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Jean-Luc Godard


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64 replies to this topic

#1 Guest_spacemen_*

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Inviato 21 agosto 2006 - 12:37

Irrompo con un nuovo regista che conosco davvero poco:Godard.Esponente della Nouvelle Vague insieme agli altri francesi Truffaut e Resnais.Posso vantare la visione solo di ??Fino all??ultimo respiro?.
Bel film.Davvero bel film.Poggia sulla sceneggiatura dell??amico Truffaut.Non credo che sia l??unico capolavoro(forse il suo film più noto),per questo confido nei vostri consigli.

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#2 Guest_vegeta_*

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Inviato 21 agosto 2006 - 12:43

anch'io ho visto pochissimo di Godard.

giusto "Fino All'ultimo Respiro" (bellissimo) e pochi altri (Crepa padrone tutto va bene).
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#3 Guest_verdoux_*

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Inviato 21 agosto 2006 - 12:46

A bout de souffle; non c'è che dire un esercizio di stile o meglio una lezione di stile; in questo senso il film merita i crediti che ha acquisito ormai da tempo; personalmente non sono impazzito per il montaggio a salti, che anzi mi ha infastidito parecchio;
per quanto riguarda il contenuto ho molte perplessità perché fa diventare simpatico un assassino e lo trasforma in vittima; il tutto piuttosto gratuitamente e senza alcun spirito critico; il film è comunque molto bello con momenti di grande poesia;

di godard ho visto poco altro; buono il disprezzo in versione integrale, noioso week end;
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#4 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 21 agosto 2006 - 12:57

Avrò visto una ventina di film firmati dal più grande cineasta francese di sempre...per la conoscenza (limitata) che ho acquisito direi che i seguenti film sono imprescindibili prima di esprimere un'opinione completa sul Maestro:

Fino all'ultimo respiro
Questa è la mia vita
Il disprezzo
Bande à part
Il bandito dell 11
Agente Lemmy Caution: Missione Alphaville
Due o tre cose che so di lei
Il maschio e la femmina
Week-end, un uomo e una donna dal sabato alla domenica
Eloge de l'amour
Notre Musique

Da notare che gli ultimi due ottimi film godardiani sono gli unici recenti...potrebbe significare un nuovo ritorno alla perduta creatività incontrollabile molto incoraggiante anche in vista di eventuali lavori futuri..
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#5 Guest_verdoux_*

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Inviato 21 agosto 2006 - 14:02

 
Avrò visto una ventina di film firmati dal più grande cineasta francese di sempre...


addirittura di sempre? ... no, io non lo pongo tanto in alto;
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#6 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 21 agosto 2006 - 14:04

No no ribadisco: il più grande di sempre...

Ps: e scusa chi ci starebbe sopra?
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#7 Guest_verdoux_*

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Inviato 21 agosto 2006 - 14:11

No no ribadisco: il più grande di sempre...

Ps: e scusa chi ci starebbe sopra?


oddio, è opinabile; secondo me almeno Vigo, Renoir, Carné, Bresson;
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#8 Guest_Figazzo_*

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Inviato 21 agosto 2006 - 14:29

a proposito del bandito delle ore 11, ma qualcuno di voi sa percaso se esistono in circolazione, ( in rete specialmente ) almeno i sottotitoli in ita di questo film?? dato che non riesco a trovare nemmeno  l'audio in ita....
  • 0

#9 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 21 agosto 2006 - 14:49


No no ribadisco: il più grande di sempre...

Ps: e scusa chi ci starebbe sopra?


oddio, è opinabile; secondo me almeno Vigo, Renoir, Carné, Bresson;


Sì ma quello che ha fatto Godard in termini di innovazione del linguaggio cinematografico è troppo importante rispetto a tutti gli altri...Vigo non lo consideravo perchè è un ibrido...chiudendo il fuori tema direi che il mio podio assoluto è: 1 GODARD 2 TRUFFAUT 3 RIVETTE..
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#10 Basilide

    Groupie

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Inviato 21 agosto 2006 - 16:21

Oddìo, anche Vivre sa vie non lo ignorerei. Peraltro prende vita (!) da una citazione di Montaigne...
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#11 Guest_Figazzo_*

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Inviato 21 agosto 2006 - 18:40

anche prenom carmen secondo me è un capolavoro o giù di li
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#12 Guest_vegeta_*

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Inviato 21 agosto 2006 - 19:15


No no ribadisco: il più grande di sempre...

Ps: e scusa chi ci starebbe sopra?


oddio, è opinabile; secondo me almeno Vigo, Renoir, Carné, Bresson;


per me il più grande di sempre è stato Truffaut, non tanto per la quantità di capolavori che ha realizzato (probabilmente solo uno, "I 400 Colpi) ma per la costante qualità e moralità della sua opera: raramente ha fatto un film brutto o inutile.

Direi che lo seguono a ruota Renoir e Vigo.

Forse di Godard ho visto troppo poco per emettere giudizi, ma in questo momento è così che la penso.
  • 0

#13 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 21 agosto 2006 - 20:58

Truffaut è un monumento, un grandissimo della storia del cinema, un profondo conoscitore del mezzo tecnico ecc. ecc....ma di fronte a Godard non può nulla manco lui..
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#14 Guest_Eugenetic Axe_*

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Inviato 21 agosto 2006 - 22:35

Truffaut è un monumento, un grandissimo della storia del cinema, un profondo conoscitore del mezzo tecnico ecc. ecc....ma di fronte a Godard non può nulla manco lui..


Godard non ha fatto un JULES ET JIM, né un ARGENT DE POCHE.

Vigo non lo consideravo perchè è un ibrido...


Ok, spiegami questa tua opinione. Perché un ibrido? Dove?
  • 0

#15 Nekokuma

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Inviato 21 agosto 2006 - 22:43

ci mancava solo la gara a chi arriva primo tra Godard, Truffaut, Rivette, Renoir, Vigo.

State proprio inguaiati, lasciatevelo dire.
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#16 Guest_Eugenetic Axe_*

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Inviato 21 agosto 2006 - 22:54

ci mancava solo la gara a chi arriva primo tra Godard, Truffaut, Rivette, Renoir, Vigo.



