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SCIENZE DELLA COMUNICAZIONE


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#151 bebo

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Inviato 09 luglio 2009 - 15:08

Per non parlare poi di scienze della formazione e dell'educazione che sono un vero e proprio pollaio.

Sci.Form. fu tenuta letteralmente al di fuori da psicologia quando crearono i corsi mirati a tale preparazione, tanto da dover creare una facoltà APPOSTA per scienze della formazione. Questo per dare una misura di quanto, nel mare di melma delle pseudo-scienze, ci siano punti più bassi di quelli che "faccio psicologia così apro uno studio", si-certo-ciao-vezz.

Mi viene da pensare che se nel dipartimento di psico del lavoro spaccano i culi ci riescono nonostante la formazione traballante che hanno avuto.

La triennale propedeutica è un gabinetto. Te lo assicuro io che sono tubista e mi conosci bene, il buon lavoro dei lavoristi è, appunto, determinato da una certa autonomia maturata e ottenuta nel tempo. Anche grazie alla compianta professoressa Pombeni (sigh!).

Il problema dell'ambizione è che di solito chi ce l'ha non ha una visione obbiettiva di sé stesso e delle sue capacità [...] Se l'ambizioso fosse anche una persona capace di dire, in un qualsiasi momento "ok, adesso basta ambire, perché mi rendo conto che le mie capacità non mi concedono altro" l'ambizione sarebbe un elemento auspicabile in chiunque

Beh ma questo è ovvio, io non dico che bisogna puntare al massimo assoluto, specie quando sei un imberbe post-adolescente che ha imparato a trovare il cazzo nelle mutande l'altro ieri, ma preso nota degli obiettivi richiesti per raggiungere un traguardo più grande di sé si può valutare quanto è possibile aver successo in tal senso.
Il problema è che anche persone capaci, magari anche più dei propri coetanei o comunque più abituate a puntare al rialzo, non vengono stimolate a cercare una formazione che le arricchisca. Tu non sei passata dall'unibo a Milano per caso, ma perchè oltre ad essere affascinata da altre cose sicuramente hai capito che avresti potuto esprimerti al meglio.
Poi se uno vuol fare l'insegnante di lettere frequenti pure l'unibo o anche qualche altro posto (senza nulla togliere ai professori, che poracci pure loro stanno in un mondo lavorativo onirico da quanto fa schifo, ma il titolo di studio non ha più o meno prestigio a seconda di dove è conseguito).
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#152 Guest_Julian_*

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Inviato 09 luglio 2009 - 15:55


Il meglio al mondo è fatto apposta per chi pensa, desidera, ambisce, ad essere tra i migliori, il che non vuol dire tirarsela, ma semplicemente investire sull'unica cosa che una persona senza reddito ha: sé stesso.


Provo sentimenti nei tuoi confronti.

La ridicolizzazione sistematica dell'ambizione ("ah sì, ma lui è un genio", "ah sì ma non me lo posso permettere", "ah sì ma l'altro è favorito", "ah sì ma il mondo è ingiusto") è il male e il limite principale dell'Italia.

I'm not saying there's no such thing as genius. But if you're trying to choose between two theories and one gives you an excuse for being lazy, the other one is probably right.



Sì, ma il più delle volte l'ambizione è smontata dalle modalità di funzionamento del mondo, che salvo pochi casi premia tutto fuorchè i migliori: premia chi può economicamente permettersi certi studi, certi master, certe scappatoie. Nel mio settore funziona così in buona parte dei casi, puoi avere titoli e quello che vuoi ma senza appoggio della famiglia, almeno inizialmente, fai molta poca strada. Ma poca davvero. E' la vecchia storia dell'eguaglianza formale: se non accompagnata da eguaglianza sostanziale, serve a poco, non supera le diversità effettive (anche perchè non si capisce come mai chi ha poco reddito, per ottenere qualcosa, debba essere un fenomeno o giù di lì, mentre chi ne ha per diritto ottiene tutto: se questo è il concetto di meritocrazia, ve lo lascio volentieri).
Lo diceva anche Oscar Wilde: "L'ambizione è l'ultimo rifugio del fallito".

Prima che si vada sul personale, esplico come si è evoluta la mia carriera, cosicchè capite che non parlo per astio personale ma perchè ho visto e vissuto il reale funzionamento del "sistema": mi sono laureato in 5 anni esatti e visto il reddito familiare ho potuto studiare solo ed esclusivamente grazie alla borsa di studio, se fossi finito fuori corso anche solo di un esame avrei dovuto probabilmente rinunciare agli studi o mettermi a lavorare sul serio per proseguirli. Per dire, ad inizio 2005 fui segato ad un esame in cui avevo portato il libro sbagliato (non scherzo  asd), dovetti recuperare dando 4 esami in una settimana, preparando per quattro volte l'esame in un giorno solo. Cioè, la mattina andavo in università a comprarmi il libro ed il giorno dopo sostenevo l'esame. Con questo non voglio tirarmela, ma solo dire che a me è andata abbastanza bene. Sull'esame di avvocato posso parlare parzialmente, perchè ho superato lo scritto (è passato il 16% dei candidati, ma i criteri di selezione restano abbastanza misteriosi, a me è andata bene e basta), ma non vorrei essere smontato all'orale, quindi per ora niente proclami.  :P

Ciò non toglie che il mio settore, per come funziona, sia una colossale ingiustizia, ed il merito, salvo pochi casi, c'entri relativamente. Già il fatto che siano previsti 2 anni dk praticantato a gratis implica che qualcuno deve mantenerti, e se va bene, come nel mio caso, inizi quando hai 23/24 anni, e finisci a 26/27 (se va bene appunto finirò prima di compierne 27, diversamente come minimo arrivo a 28). Ma anche il fatto che master costosissimi attribuiscano enormi vantaggi a prescindere dal merito ma solo per il fatto che puoi parteciparvi sborsando tanta moneta, per non parlare della possibilità di diventare avvocato in Spagna (con spese abbastanza pesanti e che io non potrei mai permettermi: corso di spagnolo, iscrizione ad università spagnola, trasferimento ed alloggio in Spagna etc..).

