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La Classe - Entre les murs


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50 replies to this topic

#1 verdoux

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Posted 11 October 2008 - 22:50 PM

Film eccellente, pienamente degno e meritevole della palma d??oro.

Sono 130 minuti di tensione e di emozione, ??entre ler murs? di una scuola in un film che  è corale, multietnico e policromatico.
Aspetti importanti, ma tutto sommato marginali,  avrebbero potuto anche essere tutti bianchi e tutti francesi, non sarebbe cambiato molto, perché il film è incentrato sulla figura del professore, sulla sua drammatica contraddizione di esser carnefice suo malgrado, perché vittima della incomprensione dei suoi colleghi ed anche della malafede di qualcuno, soprattutto delle ragazze ??sgalettate?.
Capace di comprendere, ??il ragazzo è scolasticamente limitato?, dice lui e qui ci azzecca in pieno, ma incapace di farsi comprendere e di far focalizzare l??attenzione sull??epicentro del problema, si fa confondere, sviare e trascinare in querelle marginali con risultato finale nefasto per l??interesse della comunità scolastica.
Qualcuno ha detto che il cinema è come la vita, senza le sue parti più noiose; è il caso di questo film.

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#2 Von

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Posted 12 October 2008 - 10:20 AM

A dire il vero mi ha lasciato abbastanza deluso: si propone come qualcosa a metà fra film di finzione e documentario realista, ma ne esce fuori un ibrido piuttosto informe. Per carità, gli va il merito di trattare una materia fondamentale, forse oggi più che mai, e dà lo spunto per discussioni intelligenti al riguardo. Però mi stupisco che un'opera del genere abbia preso la palma d'oro, perché dal punto di vista artistico lascia parecchio a desiderare
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#3 satyajit

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Posted 12 October 2008 - 14:12 PM

A dire il vero mi ha lasciato abbastanza deluso: si propone come qualcosa a metà fra film di finzione e documentario realista, ma ne esce fuori un ibrido piuttosto informe. Per carità, gli va il merito di trattare una materia fondamentale, forse oggi più che mai, e dà lo spunto per discussioni intelligenti al riguardo. Però mi stupisco che un'opera del genere abbia preso la palma d'oro, perché dal punto di vista artistico lascia parecchio a desiderare


Questa non la accetto. Capisco che non ti sia piaciuto, ma come fai a definire "informe" un film di una coerenza stilistica esemplare, con una solida idea di regia, senza un cedimento, da qualsiasi punto di vista lo si guardi? A cosa ti riferisci? E quel "dal punto di vista artistico lascia parecchio a desiderare"? Quali sarebbero i criteri artistici che non vengono soddisfatti?
Per me è la Palma più meritata degli ultimi anni, altro che.

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#4 Von

    Groupie

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Posted 12 October 2008 - 17:22 PM


A dire il vero mi ha lasciato abbastanza deluso: si propone come qualcosa a metà fra film di finzione e documentario realista, ma ne esce fuori un ibrido piuttosto informe. Per carità, gli va il merito di trattare una materia fondamentale, forse oggi più che mai, e dà lo spunto per discussioni intelligenti al riguardo. Però mi stupisco che un'opera del genere abbia preso la palma d'oro, perché dal punto di vista artistico lascia parecchio a desiderare


Questa non la accetto. Capisco che non ti sia piaciuto, ma come fai a definire "informe" un film di una coerenza stilistica esemplare, con una solida idea di regia, senza un cedimento, da qualsiasi punto di vista lo si guardi? A cosa ti riferisci? E quel "dal punto di vista artistico lascia parecchio a desiderare"? Quali sarebbero i criteri artistici che non vengono soddisfatti?
Per me è la Palma più meritata degli ultimi anni, altro che.


Mah, la regia a me pare proprio povera. Insisto, ha il taglio del documentario senza essere un documentario, e il risultato mi lascia piuttosto perplesso. E ok, riconosco che c'è una "coerenza artistica", ma è proprio l'assunto di base a non piacermi  ;)
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#5 satyajit

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Posted 12 October 2008 - 18:16 PM

Regia povera? Di mezzi forse, ma per il resto è una scelta, che tra l'altro brilla per rigore. E di capolavori realizzati con stile semi-documentarista ne è piena la storia del cinema, anche se a te non piaciono. A questo punto mi sembra un'opinione del tutto personale.
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#6 Von

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Posted 12 October 2008 - 22:28 PM

Regia povera? Di mezzi forse, ma per il resto è una scelta, che tra l'altro brilla per rigore. E di capolavori realizzati con stile semi-documentarista ne è piena la storia del cinema, anche se a te non piaciono. A questo punto mi sembra un'opinione del tutto personale.


Beh che fosse una opinione personale era sottinteso. Anzi, pure esplicito dato che ho scritto "a me pare" oltre che "è proprio l'assunto di base a non piacermi". Rifuggo le pretese d'oggettività come la peste  ;)
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#7 Ian Smith

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Posted 13 October 2008 - 18:27 PM

mamma mia che bel film.
onesto, vero, intenso, appassionante ed appassionato, scorrevole (130 minuti e vanno via che nemmeno te ne accorgi, anzi vorresti rimanere ancora lì, "dentro le mura", spettatore invisibile ma anche contemporaneamente compagno di banco dei protagonisti), coinvolgente, ben fatto e incredibilmente ben recitato (non c'è una sola faccia di quei ragazzini della classe che non illumini la scena con il loro naturalissimo realismo).
Apprendo dalla recensione di Diego che il prof protagonista (altra grande persona/personaggio) è anche l'autore del libro a cui il film fa riferimento: non è un caso, nessun altro forse sarebbe stato in grado di "tenere la scena" con l'autorevolezza e al tempo stesso la comprensione e la passione di questo giovane professore, scrittore ed ora anche attore.
Una storia che non ha storia, la trama è fatta di piccole cose: lezioni, consigli di classe, riunioni fra professori, incontri con i genitori degli alunni. E poi c'è il rapporto con loro, i ragazzi: una classe multietnica, multicolore, vitale, energica, a tratti insolente, a tratti insofferente all'autorità.
E lui, il prof, che non stanca mai di comunicare, non rinuncia al confronto, al dialogo, al mettersi in discussione. Avrà a che fare con insegnamenti scolastici e morali, drammi (piccoli e non), problemi (tanti), rivelazioni (la monella bruttina che ha letto Platone!) e confessioni rassegnate; e ancora momenti di riflessione, di crisi, ma anche di svago, di inattesa libertà (la già citata scena finale: i ragazzini giocano a calcio con i professori, la classe rimane vuota dopo l'ultimo giorno prima dell'estate, di una poesia straordinaria).
A suo modo, un capolavoro.
Meritata Palma d'Oro.