Personalmente non ritengo uno superiore all'altro. Della NV preferisco Truffaut, ma non sostengo che è il migliore, perché anche gli altri registi (Godard in primis, ma anche Rohmer, per fare uno dei nomi più illustri) hanno i loro innegabili meriti nella storia del cinema, certamente non inferiori a quelli di T.
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#17 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 21 agosto 2006 - 22:58


Truffaut è un monumento, un grandissimo della storia del cinema, un profondo conoscitore del mezzo tecnico ecc. ecc....ma di fronte a Godard non può nulla manco lui..


Godard non ha fatto un JULES ET JIM, né un ARGENT DE POCHE.

Vigo non lo consideravo perchè è un ibrido...


Ok, spiegami questa tua opinione. Perché un ibrido? Dove?


Rispondo solo alla seconda obiezione, se no Nekokuma pensa che siamo spettatori a-morali...
Jean Vigo ha un cinematografia ristretta a due grandi opere di cui la prima, Zero in condotta è stata tumultuosamente portata a destinazione grazie a capitale spagnolo, locations spagnole e figuranti addirittura prelevati dal principato di Andorra, luogo di cui Vigo era originario...
Nella mia affermazione che ha poi (de)generato il casotto un pò fuori tema sulla gara a chi è più bravo era indirizzata a colui che secondo me ha maggiormente inciso sulla storia della cinematografia francese, in virtù delle novità tecniche, linguistiche, ma anche ideologiche che ne hanno caratterizzato l'intera carriera...e questa significatività per la Francia tutta nell'opera (immensa) di Vigo io non ce la vedo...

Ps: comunque mi convinco di essere sempre di più un osservatore realmente amorale di cinema...magari un giorno posterò una mail che mi è pervenuta direttamente dal set di un film italiano campione d'incassi in cui mi si muove un'accusa del genere...ah, i valori, questi sconosciuti..
  • 0

#18 Nekokuma

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Inviato 21 agosto 2006 - 23:03

non so che tipo di spettatore tu sia nè che tipo di spettatori siano gli altri, so solo che in questo thread, a parte i titoli dei film e il giochetto di chi è meglio, su Godard non ho letto nemmeno una parola, e in genere mi sembra che tu (ma anche altri frequentatori di questa sezione del forum) più che discutere sputi sentenze, e chi s'è visto s'è visto.

Ma magari sono io che sono troppo vintage, magari oggi si discute così, a chi sa più titoli e il resto è tutto sottinteso.
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#19 dazed and confused

    festina lente

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Inviato 21 agosto 2006 - 23:50

non so che tipo di spettatore tu sia nè che tipo di spettatori siano gli altri, so solo che in questo thread, a parte i titoli dei film e il giochetto di chi è meglio, su Godard non ho letto nemmeno una parola, e in genere mi sembra che tu (ma anche altri frequentatori di questa sezione del forum) più che discutere sputi sentenze, e chi s'è visto s'è visto.

Ma magari sono io che sono troppo vintage, magari oggi si discute così, a chi sa più titoli e il resto è tutto sottinteso.


Mi aggiungo al club dei vintage demodè.
Poi leggere che Truffaut ha fatto solo un capolavoro, cioè I quattrocento colpi, mi viene un mal di stomaco pazzesco...sarà l'ora tarda e domani è un altro giorno.
Su Godard fin qui non ho letto niente nemmeno io, sarà che so cecata... 8)
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#20 Guest_vegeta_*

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Inviato 22 agosto 2006 - 00:18


non so che tipo di spettatore tu sia nè che tipo di spettatori siano gli altri, so solo che in questo thread, a parte i titoli dei film e il giochetto di chi è meglio, su Godard non ho letto nemmeno una parola, e in genere mi sembra che tu (ma anche altri frequentatori di questa sezione del forum) più che discutere sputi sentenze, e chi s'è visto s'è visto.

Ma magari sono io che sono troppo vintage, magari oggi si discute così, a chi sa più titoli e il resto è tutto sottinteso.


Mi aggiungo al club dei vintage demodè.
Poi leggere che Truffaut ha fatto solo un capolavoro, cioè I quattrocento colpi, mi viene un mal di stomaco pazzesco...sarà l'ora tarda e domani è un altro giorno.
Su Godard fin qui non ho letto niente nemmeno io, sarà che so cecata... 8)


qui dipende da cosa si intende per capolavoro.

Io per capolavoro intendo un film che ha modificato il modo di vedere e intendere il cinema. Per me Truffaut questo l'ha fatto solo con il suo bellissimo film d'esordio.

Con questo voglio forse dire che a parte questo ha fatto solo filmetti?

Certo che no. Si è sempre mantenuto su altissimi livelli, è senza dubbio uno dei miei dieci autori prediletti: "Adele H.", "La Sposa In Nero", "Jules e Jim", "L'Ultimo Metrò", "La Signora Della Porta Accanto", "La mia droga si chiama Julie", "Il Ragazzo Selvaggio"...potrei continuare....

pochi cineasti possono vantare una filmografia così ricca di film belli, sinceri, appassionati.

Questioni di gusti, questione di cuore. C'è chi preferisce i Beatles e chi i Rolling Stones. Io preferisco Truffaut a Godard, perchè i suoi film riescono ad emozionarmi come pochi altri.
  • 0

#21 Nekokuma

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Inviato 22 agosto 2006 - 06:52

sì ma per esempio, perchè secondo te il film di esordio di Truffaut "ha modificato il modo di intendere e di vedere il cinema"? oppure, quali sono queste innovazioni tecniche, linguistiche e ideologiche che Godard ha introdotto nella storia della cinematografia di cui parla Jules? perchè non ne discutiamo invece di fare i listoni dei film?
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#22 Guest_vegeta_*

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Inviato 22 agosto 2006 - 09:04

sì ma per esempio, perchè secondo te il film di esordio di Truffaut "ha modificato il modo di intendere e di vedere il cinema"? oppure, quali sono queste innovazioni tecniche, linguistiche e ideologiche che Godard ha introdotto nella storia della cinematografia di cui parla Jules? perchè non ne discutiamo invece di fare i listoni dei film?


bè, ne i "400 Colpi" per esempio, Truffaut è il primo ad utilizzare riprese effettuate "dal vero", aggirandosi per la strada, e filmando i suoi protagonisti in mezzo alla città in movimento.
Truffaut è senza dubbio tra i primi a contaminare la fiction con il documentario, e ciò anche grazie all'utilizzo di nuove macchina da presa più leggere sperimentate nel campo della televisione, e che gli permettono di pedinare il suo Antoine.

