Don Ellis
#1
Inviato 15 settembre 2008 - 13:19
due pezzi dal disco
http://www.youtube.c...h?v=PEBQFEQ0Rno
la Turkish bath di cui sopra
http://www.youtube.c...h?v=MFf_190Vnr4
new horizons
che ne pensate e che altro mi consigliate?
dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
#2
Inviato 15 settembre 2008 - 20:31
http://www.ondarock....cseen#msg186941
PS: In "Jazz" (il monumentale volume by Mondadori), Polillo accenna di sfuggita un paio di volte ad Ellis, ma mi pare che i giudizi siano complessivamente positivi...
#3
Inviato 15 settembre 2008 - 22:23
"Turkish Bath" e' stupenda ma il resto del disco non regge il confronto.
#4
Inviato 15 settembre 2008 - 23:33
Ti consiglio di ascoltare il Live at Monterey, a mio avviso e' di gran lunga il suo disco migliore.
"Turkish Bath" e' stupenda ma il resto del disco non regge il confronto.
E poi potresti sentirti il Live at Montreux
Ne avevo parlato con wago e dai miei ricordi non gli piace come il Monterey invece per me siamo lì.
Mi avete fatto ripensare a Don Ellis ed ho concluso che sulla carta non dovrebbe piacermi, invece da qualche parte ci deve essere un errore e mi garba! La vita regala sorprese
Noodles: Sono andato a letto presto.
Tu sai citare i classici a memoria... ma non distingui il ramo da una foglia...
Fiero membro
Ci sono più dischi di merda che vita!
#5
Inviato 16 settembre 2008 - 11:00
The Don Ellis Orchestra: Live at Monterey (1966)
Non sono un intenditore di Jazz, ma la poca notorieta' di cui gode questo artista mi sembra qualcosa di criminale. L'ho scoperto da pochissimo - tre giorni - ma gia' si candida ad entrare nell'olimpo dei miei preferitissimi (in assoluto, non solo in ambito jazz).
Trombettista di impostazione classica, con la prima uscita "How Time Passes", del 1960, flirta con l'avanguardia novecentesca proponendo una "Improvisational Suite #1" basata su una serie dodecafonica, numerosi giochi di dilatazione e silenzio, approcci non-convenzionali agli strumenti. A meta' anni 60 inizia ad interessarsi alle musiche extra-europee, e nel 1966 esordisce con la sua big band incidendo questo meraviglioso "Live at Monterey".
Si tratta di musica eccezionale per ricchezza, carica ed eleganza. Se per certi versi Ellis e' vicino al "Third Stream Jazz" (continuano gli intrecci con strutture classiche, vedi "Passacaglia and Fugue"), la sua ricerca sui tempi composti non ha paragoni in ambito jazzistico. Ellis porta alle estreme conseguenze gli abbozzi di Brubeck e Kenton realizzando praticamente solo brani in tempi composti, senza assolutamente perdere di "swing". Affascinato dalla musica indiana, si fa costruire un flicorno particolare per poter lavorare sui quarti di tono. La sua band comprendeva tre percussionisti, che creano un tappeto ritmico fittissimo su cui si stagliano i suoi raffinati arrangiamenti, in bilico tra bebop, jazz per big band, musica barocca e classica novecentesca (con vari rimandi a Stravinsky e Debussy). Si tratta, a mio avviso, di una registrazione imperdibile, che gettera' un'ombra percettibile su parecchio progressive e jazz-rock (come avrebbe fatto anche "Time Out").
Don Ellis, il re dei tempi dispari... se non ricordo male, addirittura un brano in 11/8 nel disco live 3 2/3 4 (quasi intraducibile in lingua: 3 e due terzi di "quarti").
Nel suddetto live ci sono pezzi intitolati "33 222 1 222" (apostrofato nella presentazione come traditional nineteen), "27/16", "Beat me Daddy, 7 to the Bar", "New Nine" che danno un'idea dei tempi coi quali si dilettava il ragazzo.
Consiglio anche "Electric bath" con la sua big band, disco del 1967 (Indian Lady dal finale "umoristico", Turkish bath in 17/4); se si vuole qualcosa di precedente in formazione ridotta, provare "New ideas" del 1961, con Jacky Byard e Ron Carter.
Ho ascoltato proprio oggi "Electric Bath", disco notevole anche se forse meno d'impatto rispetto al live. "Tears of Joy", di qualche anno dopo, mi e' piaciuto meno, mi suona davvero troppo "bandistico" ma forse e' solo questione di abitudine. Resta il fatto che il suono con cui si apre il disco (una tromba filtrata) e' qualcosa di assolutamente inaudito! Piacevole anche quella che forse e' la prima comparsa in un disco "occidentale" della danza bulgara "Smeceno Horo" (qua "Bulgarian Bulge") che sara' poi capolavoro celtico-balcanico in "After the Break" dei Planxty.