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#8 vegeta851

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Posted 13 October 2008 - 18:36 PM

vado a vederlo domani, prima che lo tolgano dalla programmazione!
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#9 Mr telefax

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Posted 14 October 2008 - 11:15 AM

Piaciuto molto. Lo stile asciutto e naturale permette di godersi i vari eventi senza forzature, straordinaria l'efficacia recitativa degli attori n.p., ogni personaggio (reso vivo, e molto reale) viene tratteggiato in maniera incisiva e rifuggendo il più possibile da stereotipi "adulti", considerando il fatto che l'adolescenza è momento in cui ci si stereotipizza in attesa di definire il proprio sé. Il maestro protagonista è eccellente, nella sua partecipazione e nei suoi umanissimi errori. Grande lavoro. Piuttosto, insegnanti che lo hanno visto ne criticano la sua natura eccessivamente documentaristica (non dice niente che loro non sappiano già), il fatto che non lasci speranze e che si risolva in sé stesso senza suggerire altri punti di vista. Ho riportato queste impressioni perché comunque possono aiutare a definire meglio un'opera che da fuori può apparire ottima nella sua forma/sostanza, da fuori nel senso che chi l'ha vista non è insegnante né alunno...
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I personaggi e i fatti narrati sono immaginari, è autentica invece la realtà sociale e ambientale che li produce

#10 Ian Smith

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Posted 14 October 2008 - 18:47 PM

ah, dimenticavo.
film ASSOLUTAMENTE da vedere in lingua originale.
non ho idea di come sia venuto il doppiaggio italiano ma di sicuro cercare di sostituire il francese, lingua che mai come in questo caso si presta alle mille sfumature, storpiature, inflessioni, modifiche del gergo multietnico della classe, si perde veramente un elemento essenziale dell'opera.

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#11 verdoux

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Posted 14 October 2008 - 19:06 PM

 
ah, dimenticavo.
film ASSOLUTAMENTE da vedere in lingua originale.
non ho idea di come sia venuto il doppiaggio italiano


un po' virato sul romaneso, ma va benissimo;

è un film molto parlato, quindi piuttosto che leggere sottotitoli e non vedere il film,  consiglio di leggere un libro e di guardare un altro film; scusa sai  ;D; ma uffa con questa storia del doppiaggio mi sono stufato;

poi non è molto vero, io il francese lo parlo e lo capisco un po', abbastanza per distinguere il bretone, dal parigino, dal marsigliese, dal savoiardo, dall'algerino, dal vallone, dal ginevrino,  dal valdaostano, ma è sempre francese, ma chi se ne frega, l'uno val l'altro e non vale la pena di perdersi un film per recepirli;
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#12 Ian Smith

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Posted 14 October 2008 - 19:28 PM

non ho ben capito il senso di quello che hai detto, comunque ho afferrato il messaggio...  ;)
io resto uno che trova il doppiaggio italiano non indispensabile, almeno (cavolo) per quel che riguarda la TOTALITA' dei film che circolano in Italia.
qui per esempio poteva benissimo essere evitato.
e non ho avuto affatto problemi a leggere i sottotitoli anche se sì, è un film fatto praticamente solo di dialoghi (e veloci, e che si accavallano spesso).
però è stato proprio lì il bello ;D
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#13 verdoux

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Posted 14 October 2008 - 21:07 PM

io resto uno che trova il doppiaggio italiano non indispensabile, almeno (cavolo) per quel che riguarda la TOTALITA' dei film che circolano in Italia.


Ma figuriamoci! Ma vale anche per il gattopardo e per la strada? Grazie al doppiaggio l'Italia non è diventato una cittadella cinematograficamente provinciale come lo sono gli usa; a volte leggo cose ridicole, come qualcuno che raccomanda l'anno scorso a marienbad in lingua francese; (perchè Albertazzi, come noto, non sa l'italiano  asd!)

e non ho avuto affatto problemi a leggere i sottotitoli anche se sì, è un film fatto praticamente solo di dialoghi (e veloci, e che si accavallano spesso).
però è stato proprio lì il bello ;D



infatti è un film di regia, il vociferio ambientale non ha alcuna importanza, tanto che ambedue, io e te, sentite versioni diverse, abbiamo fatto commenti analoghi;
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#14 Ian Smith

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Posted 14 October 2008 - 21:28 PM

verdoux ma non vale! :D mi citi il gattopardo e la strada, film con produzioni internazionali ma in realtà italianissimi dentro, film insomma in cui la lingua straniera parlata sul set è stata solo un'esigenza strettamente legata al cast.
Lì è ovvio e giusto che poi intervenga il doppiaggio a dare uniformità e coerenza a quella che altrimenti sarebbe stata una "stranezza", diciamo.
Io piuttosto parlo di film assolutamente estranei al contesto italiano, in cui il doppiaggio poteva benissimo essere evitato.
Che ne so, simile a "La Classe" è il caso (il primo che mi viene in mente) dei film di Kechiche, che sarebbero "francesi" ma che in realtà sono parlati quasi completamente da persone di etnia araba, che la pronuncia francese la storpiano, la stravolgono, la rendono quasi irriconoscibile (prendi "La schivata", tanto per fare un esempio).
Lì si che è interessante, volendo anche bello "sentire" questa differenza, questa peculiarità, questa caratteristica che a conti fatti è una delle chiavi di lettura migliore per capire i personaggi stessi, il loro contesto, la loro condizione sociale.
Il doppiaggio in italiano in QUEL caso è la cosa più insensata che si possa fare, secondo me.