Con questo film inoltre, questo immenso autore, tenta un espediente prima mai utilizzato nella storia del cinema: seguire un personaggio nel corso delle varie tappe della sua vita, dedicando un film diverso per ogni età. E così Antoine Doinel diventa un ciclo di pellicole a loro modo uniche, che variano dal dramma (i 400 colpi) alla commedia romantica (baci rubati).
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#23 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 22 agosto 2006 - 13:43

In tutta la mia esperienza di articoli sul cinema, che è cominciata anni addietro e prosegue tuttora anche nel lavoro che faccio, mi hanno sempre accusato di essere troppo intellettualoide nei miei discorsi, troppo anti-sentimentale, secondo alcuni sulle cui opere ho scritto qualcosa sarei uno che vede il cinema in modo troppo cerebrale, che sto lì ad esasperare i minimi dettagli di ogni singola scena...

Ora arriva Nekokuma che invece mi muove l'accusa esattamente contraria...di non cercare l'approfondimento...insomma, è un vivere difficile oggi...è che su Godard ho discusso talmente tanto in passato che mi viene naturale, se uno mi chiede qualche consiglio, dargli direttamente una bella lista di film da vedere, dando per scontato che sulle innovazioni che il grande Jean-Luc ha apportato al cinema europeo non ho bisogno di ripetermi...

Piccola, ulteriore, pedante precisazione: la questione, qui ammetto ridotta in termini meramente classificatori, sul chi è meglio fra l'uno e l'altro non è un'amenità...esistono dei parametri oggettivi su cui personalmente ho coltivato il mio senso critico che mi permettono di dire, sempre secondo me sia chiaro, che un tizio è in certi casi superiore all'altro...dunque, non è affatto assurdo dire che Godard è superiore a Truffaut...

Poi, che in molti siano in disaccordo ci può anche stare, tenendo pure conto del fatto che ripassare la Nouvelle Vague è sempre dura..
  • 0

#24 Nekokuma

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Inviato 22 agosto 2006 - 13:46

quindi siccome tu hai scritto da altre parti sulle innovazioni di Godard, qua sopra non le possiamo sapere.

Ok.
  • 0

#25 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 22 agosto 2006 - 13:54

Non è un compito che spetta a me...credo..

E poi non capisco perchè te la stai prendendo così: non vorrei che il mio osteggiare la tua visione di cinema di cui abbiamo discusso anche con Brucaliffa nell'altro thread ti abbia urtato...

Comunque tranquillo: in Godard apprezzo anche i fantomatici valori, non solo l'estetica..
  • 0

#26 Nekokuma

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Inviato 22 agosto 2006 - 14:00

ma io non me la sto mica prendendo, volevo solo sapere quali sono le innovazioni che Godard ha apportato al cinema, se è un segreto di stato ok, ne prendo atto, mi informerò da altre parti.

Normalmente però, ti dico, su un forum se uno dice "questo ha apportato innovazioni" e un altro chiede "quali innovazioni?", di regola si risponde.
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#27 Guest_verdoux_*

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Inviato 22 agosto 2006 - 14:19

ma io non me la sto mica prendendo, volevo solo sapere quali sono le innovazioni che Godard ha apportato al cinema, se è un segreto di stato ok, ne prendo atto, mi informerò da altre parti.



che io sappia i salti di montaggio
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#28 slothrop

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Inviato 22 agosto 2006 - 14:20

Non è un compito che spetta a me...credo..


Se scegli di discutere su un forum a chi altri dovrebbe spettare?
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#29 starmelt

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Inviato 22 agosto 2006 - 14:24


che io sappia i salti di montaggio


Scusa, cosa sono i salti di montaggio?  ???
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#30 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 22 agosto 2006 - 14:28

Ok, visto che leggo che sei un redattore e a me i redattori per principio mi fanno paura ti rispondo così senza esitare:

A chi mi chiede di rispondere sulla portata della novità portata dal cinema di Jean-Luc Godard nel panorama europeo anni Sessanta, io controbatto sempre dicendo che prima occorre fare una precisazione: la Nuovelle Vague non è stata uguale per tutti i suoi fondatori...la volontà di ribellarsi al cinema più classico che più classico non si può i vari autori l'hanno vissuta diversamente...da una parte Truffaut con la concentrazione sul mettere in discussione le regole più tradizionali di ripresa e di ritmo che avevano regnato fin là, dall'altra parte Rivette, col suo concentrarsi esclusivamente sulla profondità da apportare ai personaggi, nè macchiette cinematografiche, nè fantocci da documentario politico...

E poi c'è lui, Godard, che la Nuovelle Vague l'ha sposata in pieno, non su certi versanti solamente...mi permetto di dissentire anche con chi dice che la spinta ribelle del genio si sia fermata con Il bandito delle 11, come se dopo la deriva marxista fosse un di più non richiesto...invece no, c'è anche nella seconda fase godardiana quell'impeto di sregolatezza che aveva caratterizzato le sue prime opere...

INNOVAZIONE LINGUISTICA. Godard prende il modello tradizionale di sceneggiatura letteralmente a schiaffi, si rifiuta di appiattirsi sul ragionamento della morale comune di un protagonista portatore di valori della società del tempo: i suoi personaggi non sono idealizzati, sono invece molto terreni e, come potrebbe essere il primo tizio che incontriamo per strada, vivono la loro avventura all'interno del film senza preoccuparsi di trasmettere alcuna epicità allo spettatore...per non parlare dell'intenzione godardiana di soffermarsi a ragionare sul mezzo cinema in sè! forse il primo europeo a capire il fascino della questione metacinematografica: basti pensare i verbosissimi dialoghi intrisi di passione per il genere infilati in Bande a part o in Agente Lemmy Caution: Missione Alphaville (uno dei gioielli da riscoprire)...

