Bonnie 'prince' Billy - "The Letting Go"
#1
Inviato 28 agosto 2006 - 20:01
...cosa ne pensate dell'ultima fatica di Will Oldham?
Questo il mio parere copiaincollato da una passata playlist:
"Bene, ci siamo...A Oldham veramente non saprei cos'altro chiedere: ha saputo regalarci capolavori assoluti ("I See A Darkness"), dischi fragili come il vetro ma preziosi come i diamanti ("Master & Everyone" -il preferito dal sottoscritto-), picchi di desolazione ("Arise Therefore") e l'elenco potrebbe continuare...Questo solo per ribadire la straordinarietà dell'artista in questione e come il suo glorioso passato possa pesare nel giudicarne l'ancor brillante presente. Se la collaborazione con i Tortoise aveva fruttato un disco sostanzialmente inutile, Will riesce comunque a riconquistarci con l'uscita solista pre-autunnale: un disco dove è costantemente presente il controcanto femminile, ottimamente arrangiato e con ottimi brani. Unico neo come dicevo il fatto che accusa qualche (sporadico) colpo a vuoto...personalmente un brano che non reggo proprio è la title-track...la dolcissima "I Call You Back" che suona mentre i titoli ormai scorrono in sovraimpressione è l'ideale suggello all'ennesimo disco di valore partorito da quest'immenso artista...7/8."
#2
Inviato 29 agosto 2006 - 22:58
the music that forced the world into future
#3
Inviato 30 agosto 2006 - 02:00
Come hai detto tu è difficile chiedere qualcosa di più a Oldham ma se quel qualcosa di più esiste e possiamo chiederlo penso che questo stupendo The Letting Go sia la più bella delle risposte da parte di un artista che ho imparato a conoscere da poco (lo so, sono un coglione) ma che è riuscito a creare delle perle fra le più belle e delicate di sempre. Un disco che rapisce, che scalda davvero il cuore e le membra, che coinvolge, lieve e suadente come pochi, di un infinita dolcezza come molte delle cose che escono dalla mente di Oldham. Per me è già uno dei lavori più belli di questo 2006.
Applausi per astro!
Saresti stato un coglione se l'avessi snobbato senza motivo. La scoperta, anche tardiva, fa parte del percorso di ognuno di noi.
Tornando al nuovo meraviglioso Oldham, come diceva Veteran qualche colpetto a vuoto, certo, ma nel complesso è un'uscita per me entusiasmante, un gorgo leggero di dolcezza infinita, tracce che virano decisamente sul sentiero intrapreso dalla splendida ballad After I Made Love To You più che sul cantautorato oscuro ed etilico in cui comunque Will rimane un mostro sacro ormai intoccabile.
In questo disco dà la sensazione di un uomo in pace con se stesso e con il mondo dopo anni di spleen e tetre visioni ed è questo l'immenso pregio di The Letting Go: cantare la pace (temporanea o definitiva che sia) di un uomo tormentato e cantarla omaggiando l'amore in maniera così delicata da far commuovere.
Il barbuto Principe si conferma il cantautore più ispirato al momento in circolazione, e ci regala un'ulteriore gemma.
#4 Guest_Julian_*
Inviato 30 agosto 2006 - 07:10
#5 Guest_bebo_*
Inviato 30 agosto 2006 - 08:38
Anche io come Astropopolo ho conosciuto Bonnie grazie a questo disco (attraverso Imaad Wasif e il consiglio del granderrimo Plozzer). Ammetto di non essermi mai avvicinato prima a questo autore per mere ragioni pregiudiziali, me lo immaginavo tutto chitarrina e voce dolorante, ed invece è (anche così ma) sono canzoni stupende, di una sincerità e immediatezza folgorante.Come hai detto tu è difficile chiedere qualcosa di più a Oldham ma se quel qualcosa di più esiste e possiamo chiederlo penso che questo stupendo The Letting Go sia la più bella delle risposte da parte di un artista che ho imparato a conoscere da poco (lo so, sono un coglione) ma che è riuscito a creare delle perle fra le più belle e delicate di sempre. Un disco che rapisce, che scalda davvero il cuore e le membra, che coinvolge, lieve e suadente come pochi, di un infinita dolcezza come molte delle cose che escono dalla mente di Oldham. Per me è già uno dei lavori più belli di questo 2006.
