Yes
#1
Inviato 29 luglio 2006 - 00:27
P.S:Siete daccordo con me che Steve Howe è un genio con la chitarra?E cmq tutta la formazione è da panico!
#3
Inviato 29 luglio 2006 - 07:04
Ad ascoltarli adesso però, suonano molto datati.
La mia formazione preferita è quella composta da Wakeman alle tastiere , Howe alla chitarra, Squire al basso, Bruford alla batteria e Anderson al canto.
Dopo Fragile è inevitabile ascoltare il capolavoro successivo : Close to the Edge. Qui, secondo me, hanno raggiunto l'apice ,per poi scendere lentamente verso una china che ha travolto un pò tutti i gruppi prog dell'epoca.
Buona cosa è anche ascoltare il doppio CD live Yessongs ( erano 3 lp: all'epoca mi sono svenato per comprarlo!) in cui puoi ascoltare i pezzi migliori della trilogia delle meraviglie:The Yes album,Fragile e Close to the edge.
#4
Inviato 29 luglio 2006 - 10:21
TYPE O NEGATIVE. SLOW, DEEP AND HARD. Parole, musica e gesta di PETER STEELE
C A P T A I N M A S K R E P L I C A. Vita e arte di Don Van Vliet, CAPTAIN BEEFHEART
MEET AROUND THE ROCK - BEST OF ROCK (con Claudio Dosa & Federico Frusciante)
三生石
#5
Inviato 29 luglio 2006 - 13:24
Tutto quel che è di moda sarà presto fuori moda. [...] Occupa meglio il tuo tempo.
Robert Schuhmann – Musikalische Haus- und Lebensregeln
Youtube : musica = pornografia in rete : amore
(quindi gentilmente niente musica su YouTube o attraverso FB: li ho bloccati. Contatto personale e scambio di dati non massificato)
In culo al commerciale, in culo ai fighetti. State fuori, state contro.
Lemmy è morto, Dio è morto, e nemmeno io mi sento troppo bene...
#6
Inviato 29 luglio 2006 - 13:53
Fragile a mio avviso è inferiore, soprattutto perché i pezzi solistici non sono tutti riusciti. La rilettura di Brahms è terribilmente di cattivo gusto, mentre We have heaven di Anderson risulta perfettamente inutile. Peccato che Five per cent for nothing, composta da Bruford, è ridotta a soli 30 secondi, perché sarebbe stata interessante se fosse stata sviluppata diversamente. Nulla da eccepire, invece, sulle prove solistiche di Howe e Squire, entrambi grandi strumentisti, e soprattutto sui pezzi d'insieme, tra i quali spiccano South side of the sky e Heart of the sunrise.
Relayer è molto sottovalutato: io penso che sia quasi al livello di Close to the edge, e addirittura superiore a Fragile, avendo dalla sua una splendida suite di oltre 20 minuti, The gates of delirium. Probabilmente quest'album è poco considerato perché, al posto di Wakeman, alle tastiere c'è lo svizzero Patrick Moraz; trattasi invece di un musicista molto preparato e con uno stile piuttosto originale, vicino al jazz-rock. L'ho ascoltato troppo poco questo disco, in questi giorni ci darò una ripassata.
Mi mancano invece The yes album, Tales of topographic oceans e Yessongs.
#8
Inviato 29 luglio 2006 - 15:07
Pazzi ! Non mi citate Tales From Topographic Oceans ? Spesso quest'album è bistrattato, ma per me figura fra le loro prove migliori in assoluto. Per non parlare dell'altrettanto splendido Relayer ! Tra i più grandi del prog seventies assieme ai King Crimson e agli ELP
Tales è un disco troppo "esagerato", troppo "pomposo", che ha ormai disperso il fantastico equilibrio dei dischi migliori.
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三生石
#9
Inviato 29 luglio 2006 - 17:55
THE YES ALBUM:Primo disco dei "veri Yes" dal sonoro molto "Caldo" con perle del calibro di "Starship Trooper" e "Perpetual Change"
FRAGILE:Primo disco di Rick Wakeman e dai pezzi più ordinati e vistuosistici
CLOSE TO THE EDGE:Capolavoro assoluto AMEN!
YESSONGS (LIVE):Live che raccoglie i pezzi di degli album sopra elencati,Buono (forse il miglior live della band).
TALES FROM TOPOGRAPHIC OCEANS :Un gradino più in basso rispetto agli altri in quanto come ha detto frankie Troppo pomposo e con brevi fraseggi melodici.