INNOVAZIONE TECNICA: anche qui, mi spiace, devo ricorrere ad una parolaccia, metacinema...quando fin da Fino all'ultimo respiro il regista decide che gli attori guardino l'obiettivo in camera, o che passino molto tempo nel fare il punto sulla trama con lunghi monologhi oppure, negando se stesso, procede per tempi morti lunghissimi (basterebbe citare l'interminabile piano-sequenza nel traffico di Week-end, un uomo e una donna dal sabato alla domenica) è chiaro il suo intento di trasmettere a chi guarda un nuovo modo di fare e vedere cinema, più consapevole della divisione che c'è fra la realtà vissuta dagli uomini ed il mondo del cinema, dove tutto, ma proprio tutto, è plausibile, se il regista lo vuole...

INNOVAZIONE IDEOLOGICA: da molti viene considerata una parentesi fastidiosa nella carriera di Godard, ma per me la sua svolta marxista non tradisce le origini e, come ho detto in apertura, non tradisce nemmeno i canoni della Nouvelle Vague...perchè i suoi lungometraggi dopo il bandito delle 11 conservano quello spirito di ribellione ai canoni tradizionali che sono il fulcro della sua prima fase: già con l'ironia di fondo di mascherare dei documentari-pamphlet sotto il vestito di drammi di fiction ci fa capire come il Maestro non abbia rinunciato a studiare la commistione tra i genere, anche in questo periodo in cui sente delle urgenze superiori anche alla passione stessa per il suo lavoro...

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#31 Guest_vegeta_*

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Inviato 22 agosto 2006 - 14:30



che io sappia i salti di montaggio


Scusa, cosa sono i salti di montaggio?  ???


il jump cut...ovvero un montaggio che salta tra un inquadratura e un altra senza soluzioni di continuità...oppure che salta anche all'interno dell'inquadratura medesima. Se avete visto il film di Godard sapete di che parlo.

Ma a parte questo è un film importante anche per come contamina diversi generi, traendo ispirazione dal cinema noir americano in primis.

Forse però è meglio che ne parli Jules...io come ho già detto non mi ritengo un "Godardiano" doc.
  • 0

#32 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 22 agosto 2006 - 14:31

Dovrebbe spettare a chi il thread lo apre...oppure a chi ha da ridire sulle lacune di post altrui..
  • 0

#33 slothrop

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Inviato 22 agosto 2006 - 14:32

Ok, visto che leggo che sei un redattore e a me i redattori per principio mi fanno paura ti rispondo così senza esitare...


E tutto questo nel tempo di un ctrl/c + ctrl/v

Più facile di così!
  • 0

#34 Nekokuma

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Inviato 23 agosto 2006 - 08:38


....


grazie Jules, è particolarmente interessante il discorso del meta-cinema e il fatto che essa si affianchi alla messa in scena di personaggi "terreni, come potrebbe essere il primo che incontriamo per strada" che però agiscono in un sistema in cui la distinzione fra realtà e mondo del cinema è netta e consapevole, e in film come "Fino all'ultimo respiro" sembra che i personaggi stessi si rendano conto di questa distinzione, del fatto che stanno vivendo dentro a un film. Anche per me la svolta marxista non solo non è una parentesi fastidiosa, ma un valore aggiunto al suo modo di fare cinema che proprio perchè talmente originale e "autoreferenziale" in senso buono, avrebbe potuto finire per girare all'infinito su se stesso, insomma un'applicazione delle sue forme ad un contenuto dal netto taglio ideologico rappresenta a mio parere un'evoluzione e non un'involuzione.

E delle Histoire(s) du Cinema che mi dici?

PS off topic: hai visto Takeshis', l'ultimo film di Takeshi Kitano? Anche questo si interroga sul mondo del cinema, dei personaggi, della differenza fra mondo filmico e mondo reale aggiungendo all'analisi l'elemento "televisione" e battendo dunque anche sul concetto di serialità e di ripetizione. Se l'hai visto, che ne pensi?
  • 0

#35 Ejzenstejn

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Inviato 23 agosto 2006 - 10:50

Godard fu molto influenzato dalla visione dei film di Mizoguchi il quale, essendo un semplice artista, si limitò a fare un cinema di poesia, mentre il francese volle dare una veste ideologica (non è colpa sua, è colpa di Cartesio) alla faccenda e così non riuscì a superare quel labile confine che separa i maestri dai buoni tirocinanti. Con questo non voglio dire che non abbia fatto dei film pregevoli, la sua importanza nella storia del cinema è senz'altro da ridimensionare però...
Beh, a mio modesto avviso, s'intende...
  • 0

#36 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 23 agosto 2006 - 12:18

Anche se sono dichiaratamente godardiano, cerco di essere sempre obiettivo...e dare del buon tirocinante ad uno come lui lo giudico un pò troppo severo...

Comunque è molto giusta la relazione che fai con Mizoguchi: cambiano i ritmi, cambia ovviamente lo sfondo sociale, ma effettivamente nei capolavori del Maestro giapponese si ritrova parecchio della poetica godardiana...

Ps: su Takeshi's risponderò con più calma...mi limito solo a dire che forse preferisco il Kitano più melodrammatico e meno scherzoso di quello che comincia un pò troppo ad arrotarsi su se stesso del suo ultimo film (che è un pò lo stesso discorso valido anche per Brother)..
  • 0

#37 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 26 agosto 2006 - 17:54

Anche se sono dichiaratamente godardiano, cerco di essere sempre obiettivo...e dare del buon tirocinante ad uno come lui lo giudico un pò troppo severo...

Comunque è molto giusta la relazione che fai con Mizoguchi: cambiano i ritmi, cambia ovviamente lo sfondo sociale, ma effettivamente nei capolavori del Maestro giapponese si ritrova parecchio della poetica godardiana...


