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Federalismo Fiscale - thread onnicomprensivo


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14 replies to this topic

#1 *alessandro*

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Inviato 08 agosto 2008 - 10:05

Il Federalismo Fiscale sarà (probabilmente) la prossima grande riforma istituzionale che riguarderà questa legislatura.

Ne vorrei discutere largamente con l'intenzione di capire pro e contro eventuali e soprattutto capire quali siano le reali proposte di riforma messe in campo dalle varie forze politiche che su questo tema dovranno confrontarsi (spero!!), quali condividete, quali no, cosa fareste, cosa no.

Per stimolare la discussione ... allego questo articolo che ho trovato in Rete, sul tema in questione.

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Federalismo fiscale, il rischio di un sistema alla lombarda
di Giorgio Macciotta

Sul federalismo fiscale si giocherà una delle partite politiche e istituzionali più importanti della prossima legislatura. Mentre le principali coalizioni rimangono sul generico, la Lega Lombarda ha idee chiare sul tema. C'è da essere preoccupati.

All??ordine del giorno nella prossima legislatura ci sarà la piena attuazione del Titolo V della Costituzione e, in particolare, del federalismo fiscale. Inducono a tale previsione sia motivazioni oggettive, come quella di coinvolgere tutti i centri dotati, costituzionalmente, di autonomia di bilancio nelle scelte di risanamento della finanza pubblica (la cui esigenza non è venuta meno malgrado la positiva azione del governo uscente), sia scelte di radicamento territoriale che portano il centro destra a slogan, ai limiti del razzismo antimeridionale ma che rischiano di coinvolgere anche il centro sinistra.

Sono convinto, e non da oggi, che l??attuazione del Titolo V sia una priorità se si vuole superare il disordine della finanza pubblica determinato dalla soppressione di autonomia nella provvista di risorse proprio nella fase di decollo delle Regioni ordinarie e di potenziamento delle competenze degli Enti Locali. Il problema si è accentuato a partire dagli anni ??90 con il trasferimento alla competenza regionale e locale di ulteriori funzioni e con la sentenza della Corte Costituzionale che, con il lodevole intento di evitare un sistema fiscale arlecchino, ha confermato l??autonomia delle Regioni in materia di spesa ma ha vincolato l??esercizio della potestà fiscale alla emanazione della legge statale di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario.

Non condivido l??opinione di chi, nel Mezzogiorno, ritiene il Titolo V una sorta di incidente di percorso da superare e cancellare.

Non sono convinto da una simile impostazione perché non mi pare opzione politica praticabile quella del ripristino di un improbabile centralismo e, soprattutto, perché la mancata attuazione del federalismo non ha evitato in questo quinquennio alle regioni del Mezzogiorno un drammatico peggioramento della loro condizione relativa rispetto al Centro Nord. Penso, inoltre, che, con il complicarsi, ed il moltiplicarsi, delle decisioni che coinvolgono la vita di ognuno di noi, spostare il livello decisionale al livello più vicino ai cittadini sia il modo per rendere più concrete le possibilità di sanzione per gli amministratori pubblici responsabili di scelte errate.

Quali aree del paese il mancato federalismo abbia favorito emerge con chiarezza dalle elaborazioni del Dipartimento Politiche di sviluppo del Ministero dello Sviluppo Economico. Nel decennio 1996-2005 la spesa primaria del complesso delle Amministrazioni pubbliche è cresciuta ad un tasso del 52,31% nel Centro Nord (spesa pro capite, nel 2005, 12.709 ?) e del 39,38 nel Mezzogiorno (spesa pro capite 9909 ?).

Nello stesso periodo il prelievo nelle aree del Mezzogiorno è cresciuto ad un tasso del 54,06% contro una crescita nel Centro Nord del 43,91%.

Se guardiamo alcune voci particolarmente sensibili le cose non cambiano.

La spesa sanitaria è cresciuta nel Centro Nord del 78,85% (in Lombardia del 180,68%) e nel Mezzogiorno del 56,46% (in Molise dell??11,18%). La spesa per istruzione, formazione, cultura, è cresciuta nel Centro Nord del 79,54% e nel Mezzogiorno del 46,69%.

Si potrebbe continuare ma il senso è chiaro.

