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Uochi Toki - Libro Audio


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406 replies to this topic

#51 Gika

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Inviato 19 marzo 2009 - 21:01

in realtà la spiegazione del disco la danno loro nel comunicato stampa:

U O C H I T O K I
??Libro Audio?

Quello che state ascoltando o ascolterete è il nuovo disco degli Uochi Toki, si intitola ??Libro Audio?.
Vi consigliamo di ascoltarlo per intero come se steste leggendo e seguendo un libro, appunto; tuttavia il libro disco si presta anche all??ascolto di brani singoli, visto che si tratta di una serie di racconti legati da un filo conduttore. Potete anche ascoltarlo come un disco rap sperimentale, se volete.
Oppure come se qualcuno vi stesse narrando degli aneddoti più o meno verosimili durante una selezione musicale sulla quale non è importante ballare.
I suoni che usciranno dal vostro impianto sono ricavati in varie maniere: alcuni sono generati da macchine analogiche costruite in casa, altri sono toni puri campionati e passati in analogico, altri ancora sono campionamenti ri-arrangiati presi da brani di genere vario. Un orecchio attento potrebbe riconoscere frammenti di Kyuss e Queens Of The Stone Age, Secret Chiefs 3, Metallica, Meshuggah, Converge, Pig Destroyer, Bela Bartok, Bhoren and Der Club of Gore, come anche campioni ricavati da dischi di dance anni novanta o da videogames e batterie campionate ad esempio da Ephel Duat e Tre Allegri Ragazzi Morti; i campioni sono ovviamente trattati in maniera da non suonare come nei pezzi originali, per volontà interpretativa ancor prima che per motivi di copyright.
Si tratta comunque di campionamenti che appartengono alla gamma dei nostri ascolti attuali (definiamole "influenze"), anche se, come genere, i gruppi elencati non hanno niente a che vedere con noi; parlando di attitudine invece il discorso sulle influenze cambia.
Il disco è stato prodotto, registrato, mixato ed editato da Riccardo Gamondi (Rico), uno dei due componenti della band, nel suo studio di Pontecurone (myspace.com/fiscerprais), la masterizzazione è invece curata da Ielo Alessandro (la jacquerie) e Riccardo Gamondi al Mongolotrophie Recurdz Studio.
Le tracce sono ordinate seguendo una sequenza precisa, un percorso dal reale all??immaginario, tratteggiato attraverso la descrizione di personaggi e del loro rapporto con i contesti. Nella prima parte del disco, ovvero dalla traccia 1 alla traccia 6, i personaggi non sono altri se non Matteo Palma (Napo), autore e interprete dei testi, e i suoi amici o in alcuni casi i parenti; su di essi vengono raccontati aneddoti, decisioni, posizioni, comportamenti ed errori sempre in progressione dal più al meno verosimile.
Dalla traccia numero 7 alla numero 12, invece, abbiamo personaggi immaginari che, mantenendo sempre l??ordine crescente, si distaccano man mano dalla verosimiglianza e vengono lasciati sempre più liberi di agire indisturbati. Il trucco che si gioca dietro alle figure descritte in questa seconda parte del disco, è quello di inserire personaggi irreali (che hanno possibilità superiori o diverse rispetto ad una persona reale) in contesti assolutamente reali, così da riprodurre l??effetto visionario di chi possiede una immaginazione molto sviluppata e se la vede esplodere addosso nei momenti di tensione reale.
Di queste tracce ne è stata scelta una per la realizzazione un video, in collaborazione con Crysis 999 (myspace.com/crysis999); la traccia in questione è ??Il Ladro?, una delle più brevi e lineari del disco, che racconta una storia inventata molto scorrevole e immediata. Il plot del video non è altro che la trasposizione di tale storia in una animazione sincronica al testo, diretta e montata appunto da Crysis999 e disegnata da LapisNiger (www.lapisniger.blogspot.com) ovvero lo pseudonimo da illustratore di Napo.
L??artwork della copertina è curato sempre da Napo come LapisNiger (aiutato nel layout da Alessandro Baronciani) con le fotografie di Chiara Balza (flickr.com/photos/unoundici) mantenendo il tema del rapporto tra reale e immaginario e tra persona e spazio.
Il disco verrà portato dal vivo ad eccezione di un paio di tracce che, essendo estremamente introspettive, sono più funzionali all??ascolto privato rispetto a quello degli ambienti live, poiché tali ambienti necessitano attenzione immediata ed impatto. In ogni caso i live non saranno delle riproduzioni esatte del disco in quanto il bisogno di dinamicità e di continua progressione ci spingerà sicuramente a proporre una parte audio rielaborata e rielaborabile. Per quanto riguarda la scaletta dei testi invece, pur prediligendo gli scritti di questo disco, integreremo attingendo dal materiale dei dischi precedenti.
Gli obiettivi di questo disco sono di mostrare l??operato audio-letterario* e umano di alcuni individui, ad un numero di ascoltatori preferibilmente vasto per fornire una libera alternativa ai vari modi di intendere un gruppo rap, una band, un tecnico del suono e uno scrittore, senza ricorrere all??espediente di portare in giro un metaforico circo di freaks. In parole povere sottolineare delle differenze e renderle integrabili. In parole superficiali, proporre INTERGROUND al posto di underground o mainstream.
Buon Ascolto.

Napo e Rico _ Uochi Toki

* (Diamo per assodato che il rap sia un genere letterario del presente.)
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#52 Guest_telegram_*

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Inviato 20 marzo 2009 - 00:28

Il trucco che si gioca dietro alle figure descritte in questa seconda parte del disco, è quello di inserire personaggi irreali (che hanno possibilità superiori o diverse rispetto ad una persona reale) in contesti assolutamente reali, così da riprodurre l??effetto visionario di chi possiede una immaginazione molto sviluppata e se la vede esplodere addosso nei momenti di tensione reale.

Cavolo, ci avevo preso in pieno! O_O Ci ho giusto aggiunto una puntina di fantascienza, ma va beh quella la metterei pure nella minestra... asd posto che rimango della convinzione che l'opera sia quella che percepisce il fruitore, e non l'artista (che una volta che l'ha resa pubblica diventa fruitore come tutti gli altri), mi fa comunque piacere essere andato così vicino a ciò che erano le intenzioni all'origine del progetto.
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#53 wago

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Inviato 20 marzo 2009 - 00:40

Beh oddio, "vicino" mica tanto, Napo-lui-in-carne-ed-ossa è il protagnosta del disco, non un alieno, un non-umano o che altro. E' Napo lo stronzo, quello che ti guarda e ti giudica o meglio che ci guarda e ci giudica e non pensa niente bene di noi. Nella prima parte, quantomeno. Certo, il personaggio e' montato, sicuramente reso piu' cinico e disumano di quanto Napo sia in realta', ma l'intento non e' quello di indossare una maschera, ma di esprimere il proprio privato e tangibilissimo sdegno.
Poi e' chiaro che quel che conta non e' la volonta' dell'autore ma la percezione del fruitore: in un disco come questo, pero', faccio molta fatica a "tener fuori" l'autore (in effetti non mi e' stato facile scrivere il mio commentino per il golpe, dove deliberatamente gioco a "tener fuori" l'autore fino all'ultima riga).
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#54 Guest_telegram_*

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Inviato 20 marzo 2009 - 00:56

Beh oddio, "vicino" mica tanto, Napo-lui-in-carne-ed-ossa è il protagnosta del disco, non un alieno, un non-umano o che altro. E' Napo lo stronzo, quello che ti guarda e ti giudica o meglio che ci guarda e ci giudica e non pensa niente bene di noi. Nella prima parte, quantomeno. Certo, il personaggio e' montato, sicuramente reso piu' cinico e disumano di quanto Napo sia in realta', ma l'intento non e' quello di indossare una maschera, ma di esprimere il proprio privato e tangibilissimo sdegno.

Mah, sinceramente penso che quanto ho letto sia molto vicino alla mia interpretazione. Il fatto che non sia un alieno è poco importante. Questo personaggio vive una diversità. La diversità di chi ha una visione dell'esistenza bene o male più profonda, pennellata da un tocco di... boh, esoterismo? Non so se riesco a spiegarmi, sono concetti grossi e io sono un poveretto... diciamo che ho semplicemente elencato una serie di motivazioni (fanta)plausibili, che vanno bene tutte e non ne va bene nessuna al contempo. Sono ipotesi che ho fatto io per far capire che tipo di anormalità attribuisco al personaggio. Che poi parli in più tratti in prima persona è ovvio. Io però non vi leggo davvero nessun giudizio né alcun tipo di sdegno: e loro stessi nel commento non parlano di alcuna morale, né di lezioni da impartire, o che altro, e se permetti io avrei molto da ridire nell'attribuirgli qualsivoglia guccinianità. Nel loro stesso commento parlano invece di una persona con capacità sovrannaturali alle prese con alterazioni della realtà (altra cosa che non t'ho visto sottolineare e invece mi sembra alla base del disco). Sai che apprezzo sempre le tue versioni e che il disco l'ho ascoltato grazie a te, però questa volta non riesco a trovare punti di incontro fra i nostri pensieri, siamo davvero agli antipodi sul come vada interpretato questo album.
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#55 wago

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Inviato 20 marzo 2009 - 09:31

Io non trovo assolutamente "Gucciniano" quest'album. Se ho fatto un paragone, tra alcune particolari canzoni e altre particolari canzoni, e' perche' un tratto distintivo della poetica dei Uochi Toki (non solo in quest'album) e' l'attaccamento alle radici, alla campagna, alla semplicita' dello stile di vita, elementi che ricorrono (per caso, perche' entrambi sono campagnoli e italiani) anche nella musica di Guccini. Il paragone si ferma li', perche' per il resto in comune non c'e' proprio nulla.

