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[Monografia] Michael Mann


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211 replies to this topic

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#201 cinemaniaco

    FЯEAK ON A LEASH

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Inviato 29 gennaio 2015 - 20:27

io ci aggiungo anche il fatto - invero molto personale - che ho trovato un po' troppo radicale la scelta di optare per il digitale anche con public enemies. a me è sembrata quasi una provocazione voler girare un gangster-movie ambientato negli anni 30 in digitale ad alta definizione. capisco il suo uso - e io sono anche un sostenitore del digitale - per film come collateral e miami vice che vogliono incunearsi (come del resto già dicevo) nel presente. ma un film su john dillinger? secondo me questa scelta stilistica contribuisce ad una de-epicizzazione della materia. che magari era proprio ciò che voleva mann visto il modo in cui ha lavorato di sottrazione in questo film, "asciugando" all'estremo. ma a me come scelta non è piaciuta. come dice dest, questo film non fa emozionare

 

e il cinema di mann al suo meglio sa scaldare il cuore come pochi. chi non prova la sensazione del groppo in gola anche alla duecentesima visione di heat o di the insider (quando parte sacrifice di lisa gerrard & pieter bourke sono percorso da brividi) non sa cosa si perde. amo il cinema proprio per momenti come questi


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#202 Seattle Sound

    Non sono pigro,è che non me ne frega un cazzo.

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Inviato 30 gennaio 2015 - 02:00

però tutta la parte finale è emozionante fino ad arrivare all'ultimo struggente dialogo col suo romanticismo disperato

 

 

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Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)

 

"simpatico comunque eh" (Fily, Forum Ondarock)

 

"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"

"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)


"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"


#203 cinemaniaco

    FЯEAK ON A LEASH

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Inviato 12 marzo 2015 - 16:19

recensione di blackhat di mauro gervasini che è un ultras di mann (per lui son tutti capolavori) ma che almeno scrive con la passione divoratrice del fan

 

Blackhat, in gergo “hacker cattivo”. Quelli capaci di insinuarsi nei sistemi operativi per manomettere, fare danni, spiare, rubare... Per cose così Nick Hathaway (Chris Hemsworth) è in galera. Ma a Hong Kong qualcuno di veramente bravo produce un virus informatico che danneggia il sistema di raffreddamento di una centrale nucleare. E a Chicago, probabilmente lo stesso blackhat crea una speculazione online facendo lievitare i prezzi della soia sul mercato internazionale. Decine di milioni di dollari che si spostano da qui a lì. Una task force mista, statunitensi e cinesi, dà la caccia al colpevole, ma Nick è il solo che può risolvere la questione. Quindi lo liberano, e lui, con gli altri, si mette in caccia. Ovviamente la vicenda è più complessa di così. A sei anni da Nemico pubblico - Public Enemies, Michael Mann torna al grande schermo scrivendo, producendo e dirigendo un thriller informatico che pare mescolare Strade violente e Miami Vice. Ma nel suo mondo è difficile trovare riferimenti, si riparte sempre da zero, pur rispettando l’impianto “umanistico” di fondo e una certa idea di “cinema d’autore in cui si spara” che tiene lontani sia gli intellettuali (perché si spara) sia gli amanti dei film d’azione (perché qui siamo a livelli che forse solo Bergman). Il risultato è noto: clamoroso flop in patria e un futuro pregiudicato. I migliori registi americani viventi, secondo me, sono due. Uno, Michael Cimino, è già inattivo da anni e deve pure subire l’onta di vedersi rimontare I cancelli del cielo (!!!) dal primo che passa. L’altro, Michael Mann, rischia di fare la stessa fine. Ma Blackhat è qui, in tutta la sua magnificenza. In un universo virtuale pervaso da fantasmi (ad esempio quello dell’11 settembre), paura e amore sono concreti, allora gli uomini e le donne di Mann li affrontano vivendo cartesianamente l’impresa: lotto/amo quindi sono. Affetti familiari, eros, ma anche battaglie dove il sangue sostituisce lo scorrere dei dati in una matrice informatica che pare fogna. Per dire: si comincia con una guerra combattuta attraverso la tecnologia più avanzata, quasi fantascienza, e si finisce con gli antagonisti che si prendono a coltellate durante una cerimonia tradizionale millenaria. In mezzo, puro Michael Mann, che sperimenta con il digitale (la sparatoria tra cunicolo/scivolo e container è incredibile) e regala personaggi di contorno memorabili come l’agente dell’FBI Viola Davis, il marshal Holt McCallany e un mercenario, Kassar (Ritchie Coster), a queste latitudini già leggenda.