Mah, il collegamento con Mizoguchi c'è di certo ma non è così diretto, in assoluto la Nouvelle Vague nacque dalle basi che un certo tipo di minimalismo aveva lanciato, nel legame con la realtà, nella fedeltà al realistico(ma mai, figuriamoci, al reale), ma in realtà Mizoguchi resta comunque un cineasta, parlandone in termini Godardiani, ancora troppo legato alla tradizione della qualità, nonostante egli stesso lo apprezzasse molto io credo sia stato molto più influenzato dallo già nominato Bresson, ma anche da Cocteau, Renoir e compagnia cantante, tutti professanti, a buon diritto, della Politica degli Autori.Lo stesso fatto, per esempio, che il capolavoro di Mizoguchi, Ugetsu Monogatari, i racconti della luna pallida d'agosto, sia così legato ai racconti da cui è preso lo allontana dal ruolo centrale dell'autore nell'idea Godardiana del cinema.Per quanto riguarda il post precedente di Ejzenstejn, beh, Mizoguchi è un cineasta sociale, Godard è un cineasta politico, ma entrambi si possono definire in tutto e per tutto registi impegnati, in senso politico.Pensare che il regista nipponico sia lontano dalla volontà di esprimere un messaggio di carattere, ripeto, sociale nelle sue pellicole vuol dire averci capito poco, secondo me.Si pensi all'immenso lavoro sul ruolo della donna.
  • 0

#38 Ejzenstejn

    aspirante indie

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Inviato 27 agosto 2006 - 15:53


Per quanto riguarda il post precedente di Ejzenstejn, beh, Mizoguchi è un cineasta sociale, Godard è un cineasta politico, ma entrambi si possono definire in tutto e per tutto registi impegnati, in senso politico.Pensare che il regista nipponico sia lontano dalla volontà di esprimere un messaggio di carattere, ripeto, sociale nelle sue pellicole vuol dire averci capito poco, secondo me.Si pensi all'immenso lavoro sul ruolo della donna.


Concordo perfettamente sul grande lavoro svolto da Mizoguchi sulla figura femminile, delle geishe e prostitute in particolare, attraverso le quali i suoi film pososno essere letti anche come analisi sociali. Ma mi sembra che l'aspetto prevalente nei suoi film sia quello artistico, poetico. Ci sono registi che loro malgrado, forse, attraverso l'arte riescono a dare un quadro socialmente molto forte e altri che magari pretendono di essere socialmente impegnati e invece tutto quel che riescono a fare sono dei film noiosi. Succede.
Per il resto è possibilissimo che io abbia capito poco dell'immenso patrimonio di Mizoguchi, l'arte è un fenomeno così complesso... però dividere i registi in "sociali" o "politici" non mi interessa, altrimenti dovremmo inserire Bresson tra gli "ambientalisti" visto che ha fatto fare un film da un asino. Mi piace il cinema, tutto qui.

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#39 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 27 agosto 2006 - 16:14



Per quanto riguarda il post precedente di Ejzenstejn, beh, Mizoguchi è un cineasta sociale, Godard è un cineasta politico, ma entrambi si possono definire in tutto e per tutto registi impegnati, in senso politico.Pensare che il regista nipponico sia lontano dalla volontà di esprimere un messaggio di carattere, ripeto, sociale nelle sue pellicole vuol dire averci capito poco, secondo me.Si pensi all'immenso lavoro sul ruolo della donna.


Ma mi sembra che l'aspetto prevalente nei suoi film sia quello artistico, poetico. Ci sono registi che loro malgrado, forse, attraverso l'arte riescono a dare un quadro socialmente molto forte e altri che magari pretendono di essere socialmente impegnati e invece tutto quel che riescono a fare sono dei film noiosi.


Ok, per me artistico e poetico hanno significati molto vasti e difficilmente li accosterei ad un'analisi filmica. Per il resto non si tratta di fare film impegnati(cosa che Godard non ha mai pensato di fare), la Nouvelle Vague è un movimento che nasce sotto contaminazioni Marxiste.
Una corrente come il minimalismo(Bresson, Mizoguchi) o il neorealismo non è la stessa cosa di un movimento come la Nouvelle Vague o il Dogma.
Un movimento nasce, spesso, da una dichiarazione d'intenti, ed è per questo, spesso, legato a fenomeni di tipo politico.
Poi, come giustamente dicevi tu, dopo la comprensione dell'importanza che un cineasta può avere avuto nella storia, c'è il mero gusto estetico che in un'arte che si fonda sull'immagine è fondamentale, io preferisco di gran lunga Scola a Pasolini, e Wilder a Bunuel, ma questo non vuol dire che non ci siano delle "classifiche" che invertono queste preferenze, classifiche prodotte da gente che di cinema ne capisce molto più di me. Per questo, per ora, non me la sento di affermare che Scola sia migliore di Pasolini e preferisco sottolineare in ognuno ciò che lo rende importante a livello storico-cinematografico.
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#40 Ejzenstejn

    aspirante indie

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Inviato 28 agosto 2006 - 12:17


Ok, per me artistico e poetico hanno significati molto vasti e difficilmente li accosterei ad un'analisi filmica. Per il resto non si tratta di fare film impegnati(cosa che Godard non ha mai pensato di fare), la Nouvelle Vague è un movimento che nasce sotto contaminazioni Marxiste.
Una corrente come il minimalismo(Bresson, Mizoguchi) o il neorealismo non è la stessa cosa di un movimento come la Nouvelle Vague o il Dogma.
Un movimento nasce, spesso, da una dichiarazione d'intenti, ed è per questo, spesso, legato a fenomeni di tipo politico.
Poi, come giustamente dicevi tu, dopo la comprensione dell'importanza che un cineasta può avere avuto nella storia, c'è il mero gusto estetico che in un'arte che si fonda sull'immagine è fondamentale, io preferisco di gran lunga Scola a Pasolini, e Wilder a Bunuel, ma questo non vuol dire che non ci siano delle "classifiche" che invertono queste preferenze, classifiche prodotte da gente che di cinema ne capisce molto più di me. Per questo, per ora, non me la sento di affermare che Scola sia migliore di Pasolini e preferisco sottolineare in ognuno ciò che lo rende importante a livello storico-cinematografico.