Quindi, io sono abbastanza fortunato e come Silvio "mi sto facendo da solo"  :D, visto in famiglia siamo in 6 e lavora solo uno, ma nel complesso la meritocrazia rimane un concetto vago nel nostro sistema. Il merito che si ha, il più delle volte, è avere i soldi.
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#153 KissRelish

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Inviato 09 luglio 2009 - 16:23

Sì, ma il più delle volte l'ambizione è smontata dalle modalità di funzionamento del mondo, che salvo pochi casi premia tutto fuorchè i migliori: premia chi può economicamente permettersi certi studi, certi master

certi master che mi interessavano costavano 8-9000 euro (senza possibilità di borsa).
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Laura Amiga Putana Napole.

#154 Greed

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Inviato 09 luglio 2009 - 16:27

andai alle finali nazionali delle Olimpiadi di matematica a Cesenatico.. in quinta superiore.


Sei stato al mio liceo!  :)


Comunque c'è nessuno qui dentro che faccia lettere e abbia voglia di fare una chiacchierata con me?  :P
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#155 Panfilo Maria Lippi

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Inviato 10 luglio 2009 - 15:08

Comunque c'è nessuno qui dentro che faccia lettere e abbia voglia di fare una chiacchierata con me?  :P


Faccio lettere, ma non amo parlarne  :P
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#156 lippa

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Inviato 10 luglio 2009 - 15:40

Comunque è vero, il concetto di merito è, spesso, molto relativo, perchè se un corso sul documentario a Cinecittà con nomi come Vittorio De Seta, costa solamente 6000 euro l'anno, beh..se permettete non mi pare un discorso di meritocrazia ma di denaro. Poi che uno si rimbocchi le maniche e si vada a cercare una cosa che non faccia però schifo è un'altra questione però.

Perchè va bene la selezione ma se la fai sul denaro arrivederci e grazie.


p.s. poi si lamentano perchè ormai, il cinema lo fa anche la velina appena uscita da striscia la notizia. Non si lamentassero almeno.
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Alla fine tutte le cose devono rimanere così come sono e sono sempre state: quelle grandi riservate ai grandi, gli abissi ai profondi, le finezze e i brividi ai raffinati e tutte le cose rare, agli esseri rari.
F. W. Nietzsche, Al di là del bene e del male



Però, domenica prossima cerchiamo semplicemente di divertirci. Cioè, per una volta, se possibile, vediamo di non analizzare tutto fino alla pazzia.
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#157 Joey

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Inviato 10 luglio 2009 - 16:17

In teoria sarebbe giusto che ogni persona possa sviluppare le proprie potenzialità a prescindere dalla situazione economica familiare, ma dâ??altro canto è irrealistico pensare che tutti possano partire da condizioni uguali. Da una prospettiva meritocratica, bisogna tener conto che le possibilità economiche di una famiglia (a meno che non derivino da titoli nobiliari, o da certi matrimoni rispetto ad altri), possono derivare anch'esse dalla meritocrazia. In parte, è giusto che la meritocrazia sia ereditaria: chi riesce migliore degli altri, è in grado di garantire ai propri figli e discendenti un futuro migliore (può essere che sia stato il padre, il nonno, il bisnonno, etc). Insomma, non credo che le diverse condizioni iniziali siano unâ??ingiustizia, perchè spesso sono qualcosa che è stato costruito da più generazioni anche grazie all'impegno e al duro lavoro. Lâ??ingiustizia è invece quando, a parità di condizioni di studio, il figlio dell'imprenditore va avanti anche se è un cretino o se non vuole studiare, grazie a raccomandazioni e favoritismi. Questo ai tempi dei nostri nonni non succedeva, o perlomeno in misura minore...
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#158 KissRelish

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Inviato 10 luglio 2009 - 16:19

In parte, è giusto che la meritocrazia sia ereditaria

ma neanche per sogno
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#159 Joey

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Inviato 10 luglio 2009 - 16:23


In parte, è giusto che la meritocrazia sia ereditaria

ma neanche per sogno


Per me è così.

A che serve cercare di essere migliori, se non anche per garantire un futuro migliore ai propri figli?
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#160 lippa

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Inviato 10 luglio 2009 - 16:32

Scusa ma guarda che è un cane che si morde la coda il tuo discorso, potrei infatti chiederti in che modo e secondo quali qualità quella famiglia ha preso posto nella società meritocraticamente, in che modo, cioè x è stato migliore di y. Con questo non voglio assolutamente sostenere, che tutti i ricchi e tutti gli imprenditori abbiano rubato o chissà che, sia chiaro.
L'ingiustizia è, se così vogliamo chiamarla, quando si studia e si ha una passione e si vorrebbe, coltivarla al di là dell'università in un certo modo. Perchè ci siamo scordati di dire, che lo spessore dei propri studi si struttura nel non limitarsi agli esami proposti dai corsi di laurea ma approfondendo, all'esterno, nel modo migliore possibile, almeno per quanto mi riguarda.
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#161 KissRelish

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Inviato 10 luglio 2009 - 16:34



In parte, è giusto che la meritocrazia sia ereditaria

ma neanche per sogno


Per me è così.

