Addio a DFW
#1
Inviato 14 settembre 2008 - 08:49
Uno dei miei autori da dipendenza, uno dei miei pochi autori, quello che ho scoperto per i cazzi miei, spulciando gli scaffali della biblioteca, leggendomi duecento volte alcuni suoi passi, facendo una testa così a chi mi chiedeva Consigliami Qualcosa Da Leggere, uno stile di vita più che un modo di scrivere, a giorni volevo andare a mendicare Una Tesi Su a un prof. che mi avrebbe sicuramente chiesto Chi Cazzo E' David Foster Wallace, Noi Qua Trattiamo Solo Di Fenomenologie. Ora saprà ineluttabilmente chi è. Ho i brividi, e non è la pioggia di fine estate.
#2
Inviato 14 settembre 2008 - 09:14
Notizia tristissima: la perdita di uno degli scrittori più geniali degli ultimi anni, che avrebbe avuto certamente ancora molto altro da dire.
#3
Inviato 14 settembre 2008 - 09:30
Era praticamente il mio scrittore preferito attuale o giù di lì. Son rimasto indietro sulle ultimissime cose e non ho mai cagato troppo i suoi saggi.
Col senno di poi non è così strano che si sia ammazzato, però onestamente pensavo che non l'avrebbe fatto.
Sono mezzo sconvolto.
#4
Inviato 14 settembre 2008 - 09:34
Chissà se per Capodanno prossimo l'avrò finito (l'ho iniziato il primo gennaio di quest'anno).
Lui l'avevo conosciuto con un suo bellissimo racconto sul tennis nell'antologia "Racconti matematici" edita da Einaudi. Mi aveva subito colpito per le sue narrazioni così geometriche, anche nel lessico, eppure estremamente convolute, ritorte in un flusso continuo di divagazioni e descrizioni.
Ho letto da poco che era un fervente liberal-, quindi ci sta che crepi, cosi' impara.
Oddio, suicida? Mi son perso qualche passaggio. Era cosa prevedibile?
#5
Inviato 14 settembre 2008 - 09:41
Per quanto mi riguarda rimango legatissimo alle sue cose meno disperate, come La scopa del sistema e Verso occidente l'impero dirige il suo corso (ma le Brutte interviste valgono altrettanto. Su Infinite Jest ho avuto più o meno il tuo stesso corso).
#6
Inviato 14 settembre 2008 - 09:43
Prevedibile sarebbe dire una parola di troppo, ma già molti personaggi di Infinite Jest non sono esattamente degli allegroni.
Si' ma da uno che si inventa un universo con al centro un pazzo che si uccide mettendo la testa nel microonde ti aspetti qualcosa di diverso. Non dico un suicidio pirotecnico, pero', ecco... Non avrei mai detto. Impiccarsi. Boh. E' una cosa che dubito potro' mai capire (non per lui eh, in generale).
L'unico suicidio che ho vagamente capito e' quello di Primo Levi.
#7
Inviato 14 settembre 2008 - 09:49
Col senno di poi non è così strano che si sia ammazzato, però onestamente pensavo che non l'avrebbe fatto.
Io credevo avesse avuto da campare fino agli ottanta, insomma era uno presissimo dalle cose, avrebbe voluto vedere se Federer tornava n.1, avrebbe voluto vedere il primo negro alla Casa Bianca, e avrebbe voluto aspettare per l' ultimo di Lynch. Chissà che cazzo gli è passato attorno di questi tempi, per arrivare a negarsi tutto questo, negandosi alla sua donna di una vita, tra l' altro.
Non credo fosse una persona molto turbata, mi pareva uno del tipo Take It Easy.
Ci sta che gli sia successo qualcosa di forte, una mitragliata di tumori al pancreas, il disfacimento di un atavico rapporto di coppia, o qualcosa di simile, insomma qualcosa che ha prodotto un atto istintivo e subitaneo, ha preso una corda e ha detto ciao. Mi piace proprio pensare che sia andata così, che sorridendo sul divano abbia pensato che non aveva cazzi di vivere certe situazioni. "Odio" le persone che si piangono addosso e che dicono Si Sai E' Un Brutto Periodo Sono Depresso, magari perchè non gli entra il lavoro o perchè boh, come se ci fosse una personalità scissa in due, una parte felice di me che vede una parte infelice di me, per poi star lì a sedimentare per anni in questa dimesione di inerzia totale.
Lui penso facesse parte di un altro tipo di approccio alle cose, o comunque io voglio immaginarmelo così.
#8
Inviato 14 settembre 2008 - 09:54
#9
Inviato 14 settembre 2008 - 10:03
Ci sta che gli sia successo qualcosa di forte, una mitragliata di tumori al pancreas, il disfacimento di un atavico rapporto di coppia, o qualcosa di simile, insomma qualcosa che ha prodotto un atto istintivo e subitaneo, ha preso una corda e ha detto ciao
Mah... "Infinite Jest" è un tale groviglio di premeditazioni, piccole ossessioni personali, segrete pratiche autodistruttive. Io me lo vedo come un tarlo che rode da anni, decenni. E per questo non mi spiego non tanto il suicidio, ma l'impiccagione.