Che ci sia o non ci sia morale e' molto delicato da stabilirsi: la frase-chiave in questo senso mi pare stia in "Il cinico":

Se guardi la Via Lattea la vedi lontana, ti senti all??esterno, ma è solo perché le distanze tra sistema e sistema non ti consentono la percezione del dentro. ? la tua galassia. ? un esempio che non capisci perché abiti in mezzo agli edifici. Il cielo di notte lo vedi arancione. Non dico ??trasferisciti?, ma considera i limiti della tua ricerca di aggregazione.

Non si sta dicendo "devi essere come me", ma "rifletti", "prova un attimo a cambiare ottica". Che non suona moralistico come l'imposizione di uno stile di vita e una gerarchia di valori, ma comunque vuole essere uno stimolo, in qualche modo una lezione.
Nel resto del disco, mi sembra difficile non scambiare le invettive di Napo come critiche, anche personali, e i suoi vaneggiamenti come dimostrazioni di superiorita' del proprio modo di fare rispetto a quello altrui. Mi pare che il suo grande interesse sia mostrare la stupidita', l'insulsaggine di una serie di valori passati come "normali" nella vita dell'italiano cittadino, dalla propria convinzione politica ("quando c'e' da pensare alle persone, Che Guevara va nel cestino" - Il nonno, il bisononno) al valore da attribuire alla persona ("ho amato più case che ragazze" - I Mangiatori di Patate, "la differenza abissale fra ??altri? e ??tutti? non vi è chiara: ho bisogno di persone, ma molte meno dell??intera popolazione mondiale" - I rapporti) al cameratismo (vedi "Il balletino"). O meglio ancora a decostruire questi schemi che solitamente sono dati per scontati, a mostrarne le premesse implicite quasi sempre proponendo un'alternativa.
Insomma non dice mai "mettiti a fare come faccio io, coglione", ma "quel che fai tu e' stupido - io invece faccio cosi'".

Nella seconda parte del disco le cose cambiano leggermente, perche' protagonista non e' piu' il Uochi Toki way of life, ma il fanta-mondo di una serie di personaggi "inventati ma verosimili". Parlo solo di "Il claustrofilo" e "Il piromane" perche' in tutta onesta' sono gli unici che abbia capito per bene: qui c'e' un'immedesimazione negli schemi di ragionamento del personaggio, volta a mostrare che quella che sembra puro delirio obbidisce a una logica ferrea, meno astrusa di quella che ognuno segue quotidianamente. In questo, vedo un'assonanza col De André di pezzi come "Un bombarolo", o coi personaggi di Spoon River in "Non al denaro, non all'amore né al cielo" - tutti deviati o devianti di cui è messa a nudo l'assoluta coerenza dello schema mentale.
Anche qui, non significa che "Libro Audio" assomigli strettamente a De André, ma che su un punto ci sono elementi comuni, che penso possano riflettere soprattutto l'"italianita'" dello stile Uochi Toki, la sua distanza verso le altre produzioni hh mondiali.

Sulle "alterazioni della realtà" non dimenticherei una frase, che a dire il vero a me fa un po' storcere il naso: "Mi sveglio, e sono il solo a vedere la realta' con tutta questa limpidezza, senza relativismo, e quindi mi sbaglio, perche' sono il solo a pensare che la realta' sia una sola e cio' che tende a differenziare la visione è l'immaginario proprio delle singole persone". Non e' la realta' ad essere alterata, ma la sua percezione. E questi elementi, credo, sono preponderanti solo nel trittico finale: i personaggi precedenti, per quanto deviati e devianti, percepiscono una realta' fatta degli stessi identici oggetti della nostra. Quello su cui dissentono sono i valori o le ipotetiche sensazioni delle altre persone: il ladro intende come ostile un modo di osservare che forse non lo e', il piromane e il claustrofilo ribaltano tutti i valori, si pongono fuori dalla societa' (contro di essa o sotto di essa), il non-illuminato riarrangia le percezioni in un altro ordine temporale - ma e' solo un espediente narrativo, forse, non un modo di percepire del personaggio (che poi dovrebbe essere ancora Napo, stando alla collocazione del pezzo). La realta' che c'e' sotto, pero', e' per tutti la stessa: sovvertita, reinterpretata, riletta con relazioni diverse, diversi vincoli causa-effetto, diversi legami simbolici, ma identica negli oggetti. Per questo non la chiamerei strettamente "alterata", perche' nella maggior parte dei casi le "alterazioni" investono non gli oggetti ma le loro relazioni, che di per se' sono frutto di interpretazione e non dati oggettivi.

E qui ci sarebbe da osservare: "L'osservatore, L'osservatore 1", lunghissima, e' posta a cesura tra le due meta' del disco. E' a meta' tra la tentazione di autobiografismo la volonta' di fantasticare. Il personaggio e' Napo, ma quelle che descrive e' quello che sogna di essere e fare, non quello che veramente e' e fa.
C'e' un passaggio interessante: "quanto cerchereste nuove realta' perche' questa non la sapete intendere? [...] Io giuro non vorrei dare giudizi, lo faccio solo per restare a galla od accontentarvi". Qui davvero il personaggio (e' Napo, non e' Napo) pone il suo modo di vedere le cose come superiore a quello altrui, e esplicitamente riconosce il suo "giudicare". Lo fa in maniera indiretta ("non vorrei farlo"), ma lo fa. E attribuisce la colpa del suo comportamento agli altri, accusa gli altri di essere miopi. Non si pone come "anormale", ma come "quello che capisce": non e' un alieno, e' il piu' uomo di tutti.
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#56 Guest_telegram_*

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Inviato 20 marzo 2009 - 14:57

Io non trovo assolutamente "Gucciniano" quest'album. l'attaccamento alle radici, alla campagna, alla semplicita' dello stile di vita, elementi che ricorrono (per caso, perche' entrambi sono campagnoli e italiani) anche nella musica di Guccini.

Beh allora non c'era particolare bisogno di citarlo dai... è solo una coincidenza, che nulla spiega della tecnica di scrittura dei due artisti, il fatto è che ti piace mettere Guccini ovunque. :P


Che ci sia o non ci sia morale e' molto delicato da stabilirsi: la frase-chiave in questo senso mi pare stia in "Il cinico"

Non ho detto che non debba esserci, è un disco troppo strano per poter dire "è così, punto". Secondo me però se c'è è sfumata, ambigua, intrecciata in un atteggiamento particolarmente complesso, mentre a leggere il tuo intervento precedente sembra una cosa evidente e preponderante... "ti sputa in faccia lo schifo e lo sdegno in maniera impetuosa"... a me questa sembra proprio un'esagerazione e nessuno fra i passi che hai riportato fa emergere una cosa del genere. Sto ascoltando anche i loro vecchi dischi, e per quanto farei comunque molta fatica a dire che vogliano fare la morale, potrei comprendere chi la percepisse come tale, essendo testi molto più ancorati a una percezione lineare del concreto rispetto all'album nuovo. Ma il nuovo per l'appunto si pone in maniera diversa, che a mio avviso non può essere rappresentata da una interpretazione netta e schierata come la tua.


Se guardi la Via Lattea la vedi lontana, ti senti all??esterno, ma è solo perché le distanze tra sistema e sistema non ti consentono la percezione del dentro. ? la tua galassia. ? un esempio che non capisci perché abiti in mezzo agli edifici. Il cielo di notte lo vedi arancione. Non dico ??trasferisciti?, ma considera i limiti della tua ricerca di aggregazione.
Non si sta dicendo "devi essere come me", ma "rifletti", "prova un attimo a cambiare ottica". Che non suona moralistico come l'imposizione di uno stile di vita e una gerarchia di valori, ma comunque vuole essere uno stimolo, in qualche modo una lezione.
Nel resto del disco, mi sembra difficile non scambiare le invettive di Napo come critiche, anche personali, e i suoi vaneggiamenti come dimostrazioni di superiorita' del proprio modo di fare rispetto a quello altrui.