A che serve cercare di essere migliori, se non anche per garantire un futuro migliore ai propri figli?

la meritocrazia non serve a garantire privilegi ai proprio discendenti. La meritocrazia è godere dei PROPRI meriti, non di quelli del papi. Mi sa che c'hai un concetto di meritocrazia appena appena distorto. Se ti piace questo andazzo (perchè di fatto il mondo gira così eh) allora dici pure "mi sta bene che i privilegi si accumulino e vadano a beneficio dei figli e dei figli dei figli e dei figli dei figli dei figli" ma non chiamarla meritocrazia perchè non c'azzecca nulla.
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#162 KissRelish

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Inviato 10 luglio 2009 - 16:37

Scusa ma guarda che è un cane che si morde la coda il tuo discorso, potrei infatti chiederti in che modo e secondo quali qualità quella famiglia ha preso posto nella società meritocraticamente, in che modo, cioè x è stato migliore di y. Con questo non voglio assolutamente sostenere, che tutti i ricchi e tutti gli imprenditori abbiano rubato o chissà che, sia chiaro.
L'ingiustizia è, se così vogliamo chiamarla, quando si studia e si ha una passione e si vorrebbe, coltivarla al di là dell'università in un certo modo. Perchè ci siamo scordati di dire, che lo spessore dei propri studi si struttura nel non limitarsi agli esami proposti dai corsi di laurea ma approfondendo, all'esterno, nel modo migliore possibile, almeno per quanto mi riguarda.

Lippa quando 2 persone ugualmente capaci sono messe una in condizione di gratificare pienamente i propri interessi e aspirazioni e l'altro no sai come si chiama il primo? Si chiama "privilegiato".
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Laura Amiga Putana Napole.

#163 lippa

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Inviato 10 luglio 2009 - 16:39

Ma più che altro, ripeto, se va di pari passo con il denaro stiamo freschi davvero. Infatti sto molto fresca asd asd

il giovane che entra nello studio del padre, fresco di laurea, se vale contentissima per lui ma entra per culo, non per meritocrazia dai asd
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#164 Joey

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Inviato 10 luglio 2009 - 16:47

Scusa ma guarda che è un cane che si morde la coda il tuo discorso, potrei infatti chiederti in che modo e secondo quali qualità quella famiglia ha preso posto nella società meritocraticamente, in che modo, cioè x è stato migliore di y.



Difficile dare una risposta semplice. Ammetto che in parte è qualcosa legata al caso, per esempio a certe unioni matrimoniali rispetto ad altre. In parte, è qualcosa che si perde nella notte dei tempi, ma questo non vuol dire che questa diversità sia un'ingiustizia, allo stesso modo come non è ingiusto che tu abbia un certo codice genetico rispetto ad un altro: magari dipende proprio dal codice genetico, ovvero qualcosa che si accumula da generazione a generazione. In parte, è qualcosa che invece si può fare risalire ad una personalità che ha spiccato nell'albero genealogico, e che magari ha contagiato il figlio e il nipote. Anche le famiglie povere possono avere questo genere di "mutazioni". Tieni conto che ai tempi dei nostri nonni non c'erano i master da 6000 euro, e possibilmente studiava davvero chi aveva le capacità intellettuali per farlo.

la meritocrazia non serve a garantire privilegi ai proprio discendenti. La meritocrazia è godere dei PROPRI meriti, non di quelli del papi.


Temo che non hai capito il mio intervento nel complesso, rileggilo meglio.

Aggiungo (anche a lippa): le capacità possono essere predisposizioni genetiche che prescindono dall'ambiente famigliare, ma se non vengono sviluppate sin dai primi anni di vita è come se non ci fossero. Se per esempio in famiglia ti constingono ad andare a lavorare, è difficile che tu potrai sviluppare l'amore per la cultura. Quanti potenziali "geni" ci sono tra i figli del mendicante? Non lo sapremo mai. Di fatto, l'intelligenza (almeno quella umanistica) si forma anche attraverso le letture, gli ascolti musicali, il teatro, etc. In una famiglia povera, di fatto il figlio avrà molte meno possibilità di costruire la propria cultura e di sviluppare la propria intelligenza: non troverà a casa i libri di Freud o le sinfonie di Beethoven. Non avrà i soldi per andare a teatro, e nemmeno per comprare un computer. Insomma, la parità di condizioni è illusoria. Per il fatto stesso di nascere in Italia e non in Somalia, non c'è nessuna autentica parità possibile. Credo che andare all'università, in un modo o nell'altro, sia comunque un gran privilegio. Se poi non si hanno i soldi per pagare il master da 6000 euro, non sarà quello a privare un potenziale "genio" (o comunque una persona motivata) di poter sviluppare le sue doti. Anzi, credo che alla fine i migliori siano proprio quelli che sono più abituati alle difficoltà, e che partono da condizioni inziali più svantaggiose. 
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#165 KissRelish

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Inviato 10 luglio 2009 - 17:02

Temo che non hai capito il mio intervento, rileggilo meglio.


l'hai scritto tu questo, no?