Spero di sbagliarmi, che sia come dici tu che d'altra parte mi pari conoscerlo meglio. Preferisco anche io il gesto istintivo, l'"errore" irreversibile, piuttosto che un distacco dal mondo cosi' forte da aver ardentemente desiderato separarsene per sempre.
In "Infinite Jest" sembra regnare una forma di accettazione, quasi di contemplazione di un sistema ordinato con mille variabili, mille sovrapposizioni, mille punti morti. Forse e' sbagliato identificare opera e autore, ma sono davvero stupefatto e in questo momento mi viene spontaneo cercare tracce e radici del suo gesto nel poco di suo che conosco. E proprio non me lo spiego.
#10 Guest_Ortodosso_*
Inviato 14 settembre 2008 - 10:06
He makes me want to be smarter. He makes me want to hit the library and not leave until I pass out from reading.
http://ben.casnocha....bering-dav.html
His syllabus was wonderful -- and yes, it had footnotes.
http://www.marginali...mmencement.html
The really important kind of freedom involves attention and awareness and discipline, and being able truly to care about other people and to sacrifice for them over and over in myriad petty, unsexy ways every day.
http://www.huffingto...2_b_126248.html
I'm really glad you're here with me because I'm afraid these guys might force me to do their algebra homework
It is not the least bit coincidental that adults who commit suicide with firearms almost always shoot themselves in: the head. They shoot the terrible master.
porca madonna
#11
Inviato 14 settembre 2008 - 10:09
Cazzo, ci son rimasto di merda. Ma veramente di merda. Concordo con Sloth, a posteriori il suicidio ci sta: dopotutto, era uno scrittore "depresso"... alla sua maniera, si intende. So che anche caratterialmente era un tipo introverso e a volte cupo, però... però niente, ribadisco quanto sopra: ci son rimasto di merda. Sono pure un po' triste, toh.
Io sono particolarmente affezionato alle Brevi Interviste a Uomini Schifosi, che fu il suo primo libro che lessi e che fu per me una rivelazione come pochissime altre letture in vita mia. Ma anche il resto della sua produzione "minore" è quasi tutta eccezionale (compreso il racconto lungo Verso Occidente... anche quello, di una tristezza...). Uno di quei due o tre contemporanei che reputo fondamentali, a livello dei Grandi.
Cazzo.
#12 Guest_Antonio_*
Inviato 14 settembre 2008 - 10:24
come dice sloth questo gesto non era poi così imprevedibile, però maledizione...
sono costernato e senza parole.
#13
Inviato 14 settembre 2008 - 10:31
La tavola annuirà e tu andrai, e i neri occhi di pelle si potranno incrociare e accecare in un cielo maculato di nuvole, luce perforata che si vuota dietro la pietra aguzza che è per sempre. Che è per sempre. Metti piede nella pelle e scompari.
Ciao
Ciao
#14
Inviato 14 settembre 2008 - 11:03
Muore anche la speranza di un grande capolavoro senile.
Per me totalmente non prevedibile. Sembrava che l'ironia potesse comunque salvarlo dalla disperata lucidità prodotta da un cervello enorme.
#15
Inviato 14 settembre 2008 - 11:15
Come fosse morto un amico.
Muore anche la speranza di un grande capolavoro senile.
Per me totalmente non prevedibile. Sembrava che l'ironia potesse comunque salvarlo dalla disperata lucidità prodotta da un cervello enorme.
E' bellissimo quello che dici.
E pure io credevo che la sua ironia lo potesse salvare dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore, dalle ossessioni delle tue manie.
Queste sono cose enormi, difficile capacitarsene.
Meglio pensarci su.
#16
Inviato 15 settembre 2008 - 09:25
#17
Inviato 15 settembre 2008 - 10:10
:'(
#18 Guest_Maedhros_*
Inviato 15 settembre 2008 - 10:15
ieri, saputo della sua morte, ho guardato per curiosità i telegiornali. guarda caso nessuno ne ha parlato neanche di sfuggita, d'altronde c'erano cose più importanti tipo miss italia e il papa a lourdes. non che mi aspettassi altro, però..
#19
Inviato 15 settembre 2008 - 10:19
Per una volta la letteratura sarà stata testamentaria prima della morte, e il migliore di tutti celebrato come tale mentre era ancora in vita. E' poca cosa, ma - maledizione - è qualcosa.
#20
Inviato 15 settembre 2008 - 10:22
Scrive Veronesi (Sandro, che lo lanciò in Italia ricordando la lettura pubblica di tre giorni di Infinite Jest) sull'Unità:
Per una volta la letteratura sarà stata testamentaria prima della morte, e il migliore di tutti celebrato come tale mentre era ancora in vita. E' poca cosa, ma - maledizione - è qualcosa.
Si, ma...cazzo, doveva ancora scrivere! Doveva ancora vivere, perchè l'ha fatto?E' un gesto assurdo.