Purtroppo non ho ancora ascoltato tutto della sua discografia, ma per me questo è una gran disco.
Fortissimamente si.un gorgo leggero di dolcezza infinita
#6
Inviato 30 agosto 2006 - 08:47
tracce che virano decisamente sul sentiero intrapreso dalla splendida ballad After I Made Love To You...
Stupenda...Disco secondo me sottovalutato da molti l'ottimo "Ease Down The Road"...
In questo disco dà la sensazione di un uomo in pace con se stesso e con il mondo dopo anni di spleen e tetre visioni ed è questo l'immenso pregio di The Letting Go: cantare la pace (temporanea o definitiva che sia) di un uomo tormentato e cantarla omaggiando l'amore in maniera così delicata da far commuovere.
Nulla da aggiungere...
Anche io come Astropopolo ho conosciuto Bonnie grazie a questo disco (attraverso Imaad Wasif e il consiglio del granderrimo Plozzer). Ammetto di non essermi mai avvicinato prima a questo autore per mere ragioni pregiudiziali, me lo immaginavo tutto chitarrina e voce dolorante, ed invece è (anche così ma) sono canzoni stupende, di una sincerità e immediatezza folgorante.
Purtroppo non ho ancora ascoltato tutto della sua discografia, ma per me questo è una gran disco.
Se ti serve qualche dritta, sono a tua disposizione...
#7
Inviato 30 agosto 2006 - 08:59
Invece, questo The Letting Go mi sembra restituisca un Oldham ancora in piena forma e quanto mai vivace, che alterna ancora i richiami dylaniani ed il latente retroterra blues con ballate ariose, leggere e delicate, nelle quali secondo me la sua scrittura si esprime al meglio, soprattutto quando viene poi supportata dal controcanto, da arrangiamenti romantici (Love Comes To Me, Cursed Sleep) e da un'atmosfera lieve che quasi non t'aspetti.
Un disco di una bellezza intima e discreta, che mi ha fatto emozionare come da tempo non mi capitava con Oldham.
Ho avuto esattamente la stessa sensazione...In questo disco dà la sensazione di un uomo in pace con se stesso e con il mondo dopo anni di spleen e tetre visioni ed è questo l'immenso pregio di The Letting Go: cantare la pace (temporanea o definitiva che sia) di un uomo tormentato e cantarla omaggiando l'amore in maniera così delicata da far commuovere.
#8
Inviato 30 agosto 2006 - 09:05
Non lo considero un passaggio a vuoto o un brutto disco sia chiaro, ma un po' inferiore ai capolavori precedenti sì.
#9
Inviato 30 agosto 2006 - 10:11
Sull'ultimo non voglio dare giudizi: per il momento lo sto ascoltando e mi piace, ma sono troppo fan per essere obiettivo. E poi, proprio perché fan, più di una volta mi sono dovuto rimangiare giudizi dati a caldo, nel momento in cui il nuovo album di Oldham "non era ciò che mi aspettavo" e cazzatelle simili (per dire, "Master and Everyone", che oggi reputo uno splendido disco, all'epoca mi sembrava scialbo).
Bebo: grazie per il "granderrimo". Tu nel frattempo buttati a occhi chiusi su "I See a Darkness" (sull'indubbia grandezza di questo l'unanimità credo ci sia) e poi pesca nel resto della discografia, non rimarrai deluso.
Whatever you do, don't
#10
Inviato 30 agosto 2006 - 10:17
EDIT: ecco, magari comincio pure io da I See a Darkness.
#11
Inviato 30 agosto 2006 - 10:24
E poi, "Arise, Therefore" e "Lost Blues and Other Songs" per la produzione con i Palace Brothers, "Master and Everyone" come Bonnie Prince Billy. Questo per buttare lì quattro-titoli-quattro.
I See a Darkness è cantautorale/country/rock/dark, intenso come pochi altri album negli ultimi quindici anni, zeppo di canzoni azzeccate.
Arise Therefore è uno strano disco minimale, dimesso ma indimenticabile.
Lost Blues... è una compilation di materiale non-album dei Palace piena zeppa di gemme assolute del loro repertorio rock-country-lo fi
Master and Everyone è totalmente acustico, la cosa più vicina a un Nick Drake incisa da Oldham.