In teoria sarebbe giusto che ogni persona possa sviluppare le proprie potenzialità a prescindere dalla situazione economica familiare, ma dâ??altro canto è irrealistico pensare che tutti possano partire da condizioni uguali. Da una prospettiva meritocratica, bisogna tener conto che le possibilità economiche di una famiglia (a meno che non derivino da titoli nobiliari, o da certi matrimoni rispetto ad altri), possono derivare anch'esse dalla meritocrazia. In parte, è giusto che la meritocrazia sia ereditaria: chi riesce migliore degli altri, è in grado di garantire ai propri figli e discendenti un futuro migliore (può essere che sia stato il padre, il nonno, il bisnonno, etc). Insomma, non credo che le diverse condizioni iniziali siano unâ??ingiustizia, perchè spesso sono qualcosa che è stato costruito da più generazioni anche grazie all'impegno e al duro lavoro. Lâ??ingiustizia è invece quando, a parità di condizioni di studio, il figlio dell'imprenditore va avanti anche se è un cretino o se non vuole studiare, grazie a raccomandazioni e favoritismi. Questo ai tempi dei nostri nonni non succedeva, o perlomeno in misura minore...



Giusto per chiarire:
http://old.demauroparavia.it/68836
me|ri|to|cra|zì|a
s.f.
concezione in ordine alla quale si ritiene legittimo che il successo, il prestigio, il potere, si debbano conseguire esclusivamente in virtù delle doti, delle capacità e dei meriti personali


http://it.wikipedia....ki/Meritocrazia
La meritocrazia è una forma di governo dove le cariche amministrative, le cariche pubbliche, e qualsiasi ruolo che richieda responsabilità nei confronti degli altri, è affidata secondo criteri di merito, e non di appartenenza lobbystica, familiare (nepotismo e in senso allargato clientelismo) o di casta economica (oligarchia).

Spegami, di grazia, come può la meritocrazia essere "ereditaria" (parole tue, non mie), o essere occasione per garantire un privilegio ai propri figli. Una concezione in cui esistono persone che vengono avvantaggiate già in partenza per il semplice fatto di avere i genitori ricchi è il contrario della meritocrazia, definizioni alla mano. Sei tu che non hai capito, non io.
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Laura Amiga Putana Napole.

#166 Joey

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Inviato 10 luglio 2009 - 17:13


Temo che non hai capito il mio intervento, rileggilo meglio.


l'hai scritto tu questo, no?

In teoria sarebbe giusto che ogni persona possa sviluppare le proprie potenzialità a prescindere dalla situazione economica familiare, ma dâ??altro canto è irrealistico pensare che tutti possano partire da condizioni uguali. Da una prospettiva meritocratica, bisogna tener conto che le possibilità economiche di una famiglia (a meno che non derivino da titoli nobiliari, o da certi matrimoni rispetto ad altri), possono derivare anch'esse dalla meritocrazia. In parte, è giusto che la meritocrazia sia ereditaria: chi riesce migliore degli altri, è in grado di garantire ai propri figli e discendenti un futuro migliore (può essere che sia stato il padre, il nonno, il bisnonno, etc). Insomma, non credo che le diverse condizioni iniziali siano unâ??ingiustizia, perchè spesso sono qualcosa che è stato costruito da più generazioni anche grazie all'impegno e al duro lavoro. Lâ??ingiustizia è invece quando, a parità di condizioni di studio, il figlio dell'imprenditore va avanti anche se è un cretino o se non vuole studiare, grazie a raccomandazioni e favoritismi. Questo ai tempi dei nostri nonni non succedeva, o perlomeno in misura minore...



Giusto per chiarire:
http://old.demauroparavia.it/68836
me|ri|to|cra|zì|a
s.f.
concezione in ordine alla quale si ritiene legittimo che il successo, il prestigio, il potere, si debbano conseguire esclusivamente in virtù delle doti, delle capacità e dei meriti personali


http://it.wikipedia....ki/Meritocrazia
La meritocrazia è una forma di governo dove le cariche amministrative, le cariche pubbliche, e qualsiasi ruolo che richieda responsabilità nei confronti degli altri, è affidata secondo criteri di merito, e non di appartenenza lobbystica, familiare (nepotismo e in senso allargato clientelismo) o di casta economica (oligarchia).

Spegami, di grazia, come può la meritocrazia essere "ereditaria" (parole tue, non mie), o essere occasione per garantire un privilegio. Una concezione in cui esistono persone che vengono avvantaggiate già in partenza per il semplice fatto di avere i genitori ricchi è il contrario della meritocrazia, deinizioni alla mano. Sei tu che non hai capito, non io.


La mia non era una definizione di meritocrazia, ma delle sue conseguenze. Molte famiglie benestanti erano famiglie povere, e spesso sono diventate benestanti grazie ai meriti individuali di qualcuno. E' giusto quindi che i figli ne traggano i benefici, per esempio quelli di potersi iscrivere in un'università fuori città. Se questo tu lo chiami "essere avvantaggiati in partenza", non ho affatto niente in contrario. Nasciamo tutti più o meno avvantaggiati o svantaggiati (anche nel fisico), non vedo dove stia il problema. Ripeto, la vera ingiustizia è quando i privilegi familiari ti consentono di supplire alle carenze intellettuali o alla poca voglia di studiare. Una cosa è partire da un' "eredità" familiare privilegiata, un'altra è ridurre a zero i propri meriti personali. Sono due cose diverse, anzi opposte.