#6
Inviato 16 settembre 2008 - 13:25
PS: In "Jazz" (il monumentale volume by Mondadori), Polillo accenna di sfuggita un paio di volte ad Ellis, ma mi pare che i giudizi siano complessivamente positivi...
può essere, io il libro l'ho letto vari anni fa, anche se ricordo che verso tutto il nuovo jazz non era affatto tenero. Nell'audiolibro parlando della fase elettrica di Davis ad esempio:
"davis rinnegò dalla sera alla mattina le concezioni musicali elaborate in trent'anni di lavoro appassionato, ed infine abbandonò completamente il campo di battaglia del jazz per adeguarsi ai gusti del pubblico giovanile."
Diciamo che comunque Polillo non è il miglior critico per quanto riguarda il jazz moderno
Ti consiglio di ascoltare il Live at Monterey, a mio avviso e' di gran lunga il suo disco migliore.
"Turkish Bath" e' stupenda ma il resto del disco non regge il confronto.
a me sulle prime piace anche il resto del disco ma turkish bath è sicuramente il pezzo migliore, non so ancora se preferisco la versione breve o quella estesa ma ad ogni modo è fenomenale, sarebbe perfetta per una scena dinamica di un noir, tipo una fuga dopo una rapina in banca
E poi potresti sentirti il Live at Montreux
Ne avevo parlato con wago e dai miei ricordi non gli piace come il Monterey invece per me siamo lì.
Mi avete fatto ripensare a Don Ellis ed ho concluso che sulla carta non dovrebbe piacermi, invece da qualche parte ci deve essere un errore e mi garba! La vita regala sorprese
perchè sulla carta non dovrebbe piacerti? Pensavo l'esatto contrario
Oh, tra tutti i forumisti, ma proprio tra tutti sei probabilmente il più imprevedibile
Comunque provo con Monterey, e poi con Montreux e 3 2/3 4
dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
#7
Inviato 16 settembre 2008 - 15:40
il 3 2/3 4 mi piace un po' meno degli altri due......
perchè sulla carta non dovrebbe piacerti? Pensavo l'esatto contrario
Oh, tra tutti i forumisti, ma proprio tra tutti sei probabilmente il più imprevedibile
Comunque provo con Monterey, e poi con Montreux e 3 2/3 4
Non dovrebbe piacermi per tutti i tempi dispari, cose che a leggere mi danno l'idea di musica troppo imbrigliata. Cosa che però non avviene perché ci sento tanto divertimento. Boh.
Non lo so se è chiaro, non lo so nemmeno io che gusti ho, mi piacerebbe trovarci una logica per seguirla e non ascoltare troppa roba che poi mollo e non riprendo più.
Noodles: Sono andato a letto presto.
Tu sai citare i classici a memoria... ma non distingui il ramo da una foglia...
Fiero membro
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#8
Inviato 16 settembre 2008 - 15:53
#9
Inviato 16 settembre 2008 - 17:45
In realtà preb, per me Ellis era di un supponente pazzesco. Roba da far intimorire Stratos (ma pure lì, tempi dispari e spocchia a gogo ma gli Area schifo non ti fanno). Mi stupisce che tu ci senta dentro per prima cosa "tanto divertimento". Per carità , anche a me pare si divertano, ma l'intento di darsi un tono, voler dimostrare a tutti di essere il migliore mi pare sia ben percepibile.
boh? ma perchè? Cioè non sto negando o che perchè lo conosco ancora troppo poco, ma proprio non capisco
dai manichei che ti urlano o con noi o traditore libera nos domine
#10
Inviato 16 settembre 2008 - 17:56
Per Ellis il far vedere che è il migliore mi arriva molto di più nei dischi da studio, quelli li trovo molto pensati e mi prendono meno. L'idea che mi sono fatto è che nei due live suoni e mostri comunque quanto è figo, ma ormai la musica è assimilata talmente bene che c'è spazio per divertirsi e mollarsi un po'. Non so se mi sono spiegato.
Gli area mi piacciono per come suonano, ma Stratos è troppo debordante e invadente per i miei gusti. Poi se tanti indizi fanno una prova posso dire che i virtuosismi con la voce mi stanno sui maroni di brutto (Stratos, il cantante de le orme, i Buckley, Patton, etc).
Noodles: Sono andato a letto presto.
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Fiero membro
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#11
Inviato 16 settembre 2008 - 18:14
#12
Inviato 17 settembre 2008 - 00:52
Gli area mi piacciono per come suonano, ma Stratos è troppo debordante e invadente per i miei gusti. Poi se tanti indizi fanno una prova posso dire che i virtuosismi con la voce mi stanno sui maroni di brutto (Stratos, il cantante de le orme, i Buckley, Patton, etc).