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#15 verdoux

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Posted 14 October 2008 - 22:07 PM

 
verdoux ma non vale!  mi citi il gattopardo e la strada, film con produzioni internazionali ma in realtà italianissimi dentro, film insomma in cui la lingua straniera parlata sul set è stata solo un'esigenza strettamente legata al cast.


d'accordo, chiedo scusa, ho strumetalizzato;

ma volevo anche sottolineare l'importanza della scuola di doppiaggio del cinema italiano, grazie alla quale abbiamo prodotto film che altrimenti non avremmo prodotto; ed anche che il doppiaggio è una peculiarità, non dico esclusiva ma quasi, del cinema italiano, che non va perduta, altrimenti si perde il pubblico, già scarso, che va al cinema; tanto c'è il dvd che dopo qualche settimana permette di rivedere i film in tutte le opzioni possibli;

per inciso, ti consiglio, se possibile, sottotitoli nella lingua di origine, quindi in francese per un film in francese; così potrai visionare tutti gli svarioni della sotttitolatura, inevitabili per il sincronismo con le immagini e per lasciare allo spettatore il tempo della lettura ed apprezzarai di più il doppiaggio in italiano;

altrimenti, se non si vogliono doppiare i film, è meglio che si ritorni alla impostazione del cinema muto, dove la regia, la recitazione ed il montaggio erano funzionali alla iserziozne delle didascalie;
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#16 Ian Smith

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Posted 14 October 2008 - 22:22 PM

quello che dici è condivisibilissimo, ma forse mi hai frainteso: non volevo dare contro il "doppiaggio in generale", lungi da me, anzi, credo che la scuola italiana sia comunque una delle migliori in assoluto (almeno fino a qualche anno fa).
Non entro nemmeno in merito alla questione "didascalie nella lingua d'origine" (che hai perfettamente ragione, a volte gli svarioni scritti sono peggio di quelli tradotti asd) nè tantomeno riguardo al fatto "i film sottotitolati attirano meno pubblico" (verissimo, e mi dà anche parecchio fastidio, ma c'entra con cosa sto per dire).
quello che contesto, semmai, è la sistematicità del doppiaggio italiano, che fa sì che qualsiasi film straniero distribuito qua DEBBA essere per forza doppiato perchè altrimenti se no non "vende". E' un tipo di cultura che altrove, per dire, non esiste (o almeno non a questi livelli): ed è sostanzialmente a causa di questa che ormai il pubblico medio, abituato al doppiaggio, non deve "fare lo sforzo di leggere i sottotitoli" e quindi se vede che putacaso un film non è doppiato lo rifiuta a priori, perdendosi invece l'essenzialità della pellicola stessa.
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#17 vegeta851

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Posted 14 October 2008 - 22:25 PM

Film straordinario. Eccezionale per come mischia reale e finzione con assoluta naturalezza, per come riesce a parlare con semplicità e senza boria di tante cose (quelle "lezioni" che sfociano in confronti aperti tra professore e alunni, in cui, alla fine, è proprio "l'istituzione" a mostrara dubbi, incertezze, cedimenti), per come sa delineare con pudore e piccoli gesti le psicologie di ogni personaggio (la fragilità di Souliman), per come sa inchiodare lo spettatore alla poltrona per tutti i suoi 130 minuti (ma sarebbe pototuto durare anche di più). Per me palma d'oro super meritata.

Correte a vederlo
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#18 tiresia

    Sue Ellen

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Posted 16 October 2008 - 11:32 AM





Capace di comprendere, ......... ma incapace di farsi comprendere ...


Ecco il punto, l??incomprensione. Il senso del film è racchiuso nella lezione sull??imperfetto, chi parla mai così, a cosa serve, perchè dobbiamo impararlo, noi non lo capiamo, nessuno lo capisce. E la spiegazione del professore è claudicante, incapace di giustificare il parlar forbito si trincera dietro il fatto che sì è un linguaggio borghese, snob.
Il linguaggio e il suo uso, a cosa serve il linguaggio? Che uso se ne fa? Nel consiglio di classe il professore difende il ragazzo nella sostanza, ma nella sua difesa si serve di un registro linguistico utile per la burocrazia (il preside non fa che dire, ho una casella, che ci metto? Come lo traduco in buracratese?), elitario, un giro di parole,  finendo per essere frainteso dalle ragazze. E una volta che si confronta con loro non riesce neppure in quel caso a farsi capire usa un termine equivoco, ancora una volta fuori registro, inutile  a quel punto chiarire il vero senso della parola (sgallettata non è prostituta e mai lo sarà). Tutti cercano di farsi capire, ma il mezzo, il codice cambia da persona a persona, da gruppo a gruppo (anche i vestiti sono un veicolo di comunicazione che si incaglia nel medesimo problema), il tutto aumentato esponenzialmente dal numero di etnie, lingue di origine, gerghi etc. E il primo problema è il tentativo del professore di condurre i suoi alunni alla sua lingua e quello di gestire la loro.
Molto bella l??idea che il film sia tutto, ma tutto,  girato dentro la scuola (l??incipit è solo per entrare e non uscirne più), un mondo separato in cui la vita entra per interposta persona, le retate sono riportate a voce (ancora), non accadono certo lì e quindi non si vedono.

Omaggio a Truffaut, il ragazzo che si sporca con la penna, figlio diretto dei 400 colpi (quasi stessa scena), il film si inserisce anche solo per un susseguirsi storico ai due film dedicati al mondo della scuola da Truffaut, gli anni cinquanta e la tirannia dell??istituzione, la separazione netta fra  insegnanti e alunni, la ribellione di questi ultimi e la repressione; gli anni settanta, il maestro incontra il bambino, la scuola ??accoglie?, la democrazia cambia i rapporti di forza, comincia la liberazione del fanciullo; il duemila, la scuola è una trincea, perduta ogni autorità il professore è aggredito da una moltitudine che non governa, la marginalità sociale è condivisa da quasi tutta la classe, i due mondi, ragazzi e scuola, non comunicano di nuovo più, non si capiscono. Ecco il senso finale, non c??è senso in una scuola che non è sulla stessa lunghezza d??onda dei suoi ragazzi.

Non so come possano averla presa i professori italiani (chiederò ai miei, ma  a mio padre già anni a dietro tagliarono le gomme dell??auto, questo film è attualissimo anche in italia), ma il film è vitalissimo, mostra una realtà che già condividono, non da risposte, ma non potrebbe darne, troppa la complessità del tema, troppo facile la trappola della generalizzazione e della semplificazione e mi sembra azzeccato quindi il punto di vista adottato.
Mi è molto piaciuto.
Da citare la scena di Carl che guarda in macchina e che divide il mondo fra cosa gli piace e cosa no, un autoritratto che è quasi un??accusa.