#21
Inviato 15 settembre 2008 - 11:02
Scrive Veronesi (Sandro, che lo lanciò in Italia ricordando la lettura pubblica di tre giorni di Infinite Jest) sull'Unità:
Per una volta la letteratura sarà stata testamentaria prima della morte, e il migliore di tutti celebrato come tale mentre era ancora in vita. E' poca cosa, ma - maledizione - è qualcosa.
Si, ma...cazzo, doveva ancora scrivere! Doveva ancora vivere, perchè l'ha fatto?E' un gesto assurdo.
Non è un gesto assurdo da parte sua, ha scritto spesso e con toccante lucidità di suicidio, depressione, dipendenza e altre condizioni estreme che per l'individuo contemporaneo sono pane quotidiano, e sembrava davvero che avvertisse tutto il peso di queste condizioni ... io però mi illudevo, anzi, ero certa, che la scrittura lo realizzasse completamente come essere umano e che fosse più urgente della vita stessa per lui, pensavo che scrivendo si mantenesse magicamente immune dai mali che tormentavano i suoi pensieri. Da quando ho scoperto di sbagliarmi, ogni minuto che passa mi rende più triste e pessimista.
#22
Inviato 15 settembre 2008 - 11:10
... io però mi illudevo, anzi, ero certa, che la scrittura lo realizzasse completamente come essere umano e che fosse più urgente della vita stessa per lui, pensavo che scrivendo si mantenesse magicamente immune dai mali che tormentavano i suoi pensieri. Da quando ho scoperto di sbagliarmi, ogni minuto che passa mi rende più triste e pessimista.
Scrive Veronesi (Sandro, che lo lanciò in Italia ricordando la lettura pubblica di tre giorni di Infinite Jest) sull'Unità:
Per una volta la letteratura sarà stata testamentaria prima della morte, e il migliore di tutti celebrato come tale mentre era ancora in vita. E' poca cosa, ma - maledizione - è qualcosa.
Si, ma...cazzo, doveva ancora scrivere! Doveva ancora vivere, perchè l'ha fatto?E' un gesto assurdo.
La pensavo esattamente come te, appunto...pensavo.
#23
Inviato 15 settembre 2008 - 11:17
#24
Inviato 15 settembre 2008 - 11:23
#25
Inviato 15 settembre 2008 - 13:14
Vi riporto un suo articolo apparso questa mattina su Nazione Indiana:
© Harper??s magazine. Reprinted with permission of the L.A. Times Syndicate International
Un biglietto per la fiera
Eccomi ancora una volta nel capiente tendone di McDonald??s, di lato a presidiarlo il titanico pagliaccio gonfiabile. C??è una folla equamente distribuita sulle gradinate da pallacanestro da una parte e sulle file di sedie pieghevoli dall??altra. Sono le finali juniores di Mazzetta da Majorettes dello Stato dell??Illinois. Un altoparlante metallico comincia ad emettere della disco music e le bambine si riversano nel tendone da tutte le direzioni, sgambettando e piroettando in costumi sgargianti. Nelle tribune, come ad un segnale appaiono le videocamere e posso dire che ci sono praticamente io da solo insieme a un migliaio di genitori. Le grottesche categorie e suddivisioni, sia a squadre che singole, vanno dall??età di tre (!) ai sedici anni, con denominazioni specifiche ?? le quattrenni compongono la divisione Sugar ??N?? Spice, e così via. Sono su di una sedia in prima fila - dietro i giudici della competizione presentati come ??Majorettes della squadra del college? (stranamente) dell??Università del Kansas. Sono quattro bionde glassate che sorridono molto e gonfiano enormi bolle a grappolo. Le squadre di majorettes sono tutte di città differenti. Mount Vernon e Kankakee sembrano particolarmente prodighe in majorettes. I costumi di spandex [tessuto sintetico] delle majorettes, di colori diversi per ogni squadra, sono aderenti e sgambati. Le allenatrici sono donne torve, abbronzate, flessuose, chiaramente ex majorettes, ormai lontane dai giorni di gloria, dall??aspetto serioso, ciascuna con una lavagnetta e un fischietto. Le squadre entrano con sequenze coreografiche, ogni sequenza con un titolo e una disco music designata o una canzone per l??esibizione, sono zeppe di manovre compulsive di mazzette con difficilissimi nomi tecnici. Una madre vicino a me sta seguendo segni su una cosa che assomiglia quasi ad una mappa astrologica e non è dell??umore per spiegare alcunché ad a un novizio spettatore di mazzette. Le sequenze sono selvaggiamente complesse e la telecronaca dello speaker è prevalentemente in codice. Tutto quel che posso determinare di sicuro è che io mi sono intrigato in quello che deve essere l??evento più pericoloso per uno spettatore della fiera. Le mazzette mancate volano dappertutto, fischiando perfidamente. Quelle di tre, quattro e cinque anni non sono pericolose, benché passino la maggior parte del loro tempo raccogliendo le mazzette sfuggite e cercando di affrettarsi nuovamente al loro posto - i genitori delle majorettes particolarmente maldestre sbraitano infuriati dalle gradinate mentre le allenatrici ruminano arcignamente le loro gomme. Ma le bambine più piccole realmente non hanno la forza di braccia per mettere in pericolo qualcuno, anche se un giudice prende la mazzetta di una Sugar??N Spice sul setto nasale e deve essere soccorso fuori dal tendone. Ma quando quelle di sette e otto anni hanno percosso il pavimento per una serie di ??Medleys delle Forze Armate? (spandex con