
Quella che ho visto è prima di tutto una storia straziante, che a malapena riesco a definire "d'amore" in virtù del fatto che l'amore, qua, c'entra solo per vie traverse. Mi stupisco anche un po' delle critiche rivolte alla presunta banalità della storia, visto che per l'appunto Gray gioca con gli stereotipi del classico "lui ama lei, lei ama un altro, lui ama un'altra" per concentrarsi soprattutto sulla vicenda personale di Leonard, sul suo mondo che va progressivamente a pezzi, sul suo perdere contatto con la realtà affidandosi sempre più pericolosamente a sogni e illusioni irrealizzabili.
Intendiamoci, dai: lo si capisce sin dall'inizio che la storia con Michelle non porterà a niente, nè viaggi nè San Francisco nè vita assieme. E allo stesso modo non c'è assolutamente intento consolatorio nel finale, perchè se è vero come è stato detto che in situazioni simili si finisce con lo scegliere sempre la ragazza bruna, allora perchè aleggia ineluttabile quella sensazione pesantissima di sconfitta? .
Quel che mi è parso di capire è piuttosto che Gray volesse "usare" la storia d'amore per descrivere nel modo più semplice possibile la storia di un uomo messo davanti ad un bivio esistenziale. E' il giochino più vecchio del mondo, ma cavoli, è anche quello più moralmente, psicologicamente, umanamente efficace e vero.
Tanto più se appunto, già in fase di sceneggiatura si riescono a limitare i patetismi, la frasi forzate (non c'è un dialogo fuori posto, per Dio, possibile che in Italia questa lezione non arrivi), o le accentuazioni melodrammatiche.
Più che una "storia d'amore" (claim beffardissimo che sponsorizza il film) io lo definirei un "noir dell'anima", qualcosa che scava veramente a fondo nei sentimenti umani e ci mette di fronte ad un personaggio che, in fondo, potrebbe essere benissimo ognuno di noi (e non c'entra il fragile equilibrio psicologico di Leonard, quello è solo un aggravante che "giustifica" la situazione).
Altrettanto pesante è poi il senso di ineluttabilità che si respira: l'"ombra della famiglia", il controllo, il peso delle responsabilità e dei legami parentali, l'impossibilità di fare una scelta che non sia dettata da decisioni altrui. Persino quell'anello gettato in spiaggia, alla fine, viene ripreso e donato alla persona che in fondo magari se lo merita davvero ma che viene scelta solo per non mandare a puttante una vita intera.
Capitolo attori: Joaquin Phoenix che te lo dico a fare, arriva a far quasi paura pensare come un essere umano possa mentalmente ed emozionalmente mettersi così alla mercè solo per un cazzo di personaggio.
La Paltrow e la Shaw sono bellissime, brave e trasudano innamoramento facile da ogni inquadratura.
Per il momento è da terzo posto nel podio 2009.

  • 0

#20 Jules

    Pietra MIliare

  • Redattore OndaCinema
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 23097 Messaggi:

Inviato 02 aprile 2009 - 13:34

Bene, sei pronto a vedere "I padroni della notte". Ho deciso, dopo Linklater il buon Gray diventerà la mia prossima crociata.
  • 0

#21 corey

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1732 Messaggi:

Inviato 03 aprile 2009 - 14:49

Un film che alla seconda visione cresce esponenzialmente: la cura visiva di Gray per i particolari e le atmosfere (basti pensare alla sequenza del pranzo di Leonard e Sandra nel ristorante di Coney Island) ha del portentoso. Straordinario anche il modo in cui Gray risolve spazialmente il tema dell'incompatibilità tra la dimensione familiare-sociale e quella sentimentale: Two Lovers è essenzialmente un film di distanze.
  • 0
i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#22 Guest_eustache_*

  • Guests

Inviato 03 aprile 2009 - 14:53

boh... a me è sembrato banale e scontato, prevedibile, irritante nel suo essere pretenzioso
il tutto nobilitato da un'atmosfera pretenziosa, come se il sottotono bastasse a fare il film d'Autore... probabilente non ci capisco un cazzo di cinema
  • 0

