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Peter Hammill


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64 replies to this topic

#1 The Careless Whisper

    Classic Rocker

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Inviato 20 settembre 2008 - 18:26

Ok, cantante dei Vdgg...vogliamo parlare della sua mastodontica produzione solista? (credo non ci sia ancora un thread su di lui)
Una voce unica per potenzialità e intensità espressive, Hammill è molto ma molto eclettico, spazia da album per certi versi vicini ai Vdgg (la trilogia Chameleon/Silent Corner/In Camera) alle semplici ma ispirate canzoni di Fool's Mate (1971) e Nadir's big chance (1975), ad album interamente per pianoforte e voce come And close as this (1986), al rock nervoso di Enter k (1982) e Patience (1983), a quel pozzo sonoro nero di pece che è A black box (1980), al minimalismo wave per voce, percussioni, chitarre e tastiere che si ritrova in The future now (1978) e Ph7 (1979), all'opera di The fall of the house of Usher (1999), al synth pop di In a foreign town (1988), ad album interamente strumentali e venati di sperimentazione, ad album interamente chitarra acustica e voce come Clutch (2002), a suite contorte di 42 minuti come Incoherence (2004), e tanto altro ancora.
 

Disconi da paura lo sono almeno:

Chameleon in the shadow of the night (1972)
The Silent Corner and the empty stage (1973)
In Camera (1974)
Over (1977)

Tutto il resto (parliamo di circa 40 album di studio) oscilla dall'eccellente alla sufficienza stentata, ma anche gli album più mediocri contengono almeno un brano degno di essere ricordato.

Per chi non lo conoscesse da solista, un brano da The Silent Corner and the Empty Stage, forse il suo album più "vandergraffiano":

A louse is not a home (in due parti)

http://it.youtube.co...h?v=oXEc7bLmhVg

http://it.youtube.co...h?v=mqdABG4w60c


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#2 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 20 settembre 2008 - 18:50

A me la carriera solista di Hammill non riesce a prendermi. Ho già provato 3 o 4 dischi ma niente.
Poi quando torna coi VDGG si rifà di tutto, ma insomma..


Il mejo del mejo l'ha dato, ovviamente, in quel capolavorazzo di Pawn Hearts.
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I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.

 

(Samuel Beckett, Malone Dies)


#3 *Tommaso Tramonti*

    pivello

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Inviato 23 settembre 2008 - 07:53

Grandissima voce, davvero emozionante. Non male anche alcune sue collaborazioni: per restare in ambito italiano mi torna alla mente quella con Saro Cosentino di una decina di anni fa e soprattutto quella, nel 1989, al bellissimo e sottovalutato disco di Alice "Il sole nella pioggia", disco camisaschiano al 50 per cento, nel pregevole brano conclusivo "Now and Forever".
E se non mi sbaglio ha pure collaborato con la PFM, ma non ne sono certo...
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#4 Guest_floriano_*

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Inviato 23 settembre 2008 - 08:11

Forse andrò controcorrente ma i miei preferiti sono Nadir's big chance da solista e H to he per i VDGG.

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#5 paloz

    Poo-tee-weet?

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Inviato 23 settembre 2008 - 10:11

Grandissima voce, davvero emozionante. Non male anche alcune sue collaborazioni: per restare in ambito italiano mi torna alla mente quella con Saro Cosentino di una decina di anni fa e soprattutto quella, nel 1989, al bellissimo e sottovalutato disco di Alice "Il sole nella pioggia", disco camisaschiano al 50 per cento, nel pregevole brano conclusivo "Now and Forever".
E se non mi sbaglio ha pure collaborato con la PFM, ma non ne sono certo...


Oltre a non sapere la collaborazione italiana, non sapevo nemmeno che ci fossero altri dischi "camisaschiani" a parte quelli dichiarati.. Mi informerò
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#6 Köhntarkösz

    Groupie

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Inviato 23 settembre 2008 - 13:23

Come si capisce dall'avatar apprezzo tantissimo Hammill, pero' la discografia solista non la conosco per bene, ho solo questi:

Fool's Mate [1971]
In Camera [1974]
Nadir's Big Chance [1975]
A Black Box [1980]
The Fall Of The House Of Usher (Deconstructed and Rebuilt) (1999)
What, Now? [2001]

Tutti gia' citati a parte l'ultimo (non particolarmente bello comunque), mentre di "The Fall of the House of Usher" va specificato che si tratta di un progetto a cui ha lavorato per anni (gia' dal '73) ed era stato pubblicato una prima volta nel 1991, poi ha deciso di apportare alcune modifiche.

Dei solisti che conosco In Camera e' quello piu' vicino allo stile VDGG, Nadir's Big Chance era anche apprezzato da molti artisti punk, John Lydon ad esempio.

Anzi vi riporto una cosa che ho appena letto su wikipedia:

The album's songs vary greatly in style, as acknowledged by Hammill in the sleeve notes, which refer to "the beefy punk songs, the weepy ballads, the soul struts". It is indeed notable for its prototype punk rock style on several tracks. The first British citation of the word "punk" in relation to music in the Oxford English Dictionary is dated January 1976 (citations from the USA date from 1971), yet Nadir's Big Chance was released in February 1975. Hammill can therefore lay claim to being the first British musician to use the term in his album's sleeve notes.


Quest'ultimo album, pur contendendo alcuni brani molto ruvidi, contiene anche brani acustici e sognanti come Shingle Song, una delle sue canzoni piu' belle.
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#7 The Careless Whisper

    Classic Rocker

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Inviato 24 settembre 2008 - 01:24

Come si capisce dall'avatar apprezzo tantissimo Hammill, pero' la discografia solista non la conosco per bene, ho solo questi:

Fool's Mate [1971]
In Camera [1974]
Nadir's Big Chance [1975]
A Black Box [1980]
The Fall Of The House Of Usher (Deconstructed and Rebuilt) (1999)
What, Now? [2001]


Ecco, What Now è un disco che considero davvero poco riuscito e bruttino...