L??attuazione del Titolo V renderebbe tutto più trasparente.

Obbligherebbe, in primo luogo, a prestazioni omogenee per gli interventi ??concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale?. ? difficile sostenere che sanità e istruzione non siano tra questi ??diritti?.

Lo stesso articolo pone in capo allo Stato l??obbligo di perequare le risorse finanziarie tra le diverse aree del paese. E l??articolo 119 della Costituzione obbliga a garantire a tutte le amministrazioni del territorio un mix di entrate proprie, compartecipazioni e quote del fondo perequativo idoneo a ??finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite?.

Su una linea ben diversa si colloca il testo approvato dalla Regione Lombardia che, dichiara il leghista Maroni, sarebbe assunto dalla coalizione di Berlusconi.

? un testo lontano dalla Costituzione sin dall??impostazione: non parte dalla valutazione dei costi delle funzioni attribuite e dalla stima delle risorse necessarie per farvi fronte ma, al contrario, dalla rivendicazione di quote di entrate da attribuire al territorio. La dimensione di tali entrate (l??80% dell??IRPEF e dell??IVA, il 100% delle accise su oli minerali, tabacchi e giochi) sarebbe tale da non consentire allo Stato il pagamento degli interessi sul debito e le spese per difesa, sicurezza, giustizia, funzioni della cui natura statale nessuno dubita. Non ci sarebbero, certo, risorse per il fondo perequativo che, infatti, si prevede sia costituito dalle Regioni e dimensionato in misura da ridurre le differenze di capacità fiscale di non più del 50%. Le regioni che dovessero ottenere quote del fondo perequativo sarebbero sottoposte alla vigilanza delle ??regioni che alimentano il fondo? al fine di ??assicurarne il corretto utilizzo?. La Costituzione prevede l??assegnazione del fondo perequativo ??senza vincoli di destinazione?!

Purtroppo questo testo sciagurato è stato approvato dal Consiglio regionale della Lombardia con l??astensione dei consiglieri del PD.

? lecito chiedere ai maggiori esponenti delle due coalizioni che si contendono la vittoria se condividono le posizioni di Maroni? Conoscere la loro opinione su questo delicato tema sarebbe uno tra gli argomenti, e non il più banale, per orientare il voto.

Da: La Nuova Sardegna, 22 marzo 2008
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ex "victor"

#2 Ukrainian Roulette

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Inviato 02 settembre 2008 - 10:02

Eravamo la cornice di un romanzo medievale
Noi
gli eletti
riuniti in una casa che cadeva a pezzi
immersi nel silenzio dei pomeriggi d'agosto
e fuori
fuori la peste ! !


asd
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<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#3 compagno rosso

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Inviato 07 settembre 2008 - 16:50

non si puo' dividere per volere di qualche pazzo leghista cio che e' stato unito con 3 guerre di indipendenza e con molti morti.sul federalismo fiscale dico che il nostro punto di forza sopratutto in economia e' stato l'unita' e la collaborazione tra il nord,ilcentro e il sud.credo che in nessun altra nazione le regioni in caso di emergenza si siano aiutati a vicenda come le nostre.pio tra l'altro questo progetto viene da una persona che non sta apposto con il cervello perche' ha avuto un ictus
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#4 arancino

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Inviato 07 settembre 2008 - 21:59

non si puo' dividere per volere di qualche pazzo leghista cio che e' stato unito con 3 guerre di indipendenza e con molti morti.sul federalismo fiscale dico che il nostro punto di forza sopratutto in economia e' stato l'unita' e la collaborazione tra il nord,ilcentro e il sud.credo che in nessun altra nazione le regioni in caso di emergenza si siano aiutati a vicenda come le nostre.pio tra l'altro questo progetto viene da una persona che non sta apposto con il cervello perche' ha avuto un ictus


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#5 good vibrations

    Il primo disco del White Album è davvero un disc one

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Inviato 07 settembre 2008 - 22:12


non si puo' dividere per volere di qualche pazzo leghista cio che e' stato unito con 3 guerre di indipendenza e con molti morti.sul federalismo fiscale dico che il nostro punto di forza sopratutto in economia e' stato l'unita' e la collaborazione tra il nord,ilcentro e il sud.credo che in nessun altra nazione le regioni in caso di emergenza si siano aiutati a vicenda come le nostre.pio tra l'altro questo progetto viene da una persona che non sta apposto con il cervello perche' ha avuto un ictus

...senza parole...
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#6 Ukrainian Roulette

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Inviato 15 settembre 2008 - 18:19

Ecco, in ordine alfabetico, il contenuto dei 22 articoli che compongono il disegno di legge sul federalismo fiscale, che ha ricevuto il primo sì in via preliminare l'11 settembre, dal Consiglio dei Ministri.

