Mongol di Sergei Bodrov
#1
Inviato 12 maggio 2008 - 13:24
Altra premessa d'obbligo è quella che riguarda la solita menzogna inserita nel trailer e nelle locandine. La Storia, quella con la S maiuscola, è a margine come sempre. Non si parla della nascita dell'Orda. Il film quell'orda ce la fa solo intuire con le didascalie. Questa cosa che qualcuno considererebbe Spoiler io la considero correttezza. Se volete vedere un film sulle battaglie di Gengis Khan fino alle porte dell'Europa ed oltre, non andate al cinema per questa pellicola che invece è una storia d'amore. Tutto ruota sul tormentato amore di Temudzhin/Gengis e la moglie. I numerosi tagli creano confusione, ma quello che emerge è una povertà di scrittura imbarazzante, unita all' incapacità di veicolare i messaggi in maniera chiara; anzi spesso Bodrov riesce ad essere contraddittorio, spiazzando lo spettatore non con colpi di scena, ma con incongruenze. Ecco, se devo trovare una definizione, questo è un film analfabeta.
I personaggi non hanno spessore e le vicende perdono di interesse. Tutto si ripete in maniera involontariamente ridicola e si finisce a fare battute sulle corna da competizione di Gengis.
Un film mal congeniato che la distribuzione ha trasformato in una spietata tortura.
Questo spoiler è d'obbligo per far capire cos'è per me l'analfabetismo al cinema:
[white]Nel finale, quando Gengis sconfigge il suo fratello di sangue, c'è una sequenza totalmente assurda. Il fratello toglie l'elmo mentre Gengis carica con l'arma sguainata. Il regista sta chiaramente indicando l'attesa della morte di uno e la voglia di uccidere dell'altro. Tutta quell'enfasi, sottolineata dal rallentatore, se si prospettasse una semplice resa, sarebbe inutile. Sembra quindi che Gengis staccherà la testa del fratello e questa impressione trova conferma nel fulmine che taglia il cielo e nel rombo di tuono che rappresenta la punizione divina invocata più volte nel corso del film. Peccato che nella scena successiva Gengis passi fra le truppe ed infine venga portato al cospetto del suo fratello di sangue e prigioniero. Il regista crea confusione e usa gli elementi a sua disposizione senza un briciolo di logica.[/white]
#2
Inviato 12 maggio 2008 - 13:36
"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"
"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"
#3
Inviato 12 maggio 2008 - 15:22
#4
Inviato 12 maggio 2008 - 15:34
#5
Inviato 12 maggio 2008 - 15:45
#6
Inviato 13 maggio 2008 - 11:00
Giusto Miike e Tsukamoto riescono a far rendere Asano sullo schermo.
Ah a proposito ho avuto il piacere di farci due chiacchiere anni fa e devo dire che è un tipo veramente tranquillo e dal basso profilo. COsa lodevole visto che in patria è su metà dei cartelloni pubblicitari e adorato come un semidio
#7
Inviato 13 maggio 2008 - 12:17
nonostante questo noiosissimo e inutilissimo film,
l'impressione che ho avuto dal trailer è stata questa in effetti
#8
Inviato 13 maggio 2008 - 12:30
Come non darti torto su Asano...però, nonostante questo noiosissimo e inutilissimo film, io lo preferisco in questa versione:
se non mi piacerà non avrò problemi a dirlo, però a me la storia interessa e sono curioso di vedere il modo con cui un attore come asano si adatta a una parte così 'di facciata'.
inoltre vorrei ricordavi le sue interpretazioni negli splendidi tabu-gohatto, vital e Ruang rak noi nid mahasan (last life in the universe), film con cui ha vinto il premio come miglior attore a venezia nel 2003.
0 utente(i) stanno leggendo questa discussione
0 utenti, 0 ospiti, 0 utenti anonimi