#23 corey

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1732 Messaggi:

Inviato 03 aprile 2009 - 14:55

ma l'hai visto due volte?  asd
  • 0
i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#24 Guest_eustache_*

  • Guests

Inviato 03 aprile 2009 - 15:00

ma l'hai visto due volte?  asd


no... ma ho visto tutti i film di Gray e nonostante tutte la mia buona volontà ho riscontrata la medesima irritante sensazione di un regista che ama il grande Cinema ma che si illude di essere Autore
  • 0

#25 corey

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1732 Messaggi:

Inviato 03 aprile 2009 - 15:05

Per quanto riguarda TWO LOVERS tutto quello che mi sento di dirti è che alla seconda visione perfino i passaggi più stridenti della sceneggiatura mi sono sembrati funzionali all'espressione cinematografica, come se, in un provvidenziale ribaltamento di ruoli tra scrittura e visione, Gray (e il cosceneggiatore con lui) li avesse pensati in funzione dei frutti cinematografici che avrebbero dato. Di più non saprei cosa dire, soprattutto adesso che devo uscire in fretta ;)
  • 0
i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#26 William Blake

    Titolista ufficiale

  • Redattore OndaCinema
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 17712 Messaggi:

Inviato 04 aprile 2009 - 14:44

Visto e l'ho gradito.
Storia vista e rivista in tutte le salse, eppure con qualche piccola variazione riesce a funzionare ancora.
Tra la recensione di Jules (mi complimento ;D) e interventi come quello di Ian Smith e di corey sono stati sottolineati quelli che sono i punti a mio avviso più interessanti di "Two lovers".
Riprendendo corey, vorrei evidenziare come l'impalcatura della sceneggiatura sia davvero poca cosa rispetto alla sapienza con la quale è messa in scena; la lezione che in Italia non è stata appresa è proprio questa: non è necessario parlare di camorra o di droga per fare del cinema, si può anche raccontare di piccole storie come queste, di banale quotidianità, che sotto la superficie si trasforma in tragedia umana di forte drammaticità, non attraverso scene madri urlate bensì inquadrando semplicemente lo sguardo (questo è un film di sguardi su traiettorie di vita illusorie) perso nel vuoto di uno straordinario Joaquin Phoenix che si ritrova per la seconda volta a tentare di ricostruirsi una vita frantumata.
Di Gray non avevo visto nulla e l'aspetto prettamente visivo è una delle cose che mi sono piaciute di più. L'atmosfera plumbea, opprimente, regalata da una fotografia giocata su mezzitoni soffusi - così come le interpretazione degli attori - proferisce all'intera storia il presagio dell'ineluttabile empasse.
Come detto "Two Lovers" è un film di sguardi: penso sia esemplare la sequenza di Sandra che esce dalla camera di Leonard, lui la guarda e poi, lentamente, il suo sguardo, seguito dal movimento di macchina, va a posarsi sulla finestra di fronte, quella di Michelle. Sguardi irrequieti di chi cerca una via di fuga dalla realtà e da se stessi, da una vita bipolare.
Quale amore? "Two Lovers", ancor più del film di Mendes, ci dimostra come in amore le revolutionary road portino sempre a un vicolo cieco.
  • 0
Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#27 Jules

    Pietra MIliare

  • Redattore OndaCinema
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 23097 Messaggi:

Inviato 04 aprile 2009 - 14:56

E comunque, secondo me, il punto davvero di merito di questo film è che, in questo periodo di recessione (recessione in tutti i sensi, anche la vita delle persone subisce un tracollo) questo è un film che fa davvero un ritratto inquietante dell'uomo perdente del 2009. Quarantenne, senza famiglia, con un lavoretto precario, senza certezze sul futuro, in balia degli eventi, costretto a dipendere economicamente e materialmente dai due anziani genitori, senza una casa sua, con una cameretta da ragazzino come unico spazio personale.

