The Reader
#1
Inviato 01 marzo 2009 - 13:47
Per il resto, un capolavoro. Il film più complesso degli ultimi anni, capace di sviscerare un'infinità di temi su cui riflettere per ore: identità/anonimato, responsabilità e memoria individuali e collettive, rapporto dillettico tra passato e presente, conflitto tra amore e etica, indagine sul ruolo del diritto nella società e sull'importanza dell'istruzione. Solo per dirne alcuni, anche perché una sola visione è lungi dall'essere esaustiva.
Tutto merito del romanzo? No. Il libro non l'ho letto, la derivazione letteraria è evidente, ma il regista sa trarre io meglio dagli attori, rendendo la varietà dei sentimenti dei personaggi (dalla passione all'arrovellamento al rimorso) nonché tutto ciò che su carta era (verosimilmente) raccontato in forma indiretta, attraverso sottili giochi di sguardi e una gestualità estremamente espressiva, almeno tanto quanto i dialoghi. E sa anche regalare momenti di raggelante poesia, come la sequenza in cui Michael fa il bagno da solo o i particolari sui piedi dei protagonisti, dalle scene d'amore al (SPOILER!!!) suicidio di Hanna, per il resto completamente fuori campo (FINE SPOILER).
La molla che scatena e fa mantere l'interesse lungo tutta la durata del film è sicuramente intellettuale. Leggendo la recensione di Diego, mi accorgo che in noi ha suscitato reazioni diverse. Per me la tensione non si è mai stemperata, anzi è rimasta viva per tutta la durata del film, compresa la sequenza finale in casa della donna ebrea, che meriterebbe una discussione a parte.
http://www.anobii.com/satyajit/books
http://www.goodreads...3893406-claudio
https://twitter.com/EligioAldoVere
#2
Inviato 01 marzo 2009 - 20:34
Per il resto, un capolavoro. Il film più complesso degli ultimi anni, capace di sviscerare un infinità di temi su cui riflettere per ore: identità/anonimato, responsabilità e memoria individuali e collettive, rapporto dillettico tra passato e presente, conflitto tra amore e etica, indagine sul ruolo del diritto nella società e sull'importanza dell'istruzione. Solo per dirne alcuni, anche perché una sola visione è lungi dall'essere esaustiva.
Tutto merito del romanzo? No. Il libro non l'ho letto, la derivazione letteraria è evidente, ma il regista sa trarre io meglio dagli attori, rendendo la varietà dei sentimenti dei personaggi (dalla passione all'arrovellamento al rimorso) nonché tutto ciò che su carta era (verosimilmente) raccontato in forma indiretta, attraverso sottili giochi di sguardi e una gestualità estremamente espressiva, almeno tanto quanto i dialoghi.
capolavoro mi pare eccessivo, ma sono quasi totalmente d'accordo con te. Un melò struggente e impeccabile, il migliore dai tempi di "Brokeback Mountain"
#3
Inviato 01 marzo 2009 - 20:41
http://www.anobii.com/satyajit/books
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#4
Inviato 01 marzo 2009 - 20:43
A me B.M. non piace, ma al di là di questo la differenza e che lì il melò è centrale e il resto è subordinato, qui invece è il filo conduttore da cui si dipanano innumerevoli spunti di riflessione.
si, hai ragione. Ma il senso di struggimento e di amore "impossibile" (lo scandire del tempo) sono gli stessi.
#5
Inviato 01 marzo 2009 - 21:24
#6
Inviato 01 marzo 2009 - 23:29
the music that forced the world into future
#7
Inviato 04 marzo 2009 - 22:57
Gli attori, compreso la Winslet, non sono giudicabili perché siamo nell'ambito della pura accademia (colpa della pellicola). La Winslet per tre quarti di film guarda di sbieco dal basso verso l'alto, come se fosse una cosa espressiva in sé.
#8
Inviato 06 maggio 2009 - 20:29
Il film riesce a veicolare diversi temi senza banalizzarli, centrale è la lettura, l'alfabetizzazione, l'istruzione, e poi la memoria individuale e collettiva, l'amore e la giustizia.
SPOILER
Hanna entra nelle SS perchè si vergogna del suo analfabetismo e per nasconderlo di fronte ad una promozione sceglie un lavoro più semplice, , questa vergogna segnerà tutta la sua vita, è la molla che le fa abbadonare il ragazzo, è la molla che la porta all'ergastolo. L'analfabestismo come humus dell'obbedienza cieca, dell'annullamneto individuale che rende manipolabili fino in fondo.