Meritocrazia non significa "tutti devono partire dalle stesse capacità" (cosa di fatto impossibile), bensì "a parità di condizioni di studio, per esempio all'interno di una classe o di un corso di laurea, il criterio di selezione deve essere solo il merito".
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#167 Greed

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Inviato 10 luglio 2009 - 17:22

Molte famiglie benestanti erano famiglie povere, e spesso sono diventate benestanti grazie ai meriti individuali di qualcuno. E' giusto quindi che i figli ne traggano i benefici, per esempio quelli di potersi iscrivere in un'università fuori città.


Ma se i genitori dello studente in questione sono diventati benestanti a partire da una condizione di povertà, c'è già un vantaggio.
Il vantaggio di avere comunque una condizione agiata, quindi di non dover lavorare, di potersi permettere una casa in affitto, ecc..
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#168 Joey

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Inviato 10 luglio 2009 - 17:32


Molte famiglie benestanti erano famiglie povere, e spesso sono diventate benestanti grazie ai meriti individuali di qualcuno. E' giusto quindi che i figli ne traggano i benefici, per esempio quelli di potersi iscrivere in un'università fuori città.


Ma se i genitori dello studente in questione sono diventati benestanti a partire da una condizione di povertà, c'è già un vantaggio.
Il vantaggio di avere comunque una condizione agiata, quindi di non dover lavorare, di potersi permettere una casa in affitto, ecc..


E' impossibile partire tutti dalle stesse condizioni concrete, perchè altrimenti dovremmo tornare indietro di millenni, allo stato di natura. E non basterebbe nemmeno, dato che tutti nasciamo biologicamente diversi.

Detto questo, magari quei genitori, rispetto ad altri, hanno fatto alcune scelte. Immaginiamo una situazione in cui il nonno buttava i pochi soldi familiari nell'alcol e nel gioco, ed era diventato ancora più povero. Il figlio invece grazie alla madre e alla propria determinazione fa alcune scelte diverse, come quella di studiare, e riesce a diventare un medico benestante. Molto spesso, sopratutto in passato, quella di studiare era una scelta molto meno scontata che oggi. Comunque sia, se un vantaggio è stato conquistato, allora è giusto che si tramandi: SE il nipote sarà CAPACE di raccogliere questa eredità in base ai propri meriti, ovvero se farà tesoro del vantaggio del padre trasformando le risorse economiche in risorse umane, allora potrà garantire lo stesso vantaggio anche al proprio figlio. Altrimenti, tornerà anche lui nella stessa condizione di povertà del nonno, e suo figlio avrà meno possibilità di un altro. Questo è quello che dovrebbe accadere in una società dove non si va avanti grazie a raccomandazioni... e qui sta la differenza tra i tempi dei nonni e i tempi dei nipoti.
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#169 lippa

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Inviato 10 luglio 2009 - 18:59

beh ecco, su questo sono d'accordo, altrimenti diventa un incazzamento generale e generico, io dicevo solamente che un corso che vorrei fare costa 6000 euro e non ce l'ho ;D asd

e non lo trovo affatto giusto.

A me le persone ricche e valide di capoccia, capaci di gestire le proprie risorse e dare lavoro agli altri stanno bene, sono le teste a culo, perdonate il francesismo che proprio non reggo, come non sopporto il compromesso del compromesso per andare a fare una cosa che ti piace o che peggio, ti fa guadagnare come una bestia. Tutto qua.
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#170 Joey

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Inviato 10 luglio 2009 - 19:19

beh ecco, su questo sono d'accordo, altrimenti diventa un incazzamento generale e generico, io dicevo solamente che un corso che vorrei fare costa 6000 euro e non ce l'ho ;D asd

e non lo trovo affatto giusto.


Amettiamo che i soldi li avessi... sarebbe comunque relativo: potresti continuare a non trovare giusto che ci sia chi al corso arriva in Mercedes...

Secondo me, se si parte da una vocazione, allora già molto è stato fatto: puoi arrivare a certi traguardi in molti modi, anche partendo dal basso. Magari molti dei partecipanti al corso non riescono comunque a sfondare...

A me le persone ricche e valide di capoccia, capaci di gestire le proprie risorse e dare lavoro agli altri stanno bene, sono le teste a culo, perdonate il francesismo che proprio non reggo


Appunto.

come non sopporto il compromesso del compromesso per andare a fare una cosa che ti piace o che peggio, ti fa guadagnare come una bestia.

Qui non ho capito cosa intendi...
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#171 StellaDanzante

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Inviato 10 luglio 2009 - 20:18

Meritocrazia non significa "tutti devono partire dalle stesse capacità" (cosa di fatto impossibile), bensì "a parità di condizioni di studio, per esempio all'interno di una classe o di un corso di laurea, il criterio di selezione deve essere solo il merito".


Comunque molto può essere fatto anche per ridurre le disparità di partenza e aumentare il numero delle persone accedenti alle pari condizioni, unica vera condizione per effettuare una meritocrazia. Abbassare le tasse d'iscrizione, creare borse di studio, fare una selezione più rigida all'ingresso secondo dei canoni di rigore, di qualità del progetto e di impegno personale, ecc. E allo stesso tempo, ovviamente, operare per aumentare o stabilizzare il livello di benessere della società in tutti i suoi livelli.