Whatever you do, don't
#12
Inviato 30 agosto 2006 - 10:37
La sua fortuna è che Oldham (già lo si disse all'epoca dello scialbissimo disco con i Tortoise) con quella voce può cantare ciò che vuole.
Vero!
Mi sapreste dire qual è il suo lavoro da voi considerato "imprescindibile" (se esiste, appunto...)? Insomma, un punto di partenza, per poi magari approfondire...
EDIT: ecco, magari comincio pure io da I See a Darkness.
Concordo con Plozzer per quanto concerne "I See A Darkness" il classico oldhamiano per eccellenza nonché l'ideale punto di partenza per i neofiti...
Una volta metabolizzato non posso fare a meno di congliarti "Master & Everyone": un disco bellissimo, dove la voce di Oldham è fragile come il vetro e che contiene la + bella canzone d'amore degli ultimi anni ("The Way")...per convincerti definitivamente dovrebbe bastarti il suo primo piano in copertina e guardare attraverso i suoi occhi...
Il citato "Arise Therefore" rappresenta uno dei suoi picchi di desolazione, conta sulla presenza di Grubbs tra l'altro...
Non dimenticherei però "Viva Last Blues", la svolta "rock" a nome Palace Music o l'EP "Hope" in veste Palace Brothers...
#13
Inviato 30 agosto 2006 - 11:31
Non dimenticherei però "Viva Last Blues", la svolta "rock" a nome Palace Music o l'EP "Hope" in veste Palace Brothers...
Io consigliavo "Lost Blues" eccetera come punto di partenza. Per quel che mi riguarda i dischi dei Palace/Palace Brothers/Palace Music/Palace Vattelapesca sono tutti belli.
Ecco, ora che ci penso, un disco sottotono di Oldham secondo me è "Guarapero (Lost Blues Vol.2)", altra compilation di materiale eterogeneo che ricordo piuttosto sotto gli standard abituali.
Whatever you do, don't
#14
Inviato 30 agosto 2006 - 11:42
Non dimenticherei però "Viva Last Blues", la svolta "rock" a nome Palace Music o l'EP "Hope" in veste Palace Brothers...
Io consigliavo "Lost Blues" eccetera come punto di partenza. Per quel che mi riguarda i dischi dei Palace/Palace Brothers/Palace Music/Palace Vattelapesca sono tutti belli.
In effetti, ci tenevo però a segnalare quei 2 in particolare...
Ecco, ora che ci penso, un disco sottotono di Oldham secondo me è "Guarapero (Lost Blues Vol.2)", altra compilation di materiale eterogeneo che ricordo piuttosto sotto gli standard abituali.
Concordo...
#15
Inviato 31 agosto 2006 - 13:11
#17 Guest_kionni_*
Inviato 20 settembre 2006 - 14:22
Entrambi i dischi presentano infatti una canzone dove è presente il cantautore, e in tutti e due i casi si tratta di uno dei momenti più belli dell'opera.
Incuriosito vado a procurarmi il tanto incensato "I see a darkness", un disco che non rientra propriamente nei generi che preferisco ma che in alcuni episodi mi è piaciuto tantissimo (la titletrack su tutti).
Quest'ultimo "The letting go", dopo un paio di ascolti, mi è parso un lavoro ancora più sofferto, atmosferico e intimo. Credo di preferirlo da "I see a darkness".
#18
Inviato 20 settembre 2006 - 17:40
La scrittura è al solito livello medio-alto, e secondo me anche i brani non troppo originali o 'già sentiti' si salvano, se considerati nel contesto dell'intera scaletta dell'album. Dovessi recensirlo gli darei un 7,5 preciso.
Whatever you do, don't
#19
Inviato 09 ottobre 2006 - 18:17
A conti fatti forse il mio voto va limato un po' verso il basso, per capirci + 7+ (scusate la ripetizione) che 7/8...
Ma per quanto mi riguarda la voce di Oldham risulterebbe affascinante anche se utilizzata per la lettura dell'elenco telefonico.
#20 Guest_gneo_*
Inviato 09 ottobre 2006 - 20:09
Un disco da lacrime, da pioggia, da autunno.
#21 Guest_Mattia_*
Inviato 12 ottobre 2006 - 08:17
#22 Guest_Pablito_*
Inviato 12 ottobre 2006 - 08:20
#23
Inviato 12 ottobre 2006 - 08:51
la sua forza è distribuita equamente sulla composizione, sull'interpretazione e sugli arrangiamenti.