Ti mancano Chameleon, Silent Corner e Over, procurateli se ti piace In Camera :-)
Un gran disco è pure PH7 del 1979, nervoso e oscuro nei suoi momenti più sperimentali e percussivi, anche se non mancano i momenti hammilliani più classici (piano-voce, chitarra acustica-voce), cosa che lo rende più disomogeneo rispetto al successivo A Black Box, il quale possiede un muro sonoro più uniforme, nonchè la grande Flight...
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#8 *Tommaso Tramonti*

    pivello

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Inviato 24 settembre 2008 - 08:15


Grandissima voce, davvero emozionante. Non male anche alcune sue collaborazioni: per restare in ambito italiano mi torna alla mente quella con Saro Cosentino di una decina di anni fa e soprattutto quella, nel 1989, al bellissimo e sottovalutato disco di Alice "Il sole nella pioggia", disco camisaschiano al 50 per cento, nel pregevole brano conclusivo "Now and Forever".
E se non mi sbaglio ha pure collaborato con la PFM, ma non ne sono certo...


Oltre a non sapere la collaborazione italiana, non sapevo nemmeno che ci fossero altri dischi "camisaschiani" a parte quelli dichiarati.. Mi informerò


Dico "camisaschiano" al 50 per cento perchè 5 brani su 10 di quel disco li ha scritti Juri. Piccolo off topic per restare in tema coi dischi "camisaschiani": anche nel disco di Milva, sempre dell'89, "Svegliando l'amante che dorme" 3 brani sono firmati da Camisasca.

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#9 Köhntarkösz

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Inviato 24 settembre 2008 - 12:42

Ti mancano Chameleon, Silent Corner e Over, procurateli se ti piace In Camera :-)

Si' immagino ma non li ho mai ascoltati perche' ho sempre aspettato di trovarli originali per comprarli..  ;)

Boh mi sa che per curiosita' intanto me li procuro in maniera "alternativa".  :)
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#10 wago

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Inviato 26 agosto 2009 - 08:56

M'avete fatto tornare ieri la voglia di sentire "Nadir's Big Chance", disco stupendo e atipico che mi suscita alcune curiosita'.
Oltre alle ovvie vicinanze coi VDGG, specie quelli del loro apice assoluto "Godbluff", l'album si presta ad almeno altri due accostamenti: quello coi Velvet Underground e quello con Bowie.

Nello specifico, mi pare di scorgere e nella voce e negli arrangiamenti ("Nobody's Business") alcuni dei tratti che Bowie avrebbe sviluppato a brevissimo, sia in "Station to Station" che nei primi dischi berlinesi. In particolare, mi pare li accomuni il suono ruvido, compresso, con gli acuti tagliati via dalle chitarre con un risultato per certi versi molto "rock", per altri l'esatto contrario.
Il parallelo coi Velvet e' forse meno evidente, ma mi balza in mente all'istante ascoltando "The Institute of Mental Health Burning", tanto per le inflessioni vocali di Hammill, spesso vicine alla stonatura cantilenante di Lou Reed, tanto per le fughe orientaleggianti di non so che strumento (forse un combo archi/fiati?), che mi riportano alla mente i ciondolamenti di Cale nella banana.

Ora, com'e' che il nostro Peter Hammill passa dal prog di matrice alla fin fine crimsoniana a questo - e di li' a poco a "Godbluff"? Tutto mi verrebbe da accostare ai primi VDGG, meno che i Velvet Underground: dubito li conoscessero, e anche se fosse avevano l'aria di fottersene ampiamente.
Quale puo' esser stata, ammesso che ci sia stata, la "scintilla" che avrebbe spostato l'attenzione di Hammill verso questi nuovi lidi? In un'intervista quel pirla di Lydon sosteneva che Bowie avesse "copiato un sacco di roba" da Hammill, cosa probabilmente falsa. La vicinanza pero' colpisce anche me: ci sono stati contatti espliciti tra i due in quel periodo, al di la' del banale suono-sullo-stesso-palco/vado-alle-stesse-feste?
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#11 The Careless Whisper

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Inviato 26 agosto 2009 - 10:41

M'avete fatto tornare ieri la voglia di sentire "Nadir's Big Chance", disco stupendo e atipico che mi suscita alcune curiosita'.
Oltre alle ovvie vicinanze coi VDGG, specie quelli del loro apice assoluto "Godbluff", l'album si presta ad almeno altri due accostamenti: quello coi Velvet Underground e quello con Bowie.

Nello specifico, mi pare di scorgere e nella voce e negli arrangiamenti ("Nobody's Business") alcuni dei tratti che Bowie avrebbe sviluppato a brevissimo, sia in "Station to Station" che nei primi dischi berlinesi. In particolare, mi pare li accomuni il suono ruvido, compresso, con gli acuti tagliati via dalle chitarre con un risultato per certi versi molto "rock", per altri l'esatto contrario.
Il parallelo coi Velvet e' forse meno evidente, ma mi balza in mente all'istante ascoltando "The Institute of Mental Health Burning", tanto per le inflessioni vocali di Hammill, spesso vicine alla stonatura cantilenante di Lou Reed, tanto per le fughe orientaleggianti di non so che strumento (forse un combo archi/fiati?), che mi riportano alla mente i ciondolamenti di Cale nella banana.

