ciao, brù, scusa se ti rispondo solo adesso:
Ciao Gagà! Non avevo notato il tuo intervento, non posso che darti ragione. Anche se è off topic ti rispondo qui perché ho varie considerazioni da fare. Hai pienamente ragione sull??indifferenza che c??è qua verso i problemi del sud, immagino che tu lo veda con i tuoi occhi, c??è anche chi ci scherza sopra, c??è un fondato risentimento per gli sprechi del sud, ma purtroppo c??è anche un sentimento molto più impulsivo di razzismo diffuso, molti nella realtà che conosco vivono di pregiudizi e di stereotipi sul sud e su molte altre cose e se cerchi di smentirli alzano il sopracciglio perché pensano di avere ragione, magari senza neanche muoversi di casa pensano di sapere tutto, molti sono giovani e si credono pure la crema della società, e invece sono già vecchi e non sono curiosi e si basano sugli stereotipi della tv come le massaie. Del resto questo sentimento di razzismo è molto diffuso in Italia, è lo stesso che c??è verso gli immigrati. Alla base di questa rabbia del nord ci sono anche delle ragioni, ma il vero problema secondo me è la mancanza di un??identità collettiva, mancando dei valori positivi, ci si riduce a disprezzare tutto ciò che non si conosce per definirsi in contrapposizione ad esso (per quanto mi riguarda, ecco spiegato il successo della lega).
ricordo una trasmissione sportiva, forse il Processo di Biscardi boh, durante la quale il "grande" giornalista Gianni Brera, nel commentare certi fatti sportivi riguardanti il Napoli, disse più o meno che
fin quando si tratta di ballare la tarantella a Piedigrotta e di recitare al cabaret, i napoletani avevano tutta la sua simpatia, mentre quando si occupano di cose serie gli davano un fastidio tremendo.
la storia del napoletano imbonitore, mariuolo, borseggiatore da quattro soldi, truffatore che vende la fontata di Trevi è talmente radicata che, pure nelle persone dotate di un certo grado culturale (Brera era certamente tra questi), finisce per formare un pregiudizio talmente forte che non v'è possibilità di discussione.
le cose, da qualche anno a questa parte, sono un po' cambiate.
lo dimostrano i tanti "affari" fatti dagli imprenditori del nord con i boss della camorra; come interpretare diversamente questa presa di coscienza dell'efficenza imprenditoriale del sud da parte di coloro che l'imprenditoria italiana la fanno da più di un secolo... e con vanto.
però l'archetipo del napoletano (con il quale al nord si identifica il cittadino meridionale in generale) ha continuato a vivere soprattutto in quegli strati sociali dove il grado di cultura e conoscenza è limitato.
che poi, guarda caso, è il bacino di massima utenza della Lega; che poi, guarda caso, è composto per la quasi totalità da figli o nipoti o dagli stessi immigrati del sud.
e fai bene a richiamare gli immigrati dall'estero; infatti, se ci pensi, è incredibile che proprio a Napoli, proprio i napoletani sono stati gli unici in Italia a passarre alle "maniere forti" con i rom (ricordo lo stupore, compiaciuto, di un assessore leghista che conosco).
capisco che sono situazioni troppo differenti per essere messe sullo stesso piatto ma, questo è un fatto, il diverso il Italia non ha ragione di esistere se non "inquadrato" nello stereotipo dominante. proprio come faceva il "grande" Brera.
Personalmente, anche se non ho letto Gomorra, vado spesso a Caserta e anche in altre zone del sud in vacanza, al sud ci saranno tante realtà, io vedo quella più vicina a me e la camorra mi interessa proprio come ??sistema? in cui tutti vivono, mi interessa più che altro capire come viene vissuto dalla parte sana della società, che immagino sia la maggior parte, e non riesco a capire perché la gente si adatti a tutto, come se gli convenisse essere protetti dalla camorra mentre credo che per la maggior parte non sia così, eppure ho sentito un ragazzo tranquillo e borghese dire ??al posto loro chi non lo farebbe??. Perché la gente onesta non si ribella e non si mobilita in massa? C??è troppa rassegnazione al sud. Però credimi che anche se non ho letto Gomorra e non sono particolarmente ansiosa di approfondire l??argomento camorra, in generale non sono affatto indifferente ai problemi del sud, credo di essere una delle poche persone che conosco qui a Milano che si sentono prima italiane e poi del nord.