Per me è il contrario: è nei primissimi pezzi che c'è una parvenza di critica sociale, messa giù in maniera comunque trasversale. Dico trasversale perché è davvero difficile percepire come apertamente moralistico uno che per dire che non condivide la tua struttura sociale ti parla della Via Lattea. Fra l'altro è facile farlo passare per moralistico tirando in ballo solo le parti che fanno comodo: sempre nel brano da te citato, il buon Napo dice anche che non vuole insegnare nulla, ma che è lui (e quindi non necessariamente gli altri) ad avere la necessità (personale) di un contatto con la natura (in quanto diverso, deduco io, poggiandomi su come viene sviluppato il resto del disco).


Mi pare che il suo grande interesse sia mostrare la stupidita', l'insulsaggine di una serie di valori passati come "normali" nella vita dell'italiano cittadino, dalla propria convinzione politica ("quando c'e' da pensare alle persone, Che Guevara va nel cestino" - Il nonno, il bisononno) al valore da attribuire alla persona ("ho amato più case che ragazze" - I Mangiatori di Patate, "la differenza abissale fra ??altri? e ??tutti? non vi è chiara: ho bisogno di persone, ma molte meno dell??intera popolazione mondiale" - I rapporti) al cameratismo (vedi "Il balletino").

Ma cosa altro potrebbe pensare un ragazzo dalla sensibilità alterata (per questo o quel motivo) del cameratismo? Anche l'attaccamento al luogo: è una cosa tipica di molti animali, rientra pertanto plausibilmente nello spettro di una persona particolarmente vicina alla natura (o al suo spirito). L'unica vera invettiva del disco secondo me è quella contro le case discografiche, dovuta a un evidente disagio personale.


Nella seconda parte del disco le cose cambiano leggermente, perche' protagonista non e' piu' il Uochi Toki way of life, ma il fanta-mondo di una serie di personaggi "inventati ma verosimili".

"Leggermente"? A parte che per me la svolta arriva prima: il quinto e il sesto brano, per quanto il protagonista sia dichiaratamente Napo, sono totalmente allucinati.


Parlo solo di "Il claustrofilo" e "Il piromane" perche' in tutta onesta' sono gli unici che abbia capito per bene: qui c'e' un'immedesimazione negli schemi di ragionamento del personaggio, volta a mostrare che quella che sembra puro delirio obbidisce a una logica ferrea, meno astrusa di quella che ognuno segue quotidianamente. In questo, vedo un'assonanza col De André di pezzi come "Un bombarolo", o coi personaggi di Spoon River in "Non al denaro, non all'amore né al cielo" - tutti deviati o devianti di cui è messa a nudo l'assoluta coerenza dello schema mentale.

In De André c'era prima di tutto un fortissimo risvolto politico, e la canzone non fa altro che narrare le percezioni (assolutamente lineari e senza alcuna distorsione percettiva) del bombarolo, che agisce perché ha certi (magari non troppo sani) principi. Il piromane degli Uochi Toki non agisce perché ha dei principi, ma agisce perché agisce, perché è nella sua natura, perché le sue capacità lo portano in quella direzione (vedi all'inizio, quando parla della capacità di apprendimento). Insomma in comune i due personaggi hanno che mandano a fuoco le cose, ma motivazioni, metodi e mentalità sono davvero agli antipodi. 


Sulle "alterazioni della realtà" non dimenticherei una frase, che a dire il vero a me fa un po' storcere il naso: "Mi sveglio, e sono il solo a vedere la realta' con tutta questa limpidezza, senza relativismo, e quindi mi sbaglio, perche' sono il solo a pensare che la realta' sia una sola e cio' che tende a differenziare la visione è l'immaginario proprio delle singole persone". Non e' la realta' ad essere alterata, ma la sua percezione. E questi elementi, credo, sono preponderanti solo nel trittico finale: i personaggi precedenti, per quanto deviati e devianti, percepiscono una realta' fatta degli stessi identici oggetti della nostra. Quello su cui dissentono sono i valori o le ipotetiche sensazioni delle altre persone

Sì, quando parlavo di distorsioni della realtà, mi riferivo ovviamente a distorsioni della percezione della realtà dai parte dei relativi personaggi. Quindi sul punto specifico sarei dalla tua parte, se ti fossi fermato a "...della nostra.". Purtroppo la frase successiva non mi vede per niente concorde: non è che dissentono sulle sensazioni provate dagli altri, o meglio ancora, possono dissentire ma se lo fanno non è per una questione morale, ma prettamente tecnica. Essendo la loro percezione alterata, non hanno la possibilità di capire le motivazioni delle altre persone. Esempio terra terra: se tu la vedi blu, e arrivo io a dirti che è gialla, tu rispondi che sbaglio. Ma non perché vuoi importi, bensì perché hai una certa percezione. Per come la vedo io i personaggi di Napo non hanno proprio la possibilità di captare le ragioni della realtà umana, realtà che fra l'altro è inferiore alla loro, e alla quale sono costretti a rapportarsi solo in quanto parte di una minoranza.


C'e' un passaggio interessante: "quanto cerchereste nuove realta' perche' questa non la sapete intendere? [...] Io giuro non vorrei dare giudizi, lo faccio solo per restare a galla od accontentarvi". Qui davvero il personaggio (e' Napo, non e' Napo) pone il suo modo di vedere le cose come superiore a quello altrui, e esplicitamente riconosce il suo "giudicare". Lo fa in maniera indiretta ("non vorrei farlo"), ma lo fa. E attribuisce la colpa del suo comportamento agli altri, accusa gli altri di essere miopi. Non si pone come "anormale", ma come "quello che capisce": non e' un alieno, e' il piu' uomo di tutti.

Boh, per me non può essere più uomo di tutti uno che tira un cd contro il muro e da lì si immagina scolopendre, villi intestinali e esperienze intracorporee... è palesemente un soggetto sopraffatto da percezioni distorte (che attenzione, io chiamo distorte in quanto lontane dalla mia, ma in realtà il termine giusto è "diverse": può anche darsi che siano le sue quelle giuste - o può anche darsi che non lo sia nessuna) e quindi giocoforza allontanato dalla possibilità di capire la normale struttura sociale. L'allontanamento da questa possibilità porta in automatico alla diffidenza, come è ovvio che sia. Su questo disco proprio non ci prendiamo: meno male che almeno è bello per entrambi dai. :D
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#57 vuvu

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Inviato 21 marzo 2009 - 00:03

Finalmente qualcosa di grosso in questo 2009.
Disco spettacolare, enormemente distante da quanto prodotto finora dal resto della nicchia spocchiosa pseudo hip hoppettara finto rap tricolore. Da quanto letto nel thread, non condivido assolutamente il senso dei paralleli con Dalek o magari con gli altri negracci incazzati (ora non più) d'America. Un disco come "Libro Audio" nasce, cresce e muore in Italia, si evolve nella sostanza dei testi e nei battiti spigolosi esclusivamente tra le nostre (sue?) mura (per l'appunto, tanto care a Napo.) Non voglio giudicare la "validità" e la "profondità" delle parole di un ispiratissimo Matteo Palma, anche se su alcune esternazioni, modello "Dammi 300 euro di stipendio fisso al mese e diminuisco sensibilmente le mie pretese", c'è ancora quel "pò" di fastidioso vittimismo/immobilismo parassitario post centro sociale. Ad ogni modo, preferisco di gran lunga agitarmi con la mente senza troppe riflessioni, cercando di seguire la sua magnifica scia verbosa, fatta di curiose constatazioni/riflessioni e paralleli dannatamente singolari, con passaggi semplicemente divini. Nel substrato Riccardo Gamonti aumenta il voltaggio e crea beat distorti come un uragano appena sorto nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico, impastando groove con la farina più fresca della penisola. La sua formula è essenziale e allo stesso tempo trascinante, densa di sinuose venature elettroniche, capaci di sorreggere con classe e improvvise variazioni le arringhe immacolate del Palma.

"Libro Audio" spacca la mente, il cuore e tutto il resto dell'organismo infilandosi sotto la pelle fin dai primissimi versi.

Mostruoso.
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"L'intensità del rumore provoca ostilità, sfinimento, narcisismo, panico e una strana narcosi." (Adam Knieste, cit.)

 

"Deve rimanere solo l'amore per l'arte, questo aprire le gambe e farsi immergere dal soffio celeste dello Spirito." (Simon, cit.)

 

La vita è bella solo a Ibiza (quando non c'è nessuno).


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Inviato 21 marzo 2009 - 01:46

Secondo me tu stai mettendo in evidenza differenze di percezione tra me e te che vanno ben oltre a quelle che in effetti ci sono. Stiamo dissentendo sui puntini delle i, a mio avviso. Che va benissimo, ma non mi porta di certo a dire che "su questo disco non ci prendiamo".