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#204 signora di una certa età

    old signorona

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Inviato 12 marzo 2015 - 17:32

Slurp
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In realtà secondo me John Lurie non aveva tante cose da dire... ma molto belle


#205 xone89

    mainstream Star

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Inviato 16 gennaio 2016 - 11:38

http://www.comingsoo...inema&key=53472

 

:unsure: 


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#206 cinemaniaco

    FЯEAK ON A LEASH

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Inviato 03 marzo 2020 - 11:33

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ho rivisto blackhat e l'ho rivalutato molto dalla sua uscita. è vero come dicono in molti che il punto debole è la storia, inizialmente troppo macchinosa, poi troppo confusa ed infine più lineare di quel che poteva sembrare. il film ci mette un po' ad ingranare però poi una volta che la maschera da cyber-thriller cade, diventa a tutti gli effetti un crime alla mann. voglio focalizzarmi su alcuni motivi che ho individuato per cui il film è meritevole e va rivalutato:

- per un regista come mann per cui lo stile non è un mezzo, ma è tutto o quasi, blackhat dei suoi film digitali è quello più bello da vedere. molto probabilmente ciò è dovuto al fatto che rispetto ad esempio a collateral (anno 2004), la tecnologia si è evoluta rapidamente e ad oggi la fotografia digitale di ultima generazione è diventata di un livello quasi affine al risultato che si avrebbe su pellicola. è un film davvero suggestivo per ambientazioni, colori e con un paio di sequenze di grande impatto, dalle (poche ma efficaci) scene d'azione alla grande sequenza di massa finale

- è un film più avanti dell'epoca in cui uscì. nel 2014 tutta la questione della guerra tecnologica tra usa e cina, con il progressivo dominio tecnologico/commerciale di quest'ultima sul mondo, era roba da insider. nella vulgata popolare ancora non si parlava di 5G, noi povero popolo bue ancora non potevamo immaginarci situazioni economico-politiche come quelle accadute intorno a huawei, ecc. visto oggi e soprattutto visto tra 10, 20 anni, blackhat rappresenterà gli anni 2010s più di tanti film che in questi anni hanno incassato ed avuto il plauso della critica. probabilmente anche per questo alla sua uscita si è alienato il grande pubblico: sotto certi aspetti, un film troppo da "addetti ai lavori", che rispecchia bene l'ossessione di mann per il realismo

- un altro aspetto interessante è come mann rappresenta il mondo degli hacker. un mondo spogliato di ogni forma di romanticismo o ribellismo come spesso da stereotipo: gli hacker sono assimilati a qualsiasi altra forma di criminalità, il profitto è l'unico scopo e per raggiungerlo non si fanno scrupoli ad utilizzare la violenza. anche lo stesso protagonista è tutto fuorché un eroe. in generale è un film crudo e secco che non manca di episodi spiazzanti ed anticonvenzionali come la sequenza dell'uccisione dei due agenti dell'fbi, due personaggi che ci avevano colpito per la loro semplice umanità e che senza enfasi alcuna ci vengono mostrati come due persone che fanno con serietà il loro lavoro, con il loro vissuto pregresso, i loro problemi e le loro aspirazioni, ma che proprio per il tipo di lavoro che fanno mettono a rischio ogni giorno la propria vita e devono accettare di poter morire sul freddo cemento di una strada. in un altro tipo di film, più hollywoodiano direi, non sarebbero morti. ma in questo film, come nella vita, non è detto che le cose vadano sempre bene

- in generale tutta una piccola serie di dettagli che rendono il film più originale ed intelligente di un action/crime standard sullo stesso argomento. il realismo dei personaggi, la logica delle loro azioni, il fatto che non siano stereotipi in 3D. in un contesto del genere si sorvola anche sul fatto che ci sia chris hemsworth ad interpretare un hacker
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#207 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 03 marzo 2020 - 14:52