spalline e cappello da ufficiale e mazzette sulle spalle come M16), mazzette erranti cominciano a piroettare sul soffitto, ai lati della tenda e sulla folla veramente molto forte. Io stesso le schivo varie volte. Un uomo proprio nella fila appena sotto ne prende una nel plesso solare e cade dalla sedia di metallo con un orribile schianto. Le mazzette hanno inciso sull??asta ??lunghezza regolabile?? ed hanno tappi di gomma bianchi alle due estremità, ma è quel genere asciutto, duro di gomma e le mazzette stesse non sono leggere. Non penso che sia un caso che i manganelli della polizia siano anche chiamati sfollagente. Fisicamente, anche all??interno delle squadre della stessa fascia d??età, ci sono rilevanti incoerenze nella taglia e nello sviluppo. Una di nove anni è parecchie teste più alta di un altra e stanno provando a fare una complessa cosa avanti e indietro in due con solo una mazzetta, che finisce per far fuori una lampadina di una delle lampade appese al montante del tendone, inondando parte delle gradinate di vetro. Molte della majorettes più giovani sembrano anoressiche e gravemente malate. Non ci sono majorettes grasse. Una squadra di decenni nella categoria Gingersnap [biscotto di zenzero] ha codine da coniglietto di ovatta sulla parte posteriore del costume ed orecchie rigide di cartapesta e sembrano roteare con competenza. Una squadra di undicenni da Towanda esegue una complicata sequenza come tributo all??Operazione Desert Storm. Nella maggior parte dei gesti c??è contemporaneamente un aspetto di leziosità ultrafemminile ed uno di severo militarismo, con poca differenza. A partire dalle dodicenni ?? una squadra in spandex nero che sembra una torta al formaggio con il body - c??è, purtroppo, una esplicita sessualità che comincia a diventare sgradevole. Stranamente sono le performance di leziosità femminile che provocano i più seri incidenti al pubblico. Un padre alzandosi in piedi vicino all??estremità della tribuna con l??occhio incollato ad una telecamera Toshiba si becca una mazzetta come un toma-hawk direttamente nell??inguine e cade sopra uno che sta mangiando una frittella e trascinano via gran parte delle file sotto di loro, e c??è così una lunga pausa dello spettacolo durante la quale io levo le tende. Mentre supero l??ultima fila di sedie un??altra mazzetta svirgolando crudelmente piomba proprio sulle mie spalle, carambolando poi indecorosamente sulla coscia del grande Ronald Mc Donald gonfiabile.
Da Nazione Indiana.com( trad. di orsola puecher)
Estratto dall??articolo
Ticket To The Fair
di David Foster Wallace,
apparso nel numero di LUGLIO 1994
si Harper??s magazine
Invece qui http://latimesblogs....avid-foste.html
i commenti di alcuni lettori sul blog del Los Angeles Time
#26 Guest_Ortodosso_*
Inviato 15 settembre 2008 - 13:24
Infinite Jest non è un libro fondamentale per la nostra epoca, è un libro fondamentale per qualsiasi epoca che sta lì con i più grandi della storia. La differenza è che Infinite Jest per me sta in primo piano, gli altri sullo sfondo.
#27
Inviato 15 settembre 2008 - 14:03
Erano anni che mi ripromettevo di leggere "Infinite Jest", ma la "mole" del libro e lo scarso tempo a disposizione alla fine mi hanno sempre indotto a desistere. Questa volta però voglio farlo davvero, a costo di leggermelo a puntate. Curiosità: per quali motivi lo ritenete "fondamentale per la nostra epoca"?
#28
Inviato 15 settembre 2008 - 14:33
Su Infinite Jest eventualmente torno dopo, è un opò un casino. Ad ogni modo tra le tante cose che si leggono di solito su Wallace, più o meno vere, la più azzeccata è la sua capacità di far levitare di lirismo e significato ogni azione banale, un limbo di dolorosa magia che riesce ad evocare a partire da situazioni che normalmente non si presterebbeo a granchè di letterario.
#29
Inviato 15 settembre 2008 - 14:35
P.S. Noto solo ora l'ulteriore autoironia nerissima, ahimè, del titolo... :'( :'(
#30
Inviato 15 settembre 2008 - 17:03
"La persona che ha una così detta "depressione psicotica" e cerca di uccidersi non lo fa aperte le virgolette "per sfiducia" o per qualche altra convinzione astratta che il dare e avere nella vita non sono in pari. E sicuramente non lo fa perché improvvisamente la morte comincia a sembrarle attraente. La persona in cui l'invisibile agonia della Cosa raggiunge un livello insopportabile si ucciderà proprio come una persona intrappolata si butterà da un palazzo in fiamme. Non vi sbagliate sulle persone che si buttano dalle finestre in fiamme. Il loro terrore di cadere da una grande altezza è lo stesso che proveremmo voi o io se ci trovassimo davanti alla finestra per dare un'occhiata al paesaggio; cioè la paura di cadere rimane una costante. Qui la variabile è l'altro terrore, le fiamme del fuoco: quando le fiamme sono vicine, morire per una caduta diventa il meno terribile dei due terrori. Non è il desiderio di buttarsi; è il terrore delle fiamme. Eppure nessuno di quelli in strada che guardano in su e urlano "No!" e "Aspetta!" riesce a capire il salto. Dovresti essere stato intrappolato anche tu e aver sentito le fiamme per capire davvero un terrore molto peggiore di quello della caduta."