#10
Inviato 29 luglio 2006 - 18:09
Pazzi sono stati Anderson e Howe (autori di tutti i pezzi) a voler musicare in 4 movimenti le letture shastrick (buddiste)! Si salva solo l'ultimo movimento ,secondo me, The Ritual (Nous sommes du soleil). Infatti gli altri 3 componenti degli Yes erano contrari e Wakeman dopo la tourneè ha sbattuto la porta e se ne è andato.Pazzi ! Non mi citate Tales From Topographic Oceans ? Spesso quest'album è bistrattato, ma per me figura fra le loro prove migliori in assoluto. Per non parlare dell'altrettanto splendido Relayer ! Tra i più grandi del prog seventies assieme ai King Crimson e agli ELP
Per me Tales rappresenta la prosopopea del progressive, che infatti lo ha portato alla morte come genere da lì a poco.........
Relayer va rivalutato anche secondo me, ma suona già "sentito" , ripetitivo.
Chiaramente un passo indietro necessario dopo il tonfo di Tales.
#11
Inviato 30 luglio 2006 - 00:04
#12
Inviato 30 luglio 2006 - 09:49
accusare un gruppo prog come gli yes di essere prolisso è come accusare naomi campbell di avere la pelle nera.
Peccato solo che proprio in Tales gli Yes abbiano voluto strafare, risultando prolissi.
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#13 Guest_Julian_*
Inviato 30 luglio 2006 - 10:00
Al contrario adoro proprio "Yes Album", "Close to the edge" e soprattutto "Fragile".
Concordo con la scheda su OR: gli Yes sono un pò il gruppo simbolo, nel bene e nel male, del progressive. Strumentisti eccezionali, ottimi compositori, in grado di realizzare alcuni capolavori assoluti ed altri album decisamente prolissi e per me poco riusciti.
In ogni caso a me piacciono parecchio, al contrario dei cugini ELP che non ho mai apprezzato più di tanto.
#14
Inviato 30 luglio 2006 - 10:04
Nonostante siano spesso maltrattati, credo che gli Yes abbiano realizzato almeno tre dischi fondamentali (in ordine di preferenza): Close To The Edge (loro personale capolavoro ed uno dei capolavori del progressive-rock tutto), The Yes Album e Fragile. Avranno poi fatto un mare di cagate, ma questi tre dischi meritano enorme rispetto.
Completamente d'accordo.
Tra i primi gruppi che ho seguito. Amo il live Yessongs, suonato stupendamente. Howe è un grande, soprattutto con la chitarra acustica. Squire uno dei miei bassisti preferiti.
Qualcuno di voi mi prenderà per pazzo, ma a me piace anche "Drama", inciso con la formazione senza Anderson e Wakeman e con Trevor Horn e Geoff Downes.
F.Nietzsche, La nascita della tragedia
#15
Inviato 30 luglio 2006 - 10:25
Forse per te
accusare un gruppo prog come gli yes di essere prolisso è come accusare naomi campbell di avere la pelle nera.
Peccato solo che proprio in Tales gli Yes abbiano voluto strafare, risultando prolissi.
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#16
Inviato 30 luglio 2006 - 10:40
Forse per te
accusare un gruppo prog come gli yes di essere prolisso è come accusare naomi campbell di avere la pelle nera.
Peccato solo che proprio in Tales gli Yes abbiano voluto strafare, risultando prolissi.
Non direi. Non sono l'unico a pensarla così. Ad ogni modo, se per te non lo è, no problem.
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三生石
#17
Inviato 30 luglio 2006 - 10:44
No, sai, dipende da come lo assimili. La complessità di quel disco non è fine a se stessa, ma semplicemente una componente che ne aumenta il fascino del fluire calmo e maestoso. A dire il vero preferisco Relayer, però anche questo disco andrebbe rivalutato, e chi se ne importa se è pomposo ?
Forse per te
accusare un gruppo prog come gli yes di essere prolisso è come accusare naomi campbell di avere la pelle nera.
Peccato solo che proprio in Tales gli Yes abbiano voluto strafare, risultando prolissi.
Non direi. Non sono l'unico a pensarla così. Ad ogni modo, se per te non lo è, no problem.
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#18
Inviato 30 luglio 2006 - 10:50
e chi se ne importa se è pomposo ?
Ah, se per te non è un problema...