E Joaquin Phoenix tira veramente fuori l'interpretazione dell'anno.
  • 0

#28 Ian Smith

    Enciclopedista

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 6643 Messaggi:

Inviato 04 aprile 2009 - 15:15

amen  :D
  • 0

#29 corey

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1732 Messaggi:

Inviato 04 aprile 2009 - 18:21

Commento già pubblicato su www.spietati.it

Spoiler a manovella.

Cerchi, linee, distanze: geometrie dâ??amore


Famiglia, lavoro, comunità: tre cerchi concentrici che si stringono attorno a Leonard (un Joaquin Phoenix tanto disfatto quanto tormentato), circoscrivendone inesorabilmente lâ??esistenza. Una violenza premurosa e affettuosamente crudele che lo stritola in una morsa da cui è pressoché impossibile sottrarsi: tutto è già programmato per lui, il suo presente e il suo futuro (nonché il suo passato: a mandare a monte il matrimonio con lâ??ex fidanzata sono state iperprotettive analisi mediche) non sono altro che piani studiati a tavolino dai genitori o dai futuri s(u)oc(er)i dâ??affari (quanto suona soffocante e ricattatorio il pistolotto responsabilizzante propinatogli dal padre di Sandra).

Immagine inserita

Rompere il cerchio, per quanto lacerante e autolesionistico possa risultare, diventa la sola ipotesi di autonomia, la sola rivendicazione di indipendenza a portata di mano. Con tagli orizzontali (le cicatrici sui polsi) o atti verticali (il tuffo dellâ??incipit), Leonard ha provato e prova a liberarsi dalla morsa che lo attanaglia: lâ??apparizione di Michelle (Gwyneth Paltrow, femme fatale se mai ve nâ??è stata una) si offre ai suoi occhi increduli come provvidenziale traiettoria eccentrica (entra in scena da un corridoio e da un corridoio si dilegua). Figure geometriche inconciliabili: il cerchio sociale dei condizionamenti, la retta secante dei sentimenti.

Immagine inserita

In questo disegno incoerente, la dimensione del mélo si fonde con quella noir: il progetto di sovversione amorosa si piazza necessariamente sotto il segno del segreto, dellâ??inganno: verso se stesso ancor prima che verso gli altri. Leonard non può non sapere che la relazione con Michelle è destinata al fallimento: troppo incredibile e gratuita per avere speranze di riuscita. Eppure, nonostante gli innumerevoli segnali contrari (la fascinosa sicurezza di Ronald, lâ??instabilità emotiva di Michelle, la loro incompatibilità fisica), vuole crederci, vi si aggrappa con disperata, testarda tenacia. Dietro la porta chiusa della sua camera o nellâ??ombra di quella della camera di Michelle, Leonard coltiva un amore oscuramente impossibile, ma intimamente vero proprio perché tenuto allâ??oscuro, illecito. Il suo amore si dà solo se lontano dagli spazi familiari, dallo sguardo teneramente inquisitorio dei genitori (inequivocabile la natura del suo disagio quando bacia Sandra davanti alle foto di famiglia).

Immagine inserita

Ã? un sentimento che può germogliare solo altrove, irrimediabilmente condannato allâ??estraneità: le sue lacrime qui e ora davanti a Sandra (Vinessa Shaw, magnificamente sotto le righe) nel finale scaturiscono da una sofferenza letteralmente indicibile, pena la distruzione di ogni residuo affettivo. Non è un caso che lâ??evento immediatamente precedente alla mancata fuga con Michelle a San Francisco (esattamente dallâ??altra parte degli Stati Uniti rispetto alla New York familiare) sia il dialogo-confessione con la madre Ruth (Isabella Rossellini). Dal punto di vista simbolico, la rivelazione del segreto disinnesca il potenziale liberatorio dellâ??evasione dallo spazio domestico. Leonard ricade nuovamente sotto lâ??ala protettrice dei genitori, la fuga non ha più ragione dâ??essere.