Infatti a volte mi chiedo cosa resterà di Von Trier, anche se ora non vorrei suscitare un vespaio con gli ammiratori di questo regista. Nelle opere di Godard che mi è capitato di vedere ho percepito qualcosa che non mi convince del tutto (ovviamente è una sensazione soggettiva e non pretendo di renderla oggettiva), come se il passaggio dalla teoria alla pratica si inceppasse, nei risultati, nella ??godibilità? del prodotto film, se mi si consente la superficialità da spettatore medio. Con questo non voglio sminuire la sua importanza di teorico del cinema né il ruolo della Nouvelle Vague. Dico solo che l??importanza storica di un regista si può ??misurare? in base all??apporto (in termini di innovazione/rivoluzione delle tecniche, dei generi, ecc.) o anche in base alla produzione (un capolavoro vale più di 100 film buoni? E quale è il peso di una pietra miliare?), e naturalmente tutto è discutibile.
Quando Majakovskij sostiene che di fronte a un film dobbiamo interrogarci perché un film come La donna di Parigi risulti praticamente e poeticamente perfetto, mentre altri film irrimediabilmente noiosi, introduce i concetti fondamentale di maturità e indipendenza del cinema, grazie alla immensa possibilità che ha di elaborare un linguaggio poetico. L??immagine è trattata come segno linguistico, per cui ??il film parla da solo? e non ha bisogno di essere spiegato, come le barzellette.
Paradossalmente, ci si insegna a scuola, la rivoluzione teorizzata da Marx ed Engels si è realizzata proprio in Russia, paese nel quale non sussistevano le condizione socioeconomiche perché si realizzasse. Paradossalmente la realizzazione di un cinema poetico/lirico ha avuto luogo proprio nell??Unione sovietica, a dispetto dei legacci ideologici. Spesso l??arte si può ritrovare in ciò che sfugge alla censura ideologica del potere o dell??autore. O dei critici.
Come giustamente osservi, i comparativi e i superlativi servono poco, non ha molto senso paragonare Wilder e Bunuel, né Mizoguchi e Godard, tanto più che il primo è considerato un maestro dal secondo, che in un impeto di ammirazione abbina al titolo di ??più grande? l??aggettivo ??giapponese?. Un po?? come dire che Chaplin è il più grande regista americano. Personalmente ho abbastanza in odio le classifiche e trovo che la tassonomia applicata la cinema sia un espediente utile a chi fa un lavoro di riflessione sul cinema e basta.


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#41 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 28 agosto 2006 - 19:50


Infatti a volte mi chiedo cosa resterà di Von Trier, anche se ora non vorrei suscitare un vespaio con gli ammiratori di questo regista. Nelle opere di Godard che mi è capitato di vedere ho percepito qualcosa che non mi convince del tutto (ovviamente è una sensazione soggettiva e non pretendo di renderla oggettiva), come se il passaggio dalla teoria alla pratica si inceppasse, nei risultati, nella ??godibilità? del prodotto film, se mi si consente la superficialità da spettatore medio. Con questo non voglio sminuire la sua importanza di teorico del cinema né il ruolo della Nouvelle Vague. Dico solo che l??importanza storica di un regista si può ??misurare? in base all??apporto (in termini di innovazione/rivoluzione delle tecniche, dei generi, ecc.) o anche in base alla produzione (un capolavoro vale più di 100 film buoni? E quale è il peso di una pietra miliare?), e naturalmente tutto è discutibile.


La Nouvelle Vague (come anche il Dogma) non si è mai mossa per produrre capolavori, ma per evolversi su quei binari di carattere elitario di cui i Cahiers erano partenza quanto arrivo.Si veda l'importanza capitale della citazione nella poetica della Nouvelle.Questo per quanto riguarda la produzione, concetto che, credo, tu riferissi alla capacità di produrre puro spettacolo visivo e il legame dell'opera con il suo pubblico.Tuttavia questo concetto è molto pericoloso, perchè, se esalta cineasti come Wilder, Ejzenstejn,Hitchcocck, giustifica polpettoni mastodontici ma altrettanto pessimi.Quindi si ritorna sempre lì, l'unica cosa che conti veramente è la capacità di essere pietra miliare, importanza però che non si può che valutare dopo almeno 20 anni, e oggi, io posso meravigliosamente affermare che l'importanza di Godard per lo sviluppo e l'evoluzione del cinema in quanto tale è pari a quella di Ejzenstejn.
Credo quindi che il tuo discorso sia un pò superficiale, perchè se è vero che Godard necessita, in molte pellicole, di essere "spiegato"(ma sarebbe meglio il verbo educare) Truffaut non è assoggettato assolutamente a questa regola. E la corazza Potemkin, da un punto di vista meramente estetico, non vale meno dei 400 colpi.E nonostante possa sembrar facile apprezzare il cineasta russo, tuttavia al suo tempo non fu così.


Quando Majakovskij sostiene che di fronte a un film dobbiamo interrogarci perché un film come La donna di Parigi risulti praticamente e poeticamente perfetto, mentre altri film irrimediabilmente noiosi, introduce i concetti fondamentale di maturità e indipendenza del cinema, grazie alla immensa possibilità che ha di elaborare un linguaggio poetico. L??immagine è trattata come segno linguistico, per cui ??il film parla da solo? e non ha bisogno di essere spiegato, come le barzellette.


L'arte, nonostante la sua componente immediata, è cultura, e la cultura necessita di un'educazione.Negare l'esistenza della critica vuol dire negare quello stesso processo che oggi ti porta ad osannare il cinema russo.
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#42 Ejzenstejn

    aspirante indie

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Inviato 29 agosto 2006 - 07:52


La Nouvelle Vague (come anche il Dogma) non si è mai mossa per produrre capolavori, ma per evolversi su quei binari di carattere elitario di cui i Cahiers erano partenza quanto arrivo.Si veda l'importanza capitale della citazione nella poetica della Nouvelle.Questo per quanto riguarda la produzione, concetto che, credo, tu riferissi alla capacità di produrre puro spettacolo visivo e il legame dell'opera con il suo pubblico.Tuttavia questo concetto è molto pericoloso, perchè, se esalta cineasti come Wilder, Ejzenstejn,Hitchcocck, giustifica polpettoni mastodontici ma altrettanto pessimi.Quindi si ritorna sempre lì, l'unica cosa che conti veramente è la capacità di essere pietra miliare, importanza però che non si può che valutare dopo almeno 20 anni, e oggi, io posso meravigliosamente affermare che l'importanza di Godard per lo sviluppo e l'evoluzione del cinema in quanto tale è pari a quella di Ejzenstejn.


Questo potrebbe essere un punto di incontro. In effetti trovo più corretto paragonare Godard a Ejzenstejn piuttosto che a Mizoguchi, quest'ultimo semmai lo accosterei a Dovzenko...