Il melò centrale vincola il ragazzo segnandolo per la vita, non certo lei. Mi colpisce della parte processuale la decisione di lui di tacere che è una decisone derivata dal sentimento, dal legame intimo con lei che lo imprigiona, che lo porta a rispettare l'ostinazione della bugia di Hanna e che non rende giustizia, ma non ad Hanna stessa, non rende giustizia alla collettività, perchè concede una condanna più lieve alle altre imputate. Ed è una scelta molto poco da servitore della legge, il privato si mangia la sfera pubblica.
Gli attori non sono male, mi è piaciuta la Winslet e Daldry si mette al servizio della storia, con buone inquadrature, confeziona un film d'altri tempi quasi, ma la sua regia non spicca mai il volo
#9
Inviato 06 maggio 2009 - 20:43
Il melò centrale vincola il ragazzo segnandolo per la vita, non certo lei.
in un certo senso i ruoli si invertono. Quando si conoscono è Hanna il personaggio più "forte", e Michael quello che deve essere istruito ai piaceri della carne. Con lei vecchia e sola in prigione è Michael a tenere le redini del rapporto.
Concordo sulla regia "invisibile" di Daldry, ma il racconto è davvero struggente perchè entrambi i personaggi sono schiavi dei propri sentimenti, delle proprie debolezze, del proprio orgoglio, e alla fine non c'è nessuna catarsi, nessun giudizio
#10
Inviato 06 maggio 2009 - 20:47
Il melò centrale vincola il ragazzo segnandolo per la vita, non certo lei.
in un certo senso i ruoli si invertono. Quando si conoscono è Hanna il personaggio più "forte", e Michael quello che deve essere istruito ai piaceri della carne. Con lei vecchia e sola in prigione è Michael a tenere le redini del rapporto.
Concordo sulla regia "invisibile" di Daldry, ma il racconto è davvero struggente perchè entrambi i personaggi sono schiavi dei propri sentimenti, delle proprie debolezze, del proprio orgoglio, e alla fine non c'è nessuna catarsi, nessun giudizio
Il film per gli standard di Daldry è anche notevole, ma non mi ha preso in pieno, però ne riconosco la capacità di mettere in campo molti temi, la vergogna e la responsabilità per esempio, senza scadere mai, forse il libro è un gran libro, non l'ho letto.
L'inquadratura iniziale sull'uovo era bella, ma l'incipit in sè, con la ragazza che gli fa la domanda sulle donne che sono rimaste da lui mi è sembrato banale
#11
Inviato 11 agosto 2009 - 14:37
La derivazione letteraria è evidente, ignobili i libri scritti in inglese e i protagonisti che scrivono in inglese, è una superficialità che rovina tutta l'ambientazione.
Il film riesce a veicolare diversi temi senza banalizzarli, centrale è la lettura, l'alfabetizzazione, l'istruzione, e poi la memoria individuale e collettiva, l'amore e la giustizia.
SPOILER
Hanna entra nelle SS perchè si vergogna del suo analfabetismo e per nasconderlo di fronte ad una promozione sceglie un lavoro più semplice, , questa vergogna segnerà tutta la sua vita, è la molla che le fa abbadonare il ragazzo, è la molla che la porta all'ergastolo. L'analfabestismo come humus dell'obbedienza cieca, dell'annullamneto individuale che rende manipolabili fino in fondo.
Il melò centrale vincola il ragazzo segnandolo per la vita, non certo lei. Mi colpisce della parte processuale la decisione di lui di tacere che è una decisone derivata dal sentimento, dal legame intimo con lei che lo imprigiona, che lo porta a rispettare l'ostinazione della bugia di Hanna e che non rende giustizia, ma non ad Hanna stessa, non rende giustizia alla collettività, perchè concede una condanna più lieve alle altre imputate. Ed è una scelta molto poco da servitore della legge, il privato si mangia la sfera pubblica.
Gli attori non sono male, mi è piaciuta la Winslet e Daldry si mette al servizio della storia, con buone inquadrature, confeziona un film d'altri tempi quasi, ma la sua regia non spicca mai il volo
concordo. un film dalle grandi potenzialità sprecato da un linguaggio visivo alquanto accademico, una sceneggiatura che tratta temi interessantissimi e in maniera nuova (la colpa, la memoria...tutti attraverso l'ottica del personaggio-Germania della Winslet) in passaggi narrativi prolissi e, parzialmente, superficiali (tutto il periodo universitario di Micheal è un po' buttato là). legnoso Fiennes. molto brava, invece, la Winslet, anche se il trucco poteva fare di più
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