Commissione paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale (articolo 3). Istituita presso il ministero dell'Economia, con il compito di affiancare il Governo nella redazione dei decreti attuativi della riforma.

Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica (articolo 4). Nascerà all'interno della Conferenza Unificata, con rappresentanti locali e statali, e avrà il compito di monitorare i flussi perequativi e di definire gli obiettivi di finanza pubblica per comparto, con un occhio attento al rispetto del patto di stabilità interno.

Copertura finanziaria (articolo 21). La riforma federalista non dovrà comportare oneri aggiuntivi per lo Stato e, inoltre, dovrà essere compatibile con il patto europeo di stabilità e crescita. Stabilito, poi, che al trasferimento di funzioni corrisponda anche un trasferimento di personale e che le maggiori risorse finanziarie rese disponibili dalla riduzione delle spese, conducano a una generalizzata riduzione della pressione fiscale.

Costi standard (articoli 6 e 9). Andranno a coprire le spese delle amministrazioni locali per sanità, assistenza e istruzione e saranno erogati in condizioni di efficienza e di appropriatezza su tutto il territorio nazionale. Saranno finanziati dalla compartecipazione a Irpef e Iva, oltre a quote del fondo perequativo e all'Irap, fino alla sua definitiva sostituzione con altri tributi. Sarà una sola la Regione cosiddetta benchmark, cioè dotata di capacità fiscale tale da finanziare le uscite fondamentali.

Fisco di vantaggio (articolo 14). Previsti, in armonia con le norme comunitarie, interventi speciali a favore degli enti locali per il loro sviluppo economico e sociale e per sopperire al deficit infrastrutturale o di una loro non ottimale collocazione geografica per, così, colmare il gap ancora esistente tra Nord e Sud del Paese. Verranno finanziati da contributi statali speciali, dai fondi europei o da forme di co-finanziamento nazionale.

Fondo perequativo statale (articolo 7). Servirà per sostenere le Regioni con minor capacità fiscale per abitanti, garantendo l'integrale copertura delle spese corrispondenti ai fabbisogni standard per i livelli essenziali delle prestazioni. Sarà alimentato, in particolare, dal gettito prodotto nelle singole Regioni e dalla compartecipazione all'Iva e le quote del fondo sono assegnate senza vincolo di destinazione.

Fondi perequativi locali (articolo 11). Saranno due, uno a favore dei Comuni, e l'altro delle Province, e verranno inseriti nel bilancio regionale, sebbene finanziati dallo Stato. Andranno a tamponare le esigenze degli enti locali già svolte alla data di entrata in vigore della presente legge. Da stabilire, poi, le modalità per la ripartizione delle somme. Alla Regione, comunque, il compito di trasferire agli enti locali, entro 20 giorni dall'accredito, i fondi stanziati in bilancio. Nel caso di inerzia, provvederà direttamente lo Stato.

Gestione tributi e lotta all'evasione (articolo 19). Formeranno oggetto di appositi accordi di collaborazione (e di una convenzione) tra enti locali e agenzia delle Entrate.