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三生石
#19 Guest_Sir Psycho Sexy_*
Inviato 30 luglio 2006 - 13:26
#20
Inviato 30 luglio 2006 - 13:31
Questa non l'ho mai capita: perché tutti si ostinano a paragonare gli Yes agli ELP se i due gruppi hanno un suono e una formazione completamente diversa?In ogni caso a me piacciono parecchio, al contrario dei cugini ELP che non ho mai apprezzato più di tanto.
Ah, qualcuno ha mai provato a leggere un testo degli Yes? Io sinceramente non ci capisco niente...
#21 Guest_Julian_*
Inviato 30 luglio 2006 - 14:53
#22
Inviato 30 luglio 2006 - 15:03
#23
Inviato 30 luglio 2006 - 15:06
Gli stessi Yes se lo sono chiesto!Ah, qualcuno ha mai provato a leggere un testo degli Yes? Io sinceramente non ci capisco niente...
Leggevo un articolo in cui Anderson affermava che in alcuni casi le parole del testo in realtà suonavano così bene e si inserivano come uno strumento musicale aggiunto nel contesto armonico della composizione da non significare nulla! (per credere provare a leggere i testi di Tales. Ohm.......ohm...... )
#24
Inviato 30 luglio 2006 - 15:27
Mi tocca quotare. Anche per me Close To The Edge è un capolavoro...uno dei dischi prog più grandi di sempre!
Nonostante siano spesso maltrattati, credo che gli Yes abbiano realizzato almeno tre dischi fondamentali (in ordine di preferenza): Close To The Edge (loro personale capolavoro ed uno dei capolavori del progressive-rock tutto), The Yes Album e Fragile. Avranno poi fatto un mare di cagate, ma questi tre dischi meritano enorme rispetto.
Vi cito anch'io: "Close to the edge" è un capolavoro di progressive-rock e di rock-tutto.
Gli Yes come dici frankie sono spesso bistrattati, non capisco perché, e non capisco perché avere la tecnica e saper fare quei pezzoni sfavillanti che fanno venga presa aprioristicamente) come una negatività e come freddezza: in "Close to the edge" i quattro strumentisti sono affiatati e incastrano con equilibrio le loro parti tirando fuori una suite, secondo me, eccezionale.
"Fragile" mi sembra inferiore, ma devo riascoltarlo; gli altri devo ancora ascoltarli...
#25
Inviato 01 agosto 2006 - 04:04
#26
Inviato 01 agosto 2006 - 13:26
Adoravo Close to the Edge (tutto) e gran parte di Fragile.
Ora sinceramente non riesco più ad apprezzarli e neanche ad ascoltarli...... nausea da eccesso da ascolto o sono semplicemente "maturato"? :-))
L'unico disco che mi suona ancora "umano" è "The Yes Album", unito ad alcuni pezzi di Going for the One (Turn of the Century) e dei primi episodi (Survival, Then, Time and a Word).
Personalmente, ritengo inascoltabili almeno 3/4 di "Tales from...." e tutti gli album con Trevor Rabin.
#27 Guest_Guy Picciotto_*
Inviato 01 agosto 2006 - 13:33
#28 Guest_absolutelyRUBEN_*
Inviato 01 agosto 2006 - 14:09
#29
Inviato 01 agosto 2006 - 14:21
poppettante sì ma ben fatto
Che c'è di male nell'essere poppettante? (Lo chiedo perchè ti sei talmente sbrigato a precisare "ma ben fatto" che sembrava lo intendessi negativamente - Fra le altre cose a me "Going for the one" manco piace, ritengo segni l'inizio del loro declino)
#30 Guest_absolutelyRUBEN_*
Inviato 01 agosto 2006 - 14:45
poppettante sì ma ben fatto
Che c'è di male nell'essere poppettante? (Lo chiedo perchè ti sei talmente sbrigato a precisare "ma ben fatto" che sembrava lo intendessi negativamente - Fra le altre cose a me "Going for the one" manco piace, ritengo segni l'inizio del loro declino)
infatti non c'è nulla di negativo, poppettante in contrapposizione al proggante più marcato di quelli prima. Forse alcuni storcono un po' il naso per questo, ma non io. Sì è in fase declino ma perlomeno non scassa i maroni in maniera pedante.
