Tzadik
#1 Guest_Mattia_*
Inviato 04 agosto 2006 - 08:59
Inauguro il thread con un album che sembra davvero particolare e differente da qualsiasi cosa sia stata realizzata fino ad ora da casa Tzadik - non ho ancora avuto modo di ascoltarlo: ho soltanto ricevuto la segnalazione della sua esistenza da Downtown Music Gallery:
Jamie Saft Trio With Mike Patton & Antony: Plays Bob Dylan (Tzadik, 2006) - Jamie Saft and his dynamic trio presents a sparkling interpretation of the work of Bob Dylan. A lifelong Dylan enthusiast, Saft is the perfect man to take on this challenging project and his choice of compositions, spanning over four decades of activity, is as creative as the arrangements themselves. Featuring several guest vocalists including Mike Patton and Antony (of the Johnsons), this is a deep and meaningful tribute to one of the world's greatest living songwriters, a Jew whose influence resounds in the work of several generations of pop musicians - CD $14,00.
L'album appartiene alla serie "Tzadik Radical Jewish Culture".
Ciao,
#2
Inviato 04 agosto 2006 - 09:06
Io non riesco più a stare dietro alle uscite Tzadik (per fortuna). Comunque mi pare il caso più clamoroso di etichetta il cui marchio pesa tantissimo nella commercializzazione/fruizione/posizionamento sul mercato di un disco. Molto più che in altri casi di 'family feeling', per dirla in marketing-ese, applicato all'industra discografica.
Whatever you do, don't
#3 Guest_Mattia_*
Inviato 04 agosto 2006 - 09:24
Comunque mi pare il caso più clamoroso di etichetta il cui marchio pesa tantissimo nella commercializzazione/fruizione/posizionamento sul mercato di un disco.
Sì, senz'altro. Se pensiamo che Tzadik vanta una distribuzione capillare in tutti i Paesi del mondo (sono riuscito a trovarla pure in Cina! Non avevano manco i dischi dei Beatles, in quell'orrendo negozio! Ma Zorn non se lo sono fatto mancare!!!), pare strano che si tratti di un'etichetta indipendente. Ogni sua uscita, poi, è supportata da una tempesta di newsletter provenienti dai migliori negozi "on line" del pianeta: Zorn è "nelle maniche" di chiunque. Solo Aquarius, di San Francisco, ne è stranamente immune...
Un tam-tam simile, comunque, influenza senz'altro le opinioni degli ascoltatori che - in questo caso - si fidano ciecamente dei consigli dei propri fidati.
In più, aggiungiamo che è raro che un disco Tzadik faccia profondamente cacare: l'unico esempio che mi viene in mente è quel Mike Pathos strombazzatissimo dal S.I.B., poi relegato miseramente (e giustamente, aggiungo) nell'oblio... Altre pubblicazioni scadenti non mi vengono in mente. Sono tante, questo sì: ma in un momento in cui vanno per la maggiore le ristampe di album mediocri contenenti bonus & alternate tracks, l'operazione di Tzadik non risulta nemmeno troppo deplorevole.
Il rischio che intravedo nella politica commerciale di Tzadik è che, una volta che il mercato sarà saturo della proposta di Zorn & co., il suo "brand" non tornerà utile nemmeno per marchiare le vacche...
#4
Inviato 04 agosto 2006 - 09:42
...Comunque mi pare il caso più clamoroso di etichetta il cui marchio pesa tantissimo nella commercializzazione/fruizione/posizionamento sul mercato di un disco.
Sarà colpa del solito complotto pluto-giudaico-massonico per la conquista del mondo!
Neppure io riesco a seguire le uscite Tzadik in maniera costante (e il mio portafoglio ringrazia) anche se a volte trovo che siano delle opere pretenziose e decisamente sopravvalutate; è un po' quello che diceva Plozzer: visto che è un disco Tzadik, allora "deve" essere valido.
Questo che indichi, Mattia, non lo conosco quindi non so dire, anche se la presenza di Patton non è che mi faccia saltare di gioia.
non sono asociale...sono socialmente selettivo
#5
Inviato 04 agosto 2006 - 09:45
Il rischio che intravedo nella politica commerciale di Tzadik è che, una volta che il mercato sarà saturo della proposta di Zorn & co., il suo "brand" non tornerà utile nemmeno per marchiare le vacche...
Secondo me il mercato indipendente è già saturo, ma a impedire la crisi del marchio tzadik resta l'altissima qualità di quelle 3-4 uscite annuali che salvano anche i prodotti di seconda o terza fila. Se la media generale si abbassasse, le magagne verrebbero a galla con più evidenza.
in un momento in cui vanno per la maggiore le ristampe di album mediocri contenenti bonus & alternate tracks
Qui ci si potrebbe aprire un thread, data la santificazione con annessa filologia di album vecchi di appena dieci anni. Ma è un altro paio di maniche.
