Il resto della notte
#1
Inviato 21 giugno 2008 - 16:50
regia: Francesco Munzi
distribuzione: 01 Distribution
sceneggiatura: Francesco Munzi
Dopo due film carichi di un forte approccio personale a ciò che narrano girati in italia, Munzi si presenta portando un tema molto spinoso, indipendentemente dalle strumentalizzazioni per lo più ottuse che se ne possano fare, con una messa in scena che io tenderei a definire un po?? scontata (non mi ha convinto un montaggio un po?? stanco, alcune ovvietà nel rappresentare soprattutto i ricchi, come se loro non fossero poi un soggetto interessante in fondo), ma con alcune idee veramente buone.
E?? l??aria che veicola il film la cosa più interessante, una separazione siderale fra due mondi in cui vi è l??eccesso di tutto e la mancanza di tutto, ritratti scegliendo per il primo l??isolata, monolitica prigione dorata della casa e squarci di città e interni di bar, alberghi, teatri in cui mai nulla e fuori posto, ogni cosa è laccata, lussuosa, comoda, i marciapiedi sono specchiati, non c??è mai nulla che ricordi la presenza di qualcosa di diverso dalla condizione di coloro che abitano e vivono quei luoghi; per la seconda avanza la periferia, le balconate a ballatoio caotiche e rumorose, una città sporca in attesa della nettezza che forse non arriverà, piccoli bar spogli, negozi gestiti da immigrati aperti sempre, droga, spaccio, lo sporco e il rumore, la totale mancanza di una comodità abitativa, dove c??è un continuo sovraffollamento di corpi. Molto belle le scene di questa normale periferia urbana.
Tutti i personaggi sembrano vivere in una bolla, anche quando si muovono fuori dalle mura domestiche è come se si portassero dietro la propria condizione sociale.
Solo in pochi momenti si scontrano: all??inizio con la scena dei piccoli rom che vanno letteralmente addosso alla Ceccarelli, una metafora forte della pressione sociale che diviene spaziale degli uni sugli altri, le poche scene della domestica nella villa padronale che ingeneranno l??epilogo, e la fine violentissima. E il primo scontro e l??ultimo sono l??uno lo specchio dell??altro: il primo evoca la paura della borghese con i suoi primi piani affannati, l??altro la paura dell??immigrato perché quest??ultima scena vive della paura e della solitudine del fratello di uno dei rapinatori che da lontano ascolta cosa sta accadendo.
Al centro la trovata della domestica che ruba, ma in tutto il film Munzi non ammette pietismi, né facili condanne, la domestica che ruba è il risultato ??normale? di chi non ha nulla e si trova a contatto di chi ha tutto e allora comincia a desiderare le cose dell??altro.
In definitiva un film non sorprendente, ma un regista da tenere d??occhio
#2
Inviato 21 giugno 2008 - 17:41
Acuta l'osservazione sulle due paure.
http://www.anobii.com/satyajit/books
http://www.goodreads...3893406-claudio
https://twitter.com/EligioAldoVere
#3
Inviato 23 giugno 2008 - 06:32
Ma la città (le città, mi sembra che siano almeno 2 o tre tutte mischiate, sicuramente c'è Torino) è davvero ben ripresa, scatta l'immedesimazione, la riconoscibilità da parte del pubblico ed è ciò che viviamo tutti i giorni, una periferia alla deriva e un centro, soprattutto quello finanziario, pulitissimo.
#4
Inviato 23 giugno 2008 - 14:58
La scena dei rom secondo me ha un'altra funzione, quella di persuadere lo spettatore dell'innocenza di Marja.
stamani ero di fretta...perchè la scena dei rom dovrebbe persuadere gli spettatori dell'innocenza di Marja? (In effetti non fanno nulla alla Ceccarelli che però ha una reazione volendo anche composta, avrebbe potuto chiamare vigili, guardie, aiuti, ma la sua paura è sicuramente diversa, non è la semplice paura dello scippo)
#5
Inviato 25 giugno 2008 - 16:22
Ripeto, è stata una mia impressione: ritengo però abbastanza probabile che sia condivisa da altri spettatori.
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#6
Inviato 27 giugno 2008 - 19:30
Quando ho visto Marja accusata del furto, dato che la bambina la difendeva a spada tratta, mi sono persuaso che fosse innocente e che probabilemnte quel gioiello l'avessero preso i rom della prima scena (in cui talvolta ci viene mostrato il primo piano della Ceccarelli e non il dettaglio di ciò che essi fanno).
Ripeto, è stata una mia impressione: ritengo però abbastanza probabile che sia condivisa da altri spettatori.
Non ci avevo pensato, mi ero focalizzata sul "gruppo di famiglia in un interno" che identificava la mancanza di dialogo nella coppia
#7
Inviato 06 luglio 2008 - 16:31
A differenza di satyajit, però, ho trovato molto buona la prova degli attori, specialmente i romeni, e specialmente Ionut, che secondo me è superlativo (ma anche Marja riesce ad essere molto efficace con poche espressioni). Tra gli italiani, invece, Ceccarelli forse un po' sottotono, mentre Cassetti infila un'altra prova straordinaria, dopo "Roberto Succo" (sempre stessa parte da pericoloso "schizzato", però lo sa fare in modo fenomenale).
#8
Inviato 06 luglio 2008 - 20:02
Anche a mio avviso il determinismo (sociale e culturale) è la chiave di lettura del film. E questo mi è molto piaciuto.
Ultimi trenta minuti di film da incorniciare per intensità emotiva ed economia drammatica.
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