cara brù, forse involontariamente anche tu, nonostante la saltuaria "frequentazione" del sud, conservi ancora una certa "diffidenza".
perché scrivi "
mi interessa più che altro capire come viene vissuto dalla parte sana della società, che immagino sia la maggior parte"? mi sarei aspettato "che sono
sicura sia la maggior parte".
sembra un cavillo idiota ma non è così.
la parte sana è
indubbiamente la maggioranza del sud; e non una maggioranza risicata ma schiacciante.
solo che, a differenza di quella del nord, è sfibrata, avvilita, che per ragioni di sopravvivenza ha scelto di tacere, di non impicciarsi, di sopravvivere scavandosi una nicchia sociale o di muoversi nel labirinto stando attenta a non finire nel ramo cieco dell'illegalità (mi riferisco non solo a quella criminale ma anche a quella detta "diffusa"); in molti casi, quella maggioranza persino si nasconde.
è una scelta di comodo, sono d'accordo; anche se determinata da una serie di ragioni storico-culturali che in questa sede sarebbe complicato sviscerare.
questo perché al sud l'illegalità è un cancro che si ramifica molto negli strati sociali modesti; nelle periferie suburbane (ti ricordo che la prov. di Napoli è la terza per popolosità d'Italia e la prima per densità!), in quelle marce (anche urbanisticamente) del centro città. Aree in mano al potere criminale militarizzato (che voi al nord manco sapete che è), dove la disoccupazione è la normalità, dove lo squallore è all'ordine del giorno.
al nord, invece, l'illegalità è un cancro che si muove necessariamente a livelli più alti; ragion per cui, a Milano per esempio, non ti accorgi del marciume che esiste.
tutti (o quasi) rispettano il semaforo, rispettano le file alla posta o in banca, alzano la voce quando vedono che qualcosa va storto, ecc. da un po' di tempo anche a Milano si parcheggia in doppia fila e in divieto ma questa è causa esclusivamente del caos che accompagna inevitabilmente la vita quotidiana di una metropoli.
insomma, la vita si svolge secondo le normali (più o meno) regole della convivenza civile, ignari di ciò che si muove sopra le loro teste o sotto i loro culi.
in una realtà come Milano, l'illegalità è il rovescio della madaglia degli affari conclusi a certi livelli.
invece, a Napoli, l'illegalità è il rovescio della medaglia della lotta quotidiana per la sopravvivenza.
proprio ieri ho sentito un mio caro amico e collega di Napoli che non sentivo da qualche mese; con mio grande stupore (mi sto milanesizzando?) ho appreso che c'è talmente tanta "fame" di lavoro a Napoli che cominciano a chiedere il pizzo anche ai liberi professionisti (lui è un ingegnere), addirittura che si sborsano mazzette anche solo per avere incarichi professionali da privati! cioè per fare il progettino di un appartamento!!
capisci cosa significa?
il tutto nella totale, atavica indifferenza di uno Stato, un'amministrazione che non c'è mai stata... o, per meglio dire, non s'è mai occupata della quotidianità di quella maggioranza ammorbata, perché "aveva di meglio da fare".
io spesso, anche qua dentro, mi incazzo come un toro con quelli del nord quando parlano del sud; perché non vogliono capire che la realtà di quelle aree è davvero complessa, spesso è di difficile comprensione anche per chi c'è nato e, di fronte a quella evidente difficoltà, non fanno altro che ricorrere ai soliti stereotipi (aggrottando le sopracciglie, come scrivi tu)... in fondo, è un modo come un altro per fuggire da qualcosa che ti speventa e con la quale non vuoi minimamente avere a che fare.
così facendo, però, si lascia quella maggioranza zittita in un abbandono morale che oggi sembra, più di ieri, irreversibile.