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#19 vegeta851

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Posted 16 October 2008 - 11:37 AM

splendido commento tiresia, condivido tutto
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#20 Ian Smith

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Posted 16 October 2008 - 13:15 PM

davvero!
O_O
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#21 ergen

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Posted 16 October 2008 - 16:33 PM

grandissimo verdoux, oh là!
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#22 oblomov

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Posted 20 October 2008 - 10:20 AM

Io sono rimasto molto deluso, il film è si coerente registicamente (anche se quella foresta di primissimi piani dopo un pò l'ho trovata stucchevole), ma, come ha già detto qualcuno che è stato già linciato, è un ibrido tra fiction e documentario, che, in questo caso e a mio modestissimo parere, non ha motivi di particolare interesse: quelle descritte nel film sono situazioni che la maggior parte delle persone incontra centinaia di volte nel corso della sua vita (immagino che le scuole medie qua le abbiamo fatte tutti), certo il professore è intelligente, realmente interessato ai ragazzi e appassionato al suo lavoro, ma per fortuna di docenti così ne esistono diversi; ovviamente si arrovella, come spero tutti noi facciamo quando ci troviamo a prendere decisioni che coinvolgano terzi, ma il suo rovello lo trovo ordinario, o meglio necessariamente ordinario, ma proprio per questo non interessante, in quanto anch'esso in tutto simile a processi mentali che tutti noi svolgiamo nel corso della nostra normale giornata.
Probabilmente sono io ad essere limitato, tuttavia non riesco a comprendere cosa ci sia di interessate in un film che imiti in modo mimetico situazioni assolutamente comuni: io trovo eccezionali film documentaristici che trattino di situazioni eccezionali (vedi Gomorra) oppure documentari puri, che utilizzino con grande sensibilità una materia a noi tutti vicini (sempre per restare in ambito scolastico, il toccante Essere o avere).
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#23 nicholas_angel

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Posted 20 October 2008 - 14:38 PM

Io l'ho trovato molto coinvolgente. Attori dietro e davanti la cattedra non recitano, imitano se stessi, portando sullo schermo una delle guerre più violenti del mondo che si consuma ogni giorno sui banchi di scuola...
A dirigere il tutto c'è Cantet che traspone il romanzo di Francois Begadeau, tipo che da professore è diventato sceneggiatore, attore e scrittore di fama quasi allo stesso tempo: uno da tenere d'occhio insomma, che, nella pellicola, buca lo schermo, con quella faccia, per quanto mi riguarda, potrebbe anche fare un polair o un noir vecchia maniera.
Quanto al film, qui dentro c'è di tutto: la commedia, il dramma sociale, il thriller giudiziario -scusate, ma la scena del consiglio disciplinare di Souleymane è anche più coinvolgente delle trasposizioni cinematografiche di Grisham- poi vabbé il war-movie , infine lo sport, l'unico elemento che sembra porre fine ai conflitti tra professori e alunni.  Piccolissime lungaggini, ma per il resto Entre les murs è davvero un capolavoro, finora l'unico di quest'anno e il secondo europeo in due anni dopo Le vite degli altri.
9

Pensieri così in libertà: ma io ieri godevo durante la visione del film in versione originale. Per metà del film sono stato col sorriso da ebete stampato in faccia. Poi sono arrivati anche alcuni colpi allo stomaco e il sorriso è diventato una smorfia...
Cosa mi consigliate di Cantet? Sono interessato a recuperare A tempo pieno e Risorse umane, faccio bene?

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#24 Jules

    Pietra MIliare

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Posted 20 October 2008 - 14:54 PM

Sì fai bene, ma io non dimenticherei neanche la sua opera terza, "Verso il Sud"..
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#25 Ian Smith

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Posted 20 October 2008 - 14:59 PM


Pensieri così in libertà: ma io ieri godevo durante la visione del film in versione originale. Per metà del film sono stato col sorriso da ebete stampato in faccia. Poi sono arrivati anche alcuni colpi allo stomaco e il sorriso è diventato una smorfia...


guarda, esattamente il mio tipo di reazione.
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#26 satyajit

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Posted 20 October 2008 - 18:55 PM

Io sono rimasto molto deluso, il film è si coerente registicamente (anche se quella foresta di primissimi piani dopo un pò l'ho trovata stucchevole), ma, come ha già detto qualcuno che è stato già linciato, è un ibrido tra fiction e documentario, che, in questo caso e a mio modestissimo parere, non ha motivi di particolare interesse: quelle descritte nel film sono situazioni che la maggior parte delle persone incontra centinaia di volte nel corso della sua vita (immagino che le scuole medie qua le abbiamo fatte tutti), certo il professore è intelligente, realmente interessato ai ragazzi e appassionato al suo lavoro, ma per fortuna di docenti così ne esistono diversi; ovviamente si arrovella, come spero tutti noi facciamo quando ci troviamo a prendere decisioni che coinvolgano terzi, ma il suo rovello lo trovo ordinario, o meglio necessariamente ordinario, ma proprio per questo non interessante, in quanto anch'esso in tutto simile a processi mentali che tutti noi svolgiamo nel corso della nostra normale giornata.


Secondo me ti sfugge uno degli aspetti chiave: l'impegno e l'intelligenza del prfessore, per quanto ammirevoli, non bastano. I problemi sociali che deve affrontere sono strutturali, non risolvibili con il volontarismo, con lo spirito da missionario. Non solo: un tale approccio, ripeto inappuntabile, finisce con l'essere controproducente per il professore medesimo. La complessità del film, mirabilmente celata da uno stile leggero e frizzante, risiede (anche) in questo.


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#27 satyajit

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Posted 20 October 2008 - 19:00 PM


Cosa mi consigliate di Cantet? Sono interessato a recuperare A tempo pieno e Risorse umane, faccio bene?


Sì, fai bene. Due buonissimi film, ma diversi da La classe. L'interesse è sempre rivolto a tematiche sociali impellenti e attuali, ma mentre quei due film sono molto imbastiti, "di testa", anche se alla fine risolti, qui Cantet trova quella capacità miracolosa di rendere immediatato e agevolmente fruibile ciò che è complesso, come riesce solo ai grandi talenti. Per me è il suo film milgiore.
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#28 vegeta851

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Posted 20 October 2008 - 19:03 PM


Cosa mi consigliate di Cantet? Sono interessato a recuperare A tempo pieno e Risorse umane, faccio bene?


si, vai assolutamente con questi. comunque non è che abbia alle spalle una così vasta filmografia.
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#29 oblomov

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Posted 20 October 2008 - 21:15 PM

Secondo me ti sfugge uno degli aspetti chiave: l'impegno e l'intelligenza del prfessore, per quanto ammirevoli, non bastano. I problemi sociali che deve affrontere sono strutturali, non risolvibili con il volontarismo, con lo spirito da missionario. Non solo: un tale approccio, ripeto inappuntabile, finisce con l'essere controproducente per il professore medesimo. La complessità del film, mirabilmente celata da uno stile leggero e frizzante, risiede (anche) in questo.

Strutturali fino ad un certo punto: la "sgallettata" si legge Platone, il limitato Souleymane no; inoltre non mi pare ci fosse un atteggiamento missionario da parte del prof., piuttosto un atteggiamento intelligente e dialogante, pur tentando di essere fermo su punti chiave quale la disciplina.