Credo quindi che il tuo discorso sia un pò superficiale, perchè se è vero che Godard necessita, in molte pellicole, di essere "spiegato"(ma sarebbe meglio il verbo educare) Truffaut non è assoggettato assolutamente a questa regola. E la corazza Potemkin, da un punto di vista meramente estetico, non vale meno dei 400 colpi.E nonostante possa sembrar facile apprezzare il cineasta russo, tuttavia al suo tempo non fu così.

L'arte, nonostante la sua componente immediata, è cultura, e la cultura necessita di un'educazione.Negare l'esistenza della critica vuol dire negare quello stesso processo che oggi ti porta ad osannare il cinema russo.


A questo punto credo sia necessario operare una qualche distinzione tra chi si occupa di cinema per lavoro, l'amatore e chi va al cinema per vedersi uno spettacolo. Il pubblico italiano è stato "educato" dalla distribuzione ad apprezzare prevalentemente i prodotti del cinema statunitense. Il cinema prima che cultura è potente mezzo di propaganda, come aveva capito Stalin. E crea legami con lo spettatore che non sono solo di tipo culturale, quanto piuttosto di tipo emozionale e psicologico. L'educazione al cinema è molto semplice: basta guardare film, di ogni genere, perchè si formi la sensibilità per questo tipo particolare di arte. Naturalmente il caso è diverso per chi deve occuparsi di cinema a livello professionale. Massimo rispetto per i critici seri, e qualcuno ce n'è, ma ho letto delle critiche spaventosamente scorrette, per non parlare dei giudizi espressi in pallini!
Il cinema , proprio grazie al tipo di linguaggio che usa, è un'arte che si spiega da sola e l'unica cosa che aiuta veramente è l'aver visto un buon numero di film. Se poi questo significa essere superficiali me ne assumo la responsabilità. Da parte mia considero superficiale tanta critica a buon mercato.
Infine, anche se qui non si fanno discorsi personali, posso assicurarti che la mia passione per il cinema russo-sovietico non deriva dalla lettura della critica.
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#43 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 29 agosto 2006 - 14:47



La Nouvelle Vague (come anche il Dogma) non si è mai mossa per produrre capolavori, ma per evolversi su quei binari di carattere elitario di cui i Cahiers erano partenza quanto arrivo.Si veda l'importanza capitale della citazione nella poetica della Nouvelle.Questo per quanto riguarda la produzione, concetto che, credo, tu riferissi alla capacità di produrre puro spettacolo visivo e il legame dell'opera con il suo pubblico.Tuttavia questo concetto è molto pericoloso, perchè, se esalta cineasti come Wilder, Ejzenstejn,Hitchcocck, giustifica polpettoni mastodontici ma altrettanto pessimi.Quindi si ritorna sempre lì, l'unica cosa che conti veramente è la capacità di essere pietra miliare, importanza però che non si può che valutare dopo almeno 20 anni, e oggi, io posso meravigliosamente affermare che l'importanza di Godard per lo sviluppo e l'evoluzione del cinema in quanto tale è pari a quella di Ejzenstejn.


Questo potrebbe essere un punto di incontro. In effetti trovo più corretto paragonare Godard a Ejzenstejn piuttosto che a Mizoguchi, quest'ultimo semmai lo accosterei a Dovzenko...

Credo quindi che il tuo discorso sia un pò superficiale, perchè se è vero che Godard necessita, in molte pellicole, di essere "spiegato"(ma sarebbe meglio il verbo educare) Truffaut non è assoggettato assolutamente a questa regola. E la corazza Potemkin, da un punto di vista meramente estetico, non vale meno dei 400 colpi.E nonostante possa sembrar facile apprezzare il cineasta russo, tuttavia al suo tempo non fu così.

L'arte, nonostante la sua componente immediata, è cultura, e la cultura necessita di un'educazione.Negare l'esistenza della critica vuol dire negare quello stesso processo che oggi ti porta ad osannare il cinema russo.


A questo punto credo sia necessario operare una qualche distinzione tra chi si occupa di cinema per lavoro, l'amatore e chi va al cinema per vedersi uno spettacolo. Il pubblico italiano è stato "educato" dalla distribuzione ad apprezzare prevalentemente i prodotti del cinema statunitense. Il cinema prima che cultura è potente mezzo di propaganda, come aveva capito Stalin. E crea legami con lo spettatore che non sono solo di tipo culturale, quanto piuttosto di tipo emozionale e psicologico. L'educazione al cinema è molto semplice: basta guardare film, di ogni genere, perchè si formi la sensibilità per questo tipo particolare di arte. Naturalmente il caso è diverso per chi deve occuparsi di cinema a livello professionale. Massimo rispetto per i critici seri, e qualcuno ce n'è, ma ho letto delle critiche spaventosamente scorrette, per non parlare dei giudizi espressi in pallini!
Il cinema , proprio grazie al tipo di linguaggio che usa, è un'arte che si spiega da sola e l'unica cosa che aiuta veramente è l'aver visto un buon numero di film. Se poi questo significa essere superficiali me ne assumo la responsabilità. Da parte mia considero superficiale tanta critica a buon mercato.
Infine, anche se qui non si fanno discorsi personali, posso assicurarti che la mia passione per il cinema russo-sovietico non deriva dalla lettura della critica.


Ciò che affermi è mera follia e fa molto male al cinema relegandolo in una posizione inferiore rispetto alle altre arti che meritano, invece, la critica.La critica non è solo "la recensione", la critica è l'approccio analitico ad un'opera d'arte, negarla vuol dire negare l'arte, è una cosa evidente.
La distinzione con cui tu esordisci è del tutto erronea perchè se si escludono i fruitori "da pop corn"(che tuttavia esistono in tutte le arti, dal lettore degli Armony fino al fan di Britney Spears) nessuno nega al cinema le qualità e la necessità di ricevere la critica, che è ciò che lo propone come arte.Arrivi a sostenere che basta guardare film per avere un educazione cinematografica, ma un film va contestualizzato, analizzato, mio dio ma bisogna anche dirle certe cose.I critici seri, i pallini??????Pensa i poveri Bazin, Fornara, Rohmer, Metz che penserebbero a sentir dire che il cinema "basta guardarlo".Ma sono cose difficili a spiegare tanto sono ovvie.
Poi che ci sia una fruizione diretta del cinema è ovvio, ma questa non può sostituirsi alla critica, il cinema è un linguaggio.Infine, il tuo amore per il cinema russo proviene solo dalla critica, ma questo non perchè tu ne abbia letto prima di accostartene, ma solo perchè se Ejzenstejn è arrivato fino a noi è perchè qualcuno ha pensato che quei minuti valessero un pò più di un intrattenimento visivo, poetico o meno che fosse.