Vi sono tanti idioti che hanno la fortuna di accedere a alti corsi di studi solo per eredità familiare, come vi sono tante persone intelligenti che non possono accedervi perché non hanno abbastanza soldi nemmeno per arrivare a fine mese. E' un caso molto raro quello di una persona che è allo stesso tempo benestante e che viene selezionata per la distinzione personale nella sua disciplina.
Finché le persone che possono accedere ai corsi di studio saranno selezionate solo in base allo statuto economico, la meritocrazia sarà sempre pressoché nulla o inesistente.
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#172 Joey

    Classic Rocker

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Inviato 10 luglio 2009 - 20:38

Comunque molto può essere fatto anche per ridurre le disparità di partenza e aumentare il numero delle persone accedenti alle pari condizioni...

Certo. Ma di sicuro il vittimismo non porta da nessuna parte, ed è una vera piaga della nostra società... tutti (persino i ricchi) si sentono sempre vittime.

E' un caso molto raro quello di una persona che è allo stesso tempo benestante e che viene selezionata per la distinzione personale nella sua disciplina.

Mi sembra un'esagerazione clamorosa, sarebbe come dire che è un caso molto raro quello di una persona motivata e intelligente che proviene da una famiglia povera.

Finché le persone che possono accedere ai corsi di studio saranno selezionate solo in base allo statuto economico, la meritocrazia sarà sempre pressoché nulla o inesistente.

Non mi sembra che sia così: le tasse universitarie sono regolate in base al reddito, o no? Se poi mi parli di "alti corsi", allora il discorso cambia: ma del resto, perchè oggi c'è bisogno di un "alto corso" per fare stada? Proprio perchè si sono aperte le porte dell'università a chiunque...
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#173 Greed

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Inviato 10 luglio 2009 - 21:21

Vi ho scomodati in tanti per farmi dare qualche consiglio...Vi ringrazio e vi comunico che andrò ad

Immagine inserita

INGEGNERIA EDILE!

scherzo  asd
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#174 Joey

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Inviato 10 luglio 2009 - 21:25

Vi ho scomodati in tanti per farmi dare qualche consiglio...


Ma su cosa verteva la richiesta del consiglio? Devo essermelo perso... ???
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#175 Greed

    round control to major troll

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Inviato 10 luglio 2009 - 21:27

Niente..ho chiesto un po' di consigli, generali o più sul particolare, più che altro con i PM, per non intasare il forum. Tipo a Jova, bebo, lippa, khonnor  :D
Grazie ancora

[a, è partito tutto sul topic delle foto..]
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#176 StellaDanzante

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Inviato 11 luglio 2009 - 08:59

E' un caso molto raro quello di una persona che è allo stesso tempo benestante e che viene selezionata per la distinzione personale nella sua disciplina.

Mi sembra un'esagerazione clamorosa, sarebbe come dire che è un caso molto raro quello di una persona motivata e intelligente che proviene da una famiglia povera.


Credo che quest'ultimo sia un caso molto meno raro, per il fatto che una persona povera è motivata per definizione, essendo costretta a sviluppare da sola i propri mezzi di sopravvivenza.
Una persona ricca, a meno che non abbia una certa sensibilità e una certa esperienza della povertà, non sente alcuna necessità di impegnarsi oltre un certo limite. Gli basta pagare e ha tutto quello che vuole. A meno che il suo scopo non sia di essere riconosciuta a livello internazionale sul piano intellettuale, e lì di batoste di solito se ne prende parecchie.

Finché le persone che possono accedere ai corsi di studio saranno selezionate solo in base allo statuto economico, la meritocrazia sarà sempre pressoché nulla o inesistente.

Non mi sembra che sia così: le tasse universitarie sono regolate in base al reddito, o no? Se poi mi parli di "alti corsi", allora il discorso cambia: ma del resto, perchè oggi c'è bisogno di un "alto corso" per fare stada? Proprio perchè si sono aperte le porte dell'università a chiunque...


Le tasse universitarie in Italia sono comunque di gran lunga troppo alte rispetto al servizio fornito. A parte forse nelle discipline scientifiche, dove comunque i mezzi scarseggiano di parecchio, non vedo da nessuna parte il giustificativo per versare 1000 e più euro per un anno di triennale, se non per pagare le ferie di pingui docenti dinosaureschi che se si è fortunati non pubblicano un articolo da 15 anni.
Mi starebbe bene di pagare se poi questi docenti s'impegnassero almeno a seguire i propri studenti, beninteso ; ma siccome poi ai loro esami pretendono che lo studente gli ripeta quello che loro hanno detto in corso, non vedo quale servizio vantaggioso possano ottenere gli studenti a frequentare l'università, se non la possibilità di seguire un sermone pubblico (cosa che in Italia puoi fare anche gratis, nell'università o in chiesa).

La vera selezione nell'università dovrebbe cominciare al terzo o quarto anno, all'accesso a una specializzazione di ricerca o professionale, e non dovrebbe essere comunque fondata sullo statuto economico dello studente. Vale a dire che non basta che paghi 4000 euro per accedere a una specialistica, devi avere prima di tutto un progetto concreto e, se ritenuto valido, ti devono essere dati i mezzi per portarlo avanti.
La triennale, tra le altre cose, dovrebbe darti i mezzi per preparare questo progetto. Ma in Italia in apparenza si crede che non vi siano regole e metodi per scrivere una tesi, che basti chiacchierare 30 minuti sul nulla per fare un'opera di scienza, quindi tutto viene perlopiù lasciato nell'alea o nel disordine. Peccato che questo non giovi proprio alla ricerca, in qualsiasi caso.
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#177 debaser

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Inviato 11 luglio 2009 - 09:23


E' un caso molto raro quello di una persona che è allo stesso tempo benestante e che viene selezionata per la distinzione personale nella sua disciplina.