Rapidamente su Guccini e De André, di cui mi pare si stia discutendo anche troppo: ovvio che li cito perché mi piacciono, ma li cito soprattutto perché in loro vedo incarnati due dei tratti fondamentali di questo disco, l'attaccamento alle radici (Guccini), l'esposizione delle logiche altrui in contrasto con quelle dominanti (De André). Il modo di farlo degli Uochi Toki è diversissimo e non c'è dubbio, ma mi pare significativo che a livello tematico e di stratificazione concettuale (chiamiamola "profondita'") "Libro audio" si avvicini piu' all'universo cantautorale che a quello hh, pop, rock o che altro. E dovendo fare dei nomi in quell'ambito, i piu' attinenti - nelle differenze - mi sembrano loro due.

ti sputa in faccia lo schifo e lo sdegno in maniera impetuosa


Mi sembrava strano di averlo scritto io (se non altro perché la frase non mi piace) e in effetti non l'ho scritto. Ho invece scritto Napo e' ancora piu' stronzo di prima ma in qualche modo meno spocchioso, senz'altro piu' pungente; ho parlato di sprezzo e supponenza, perché sì, mi pare difficile non leggere questo atteggiamento di superiorità (usi tu stesso questa parola) nei testi di "Libro audio".
Volendo fare i filocosici, bisognerebbe parlare di decostruzione, di messa a nudo delle premesse nascoste alla base di quello che sono il pensare comune, l'agire comune, quel fantomatico buonsenso (o quieto vivere) che sembra essere bersaglio numero uno e arma numero uno di Napo & personaggi da lui ideati. Se parlo poi di "pugno in faccia" è perché tutto questo buttare all'aria, questo scaravoltare con logica ferrea, fa male, ferisce.

Lo spadaccino recita: Le mie spade, che vogliono solo tagliarti e non punirti, i magnetismi dell'acciaio damascato per la tua carne, la tua gola, il tuo sangue non seguono volontà velleitarie, sono legami senza giudizio, senza artificio vendicativo. [...] La mia V non sta per "vendetta", ma per "invece".
E' un passo illuminante, che ben rappresenta questa pulsione decostruttiva il cui fine non è la punizione dell'altro, la vendetta personale: non c'è odio, ma contemplazione del meccanismo distruttivo. Le parole/spade tagliano per rigare la carne di sangue, la carne (o l'ascoltatore) come oggetto e non come persona. "Senza giudizio, senza artificio vendicativo", perché ad essere affettate non sono le persone (forse perché ci si rifiuta di considerarle come cose che esistono, forse perché le si ritiene sacre) ma i modi di essere che ci stanno attorno. E poi quell'"invece": lo scopo è smontare e mostrare un'alternativa, che venga dall'autobiografismo o dal calarsi in altrui panni. Con l'espediente dei personaggi inventati, in effetti, Napo riesce a scrollarsi di dosso un po' della presunzione di pezzi come "Il primo semestre"/"Il secondo semestre": non è più lui l'unico possibile modello di "invece", e il tutto suona meno come una predica, meno come un "io ho ragione tu hai torto".

sempre nel brano da te citato, il buon Napo dice anche che non vuole insegnare nulla, ma che è lui (e quindi non necessariamente gli altri) ad avere la necessità (personale) di un contatto con la natura (in quanto diverso, deduco io, poggiandomi su come viene sviluppato il resto del disco).


Ma se io ho citato il pezzo in grassetto proprio per mostrare come il discorso del "moralismo" fosse sottile! Credimi la vediamo in maniera molto piu' simile di quanto tu ora riconosca, sara' che le discussioni vengono piu' facili sostenendo di pensare il contrario dell'altro...
Peraltro la critica sociale trovo sia ben in vista anche in "Il piromane" e "Il claustrofilo", anche se è meno colorata di etica, elemento che forse rende un po' più "moralisti" i primi pezzi rispetto agli ultimi.

Purtroppo la frase successiva non mi vede per niente concorde: non è che dissentono sulle sensazioni provate dagli altri, o meglio ancora, possono dissentire ma se lo fanno non è per una questione morale, ma prettamente tecnica. Essendo la loro percezione alterata, non hanno la possibilità di capire le motivazioni delle altre persone. Esempio terra terra: se tu la vedi blu, e arrivo io a dirti che è gialla, tu rispondi che sbaglio. Ma non perché vuoi importi, bensì perché hai una certa percezione. Per come la vedo io i personaggi di Napo non hanno proprio la possibilità di captare le ragioni della realtà umana, realtà che fra l'altro è inferiore alla loro, e alla quale sono costretti a rapportarsi solo in quanto parte di una minoranza.


Ecco, su questo si' che la vedo al contrario: quello che vedo è una "realtà" esplosa in un caleidoscopio di possibili letture, in cui la visione del Piromane, quella dello Spadaccino, quella del Claustrofilo non sono "alterate", "giuste", "superiori" o "incapaci di captare le ragioni della realtà umana", semplicemente perché questi concetti nell'universo che vedo in questo disco non hanno senso, soprattutto nella seconda metà. "La realta' umana" in particolare non esiste di per sé, è un insieme di luoghi comuni e convenzioni inconsapevoli portate avanti senza alcuna ragione sensata, ed è proprio contro queste che i personaggi si ribellano, rivendicando la loro percezione come "una delle tante" e per di più assolutamente coerenti.
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#59 bosforo

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Inviato 21 marzo 2009 - 10:03

Ok parlare dei testi, ma il suono com'è? L'omonimo era un fiume di mini-canzoni piene di rumoretti fastidiosi con un tizio che parla velocissimo, infatti lo trovo inascoltabile. E' così anche questo?
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#60 wago

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Inviato 21 marzo 2009 - 10:30

Ok parlare dei testi, ma il suono com'è? L'omonimo era un fiume di mini-canzoni piene di rumoretti fastidiosi con un tizio che parla velocissimo, infatti lo trovo inascoltabile. E' così anche questo?


No, sono molto meno terrorglitchcore. Perfino musicali, a tratti, nel senso che invece che fare bzzBRRBROOOOOO tutto il tempo campionano (anche). C'hanno pure qualche hook assai contagioso.
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#61 Smog.

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Inviato 21 marzo 2009 - 11:25

diciamolo infatti che il passo vincente (vincente visto il plebiscito da queste parti) è stato quello di fare un disco musicale, come prima non erano stati fatti e non a scapito della loro indole. libro audio è per me prima di tutto un bel disco da ascoltare, mentre l'omonimo (prendendo questo come controparte) era per me ancora un (eccezionale) divertissment, che se a tratti sfiorava il genio (pur conservando una sanissima ingenuità e contraddizione), alla lunga mi sfracellava i maroni. un esperimento, riuscito, ma un esperimento.
libro audio è per me la sintesi del loro percorso, e spero si possa continuare su questi binari. USO SAPIENTE DI LIMA SUGLI SPIGOLI GIUSTI è la formula.
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Nicola.

#62 wago

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Inviato 21 marzo 2009 - 11:35

Vedo comunque che parlando di loro ci si sta riferendo sempre a quest'ultimo "Libro audio" e all'album omonimo, di quando in quando a "La chiave del venti" e praticamente mai a "Laze Biose" e "Vocapatch". Ora, la distanza da "Vocapatch" è in effetti abissale, ma lo scorso album che fine ha fatto? A me non ha mai convinto del tutto, sara' che non ho mai digerito interamente la tirata anti-universitaria di "Il primo semestre"/"Il secondo semestre", né i discutibili featuring della traccia finale. Voi come la vedete?
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#63 starmelt

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Inviato 21 marzo 2009 - 12:30

A me Laze Biose, "I Fonici" a parte, non piace granchè, mentre Vocapatch, tra puzza di balene spiaggiate, genitori sessantottini che non sanno programmare il videoregistratore, e concerti polifonici di timpano organo e pizza (bella lì!), è un discone.

Il fatto è che l'omonimo è un termine di paragone inevitabile.
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#64 Smog.

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Inviato 21 marzo 2009 - 12:35

Voi come la vedete?


probabilmente l'episodio peggiore (non ho ascoltato la chiave del 20). salvo i fonici e l'estetica il resto meno meno. alla luce di libro audio, vedo laze biose come un punto di transizione, per quanto mi riguarda un tantino prevedibile.
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Nicola.

#65 frankie teardrop

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Inviato 21 marzo 2009 - 13:51

Concordo: Laze Biose è quello che mi piace di meno...
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#66 Guest_telegram_*

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Inviato 21 marzo 2009 - 14:22

ti sputa in faccia lo schifo e lo sdegno in maniera impetuosa

Mi sembrava strano di averlo scritto io e in effetti non l'ho scritto. Ho invece scritto Napo e' ancora piu' stronzo di prima ma in qualche modo meno spocchioso, senz'altro piu' pungente; ho parlato di sprezzo e supponenza

Beh, allora ti avevo alleggerito dai... asd


perché sì, mi pare difficile non leggere questo atteggiamento di superiorità (usi tu stesso questa parola) nei testi di "Libro audio".