Oggetto e finalità (articoli 1, 2 e 22). Le nuove norme daranno attuazione al cosiddetto federalismo fiscale, previsto dall'articolo 119 della nostra Costituzione, assicurando a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni piena autonomia di spesa e di entrata, nel rispetto dei principi di solidarietà e di coesione sociale. Il Governo avrà tempo 12 mesi, dall'entrata in vigore della legge, per realizzare la riforma, con l'emanazione dei relativi decreti legislativi, a cui è demandato, inoltre, il compito di individuare le disposizioni incompatibili con il nuovo assetto fiscale federalista. Tra le direttive da seguire, previsto il graduale superamento del criterio della spesa storica (ovvero dei trasferimenti statali effettuati sulla base di quanto si è speso negli anni precedenti) e spazio ai nuovi costi "standard" per i servizi essenziali, che premiano le amministrazioni più efficienti, oltre a un fondo perequativo di sostegno per quegli enti che dispongono di ridotta capacità fiscale per il numero minore di abitanti residenti. Dovrà, poi, essere esclusa ogni doppia imposizione sulla medesima base imponibile, salvo le addizionali eventualmente previste da leggi statali e si dovrà procedere verso un'estrema semplificazione del sistema tributario. Agli enti locali sarà, inoltre, richiesta una tendenziale corrispondenza tra autonomia impositiva e autonomia di gestione delle proprie risorse umane e strumentali. Previste, infine, sanzioni per le amministrazioni "sprecone" o per quelle che non assicurano ai propri cittadini i livelli essenziali di prestazioni (sanità, istruzione, assistenza).
Patrimonio degli enti locali (articolo 16). A tutte le amministrazioni locali sarà garantito un proprio patrimonio, commisurato alle dimensioni territoriali, capacità finanziarie e alle singole competenze svolte. I beni immobili saranno assegnati secondo il criterio della territorialità.

Premi agli enti virtuosi (articolo 15). Sarà introdotto un sistema che premia le amministrazioni più virtuose, con eventuali modifiche dell'aliquota di un tributo erariale. Per i cattivi amministratori, invece, strette di cinghia sui trasferimenti, divieto di assunzione di nuovo personale, fino ad arrivare alla più grave sanzione "politica" dell'ineleggibilità automatica per quei responsabili che avranno condotto l'ente amministrato in stato di dissesto finanziario.

Regime transitorio (articoli 17 e 18). Per assistenza, istruzione e sanità, andrà individuato strada facendo, mentre per le funzioni non essenziali di competenza regionale, sarà di 5 anni. Saranno, inoltre, definite regole e modalità per garantire il graduale superamento del criterio della spesa storica in un periodo di tempo sostenibile.

Regioni a statuto speciale (articolo 20). Concorreranno, assieme alle Province autonome di Trento e Bolzano, al conseguimento degli obiettivi di perequazione e di solidarietà secondo criteri e modalità da definire secondo le norme di attuazione dei rispettivi statuti. Prevista, poi, la possibilità di trattenere anche parte delle accise sugli oli minerali in proporzione ai volumi raffinati sul loro territorio, contestualmente al trasferimento e all'attribuzione delle competenze amministrative non ancora esercitate.

Roma capitale (articolo 13). Avrà quote aggiuntive di tributi e, nelle more di circoscriverne compiti e fabbisogni, riceverà, anche, in via transitoria, un contributo ad hoc, previo assenso del Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe). Previsto, poi, un trasferimento, gratuito, al comune di Roma di beni appartenenti al patrimonio dello Stato e non più funzionali alle esigenze dell'amministrazione centrale.

Spese Regioni (articoli 5 e 8). Le Regioni a statuto ordinario finanzieranno le proprie spese con tre tipi di tributi: quelli propri derivati, istituiti e regolati da legge statale, con le aliquote riservate a valere sulle basi imponibili dei tributi statali e con i tributi propri, istituiti con legge regionale, ma solo su basi imponibili che non sono già assoggettate a imposizione erariale. Al momento, resta in cantiere l'Irpef regionale. Per i primi due tipi di tributi, le Regioni potranno modificare sia le modalità di computo della base imponibile che le aliquote, ma entro i limiti massimi fissati dalla legge statale. L'attribuzione del gettito dei tributi regionali istituiti con legge statale e la compartecipazione ai tributi erariali avverrà secondo il principio di territorialità. Per le materie di competenza regionale esclusiva e concorrente, prevista, poi, una riduzione delle aliquote dei tributi erariali, con conseguente aumento dei tributi propri derivati e dell'aliquota della compartecipazione all'Iva, destinata ad alimentare il fondo perequativo.