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Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni.

#30 satyajit

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Posted 24 October 2008 - 17:56 PM


Secondo me ti sfugge uno degli aspetti chiave: l'impegno e l'intelligenza del prfessore, per quanto ammirevoli, non bastano. I problemi sociali che deve affrontere sono strutturali, non risolvibili con il volontarismo, con lo spirito da missionario. Non solo: un tale approccio, ripeto inappuntabile, finisce con l'essere controproducente per il professore medesimo. La complessità del film, mirabilmente celata da uno stile leggero e frizzante, risiede (anche) in questo.

Strutturali fino ad un certo punto: la "sgallettata" si legge Platone


Infatti in una situazione simile i talenti non vengono valorizzati poiché il docente, alle prese con il ragazzo appena uscito di prigione, quello che rischia il rimpatrio da un giorno all'altro, quello con i genitori analfabeti, quello che non capisce bene la lingua ecc.,  non ha la possibiltà di assecondarli.
Questi sono i problemi "strutturali" cui mi riferivo. Se ne potrebbe parlare a lungo, ma non mi dilungherei in questa sede.  ;)
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#31 tiresia

    Sue Ellen

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Posted 27 October 2008 - 10:37 AM


Secondo me ti sfugge uno degli aspetti chiave: l'impegno e l'intelligenza del prfessore, per quanto ammirevoli, non bastano. I problemi sociali che deve affrontere sono strutturali, non risolvibili con il volontarismo, con lo spirito da missionario. Non solo: un tale approccio, ripeto inappuntabile, finisce con l'essere controproducente per il professore medesimo. La complessità del film, mirabilmente celata da uno stile leggero e frizzante, risiede (anche) in questo.

Strutturali fino ad un certo punto: la "sgallettata" si legge Platone, il limitato Souleymane no; inoltre non mi pare ci fosse un atteggiamento missionario da parte del prof., piuttosto un atteggiamento intelligente e dialogante, pur tentando di essere fermo su punti chiave quale la disciplina.


La sgallettata legge platone sicuramente per spirito di iniziativa, ma anche e soprattutto perchè lo trova in casa, la famiglia, la sorella mi pare, le offre questa occasione. La scuola come istituzione ha questo significato, emancipare i ragazzi (o i bambini) dalla propria famiglia di origine e dare loro una opportunità, questo fa la scuola, offre una opportunità, che non tutti coglieranno (statisticamente impossibile), ma puntando al fatto che tutti lo faranno. Questa è, magari con un filo di retorica, la poesia della scuola pubblica e di massa.
Nelle condizioni sociali, culturali, economiche delle famiglie risiede il problema strutturale che affronta l??insegnante e che indica Saty. In un certo qual senso la ragazza che legge non perchè il professore sia riuscito a stimolarla, ma perchè la famiglia ha provveduto a farlo, è una piccola sconfitta del sistema (ma non mi spingerei troppo oltre in questo caso, perchè i moventi di quel gesto sono sicuramente moltissimi e un sano rapporto scuola/famiglia dovrebbe essere il centro della formazione educativa dei ragazzi)

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#32 Claudio

    I am what I play

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Posted 27 October 2008 - 11:00 AM

Film eccellente, pienamente degno e meritevole della palma d??oro.

Sono 130 minuti di tensione e di emozione, ??entre ler murs? di una scuola in un film che  è corale, multietnico e policromatico.
Aspetti importanti, ma tutto sommato marginali,  avrebbero potuto anche essere tutti bianchi e tutti francesi, non sarebbe cambiato molto, perché il film è incentrato sulla figura del professore, sulla sua drammatica contraddizione di esser carnefice suo malgrado, perché vittima della incomprensione dei suoi colleghi ed anche della malafede di qualcuno, soprattutto delle ragazze ??sgalettate?.
Capace di comprendere, ??il ragazzo è scolasticamente limitato?, dice lui e qui ci azzecca in pieno, ma incapace di farsi comprendere e di far focalizzare l??attenzione sull??epicentro del problema, si fa confondere, sviare e trascinare in querelle marginali con risultato finale nefasto per l??interesse della comunità scolastica.
Qualcuno ha detto che il cinema è come la vita, senza le sue parti più noiose; è il caso di questo film.


Concordo in pieno con questa disamina.
Palma d'Oro meritata, per un film durissimo e illuminante, che cela dietro l'apparente leggerezza una tensione drammatica e coinvolgente.
Il professor Bégaudeau è l'insegnante che tutto avremmo voluto avere, però la storia e i dialoghi sembrano veramente presi in diretta da una qualsiasi scuola delle banlieu. Bravissimi anche i ragazzi.

Dovrebbe essere proiettato in tutte le scuole, ma purtroppo ci sarebbe gente tipo la mia vicina di posto (a quanto pare, insegnante) che a fine film commentava con l'amica "Certo, sono loro che non vogliono integrarsi, hai visto quella, è andata a parlare ai professori con quel turbante...".
Della serie: le perle ai porci.
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#33 Greed

    round control to major troll

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Posted 27 October 2008 - 22:49 PM

Ma lo danno nei cinema 'sto film?
Ho guardato in due multisale della zona, neanche l'ombra.
Tristezza.
Una buona volta che mi andava di andare al cinema con una mia amica, invece di guardare i film da solo in casa.
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#34 Guest_Oyuki_*

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Posted 27 October 2008 - 23:01 PM

Ma lo danno nei cinema 'sto film?
Ho guardato in due multisale della zona, neanche l'ombra.
Tristezza.
Una buona volta che mi andava di andare al cinema con una mia amica, invece di guardare i film da solo in casa.


Temo che l'errore sia stato cercare nei multisala. Dove abito io (Verona) è passato, anche se io purtroppo me lo sono perso :( , ma in cinemini più "ricercati", diciamo.

  • 0

#35 vegeta851

    Enciclopedista

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Posted 28 October 2008 - 00:43 AM

Ma lo danno nei cinema 'sto film?


a dire il vero ha ottenuto pure una distribuzione decente (un centinaio di sale), e ha pure incassato un pochettino (1 milione d'euro sinora).
  • 0

#36 Greed

    round control to major troll

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Posted 28 October 2008 - 15:45 PM


Ma lo danno nei cinema 'sto film?
Ho guardato in due multisale della zona, neanche l'ombra.
Tristezza.
Una buona volta che mi andava di andare al cinema con una mia amica, invece di guardare i film da solo in casa.