Per come la vedo io questo personaggio si trova, a causa di capacità fuori dal comune, a avere una percettività che esula da ciò che noi vediamo normalmente (e questo s'era capito). E' superiore di fatto (e non si capisce neanche bene se di questa superiorità sia felice, visto che lo porta a vivere quasi esclusivamente disagi), non è che ci si atteggi. Cambia completamente la motivazione: per te saranno puntini sulle "i", per me invece è la chiave di lettura del disco.


Volendo fare i filocosici, bisognerebbe parlare di decostruzione, di messa a nudo delle premesse nascoste alla base di quello che sono il pensare comune, l'agire comune, quel fantomatico buonsenso (o quieto vivere) che sembra essere bersaglio numero uno e arma numero uno di Napo & personaggi da lui ideati. Se parlo poi di "pugno in faccia" è perché tutto questo buttare all'aria, questo scaravoltare con logica ferrea, fa male, ferisce.

Credo che tu percepisca i nostri punti di vista abbastanza vicini per il fatto che giungiamo a risultati simili, e su questo posso concordare. Il punto è che il modo di giungere a questi risultati è completamente diverso. Per esempio, mi sta bene che bisognerebbe parlare di decostruzione, non mi sta bene invece che Napo in questo album si accanisca contro l'agire comune con degli scopi alla base: non ha nessuno scopo secondo me, mi dà anzi la sensazione che agisca per empirismo, che non percepisca le strutture sociali come sbagliate e quindi da smaltellare, bensì che non ne capisca il senso e voglia analizzarle, vivisezionandole (da cui anche i passi de "Lo spadaccino" che citi). Da questo ne deriva anche che ciò che dice a me non provochi alcuna ferita, e quindi non parlerei affatto di "pugno in faccia". Se fa quello che fa è per via della sua condizione naturale, non per dei principi tipo quelli del bombarolo, che non concorda con le strutture sociali ma ne ha capito benissimo il funzionamento. Alla luce di ciò trovo che questo personaggio tenda addirittura a essere immune dai concetti di "bene" e "male". Riguardo a quest'ultimo aspetto ammetto però che potrei essere io a sopravvalutarlo.


"La realta' umana" in particolare non esiste di per sé, è un insieme di luoghi comuni e convenzioni inconsapevoli portate avanti senza alcuna ragione sensata,

Non confondere il non avere ragioni sensate alla base con il non esistere. Anche perché ti contraddici: dici che non esiste e subito dopo ne dai una definizione, negativa ma che ne dimostra appieno l'esistenza. Su quest'ultimo punto non avrei dovuto rispondere però, potrebbe generare un off-topic mastodontico e pallosissimo, e stavolta neanche c'è lassigue a moderarci. asd

Concordo comunque con Smog sul fatto che questo disco sia da analizzare anche dal punto di vista musicale: la basi sono miracolose e gareggiano col miglior rap underground internazionale per quel che mi riguarda.
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#67 reese

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Inviato 21 marzo 2009 - 16:11

Un disco come "Libro Audio" nasce, cresce e muore in Italia, si evolve nella sostanza dei testi e nei battiti spigolosi esclusivamente tra le nostre (sue?) mura (per l'appunto, tanto care a Napo.)

A me pare riduttivo dire così. Per me è abbastanza astratto da valere non solo in Italia, ma un po' dove gli pare.
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#68 Guest_Julian_*

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Inviato 22 marzo 2009 - 08:58

Sui parallei con Guccini e De Andrè: senza nulla togliere a questo disco che è bellissimo, se parliamo solo di testi e di contenuti li trovo davvero un pò offensivi.

Per diversi motivi: la poetica di Guccini, De Andrè (ma posso aggiungere Piero Ciampi, Lolli & C.) è molto più complessa, profonda, personale e colta.

Quella degli Uochi Toki è una poetica giovanile e giovanilistica. Ma al di là di questo, al di là di alcuni bellissimi passaggi (bellissimi anche per la musicalità del testo) e della volontà di mettere alla berlina certi modi di intedere ed agire comuni, il disco non si spinge. Non propone una propria visione, se non il rifiuto di altre visioni.

Si riflette, in fondo, il diverso modo di pensare ed agire della gioventù che potremmo definire "alternativa" in momenti diversi.

All'epoca i temi erano decisamente più complessi ed universali, si spingevano davvero oltre, tant'è che risultano attualissimi (ciò che non è più attuale è la loro trattazione), tant'è che risultano davvero possedere una dimensione filosofica personale. Legata indubbiamente al contesto storico e culturale dell'epoca, ma al contempo, specie con De Andrè, capace di rinvenrdire tradizioni secolari e di proiettarle nel futuro. Gli Uochi Toki propongono una versione indubbaimente critica, personale, ma molto più legata al contingente, al vissuto "alternativo" della gioventù bene di oggi.

In fondo, ripeto, si riflette proprio la differenza di impostazione e di pubblico pronto a recepire: questo disco entusiasma tanto perchè per l'appunto non obbliga a prendere posizione ed interrogarsi, è un'invettiva sarcastica e pungente che si risolve in un "prova a modificare il tuo punto di vista, ma non disturbarmi", che è in fondo la prospettiva della gioventù radical-pseudo/intellettuale-piccolo/borghese odierna. Sembra riflettere più il modus operandi di certo hip-hop e rap delle origini, pur debitamente attualizzato e contestualizzato (e riadattato in versione intellettuale-chic). Il messaggio è il medesimo: allora si diceva le cose funzionano così, preperati alla lotta.
In questo disco si propone una visione più complessa e si parte da punti di vista alternativi, ma senza arrivare ad una part costruens e senza pretese filosofiche: semplice sarcasmo/cinismo molto terra terra e molto meno universale della poetica di De Andrè o Guccini.

Che incredibilmente, vengono visti come "vecchi" proprio da coloro che si entusiasmano per questi testi come se fossero qualcosa di nuovo e più coraggioso: incredibile rovesciamento della realtà, i temi che Guccini o Lolli affrontano sono in realtà infinitamente più colti ed universali e comunque moderni, proprio perchè la storia e la società dimostrano che i problemi da loro affrontati sono ancora vivissimi. Certe tesi confermano invece, per l'ennesima volta, come chi non ha idee proprie "forti" si limita spesso al cinismo ed al sarcasmo, ed è invece molto spaventato da chi ne ha.
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#69 kebab

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Inviato 22 marzo 2009 - 13:40

per me libro audio sale al pari merito con vocapatch. sono un po' due facce della stessa medaglia, solo che uno è un pezzo unico, l'altro è un insieme di cocci sparsi per terra.
questo nuovo è davvero bello, sia da sentire che da audioleggere. c'è "l'osservatore, l'osservatore 1" che è uno dei migliori pezzi di sempre, con quella base un po' zorniana. poi annche il testo de "il non-illuminato" è semplicemente entusiasmante, per non parlare de "il ballerino". la seconda parte, che arriva dopo il pezzo centrale da nove minuti e deve essere assimilata meglio, è molto più musicale - "il claustrofilo", ad esempio, con napo che asseconda la ritmica, o viceversa. insomma, hanno fatto veramente il colpo grosso eh, non me lo sarei aspettato dopo laze biose, che era troppo lineare e pesante per i miei gusti.
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#70 wago

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Inviato 22 marzo 2009 - 13:46

Per diversi motivi: la poetica di Guccini, De Andrè (ma posso aggiungere Piero Ciampi, Lolli & C.) è molto più complessa, profonda, personale e colta.

Quella degli Uochi Toki è una poetica giovanile e giovanilistica. Ma al di là di questo, al di là di alcuni bellissimi passaggi (bellissimi anche per la musicalità del testo) e della volontà di mettere alla berlina certi modi di intedere ed agire comuni, il disco non si spinge. Non propone una propria visione, se non il rifiuto di altre visioni.


Guarda, sul fatto che le differenze siano enormi concordo (ho gia' spiegato il perche' dei miei paragoni), ma ritengo che tra tutti i nomi italiani recenti proprio gli Uochi Toki siano quelli che possono vantare una maggiore personalita' di visione e lo stile piu' colto e poliedrico.
So che la cultura non e' fatta di paroloni, ma una frase come "con gli amici al concerto osservi due elementi: il pubblico e il gruppo sul palco; non ti stai concentrando, perche' per te non c'e' niente al di la' dello schema gestaltico" non mi pare indice di giovanilismo o lessico stradaiolo.