Whatever you do, don't
#6
Inviato 04 agosto 2006 - 09:59
[è raro che un disco Tzadik faccia profondamente cacare: l'unico esempio che mi viene in mente è quel Mike Pathos strombazzatissimo dal S.I.B., poi relegato miseramente (e giustamente, aggiungo) nell'oblio...
Vero, ma è abbastanza fuori media anche che si tratti di disconi o capolavori o quel che è, pur essendocene spesso dei belli (quasi tutti quellli che ho originali mi piacciono e un paio li ritengo capolavori). Oltre a Pathos (che comunque secondo me una sufficienza abbondante la merita) c'era un disco di elettronica fatto col gameboy segnalatomi da Neko, non ricordo autore e titolo.
Ci tornerò sopra con più tempo a disposizione ma per ora segnalo l'ottimo lavoro di scoperta di questa etichetta che spesso e volentieri lancia col proprio marchio autori meritevoli già ospitati in piccolissime indie di vaglia molto meno fortunate sul mercato e penso ai vari Peter Garland, Jerry Hunt, Teiji Ito ospitati sul catalogo What Next sul quale penso a breve di aprire un thread (quasi) dedicato.
#7
Inviato 04 agosto 2006 - 14:27
Dei dischi originali Tzadik in mio possesso posso dire questo solo di due lavori di Zeena Parkins: Mouth Maul Betrayer e il leggermente superiore Pan Acousticon. Immaginati come parti distinte di un'unica opera si tratta di sperimentazioni per lo più gratuite e ben poco viscerali che oltre a non proporre alcunchè di inedito a livello puramente sonoro, dal punto di vista compositivo mi pare si gingillino con stilemi abusati dell'avanguardia di fine anni '80 con saputi mescolamenti di jazz, noise, cameristica e vaghi barlumi hard-metal.
Già meglio tre lavori della composer series (la più frequentata dal sottoscritto) che hanno il difetto di alternare buone cose ad episodi incerti e prescindibili. Cartoon S&M è uno dei migliori esempi del tanto temuto Zorn cameristico, qui in palese omaggio al maestro Carl Stalling. Con inevitabili cadute ma anche slanci e intuizioni notevoli. Burnt Ivory and Loose wires è una raccolta di lavori della compositrice newyorkese Annie Gosfield, che vanta frequentazioni nella scena no wave dei primi '80. Anche qui qualità altalenante con un suono mediamente più compatto e incerto tra la solidità e marzialità di certi passaggi pianistici (forse influenzati da frequentazioni giovanili come gli Swans) e strutture più aperte altrove ma mai improvvisate. Catfish di Mark Applebaum invece alterna episodi poco meno che strepitosi (e ancora una volta vicini a Carl Stalling, ma anche meglio di Zorn, direi con maggiore lucidità) con semi-ciofeche monostrumentali o quasi, che non dicono praticamente nulla, e quasi disturbano.
I due dischi della Hoahio sono divertenti accozzaglie di j-pop e musica d'avanguardia, per lo più impro ma talvolta anche un'elettronica minimale glitch-oriented non troppo significativa. La loro forza rimane un sound colorato e imprevedibile e la bellezza semplice di alcune composizioni. Dal gruppo proviene la suonatrice di Koto Yagi Michiyo che, in Shizuku, suona lo strumento tradizionale giapponese applicandolo a strutture tipiche dell'avanguardia e quasi quasi del noise, con un paio di momenti melodici risalenti alle partiture della Hoahio. Molti gli episodi belli ma nel complesso non certo adatto a tutti i momenti, e con qualche lungaggine qua e là. Phalba di Jerry Hunt è un'altra raccolta del fantomatico compositore texano eseguita dal Barton Workshop. Peccato che i momenti più lunghi siano i peggiori pur nell'ambito di un disco sicuramente bello per quanto ostico ma gli episodi "brevi" (sui 10 minuti) sono davvero da capogiro, quasi un Brotzmann che suona partiture di contemporanea.
Avvicinandoci al podio arrivano i must have. Il primo è Mystery delle Death Praxis, duo composto da Tenko e la solita Ikue Mori (che guarda caso esordì ancora una volta su What Next?). Album arduo da descrivere (e anche un pò da ascoltare) è fatto, sommariamente, di drum machines industriali, melodie classiche giapponesi, vocalizzi e sospiri inquieti. Un concept sul cinema del mistero in definitiva molto meglio di quanto lo possa descrivere qui in due righe.
Poi le Syzygys, duo femminile pop (quasi) strumentale dal giappone degli anni '80, tra easy listening e microtonalità. Estremamente divertenti e lucide, perfetto connubio di orecchiabilità e ricerca. Straconsigliate.
