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[verdoux]

Ottimo.
Un film documentario sulla emancipazione della donna in Italia, dal 1966 agli anni ottanta, con riflessi e proiezioni sulla situazione odierna.
Vari aspetti della condizione della donna, italiana ripeto, altrove le cose stavano e stanno diversamente, nella gestione del proprio corpo e nellâ??incontro con la sessualità,  ambientato negli anni 60, curiosamente come Chesil Beach, il cui autore è del â??48 ed ha vissuto in prima persona tali travagli. Alina Marazzi è invece del â??64 ed è stata testimone inconsapevole di gran parte delle cose narrate nel suo film, che sono quindi viste in retrospettiva al servizio dellâ??oggi, su cui ci sarebbe tanto da dire.
Il film comprende le tappe più importanti del percorso verso lâ??emancipazione, in cui lâ??aborto naturalmente è centrale; dicevo la sessualità, il sesso libero prima del matrimonio, ma anche la libertà di astenersene, una conquista pure questa, niente affatto banale; il lavoro, la famiglia, la contraccezione, il divorzio, il delitto dâ??onore sono le stazioni della via crucis verso lâ??emancipazione, conquiste da difendere e da consolidare.
Il film alterna spezzoni di animazione, documentario di montaggio (si intravede una giovanissima Emma Bonino) e documentario di finzione, in cui il filo del racconto è tenuto unito dalla voce fuori campo che legge i diari di tre ragazze comuni dellâ??epoca, con i problemi di tutte le ragazze della loro epoca.
Il film mantiene un suo filo logico e narrativo, che unisce i vari episodi e le varie epoche, ritratte in un racconto coeso ed incalzante,  senza pause e tempi morti, con stile asciutto ed appassionato, esente slavature celebrative e da retorica.
Carino il finale con la rosa di cui al titolo, non ostante tutto non si rinnega la femminilità.