#31
Inviato 01 agosto 2006 - 23:10
A me il paragone non piace perchè come è già stato detto, hanno un suono completamente diverso e anche il tipo di musica che facevano era diversa. Cmq a parte questo si possono però mettere a confronto le prodezze dei tastieristi degi gruppi in questione: Emerson da un lato con i soui narcisismi spesso fine a se stessi ma iun qualche episodio davvero efficaci; Wakeman dall' altro con i suoi assoli a dir poco veloci e dilatati, chiari e saturi di classicismo. Insomma sono due virtuosi del loro srumento che in qualche modo possono giustificare un paragone ma non un avvicinamento relativamente ai gruppi in cui hanno militato.
Questa non l'ho mai capita: perché tutti si ostinano a paragonare gli Yes agli ELP se i due gruppi hanno un suono e una formazione completamente diversa?
In ogni caso a me piacciono parecchio, al contrario dei cugini ELP che non ho mai apprezzato più di tanto.
Ah, qualcuno ha mai provato a leggere un testo degli Yes? Io sinceramente non ci capisco niente...
Nota su Wakeman: negli anni d'oro degli Yes, ha saputo prima inserirsi a perfezione nel sound Yes( vedi Fragile), e durante, è stato in grado di contribuire efficacemente al sound non solo con i suoi assoli magistrali, ma anche arrichendolo con magniloquenti partiture di stampo classico che rendeva le suite degli yes una spanna su tutte le altre del periodo ( vedasi Close to the Edge).
#32
Inviato 02 agosto 2006 - 08:26
nel live ognuno eccelle nel proprio strumento, con alcuni minuti in cui ogni musicista ha potuto esibirsi in un assolo (quello di Brudford in "Perpetual Change" è fenomenale!)
L'unica nota negativa, a mio parere, è la qualità d'incisione, non all'altezza dei lavori in studio dello stesso periodo.
#33
Inviato 02 agosto 2006 - 09:03
#34
Inviato 02 agosto 2006 - 10:36
#35
Inviato 02 agosto 2006 - 12:08
#36
Inviato 02 agosto 2006 - 16:27
Infatti . Due dischi da dimenticare completamente.il gruppo con hackett si chiamava GTR, lascia perdere......
#37 Guest_Eugenetic Axe_*
Inviato 02 agosto 2006 - 22:26
#38
Inviato 29 settembre 2006 - 09:52
Riguardo agli Yes, ho preferenze un po' traslate rispetto alla norma. Concordo nell'affossare il noiosissimo "Tales from Topographic Oceans", che al di la' della prolissita' ha come principale difetto la scarsita' di idee compositive e l'affastellamento di temi strumentali mediocri. Pero' non amo particolarmente neppure i primi album, "Fragile" incluso: molto ingenui i primi, mentre "Fragile" come notava Jova e' buono/ottimo per quanto riguarda i pezzi "di gruppo", ma scade molto nei momenti solistici. Il capolavoro degli Yes e' a mio avviso "Close to the Edge", simbolo del progressive tutto, che include tralaltro una delle canzoni piu' emozionanti che conosca: "And You and I". Ma spezzo una lancia anche a favore del bistrattato "Relayer", poco ricordato perche' un po' fuori dallo stile canonico e essenzialmente un capitolo a se' nella carriera del gruppo. Capitolo che pero' merita moltissimo, specie per la suite iniziale "The Gates of Delirium", di tutte le loro composizioni lunghe la piu' scorrevole.
Del periodo successivo non ho ascoltato tutto, ma ho trovato buono "Drama" nonostante l'assenza di Anderson, e piacevole anche il recente "The Ladder", in cui come al solito il talento melodico di Anderson fa la parte del leone. Tutto sommato e' divertente (per quanto pacchianissimo) anche il disco di Andesron, Bruford, Wakeman e Howe, con alcune melodie davvero strepitose.
#39
Inviato 29 settembre 2006 - 10:27
Ma spezzo una lancia anche a favore del bistrattato "Relayer", poco ricordato perche' un po' fuori dallo stile canonico e essenzialmente un capitolo a se' nella carriera del gruppo. Capitolo che pero' merita moltissimo, specie per la suite iniziale "The Gates of Delirium", di tutte le loro composizioni lunghe la piu' scorrevole.
Sono d'accordo. Ralayer è stato bistrattato perché:
- veniva dopo il prolisso "Tales of topographic oceans" e quindi qualsiasi album successivo fu oggetto di giudizi sommaria;
- Non c'era Wakeman e gli amanti del suo virtuosismo ne soffrivano l mancanza (io non necessariamente);
- Ripeteva lo schema di "Close to the Edge" e quindi chi è abituato a giudicare per precondetti, sulla base dello schema del disco, anziché badare al sodo (cioè al valore musicale), emette ujlteriori giudizi sommari.