Podio per Jerry Hunt con Song Drapes: il disco che l'ha rivelato post mortem con composizioni alienanti, sibilanti e tremebonde addizionate dalla voci di Shelly Hirsch, Karen Finley e Mike Patton. Unico, come le cose migliori di Hunt (se la gioca con Haramand Plane, guarda un pò dal catalogo What Next?). Poi Keiji Haino con Tenshi No Ginka, forse il suo lavoro migliore, evocativo e sciamanico tra urla disperate, vocalizzi angelici, percussioni arcaiche e sottili e qualche sparuto strumento a corda. Sintetizza mirabilmente la parte meno rumorosa della poetica dell'uomo. Infine Teiji Ito, King Ubu, capolavoro assoluto dagli anni '60. Una serie di bozzetti di musica da ogni latitudine suonata con strumenti improbabili provenienti per lo più dall'oriente e con un gusto per la lievità esecutiva che è una medicina, un sornionissimo e divertito zen musicale.
#8
Inviato 04 agosto 2006 - 23:35
Raz Mesinai - Resurrections for Goatskin: Mesinai è uno degli artisti che più mi hanno colpito nell'ambito Tzadik negli ultimi anni, e questo è il suo disco che preferisco; le composizioni sono tutte magistrali, perfetto equilibrio di ellettronica e suoni acustici, grande senso del ritmo e della tensione, un disco veramente inquietante come si propone di essere. Molto belli anche gli altri suoi due pubblicati dall'etichetta di Zorn, in particolare Before The Law.
Pierre-Yves Mace - Faux-Jumeaux: un disco di classica contemporana melodica come potrebbe essere Virginal Co-ordinates di Kang, ma leggermente più sperimentale, davvero molto valido.
Susie Ibarra - Folkloriko: questo lavoro della Ibarra eguaglia quel capolavoro che già era Flower after Flower; se avete amato quello procuratevi assolutamente anche questo, se non conoscete la Ibarra è un ottimo modo per entrare nel mondo di questa batterista/percussionista/compositrice eccezionale, capace di applicare la lezione di Milford Graves a qualunque genere e che riesce a generare poesia dal ritmo e a rendere ritmo qualunque cosa.
Ai must have nominati da Slothrop che sono esattamente i must have anche per me aggiungo solo i due della Ibarra appunto (escludendo il pur bello Songbird Suite che però non raggiunge quel livello) e One Hundred Aspects Of The Moon, il disco più bello in assoluto di Ikue Mori, assieme al succitato Mistery delle Death Praxis.
Unico appunto a sloth: Mistery non è un concept sul cinema del mistero. Esso è stato concepito come omaggio a scrittrici di libri del mistero, come Ruth Rendell, P.D. James etc. Ad ognuna di esse, in particolare ad un'opera di ognuna di esse è ispirata ciascuna delle canzoni che compongono l'album, e vi assicuro che se leggete i libri cui le canzoni sono ispirate (quasi tutti o addrittura tutti intitolati come le canzoni, al momento non ricordo precisamente) e poi ascoltate i brani, l'album vi parrà dieci volte più geniale.
#9
Inviato 05 agosto 2006 - 11:16
Ground Zero - Null & Void
Mamoru Fujieda - Pattern Of Plants
Eyvind Kang - The Story Of Iceland
Tutti e tre ottimi/eccezzionali, dalla furia rumoristica dei Ground Zero capitanati dal turntable di Otomo Yoshihide, ai suoni delicati e ancorati alla tradizione orientale di Fujieda, al miscuglio di pop, world music, minimalismo e pure un mezzo inno rock (10:10) di Kang.
Ho notato che le copertine, a parte quelle di Zorn, presentano degli standard comuni:
Scrittona in verticale.
Bande verticali verdi e pallino in mezzo.
Striscia orizzontale.
In base a cosa avviene la divisione? Tematica, cronologica o che altro?
#10
Inviato 05 agosto 2006 - 13:30
In base a cosa avviene la divisione? Tematica, cronologica o che altro?
Sono serie: la New Japan ha le bande laterali, quella orizzontale è la Radical Jewish, invece la scritta in grande dell'autore è per la composer series.
#11
Inviato 07 agosto 2006 - 07:35
#12
Inviato 07 agosto 2006 - 11:58
#13
Inviato 07 agosto 2006 - 12:17
secondo me nulla di che...Cosa mi sono perso?
#14
Inviato 07 agosto 2006 - 17:06
Guarda, io sono per un'ampia sufficienza a Pathos perchè mi pareva un disco non innovativo quanto avevo letto (specie a livello puramente sonoro, ma questo è tipico della Tzadik) e anche la gran parte delle canzoni non m'avevano indotto al riascolto. Ricordo un'originalissima cover di Imagine di Lennon e in generale un'atmosfera cupa non male ma anche abbastanza saputa e pure le digressioni al limite dell'industrial dell'ultimo pezzo non mi parevano strabilianti. Cosa mi sono perso?