È uno di quei film per i quali potrò dire "ci avevo visto giusto" xD
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#208 Edgewalker

    The storm is upon us

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  • LocationWhere the Iron Crosses Grow

Inviato 03 marzo 2020 - 15:11

Quando cine parla, io prendo appunti. Però mi chiedo: messa così sembra un film abbastanza interessante, anche al netto dei suoi difetti esplicitati all'inizio. Sono proprio questi ultimi e magari l'essere così avanti come si dice [o ancora, la presenzia di Hemsworth] ad avergli appioppato il 5 scarso di imdb?


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The core principle of freedom
Is the only notion to obey


#209 lazlotoz

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Inviato 21 marzo 2020 - 10:04

Mi son riguardato Collateral. Tutte le volte che lo guardo, fino a metà circa penso "ma vedi che ti ricordi male, che questo qui è un capolavoro?" e poi di scena in scena scema (verbo) tutta la tensione e l'amore.

È un film che si sgonfia incredibilmente ad ogni passaggio. E forse anche solo qualche anno fa ne ero più entusiasta.

Va bene che Mann è un semidio per la gestione dello spazio, per l'uso degli attori, per la creazione delle immagini. Va bene che un film lo si deve giudicare non per cosa dice ma per come lo dice... ma qui c'è anche un problema di sceneggiatura, che oltre alla sospensione dell'incredulità qui ti chiede proprio di cavarti il cervello con un cucchiaio. E non funziona affatto il Cruise-Terminator, va bene la simbologia, l'archetipo o tutto quel che si vuole. Ma a me pare 'na strunzata.

 

 

Quindi? 

 

 

La prossima volta lo riguarderò pensando per metà film "ma vedi che ti ricordi male, che questo qui è un capolavoro?"

 

Voto: 6.5

Voto alla tecnica: 10 (2004 digitale ancora oggi perfetto, in notturna, ma di che stiamo parlando?)


  • 1

#210 neuro

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Inviato 27 marzo 2020 - 13:04

Mi son riguardato Collateral. Tutte le volte che lo guardo, fino a metà circa penso "ma vedi che ti ricordi male, che questo qui è un capolavoro?" e poi di scena in scena scema (verbo) tutta la tensione e l'amore.

È un film che si sgonfia incredibilmente ad ogni passaggio. E forse anche solo qualche anno fa ne ero più entusiasta.

Va bene che Mann è un semidio per la gestione dello spazio, per l'uso degli attori, per la creazione delle immagini. Va bene che un film lo si deve giudicare non per cosa dice ma per come lo dice... ma qui c'è anche un problema di sceneggiatura, che oltre alla sospensione dell'incredulità qui ti chiede proprio di cavarti il cervello con un cucchiaio. E non funziona affatto il Cruise-Terminator, va bene la simbologia, l'archetipo o tutto quel che si vuole. Ma a me pare 'na strunzata.

 

 

Quindi? 

 

 

La prossima volta lo riguarderò pensando per metà film "ma vedi che ti ricordi male, che questo qui è un capolavoro?"

 

Voto: 6.5

Voto alla tecnica: 10 (2004 digitale ancora oggi perfetto, in notturna, ma di che stiamo parlando?)

MA COSA DICI!

 

ma perché dici ciò?

 

la sceneggiatura è bellissima - siamo noi il taxista, complici nella nostra meschinità


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apri apri, apri tutto!

#211 lazlotoz

    Enciclopedista

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Inviato 27 marzo 2020 - 16:29

asd

 

Oh, Neuro... io devo dire che a un certo punto mi è sembrato davvero troppo. Tanto più perché parte con un'asciuttezza davvero fighissima. E poi però si iniziano a vedere i "fili" messi lì per essere tirati. E un pochino mi dispiace perché poteva andare dritto per dritto ed evitarsi l'ultima parte davvero troppo parossistica.

 

Però a Mann gli voglio bene lo stesso eh.


  • 0

#212 Matthew30

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Inviato 25 dicembre 2020 - 22:34

 

Rivisto giusto ieri su Sky... che dire, finale notevole.


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