Tasse di scopo e tributi locali (articoli 10 e 12). I Comuni potranno introdurre una tassa di scopo per finanziare la realizzazione di opere pubbliche o oneri derivanti dalla mobilità urbana o da particolari eventi turistici. Lo stesso potranno fare Province e Città metropolitane per provvedere a specifiche finalità istituzionali. Prevista, poi, l'attribuzione di compartecipazioni e addizionali di tributi erariali e regionali, oltre alla generica possibilità, per Comune e Province, di individuare un paniere di tributi propri da gestire con adeguata flessibilità. Sparisce, quindi, ogni riferimento alla cosiddetta service tax, cioè all'imposizione sui servizi immobiliari.

http://www.ilsole24o...cale- abc.shtml


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#7 Zpider

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Inviato 15 settembre 2008 - 22:21

Per i cattivi amministratori, invece, strette di cinghia sui trasferimenti, divieto di assunzione di nuovo personale, fino ad arrivare alla più grave sanzione "politica" dell'ineleggibilità automatica per quei responsabili che avranno condotto l'ente amministrato in stato di dissesto finanziario.


Detto che in linea di principio suona pure bene ma... sta cosa si può fare? Chi sarebbe deputato a giudicare l'azione amministrativa?

Un conto è se c'e' frode e interviene la magistratura... ma mi sembra strano che un organismo tecnico possa prendere decisioni di questo tipo. L'amministrazione, in assenza di illeciti, la giudicano gli elettori.
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#8 Ukrainian Roulette

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Inviato 16 settembre 2008 - 10:54

Non lo so....
...se s'innesca un meccanismo basato solo sulla negligenza presunta c'è il rischio di un casino senza fine.

Per contro,se un ente locale dimostra di spendere il quadruplo della media per la gestione di un singolo posto-letto o per la manutenzione di un Km di strada di competenza,è evidente che alla base c'è frode o negligenza.E se non dimostri la prima è sufficiente la presunzione della seconda per tagliarti i fondi così da non sprecarli. In questo modo si va in direzione opposta al metodo fin qui in vigore,quello basato sulla spesa "storica".

Ma l'ineleggibilità deve rimanere sottintesa: è evidente che un amministratore corrotto quando si ritrova senza fondi pubblici per le clientele,automaticamente diventi "ineleggibile" . asd

I privilegi di "Roma capitale" e il fatto che le "funzioni essenziali" restano in regime di stato centrale e centrate nell'ottica perequativa,invece,segnano una contropartità di continuità col vecchio sistema (perchè a spanne si tratterà più o meno del 90% del monte )....almeno alla prima impressione.
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#9 *alessandro*

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Inviato 03 ottobre 2008 - 14:42

Si può cominciare a discutere su una base un pochino più argomentata

Da Repubblica


Federalismo, ecco il testo approvato dall'esecutivo

ROMA - Nessun aggravio per i cittadini, autonomia impositiva, perequazione, garanzie per gli enti locali, commissione paritetica e cabina di regia, roma capitale e città metropolitane, compatibilità con gli impegni assunti con il patto europeo di stabilità. E' sotto questi capitoli che il governo, nel comunicato finale di Palazzo Chigi del consiglio dei ministri, riassume i principi e i punti cardine del ddl sul federalismo fiscale approvato stamane nella riunione di governo.

Il disegno di legge, si spiega, reca una delega per dare attuazione all'articolo 119 della costituzione, 'con cui è stata in particolare stabilita l'autonomia di entrata e di spesa di comuni, province, città metropolitane e regioni, con l'attribuzione a tali enti di tributi propri e di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibili al loro territorio, oltre a un fondo perequativo statale, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante.

Con l'attuazione dell'articolo 119, cioè, 'sara' superato il sistema di finanza regionale e locale ancora improntato a meccanismi di trasferimento, in cui le risorse finanziarie di regioni ed enti locali non sono stabilite e raccolte dagli enti che erogano i servizi ma derivano loro, in misura significativa, dallo statò. In questo modo tuttavia, è l'analisi, 'il sistema di finanza derivata non favorisce la responsabilizzazione degli amministratori, ne' il controllo dei cittadini. Inoltre, i trasferimenti si sono spesso realizzati sulla base della spesa storica; è quindi mancato qualsiasi meccanismo premiante o qualsiasi incentivo all'efficienza.