Ora, com'e' che il nostro Peter Hammill passa dal prog di matrice alla fin fine crimsoniana a questo - e di li' a poco a "Godbluff"? Tutto mi verrebbe da accostare ai primi VDGG, meno che i Velvet Underground: dubito li conoscessero, e anche se fosse avevano l'aria di fottersene ampiamente.
Quale puo' esser stata, ammesso che ci sia stata, la "scintilla" che avrebbe spostato l'attenzione di Hammill verso questi nuovi lidi? In un'intervista quel pirla di Lydon sosteneva che Bowie avesse "copiato un sacco di roba" da Hammill, cosa probabilmente falsa. La vicinanza pero' colpisce anche me: ci sono stati contatti espliciti tra i due in quel periodo, al di la' del banale suono-sullo-stesso-palco/vado-alle-stesse-feste?




Nadir's Big Chance in realtà è stato composto in buona parte negli anni '60: sono brani che Hammill, nel 1975, recupera dal cassetto, riarrangiandoli e creando questo album che funge da preludio a Godbluff, e in un certo senso l'ho sempre considerato l'album "canzonettaro" dei Vdgg, che qui sono presenti a pieno organico. Già all'uscita dell'album lo si bollava come punk rock:



Immagine inserita

Immagine inserita



In quanto all'accostamento con Bowie, non escludo che Bowie abbia attinto qualcosa da Hammill: il primo album dei Vdgg non ebbe molta risonanza, ma già con The least we can do (siamo all'inizio del 1970) i Vdgg ebbero alcune apparizioni televisive, e per suonarci Fripp nel successivo album evidentemente i nostri avevano già colpito.
Ho letto online che lo stesso Bowie ha citato questo disco di Hammill (Nadir's big chance) come un lavoro influente sulla sua musica.
In quanto ad Hammill, è stato probabilmente il personaggio prog (tra i grandi del genere) che più si è staccato dal progressive, sfornando album come Over (discone cantautoriale), o la trilogia del 1978-80 (The future now - PH7 - A Black Box) dove approda a una forma personalissima di new wave scalcinata e sperimentale, mantenendo comunque l'impostazione del cantautore.

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#12 Guest_Terzo_*

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Inviato 26 agosto 2009 - 12:29

bella segnalazione, questo mi manca
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#13 fabio-uk

    Roadie

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Inviato 26 agosto 2009 - 12:32

Immagine inserita

anche questo è un gran bel disco
di hammill si butta via poco ma l'ho seguito solo fino al 92 con fireships
lui è il tormento e l'estasi del rock


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#14 The Careless Whisper

    Classic Rocker

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Inviato 26 agosto 2009 - 12:41

molto bella questa versione live BBC di Porton Down (brano da PH7), solo piano, voce e il sax di David Jackson

http://www.youtube.c...h?v=Iuke_Pg6l5M
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#15 The Careless Whisper

    Classic Rocker

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Inviato 23 marzo 2012 - 20:45

Dopo l'ottimo Thin Air di 3 anni fa e il buonissimo A Grounding in Numbers coi Vdgg, dello scorso anno, tra meno di un mese esce il nuovo album solista di Peter Hammill: si chiamerà Consequences.
Ogni volta (e quindi quasi ogni anno, vista la prolificità di Hammill, tra produzione solista e Vdgg) è un'attesa, consapevole di non restare mai deluso e di trovare sempre almeno 2/3 perle dal valore assoluto pari ai bei tempi.

Immagine inserita

Tracklist

1 Eat my Words, Bite my Tongue


2 That Wasn't What I Said


3 Constantly Overheard


4 New Pen-pal


5 Close to Me


6 All the Tiredness


7 Perfect Pose


8 Scissors


9 Bravest Face


10 A Run of Luck


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#16 Claudio Milano

    pivello

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Inviato 24 marzo 2012 - 00:26

Hammill è un pozzo di San Patrizio ma è anche difficilissimo da accostare a "causa" dell'enorme quantità e varietà della sua produzione, tale da renderlo sfuggente, affascinante, noioso, imprevedibile, insopportabile, geniale. E' da specificare che il livello compositivo e artistico dei suoi dischi è quasi sempre medio-alto, quello che spesso li rende difficili da accostare è una produzione spesso al limite della decenza e lo testimonia il fatto che moltissimi brani apparentemente tremendi nelle incisioni in studio, dal vivo, dove l'autore (per consuetudine) sa dare l'impossibile nella migliore e nella peggiore delle chiavi di lettura, sanno diventare, "magicamente" degli autentici capolavori (e lo dice uno che ha ascoltato e collezionato qualche centinaio di suoi bootleg, in diversi casi nettamente superiori alle sue incisioni live ufficiali). Hammill ha fatto dell'equilibrio tra l'essere verboso e spoglio all'inverosimile un suo tratto stilistico, ma il voler chiudere il suo mondo attorno a sè (per quanto polistrumentista assoluto, Hammill non è certo Robert Wyatt, l'intensità, la duttilità timbrica e l'estensione vocale, la facilità compositiva e la bellezza assoluta delle sue liriche rimangono i suoi punti di forza) ha fatto si che nella sua carriera sia annotabile un solo capolavoro:

The silent corner and the empty stage - voto 8 - neanche sto ganchè come voto MA.... appresso a questo c'è un'intera messe di album di

dischi artisticamente ASSAI validi, con qualche alternanza di valore formale all'interno che sono:

Chameleon in the shadow of the night (piccolo/GRANDE capolavoro di cantautorato progressivo con GRANDi brani, su tutti l'immensa In the end, Easy to slip away, Rock and Role, German Overalls, In the black room/The tower)
In Camera (primo album con un'autentica ricerca sonora da artista moderno, che lavora cioè in quasi completa solitudine - in momenti separati all'album parteciperanno membri dei VDGG e collaboratori - e con i propri strumenti di registrazione per fissare il momento opportuno per fissare la propria creatività come in un quadro)
Nadir's big chance (disco corale, ben arrangiato, apparentemente facile e diretto. Il brano "Birthday special" sarà plagiato dai Sex Pistols a monte di tutto il blaterare di Rotten in merito al debito bowiano rispetto ad Hammilll, in parte comunque condivisibile)
Over (profondo, intenso, intimista, essenziale quanto orchestrale all'esigenza)
The future now (QUI c'è Bowie. Ma anche i Talking Heads e Eno.... o forse solo lui, Hammill. Un capolavoro assoluto di avant pop con una produzione insufficiente. Meravigliose in studio Energy Vampires, Mediaevil, The cut, l'ASSOLUTAMENTE incredibile A motorbike in Afrika. Dal vivo, imperdibili The mousetrap, The second hand)
A black box (in studio, capolavori assoluti di dark wave: Fogwalking, In slow time; una suite meravigliosa ma SOLO dal vivo: Flight; un bel brano new wave: Losing faith in words)
The Margin live (evitare se possibile il Plus, non aggiunge nulla, anzi TOGLIE. Nell'originale, eccellenti Labour of love e Flight)
And close as this (autentico, piccolo/grande capolavoro d'intimismo)
Out of water (lavoro maturo e intenso, sincero. Il minimalisno criptico di On the surface; il lirismo meraviglioso di A way out; il racconto vaudeville di Something about Ysabel's dance con il violino di Stuart Gordon all'ennesima potenza)
Typical live (bello, bello, bello, pur con le sue imperfezioni, ma BELLO)

Dischi di livello medio/alto sono:
Fool's mate
PH7 (cosa dire di meraviglie come Porton down, Careering, Not for Keit?)
Sitting targets (piacevolissimo, bella e conturbante l'iniziale Breaktrough, splendide Empresse's clothes e Ophelia; eccellenti dal vivo Stranger still, Glue, Sitting targets, Central hotel e Sign)
Patience (ogni brano dal vivo saprà in tempi diversi diventare un capolavoro, da Patience a Traintime, a Labour of love, senza trascurare Just good friends ed un'eccelente, più sperimentale e nonchè superiore, nella versione in 45 giri di Now more than ever)
Fireships (Tre CAPOLAVORI ASSOLUTI: Curtains e His best girl, spesso ancora più belle e intense dal vivo; Gaia, semplicemente perfetta)
Singularity (quatto capolavori come dalla mia recensione su Ondarock)
Thin air (con l'eccellenza assoluta di White dot, uno dei capolavori avant rock del 2006)
Pno, Gtr, Vox, Box
Roomtemperature live
The fall of the house of Husher (assolutamente sconsigliata la versione deconstructed and rebuilt, formalmente più efficace ma posticcia, lontana dal dramma originario e più vicina all'idea di un musical horror)


Appena sotto:
Roaring forties
X my heart
Sitting targets
Clutch
Incoherence

Nel Limbo:
Enter K (contiene due capolavori assoluti: Accidents e The Unconscious life; un brano di medio livello: Paradox drive e qualcosa di un certo interesse come Don't tell me e Happy hour. Il resto è tremendo)
Veracious (discreto live con due soli picchi assoluti, se comparati con i bootleg in circolazione: Like Veronica e Nothing comes)
In a foreign town (molto piacevole con qualche momento notevole come The play's the thing, Time to burn, l'introduttiva Hemlock)

Evitabilissimi
Skin (per quanto Four pails dal vivo sia uno dei brani più belli di Hammill, così come Shell)
Spur of the moment (tremendo)
The Noise (pur contenendo uno dei suoi capolavori, Primo on the parapet, dedicata a Primo Levi, brano che solo dal vivo saprà decollare, così come l'abrasiva Planet Coventry)
There goes the daylight
The Union Chapel concert (audio TERRIFICANTE, molto peggio di un bootleg di bassa qualità, ma pubblicato come ufficiale.....)
Everyone you hold
What now (brutto, anche se dal vivo alcuni brani prendono quota)
None of the above (terribile, anche se dal vivo alcuni pezzi diventano eccellenti... come sia possibile non lo so)
Unsung (inconsistente)
The appointed hour - con Roger Eno - (idea a parte, terrificante)
Sonix (giusto qualche sprazzo qua e là per un salotto bene in fase di stanca)
Offensichtlich goldfisch (inconsistente versione tedesca di alcuni brani)

Boh.....
This (niente da salvare dall'album in studio per quanto l'atmosfera complessiva sia gradevole, a volte anche parecchio. Alcuni brani dal vivo sanno essere meravigliosi: Unrehearsed, Since the kids, Nightman)
Loops & reels (queste ricerche sonore per quanto apprezzabili, associate a "canzoni", anche nel senso più lato, nel caso di Hammill, acquistano un valore maggiore)

Per quanto riguarda le collaborazioni da segnalare ASSOLUTAMENTE quella con Robert Fripp su Exposure (1979).
In questo album, Hammill canta diversi brani, ma esistono in circolazione diverse versioni del lavoro.
Consiglio l'ascolto di:
Disengage (scritta CON Hammill) dall'edizione originale
Chicago (dalla prima versione in cd)

Altra collaborazione con ottimi esiti è quella sull'album Exiles di David Cross del 1988, sul quale Hammill canta una incredibile
Tonk
con Fripp alla chitarra.