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#44 Ejzenstejn

    aspirante indie

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Inviato 30 agosto 2006 - 07:42

Ciò che affermi è mera follia e fa molto male al cinema relegandolo in una posizione inferiore rispetto alle altre arti che meritano, invece, la critica.La critica non è solo "la recensione", la critica è l'approccio analitico ad un'opera d'arte, negarla vuol dire negare l'arte, è una cosa evidente.
La distinzione con cui tu esordisci è del tutto erronea perchè se si escludono i fruitori "da pop corn"(che tuttavia esistono in tutte le arti, dal lettore degli Armony fino al fan di Britney Spears) nessuno nega al cinema le qualità e la necessità di ricevere la critica, che è ciò che lo propone come arte.Arrivi a sostenere che basta guardare film per avere un educazione cinematografica, ma un film va contestualizzato, analizzato, mio dio ma bisogna anche dirle certe cose.I critici seri, i pallini??????Pensa i poveri Bazin, Fornara, Rohmer, Metz che penserebbero a sentir dire che il cinema "basta guardarlo".Ma sono cose difficili a spiegare tanto sono ovvie.
Poi che ci sia una fruizione diretta del cinema è ovvio, ma questa non può sostituirsi alla critica, il cinema è un linguaggio.Infine, il tuo amore per il cinema russo proviene solo dalla critica, ma questo non perchè tu ne abbia letto prima di accostartene, ma solo perchè se Ejzenstejn è arrivato fino a noi è perchè qualcuno ha pensato che quei minuti valessero un pò più di un intrattenimento visivo, poetico o meno che fosse.


Bene. Ora parli di follia e non di superficialità e già questo mi conforta, visto che il folle svolge un preciso ruolo sociale, quello di mostrare talvolta verità più profonde e non intelleggibili con la ragione. La verità dei folli è strettamente legata alla ??visione?. Deliri, allucinazioni, visioni, che se correttamente interpretati ci consentono di pervenire a una realtà travestita di simboli e allegorie, apparentemente magica e sotterranea che però talvolta è vicina alla verità.
Spero mi si scuserà la breve deviazione. Era solo per ribadire che l??arte di tutto ha bisogno meno che di critici, basta che guardi il desolante panorama in cui versano le arti figurative in Italia, grazie ai critici e ai loro compari galleristi. L??arte ha bisogno di una tradizione e di un??avanguardia (semplifico) e di un governo intenzionato a sostenere la cultura, per questo in Italia il cinema sta così male e non guarirà tanto presto.
Non ho detto che basti guardare un film per capirlo, ma che guardare film di diverso genere rappresenta una buona educazione al cinema. Come quando si impara una lingua straniera e occorre ascoltare e ascoltare prima di segmentare il flusso sonoro in parole. Non dico che studiarlo faccia male, sono felice che esistano libri sul cinema, così quando trovo certe stroncature di film eccezionali posso sempre bruciarli, alla Montalban...

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#45 Guest_The Man With a Movie Came_*

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Inviato 02 settembre 2006 - 20:29

Week-end, un uomo e una donna dal sabato alla domenica :D questo è sicuamente uno dei miei 10 film preferiti...di Godart ho gradito pure Alphaville
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#46 wire

    pivello

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Inviato 02 settembre 2006 - 21:17

godard è una lezione di stile dall'inizio alla fine, è intellettualismo finalmente godibile, è passare sopra al cinema più che rifondarlo (e per questo credo che non abbia rivali nella nouvelle vague)...
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#47 Guest_Figazzo_*

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Inviato 03 settembre 2006 - 08:00

da segnalare anche  "je vous saluè, marie", uno dei più filosofici e controversi , nonostante l'anatema mosso dalla chiesa all'uscita di questa rivisitazione bibblica in chiave contemporanea, una chiesa come sempre irrispettosa verso la grande arte, in questo caso a mio avviso è impossibile vedere un erotizzazione e una volgarità nei ripetutti nudi di Maria mostrati da Gocard, e non ci vedo nemmeno blasfemia data la forte componente mistica . Ecco perchè è anche uno dei film più delicati di Godard, forse il suo più complesso, di sicuro quello visivamente migliore
film cmq non per tutti
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#48 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 03 settembre 2006 - 11:51

da segnalare anche  "je vous saluè, marie", uno dei più filosofici e controversi , nonostante l'anatema mosso dalla chiesa all'uscita di questa rivisitazione bibblica in chiave contemporanea, una chiesa come sempre irrispettosa verso la grande arte, in questo caso a mio avviso è impossibile vedere un erotizzazione e una volgarità nei ripetutti nudi di Maria mostrati da Gocard, e non ci vedo nemmeno blasfemia data la forte componente mistica . Ecco perchè è anche uno dei film più delicati di Godard, forse il suo più complesso, di sicuro quello visivamente migliore
film cmq non per tutti


Concordo ma comunque non va assolutamente trascurata la componente volutamente provocatoria di quel vecchio marxista di Jean-Luc.
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#49 Kraftwave

    Roadie

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Inviato 25 novembre 2006 - 00:21

A Trieste (da Il Sole 24 Ore):
"SciencePlusFiction" propone, dal 21 al 26 novembre, spettacoli che uniscono cinema e musica: fra gli eventi la proiezione di Alphaville, di Jean-Luc Godard, accompagnato da Robin Rimbaud, e un omaggio allo scrittore polacco stanislaw Lem.
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#50 popten

    Classic Rocker

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Inviato 11 aprile 2007 - 08:14

Sono estremamente ignorante circa Godard, mi limito ad aggiungermi alle voci di approvazione per Vivre Sa Vie, film stupendo con una stupenda A.Karina.

Probabilmente avrò visto anche un cortometraggio di Godard, ma non ne sono sicuro : ambientato in un carcere, riguardava due uomini incarcerati in celle adiacenti...è suo?

Ho da parte,da vedere, il disprezzo e il maschio e la femmina

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