#31
Inviato 15 settembre 2008 - 17:18
#32
Inviato 15 settembre 2008 - 19:59
C'è sempre molta gratuità nell'analisi delle possibili cause del suicidio di una persona comunque a noi fondamentalmente estranea, ma forse proprio la scrittura è stata delizia ed infine croce di DFW. Erano alcuni anni che non pubblicava qualcosa di strutturato e forse è venuta a meno l'unica sua vera ancora di salvezza, la capacità rigenerativa della sua prosa capace di trascendere assieme letteratura e vita.
#33
Inviato 15 settembre 2008 - 20:14
Pensavo a come il racconto Caro vecchio neon, contenuto in Oblio, diventi ora terribile nella sua portata preconizzante, con quel personaggio suicida che per la prima volta si chiama come l'autore.
Quel racconto è venuto subito in mente anche a me, ma non ricordavo la coincidenza del nome che a questo punto diventa sinistra in maniera significativa.
Per il resto, un po' più a mente fredda, mi unisco ai consigli di sloth per Claudio sul modo di avvicinarsi a questo autore, "importante" sì, per quanto non facile e dallo stile che potrebbe anche risultare respingente.
A suo particolarissimo modo, con quella sottile ironia e con la capacità intellettuale di non prendersi troppo sul serio, uno degli autori che meglio hanno saputo descrivere la condizione dell'uomo del nostro tempo, dando spaccati trasversali della società contemporanea.
ieri, saputo della sua morte, ho guardato per curiosità i telegiornali. guarda caso nessuno ne ha parlato neanche di sfuggita, d'altronde c'erano cose più importanti tipo miss italia e il papa a lourdes. non che mi aspettassi altro, però..
...e questo la dice lunga non tanto sul livello culturale (quello già lo si sapeva), ma sull'apertura intellettuale di questo paese.
#34 Guest_Ortodosso_*
Inviato 15 settembre 2008 - 20:15
Ne sono saltati fuori alcuni inediti che verranno pubblicati ora a puntate, il primo racconto Mr. Costigan in May è già scaricabile:
http://theknowe.net/...-MrCostigan.pdf
Da tenere d'occhio da stanotte anche McSweeney's
#35
Inviato 15 settembre 2008 - 20:46
Ricordo un suo devastante saggio del '99: "Tennis, tv, trigonometria, tornado (e altre cose divertenti che non farò mai più)". Penna tagliente come poche. Perdita pesante. :'(
P.S. Noto solo ora l'ulteriore autoironia nerissima, ahimè, del titolo... :'( :'(
bellissimo saggio. di lui ho letto questo e diversi racconti, ma nessuno dei due romanzi, spero di rifarmi a breve.
mi è dispiaciuto molto.
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#36
Inviato 15 settembre 2008 - 20:48
Morto DFW. No aspetta. Non è lui. Quell'acronimo o come accidenti si dice non sta per quello che penso. Non può essere quello scrittore americano di cui ho letto un solo libro, dal titolo stranissimo su un'aragosta, quello che ogni volta si parla tra amici finocchi di letteratura e quanta merda c'è oggi io dico "ragazzi lo conoscete? cazzo è un genio, dategli una pagina e lui vi sedurrà con acume sociologico leopardiano, insostenibile eleganza lessicale..ma che mi sbrodolo a fare, pochi cazzi, Lo scrittore contemporaneo".
Non è quello scrittore di cui Paggio mi ha consigliato tutto.
Non è possibile, ha ragione sempre Paggio, l'ironia gli pemetterà di accarezzare la Merda per poi librarsi oltre con l'eleganza di un Cavalcanti che supera un muretto ad una velocità che l'intelletto per gli occhi non può cogliere, proiettato ad un futuro luminoso.
Addio David Foster Wallace, sto soffrendo per la tua morte, a testa bassa entrerò in libreria e che gioia ritrovarti lì sugli scaffali che gonfi di dolore ti porgeranno a tremanti dita, Immortale.
#37
Inviato 15 settembre 2008 - 21:25
Pensavo a come il racconto Caro vecchio neon, contenuto in Oblio, diventi ora terribile nella sua portata preconizzante, con quel personaggio suicida che per la prima volta si chiama come l'autore.
