Inviato 17 dicembre 2008 - 22:18
PREMESSA Personalmente sono contrario all'aborto. Dal discorso che qui segue non rientrano casi limite come i casi di stupro o delle mlattie che condannano alla morte in pochissimi anni (di cui posso dire che non parlo per sentito dire).
Credo che prima di tutto la domanda a cui bisogna rispondere: è quando nasce la vita? Dalla vostra risposta deriverà l'opinione sull'aborto.
Per me nasce nel momento stesso del concepimento. Per me, da un punto di vista etico, tra abortire (quello che viene chiamato) un feto di tre mesi e ammazzare un bambino di 5 anni non c'è alcuna differenza.
Ovviamente chi sono io per stabilirlo? Nessuno. La mia opinione vale quanto la vostra. Credo sia inutile entrare in questioni etico-scientifiche al riguardo perchè la verità è che esistono infinità di argomentazioni da entrambe le parti, si tratta di posizioni inconciliabili. La verità è che una verità al riguardo non esiste. In una società democratica l'unica soluzione possibile al problema è rappresentata dall'opinione della maggioranza. Cosa che ha tutti i suoi pro e i suoi contro.
Da questa mia personale concezione della vita nascono alcune considerazioni.
Sono perfettamente consapevole che queste mie considerazioni sono "forti" (non nel senso che siano assolutamente valide, ma che suscitano reazioni forti) ma nascono dall'idea che per chi come concepisce l'inizio della vita nel momento del concepimento l'aborto legale equivale ad un sterminio legalizzato.
(Io non voglio negare a nessuno il diritto di credere che la vita cominci nel momento della nascità, quindi rivendico per me il diritto di considerarlo un omicidio)
Le mie motivazioni sono agli antipodi da quelle che muovono la chiesa, che considero profondamente responsabile di molti aborti con le sue mistificazioni e con le sue proposte di castità per tutti gli adolescenti.
Dipendesse da me distriburei i profilattici fuori dalle scuole medie (anche alle elementari se si rivelasse necessario) e farei campagne vere di educazione sessuale.
Il sesso è un piacere un'area fondamentale per la vita dell'individuo. Il sesso è un piacere ma che può avere delle conseguenze. Chi lo fa senza pensarci è un idiota. Punto e basta. Anche se è un adolescente. Gli adolescenti che lanciano i sassi dal cavalcavia pagano le loro conseguenze.
Il sesso deve essere totalmente consapevole. Non si deve nascondere nulla: è un'esperienza totalmente gratificante che può avere delle conseguenze.
Compito dello Stato attraverso la scuola deve essere quello di diffondere questa consapevolezza.
Una disattenzione o un'imprudenza per me non può giustificare una sentenza di morte per la vita di (quello che io considero) un altro essere umano.
Non ignoro gli scoinvolgimenti fisici, emotivi, che caratterizzano la gravidanza. Perchè credetemi non ignoro cosa rappresentino 9 mesi di sofferenze e un possibile trauma post parto, ne ho coscienza quanto un essere di sesso maschile possa averne. Non voglio minimizzare il dolore della donna, ma per quanto possa sembrare cieco, brutale la questione è che lì considero un male minore rispetto alla morte di un neonato.
Perchè la gravidanza è la conseguenza di una condotta su cui il soggetto può (e ovviamente a mio avviso DEVE) esercitare un certo controllo. Il feto non ha alcuna responsabilità della vita che si trova a vivere, ma nel momento stesso in cui vi entra in possesso diviene un suo diritto inalienabile.
Tra i due, giudico il male minore la gravidanza: perchè indipendentente dalla visione del feto che si possa avere, è lui vittima di una decisione giusta o sbagliata chela si consideri.
Cosa farei? Incentivi economici? Dove si prendono i soldi?
LO STATO deve prendersi cura dei nascituri. Garantendone il mantenimeto, costruendo luoghi per il loro accoglimento, promuovendone l'adozione.
PER L'UOMO Chi mette al mondo un figlio (per me mettere al mondo significa anche scoparsi una tizia e metterla incinta) avrà trattenute dal proprio stipendio (o dal momento in cui ne avrà uno), come si fa in molte sentenze per il risarcimento danni, per 21 anni. Indipendentemente dal fatto che il figlio venga adottato da un'altra famiglia.
Non vuoi educare un figlio, mi pare un tuo diritto, ma hai il dovere di pagare per chi lo sfamerà.
(Per me questa prospettiva a qualcuno che si vanta di aver messo incinta delle ragazze (che poi hanno scelto di abortire) per non aver usato il preservativo per la nobile ragione "a me piace il caldo della figa" farebbe fare un pensierino in più)
PER LA DONNA La donna non dovrà sostenere alcuna spesa medica durante la gravidanza, soldi per i mesi della convalescenza, ogni tipo di assicurazione sulla possibilità di riavere il proprio posto di lavoro. Riceverà ogni sorta di aiuto medico e psicologico gratuitamente anche dopo il parto. Nonchè le verrà riconosciuto il diritto in futuro di ricongiungersi al figlio o di riincontrarlo anche qualora questi abbia una nuova famiglia.
