Politicamente corretti?
#1
Inviato 07 novembre 2008 - 09:20
C'è una frase di Joey "è semplicemente un'evoluzione terminologica ? non un'evoluzione concettuale" che condivido: il politically correct, ampiamente abusato dai c.d. progressisti (a volte mi è sembrato più per allinearsi a condotte esterofile che per vera convinzione), mi ha sempre lasciato perplessa.
Ho dei colleghi "diversamente abili", sono particolarmente vicina ad uno di essi, e mi chiedo: ma a lui, che non sente, importa davvero che lo si definisca "sordo" piuttosto che "non udente"? Cosa può cambiargli?
F. rimarrà comunque sempre avvolto dal silenzio in cui è nato, credo che non gli importi un fico secco se la società si premura di adottare un termine più "rispettoso" o "meno spregiativo" per definire il suo stato.
Durante una delle prime assemblee sindacali cui lui partecipò, al termine degli interventi dei sindacalisti presenti, richiamò la mia attenzione per avere il sostegno di cui aveva bisogno in quel momento per spiegare a tutti i convenuti la sua indignazione, perché nessuno si era preoccupato di farsi intendere anche da lui. Io ero l'unica che, appena assunto, gli aveva chiesto di imparare il linguaggio dei segni, e da allora mi adora. Non che riesca a farci un discorso, ancora oggi, ma mi ha insegnato le frasi più convenzionali, un po' come quando si va ell'estero e si imparano quelle tre o quattro frasi di rito, giusto per non perdersi.
Scusate il volo mentale.
Il punto è che ho assistito, negli ultimi anni, ad una revisione terminologica generata dalla volontà di un atteggiamento di rispetto generale, cui però non è seguito un comportamento adeguatamente risolutivo di problemi più seri, è stata una mera evoluzione del linguaggio e nulla di più.
E' solo una mia impressione, o è buonismo tout court? No, davvero: voi cosa ne pensate?
"stat rosa pristina nomen, nomina nuda tenemus" (di <uno che non ricordo>, adottata poi da U. Eco ne "Il nome della rosa")
O, più semplicemente:
"Forse che quella che chiamiamo rosa cesserebbe d'avere il suo profumo se la chiamassimo con altro nome?"
("Romeo e Giulietta", W. Shakespeare)
ॐ मणि पद्मे हूँ
... perchè il voler bene non si compra, non si vende, non si impone con il coltello alla gola, nè si può evitare: il voler bene succede
(J. Amado - "Teresa Batista stanca di guerra")
#2
Inviato 07 novembre 2008 - 09:55
E' questo quello che intendi?
TYPE O NEGATIVE. SLOW, DEEP AND HARD. Parole, musica e gesta di PETER STEELE
C A P T A I N M A S K R E P L I C A. Vita e arte di Don Van Vliet, CAPTAIN BEEFHEART
MEET AROUND THE ROCK - BEST OF ROCK (con Claudio Dosa & Federico Frusciante)
三生石
#3
Inviato 07 novembre 2008 - 10:59
In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle
#4
Inviato 07 novembre 2008 - 13:07
Un altro è un piano informale in cui onestamente si può sorvolare sulla mancata attenzione dei codici linguistici suddetti, in quanto non così rappresentativi di visioni proprie del soggetto che non li utilizzi.
#5
Inviato 07 novembre 2008 - 15:45
Stavo leggendo le ultime pagine del thread sulle presidenziali americane, là dove si disquisisce sull'opportunità di usare "abbronzato" in alternativa al comune "nero", per definire il colore della pelle di qualcuno.
C'è una frase di Joey "è semplicemente un'evoluzione terminologica ? non un'evoluzione concettuale" che condivido: il politically correct, ampiamente abusato dai c.d. progressisti (a volte mi è sembrato più per allinearsi a condotte esterofile che per vera convinzione), mi ha sempre lasciato perplessa.
Ho dei colleghi "diversamente abili", sono particolarmente vicina ad uno di essi, e mi chiedo: ma a lui, che non sente, importa davvero che lo si definisca "sordo" piuttosto che "non udente"? Cosa può cambiargli?
F. rimarrà comunque sempre avvolto dal silenzio in cui è nato, credo che non gli importi un fico secco se la società si premura di adottare un termine più "rispettoso" o "meno spregiativo" per definire il suo stato.
Durante una delle prime assemblee sindacali cui lui partecipò, al termine degli interventi dei sindacalisti presenti, richiamò la mia attenzione per avere il sostegno di cui aveva bisogno in quel momento per spiegare a tutti i convenuti la sua indignazione, perché nessuno si era preoccupato di farsi intendere anche da lui. Io ero l'unica che, appena assunto, gli aveva chiesto di imparare il linguaggio dei segni, e da allora mi adora. Non che riesca a farci un discorso, ancora oggi, ma mi ha insegnato le frasi più convenzionali, un po' come quando si va ell'estero e si imparano quelle tre o quattro frasi di rito, giusto per non perdersi.
Scusate il volo mentale.
Il punto è che ho assistito, negli ultimi anni, ad una revisione terminologica generata dalla volontà di un atteggiamento di rispetto generale, cui però non è seguito un comportamento adeguatamente risolutivo di problemi più seri, è stata una mera evoluzione del linguaggio e nulla di più.
E' solo una mia impressione, o è buonismo tout court? No, davvero: voi cosa ne pensate?
è un'impressione anche mia, ovviamente parlo solo per la mia sensibilità che non corrisponderà per forza a quella di un altro, ma appunto personalmente trovo cose come "non vedente" assurde, le persone sono perfettamente consapevoli della loro condizione (io ho un amico con la sclerosi multipla che si chiama Giacomo, e ogni tanto se ne esce che le gambe gli fanno Giacomo Giacomo, vabbè fine stronzata che comunque rende l'idea): per citare la battuta fra poco le persone grasse verranno chiamate "diversamente magre". Il tutto secondo me ha più a che fare con l'ipocrisia che vorrebbe tutti delicati però a parole.
Nel caso della battuta di Berlusconi per quanto mi costi una fatica incredibile ammetterlo, per me rimane soltanto una battuta (nonostante il piano ufficiale eccetera) e non sarebbe male se ci si scandalizzasse piuttosto per altro.
Non so bene per quanto riguarda la parola "negro". Io la uso perchè "nero" è veramente insopportabile e ambigua, e comunque che io sappia non aveva un'accezione negativa (basta vedere la storia del jazz, difficile dire che Polillo fosse razzista), anche se nel tempo pare averla presa.
Sui gay, "frocio" o "ricchione" sono chiaramente offensivi ma penso che si possano usare anche in modo scherzoso, se chi è presente capisce e ammette il tono (un po' come i bestemmioni).
fine post seriosissimo
dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
#6
Inviato 07 novembre 2008 - 17:13
0 utente(i) stanno leggendo questa discussione
0 utenti, 0 ospiti, 0 utenti anonimi