C'è sempre molta gratuità nell'analisi delle possibili cause del suicidio di una persona comunque a noi fondamentalmente estranea, ma forse proprio la scrittura è stata delizia ed infine croce di DFW. Erano alcuni anni che non pubblicava qualcosa di strutturato e forse è venuta a meno l'unica sua vera ancora di salvezza, la capacità rigenerativa della sua prosa capace di trascendere assieme letteratura e vita.
Caro Vecchio Neon è subito venuto in mente anche a me, l'ho letto proprio settimana scorsa e questa ieri mi è sembrata una coincidenza molto triste. In questi giorni infatti stavo leggendo Oblio, uno dei pochi libri di DFW che ancora mi manca.
Comunque volevo precisare che il David Wallace nominato a sorpresa nell'ultima pagina di racconto non è il personaggio suicida, ma l'autore stesso, che nel corso delle pagine ha provato a immaginare le ragioni alla base del suicidio di un ex compagno di scuola apparentemente "vincente". Alla fine del racconto l'autore si rivela al lettore mentre "sfoglia oziosamente le foto dei corsi sull'annuario scolastico della scuola superiore Aurora West del 1980" e osserva la foto dell'ex compagno.
Parole sue:
"La persona che ha una così detta "depressione psicotica" e cerca di uccidersi non lo fa aperte le virgolette "per sfiducia" o per qualche altra convinzione astratta che il dare e avere nella vita non sono in pari. E sicuramente non lo fa perché improvvisamente la morte comincia a sembrarle attraente. La persona in cui l'invisibile agonia della Cosa raggiunge un livello insopportabile si ucciderà proprio come una persona intrappolata si butterà da un palazzo in fiamme. Non vi sbagliate sulle persone che si buttano dalle finestre in fiamme. Il loro terrore di cadere da una grande altezza è lo stesso che proveremmo voi o io se ci trovassimo davanti alla finestra per dare un'occhiata al paesaggio; cioè la paura di cadere rimane una costante. Qui la variabile è l'altro terrore, le fiamme del fuoco: quando le fiamme sono vicine, morire per una caduta diventa il meno terribile dei due terrori. Non è il desiderio di buttarsi; è il terrore delle fiamme. Eppure nessuno di quelli in strada che guardano in su e urlano "No!" e "Aspetta!" riesce a capire il salto. Dovresti essere stato intrappolato anche tu e aver sentito le fiamme per capire davvero un terrore molto peggiore di quello della caduta."
Queste parole ora sono più toccanti che mai. Me le ricordo bene, dove sono? In Infinite Jest? In Infinite Jest ha scritto molto sulla depressione, in particolare quando si concentra su uno dei personaggi della Ennet House, Kate Gompert, c'è una parte abbastanza lunga e dolorosa che descrive la depressione cronica, forse queste parole sono in quelle pagine?
#38
Inviato 16 settembre 2008 - 10:30
Comunque volevo precisare che il David Wallace nominato a sorpresa nell'ultima pagina di racconto non è il personaggio suicida, ma l'autore stesso, che nel corso delle pagine ha provato a immaginare le ragioni alla base del suicidio di un ex compagno di scuola apparentemente "vincente".
L'ho ripreso, hai chiaramente ragione te. Mi sono confuso avendolo letto diverso tempo fa.
#39
Inviato 16 settembre 2008 - 10:34
ieri a fahrenheit su radio 3 si è parlato di dfw con edoardo nesi (che ha tradotto infinite jest) e marco cassini di minimum fax. Potete ascoltare il tutto qui:
http://www.radio.rai...t2008_09_15.ram
#40
Inviato 16 settembre 2008 - 10:47
ieri, saputo della sua morte, ho guardato per curiosità i telegiornali. guarda caso nessuno ne ha parlato neanche di sfuggita, d'altronde c'erano cose più importanti tipo miss italia e il papa a lourdes. non che mi aspettassi altro, però..
...e questo la dice lunga non tanto sul livello culturale (quello già lo si sapeva), ma sull'apertura intellettuale di questo paese.
Ma vedrete che succederà come è successo con John Kennedy Toole e lo straordinario Una banda di idioti, permettetemi il paragone.
Solo con il tempo e una morte prematura, ahimè, si comincia a parlare ad ampio raggio di alcuni personaggi.
#41
Inviato 16 settembre 2008 - 10:53
Comunque Raffaello ha centrato il punto, il problema è proprio l'apertura più che la cultura che non deve essere un dato fisso ma una potenzialità da espandere, e credo che la radice di questo sia da ricercare nella politicizzazione dei mass media, specie della TV.
Nel mio piccolo (non televisivo) qualcosa ne so, ed è evidentissimo che ai politici che conosco personalmente (di ogni schieramento) tutto interessa fuorchè alimentare la curiosità della gente in ogni campo.
Inoltre ho l'impressione che la letteratura nordamericana in Italia, nonostante sostenitori notissimi a partire dalla Pivano, venga spesso guardata pregiudizialmentre con sospetto da una grossa fetta di pubblico potenziale, che invece non dimostra alcun problema tanto coi sudamericani quanto col resto del mondo letterario di matrice anglosassone, ma per di qua si va OT.