Non propone una propria visione, se non il rifiuto di altre visioni


Questo non e' vero: in primis, Napo esplicita in piu' punti le sue posizioni, il suo attaccamento alle radici che sembra particolarmente consapevole; in secundis, e' spesso ripetuto che quella e' la sua posizione e non necessariamente quella giusta per altri - l'intero schema costruttivo del disco, fatto di personaggi e logiche discordanti, sembra portare avanti convintamente un'ottica relativistica e anti-convenzionale. Dove "anti-convenzionale" non significa "diamo addosso alle convenzioni tanto per fare i fighi", ma suggerisce una posizione piu' matura e la voglia di indagare i meccanismi di quelle convenzioni che costituiscono la "realta' umana" di cui si diceva sopra con telegram (per rispondere a lui: la "realta' umana" c'e', ma e' costruita e non assoluta - in questo senso il disco mi pare in sintonia col costruttivismo sociale).

Lasciamo De André e Guccini dove stanno, tra i grandissimi che hanno fatto il loro tempo. Oggi abbiamo gli Uochi Toki, la cui visione personale e critica si adatta molto meglio ai meccanismi di oggi. E' piu' moderna e dice di piu': altro che assenza di idee forti - gli Uochi Toki non hanno ricette precostruite da proporre, non hanno una visione utopica e universalistica come potevano averla i cantautori di qualche decennio fa. E ne sono consapevoli. E pure fieri, oserei dire. E la cosa, si', e' decisamente un'idea forte. Poi capisco che a te piaccia e non piaccia, su un piano politico prima che poetico o musicale. Ma le idee qua ci sono, non si tratta di un'incarnazione inconsapevole del menefreghismo dominante.
Senza niente togliere a due autori che, senz'altro, amo assai piu' di Napo & Rico.
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#71 Guest_telegram_*

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Inviato 22 marzo 2009 - 14:20

Modifico va', prima che Juliano mi faccia la predica... asd a parte l'analisi sul disco, che riduci una roba densa di sfumature e interpretabile in diecimila modi a un'invettiva a senso unico, quando non è invettiva e non è a senso unico... e poi basta con questa storia che Guccini e bla bla sono sempre e per forza i più colti e complessi poi, che due sfere dai, ma chi se ne frega, ma che razza di paragone è poi... dimmi: tra poco inizierai a criticare anche i dischi techno perché non hanno i testi di Guccini? Non capisco come si possa dire che gli Uochi Toki non siano colti poi, il disco è zeppo di termini ricercati e citazioni intelligentissime!
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#72 Guest_Julian_*

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Inviato 22 marzo 2009 - 15:04

Va benissimo Telegram, ma dato che si parlava di testi e complessità dei testi esprimo la mia: ci sono artisti con testi che non reputo così geniali e che mi piacciono molto più di Guccini, ma se ci mettiamo a confrontare i testi ci tengo a precisare come vedo le cose in un'ottica che ritengo molto più distaccata rispetto ai valori comuni di quella degli Uochi Toki.

Se parlo di cultura, non parlo di citazioni colte e complessità dei termini, parlo di cultura per quanto concerne complessità del messaggio.

Quello degli Uochi non è una semplice invettiva, racchiude di più, ma ciò non toglie che non mostri capacità di analisi nè la capacità di prendere realmente posizione.
La posizione degli Uochi è personale ed anti-convenzionale, su questo concordo, ma rimane il fatto che il suo non proporre temi dal respiro universale è un limite. Si tratta di storie quotidiane viste da un punto di vista alternativo, dell'escluso (non sempre), la poetica si indetifica bene in quel "L'osservatore", che per l'appunto si estranea dal mondo e prova a valutarlo dall'esterno.

Non è mia intenzione dire che ciò sia banale in assoluto. Semplicemente, possedere una visione universale è molto più complesso e richiede qualcosa in più: universale non significa utopica, Guccini o Lolli non sono semplicemente post-hippie sessantottini che lanciano slogan, sono vivisezionatori della cultura e della società dell'epoca. Giacchè i rapporti sociali ed i problemi di oggi sono i medesimi, la validità di quella presa di posizione rimane, al di là del fatto che i costumi siano cambiati.

Gli Uochi, bravissimi e rispettabilissimi e pure coraggiosi a loro modo, questo non lo fanno. Si adattano indubbiamente di più allo spirito "alternativo" di certa gioventù odierna, incapace di muoversi, di proporre, di avere una visione propria, e propensa a rinchiudersi e ad assumere comportamenti passivi, ma non sono più moderni in senso assoluto (per i temi che affrontano).

La storia dei cantautori legati al '68 per me è una panzana, la proposta di Guccini, Lolli & C. è molto diversa e più complessa, e proprio la sua capacità di avere una dimensione filosifica e politica che non si limiti ad un semplice menefreghismo solipsistico un pò cinico e sarcastico li pone, secondo me, al di là, li rende universali. Diversamente, sarebbe come accusare Baudelaire e Rimbaud di essere antichi perchè incensavano la Comune di Parigi, e quindi si occupavano della politica e della società, e quindi erano legati al contesto (che poi la loro poetica si spinga molto oltre ok, ma secondo me lo fa anche quella di un De Andrè, che considerare semplice cantore di una protesta giovanile post-hippie è delittuoso).
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#73 wago

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Inviato 22 marzo 2009 - 15:10

Julian, ma i Uochi Toki non prendono posizione universale perche' lo ritengono assurdo e insensato, o almeno questo e' quello che traspare dal disco. Le "posizioni universali" hanno fatto il loro tempo, non e' un caso che chi oggi le propone appaia sostanzialmente ridicolo e purile.
Per arrivare oggi a "posizioni universali" valide ci vorrebbe ben piu' di un rapper o un cantautore. Fermo restando che la legge "universale e' meglio che particolare" mi sembra estremamente anacronistica.

Per il resto, cavolo, dire di "Libro audio" che non mostra capacità di analisi mi pare pura follia. Direi anzi che, parlando di sociale, sono molto piu' accurate e a segno le analisi dei Uochi Toki che quelle di Guccini, che in quell'ambito davvero non si e' mai spinto oltre a un settantottismo piuttosto becero (non e' un caso che anche i suoi episodi piu' esplicitamente politici brillino per ben altri aspetti che non l'analisi sociale).
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#74 Guest_telegram_*

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Inviato 22 marzo 2009 - 15:15

...

Ma:
1) chi l'ha detto che prendere posizione è meglio di non prenderla?
2) chi l'ha detto che l'essere universali è meglio dell'essere specifici? grosso delle correnti artistiche sono nate proprio perché specifiche eh...
3) sei sicuro che gli Uochi Toki vogliano solo criticare? l'ipotesi del sovrannaturale e della fantascienza, evidente in più brani, non ti sfiora nemmeno? sarebbe come accusare un autore di fantascienza di non prendere posizione sulla società odierna: ne racconta una visione alternativa...
4) in pratica dal tuo ragionamento si deduce che il contesto per Guccini e De André non è un limite (ossia suonano invecchiati perché usavano i metodi critici dei giovani della loro epoca), mentre per gli Uochi Toki lo è (ossia usano i metodi critici dei giovani della loro epoca e quindi non va bene: che poi non è vero visto che utilizzano termini complicatissimi e citano roba che il 95% dei giovani d'oggi non sa neanche dove stia di casa)... due pesi due misure?
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#75 Gika

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Inviato 22 marzo 2009 - 22:55

a me laze biose piace molto proprio per la sua linearità: è un album evidentemente costruito pensando "facciamo 10 canzoni in stream of consciousness su 10 cose diverse", quindi in pratica è una lista di cose (le città, i mezzi di trasporto, i mesi, ecc.). è il loro album più facile e immediato, ma per quanto mi riguarda (dato che amo le liste) non è per questo inferiore agli altri.  "il pezzo serio" tra l'altro è quasi commovente.
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#76 Karmasukia

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Inviato 22 marzo 2009 - 23:35

Cristo facevo bene a non mettere piede su Rock e Dintorni da mò, a leggere le riflessioni di J. mi vien voglia di leggermi l' ultimo libro di Antonio Socci. I Uochi non propongono una loro critica produttiva, è tutta invettiva e poca dialettica, è tanto sbraitare e poco innovare, qua urge un corso accellerato di logica, pare di essere al liceo quando si diceva che nicce non credeva in niente. C'è più vita e decostruzione nei psicologismi fraseologici di Napo che in una intera sezione tematica alla Feltrinelli. Ma poi cosa vuol dire Non Prendere Una Posizione? Finchè occupi volontariamente uno spazio e vivi una porzione di tempo una posizione morale ce l' avrai s-e-m-p-r-e.

Ciòdetto, discone. Mi ritrovo costantemente con l' indice alzato e la bocca sbavata spalancata come a dire Cazzo Questa Volevo Scriverla Io. E il sound rotondo riempie di frustate e giochicchi il delirio del nerd che sputacchia. Poi vabhè, non sono ancora arrivato a spaccarmi le ginocchia per l' estasi, ma il clamore mi pare più che legittimo.