Sicuramente di rilievo la collaborazione con Alice su Il sole nella pioggia con Now and forever.

NON C'E' UN HAMMILL PER TUTTI, C'E' SOLO DA ASCOLTARLO, ma SOLO se si ha curiosità e libertà mentale vera, del resto, chi come quest'autore può vantare di essere stato tra gli edificatori più autentici del progressive più autentico, del punk più marcio, della prima dark wave e della canzone d'autore più nobile?

Cosa sarà ad Aprile Consequences?
Inutile avere aspettative,
quello che sarà è quello che è stato, quello che Hammill è, lo si può ascoltare dal vivo e sarà in tournèè a Maggio in Italia.
Se non inorridite davanti ad un errore (ma anche venti-cento) al piano trainati da una voce, una passio e un mettere in scena come in uno psicodramma inestinguibile la propria vita e il proprio essere, vi consiglio di esserci,
se siete PROG, state pure A CASA
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#17 The Careless Whisper

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Inviato 24 marzo 2012 - 09:06

Ottima analisi, da invertire il commento su Singularity/Thin Air e Exiles di Cross è del 1997

Personalmente trovo Clutch ed Enter K dei grandi dischi, tra i migliori della discografia hammilliana post-Over, mentre non digerisco molto Out of Water (gli preferisco addirittura Skin), Sitting Targets e Usher (però la Usher Suite nel live del 1992 è bellissima). Comunque una produzione pazzesca e una vena creativa che continua ad essere vivissima e probabilmente continuerà ad esserlo fin quando Hammill sarà in vita
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#18 Claudio Milano

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Inviato 24 marzo 2012 - 17:40

Hai ragione Roadie, Exiles è del '97, la memoria mi ha giocato un brutto scherzo :-)
Una versione di Usher ancora più bella di quella nel live del 1992 "In the Passionkirke", che ho dimenticato di segnalare e che metterei nei dischi di livello medio/alto, è presente nel bootleg alla Queen Elizabeth Hall 15.11.91, 22 minuti di autentico delirio sonoro condotti in maniera favolosa. Quel bootleg contiene inoltre una versione eccellente di The Sleepwalkers al pianoforte:
http://www.youtube.c...h?v=MwIIcgdDvgk
e una bellissima Darkness 11/11 al piano, anche questa nettamente superiore a quella presenti negli encores di Typical.


La Usher suite difatti raccoglie gli episodi più apprezzabili dell'opera ("Architecture" a parte) e un lavoro simile è l'eccellente (ma mai pubblicata ufficialmente) performance del 22.7.94 con il Kronos Quartet "The Music of Eric Zahn" su testo di H.P. Lovecraft....... (reperibile nel bootleg From the house with no door, che.... guardacaso, include anche la Usher suite alla Queen Elizabeth Hall) :nod:
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#19 The Careless Whisper

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Inviato 25 marzo 2012 - 11:38

In a foreign town (molto piacevole con qualche momento notevole


Oh, finalmente qualcuno che apprezza questo disco, generalmente liquidato senza discussioni come il peggiore di Hammill, e tutto per "colpa" della produzione anni '80 (che a me invece piace, essendo anche un amante del synth pop anche un po' più commerciale).
Nel disco c'è una grande prestazione vocale in tutti i brani, e molte belle canzoni.
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#20 Claudio Milano

    pivello

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Inviato 25 marzo 2012 - 14:58

"Oh, finalmente qualcuno che apprezza questo disco, generalmente liquidato senza discussioni come il peggiore di Hammill, e tutto per "colpa" della produzione anni '80 (che a me invece piace, essendo anche un amante del synth pop anche un po' più commerciale).
Nel disco c'è una grande prestazione vocale in tutti i brani, e molte belle canzoni. "

Ciao Roadie,
si In a foreign town non è affatto un cattivo disco, anzi, è la piena realizzazione di quel percorso, iniziato con In Camera del 1974 (!), da musicista che fa dello studio un processo creativo ulteriore e "solitario", con enorme anticipo rispetto ai tempi odierni in cui tutti si fanno i dischi a casa per poi passarli alle etichette come prodotti già finiti.
Insieme al Wyatt di "The end on an ear", Hammill è stato il primo in questa ricerca, con largo anticipo rispetto al John Foxx di Metamatic.
Ritornando al disco, Peter, negli ultimissimi anni dei '90 aveva ritrovato una vocalità incredibile e i controcanti in primissimo piano di Sun City Nightlife ne sono un esempio evidente. Il cantante alterna qui naturalmente da toni da basso profondo a toni da contralto senza passare in falsetto, con facilità e brillantezza di timbro tali da ricordare solo i controcanti su Red Shift, brano da The Silent Corner.
E' ben prodotto, fresco, diretto, anche la batteria elettronica non suona di cartone come su The Noise, Usher.... Casca solo su qualcosa esasperatamente pop come la veramente brutta This book.....
poi per il resto recupera anche uno sguardo sincero sul mondo che non si aveva da tempo. Non è un caso il recupero sul disco di Sci-Finance che era stata già parte del repertorio live dei VDG alla fine degli anni 70.
Buona domenica.
Claudio
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#21 Slowburn

    mainstream Star

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Inviato 26 marzo 2012 - 10:00

. . .ecco, la voce di Hammil, un piccolo appunto , perche' io trovo che sia davvero il fuoco che riesce ad esprimere la sua potenza artistica. La voce di questo grande grande artista e' davvero unica, irripetibile, fatalmente impressionante, decisa e profonda, tragica o malinconica. ma comunque unica, un marchio che imprime il s-u-o tracciato. E cosi differente da tutti gli altri, per questo cosi bellissima, impressionante.
Cosi come altri suoi coetanei, differentissimi a-n-c-h-e per la voce uno dall'altro, rari per personalita' cosi come le loro voci e, guarda caso, son quelli che han fatto la storia della musica.
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#22 Claudio Milano

    pivello

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Inviato 26 marzo 2012 - 21:30