Secondo me ti sei perso la musica che avrebbe fatto Scott Walker se fosse nato artisticamente nel '77 invece che nei '60. "People" è un disco morboso e malato, fatto di canzoni e melodie splendide come Envoy, Novel Author o String Player spappolate con volontà sadomaso da un violino distorto e rumoroso, quasi sempre filtrato con strumenti elettronici. A Pathos ci sono voluti sette anni per registrare questo disco, e certamente non solo perché è un po' fuori di testa ma perché è densissimo di suoni indescrivibili e difficilmente rintracciabili. Ad aiutarlo c'è un tipo che non si può immaginare sprovveduto come Alan Fisher, che ha lavorato con Cabaret Voltaire, Pulp e Bjork. Per non dire delle cover di Imagine di Lennon e di What a Wonderful World di Armstrong, cose indicibili per quanto sono perfette. A me pare l'anello di congiunzione tra le sperimentazioni vocali ed elettroniche di Robert Ashley e Scott Walker, cioè la canzone pop lugubre e decadente alla Scott Walker (non a caso Fisher ha lavorato con gente post post glam come i Pulp).
Chiaramente avere buona stampa non significa esser bravi, e come a tutti anche a me spesso capita di non esser d'accordo con quel che leggo ma se consideri che le recensioni di The Wire e di Blow Up, uscite lo stesso mese, lo trattarono entrambe al massimo dei voti, e il mese seguente anche Resonance, il quadrimestrale del London Musicians Collective (direi non degli sprovveduti, ci scrivono i migliori musicisti improv in circolazione) rincarò la dose scrivendo che Pathos era il musicista più interessante degli ultimi anni, se consideri tutto questo forse è il caso di tornarci sopra. Da allora certamente è caduto nel dimenticatoio, chi altri recensisce roba simile? Tra l'altro, visto che a te piacciono i Supreme Dicks (vi leggo da un sacco di tempo!), sentiti Penant e dimmi se non c'è qualcosa della loro malattia. Nel nostro Parlamento c'è un sacco di gente di ogni partito che non sa neanche in che secolo c'è stata la Rivoluzione Francese (vedi il programma delle Iene di qualche mese fa) e quindi chiunque è autorizzato a dire di tutto. Ma, senza offesa, definire "una cagata" un disco simile significa dar fiato alle dita.
#15
Inviato 09 agosto 2006 - 10:59
Ma, senza offesa, definire "una cagata" un disco simile significa dar fiato alle dita.
senza offesa per chi? nessuno ha detto che è una cagata...
#16
Inviato 12 agosto 2006 - 10:01
Ironia o passione per il chitarrista punk Malmstin?
Fra i grandi dischi della Tzadik io segnalerei quello di Julius Hemphill, di cui adesso non ricordo il titolo, non un capolavoro (i prinmi due dischi di Hemphill erano capolavori) ma comunque un bellissimo disco.
#18 Guest_Mattia_*
Inviato 14 agosto 2006 - 12:16
...A qualcuno, ho visto, sembra una 'cagata' ma d'altra parte c'è anche chi ancora oggi considera Captain Beefheart uno stronzo, quindi tutto è possibile. Potrei scrivere per ore perché e percome il disco di Pathos è un capolavoro... E' un disco estremo, chiaramente, ma lo erano anche i Naked City quando vennero fuori, ricordo ancora certe recensioni che li definivano 'merda' (Eddy Cilia sul Mucchio, per dirne uno) e poi pateticamente si ricredettero...
La cosa più patetica che si possa fare è (tentare di dare a) credere (agli altri) di detenere il vero, non ricredersi su questo o quell'album (che, a mio avviso, è invece sintomo di grande apertura mentale). Meno boria, per favore.
#19
Inviato 22 agosto 2006 - 06:49
...A qualcuno, ho visto, sembra una 'cagata' ma d'altra parte c'è anche chi ancora oggi considera Captain Beefheart uno stronzo, quindi tutto è possibile. Potrei scrivere per ore perché e percome il disco di Pathos è un capolavoro... E' un disco estremo, chiaramente, ma lo erano anche i Naked City quando vennero fuori, ricordo ancora certe recensioni che li definivano 'merda' (Eddy Cilia sul Mucchio, per dirne uno) e poi pateticamente si ricredettero...
La cosa più patetica che si possa fare è (tentare di dare a) credere (agli altri) di detenere il vero, non ricredersi su questo o quell'album (che, a mio avviso, è invece sintomo di grande apertura mentale). Meno boria, per favore.
Sulle tue parole io sono d'accordo ma non capisco cosa c'entrino con quello che ho scritto io. Quando uscirono i Naked City molti gridarono al capolavoro, Cilia no. Va benissimo ricredersi ma in quel caso c'era stato che ci aveva creduto prima, quindi ok per la sua apertura mentale ma molto più ok per quella degli altri, no? E meno boria, sono d'accordo.
#20 Guest_absolutelyRUBEN_*
Inviato 19 settembre 2006 - 11:21
questo nuovo book of angels è splendido, eseguito dalla cracow klezmer band integrata dal cracow string quartet: violini e bayan (ho cercato e letto che è una fisarmonica russa) a manetta, musica un filo più impegnata e meno 'folk' di quello che si potrebbe pensare e che in vari punti mi ha ricordato il disco dei quartetti di m. nyman (bello!) eseguito dal balanescu string quartet
un paio di pezzi con uno strano cantato, il primo quasi un 'tom waits' del ghetto
una bella interpretazione dei nuovi pezzi zornici, suonano di brutto e oltretutto questa musica trovo che sia anche piuttosto 'sexy'
#21 Guest_absolutelyRUBEN_*
Inviato 21 settembre 2006 - 15:52
complimenti zio john, sei un vero figo!