A giudizio del governo, in altre parole, 'sono venuti a mancare alcuni elementi essenziali per un armonico funzionamento del sistema secondo l'articolo 119: la responsabilizzazione dei centri di spesa; la trasparenza dei meccanismi finanziari; il controllo democratico dei cittadini nei confronti degli eletti e dei propri amministratori pubblici.

- Nessun aggravio per i cittadini. Si spiega nel comunicato di palazzo chigi: 'il passaggio al nuovo sistema non puo' produrre aggravi del carico fiscale nei confronti dei cittadini; alla maggiore autonomia impositiva di regioni ed enti locali corrisponderà una riduzione dell'imposizione statale. La pressione fiscale complessiva dovrà anzi ridursi e ad ogni trasferimento di funzioni dallo stato alle autonomie dovranno corrispondere trasferimenti di personale, in modo da evitare duplicazioni di funzioni o costi aggiuntivi.

- Autonomia impositiva. 'Finisce il sistema di finanza derivata, sulla base della spesa storica, e si passera' gradualmente- si prosegue nel comunicato- all'autonomia impositiva e al criterio dei costi standard; in luogo del finanziamento della spesa storica, che può consentire anche sprechi o inefficienze, si farà riferimento ai costi corrispondenti ad una media buona amministrazione (costi standard).


Nel ddl sul federalismo fiscale, cioè, 'viene prevista un'effettiva autonomia di entrata e di spesa di regioni ed enti locali. Ci saranno quindi tributi di cui le amministrazioni regionali e locali potranno determinare autonomamente i contenuti, nella cornice e nei limiti fissati dalle leggì. I tributi, si precisa, 'dovranno garantire flessibilita', manovrabilità e territorialità; le amministrazioni più efficienti, che sanno contenere i costi a parità di servizi, potranno così ridurre i propri tributi.

Le regioni 'disporranno, per il finanziamento delle spese connesse ai livelli essenziali delle prestazioni (in specie: sanita', istruzione, assistenza e, in modo analogo, trasporto pubblico locale), di tributi regionali da individuare in base al principio di correlazione tra il tipo di tributo e il servizio erogato; di una aliquota o addizionale irpef; della compartecipazione regionale all'iva; di quote specifiche del fondo perequativo. In via transitoria, le spese saranno finanziate anche con il gettito dell'irap fino alla data della sua sostituzione con altri tributi. Per le altre spese le regioni disporranno di tributi propri.

I comuni 'disporranno di tributi propri derivanti da tributi gia' erariali. In particolare, per le funzioni fondamentali usufruiranno della compartecipazione e dell'addizionale all'irpef. Disporranno anche di tributi di scopo legati ad esempio ai flussi turistici o alla mobilità urbana. Le province 'disporranno di tributi propri e di tributi di scopo; in particolare, le funzioni fondamentali saranno finanziate da una compartecipazione all'Irpef.

- Perequazione. 'Nel quadro del superamento del criterio della spesa storica- si spiega nella nota di palazzo chigi- si fara' riferimento ai costi standard; sarà assicurata l'integrale perequazione per gli enti con minore capacità fiscale per abitante, per le spese riconducibili ai livelli essenziali, per le regioni, ed alle funzioni fondamentali, per gli enti locali.

Il fondo perequativo per i livelli essenziali delle prestazioni 'sara' alimentato, per le regioni, dalla compartecipazione all'Iva; per le altre spese dall'addizionale regionale all'Irpef'. La perequazione, ne è convinto il governo, 'ridurra' le differenze delle capacità fiscali senza alterarne l'ordine e senza impedirne la modifica nel tempo secondo l'evoluzione del quadro economico. Le regioni potranno ridefinire la perequazione degli enti locali fissata dallo stato, d'intesa con gli stessi enti.

- Garanzie per gli enti locali. I tributi degli enti locali 'saranno stabiliti dallo stato o dalla regione, in quanto titolari del potere legislativo, con garanzia di un significativo margine di flessibilita' e nel rispetto dell'autonomia propria dell'ente locale, il quale disporrà di compartecipazioni al gettito di tributi erariali e regionali, a garanzia della sua stabilità".