Più che un appunto sulla voce di Peter si potrebbe scrivere un trattato, tant'è duttile, estesa, comunicativa, ricca di armonici ed imprevedibile nel suo divenire, anche nell'arco della stessa serata. Ad esempio, non credo sinceramente lui sia consapevole di essere stato tra i primissimi in Europa ad usare le corde vocali false per la produzione di un kanzat kargyraa (suono roco e vibrante su frequenze molto gravi) impressionante. E' inoltre uno dei pochi contralisti (per quanto capace di raggiungere in urlo le più acute frequenze di mezzosoprano) della storia del rock con un timbro davvero gradevole, femmineo quanto sensuale (Afterwards, Refugees, Been alone so long, Summer song in the Autumn, l'attacco di Forsaken gardens e quello di Leemings, il finale di Pioneers over C...). Al tempo stesso la sua vocalità era ed è capace di una violenza gutturale, primitiva (come nei dischi e nei live di fine '70 - spaventoso davvero su Skeletons of songs - e nella partecipazione ad Exposure di Fripp), ma anche di una potenza ragguardevole ed emozionante da basso profondo/baritono lirico quanto capace di assoluta pulizia timbrica, in grado di fermare veramente l'aria.
Allo stesso modo nessuno come lui è capace di passare (tutt'oggi a 65 anni) da un filo di falsetto al suono pieno lirico per raggiungere l'attivazione delle false corde in un autentico tuono (o rombo), basti pensare ai finali di The Lie e Primo on the parapet, alla sezione centrale di Stranger Still, dal vivo intendo.
Tecnico ed emozionante come solo Tim e Jeff Buckley, Diamanda Galas, Ella Fitzgerald, Antony e Meredith Monk nei primi anni forse, sono riusciti ad essere.
I grandi virtuosi della storia del rock, del jazz, del pop, della musica etnica e della lirica (barocca e contemporanea), della voce teatrale, come Bobby Mc Ferrin, Demetrio Stratos, John De Leo (la cui tecnica negli ultimi anni ha raggiunto dei livelli che ha pochissimi eguali nel mondo), Mike Patton, Phil Minton, Yma Sumac, Aris Christofellis, Angelo Manzotti, Radu Marian, Joan La Barbara, Cathy Berberian, Nusrat Fateh Ali Khan, Giuni Russo (quella irraggiungibile di Energie e del fuori catalogo Signorina Romeo live), Albert Kuvezin, Cristina Zavalloni, Arrington De Dionyso, Carmelo Bene, Patrick Fassiotti, Viviane Houle, giusto per citare solo alcuni nomi, sono stati e sono molto spesso energici e carismatici ma nessuno di loro può dirsi passionale come Hammill che per quanto talvolta (o spesso a seconda dei nomi citati) più impreciso, è a mio avviso l'interprete drammatico (nel senso primo di "teatro dell'anima") più capace e intenso della storia del rock, grazie alla tavolozza che ha in gola e DENTRO. Questo, senza nulla togliere a nomi meno dotati tecnicamente ma non per questo meno capaci come Janis Joplin, Robert Wyatt, David Sylvian, David Bowie fino al '90, Robert Plant fino ai primi '80, Tom Waits, Robert Smith, PJ Harvey, Sinead O' Connor, Kate Bush, Peter Gabriel, Danio Manfredini ecc.
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#23 The Careless Whisper

    Classic Rocker

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Inviato 01 dicembre 2013 - 14:39

A febbraio il grande Peter se ne esce con un album scritto a 4 mani con Gary Lucas, che si chiamerà Otherworld: sono molto curioso, vista la grazia compositiva dell'Hammill post-2001 e il grosso contributo dato negli anni da Lucas a vari artisti importanti (che caspita però, Hammill è solo 4 anni più grande di Lucas ma sembrano il nonno e il nipote asd )


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#24 RogerCrimson

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Inviato 01 dicembre 2013 - 15:23

Visto in concerto nel dicembre '92 al Teatro Puccini di Firenze. Lui da solo, suonava ovviamente più strumenti. Voce straordinariamente comunicativa. Non son mai riuscito a seguire la sua discografia immensa da solista, di cui conosco solo un paio di album. Questo thread è da incorniciare perché può essere usato come guida.
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#25 The Careless Whisper

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Inviato 12 dicembre 2013 - 22:59

A febbraio il grande Peter se ne esce con un album scritto a 4 mani con Gary Lucas, che si chiamerà Otherworld


Ed ecco una preview....voce sempre splendida come da 45 anni a questa parte, le chitarre di Lucas si fanno sentire: mi aspetto belle cose :)

https://www.youtube....h?v=nu2I2pT7CpI
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#26 The Careless Whisper

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Inviato 19 febbraio 2014 - 00:15

Other World: un buon disco, un qualcosa di inedito per le carriere sia di Lucas che di Hammill. Si va dalla sperimentazione totale a vere e proprie canzoni, il tutto con diversi gradi di transizione tra i due livelli. Disco un po' troppo ostico per i miei gusti, eccessivamente lungo ma, ripeto, interessante e in molti momenti decisamente ispirato (vorrei che si "ritrovassero" di più in ottica da songwriting, perché quando succede i risultati sono davvero interessanti).
In attesa del nuovo di Hammill (stavolta da solo), che uscirà a fine anno, Other World regala perle come Cash e This is Showbiz




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#27 bungle

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Inviato 30 novembre 2017 - 12:20

Visto in concerto a Roma qualche settimana fa, ha ancora una voce splendida e regge il palco alla grande solo con voce piano o chitarra acustica.