In realtà lo stile più asciutto (sebbene roboante), più jazz, più duro, fa bene a Realyer e lo rende un disco che potrebbe piacere anche a qualche nemico degli Yes se solo vi si avvicinasse senza preconcetti. In "The gates of delirium" mancano tutte le stucchevolezze in cui erano caduti in tutti i dischi precedenti.
#40
Inviato 29 settembre 2006 - 11:28
Infine, anche la fantasia e l'impatto emotivo non mi sembrano eccellere nel disco. L'unica parte che mi emoziona veramente tanto è la coda "Soon" della prima facciata (se mi ricordo bene....)
#41 Guest_Sir Psycho Sexy_*
Inviato 29 settembre 2006 - 13:14
#42
Inviato 29 settembre 2006 - 15:30
In "The gates of delirium" mancano tutte le stucchevolezze in cui erano caduti in tutti i dischi precedenti.
Vogliamo parlare del finalone epico Soon da 7 minuti ? :
#43
Inviato 29 settembre 2006 - 15:39
è vero, scade spesso nel virtuosismo narcisista, ma è nel complesso buono, anche se non è l'album che preferisco. Piuttosto, mi butto sul ZUBLIME Clos To The Edge. E su Fragile.
#44 Guest_Julian_*
Inviato 29 settembre 2006 - 16:41
Di regola io non amo eccessivamente gruppi sulla falsariga degli Yes, perchè non mi coinvolgono al 100% dal punto di vista emotivo pur essendo indubbiamente in buona parte dei casi musicisti di valore (vedasi topic su DT ed ELP). Però sto problema con la band di Howe e Wickeman (che di norma subisce attacchi piuttosto simili alle due band che ho citato) sparisce in toto o quasi...io adoro proprio gli Yes!
Trovo che "Yes Album", "Fragile" e "Close to the edge" siano tre dischi eccezionali.
Concordo con chi ha scritto che "And You and I" è un pezzo favoloso...in genere però secondo me è proprio tutto il disco a suonare maestoso, ad affascinare con le sue complesse articolazioni strumentali che raggiungono vertici rari di espressività e con la voce del cantante. E secondo me "Fragile" pur essendo forse meno maturo è più o meno sugli stessi livelli.
Insomma, grande band, fra i simboli più alti del rock progressivo.
#45
Inviato 01 ottobre 2006 - 15:43
#46
Inviato 01 ottobre 2006 - 18:32
p.s.
non so se ricordo bene l'aneddoto ma mi pare che uno degli ingegneri del suono di "close to the edge" fece loro i complimenti per le musiche ma non riusciva a capire dove fosse il singolo per la radio!!!!
#47
Inviato 28 febbraio 2012 - 18:59
da allora, attraverso Yes Album e Time e poi tutti gli altri, nel giro di una manciata di anni gli Yes hanno certamente determinato la mia attuale visione del rock.
in questi giorni ho riscoltato tutta la loro discografia aggiornata; gli ultimi dischi, tranne quello del 2011, li avevo ascoltati distrattamente e senza continuità ed è stato sorprendente ritrovarmi a godere come un riccio di mare sul un risotto caldo, come se i 20 anni passati siano stati (e magari è così) solo un battito di palpebre.
1969 - Yes 8/10
un esordio contraddittorio, in cui gli Yes ancora non hanno trovato la loro strada ma che propone un sound che già lascia presagire "dove andranno a parare", soprattutto nelle due cover, tra le migliori mai ascoltate
1970 - Time and a Word 8/10
la band, la cui formazione ha già avuto qualche cambiamento conferma le promesse dell'esordio e anzi rilancia, trovando in Anderson un leader eclettico, in bilico tra un misticismo fuori tempo massimo e l'ambizione di proporre nel rock una visione classicheggiante e sinfonica. non a caso viene ingaggiata una mini orchestra, con un risultato stilistico di pregevolissima fattura.
1971 - The Yes Album 8,5/10
Anderson, grazie anche al sempre maggior peso decisionale di Howe, riporta il sound prog degli Yes in terre più rock, senza però rinunciare alle macrostrutture sinfoniche che, anzi, cominciano ad assumere dimensioni sempre più importanti. il risultato è forse il miglior progressive mai realizzato fino a quel momento (il primo Crimson e Third dei Soft Machine a parte... ma quelli sono casi più unici che rari e che sfuggono anche alla schematizzazione del prog).