#22
Inviato 27 settembre 2006 - 16:47
Jamie Saft Trio With Mike Patton & Antony: Plays Bob Dylan (Tzadik, 2006)
Alla fine me lo sono procurato, lo sto ascoltando e mi sta piacendo poco. Il trio di Saft è molto valido, ma secondo me qui la materia gli dà poca occasione di mettersi in mostra - le composizioni di Dylan sono armonicamente elementari, e i tre non è che le rielaborino granché. I due numeri blues ("Dignity" e "Trouble") paiono roba da ascensore e/o da nightclub, le altre tracce brillano appena, "Ballad of a Thin Man" cantata da Mike Patton alle mie orecchie suona come un piccolo scempio. Accidenti, e dire che le premesse erano buone.
Avevo trovato Saft e soci moolto più in forma sul primo volume di Book of Angels, che mi era piaciuto molto.
Whatever you do, don't
#23
Inviato 28 settembre 2008 - 17:25
Anthony Braxton/Milford Graves/William Parker- Beyond Quantum O_O
Phantom Orchard - Orra
Per questi due ho grandi aspettative(in particolare il primo).Dovrei riceverli settimana prossima.Qualcuno li conosce già?
Sono usciti anche Filmworks XX: Sholem Aleichem (se è all??altezza del precedente c??è da leccarsi i baffi),il volume 11 dei Book of Angels di Medeski, Martin and Wood (ma in giro non se parla molto bene). Poi ancora una ristampa del grande Teiji Ito Watermill, Anthony Pateras Chromatophore e dulcis in fundo Fred Frith con To Sail, To Sail...
#24
Inviato 01 ottobre 2008 - 19:32
Filmworks XX: Sholem Aleichem[/i]
volume 11 dei Book of Angels di Medeski, Martin and Wood
Posso informarti solo su questi due:
Filmworks XX è come sempre un buon disco, in questo caso poi ritorna sui temi più klezmer, essendo un documentario su Sholem Aleichem, un esponente importante della religione ebraica. Purtroppo però devo deludere le tue aspettative: il XIX era decisamente meglio, ma chi lo ha ascoltato sa che è perché era davvero meraviglioso. Quindi, evitando il confronto col predecessore, FW XX è un bel disco e basta.
Il volume 11 dei Book(s) of Angels, ebbene sì, non è proprio il massimo: a oggi, direi che è il meno bello di quelli pubblicati. Speriamo che il prossimo riprenda bene, visto che nemmeno Lucifer (a mio parere) non era eccelso, sebbene fosse eseguito da quei fenomeni del Bar Kokhba Sextet.
Spero di averti informato a dovere. Ammesso che ne avessi bisogno.
Ma ora, parliamo un po' di questi Book of Angels: stavo giusto per aprire un topic, ma sono certo che i moderatori mi avrebbero ucciso.
L'altro giorno parlavo con un mio amico che non conosceva nessun capitolo, e mi ha chiesto di consigliargli i migliori: ho cominciato e solo dopo un po' ho realizzato di avergliene consigliati almeno 7.. O_O Vi rendete conto?
Ora, cosa ne pensate, arrivati a 11 capitoli? Tutto ciò non è maestosamente splendido, a tal punto da diventare la serie più bella che la discografia di Zorn ricordi?? No?
Se avete voglia, sono qui..
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#25 Guest_pleinelumiere_*
Inviato 01 ottobre 2008 - 21:08
http://www.thestonenyc.com/
http://it.youtube.co...h?v=EtFyzyO0Sp8
#26 Guest_pleinelumiere_*
Inviato 01 ottobre 2008 - 21:25
(una meraviglia!)
bobby previte, the 23 constellations of joan miro
annie gosfield, burnt ivory and loose wires
david shea, the tower of mirrors
#27
Inviato 02 ottobre 2008 - 08:50
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#28 Guest_pleinelumiere_*
Inviato 02 ottobre 2008 - 19:58
complimenti per la tua zornologia, l'ho messa fra i miei segnalibri
Grazie dei consigli, me li procuro subito. Previte poi è una garanzia..
#29
Inviato 02 ottobre 2008 - 21:39
zorn adesso ha anche un SUO locale a new york, the STONE, dove organizza concerti (wayne horvitz, rashanim, wu fei ), performance e, a quanto pare, persino mostre d'arte O_O :
http://www.thestonenyc.com/
http://it.youtube.co...h?v=EtFyzyO0Sp8
E' un po' che esiste lo Stone. Ci andai a vedere David Behrman. Il posto è grande più o meno quanto il salotto di casa mia. Al concerto eravamo in 15 in tutto...