Questo è verissimo ed è la prima volta che Oldham afferra un equilibrio così perfetto. Ciononostante, e dopo un primo ascolto che mi ha rapito dopo pochi secondi con la sola, sempre meravigliosa, voce di Oldham, il disco non mi ha ancora del tutto conquistato, forse nessuno dei tre elementi sopra menzionati raggiunge vertici d'eccellenza. Ci tornerò comunque sopra.
#24
Inviato 12 ottobre 2006 - 10:15
#25
Inviato 12 ottobre 2006 - 11:04
#26
Inviato 12 ottobre 2006 - 11:10
Dimentichi, e troppo spesso ultimamente quasi tutti dimenticano, l'eccezionale country-rock martoriato di Viva Last Blues, il primo capolavoro del nostro (apprezzo però tanto che in precedenza tu abbia citato il sottovalutato Hope).
Ma guarda sfumando coi puntini ero là e là per scrivere "e il 'rockeggiante' Viva Last Blues" (credimi non ti mentirei mai )...
L'EP "Hope" meriterebbe + l'attenzione, anche perché sottolineo come, soprattutto in passato, Oldham abbia riservato alle "frattaglie"/alle uscite minori della sua produzione (singoli, eps) le chicche migliori...non tralasciate gli Eps "Blue Lotus Feet" e "Forest Time", ad esempio!
#27
Inviato 12 ottobre 2006 - 11:22
(NB: son 4 tracce raccolte in Lost Blues)
#28
Inviato 12 ottobre 2006 - 11:28
E perchè, An Arrow Through The Bitch non è eccezionale?
(NB: son 4 tracce raccolte in Lost Blues)
Ah bé certo ma TUTTO "Lost Blues" si attesta a livelli altissimi...per dire "West Palm Beach" & "Horses" sono tra i miei pezzi preferiti dell'intera discografia oldhamiana...
Visto che fai il fichetto (ahah)...di "Western Music" & "Black/Rich Music" cosa pensi?
#29
Inviato 12 ottobre 2006 - 11:30
Visto che fai il fichetto (ahah)...di "Western Music" & "Black/Rich Music" cosa pensi?
Ok, conosco di nome il secondo
http://www.dipintifa...ng&PROD_ID=9738
#30
Inviato 12 ottobre 2006 - 13:16
Whatever you do, don't
#31
Inviato 12 ottobre 2006 - 13:18
la sua forza è distribuita equamente sulla composizione, sull'interpretazione e sugli arrangiamenti.
Questo è verissimo ed è la prima volta che Oldham afferra un equilibrio così perfetto. Ciononostante, e dopo un primo ascolto che mi ha rapito dopo pochi secondi con la sola, sempre meravigliosa, voce di Oldham, il disco non mi ha ancora del tutto conquistato, forse nessuno dei tre elementi sopra menzionati raggiunge vertici d'eccellenza. Ci tornerò comunque sopra.
...vero, ma forse è proprio l'equilibrio tra i vari elementi uno dei punti forti di quest'album, che rende difficile connotarlo semplicemente in un senso. la forza dell'interpretazione è quella già ben nota, le composizioni sono il frutto della consueta maestria, forse solo l'accento sugli arrangiamenti è più marcato e arricchisce in maniera ariosa e romantica il risultato finale.
Resto personalmente molto legato, oltre che a "I See a Darkness", a "Arise Therefore" e "Viva Last Blues", ma devo dire che "The Letting Go" sta davvero crescendo nella mia considerazione, tanto da farmelo addirittura collocare al fianco degli album citati, come uno dei vertici della carriera di Oldham.
#32
Inviato 12 ottobre 2006 - 13:46
Un autore che mi piace tanto e ai cui lavori Lost Blues And Other Songs, Joya, I see a darkness, Viva last blues e Arise therefore sono parecchio legato. Non vedo l'ora di ascoltare questo ultimo lavoro di cui mi pare parliate all'unanimità molto bene.