Immagine inserita

E quanto siano i luoghi esteriori alla dimora familiare ad alimentare lâ??amore in fuga di Leonard Two Lovers ce lo mostra in continuazione: il pianerottolo davanti a casa per il primo incontro, il pedinamento fino alla stazione della metropolitana di Brighton Beach (nella penisola di Coney Island) con la successiva passeggiata per le strade intorno a Central Park, la cena nel ristorante di Manhattan, la serata passata in discoteca, gli appuntamenti clandestini in terrazza. Lo spazio familiare e lo spazio dellâ??amore sono fisicamente conflittuali: Michelle entra in casa Kraditor come un corpo estraneo e lâ??entrata in scena del padre Reuben, il cui nome è pronunciato severamente da Leonard, la fa fuggire a gambe levate.

Immagine inserita

Gray esalta visivamente questa inconciliabilità: gli basta il quadrante della vetrata di un ristorante in riva al mare per schermare e proteggere Leonard dagli sguardi sospettosi di Sandra. Ancora: i vetri delle finestre dei due appartamenti, lâ??obiettivo della macchina fotografica. Lâ??amore di Leonard si pasce di distanze. Anzi: è esso stesso una distanza. E lâ??ultimo carrello allâ??indietro la reca silenziosamente in sé.

Immagine inserita
  • 0
i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#30 Achille

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1151 Messaggi:

Inviato 06 aprile 2009 - 08:39

bellissima recensione, se posso permettermi ho visto in altro modo la confessione alla madre che non mi pare disinneschi il potenziale liberatorio dell'evasione ma più semplicemente problematizza ulteriormente lo spazio famigliare, che è sì castrante ma non solo: la madre ama davvero il figlio e vuole davvero il suo bene.
E' il tremendo due di picche e cioè il primo vero tentativo di modificare la realtà, questa sconosciuta, che fa cadere il castello di carte.
  • 0

#31 corey

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 1732 Messaggi:

Inviato 06 aprile 2009 - 10:14

SPOILER

Grazie Achille. Quanto dici a proposito del dialogo con la madre sulle scale è indiscutibile dal punto di vista letterale. Eppure è proprio perché Ruth ama davvero il figlio Leonard che l'ipoteca affettiva funziona: del resto le premure e le attenzioni sistematiche rappresentano la grammatica sentimentale della famiglia Kraditor (durante la festa di capodanno Ruth, lusingata e soddisfatta, confida agli amici che il marito non si dimentica mai di lei), il manuale affettivo da seguire per non generare delusioni. Una norma sentimentale tanto elementare quanto cogente.

La collocazione del dialogo immediatamente prima del passo indietro di Michelle mi è parsa troppo calcolata per non suggerire una coloritura simbolica, tonalità che deve rimanere allo stato larvale per funzionare davvero. Detto altrimenti, Leonard non deve cogliere il carattere invasivo della premura materna, che si presenta per l'ennesima volta con le sembianze dell'affetto incondizionato. Non a caso, durante il dialogo sulle scale, Leonard regredisce vistosamente allo stato infantile (il tono della sua voce e le sue posture non danno adito a dubbi), riproponendo l'associazione tra apprensione materna e infanzia permanente che il film ci ha mostrato più e più volte (Ruth origlia e spia apprensivamente Leonard da dietro la porta chiusa della sua camera fin dall'inizio del film).
  • 0
i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#32 ucca

    CRM

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 23676 Messaggi:
  • LocationRome

Inviato 11 aprile 2009 - 11:50

Un film che alla seconda visione cresce esponenzialmente: la cura visiva di Gray per i particolari e le atmosfere (basti pensare alla sequenza del pranzo di Leonard e Sandra nel ristorante di Coney Island) ha del portentoso. Straordinario anche il modo in cui Gray risolve spazialmente il tema dell'incompatibilità tra la dimensione familiare-sociale e quella sentimentale: Two Lovers è essenzialmente un film di distanze.