Mi sembra un'esagerazione clamorosa, sarebbe come dire che è un caso molto raro quello di una persona motivata e intelligente che proviene da una famiglia povera.


Credo che quest'ultimo sia un caso molto meno raro, per il fatto che una persona povera è motivata per definizione, essendo costretta a sviluppare da sola i propri mezzi di sopravvivenza.


Non è detto neanche quello, ci sono tanti che preferiscono non intraprendere percorsi più difficili o più ambiziosi in favore di altri più modesti ma (forse) più solidi o che comunque diano risultati tangibili in tempi più brevi.
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Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#178 Joey

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Inviato 11 luglio 2009 - 10:32


E' un caso molto raro quello di una persona che è allo stesso tempo benestante e che viene selezionata per la distinzione personale nella sua disciplina.

Mi sembra un'esagerazione clamorosa, sarebbe come dire che è un caso molto raro quello di una persona motivata e intelligente che proviene da una famiglia povera.


Credo che quest'ultimo sia un caso molto meno raro, per il fatto che una persona povera è motivata per definizione, essendo costretta a sviluppare da sola i propri mezzi di sopravvivenza.
Una persona ricca, a meno che non abbia una certa sensibilità e una certa esperienza della povertà, non sente alcuna necessità di impegnarsi oltre un certo limite. Gli basta pagare e ha tutto quello che vuole. A meno che il suo scopo non sia di essere riconosciuta a livello internazionale sul piano intellettuale, e lì di batoste di solito se ne prende parecchie.


Dipende, c'è povertà e povertà... ripeto, la persona benestante a casa potrà trovare libri, musica, e tanto altro per sviluppare la propria cultura e per mettere in atto le proprie potenzialità. La persona povera in genere non dispone degli stessi mezzi, a meno che non sia circondata da una famiglia "illuminata". Questo almeno vale per le discipline umanistiche... e da questo punto di vista, il tuo discorso mi sembra piuttosto infondato: dai per scontato che sia la povertà a mettere in moto la spinta a studiare. Ma la povertà nella maggior parte dei casi mette in moto l'intelletto volto alle attività pratiche, cosa che gli studi umanistici non garantiscono nemmeno in prospettiva.
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#179 StellaDanzante

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Inviato 11 luglio 2009 - 11:06



E' un caso molto raro quello di una persona che è allo stesso tempo benestante e che viene selezionata per la distinzione personale nella sua disciplina.

Mi sembra un'esagerazione clamorosa, sarebbe come dire che è un caso molto raro quello di una persona motivata e intelligente che proviene da una famiglia povera.


Credo che quest'ultimo sia un caso molto meno raro, per il fatto che una persona povera è motivata per definizione, essendo costretta a sviluppare da sola i propri mezzi di sopravvivenza.
Una persona ricca, a meno che non abbia una certa sensibilità e una certa esperienza della povertà, non sente alcuna necessità di impegnarsi oltre un certo limite. Gli basta pagare e ha tutto quello che vuole. A meno che il suo scopo non sia di essere riconosciuta a livello internazionale sul piano intellettuale, e lì di batoste di solito se ne prende parecchie.


Dipende, c'è povertà e povertà... ripeto, la persona benestante a casa potrà trovare libri, musica, e tanto altro per sviluppare la propria cultura e per mettere in atto le proprie potenzialità. La persona povera in genere non dispone degli stessi mezzi, a meno che non sia circondata da una famiglia "illuminata". Questo almeno vale per le discipline umanistiche... e da questo punto di vista, il tuo discorso mi sembra piuttosto infondato: dai per scontato che sia la povertà a mettere in moto la spinta a studiare. Ma la povertà nella maggior parte dei casi mette in moto l'intelletto volto alle attività pratiche, cosa che gli studi umanistici non garantiscono nemmeno in prospettiva.


L'intelletto è lo stesso, che sia volto verso la teoria o la pratica. Si tratta sempre di sviluppare delle abilità che non sono presenti in natura.
E' vero più che altro quello che dice debaser, ovvero che una persona povera potrebbe non aver voglia d'intraprendere certi percorsi perché visti come troppo difficili. Ma in quel caso il difetto sta nella mancanza di mezzi per raggiungere i suoi obiettivi, non nella volontà dell'individuo.

Esiste ovviamente molta gente che di progredire e di avere delle ambizioni non ne vuole proprio sapere. Ma questo vale per i ricchi come per i poveri. La verità è che esiste dall'altra parte molta gente povera dotata di ambizioni, di passione, di capacità e di volontà, ma che non potrà mai conoscere queste passioni semplicemente perché non gliene viene fatta notare l'esistenza, oppure perché vengono mostrate a lui come impossibili da raggiungere o poco desiderabili (« con la fisica e la matematica fai pochi soldi, studia ingegneria o economia », ecc).
Grazie al cielo la diffusione di internet ha reso una quantità notevole di conoscenze disponibili a basso costo al grande pubblico. Bisognerebbe fare molto di più in questo senso : migliorare la performatività e l'estensione delle reti, abbassare il costo per renderle accessibili a più persone, creare dei punti wi-fi gratuiti, ecc. Mi pare sia l'unico modo per ridurre le diseguaglianze economiche e permettere dunque una vera selezione sociale per merito individuale in qualsiasi campo.
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#180 KissRelish