Temo che l'errore sia stato cercare nei multisala. Dove abito io (Verona) è passato, anche se io purtroppo me lo sono perso :( , ma in cinemini più "ricercati", diciamo.


Qui dalle mie parti, alcuni "cinemini" sono stati costretti a chiudere i battenti a causa del cinemone. :(
  • 0

#37 popten

    Classic Rocker

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Posted 13 March 2009 - 08:27 AM

un film che ho apprezzato più di quanto in verità mi è piaciuto.
mi è piaciuta la regia, la camera, messa lì a cogliere le voci i pensieri dei protagonisti, ragazzi e professori.

ho preferito i dialoghi dei ragazzi a quelli dei professori, alcuni dei quali non ho gradito granchè.

poi ho pensato - sì in francia è così, la classe sarà multietnica. ma proprio tutte le razze ci sono?! uno per razza ok è una chiaramente una scelta, forse però bohhh :)

forse anche la durata del film mi ha pesato un pochino, mista alla stanchezza, ahimè

gli attori sono tutti molto bravi, forse mi è mancato un ragazzino proprio 'puro' ingenuo. magari con gli anni non ci sono più neppure alle medie!

comunque finito il film ho pensato che andavo a cercare il vecchio LIBRETTO DELLE GIUSTIFICHE!!!!
e i diari poi...  :)

e mi sono ricordato le medie, in ultima fila sulla destra, in 3, con 2 compagni di merende. dividevamo tramezzino,panino,wafer e schifezze varie ogni giorno!
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#38 bowman

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Posted 13 March 2009 - 12:38 PM

"La classe" è un film enorme. L'ho visto due volte. Con sottotitoli e senza.
E' un film enorme per due motivi semplici:
1) distrugge tutti gli stereotipi cinematografici sul mondo della scuola (così come ha fatto Gomorra su quelli relativi alla mafia)entrando con la macchina da presa tra le mura scolastiche con un realismo davvero mimetico
2) propone una visione globale sul mondo della scuola. Una visione pessimista. La scuola rischia, come tutte le istituzioni "democratiche", di rimanere schiacciata dalla sua struttura organizzativa, gerarchica, burocratica, dalle sue stesse regole. Il meccanismo che porta il ragazzo ad essere espulso sembra quasi frutto di una serie di fatti a catena che la macchina-scuola non riesce a fermare e che anzi, sembra produrre. Alla fine dell'anno, inoltre, tanti ragazzi (pur avendo avuto un ottimo insegnante) sentono di non avere imparato nulla (una delle ragazze più pigre ha letto La Repubblica di Platone per conto suo). L'unico momento in cui ragazzi e professori trovano un sentire comune è (nel finale) giocando a pallone. L'immagine finale della classe vuota è il simbolo di tale visione pessimista.
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#39 popten

    Classic Rocker

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Posted 13 March 2009 - 13:18 PM

"La classe" è un film enorme. L'ho visto due volte. Con sottotitoli e senza.
E' un film enorme per due motivi semplici:
1) distrugge tutti gli stereotipi cinematografici sul mondo della scuola (così come ha fatto Gomorra su quelli relativi alla mafia)entrando con la macchina da presa tra le mura scolastiche con un realismo davvero mimetico
2) propone una visione globale sul mondo della scuola. Una visione pessimista. La scuola rischia, come tutte le istituzioni "democratiche", di rimanere schiacciata dalla sua struttura organizzativa, gerarchica, burocratica, dalle sue stesse regole. Il meccanismo che porta il ragazzo ad essere espulso sembra quasi frutto di una serie di fatti a catena che la macchina-scuola non riesce a fermare e che anzi, sembra produrre. Alla fine dell'anno, inoltre, tanti ragazzi (pur avendo avuto un ottimo insegnante) sentono di non avere imparato nulla (una delle ragazze più pigre ha letto La Repubblica di Platone per conto suo). L'unico momento in cui ragazzi e professori trovano un sentire comune è (nel finale) giocando a pallone. L'immagine finale della classe vuota è il simbolo di tale visione pessimista.


i tuoi interventi sono sempre ottimi, grazie!
scrivi più spesso!

a volte capita che a pelle però un film non lo si sente particolarmente. mi dispiace che mi è capitato forse proprio con questo, che come ho pure scritto è un film che ho stimato però molto
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#40 bowman

    Groupie

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Posted 13 March 2009 - 21:38 PM

grazie a te popten, molto gentile
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#41 °Kid_A°

    pivello

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Posted 17 March 2009 - 15:13 PM

Gran film, anche se leggermente sbilanciato sul "documentario".. mi colpisce però l'attenzione che il cinema francese sta dando alla scuola come mezzo di confronto sociale: poco dopo La classe, quasi per caso ho visto Stella, film di Sylvie Verheyde straordinario e puntualmente snobbato in italia. Anche qui ho trovato una grande attenzione alla scuola, alla sua funzione quasi salvifica di riscatto sociale. Sicuramente i problemi che le banlieue francesi stanno affrontando ora saranno i problemi delle nostre periferie domani o tra poco... forse una sana circolazione di film di questo tipo farebbe trovare molti professori meno impreparati ad affrontarli..
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#42 Guest_moky78_*

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Posted 21 March 2009 - 17:11 PM