A me dalla prima scena è risultato un film fastidioso, in senso buono. Nel senso che i personaggi, tutti, sono tagliati in modo da risultare penosi. C'è la donnetta innamorata del tipo ricco sposato, che non si fa scrupoli a trattare una persona che non conosce come un cagnolino. C'è lui (fantastica interpretazione) che è un bambinone incapace di dare una qualsiasi svolta alla sua vita, se non quella di aggrapparsi alla fica di una sconosciuta, come ultimo atto di ribellione verso la famiglia. Pensavo che in qualche modo avrebbe sbroccato alla madre o al padre, appicicosissimi, e invece mai. Sempre dolcissimo, sempre sottomesso. Ottima scelta.  E infatti, lineramente, la fabbrichetta poi se la tiene, e il film ribadisce quanto già espresso all'inizio: l'abbraccio soffocante della sicurezza. Mi ha lasciato un senso di impotenza, fortissimo. In sostanza, mi è piaciuto. Mi è piaciuto perchè la storia è irrilevante (non ho messo nemmeno SPOILER), lo spettatore normale sarà portato a chiedersi chissà come finisce. Ma il regista sta parlando di altro..ed è un film in effetti per un attore, un pò The Wrestler..e anche qui, l'attore riesce a racchiudere nella sua interpretazione tutto il senso della storia, di un uomo irrisolto.

  • 0

www.crm-music.com

 

Mettere su un gruppo anarcho wave a 40 anni.


#33 tiresia

    Sue Ellen

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 4575 Messaggi:

Inviato 20 aprile 2009 - 07:11

Lo ritengo anchâ??io sopravalutato.
Gray è bravo in ambientazioni e fotografia, ma ho avuto la stessa idea di verdoux: togliamo New York, mettiamoci una città italiana e la stessa, identica storia, non ce la saremmo bevuta mai e poi mai.
La sceneggiatura è in costante pericolo per far tornare lâ??apologo della fuga della famiglia, dellâ??individuo che si libera davanti a scelte non sue e ad una prigione che gli si chiude attorno, allâ??impossibilità di inseguire il sentimento perfetto (?), ci si domanda continuamente se vogliamo crederci sul serio  perchè molte cose non tornano sin dallâ??inizio.

Ammetto il gran mestiere e la buona prova di tutti gli interpreti, la scelta della piccola scontata  routine famigliare che è resa molto bene, ma per me è un film freddo,  incapace di dirmi qualcosa, a tratti un tantinello irritante.

  • 0

#34 scirocco

    mainstream Star

  • Members
  • StellettaStellettaStellettaStellettaStelletta
  • 2016 Messaggi:

Inviato 28 aprile 2009 - 14:04

Recuperato, finalmente. Formidabile Gray: con un tale soggetto era davvero difficile aggiungere qualcosa che non fosse già stato detto, invece si è superato. Il segreto, forse, sta nella spiazzante messa in scena e nella struggente fotografia che decorano il punto di vista del protagonista. Mai vista una New York del genere: le luci di Manhattan che sembrano quelle di Parigi, tanto risplendono di calda malinconia. Scorci e vedute della metropoli che ne mostrano il lato più lunare, decadente, teatro di un 'non-luogo' dove il tempo sembra quasi fermo: la terrazza sopra il palazzo, affascinante "bolla" onirica.

Eppure, un abbagliante iperrealismo che lega simboli e spazi amplificandone perfettamente l'assonanza, illuminandoli con un taglio vivido, molto personale, quasi metafisico. La macchina da presa fa miracoli: penetra il sottile strato delle cose, delle parole ad esse legate, mostrando ciò che si cela oltre il confine dei reciproci inganni quotidiani.

La Rossellini, discreta ma assai incisiva, vale il prezzo del biglietto così come la soprendente Vinessa Shaw: sottopelle, sensuale, magnetica.

  • 0




0 utente(i) stanno leggendo questa discussione

0 utenti, 0 ospiti, 0 utenti anonimi