Quanto a Napo, su chi mettesse in dubbio la sua stranianza: qualche mesata fa, quando ancora non sapevo come si dicesse Mettiglielo Prima Tu In Culo in francese, ero ad una festa in giardino a casa degli Eterea P.B.B, un delirio di persone e musica a pacchi, 'sto Napo tutto il tempo sdraiato su un muro con le mani in tasca, cappuccio di felpa in testa e sommesso spesciolare tra la gente in faticosa avanzata verso il tavolo-alcool, evidenti agonie, e poi di nuovo sul muro, non credo che le puntate dialogiche siano state più di una manciata.
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#77 Man-Erg

    Quando sulla riva verrai

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Inviato 23 marzo 2009 - 00:02

Quanto a Napo, su chi mettesse in dubbio la sua stranianza: qualche mesata fa, quando ancora non sapevo come si dicesse Mettiglielo Prima Tu In Culo in francese, ero ad una festa in giardino a casa degli Eterea P.B.B, un delirio di persone e musica a pacchi, 'sto Napo tutto il tempo sdraiato su un muro con le mani in tasca, cappuccio di felpa in testa e sommesso spesciolare tra la gente in faticosa avanzata verso il tavolo-alcool, evidenti agonie, e poi di nuovo sul muro, non credo che le puntate dialogiche siano state più di una manciata.


idolo, mi sembra di specchiarmici (non che io mi reputi un idolo, comunque)
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Though we've been denied
Too much hope in our lives
Let tonight be the night
Let tonight be the night when it ends

#78 Twelve12Season

    Roadie

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Inviato 23 marzo 2009 - 14:36

Un discone, sicuro nella classifica italiana di fine anno...

Comunque qualcuno mi può spiegare il testo de "Il Non-Illuminato"? Mi è abbastanza oscuro... che sta cercando?

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#79 Guest_.Aegidius._*

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Inviato 26 marzo 2009 - 12:00

Gli Uochi Toki sono la dematerializzazione del rap concepito come armonia metrica e produzione. Siamo più vicini al punk come approccio, anzi questa è vera anarchia musicale.
Sono efficaci, ma forse devo ancora digerirli del tutto.
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#80 frankie teardrop

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Inviato 26 marzo 2009 - 12:10

Mah, "anarchia musicale"... Mi sembra un pò forzata la cosa.
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#81 Guest_.Aegidius._*

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Inviato 26 marzo 2009 - 12:17

Mah, "anarchia musicale"... Mi sembra un pò forzata la cosa.


In riferimento a altri artisti ti sembra forzata o in assoluto?
E' importante che tu chiarisca questo aspetto.

Grazie
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#82 R. Mutt

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Inviato 26 marzo 2009 - 12:19

Comunque sia, io ho una certa interpretazione di questi testi... magari è una cosa assolutamente personale, del resto non ho visto nessuno accennarne...
l'impressione che ho è quella di una sceneggiatura. Il protagonista/rapper non è umano, o almeno non è normalmente umano, è un soggetto di dubbia origine (alieno? mutante di laboratorio? reincarnazione di xxx? posseduto? autistico?) capace di captare il sovrannaturale...
quella che propone è una nuova maniera di rapportarsi con gli altri esseri umani, da contestualizzare in una società collassata... mi sembra evidente uno sfondo distopico, da romanzo fantascientifico, non chissà quale spettacolare fantascienza eh, anche solo quella di un futuro assai vicino...
questo tizio ha percezioni più raffinate degli altri esseri umani, vive allucinazioni, sfasature della realtà che diventano realtà a loro volta, e via dicendo.
Ecco perché riesco a tollerare quello che dice, e perché non vi colgo alcuna spocchia: non ci trovo davvero nessun rimprovero o moralismo, né alcuno schieramento, è bensì un personaggio che non riesce a capire l'organizzazione un'intelligenza probabilmente inferiore, e cerca in qualche modo di comunicare.


Bentornato Telegram! La tua tesi è affascinante, anche perché anche io non risulto irritato dai testi: mi aspettavo un tipo di testi da centro sociale, invece sembra che a questi non gliene possa fregare di meno, come se il protagonista vivesse in una dimensione parallela. Devo ancora ascoltarlo tutto, il disco, però, magari almeno due volte ;D
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#83 frankie teardrop

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Inviato 26 marzo 2009 - 12:32


Mah, "anarchia musicale"... Mi sembra un pò forzata la cosa.


In riferimento a altri artisti ti sembra forzata o in assoluto?
E' importante che tu chiarisca questo aspetto.

Grazie


In assoluto, non mi sembrano anarchici, musicalmente parlando. Certo, le liriche torrenziali, costrette quasi a forza dentro il perimetro "ritmico", danno un senso di spaesamento, ma io li trovo piuttosto "razionali". Se penso a qualcosa di anarchico in ambito hip-hop & dintorni, mi vengono in mente, per dire, i cLOUDDEAD, non certo Uochi Toki.
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#84 Guest_Julian_*

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Inviato 26 marzo 2009 - 12:35

Non voglio ritirar fuori la polemica, anche perchè i testi da "centro sociale" non so bene cosa siano e se lo so non mi piacciono neanche un pò così come non mi piace in sè il centro sociale (penso ai 99 Posse), però mi stupisce il coro pro-menefreghismo, così totalizzante. Cioè non apprezziamo gli Uochi per la proposta (magari alcuni sì, penso a Wago), ma perchè "per fortuna loro non fanno testi impegnati, se ne fregano di tutto". Boh, sono veramente basito: perchè vi fa tanta paura qualcuno che parla di società e politica? Perchè di questo si tratta, non di disprezzare i testi diversi per il contenuto, ma proprio per l'argomento trattato: è l'argomento difficile che ci spaventa.

Per me i testi degli Uochi sono decisamente interessanti, a tratti bellissimi, ed il disco è bellissimo, lo ripeto, però non comprendo davvero tutta questa gioia per l'assenza di una dimensione politica. Cioè, magari la capisco anche, ma mi spaventa veramente tanto tutta questa paura per il pensiero, per la capacità di mettersi in gioco, per la capacità di spingersi oltre le nostre piccole problematiche quotidiane.

Ora sembra che io dia addosso a sto disco che a conti fatti è fra i 2-3 che preferisco, fra quelli usciti nell'ultimo anno...indi tengo a riprecisare il mio grandissimo apprezzamento. E forse sono andato veramente OT, solo che questo coro mi incuriosice ed al contempo, ripeto, terrorizza un pò. Che generazione di mollaccioni imbambolati davanti alla tv che siamo. Da piccoli dovevano prenderci più spesso a mazzate, forse tiravamo fuori a cazzimma  ;D
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#85 Guest_Julian_*

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Inviato 26 marzo 2009 - 12:37



Mah, "anarchia musicale"... Mi sembra un pò forzata la cosa.


In riferimento a altri artisti ti sembra forzata o in assoluto?
E' importante che tu chiarisca questo aspetto.

Grazie


In assoluto, non mi sembrano anarchici, musicalmente parlando. Certo, le liriche torrenziali, costrette quasi a forza dentro il perimetro "ritmico", danno un senso di spaesamento, ma io li trovo piuttosto "razionali". Se penso a qualcosa di anarchico in ambito hip-hop & dintorni, mi vengono in mente, per dire, i cLOUDDEAD, non certo Uochi Toki.


Per me è decisamente ricco ed "anarchico" lo sviluppo dei testi, anche parlando esclusivamente della loro musicalità (andando oltre il significato specifico delle singole parole). Però concordo nel non vedere una proposta priva di regole e tesa a spaziare all'infinito, come invece ce ne sono state in ambito hip-hop: possiede una propria linearità, un inizio-sviluppo-fine, e le basi sono tese a valorizzare questa linearità e non a svilupparsi in modo "incontrollato".
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#86 frankie teardrop

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Inviato 26 marzo 2009 - 12:44

A livello di liriche, ci può anche stare. Ma musicalmente parlando, i confini sono ben evidenti.

Circa la questione "politica", ma siamo sicuri che i testi, dopotutto, non abbiano anche un valore "politico"?
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#87 R. Mutt

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Inviato 26 marzo 2009 - 12:51

Non voglio ritirar fuori la polemica, anche perchè i testi da "centro sociale" non so bene cosa siano e se lo so non mi piacciono neanche un pò così come non mi piace in sè il centro sociale (penso ai 99 Posse)


Infatti, pensavo proprio a loro, o ai testi peudo-poetici di 24 grana o Offlaga, che a volte sono anche interessanti, intendiamoci.

Per me i testi degli Uochi sono decisamente interessanti, a tratti bellissimi, ed il disco è bellissimo, lo ripeto, però non comprendo davvero tutta questa gioia per l'assenza di una dimensione politica. Cioè, magari la capisco anche, ma mi spaventa veramente tanto tutta questa paura per il pensiero, per la capacità di mettersi in gioco, per la capacità di spingersi oltre le nostre piccole problematiche quotidiane.