#30
Inviato 02 ottobre 2008 - 21:50
E non so cosa avrei dato per vedere le performance denominate "The Stone", pubblicate da Tzadik. In particolare quella del 2008, con Lou Reed e Laurie Anderson :-*
:'(
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#31
Inviato 03 ottobre 2008 - 08:45
Quoto.Interessante l??idea di ispirarsi ai quadri di Mirò....(una meraviglia!)
bobby previte, the 23 constellations of joan miro
Bobby Previte è un vulcano.Vale la pena anche approfondire le sue notevoli formazioni e partecipazioni(su tutte ricordo la New York Composer's Orchestra e Groundthruther)
Ma per rimanere alle cose più recenti ti consiglio di ascoltare:
Bobby Previte & The New Bump-Set the Alarm for Monday (Palmetto Records 2008)
Molto bello e formazione di alto livello:Steve Bernstein (tromba),Ellery Eskelin(sax tenore),Bill Ware,Brad Jones,Bobby Previte,Jim Pugliese...
Gianluca Petrella/Bobby Previte/Antonello Salis- Big Guns (Auand 2008)
Questo è stato appena pubblicato dalla nostra piccola etichetta Auand in trio con i nostri(grandi!)Gianluca Petrella e Antonello Salis....
Filmworks XX
L??ho ascoltato di sfuggita e non regge assolutamente il confronto con il vol.XIX....
Cmq grazie per le tue segnalazioni....
#32
Inviato 03 ottobre 2008 - 13:54
bobby previte, the 23 constellations of joan miro
Lo sto ascoltando ora, davvero splendido. Consigliatissimo a tutti: non il solito mattone Tzadik, un vero gioiello. :-*
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#33 Guest_pleinelumiere_*
Inviato 03 ottobre 2008 - 14:57
allora buona musica e buona visione
[quote author=crocus behemoth link=topic=725.msg373585#msg373585 date=1223022047]
[quote author=pleinelumiere link=topic=725.msg372896#msg372896 date=1222894822](una meraviglia!)
bobby previte, the 23 constellations of joan miro
[/quote]
Quoto.Interessante l??idea di ispirarsi ai quadri di Mirò....
#34
Inviato 03 ottobre 2008 - 16:49
di previte ho un live mi pare del 1998 (bootleg? boh, l'uccellino blu me l'ha procurato...) dove suona con un megagruppone musica di miles elettrico dalla triade in a silent way, bitches brew, a tribute to jack johnson...inutile dire che visto il repertorio non può che piacermi un sacco
#35 Guest_pleinelumiere_*
Inviato 03 ottobre 2008 - 17:11
bellissimo 23 constellations...! arrangiato divinamente, colori bellissimi.
di previte ho un live mi pare del 1998 (bootleg? boh, l'uccellino blu me l'ha procurato...) dove suona con un megagruppone musica di miles elettrico dalla triade in a silent way, bitches brew, a tribute to jack johnson...inutile dire che visto il repertorio non può che piacermi un sacco
wow, il miles elettrico... jack johnson + sessions, e soprattutto DARK MAGUS, mi fan diventare matta O_O :-*!!
sono offtopic? ??? cmq. è da sentire!
#36
Inviato 04 ottobre 2008 - 12:41
bellissimo 23 constellations...! arrangiato divinamente, colori bellissimi.
di previte ho un live mi pare del 1998 (bootleg? boh, l'uccellino blu me l'ha procurato...) dove suona con un megagruppone musica di miles elettrico dalla triade in a silent way, bitches brew, a tribute to jack johnson...inutile dire che visto il repertorio non può che piacermi un sacco
? questo il live del 1998? Parrebbe di sì (i link comunque non vanno).
http://jrfg.blogspot...adova-1998.html
Noodles: Sono andato a letto presto.
Tu sai citare i classici a memoria... ma non distingui il ramo da una foglia...
Fiero membro
Ci sono più dischi di merda che vita!
#37
Inviato 05 ottobre 2008 - 10:42
Toby Driver - In The L..L..Library Loft (2005)
Come sospettavo, incomprensibile. Ma, come sospettavo, affascinante. Da riascoltare almeno una decina di volte.
Time Of Orchids - Sarcast While (2005)
Prog-avanguardia da brividi. Un altro disco da riascoltare centinaia di volte prima di capirci qualcosa. Ma ottimo, e lo si capisce da subito.
Marc Ribot - Exercises In Futility (2008)
Un disco di Marc Ribot. Non penso sia necessario aggiungere altro. Chitarra, chitarra e chitarra.
Lukas Ligeti - Mystery System (2004)
Un ottimo compositore, anche se a tratti ostico. Visibilmente ben preparato, con alle spalle degli studi non da poco. Consigliatissimo (aspetto di sentire il nuovo, uscito quest'anno).
Koby Israelite - Dance Of The Idiots
Son partito male con questo, poiché mi aspettavo grandi cose, memore di quel semi-capolavoro di Orobas (Book of Angels). Ciononostante, se conoscete poco l'autore, questo è un buon punto di partenza.
