Beh Branchie di Ammaniti è parecchio malato. Un vero e proprio vaneggio mentale di dimensioni disumane.
Poi tutto Lansdale ovvio. :-*
stupendo Branchie!!!!
Inviato 23 ottobre 2008 - 08:29
Beh Branchie di Ammaniti è parecchio malato. Un vero e proprio vaneggio mentale di dimensioni disumane.
Poi tutto Lansdale ovvio. :-*
Inviato 23 ottobre 2008 - 11:29
Beh Branchie di Ammaniti è parecchio malato. Un vero e proprio vaneggio mentale di dimensioni disumane.
Poi tutto Lansdale ovvio. :-*
stupendo Branchie!!!!
Inviato 23 ottobre 2008 - 14:16
Auto da fé di Elias Canetti, un viaggio straniante nella malattia umana alla scoperta della condizione di follia propria di ogni persona.
L'avevo iniziato e non so bene quale follia mi abbia concesso di abbandonarlo...
Forse inizialmente può sembrare una lettura ostica e in effetti lo è, continuando diviene persino "dolorosa", ma di un dolore necessario.
Comunque ti consiglio di non lasciarlo nella categoria calviniana de "I libri che puoi fare a meno di leggere"
me lo regalò un amico per la mia laurea tanti anni fa... anche io ne abbandonai la lettura dopo qualche capitolo perché "non mi parlava". ma mi sono sempre ripromessa di dargli un'altra chance prima o poi
Inviato 23 ottobre 2008 - 15:05
Inviato 23 ottobre 2008 - 16:19
Inviato 23 ottobre 2008 - 18:57
Quelli di Palanhuck sì invece (ho letto Soffocare ed un altro).
Inviato 23 ottobre 2008 - 19:52
Inviato 23 ottobre 2008 - 19:55
Inviato 23 ottobre 2008 - 20:42
Inviato 24 ottobre 2008 - 06:22
Inviato 24 ottobre 2008 - 20:35
Inviato 04 novembre 2008 - 09:11
penso sia molto soggettivo quel "più malati", per me Il mondo secondo Garp o Lamento di Portnoy non lo sono.
Quelli di Palanhuck sì invece (ho letto Soffocare ed un altro). America Psycho sì.
Houellebecq in generale
Cioran in generale
Un'arancia a orologeria di Burgess
Il Giardino di cemento di McEwan
Il profumo di Suskind
I vari Saggi sul buddismo zen di Teitaro Suzuki (non sono narrativa ma non scherzano niente in quanto a malattia)
I Racconti di F. Durrenmatt (autore che adoro e che consiglio a manetta) hanno delle belle storielle malaticce: La salsiccia e Natale sono dei must assoluti del drammaturgo svizzero. Come pure il racconto senza punteggiatura di cui non ricordo il titolo.
Qualcosa di Pinter mi aveva allucinato parecchio ma non ricordo il titolo. Idem per Jonesco. In generale i drammaturghi contemporanei picchiano duro
Mi ricordo che mi era piaciuto L'ammezzato di N. Baker e mi pare fosse "abbastanza malato" per i miei canoni.
se li avessi ora davanti mi ricorderei sicuramente di altro...
beh, questo l'ho trovato e quindi l'incollo, secondo me è DEVASTANTE cosa riesce a comunicare in pochissime righe:
Natale
Era natale.
Attraversavo la vasta pianura.
La neve era come vetro.
Faceva freddo.
L'aria era morta.
Non un movimento, non un suono.
L'orizzonte era circolare.
Nero il cielo.
Morte le stelle.
Sepolta ieri la luna.
Non sorto il sole.
Gridai.
Non mi udii.
Gridai ancora.
Vidi un corpo disteso sulla neve.
Era Gesu' Bambino.
Bianche e rigide le membra.
L'aureola un giallo disco gelato.
Presi il bambino in mano.
Gli mossi su e giu' le braccia.
Gli sollevai le palpebre.
Non aveva occhi.
Io avevo fame.
Mangiai l'aureola.
Sapeva di pane stantio.
Gli staccai la testa con un morso.
Marzapane stantio.
Proseguii.
Inviato 04 novembre 2008 - 15:43
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