#42
Inviato 16 settembre 2008 - 11:05
Si però non direi che Toole sia noto al pubblico italiano più di Wallace. Toole ha vinto un Pulitzer postumo se non sbaglio, che questo posa fare delle differenze?
Si, in effetti hai ragione.Non è che Toole sia conosciuto ai più come Wallace.Trovo però che da quando sia stato pubblicato in Italia, si sia diffuso abbastanza ed è già qualcosa, rispetto al totale oblio.Il Pulitzer postumo è una inutile pagliacciata, i premi postumi ad autori misconosciuti per me rasentano il surreale, ma nel baraccone del business c'è questo e anche altro.Almeno servissero come risonanza, invece...
Comunque Raffaello ha centrato il punto, il problema è proprio l'apertura più che la cultura che non deve essere un dato fisso ma una potenzialità da espandere, e credo che la radice di questo sia da ricercare nella politicizzazione dei mass media, specie della TV.
Nel mio piccolo (non televisivo) qualcosa ne so, ed è evidentissimo che ai politici che conosco personalmente (di ogni schieramento) tutto interessa fuorchè alimentare la curiosità della gente in ogni campo.
E questo secondo te perchè succede?
Inoltre ho l'impressione che la letteratura nordamericana in Italia, nonostante sostenitori notissimi a partire dalla Pivano, venga spesso guardata pregiudizialmentre con sospetto da una grossa fetta di pubblico potenziale, che invece non dimostra alcun problema tanto coi sudamericani quanto col resto del mondo letterario di matrice anglosassone, ma per di qua si va OT.
Dici? Perchè pensi questo? Andiamo pure OT, ogni tanto, almeno un argomento interessante si tira fuori in questo forum.
#43
Inviato 16 settembre 2008 - 11:12
Inoltre ho l'impressione che la letteratura nordamericana in Italia, nonostante sostenitori notissimi a partire dalla Pivano, venga spesso guardata pregiudizialmentre con sospetto da una grossa fetta di pubblico potenziale
Io cambierei la frase così:
"Inoltre ho l'impressione che la letteratura nordamericana in Italia, anche a causa di sostenitori notissimi tipo la Pivano, venga spesso guardata pregiudizialmentre con sospetto da una grossa fetta di pubblico potenziale"
#44
Inviato 16 settembre 2008 - 11:18
Inoltre ho l'impressione che la letteratura nordamericana in Italia, nonostante sostenitori notissimi a partire dalla Pivano, venga spesso guardata pregiudizialmentre con sospetto da una grossa fetta di pubblico potenziale, che invece non dimostra alcun problema tanto coi sudamericani quanto col resto del mondo letterario di matrice anglosassone, ma per di qua si va OT.
beh, lo stesso discorso lo si può anche per quella orientale, giapponese in primis. non credo sia una discorso di geografia ma di mentalità retrograda.
#45
Inviato 16 settembre 2008 - 11:23
anche a causa di sostenitori notissimi tipo la Pivano
OT
Ricordo una sua delirante introduzione (poi divenuta postfazione nell'edizione Mondadori) a "Fight Club", per dirne una.
/OT
Whatever you do, don't
#46
Inviato 16 settembre 2008 - 11:27
E questo secondo te perchè succede?
[/quote]
Io parlo per quelli che conosco anche se, stando alle voci un pò populiste sempre più di moda il discorso sembrerebbe allargabile più o meno a tutti i politici, di ogni livello.
Molto banalmente in alcuni casi si tratta di persone la cui curiosità si limita a tutto quello che non mette in crisi le proprie certezze e convinzioni personali e ideologiche ed eventualmente, ma solo in pochi casi, cose nuove che nulla c'entrano con le convinzioni di cui sopra, e sono, insomma, bizzarre ma comunque innocue.
Al di là della sfera personale metter dubbi alle persone non è molto conveniente per uno che sta dentro alla macchina politica. Se ne sentono poi moltissimi voltare gabbana tra il momento della critica a un atto in consiglio comunale (dove si vota contro a prescindere dai contenuti) e la presentazione di un programma elettorale in cui magari quella cosa viene integrata a fini elettorali.
In sostanza quando si ragiona sempre e comunque (ed è veramente così) con l'attenzione rivolta ai voti (= riconferma e sopravvivenza) figurati se c'è spazio per creare "vivacità" (e forse pericolosissimi dubbi) nella testa della gente.
[quote author=slothrop link=topic=7829.msg363498#msg363498 date=1221560926]
Inoltre ho l'impressione che la letteratura nordamericana in Italia, nonostante sostenitori notissimi a partire dalla Pivano, venga spesso guardata pregiudizialmentre con sospetto da una grossa fetta di pubblico potenziale, che invece non dimostra alcun problema tanto coi sudamericani quanto col resto del mondo letterario di matrice anglosassone, ma per di qua si va OT.
[/quote]
Dici? Perchè pensi questo? Andiamo pure OT, ogni tanto, almeno un argomento interessante si tira fuori in questo forum.
[/quote]
Qui si presta il fianco agli odiati intellettuali di destra (che magari fomentano la polemica per i motivi di cui sopra ) ma quella che ho descritto è l'impressione che riscontro in "certa-tanta gente di sinistra dalla cultura medio-alta".