- Città metropolitane e roma capitale. 'Sono previste specifiche disposizioni per le aree metropolitane, la cui autonomia di entrata e di spesa dovra' essere commisurata alla complessità delle più ampie funzionì. Con specifico decreto legislativo 'sara' disciplinata l'attribuzione delle risorse alla città di roma, conseguenti al ruolo di capitale della repubblica e sarà inoltre disciplinata l'attribuzione a roma di un proprio patrimoniò. Il consiglio dei ministri, si sottolinea nella nota, 'ha gia' autorizzato la presentazione di un apposito emendamento su tale problematica.

- Coordinamento dei diversi livelli di governo. 'Dovra' essere garantita la trasparenza delle diverse capacità fiscali per abitante prima e dopo la perequazione, in modo da rendere evidente i diversi flussi finanziari tra gli enti; è stabilito il concorso all'osservanza del patto di stabilità per ciascuna regione e ciascun ente locale nonchè l'introduzione a favore degli enti più virtuosi e meno virtuosi di un sistema rispettivamente premiante e sanzionatorio.

- Attuazione dell'articolo 119, quinto e sesto comma, della costituzione. 'E' prevista una specifica disciplina per l'attribuzione di risorse aggiuntive e interventi speciali- si spiega- in favore di determinati enti locali e regioni; gli interventi sono finanziati con contributi speciali dal bilancio dello stato, con i finanziamenti dell'unione europea e con i cofinanziamenti nazionali. E' prevista anche la possibilità di forme di fiscalità di sviluppò. Viene data inoltre attuazione al sesto comma dell'articolo 119 sul trasferimento di beni dallo stato al patrimonio di regioni ed enti locali.

- Sedi di coordinamento. Si prevede per la prima fase attuativa 'l'istituzione di una commissione paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale, della quale faranno parte i rappresentanti dei diversi livelli istituzionalì. La commissione 'dovra' raccogliere ed elaborare i dati in vista della predisposizione dei decreti legislativi da parte del governo, in un quadro di complessiva collaborazione e condivisione tra stato, regioni ed enti localì. Sull'esempio di importanti paesi europei di ispirazione federale (spagna, germania), inoltre, 'si prevede l'istituzione di una cabina di regia (denominata 'conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica'), quale sede condivisa tra tutti gli attori istituzionali coinvolti, con funzioni di verifica del funzionamento del nuovo sistema a regime e del corretto utilizzo del fondo perequativò.

- Regioni speciali. I decreti di attuazione dei rispettivi statuti 'dovranno assicurare il concorso delle regioni speciali al conseguimento degli obiettivi di perequazione e di solidarieta' ed all'esercizio dei diritti e doveri da essi derivantì. Specifiche modalità saranno individuate per le regioni a statuto speciale i cui livelli di reddito pro-capite siano inferiori alla media nazionale.

- Fase transitoria. Saranno garantite, si puntualizza nella nota di palazzo chigi, 'la gradualita' del passaggio, in modo non traumatico, dal vecchio sistema basato sulla spesa storica al nuovo sistema fondato sul criterio dei costi standard; la sostenibilità del passaggio da parte di tutti i soggetti istituzionali; la congruità delle risorse a disposizione di ogni livello di governò.

- Salvaguardia. L'attuazione della legge 'deve essere compatibile con gli impegni finanziari assunti con il patto europeo di stabilita' e crescita. Le maggiori risorse finanziarie rese disponibili a seguito della riduzione delle spese determineranno una riduzione della pressione fiscale dei diversi livelli di governò.



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ex "victor"

#10 Guest_St Degeneratus (Ultra)_*

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Inviato 04 ottobre 2008 - 13:28

Il federalismo fiscale servirà a responsabilizzare, è indubbio, ci saranno meno manfrine del tipo "non arrivano soldi da Roma...hanno deciso tutto a Roma...e via dicendo".
Però il recente regalone a Catania di Mr B. dovrebbe far riflettere...vuoi il federalismo fiscale e poi ti permetti 'ste cose? Tanto è vero che Formigoni che è un furbone si è subito smarcato, lui è uno di quelli "troppo ingombranti" per B., che pensava di raccogliere di più (seee, sai quanti soldi "smista" da decenni in Lombardia come governor...) ed ora fa il "puro" contro B..