premetto che la scuola è il mio mondo, ci lavoro (almeno fino a quando mi permetteranno di farlo), traduco oramai da cinque anni, e questi film li amo da sempre, e da sempre li faccio poi vedere a tutti i miei alunni. Anche la classe, così come Les Choristes e Stella non appena riesco ad ottenere per lo meno i sottotitoli (anche se la versione doppiata è fatta benissimo!). Ho letto che preso i problemi delle banlieues parigine saranno quelli delle nostre periferie. Ma guardate che lo sono GIA'! non si può vedere la cosa solo da un punto di vista dell'immigrazione, che già comunque ci interessa e molto da vicino, ma anche da un punto di vista sociale interno.. in parole povere: i casi problematici sono molto più spesso di quanto non pensiate fra le mura di casa nostra. Potrei citare e citare, ma ovviamente c'è il segreto d'ufficio. E credetemi che la situazione scolastica è identica a quella italiana, con una sola differenza.. che lì sono MOLTO più organizzati. C'è il consiglio di disciplina, con sanzioni ed esplusione, e riscolarizzazione. La scuola italiana ha perso il suo carattere sanzionatorio già da molto tempo. Onde evitare le solite polemiche del "la sanzione non risolve, bisogna capire i ragazzi", dico che io per prima ho un rapporto molto elastico con i miei alunni (che sono proprio dell'età di questi). Che però poi trovano a volte, proprio come si vede nel film, genitori che o cadono dalle nuvole quando si comportano male, oppure trovano giustificazioni. E' giusta la battuta dell'insegnante di storia che dice che "niente giustifica la maleducazione". In classe ci si alza chiedendo il permesso, in classe non si fanno polemiche sterili, perchè tanto tali sono, e non ci si può permettere di mettere sullo stesso piano insegnante e alunni. Nel rispetto comunque reciproco, per cairtà. I ragazzi prendono dagli adulti e ripropongono.. se io mi rivolgo a loro in maniera ferma ma gentile, non riceverò rispostacce. Polemiche e rifiuti purtroppo però sono in aumento.. la ragazzina che non vuole leggere, ad esempio. Ma se a me a scuola dicevano leggi non esisteva "non ne ho voglia", leggi e basta. Ecco perchè quando mi chiedono "ma perchè" io rispondo "perchè te lo sto chiedendo io, e questo ti deve bastare". Non è un non rispetto, è solo che si deve imparare a rispettare l'autorità a scuola che è foriera della vita, e ci saranno sempre autorità da rispettare. Tornando al consiglio di disciplina, mi si dirà che l'espulsione non è una soluzione. Senza arrivare a una cosa del genere, a volte il cambiamento d'ambiente (in Francia non esistono le classi così come le concepiamo, ecco perchè non c'è ricollocamento interno) è veramente il punto di svolta, fa miracoli. Sapete, esperienza diretta...
parliamo un po' invece del film in quanto lavoro.. io sono una sostenitrice del doppiaggio e dell'adattamento da sempre. Il doppiaggio italiano viene SEMPRE confuso con la traduzione e l'adattamento dialoghi. I doppiatori sono artisti, sono signori attori, hanno un copione e quello recitano al meglio. Rispettando il sincrono che è questione non da poco. Così come abbiamo validissimi adattatori dialoghi, che debbono scrivere in funzione sia della lingua che del labiale, che non è facile. Facendo questi distinguo, parlo esclusivamente della parte relativa alla resa linguistica. Normalmente le scelte sono fatte dagli adattatori (che traducono, o che si fanno tradurre i copioni e che poi li adattano) e/o  dai direttori di doppiaggio. Io purtroppo non so i chi, i come e soprattutto i quando.. ma so che ci sono state parti del film che sono state proprio fraintese. A partire dall'originale, però. Che però è l'originale, e come tale non va discusso.. anche se io lo faccio. Lasciamo perdere l'argot perchè non può non essere reso in OGNI sua parte in una lingua neutrale.. dipende molto da chi scrive, e l'italiano è troppo eterogeneo e frammentato perchè ogni sillaba possa non essere ricondotta a questo o quel paese, a questa o quella città. Per forza di cose subisce qualche inflessione capitolina. Veniamo alla parte sull'imperfetto. Che ci crediate o no, in Francia ha molto ma molto ma molto senso. Il francese ha praticamente cancellato l'uso dell'imprefetto congiuntivo oramai anche dalla lingua scritta, sicuramente da quella parlata, da molti anni. La mia insegnante di traduzione, una signora lionese (questo per sottolineare che non parlava certo con un gergo scorretto nè argotien di strada), non lo usava nè lo considerava nelle traduzioni. Non lo si usa, di regola, nei periodi ipotetici nè nelle esortazioni (es. che almeno fossero diligenti!) perchè di norma si usa l'imperfetto dell'indicativo, al contrario dell'italiano. quindi quando i ragazzi fanno la domanda al professore, un fondo di logica c'è eccome. In italiano invece no, nel senso che mentre la costruzione grammaticale che i ragazzi suggeriscono all'insegnante, imperfetto dell'indicativo+congiuntivo presente, E' la norma, in italiano NESSUNO direbbe volevo che io sia. Grammaticalmente un errore molto grossolano, tanto che non è nemmeno tipico degli errori che si fanno. E difatti ecco perchè per molti di noi è una parte riduttiva. Però d'altronde non è che chi fa film si metta a pensare al mercato estero, e quindi anche se un po' strana, è una parte che va comunque resa.. non è colpa nostra. e sarebbe stato lo stesso anche con i sottotitoli, peraltro. La parte che invece ha due tipi di fraintendimenti è quella della "pétasse"/sgallettata. Primo fraintendimento: l'insegnante, mi dispiace dirlo, ha usato la parola SBAGLIATA se davvero intendeva dire quello che ha detto.. vale a dire che le due ragazzine si comportavano da stupidine.. pétasse VUOL dire PROPRIO prostituta.. e difatti in francese Esmeralda risponde "vous ma'avez traité de prostituée!" (e non pu... come ho sentito). Hai voglia che il prof si difendesse con "in quel momento vi stavate comportando così, non volevo dire in generale". In realtà, e si capisce, lui voleva proprio dire "cocotte", ha in ultima analisi lo stesso senso, e che traduce il nostro sgallettata. I problemi qui sono due: posto che c'è un misuso nell'originale, non siamo tenuti nella traduzione a correggerlo.. anche perchè E' VERO, sgallettata non vuol dire P.. nemmeno lontanamente.. mentre l'originale poi si gioca tutto sul senso OPPOSTO. Il problema è che mentre l'insegnante ha sottostimato il termine, la ragazzina correttamente NO. Capirete che in italiano succede esattamente il contrario. L'insegnante usa un termine se vogliamo giusto (per quanto a me non piaccia..) nel senso del suo pensiero (quelle ridevano come due sceme, diciamocelo)ma sbagliato rispetto alla risposta della ragazzina. Se io dico sgallettata, nessuno pensa che ho detto p... in francese invece se io dico pétasse è logico che lo dicano! Sapete qual è la traduzione letterale di pétasse? bagascia. Da lì i sinonimi si sprecano.... e il discorso non avrebbe perso di logica. Anche se indubbiamente i registri offensivi delle due lingue sono diversi.. in Italia un insegnante di solito non solo non dice il significato letterale, ma nemmeno usa sinonimi. Questione di percezione, potrei aprire un dibattito.

qualcuno si stupiva dell'attenzione sulla scuola.. purtroppo è ancora poca, e non è che gli insegnanti non siano preparati, è che la scuola non ha mezzi. Purtroppo le belle parole non portano a molto, se rimangono da sole
Se volete una retrospettiva italiana, fra l'altro anche molto divertente ma altrettanto veritiera, guardate "la scuola" di Daniele Luchetti!!!