Scusami se ti prendo come esempio ma non posso farne a meno.
Ho sempre pensato che il prog e in genere chi sa suonare sia snobbato dai "rockettari" per partito preso e che in realtà manchi solo un approfondimento del genere. Spesso chi sa suonare si esprime in maniera diversa dai gruppi "indie" (con le virgolette e usato in senso molto ampio, ampissimo) e l' appasionato di rock a un primo ascolto non apprezza perchè non capisce. Non capisce non perchè sia stupido ma perchè è abituato a un altro tipo di sonorità, a un altro tipo di modalità comunicativa.
Sanno che quel gruppo fa jazz o prog ed è più facile dire che quel gruppo è composto da segaioli piuttosto che fermarsi un pò di più ad ascoltare e a capire.
Uno che mi dice che il cantante delle orme è un virtuoso è ovviamente vittima di questo presupposto in quanto il cantante delle Orme è un virtuoso più o meno come Johnny Rotten. A me piacciono i PIL, le Orme nonostente i miei sforzi contuano a suonarmi veramente ingenui e datati.
Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con generi più complessi sa benissimo che il cantante delle orme non era certo un virtuoso, anzi sarebbe più associabile a roba tipo Equipe 84, ma essendo le Orme un gruppo prog mi tocca leggere che il cantante delle Orme "non mi piace perchè virtuoso" (veramente ragazzi, io non ho mai studiato musica, ma chiunque studi per più di cinque minuit canto si rende conto che il cantante delle Orme è veramente l' antitesi del virtuoso).
Poi definire uno come Stratos invadente mi sembra un altro luogo comune usato a sproposito, posso capire il debordante, ma uno che canta 15 minuti su un disco di 40 è tutt' altro che invadente, anzi oserei definirlo misurato.
Può essere debordante per il suo modo di usare la voce, questo lo potrei capire, ma non certo invadente, Stratos ha sempre lascisto spazio alla musica nei suoi dischi con gli Area.
#13
Inviato 17 settembre 2008 - 10:29
Su Stratos è un problema mio, quando fa i virtuosismi mi irritano. Anche se lo fa poco per me è comunque troppo. � una cosa di pelle, è come ritrovarsi a vivere con uno che ti sta sui maroni, che lo vedi e ti indispone. Poi la musica sotto mi va e sopporto.
Sul fatto che saper suonare ti porti ad esplorare diversi lidi mi pare ovvio, la tavolozza utilizzabile è un bel po' più ampia ma non è scritto da nessuna parte che avere più mezzi equivalga a opera migliore, magari equivale a meno banale o più interessante, ma per essere un disco che poi amerò non mi basta sia suonato da 10 fenomeni.
Sulle cose che non mi piacciono e che magari non capisco uso sempre l'approccio:
ascolto -> non mi garba -> metto da parte -> forse un giorno riproverò!
Magari quel giorno riscoprirò un gran disco e penserò che non avevo capito una fava ma meglio così che violentarsi a capire per forza ora. Vivo la musica come un diletto e una curiosità , non come una scienza esatta.
Noodles: Sono andato a letto presto.
Tu sai citare i classici a memoria... ma non distingui il ramo da una foglia...
Fiero membro
Ci sono più dischi di merda che vita!
#14
Inviato 16 febbraio 2017 - 23:04
Di sicuro questa del 1968, deve essere la ''prima'' tournee qui in Europa dell' Orchestra
guidata da Don Ellis.. Una rarità per cultori e collezionisti di concerti. Ciao fabio.,-
https://www.youtube....h?v=_XhVw8PYsPE
DON ELLIS,tr ,Big Band,,John Klemmer,sax ,,Frank Strozier,sax
, live Festival de jazz d'Antibes Juan les Pins :on 22* july1968
Don ELLIS tr BIg Band ,; Glenn STUART tr; Stuart BLUMBERG tr; John ROSENBURG Ã la trompette ; Bob HARMON Ã la trompette ; Ernie GARRISON trb ; Glenn FERRIS trb; Don SWITZER trb ; Ira SHULMAN sax alto ; Frank STROZIER sax alto ; John KLEMMER sax ; Sam FALZONE sax ; John MAGRUDER au saxophone baryton ; Pete ROBINSON au piano ; Ray NEAPOLITAN Ã la contrebasse ; Dave PARLATO Ã la contrebasse ; Ralph HUMPHREY,dr ; Gene STRIMLING percx Lee PASTORA, congas. ,, t . 51 ' minutes...
.... 1-,,:"The great divide" , -2-"Kansas city blues" , 3- "Open beauty" , 4- "Indian lady".
5,, "Variations for trumpets" de Don Ellis Electrix-sound..
-1 "Opus 5" de Don Ellis , -2, "Turkish bath" de Don Nyers , -3,"A new kind of country"
-4,"Last summer's spell" de John Klemmer
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