ho rivisto blackhat e l'ho rivalutato molto dalla sua uscita. è vero come dicono in molti che il punto debole è la storia, inizialmente troppo macchinosa, poi troppo confusa ed infine più lineare di quel che poteva sembrare. il film ci mette un po' ad ingranare però poi una volta che la maschera da cyber-thriller cade, diventa a tutti gli effetti un crime alla mann. voglio focalizzarmi su alcuni motivi che ho individuato per cui il film è meritevole e va rivalutato:
- per un regista come mann per cui lo stile non è un mezzo, ma è tutto o quasi, blackhat dei suoi film digitali è quello più bello
da vedere. molto probabilmente ciò è dovuto al fatto che rispetto ad esempio a collateral (anno 2004), la tecnologia si è evoluta rapidamente e ad oggi la fotografia digitale di ultima generazione è diventata di un livello quasi affine al risultato che si avrebbe su pellicola. è un film davvero suggestivo per ambientazioni, colori e con un paio di sequenze di grande impatto, dalle (poche ma efficaci) scene d'azione alla grande sequenza di massa finale
- è un film più avanti dell'epoca in cui uscì. nel 2014 tutta la questione della guerra tecnologica tra usa e cina, con il progressivo dominio tecnologico/commerciale di quest'ultima sul mondo, era roba da insider. nella vulgata popolare ancora non si parlava di 5G, noi povero popolo bue ancora non potevamo immaginarci situazioni economico-politiche come quelle accadute intorno a huawei, ecc. visto oggi e soprattutto visto tra 10, 20 anni, blackhat rappresenterà gli anni 2010s più di tanti film che in questi anni hanno incassato ed avuto il plauso della critica. probabilmente anche per questo alla sua uscita si è alienato il grande pubblico: sotto certi aspetti, un film troppo da "addetti ai lavori", che rispecchia bene l'ossessione di mann per il realismo
- un altro aspetto interessante è come mann rappresenta il mondo degli hacker. un mondo spogliato di ogni forma di romanticismo o ribellismo come spesso da stereotipo: gli hacker sono assimilati a qualsiasi altra forma di criminalità, il profitto è l'unico scopo e per raggiungerlo non si fanno scrupoli ad utilizzare la violenza. anche lo stesso protagonista è tutto fuorché un eroe. in generale è un film crudo e secco che non manca di episodi spiazzanti ed anticonvenzionali come la sequenza dell'uccisione dei due agenti dell'fbi, due personaggi che ci avevano colpito per la loro semplice umanità e che senza enfasi alcuna ci vengono mostrati come due persone che fanno con serietà il loro lavoro, con il loro vissuto pregresso, i loro problemi e le loro aspirazioni, ma che proprio per il tipo di lavoro che fanno mettono a rischio ogni giorno la propria vita e devono accettare di poter morire sul freddo cemento di una strada. in un altro tipo di film, più hollywoodiano direi, non sarebbero morti. ma in questo film, come nella vita, non è detto che le cose vadano sempre bene
- in generale tutta una piccola serie di dettagli che rendono il film più originale ed intelligente di un action/crime standard sullo stesso argomento. il realismo dei personaggi, la logica delle loro azioni, il fatto che non siano stereotipi in 3D. in un contesto del genere si sorvola anche sul fatto che ci sia chris hemsworth ad interpretare un hacker