Le versioni che ha fatto di Time Heals e La Rossa sono state fa brividi.

E' un folle, in 6 date italiane ha suonato quasi 100 pezzi differenti, ogni giorno una scaletta completamente differente. Penso solo lui possa permetterselo, visto la vastita di canzoni che ha scritto.

Comunque anche il nuovo album "From the Trees" è molto valido


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#28 paloz

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Inviato 30 novembre 2017 - 15:04

Azz, a Milano infatti La Rossa non era in scaletta. Però almeno ha fatto una "Modern" da stracciarsi le vesti. Regge davvero benissimo, nulla da dire.


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#29 paloz

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Inviato 06 dicembre 2017 - 14:53

E abbiamo la recensione dell'ultimo disco, From the Trees. :OR:

E come dice giustamente Valeria, c'è aria di risollevamento qualitativo, un'intensità che non sempre si avvertiva nelle tarde prove soliste. Alcuni pezzi molto intensi e memorabili, merita un ascolto.

 

 

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#30 The Careless Whisper

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Inviato 26 dicembre 2017 - 14:03

Disco eccellente, ma lo era anche Consequences del 2012 (seppure in maniera diversa: più discontinuo e sulfureo). In mezzo a questi due, altri due album solisti atipici (il triplo sperimentale All that might have been e l'album scritto a quattro mani con Gary Lucas, entrambi usciti nel 2014).

E poi anche il disco coi VDGG dello scorso anno.

Sapete com'è, qualche anno fa Hammill diceva che avrebbe rallentato l'attività, poi nel 2014 (mi sembra) arrivò un anno intero senza concerti (mai successo per uno stakanovista come lui, che invece infilava date una dietro l'altra), e poi arrivò la perdita improvvisa dei capelli e allora si temeva qualcosa di serio.

E invece la regola di un disco l'anno (o quasi, da solo o coi VDGG) è rimasta, e questo 70enne è rimasto uno dei pochissimi con 50 anni di carriera che, oltre a essere ancora in vita, pubblica ancora dischi degni di nota e infila tour pazzeschi con oltre 100 canzoni diverse.

Il tutto salendo sul palco da solo, senza turnisti che coprano gli errori o effetti speciali: per questi ultimi basta ancora quella che, tutt'oggi, è una delle voci e delle vocalità più belle, espressive e intense di sempre.

Ed è arrivato anche il premio Ciampi qualche mese fa, dopo il premio Tenco del 2004 e la laurea honoris causa del 2014.

 

Due clip dal recente tour

 

Sitting Targets 

 

 

 

e la splendida Patient

 


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#31 The Careless Whisper

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Inviato 26 dicembre 2017 - 14:08

Dall'ultimo From the Trees segnalo invece The Descent, dedicata alla tragedia di Francys e Sergei Arsentiev

 


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#32 paloz

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Inviato 26 dicembre 2017 - 14:38

Non sapevo ci fossero i video del live di Milano. Cavolo, sentite che "Modern" ha uscito:

 

 


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#33 The Careless Whisper

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Inviato 26 dicembre 2017 - 14:57

Ed ecco La Rossa a Roma. Brano che dal 1976 a oggi ha eseguito da solista solamente due volte...questa è stata la seconda volta.

 

Versione stupenda!

 


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#34 The Careless Whisper

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Inviato 29 dicembre 2017 - 11:43

Paloz, guarda questa versione di Modern...e andatevi a ripescare i dischi col K Group, oltre al dvd del live al Rockpalast 1981 (da cui è tratta questa Modern), con Hammill devastante che si presenta vestito da infermiere  :lol:

 

Un live enorme, tirato fuori ufficialmente solo qualche anno fa

 


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#35 mr_tankian

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Inviato 06 novembre 2018 - 10:26

Ieri Peter Hammill ha compiuto 70 anni. Di tutta la sua sterminata (e dispersiva) produzione discografica da solista conosco solo la punta dell'iceberg, ma di sicuro Nadir's Big Chance del 1975 è un bellissimo album. In particolare, quanto è bella Shingle Song? Faccio non poca fatica a capire che genere sia un brano così particolare, in cui Hammill inizia istantaneamente a cantare su una base cupa e scheletrica a cui viene man mano aggiunto il bellissimo sax di David Jackson. Per quanto mi riguarda, il pezzo più bello dell'album, nonché un capolavoro assoluto.

 


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#36 The Careless Whisper

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Inviato 06 novembre 2018 - 12:06

70 anni e ancora in pista con live strepitosi e album in studio ancora sorprendenti.

 

Tra i suoi brani meno ricordati del passato, adoro Happy Hour (da Enter K, 1982)

 


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#37 bungle

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Inviato 08 aprile 2019 - 20:35

è uscito il cofanetto "Not Yet Not Now" estratto dalle ultime turne live in Germania, Italia e Inghilterra, con 8 cd e 98 canzoni che coprono la bellezza di 37 album differenti.

Come al solito le canzoni di Hammill acquistano nuova forza nelle versioni live, anche solo con chitarra o piano e la voce un po' rugosa, ma sempre potente ed emozionante!


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#38 The Careless Whisper

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Inviato 08 aprile 2019 - 21:30

Mi hai fatto prendere un colpo, pensavo fosse morto (lo so che vale per quasi tutti gli over 70, ma lui è lui).