#33
Inviato 12 ottobre 2006 - 14:05
La prima e l'ultima volta che vidi Will Oldham fu dopo che si scolò almeno una dozzina di whisky, insieme ad un suo amico d'infanzia, all'Indhastria, un locale sito in un paesino della costa abruzzese. Fu almeno 5 o 6 anni fa, mi pare, dopo l'uscita di I see a darkness. Il concerto prevedeva Will Oldham solo, ma durante la sua prima improvvisazione chiamò questo amico del college sul palco che non riusciva a suonare neanche il sonaglino. Composero almeno tre quarti d'ora e furono pure troppi, a meno che non ci si fosse preparati all'ascolto di sonorità primitive, e allora sarebbero stati troppo pochi.
Fui anch'io testimone di un concerto di quella stessa tournée (almeno credo, era al Bloom di Mezzgo, probabilmente nel '99) e lo ricordo come uno dei più orribili a cui abbia mai assistito. Lui ubriaco fradicio, chitarra al collo, rincoglionito perso, accompagnato da questo tizio alla chitarra che non sapeva suonare un brano che fosse uno. Uno strazio totale.
Per fortuna sono stato risarcito con gli interessi dal concerto, viceversa, splendido, proposto da Oldham l'anno scorso ai primi di Agosto, a Faenza (festival Strade Blu). Atmosfera eccellente, suoni perfetti, gruppo impeccabile (c'era pure Matt Sweeney), e una scaletta che praticamente era il mio Best Of personale dei Palace e di Bonnie 'Prince' Billy. Uno dei cinque concerti più belli mai visti in vita mia, senza dubbio.
Whatever you do, don't
#34 Guest_absolutelyRUBEN_*
Inviato 12 ottobre 2006 - 15:15
#35
Inviato 12 ottobre 2006 - 15:38
Per fortuna sono stato risarcito con gli interessi dal concerto, viceversa, splendido, proposto da Oldham l'anno scorso ai primi di Agosto, a Faenza (festival Strade Blu). Atmosfera eccellente, suoni perfetti, gruppo impeccabile (c'era pure Matt Sweeney), e una scaletta che praticamente era il mio Best Of personale dei Palace e di Bonnie 'Prince' Billy. Uno dei cinque concerti più belli mai visti in vita mia, senza dubbio.
Sottoscrivo...
#36
Inviato 13 ottobre 2006 - 09:39
Ehi ma allora non mi sto rincoglionendo... la musica di Bonnie Prince Billy non è certo la mia tazza di thè, ma questo disco mi ha colpito dal primo ascolto, mi sembra impeccabile.
Io invece sono completamente rincoglionito, tanto da chiedere a Mattia cosa aggiorna questo disco. Insomma, se non si fosse capito, sono alle prese anche in questo caso col mio atavico problema folk. Ovvero quello di (ri)sentire composizioni e atmosfere talmente speculari in tutto (?) a dischi "storici" che pure io apprezzo, dal non riuscire a cogliere il senso di questo entusiasmo.
#37 Guest_Mattia_*
Inviato 13 ottobre 2006 - 10:21
Ehi ma allora non mi sto rincoglionendo... la musica di Bonnie Prince Billy non è certo la mia tazza di thè, ma questo disco mi ha colpito dal primo ascolto, mi sembra impeccabile.
Io invece sono completamente rincoglionito, tanto da chiedere a Mattia cosa aggiorna questo disco. Insomma, se non si fosse capito, sono alle prese anche in questo caso col mio atavico problema folk. Ovvero quello di (ri)sentire composizioni e atmosfere talmente speculari in tutto (?) a dischi "storici" che pure io apprezzo, dal non riuscire a cogliere il senso di questo entusiasmo.
Questo disco aggiorna i canoni del cantautorato statunitense, portandolo ad esprimersi attraverso un linguaggio aggiornato (cosa che, ad esempio, non è stata fatta da Devendra, il quale ha costruito la propria carriera sulla riproposizione di concetti elaborati e sviluppati negli anni Sessanta).
#39
Inviato 13 ottobre 2006 - 10:40
Avevo messo da parte Oldham per colpa di Greatest Palace Music, che non mi era minimamente piaciuto. Ma vedo che non l'ha nominato quasi nessuno. Vedrò di provare altro.
Quello era un disco positivo e "divertito", per nulla brutto in se ma non è certamente il disco più "tipico" di Oldham.
#40
Inviato 14 ottobre 2006 - 07:06
Quello era un disco positivo e "divertito", per nulla brutto in se ma non è certamente il disco più "tipico" di Oldham.
E poi è un disco country-rock a tutti gli effetti, tra esecuzioni e arrangiamenti in effetti può anche fare schifo.