1971 - Fragile 9/10
Anderson e Howe non sbagliano un colpo e l'intera band (che si fregia dell'ingresso di Wakeman) dimostra di attraversare uno stato di vera grazia. Il Rickenbaker di Squire diventa un po', con il chitarrismo madrigalista di Howe, l'elemento cardine del sound che raggiunge risultati stilistici enormi.
1972 - Close to the Edge 9,5,/10
se la gioca tutta con Crimson King e Third per aggiudicarsi lo scettro di miglior disco prog di sempre; grazie anche alla magniloquenza di Wakeman che accompagna le doti di Squire e Howe, la suite omonima è uno dei vertici assoluti del genere e del rock tutto e propone gli universi sonori dei singoli componenti della band, miracolosamente fusi, omogenei e coerenti... mai più gli Yes raggiungeranno un tale risultato
1973 - Tales from Topographic Oceans 7,5/10
era giusto provarci ma altrettanto giusto riconoscere che il limite di Close era (e rimane per il prog) un limite insuperabile. Quello che forse è mancato in Tales è la necessaria coerenza nello stile dei singoli componenti, cosa che invece, come abbiamo visto, era pienamente riuscita in Close. nonosante ciò, non mancano i momenti magici ed entusiasimanti.
1974 - Relayer 8,5/10
l'insospettabile Moraz (che sostituisce Wakeman) riesce a dar nuovo vigore al sound dgli Yes che, con Gates of Delirium, registrano il canto del cigno del progressive classico e sinfonico; gli Yes ora devono fare i conti con sè stessi e devono prendere atto che una stagione s'è conclusa (come per tutto il rock nato dalla "summer of love" e idealmente chiuso dal capolavoro assoluto del rock tutto, Rock Bottom)
1977 - Going for the One 8/10
ci vogliono 3 anni prima di rimettersi in marcia e Anderson e Howe lo fanno con un disco che getta un ponte tra il vecchio stile e un qualcosa di nuovo che ancora non è definito ma che, come in Awaken o in Parallel, produce risultati davvero sorprendenti.
1978 - Tormato 6,5/10
sono sempre loro e il nuovo stile comincia a definirsi (Don't Kill the Whale, nella sua ingenuità ambientalista, è una hit mica di ridere!) ma le incertezze patite durante la reigstrazione finiscono per produrre un mezzo passo falso.
1980 - Drama 8/10
che ci fosse qualcosa che non andava s'era capito e, complice un Anderson che cerca nuovi stimoli (grazie anche all'incontro con Vangelis che ne asseconderà, forse anche oltre misura, il misticismo), alla guida della macchina Yes arrivano nientemeno che i Buggles, freschi di successo planetario (con la hit Video killed the Radio Star). quello che ne ersce fuori è un disco stranissimo, che richiede un certo sforzo per essere compreso pienamente, e che propone un inaudita convergenza tra il prog della band storica e la new wave di Horn. i risultati sono spiazzanti ma brani "bomba" come Does It Really Happen? e Machine Messiah dimostrano che ne è valsa la pena.
1983 - 90125 6/10
la prentesi di Horn si chiude (parzialmente, visto che rimane produttore della band) e Anderson veste i panni del "figliuol prodigo"; trova però una fomazione completamente stravolta, dove il solo Squire detiene lo scettro degli Yes (di fatto l'unico membro initerrottamente presente lungo tutta la storia della band). alla chitarra c'è un certo Rabin (con alle spalle due timidi tentativi discografici) che determinerà il nuovo sound degli Yes, virandolo verso un rock enormemente debitore della lezione dei Police. la hit del disco, Owner of a Lonely Heart, diventa un successo planetario (forse il maggiore della band, sicuramente di Rabin) ma l'intero disco, pur mantendosi a livelli dignitosissimi, invecchia precocemente.
1987 - Big Generator 6/10
Rabin tenta di imprimere al sound una natura ancora più rock ma, eccetto un paio di brani, il disco non si mantiene a galla e invecchia persino più velocemente del precedente.