Allo stato attuale il federalismo fiscale servirà a tutti i "pesci medi" per mettere le mani direttamente sulle risorse, sui dindi sonanti, per poi gestirli senza vincoli di destinazione, evitando contrattazioni con il vertice apicale politico. Per il resto non cambierà nulla, continueranno a "buttare le risorse", così come parlano/scrivono i nostri giornalisti.
Che poi la traduzione corretta di "spreco di risorse" è "spartirsi i lauti guadagni facendo lavorare solo gli amici, non importa se le cose vengono fatte male o non fatte".

Quindi è sostanzialmente una spartizione di potere. La lega potrà così avere, nelle zone del nord, quello che chiede da anni.

la riforma del 2000/2001 del titolo V della Costituzione mette al centro i Comuni, il livello locale più vicino ai cittadini, in virtù del principio di sussidiarietà, cito due passaggi:
"I Comuni, le Province e le Città metropolitane sono titolari di funzioni amministrative proprie e di quelle conferite con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze".
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa.(art. 118 Costituzione)

I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione (art. 119 Costituzione)


Le Regioni sono sempre citate in fondo a questi commi, eppure sono le Regioni che hanno preso tante funzioni in materie cedute dallo Stato, possono legislare su queste materie, farne quello che vogliono. Proprio perché dovrebbero a loro volta passare un bel po' di competenze a ciò che sta sotto, soprattutto ai Comuni.

Se uno si legge un po' di leggi regionali degli ultimi anni potrà notare che le Regioni delegano ai livelli inferiori quasi solo cazzatine, tenendosi sempre le funzioni di rilievo (indirizzo, programmazione, controllo, ecc.) ed il portafoglio, si assiste cioè ad un neo-centralismo, questa volta di marca regionale. Questo è quello che è per ora il federalismo.

Segnalo anche che la riforma della Costituzione in senso federale ha già un bel po' di anni, compreso un referendum che ha buttato nel cesso tutta la parte del "parlamento federale" ed altro, qualcuno ha notato migliorie clamorose nelle regioni? In fatto di polizia amministrativa, di scuola, di commercio, di sburocratizzazione delle attività economiche - ma sono solo esempi, basta leggersi l'art 117 della Costituzione per farsi un'idea - si può già legislare a piacimento in tutte le regione italiote, vi risultano provvedimenti rivoluzionari che hanno cambiato in meglio la vita nelle regioni?
Il nostro è il paese dove tutti sparano cazzate e poi nessuno si volta indietro per tirare le somme? Vecchia abitudine da politici...

Personalmente sono abbastanza favorevole ad andare verso un tipo di responsabilizzazione federalista, però quelli che pensano che questo risolverà tutti i nostri problemi vivono sulla luna.


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#11 Syddharta

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Inviato 06 ottobre 2008 - 20:02

Scusate, ma perché continuate a chiamarlo federalismo fiscale - voi, politici e giornalisti - e non fisco federale come invece andrebbe chiamato?

M.
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M.

 


#12 Ukrainian Roulette

    populista

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Inviato 22 gennaio 2009 - 17:57

Approvato al Senato.

Bossi ringrazia l'opposizione
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<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#13 Guest_Number 5_*

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Inviato 22 gennaio 2009 - 20:08

Bene, adesso è ufficiale. L'ha detto il Ministro Tremonti in persona in aula. Non si sa quanto costerà il federalismo fiscale o se alla fine le tasse saranno di più, più complicate e/o più alte di adesso.
Cosa avrebbe dovuto fare l'opposizione dopo un intervento così? Votarlo?
Siamo seri.
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#14 Ukrainian Roulette

    populista

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  • 7262 Messaggi:

Inviato 23 gennaio 2009 - 07:36

Ma bossi ha ringraziato PD e IDV per essersi astenuti e non aver votato contro...cioè ha ringraziato in modo non ironico....
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<p> ANDREA COSTANTINO LIBERO, GRAZIE RADIO LIBERTÀ !

#15 Guest_Number 5_*

  • Guests

Inviato 23 gennaio 2009 - 08:50

Forse mi sono espresso male, nel senso che per me a quel punto sarebbe stato logico votare contro.
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