No aspetta, di politica ce n'è, ma non ne vedo tanta, e soprattutto non vedo la retorica politica che scade nel comizio.

Circa la questione "politica", ma siamo sicuri che i testi, dopotutto, non abbiano anche un valore "politico"?


Certo che ce l'hanno, ma io credo che tutti i testi abbiano un valore politico sempre (chessò il senso d'alienzione di Devo e Pere Ubu non è forse provocato dal contesto urbano delle città da cui provenivano? Però, non si può dire che siano gruppi politicizzati, come molti dei nostri gruppi indie).

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#88 bebo

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Inviato 26 marzo 2009 - 13:18

Sta tutto se fate ricadere il sociale nella politica. Napo parla di un ambiente sociale, più o meno inventato (meno inventato di quando ci voglia dar a bere), non politico perchè "non parla di politica" ma fatto di cose e persone.
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#89 wago

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Inviato 26 marzo 2009 - 13:40

A me non pare proprio che i testi degli Uochi Toki non tocchino la politica, non siano politici. Al contrario, basta ascoltare "Il claustrofilo" o far caso (come inevitabile) alla frase "quando c'è da pensare alle persone Che Guevara va nel cestino" per accorgersi di quanto forte sia la vena politica dei testi. Non e' un disco partitico, non e' un disco schierato (se non dalla sua personale e peculiare parte), ma mi pare sia stato cosi' anche per molte altre voci "politiche" della canzone italiana, da Gaber a De André - e spero non si ritiri fuori ancora la questione delle differenze.
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#90 bebo

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Inviato 26 marzo 2009 - 13:45

Fa arringhe anche se legge omotore e sharingan.
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#91 reese

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Inviato 26 marzo 2009 - 13:52

Boh, sono veramente basito: perchè vi fa tanta paura qualcuno che parla di società e politica? Perchè di questo si tratta, non di disprezzare i testi diversi per il contenuto, ma proprio per l'argomento trattato: è l'argomento difficile che ci spaventa.

Per me i testi degli Uochi sono decisamente interessanti, a tratti bellissimi, ed il disco è bellissimo, lo ripeto, però non comprendo davvero tutta questa gioia per l'assenza di una dimensione politica. Cioè, magari la capisco anche, ma mi spaventa veramente tanto tutta questa paura per il pensiero, per la capacità di mettersi in gioco, per la capacità di spingersi oltre le nostre piccole problematiche quotidiane.

Beh, per quanto mi riguarda, la vedo con bebo: parla di cose e persone.

Io sono uno di quelli che gioisce per l'assenza di politica (in senso stretto non ce la vedo per niente). Ti spiego perché: se uno non parla di politica, non significa che si è fermato alle piccole problematiche quotidiane, perché non ci sono solo questi due livelli di pensiero. Ci sono le problematiche quotidiane, ci sono quelle cittadine, quelle nazionali, internazionali, ed, infine, ci sono quelle ancora superiori, cioè la visione del mondo non fatto di stati, gente che governa, gente governata, ma fatta dall'uomo come spirito universale. Lì la politica non c'entra 'na cippa. E' una visione che astrae dalle piccole problematiche di questi anni (come invece non fa la politica, contestualizzando sempre nel tempo, dunque non può essere arte, dato che vale solo nel periodo a cui si riferisce: grosso limite!). Insomma, 'sta astrazione ti permette di andare oltre tutto questo e di affrontare le vere problematiche dell'uomo: quelle interne, della mente, che non hanno a che vedere con il tempo in cui viviamo, ma sono appunto universali.

Ora, non dico che gli Uochi Toki riescano in questa impresa, ma almeno provano a fare la cosa migliore, secondo me.
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#92 khonnor

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Inviato 26 marzo 2009 - 13:53

A me non pare proprio che i testi degli Uochi Toki non tocchino la politica, non siano politici. Al contrario, basta ascoltare "Il claustrofilo" o far caso (come inevitabile) alla frase "quando c'è da pensare alle persone Che Guevara va nel cestino" per accorgersi di quanto forte sia la vena politica dei testi. Non e' un disco partitico, non e' un disco schierato (se non dalla sua personale e peculiare parte), ma mi pare sia stato cosi' anche per molte altre voci "politiche" della canzone italiana, da Gaber a De André - e spero non si ritiri fuori ancora la questione delle differenze.


Condivido la tesi di Wago. A mio parere fra l'altro, quando parli della realtà, di tesi keynesiane, di crac del '29, di Che Guevara e altro ancora è ovvio che ci entra anche la politica. Ci sono dischi più o meno politici, ovvio, ma la componente politica è, a mio avviso, presente nella stragrande maggioranza dei dischi.
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#93 frankie teardrop

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Inviato 26 marzo 2009 - 13:58



Condivido la tesi di Wago. A mio parere fra l'altro, quando parli della realtà, di tesi keynesiane, di crac del '29, di Che Guevara e altro ancora è ovvio che ci entra anche la politica.


E se non è così, allora davvero ho ascoltato un altro disco.

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#94 Syddharta

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Inviato 26 marzo 2009 - 13:59

A me i lavori precedenti fecero defecare, non riuscivo a capire come la gente osasse avanzare paragoni con gli Sguazzons. C'è la possibilità che mi possa piacere? Lo trovate tanto differente dai precedenti? In questo momento è fase di scaricaggio.

M.
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M.

 


#95 Guest_telegram_*

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Inviato 26 marzo 2009 - 14:00

Beh, se fanno politica, sono proprio dei fessi a credere di poter convincere qualcuno a suon di nonni resuscitati, scolopendre, prossemica e Cthulhu... asd
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#96 bluetrain

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Inviato 26 marzo 2009 - 14:01

A me non pare proprio che i testi degli Uochi Toki non tocchino la politica, non siano politici. Al contrario, basta ascoltare "Il claustrofilo" o far caso (come inevitabile) alla frase "quando c'è da pensare alle persone Che Guevara va nel cestino" per accorgersi di quanto forte sia la vena politica dei testi. Non e' un disco partitico, non e' un disco schierato (se non dalla sua personale e peculiare parte), ma mi pare sia stato cosi' anche per molte altre voci "politiche" della canzone italiana, da Gaber a De André - e spero non si ritiri fuori ancora la questione delle differenze.


Assolutamente d'accordo. I loro testi sono molto più politici (e rappresentativi di una generazione, o, meglio, di una parte di essa) di quelli di molti gruppucoli sedicenti impegnati et militanti (nonchè spesso anacronostici).
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#97 khonnor

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Inviato 26 marzo 2009 - 14:01

Alt. Io non dico che sia un disco politico, ma un disco nel quale c'è anche politica, ce ne passa di differenza.
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#98 R. Mutt

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Inviato 26 marzo 2009 - 14:03

come invece non fa la politica, contestualizzando sempre nel tempo, dunque non può essere arte, dato che vale solo nel periodo a cui si riferisce: grosso limite!).


Ecco, su questo sono in completa sintonia. O Fai arte o fai politica, l'una esula l'altra, puoi mettere la politica nell'arte come sua componente, ma non puoi fare politica dell'arte, almeno io così la vedo.

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#99 Guest_telegram_*

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Inviato 26 marzo 2009 - 14:12

Io comunque comincio davvero a rimanere sorpreso di come nessuno si soffermi sulla componente allucinata di questo disco... ma le avete ascoltate bene le cose che vengono narrate?
Architetti che si nascondono sotto terra e osservano il mondo dai tombini, ladri che nascondono gli oggetti sotto l'intonaco non tanto per sicurezza quanto per captarne le vibrazioni ( ? ) quando ci passano davanti, persone che resuscitano, altre legate a un palo all'uscita dalla libreria per ispezionarne gli acquisti, percezioni dello scorrere del tempo del tutto sballate...
viene creato il background più delirante da non si sa quanto tempo a questa parte e la gente per cosa si scalda? Per Che Guevara che va nel cestino?
Possibile che nessuno sia interessato a questo tipo di narrazione surreale, che rappresenta poi la vera novità sul piano dei testi? Eppure mi sembra essere l'aspetto più evidente, basta davvero una citazione del cubano a cancellare per intero "Il non-illuminato", "L'osservatore l'osservatore 1", "Il necromante"?
Boh, lo vedo ovunque ridotto a comizio politico, a questo punto per me sia avvia a diventare il disco italiano più incompreso degli ultimi non so quanti anni...
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#100 khonnor

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Inviato 26 marzo 2009 - 14:13


Boh, lo vedo ovunque ridotto a comizio politico, a questo punto per me sia avvia a diventare il disco italiano più incompreso degli ultimi non so quanti anni...


In che senso incompreso?
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