Mark Feldman - Music For Violin Alone (1995)
Non proprio un ascolto semplice. Ma è pur sempre un violino, con dietro Mark Feldman.
Maja S.K. Ratkje - River Mouth Echoes (2008)
Non credo di esserci arrivato in fondo, dev'esser stato un brutto momento. Sicuramente lo riascolterò: se l'ha pubblicato Zorn ci sarà un motivo (come sempre).
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#38
Inviato 21 ottobre 2008 - 21:35
Anthony Braxton/Milford Graves/William Parker- Beyond Quantum O_O
Se siete appassionati di impro free buttatevi a capofitto su questo disco. Questa volta l??etichetta di Zorn è riuscita a mettere insieme tre mostri sacri(più il lavoro di registrazione e mix di Bill Laswell) e il risultato è altissimo.
Sulla caratura di Braxton è inutile spendere altre parole. La sezione ritmica è ispiratissima, tesa, vibrante e supporta con grande energia il sax di Braxton.Intensissimo il secondo brano,Second meeting, dove il drumming e la voce di Milford Graves intrecciano un duetto straordinario con il sassofono.Una chicca nell??ultimo brano:William Parker abbandona il contrabbasso e imbraccia una specie di oboe(non so di che tipo).
Sicuramente uno dei miei dischi top del 2008.
#39
Inviato 26 ottobre 2008 - 18:23
Anthony Braxton/Milford Graves/William Parker- Beyond Quantum O_O
Ce l'ho sul pc da settimane e ancora non mi son deciso ad ascoltarlo. Provvederò entro la settimana prossima.
Piuttosto, oggi vi consiglio questo, fresco fresco di ascolto pomeridiano :
Come dice giustamente il buon Zorn sul sito di Tzadik, questo compositore/polistrumentista è influenzato dalle architetture zappiane/henrycowesche, ma ciò si nota solamente in alcuni brani. A mio parere questo disco riesce a trovare facilmente uno stile tutto suo, lasciandosi dietro solo alcuni echi lontani dei maestri avant-garde/RIO.
Abbastanza difficile da descrivere, ma piuttosto facile da ascoltare. Consigliato.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#40
Inviato 26 ottobre 2008 - 20:19
Da wikipedia:
Mark De Gli Antoni (b. San Francisco, California, June 20, 1962), often credited as Horse Tricks, is a New York / San Francisco composer, best known for his work as keyboard and sampler player for the band Soul Coughing from 1992 to 2000.
De Gli Antoni has a master's degree in music composition from the Mannes College of Music in New York City. In the early 1990s, De Gli Antoni was a member, along with Eric Qin and Norman Yamada, of the composers' collective Rough Assemblage, which created experimental musical works.
Since the breakup of Soul Coughing, he has devoted his energy toward film scoring. Most notable are the films Cherish (directed by Finn Taylor; starring Robin Tunney, Tim Blake Nelson, and Jason Priestly) and Marie & Bruce (directed by Tom Cairns; starring Julianne Moore and Matthew Broderick; screenplay by Wallace Shawn).
Mark has toured with Low, John Scofield and Louque and will be accompanying David Byrne on the Songs of David Byrne and Brian Eno Tour.
He released an album called Horse Tricks.
Disco interessante che fa capire chi fosse il motore arrangiatore nei Soul Coughing. Collage-music senza compromessi, dal jazz all'elettronica.
#41
Inviato 28 ottobre 2008 - 18:46
Poi passando in altri versanti ho l'immenso cofanetto dei Naked City, Pieces for guitar di Derek Bailey (carino ma onestamente nulla per cui strapparsi i capelli) e i 3 dischi degli immensi Death Ambient.
Mah, personalmente la Table of the elements mi ha regalato molte più soddisfazioni
"Se ci si vuole opporre all'ordine vigente, è cosa saggia, quando si presenta l'occasione, provocare il caos” (Walter Marchetti)
Vendo dischi ---> http://forum.ondaroc...66-vendo-cdcdr/
#42
Inviato 29 ottobre 2008 - 18:40
Anthony Braxton/Milford Graves/William Parker- Beyond Quantum O_O
Ce l'ho sul pc da settimane e ancora non mi son deciso ad ascoltarlo. Provvederò entro la settimana prossima.
Finalmente lo sto ascoltando.
E' incredibile come ogni volta che ascolto un cd Tzadik mi viene da dire: "Poteva essere pubblicato SOLO su Tzadik".
Sarò influenzato mentalmente (causa Zorn), ma è davvero incredibile. Come è incredibile che anche questo disco sia eccezionale.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#43
Inviato 24 novembre 2008 - 10:36
Ad appena un mesetto di distanza da FW XXI
John Zorn - The Last Supper: Filmworks XXII
One of the strangest films Zorn has ever scored (and that??s saying a LOT), The Last Supper is a science fiction/art film of wild imagination and style. The brainchild of French director Arno Bouchard, the film combines primal ritual with futuristic fantasy in images reminiscent of David Lynch or Alexandro Jodorowsky at their most bizarre. Drawing upon the world??s first musical instruments (voice and drums), Zorn has created a beautiful and powerful score that simultaneously embraces the sensual and the repellant, the dark and the light, the ancient and the modern.