Autori italiani, sudamericani, inglesi e mittleuropei (tempo fa avrei inserito anche francesi come Pennac) sono generalmente noti e comunque quando se ne parla si riscontra un interesse preventivo.
Sugli americani quasi sempre scatta la domanda. "Ma questo scrittore è americano?" disse lei con quel misto di puntiglio, sull'attenti intellettuale e sottesissima sozzura sessuale che non potè evitare a lui di odiarla lievemente e al tempo stesso desiderare ciecamente di possederla lì su quel tavolino di mogano [ok, scusate, mi sono fatto prendere dalla letterarietà della discussione, scusate].
Il tema ovviamente andrebbe verificato (lo specchio di mondo che conosco io è inevitabilmente parziale), ma implica la difficoltosa accettazione da parte di certe frange di sinistrismo generico dell'esistenza di qualcosa che potremmo chiamare "cultura americana".
Quando ascoltavo gli Holy Modal Rounders mia madre mi fa: "Ti sei dato al folk irlandese?".
Ora, con tutto che ha detto una stronzata forza 50 e non una stronzata forza 100 (poteva dire che ascoltavo la polka...), comunque di stronzata si tratta, e non poco significativa.
#47
Inviato 16 settembre 2008 - 11:29
anche a causa di sostenitori notissimi tipo la Pivano
OT
Ricordo una sua delirante introduzione (poi divenuta postfazione nell'edizione Mondadori) a "Fight Club", per dirne una.
/OT
Caspita, che pezzo da novanta hai tirato fuori, Plozzer!
OT:hai un avatar spassosissimo.
#48
Inviato 16 settembre 2008 - 11:30
Inoltre ho l'impressione che la letteratura nordamericana in Italia, nonostante sostenitori notissimi a partire dalla Pivano, venga spesso guardata pregiudizialmentre con sospetto da una grossa fetta di pubblico potenziale, che invece non dimostra alcun problema tanto coi sudamericani quanto col resto del mondo letterario di matrice anglosassone, ma per di qua si va OT.
beh, lo stesso discorso lo si può anche per quella orientale, giapponese in primis. non credo sia una discorso di geografia ma di mentalità retrograda.
C'è del vero, però la Yoshimoto fece il botto e Murakami mi pare comunque più famoso, che ne so, di Eggers o del più vecchio McInerney, e senz'altro anceh di Wallace.
Ecco, Zadie Smith, che è inglese, secondo me è più famosa di Wallace, per dire, e molto più di un Colson Whitehead.
#49
Inviato 16 settembre 2008 - 11:40
Inoltre ho l'impressione che la letteratura nordamericana in Italia, nonostante sostenitori notissimi a partire dalla Pivano, venga spesso guardata pregiudizialmentre con sospetto da una grossa fetta di pubblico potenziale, che invece non dimostra alcun problema tanto coi sudamericani quanto col resto del mondo letterario di matrice anglosassone, ma per di qua si va OT.
beh, lo stesso discorso lo si può anche per quella orientale, giapponese in primis. non credo sia una discorso di geografia ma di mentalità retrograda.
C'è del vero, però la Yoshimoto fece il botto e Murakami mi pare comunque più famoso, che ne so, di Eggers o del più vecchio McInerney, e senz'altro anceh di Wallace.
Ecco, Zadie Smith, che è inglese, secondo me è più famosa di Wallace, per dire, e molto più di un Colson Whitehead.
Azzardo, magari dico una stronzata, ma non è che si predilige la saggistica nordamericana piuttosto che una sana letteratura? Non è che su questa evidente diffidenza da parte del lettore europeo ha influito, oltre che un fattore politico, anche una certa mitologia cinematografica?
Azzardo, eh.
#50
Inviato 16 settembre 2008 - 12:33
Inoltre ho l'impressione che la letteratura nordamericana in Italia, nonostante sostenitori notissimi a partire dalla Pivano, venga spesso guardata pregiudizialmentre con sospetto da una grossa fetta di pubblico potenziale, che invece non dimostra alcun problema tanto coi sudamericani quanto col resto del mondo letterario di matrice anglosassone, ma per di qua si va OT.
beh, lo stesso discorso lo si può anche per quella orientale, giapponese in primis. non credo sia una discorso di geografia ma di mentalità retrograda.
C'è del vero, però la Yoshimoto fece il botto e Murakami mi pare comunque più famoso, che ne so, di Eggers o del più vecchio McInerney, e senz'altro anceh di Wallace.
io non ho grandi dati di gradimento o conoscenza degli scrittori non orientali che citi, però quei due sono gli unici un minimo conosciuti, eh. eppoi l'unico davvero che ce l'ha a merito è murakami, la yoshimoto fa un po' pena perchè presenta una figura del giappone di comodo.
però, i grandissimi scrittori giapponesi d'inizio secolo sono ignobilmente sconosciuti da tutti eppure hanno scritto pagine di bellezza rarissima a livello mondiale..
0 utente(i) stanno leggendo questa discussione
0 utenti, 0 ospiti, 0 utenti anonimi