(ovviamente non sono scemo, non voglio ridurre il tutto ad una mera questione economica, ma come ho già spiegato prima per me si tratta del male minore)
Ogni tipo di tutela e di soluzione per alleviare le sofferenze che dovrà patire. Alleviare le sofferenze psicologiche è impossbile? per quanto brutale possa essere, priorità al bambino.
So che queste "proposte" non saranno condivise da quasi nessuno. E che sarà molto facile criticarle e che ne esisteranno cento di migliori. Ma per me l'aborto è una situazione estrema, e le uniche misure adottabili forse possono solo essere estreme.
In tutta sincerità non mi sento "un bigotto sputasentenze che odia le donne". Per ragioni personali, ho un certo grado di coinvolgimentoverso certe questioni. E, come ho premesso all'inizio, sono consapevole che la mia sia solo una delle visioni possibili.
Ogni tanto mi capita di chiedermi cosa possa fare io per primo per provare a cambiare la situazione. Dal punto di vista etico nulla potrà convincermi che questo non è uno sterminio. Mi chiedo come si sia sentito chi ha vissuto certi stermini da spettatore e quale sia il suo grado di colpevolezza.
In questo ragionamento io metto al centro la volontà dell'individuo. Non è una difesa della vita in sè è per sè: io sono favorevole all'eutanasia, auguro le peggiori cose del mondo ai bastardi che continuano blaterare sul valore della vita, imponendo la loro ottusa visione moraleggiante della vita e condannando alla sofferenza chi è malato e i suoi cari che sono obbligati a vedere una persona amata in quella merda per mesi e anni e sono portati allo stremo di augurarsi la fine delle sofferenze del proprio caro.
Se qualcuno considera la sua vita un valore assoluto, io lo rispetto, ma rivendico altresì la mia libertà di scegliere e di decidere io quando giudicare la sofferenza che attanaglia la mia vita troppa.
La vita appartiene solo all'individuo. Se qualcuno sceglie di dedicare la propria vita a Dio è una sua scelta. La mia vita non appartiene a Dio così come non appartiene ai miei genitori.
Per me lo stato ultimo della democrazia è la tutela assoluta dell'individuo e dei più deboli (e nella mia visione nessuno è più debole di chi non ha ancora maturato la sua volontà).
Come nel caso dell'eutanasia trovo è fondamentale l'atto di volontà. Nel caso dell'aborto trovo fondamentale la tutela di tale volontà fino a quando possa esprimersi liberamente.
Non sono un fanatico che considera una vita di sofferenze un dono di dio. Ho il massimo rispetto per i chi si trova di fronte a scelte estreme come quelle poste da certe gravi forme di malattie. Lì posso capire che la loro scelta sia un atto d'amore. Ma non posso che provare orrore di fronte agli aborti che sono mossi solo da disattenzione, egoismo e superficialità
DISCOSO A PARTE
PREMESSA SO che non esiste paragone tra il grado di coinvolgimento che un parto implica per la donna e quello che comporta per l'uomo. Ovviamente il diritto dà priorità assoluta e totale alla donna. NOn metto in discussione la bontà della cosa.
SOlo, solo una riflessione: tutti giustamente avete parlato della sofferenza della donna che sceglie (comunque la si metta è una scelta) di rinunciare a suo figlio. Ma alla sofferenza e il senso di totale impotenza di chi vede negare la vita al proprio figlio, di chi si vede negare il diritto di essere padre.
So che è una questione spinosissima e anche io ritengo giusto che il diritto tuteli la posizione della donna, ma visto che molti han parlato di sofferenza credo che anche questi casi, perchè esistono anche questi casi, meritino una parola.
[0:08] webnicola: allora facendo una media di 80 anni e cagando 300 gr al giorno (siamo italiani dai caghiamo di piu) cachiamo 8,7 tonnellate in una vita quindi [0:09] webnicola: possiamo teorizzare che nella propria vita fa un peso di merda [0:10] webnicola: circa 100 volte il proprio peso [0:10] webnicola: cmq sostanzialmente in un anno circa si caga il proprio peso quindi potresti farti un amico di merda e nel tiro alla fune si sarebbe pari
[webnicola]: io [mi aspettavo] che si dimettesse subito o che non si dimettesse. tipo "resisto è stata solo un colpo di testa dei miei uomini" e l'assalto alla camera sfasciata e qualche cranio rotto, gente che caga dentro la testa di cicchitto morto, cose così
oggi ho combattuto come un toro. ho il cuore sfiancato. sento che stanno crollando le mura DI QUESTA BABILONIA PRECRISTIANA! vinceremo! Cit. Ale
webnicola: non sto leggendo. mi state facendo venire la colite
gli butto lì un "rizoma" così mi si bagna