(ovviamente non sto nella pelle)
A breve (si spera) vedrà la luce questa "ROBA":
Feldman/Caine/Cohen/Baron: Secrets
A spectacular debut CD by a dynamic new quartet featuring four of the most acclaimed musicians in jazz: pianist Uri Caine, violinist Mark Feldman and the legendary Masada rhythm section of Greg Cohen and Joey Baron. Performing the spiritual compositions of the Hassidic dynasties of Lubavitch, Satmar, Bobov and Modzitzer Hassidim, a rich catalog of thousands of tunes passed down for centuries by oral tradition, Secrets is a brilliant collection of soaring spiritual Jewish music performed by a swinging modern jazz quartet.
E intanto aspettiamo fiduciosi l'arrivo del figliolo "The Crucible"...
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#44
Inviato 24 novembre 2008 - 20:46
Tenetevi forte.
Ad appena un mesetto di distanza da FW XXI
John Zorn - The Last Supper: Filmworks XXII
One of the strangest films Zorn has ever scored (and that??s saying a LOT), The Last Supper is a science fiction/art film of wild imagination and style. The brainchild of French director Arno Bouchard, the film combines primal ritual with futuristic fantasy in images reminiscent of David Lynch or Alexandro Jodorowsky at their most bizarre. Drawing upon the world??s first musical instruments (voice and drums), Zorn has created a beautiful and powerful score that simultaneously embraces the sensual and the repellant, the dark and the light, the ancient and the modern.
Crucible già prenotato. Me lo immagino come una versione più 'morbida' dei vari Stronome/litanies/etc., con innesti à la Masada. In pratica il disco perfetto visto che a tratti i dischi citati erano davvero troppo estremi.
(ovviamente non sto nella pelle)
A breve (si spera) vedrà la luce questa "ROBA":
Feldman/Caine/Cohen/Baron: Secrets
A spectacular debut CD by a dynamic new quartet featuring four of the most acclaimed musicians in jazz: pianist Uri Caine, violinist Mark Feldman and the legendary Masada rhythm section of Greg Cohen and Joey Baron. Performing the spiritual compositions of the Hassidic dynasties of Lubavitch, Satmar, Bobov and Modzitzer Hassidim, a rich catalog of thousands of tunes passed down for centuries by oral tradition, Secrets is a brilliant collection of soaring spiritual Jewish music performed by a swinging modern jazz quartet.
E intanto aspettiamo fiduciosi l'arrivo del figliolo "The Crucible"...
#45
Inviato 01 febbraio 2009 - 22:21
Un particolare episodio della serie Radical Jewish Culture di Tzadik, che ripropone le principali caratteristiche dell'heavy metal satanico/cabalistico con alcuni tratti noise e d'atmosfera "rituale".
Poteva durare qualche minuto in meno, ma il risultato rimane godibile e di gran qualità.
Certa gente lo ha già messo in giro. Approfittatene.
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#46
Inviato 06 febbraio 2009 - 22:29
Feldman/Caine/Cohen/Baron - Secrets (2009)
Il quartetto nuovo di zecca si riunisce sotto Tzadik in questo dischetto, il quale ci presenta ciò che mai ci saremmo aspettati da una formazione composta da cotanti musicisti:
del puro, semplice, tradizionale jazz.
Ma suonato così bene, così ben radicato nel genere cui si riferisce, così pieno di passione, da riuscire a stupirci ancora una volta. E poi c'è sempre quel sano tocco di klezmer che non guasta davvero mai.
Ulteriore prova che i generi musicali non terminano mai, almeno finché qualcuno li reinventa o semplicemente se li coccola con affetto.
[Lo trovate anche questo]
Buon ascolto a tutti!
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)
#47 Guest_pleinelumiere_*
Inviato 06 febbraio 2009 - 23:14
i generi musicali non terminano mai, almeno finché qualcuno li reinventa o semplicemente se li coccola con affetto.
ben detto! e grazie ancora per i tuoi post zorniani
#48
Inviato 07 febbraio 2009 - 17:59
#49
Inviato 07 febbraio 2009 - 20:50
#50
Inviato 08 febbraio 2009 - 15:59
Attirato dalla cover e dall'imprimatur della Tzadik, lo compro...
In sintesi: 'na cagata pazzesca, per usare le immortali parole di fantozzi. Banali riff in stile heavy metal (in stile stereotipo heavy metal) e noia a tutto spiano.
ma si sa, la Tzadik non da sempre alle stampe capolavori. L'unica certezza é che le note di copertina sono sempre entusiastiche, qualunque sia il contenuto.
0 utente(i) stanno leggendo questa discussione
0 utenti, 0 ospiti, 0 utenti anonimi