Vorrei fare un appunto (bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa) anche sulla burocrazia. Che piaccia o no, è diventata indispensabile! e quella che vedegte nel film è un centesimo di millesimo rispetto a quella che dobbiamo espletare qui.. credetemi. Ma è la sola cosa che ti salva se c'è un contenzioso..
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#43 Guest_moky78_*

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Posted 21 March 2009 - 17:38 PM


Secondo me ti sfugge uno degli aspetti chiave: l'impegno e l'intelligenza del prfessore, per quanto ammirevoli, non bastano. I problemi sociali che deve affrontere sono strutturali, non risolvibili con il volontarismo, con lo spirito da missionario. Non solo: un tale approccio, ripeto inappuntabile, finisce con l'essere controproducente per il professore medesimo. La complessità del film, mirabilmente celata da uno stile leggero e frizzante, risiede (anche) in questo.

Strutturali fino ad un certo punto: la "sgallettata" si legge Platone, il limitato Souleymane no; inoltre non mi pare ci fosse un atteggiamento missionario da parte del prof., piuttosto un atteggiamento intelligente e dialogante, pur tentando di essere fermo su punti chiave quale la disciplina.


quoto per l'atteggiamento dell'insegnante. Anche se questo lavoro non è un lavoro.. per chi ci crede è proprio una vocazione. E ti dà un sacco di soddisfazioni, ti riempie l'anima.
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#44 °Kid_A°

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Posted 21 March 2009 - 20:45 PM

@moky: insegno anch'io, ma da meno tempo. condivido molte cose della prima parte del tuo post-fiume;), ma non l'idea che il consiglio di disciplina sia una soluzione, in italia spero non si adotti mai qualcosa di simile. anche nel film comunque non fa una gran figura...
anyway, meglio discutere di cinema che di scuola, qui  ;)
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#45 Guest_moky78_*

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Posted 22 March 2009 - 23:33 PM

ciao! che bello trovare colleghi... questo è il mio quarto anno scolastico!
tornando al film, dopo averlo rivisto in attesa di farlo vedere ai pargoli, non mi tornava ancora la parte sull'imperfetto. Deformazione professionale, oramai ne sono ampiamente consapevole.. e mi si è chiarificato il perchè..
nella sequenza in cui scrive la frase "il faut que je sois en forme" era giusto tradurlo alla lettera, anche perchè legge da una lavagna e perchè così automaticamente si rende partecipe il pubblico che deve immaginare di non essere in Francia, o comunque in un paese straniero, per quanto possibile (non è un discorso stupido, ma è la base dell'arte di adattare. La scena successiva, quando inizia solo a scrivere "il fallait que.." e tutti dicono "sois", in italiano "sia", in realtà andava reso con un imperfetto indicativo. Questo perchè ogni lingua ha i suoi errori tipici. Un italiano non avrebbe mai usato un congiuntivo presente.. veramente quella frase impersonale raramente sarebbe stata sbagliata, ma comunque è molto più naturale metterci un imperfetto dell'indicativo.. ai fini del film non inficiava niente perchè è una voce fuori campo, e risultava molto naturale.. anche il seguito "il fallait que je sois fusse", poteva diventare benissimo "bisognava che ero/fossi". Questo perchè a tipico corrisponde altrettanto tipico..

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#46 Abe

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Posted 31 March 2009 - 21:27 PM

Ho preso proprio ieri il DVD  :-*, e visto quindi in francese, bhe che dire, rimane un FILMONE davvero!, leggendo sopra, qualche post precedente, c'era chi si lamentava della scarsa regia di Cantet,.....  :-X, cioè forse ha visto un film diverso.
In tutte le due ore, tutte, la macchina da presa si muove sinuosamente, galleggia in aula per un senso di quiete che inghiottisce letteralmente lo spettatore.
Il tema trattato poi è di grande  interesse in Francia negli ultimi anni ed è davvero preso con le pinze dal regista che però in perfetto stile (cannes) dice e non dice, anzi, diciamo che dice molto senza però esprimere nulla dal punto di vista del cinema classico, un cinema antinarrativo lo si potrebbe definire, ma forse le uniche cose che ancora mi smuovono sentimentalmente, che poesia di Film, amore su amore su amore  :-* :-* :-*

In chiusura, ho letto anche commenti-paragoni con ''Die Welle'', però proprio zero dai, tratta solo la scuola come tema conduttore ma si tratta di tutt'altra cosa, l'onda un film interessante per l'argomento ma resta li, coinvolge per la velocità ogni tanto nei montaggi ma distante anni luce da questo ''Entre le Murs'' titolo azzeccatissimo!
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#47 satyajit

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Posted 04 April 2009 - 12:30 PM

Ho preso proprio ieri il DVD  :-*,


Com'è? Mi puoi dire due parole sugli extra? Sono copiosi e/o interessati?
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#48 Abe

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Posted 04 April 2009 - 13:19 PM


Ho preso proprio ieri il DVD  :-*,


Com'è? Mi puoi dire due parole sugli extra? Sono copiosi e/o interessati?


Guarda, pensavo molto peggio, cioè, il DVD in se è abbastanza scarno, ovvero cd e basta senza book o cose del genere all'intero.
Però i contenuti speciali mi hanno soddisfatto molto, c'è un bel filmato con una piccola presentazione di tutti gli alunni che si presentano, poi lo speciale su Cannes con la presentazione del film, sfilata e momenti salienti e poi una interessante intervista a Cantet sui 20 minuti circa, dove parla di regia, dei suoi film precedenti e dell'esperienza della Classe
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#49 satyajit

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Posted 04 April 2009 - 14:18 PM



Ho preso proprio ieri il DVD  :-*,


Com'è? Mi puoi dire due parole sugli extra? Sono copiosi e/o interessati?


Guarda, pensavo molto peggio, cioè, il DVD in se è abbastanza scarno, ovvero cd e basta senza book o cose del genere all'intero.
Però i contenuti speciali mi hanno soddisfatto molto, c'è un bel filmato con una piccola presentazione di tutti gli alunni che si presentano, poi lo speciale su Cannes con la presentazione del film, sfilata e momenti salienti e poi una interessante intervista a Cantet sui 20 minuti circa, dove parla di regia, dei suoi film precedenti e dell'esperienza della Classe


Mi sa che me lo compro  ;)
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#50 Notker

    Scaruffiano

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Posted 04 April 2009 - 14:22 PM

a me questo film non mi ha convinto... ma ora non ho voglia di spiegarne i motivi... fore dopo... domani... boh
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« La schiena si piega solo quando l'anima è già piegata »
(Arturo Toscanini)

molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »




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