Whatever you do, don't
#41 Guest_Mattia_*
Inviato 14 ottobre 2006 - 07:15
Quello era un disco positivo e "divertito", per nulla brutto in se ma non è certamente il disco più "tipico" di Oldham.
E poi è un disco country-rock a tutti gli effetti, tra esecuzioni e arrangiamenti in effetti può anche fare schifo.
Non "può fare", ma "fa" schifo. Questo disco fa profondamente schifo.
#42
Inviato 14 ottobre 2006 - 07:18
Whatever you do, don't
#43
Inviato 14 ottobre 2006 - 07:22
Concordo con Mattia, uno dei dischi migliori (se non il migliore, ma c'è "I See a Darkness") di Oldham.
#44 Guest_Mattia_*
Inviato 14 ottobre 2006 - 07:24
Ellamadonna. A me mi piace.
Anche a me, tantissimo.
#45 Guest_absolutelyRUBEN_*
Inviato 25 ottobre 2006 - 09:41
neil young mi pare ben presente nella scrittura di parecchi pezzi, ci ho sentito pure io echi di drake qui e là e un bel crosbystill&young (bad news); gli altri citati da mattia non li conosco nemmeno.
Butterei lì anche alcune atmosfere molto lisa germano e mazzy star nei miei 'sentito'.
#46
Inviato 25 ottobre 2006 - 10:07
Concordo con Mattia, uno dei dischi migliori (se non il migliore, ma c'è "I See a Darkness") di Oldham.
Mai avrei immaginato qualcosa di simile ma mi trovo ad indossare le vesti del detrattore (o del bastiancontrario, fate voi...) nel thread dedicato al mio artista preferito...
Allora...non riesco a capacitarmi come "The Letting Go" (che per inciso mi piace e lo trovo sicuramente buono, per quantificare un 7 abbondante) stia scalando posizioni all'interno della discografia Oldhamiana come un coltello affonda nel burro: cioè (capo)lavori del calibro di "Master & Everyone" & "Arise Therefore" (per citarne soltanto 2) sopravanzati come nulla fosse...
Sono alquanto perplesso sinceramente...
#47
Inviato 25 ottobre 2006 - 10:08
Ehi ma allora non mi sto rincoglionendo... la musica di Bonnie Prince Billy non è certo la mia tazza di thè, ma questo disco mi ha colpito dal primo ascolto, mi sembra impeccabile.
Io invece sono completamente rincoglionito, tanto da chiedere a Mattia cosa aggiorna questo disco. Insomma, se non si fosse capito, sono alle prese anche in questo caso col mio atavico problema folk. Ovvero quello di (ri)sentire composizioni e atmosfere talmente speculari in tutto (?) a dischi "storici" che pure io apprezzo, dal non riuscire a cogliere il senso di questo entusiasmo.
Questo disco aggiorna i canoni del cantautorato statunitense, portandolo ad esprimersi attraverso un linguaggio aggiornato
Aggiornato in cosa? Boh, anche a me non è parso così innovativo...
#48
Inviato 25 ottobre 2006 - 10:59
Concordo con Mattia, uno dei dischi migliori (se non il migliore, ma c'è "I See a Darkness") di Oldham.
Mai avrei immaginato qualcosa di simile ma mi trovo ad indossare le vesti del detrattore (o del bastiancontrario, fate voi...) nel thread dedicato al mio artista preferito...
Allora...non riesco a capacitarmi come "The Letting Go" (che per inciso mi piace e lo trovo sicuramente buono, per quantificare un 7 abbondante) stia scalando posizioni all'interno della discografia Oldhamiana come un coltello affonda nel burro: cioè (capo)lavori del calibro di "Master & Everyone" & "Arise Therefore" (per citarne soltanto 2) sopravanzati come nulla fosse...
Sono alquanto perplesso sinceramente...
Ti seguo su tutta la linea (e per il momento il 7 non è troppo abbondante).
#49 Guest_gneo_*
Inviato 25 ottobre 2006 - 15:45
Aggiornato in cosa? Boh, anche a me non è parso così innovativo...
Nemmeno a me se è per questo. Però da un disco simile l'ultima ma proprio l'ultima cosa che chiedo è di essere innovativo. E a me piace "The Letting Go". Ecco.
#50 Guest_Mattia_*
Inviato 25 ottobre 2006 - 16:07
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