 

Lunga vita ad Hammill, e uppate il thread con discrezione asd


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#39 The Careless Whisper

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Inviato 13 aprile 2019 - 19:25

Il 10 maggio esce "In Amazonia", il nuovo album in studio di Peter Hammill + gli svedesi Isildurs Bane. Dalle preview si sente che sarà un lavoro davvero interessante, con molta elettronica

 

https://soundcloud.c...mazonia-trailer

 

 

 

Intanto un mese fa, a Cracovia, il vecchio Peter (51 anni di carriera) ha regalato una versione da brividi di "A Louse is not a Home"...e l'ha fatta dopo 80 minuti di concerto

 


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#40 The Careless Whisper

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Inviato 18 giugno 2019 - 11:59

Finalmente uscito "In Amazonia" di Hammill con gli Isildurs Bane. Da un primo ascolto, disco difficile ma molto intenso

 


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#41 bungle

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Inviato 25 giugno 2019 - 13:13

disco stupendo... Isilurs Bane e Hammill hanno trovato un alchimia perfetta. Hammill è in forma smagliante e le trame musicali degli isildurs si fondono alla perfezione con la voce di Peter.

Per me è il miglior disco con Hammill degli ultimi 30 anni.


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#42 The Careless Whisper

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Inviato 25 giugno 2019 - 14:05

Non è un disco facile (difficile trovare le grandi melodie hammilliane, se non a frammenti), però aleggia aria molto elevata...


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#43 bungle

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Inviato 26 giugno 2019 - 09:08

è un disco di più difficile assimilazione, ma cresce ascolto dopo ascolto.

E' errato pensarlo un disco di Peter Hammill, è più un disco degli Isildurs (gruppo fenomenale), in cui Hammill ha dato un contributo fondamentale arricchendolo con una prova vocale superlativa


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#44 paloz

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Inviato 27 giugno 2019 - 15:13

Scusate la domanda molto 2006, ma... dove lo avete trovato? Sui servizi legali e nei sotterranei non ho visto nulla...  :unsure:


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#45 The Careless Whisper

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Inviato 27 giugno 2019 - 19:32

Scusate la domanda molto 2006, ma... dove lo avete trovato? Sui servizi legali e nei sotterranei non ho visto nulla...  :unsure:

 

https://www.discogs....elease/13602306

 

 

O qui: https://burningshed....g=peter hammill

 

Sempre su burningshed si può acquistare il vinile (il vinile verde è già esaurito e il prezzo dei pochi rimasti (su ebay o discogs) già schizzato a 100 euro). Il vinile nero si trova ancora a prezzi accessibili.


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#46 Merlo

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Inviato 01 luglio 2019 - 20:37

Scusate la domanda molto 2006, ma... dove lo avete trovato? Sui servizi legali e nei sotterranei non ho visto nulla...  :unsure:

 

Su soulseek si trova a profusione

 

Edit - ʕ•ᴥ•ʔ


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"Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace"


#47 The Careless Whisper

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Inviato 08 luglio 2019 - 21:57

Intanto qualche settimana fa...per la serie "non perdiamo tempo", e un messaggio agli italiani  asd

 

 

vdgg_060619.jpg


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#48 Garga Charrua

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Inviato 17 febbraio 2021 - 11:27

La felpa salviniana deve piacergli molto

 

peter_hammill_in_translation_photo_credi

 

 

Ad ogni modo, confermata l'uscita di un disco di cover. Questa è la scaletta:

 

1. The Folks Who Live On The Hill – 1937 piece by Kern/Hammerstein
2. Hotel Supramonte – composed by Fabrizio De André
3. Oblivion – composer Astor Piazzola
4. Ciao Amore – 1967 song by Luigi Tenco
5. This Nearly Was Mine – from the musical South Pacific by Rogers/Hammerstein
6. After A Dream – by Gabriel Fauré
7. Ballad For My Death – a second Piazzolla piece
8. I Who Have Nothing – originally an Italian song by Carlo Donida and Giulio ‘Mogol’ Rapetti. The English lyrics are by songwriting giants Leiber and Stoller. Recorded by Ben E King and Shirley Bassey
9. Il Vino – composed by Piero Ciampi
10. Lost To The World – written by Gustav Mahler
 
 

  • 4

"Sei stati, cinque nazioni, quattro lingue, tre religioni, due alfabeti e un solo Gargamella."


#49 The Careless Whisper

    Classic Rocker

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Inviato 17 marzo 2021 - 11:51

Qualche giorno fa è saltato fuori un documento straordinario a colori, di cui neanche si era a conoscenza. Alta qualità audio e video, tv svizzera, 1974.

Peter Hammill all'apice, suona tre brani da "The silent corner and the empty stage".

Il documento video è senza dubbio quanto di meglio abbiamo di Hammill negli anni '70. Lui, solo pianoforte e voce in stato di grazia assoluta. Inarrivabile e devastante nella suite "A louse is not a home", con cui si conclude il filmato.

 

Buona visione

 


  • 5

https://www.decandiamauro.com

 

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"Mi rifiuto di sentire gli artisti di oggi perché ho già sentito di meglio 20-30 anni fa." (Ricky Portera)

"Non mi piace la musica elettronica: amo la musica che viene effettivamente creata da un artista, creata da un musicista" (John Lodge, dei Moody Blues)

"Oggi è tutto elettronico ma fa anche tutto schifo" (Alberto Radius)

 

 


#50 reallytongues

    Pietra MIliare

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Inviato 17 marzo 2021 - 19:24

Voi non trovate che David Bowie abbia preso molto dal modo di cantare di Hammill, o almeno si siano influenzati a vicenda (non credo molto ad Hammill che prende spunto, ma vabbeh asd)
  • 0

Caro sig. Bernardus...

Scontro tra Titanic

"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>




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