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Inviato 11 luglio 2009 - 12:04

Dipende, c'è povertà e povertà... ripeto, la persona benestante a casa potrà trovare libri, musica, e tanto altro per sviluppare la propria cultura e per mettere in atto le proprie potenzialità. La persona povera in genere non dispone degli stessi mezzi, a meno che non sia circondata da una famiglia "illuminata".

non è che essere danarosi vuol dire essere colti o intelligenti o raffinati, tra i ricconi che conosco io (primari di ospedae, grossi commercianti, avvocati di grido...) abbondano gli ignorantoni che ascoltano Paola e Chiara e c'hanno i libri della Tamaro. Di contro conosco "modesti" impegati statali che fanno letture "ricercate" e ascoltano musica di un certo livello. Sto discorso che il benestante trova in famiglia un ambiente più stimolante è una stronzata.
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Laura Amiga Putana Napole.

#181 KissRelish

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Inviato 11 luglio 2009 - 12:07


Non mi sembra che sia così: le tasse universitarie sono regolate in base al reddito, o no? Se poi mi parli di "alti corsi", allora il discorso cambia: ma del resto, perchè oggi c'è bisogno di un "alto corso" per fare stada? Proprio perchè si sono aperte le porte dell'università a chiunque...

fosse per me l'istruzione a tutti i livelli dovrebbe essere completamente gratuita ma a numero chiuso sulla base di test. I più preparati/intelligenti entrano, gli altri no. Amen.
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Laura Amiga Putana Napole.

#182 StellaDanzante

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Inviato 11 luglio 2009 - 12:28



Non mi sembra che sia così: le tasse universitarie sono regolate in base al reddito, o no? Se poi mi parli di "alti corsi", allora il discorso cambia: ma del resto, perchè oggi c'è bisogno di un "alto corso" per fare stada? Proprio perchè si sono aperte le porte dell'università a chiunque...

fosse per me l'istruzione a tutti i livelli dovrebbe essere completamente gratuita ma a numero chiuso sulla base di test. I più preparati/intelligenti entrano, gli altri no. Amen.


Questo discorso funzionerebbe se i test fossero organizzati da persone intelligenti e se tutti i partecipanti avessero per principio gli stessi mezzi per accedervi. Non è il caso se si tratta di un test di conoscenza e cultura generale o relativa a un certo ambito (per imparare delle cose ci vogliono almeno i libri, e i libri costano ; oltre al fatto che persona colta non significa per nulla persona intelligente).
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#183 KissRelish

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Inviato 11 luglio 2009 - 12:37




Non mi sembra che sia così: le tasse universitarie sono regolate in base al reddito, o no? Se poi mi parli di "alti corsi", allora il discorso cambia: ma del resto, perchè oggi c'è bisogno di un "alto corso" per fare stada? Proprio perchè si sono aperte le porte dell'università a chiunque...

fosse per me l'istruzione a tutti i livelli dovrebbe essere completamente gratuita ma a numero chiuso sulla base di test. I più preparati/intelligenti entrano, gli altri no. Amen.


Questo discorso funzionerebbe se i test fossero organizzati da persone intelligenti e se tutti i partecipanti avessero per principio gli stessi mezzi per accedervi. Non è il caso se si tratta di un test di conoscenza e cultura generale o relativa a un certo ambito (per imparare delle cose ci vogliono almeno i libri, e i libri costano ; oltre al fatto che persona colta non significa per nulla persona intelligente).

certo. Ma nel mio mondo utopico e ideale è così  ;)

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Laura Amiga Putana Napole.

#184 debaser

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Inviato 11 luglio 2009 - 13:30

facciamogli fare un test d'intelligenza con le figurine da scegliere per concludere la sequenza asd
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Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#185 Pierrotelaluna

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Inviato 17 luglio 2009 - 17:23

Ammazza quant'è bistrattata questa disciplina?
Mi pare anche abbastanza irragionevolmente.

Beh, io mi ci sto prendendo la specialistica, a Settembre dovrei terminare gli esami, infatti sto passando un Luglio un pò del cavolo.

Come ogni Corso di studio, ha i suoi pro e i suoi contro. Io onestamente ho imparato molto in questi 5 anni, ma sono convinto che si sarebbe potuto fare di meglio, soprattutto con la scelta degli insegnamenti, alcuni davvero inutili. Ma questa è una cosa che accomuna un pò tutti gli studi umanistici, che però sono quelli che preferisco.
Il fatto è che Scienze della Comunicazione è spesso accorpata ad un altro Corso di Laurea, e allora ne risente nella scelta degli insegnamenti, così se è accorpata a Sociologia, si faranno molti corsi legati ala sociologia, se è legata al Lettere, si faranno molti corsi legati a lettere, però spesso, inutili per i fini del corso di Scienze della Comuicazione.
Io onestamente qualcosa ho imparato sui mass media, anche a come prenderli, e a come evitare cavolate.

E' chiaro che non è facile poi trovare lavoro, ma oggi, con quale corso di laurea lo è?
Oggi si tratta di vendersi bene. Vendersi non nel senso di dare il fondoschiena.

Un altro problema, o pregio, dipende dai punti di vista, sono i numerosi Master creati per i laureati in Scienze della Comunicazione.
Magari fatti bene, a qualcosa servono.

Però, boh, sentenziare così bruscamente su questo corso di studi, come su qualunque altro corso, è superficiale.


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Ti ritiri tu? Tiritirità?
Tannen, io ti maledico.




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