1989 - Anderson Bruford Wakeman Howe 7,5/10
disco non accreditato ali Yes, il cui brand è nelle mani di Squire; è un disco che invece riesce benissimo laddove Rabin ha sostanzialmente fallito, nel proporre in chiave moderna il rock classico degli Yes... e lo fa senza apparire tronfio, anzi ancora oggi il disco si ascolta con vero piacere e contiene una Birthright che non sfigura affatto accanto ai capolavori della band.
1991 - Union 6,5/10
come già successo altre volte, un po' per caso arriva una nuova svolta e gli Yes di Squire e Rabin decidono di fondersi con gli ABWH reduci dal sosprendente disco omonimo. il risultato è confuso ma la perizia tecnica messa in campo è enorme e ne trarrà beneficio soprattutto il tour mondiale, più che il disco (che, tra l'altro, contiene il capolavoro compositivo di Squire, More We Live/Let Go).
1994 - Talk 6/10
Yes allo sbando... il disco si salva parzialmente sempre per la maestria tecnica dei componenti, che ormai hanno un'esperienza biblica
1997 - Open Your Eyes 4,5/10
ma il baratro è inevitabile e questo disco è davvero brutto... poco, pochissimo è degno di attenzione
1999 - The Ladder 6,5/10
quando cadi nel fango è inevitabile agrapparsi alle certezze del passato; licenziato, o quasi, Sherwood (il tastierista che, avendo goduto della stima per aver composto con Squire More We Live, era il responsabile del fiasco di Open Your Eyes) e grazie al reclutamento del giovane russo Khoroshev, Anderson e Squire provano e recuperare terreno, anche per non perdere la stima dei fan, messa a repentaglio con quel disastroso disco precedente.
2001 - Magnification 7,5/10
a parte il "caso" Drama, questo Magnification è il miglior disco da Going for the One; orfani di Khoroshev (incredibilmente finito in seri guai per una storia di sesso!), gli Yes riprendono, a distanza di 30 anni, l'idea di Time and a Word e ingaggiano un'orchestra sinfonica, guidata dall'esperto compositore di colonne sonore Groupè. Il risultato è apprezzabilissimo e propone un rock sinfonico con tutti i crismi e carico di vera passione (e qualche involontaria "preveggenza", visto che contiene accidentali riferimenti alla tragedia dell'11 settembre, gioni nei quali esce il disco!). Brani come Dreamtime e In Presence si candidano a far compagnia, nei cuori degli appassionati di prog, ai migliori capolavori del genere. ma si tratta di un addio (o quasi)... gli Yes si sciolgono
2011 - Fly from Here 6/10
sorprendentemente, come spesso è capitato lungo i 40 e passa anni della loro storia, gli Yes risorgono dalle loro ceneri; peccato che Anderson, anche per problemi di salute, non sia della partita... al suo posto viene ingaggiato un certo Benoit, proveniente da una coverband degli Yes (!!!)... ci mette impegno e la suite omonima non è niente male ma, a parte ciò, siamo di fronte a 4 anzianotti che davvero hanno poco da proporre (e vorrei vedere, dopo quello che hanno dato!).
(Arturo Toscanini)
molti si chiedono se il pop/rock possa essere una forma d'arte musicale o meno; ebbene, lo è sicuramente... ma solo quando risponde al requisito esposto da Don Van Vliet:
« Non voglio vendere la mia musica. Vorrei regalarla, perché da dove l'ho presa non bisogna pagare per averla »
#48
Inviato 28 febbraio 2012 - 19:57
quello a cui hai dato 4.5 ebbe un discreto successo, il tour che ne seguì fu trionfale............(sempre se ricordo bene..)
#49
Inviato 28 febbraio 2012 - 20:58
"Open Your Eyes"? Fu un fiasco, il primo a livello commerciale dell'intera carriera. Il tour andò bene ma quella non è una novità, i loro tour sono sempre andati bene.quello a cui hai dato 4.5 ebbe un discreto successo, il tour che ne seguì fu trionfale............(sempre se ricordo bene..)
"SOVIET SAM" un blog billizzimo
7 ottobre 2020, il più grande esperto di tennis del forum su Sinner al Roland Garros:
Tra due anni torniamo per vincere.
#50
Inviato 28 febbraio 2012 - 21:16
Per quanto mi riguarda e già lo scrissi Yes è un combo di ineguagliata musicalità e dinamismo, ma non so perchè il gioco non vale la candela.
Rispettissimo.
Caro sig. Bernardus...
"Echheccazzo gdo cresciuto che nin sei altro."<p>Scontro tra Titanic
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