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Into the wild - Sean Penn


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179 replies to this topic

#101 Homer

    Classic Rocker

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Inviato 05 febbraio 2008 - 11:33

Il fatto è che è un film semplice o banale solo all'apparenza, ma che dietro nasconde molti spunti di riflessione ed una grande profondità (forse a volte un pò mascherata dal facile moralismo che sembra circondare le situazioni). Questo è il punro di forza di Into the wild.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#102 R.Mutt 1917

    Roadie

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Inviato 11 febbraio 2008 - 12:25

Bellissimo. Poesia visiva nelle ambientazioni e nei campi linghi, poesia e basta nelle frasi scritte dal protagonista e in alcuni dialoghi. L'epitaffio finale, inaspettato e tragico, contiene tutta la bellezza di questo mondo. Il viaggio di Chris non era una fuga, ma una spedizione alla ricerca della verità: alla fine del viaggio la troverà in quella frase che da sola vale intere sceneggiature.
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#103 Homer

    Classic Rocker

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Inviato 11 febbraio 2008 - 23:31

nelle frasi scritte dal protagonista


Io le ho trovate un pò invadenti e non del tutto riuscite, se ti riferisci a quelle che compaiono in sovraimpressione in punti sparsi lungo il film...
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#104 Guest_eustache_*

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Inviato 12 febbraio 2008 - 10:02


nelle frasi scritte dal protagonista


Io le ho trovate un pò invadenti e non del tutto riuscite, se ti riferisci a quelle che compaiono in sovraimpressione in punti sparsi lungo il film...


già... erano una pallida imitazione delle voci nei film di Malick secondo me, che nell'insieme portavano alla feticizzazione del libro in questione (molto amato da Penn), un po' come avviene, secondo me, ne le due inglesi di Trouffaut
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#105 {`tmtd`}

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Inviato 12 febbraio 2008 - 10:31

Poi nel film ci si imbatte in echi di [...] Kurosawa di Dersu Uzala.


quoto con il fuoco, appena sono uscito dalla sala, e mentre stavo visionando il film, m'è subito venuto in mente il capolavoro del maestro.
comunque film un po' fallace, che sì, spacca in due per la sua magnificenza, ma in vari punti c'ha qualche cosa che non torna.

Durante la prima parte del film ho storto il naso diverse volte, alcune parti mi sembravano troppo retoriche e buoniste, ad esempio quando Alex mangia la mela e ci parla, dicendole che è così buona, "così biologica", oppure quando è con Wayne/Vince Vaughn, e gli spiega il suo proposito di andare in Alaska dicendo che "la gente è così cattiva", ecc. Poi ho capito che non era certo in quelle frasi il senso del film, anzi, dovrei rivederlo ma mi pare che, non a caso, quei concetti sono collocati proprio nel capitolo sull'Adolescenza, o comunque non certo in quello sulla Saggezza. E' proprio questa costruzione del film, che svela per gradi il percorso che ha portato il protagonista in Alaska, a traferire poco alla volta il vero significato di questo viaggio, che non può essere completamente afferrato fino al tragico epilogo.


una chiave di lettura che convido, avendo provato le stesse sensazioni e avendo tirato le stesse conclusioni!

Inoltre è decisamente pretestuoso il controsenso tra la riflessione generica sulla 'ragione' che precluderebbe all'uomo la conoscenza assoluta e il non riuscire a fare l'amore con una sedicenne invaghita di lui per impedimento morale di circostanza: se ripudi tutto in blocco e riconsideri su nuove, più larghe basi, non puoi recare remore indotte e fai l'amore con la sedicenne!!

[...]

Magnifica l'interpretazione di corey del finale, in quell'estremo respiro l'afflato che libera per sempre, lo spirito (e il proprio progressivo, diffondimento circostante): nel sacrificio la vera rinascita.


un po' di taglia e cuci che ho trovato nel thread mi hanno fatto localizzare nell'intervento di fabio degli spunti interessanti.
troppo testardo per fare l'amore con la sedicenne? credete davvero che se l'avesse fatto sarebbe stato più umano? soltanto perchè in fondo decide che era meglio condividere con qualcuno la felicità non è detto che al momento doveva fare l'amore con quella bella ragazzina. credo che sia una questione importante.
comunque sia il difetto più grave del film è la banalizzazione del motivo scatenante. sono convinto che nella vita reale di questo ragazzo, s'è creato nel suo cervello un complesso coacervo di inquietitudini e debolezze, paure e rabbia. nel film invece questi aspetti vengono accennati, e solamente il lato familiare viene accentuando, rendendo tutto abbastanza banale. insomma, quante storie di ribellione familiare sono state raccontate in 30 anni di cinema? tantissime. se si fosse approfondito tutto il contorno di questa vicenda, prima, o comunque mentre, la ribellione è in atto, il tutto avrebbe assunto un valore, ed un significato, diverso.
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#106 popten

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Inviato 12 febbraio 2008 - 10:33


Poi nel film ci si imbatte in echi di [...] Kurosawa di Dersu Uzala.


quoto con il fuoco, appena sono uscito dalla sala, e mentre stavo visionando il film, m'è subito venuto in mente il capolavoro del maestro.
comunque film un po' fallace, che sì, spacca in due per la sua magnificenza, ma in vari punti c'ha qualche cosa che non torna.


ecco e allora appunto non scomodare DERSU UZALA, quella cosa POETICA "!!!"
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#107 {`tmtd`}

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Inviato 12 febbraio 2008 - 10:48



Poi nel film ci si imbatte in echi di [...] Kurosawa di Dersu Uzala.


quoto con il fuoco, appena sono uscito dalla sala, e mentre stavo visionando il film, m'è subito venuto in mente il capolavoro del maestro.
comunque film un po' fallace, che sì, spacca in due per la sua magnificenza, ma in vari punti c'ha qualche cosa che non torna.


ecco e allora appunto non scomodare DERSU UZALA, quella cosa POETICA


calmo, non c'è bisogno di scaldarsi. per me è dersu è un film infinitamente più compiuto (e diverso) rispetto a questo, ma credo che i riferimenti siano palesi, dal punto di vista formale e contenutistico.
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#108 popten

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Inviato 12 febbraio 2008 - 11:05




Poi nel film ci si imbatte in echi di [...] Kurosawa di Dersu Uzala.


quoto con il fuoco, appena sono uscito dalla sala, e mentre stavo visionando il film, m'è subito venuto in mente il capolavoro del maestro.
comunque film un po' fallace, che sì, spacca in due per la sua magnificenza, ma in vari punti c'ha qualche cosa che non torna.


ecco e allora appunto non scomodare DERSU UZALA, quella cosa POETICA


calmo, non c'è bisogno di scaldarsi. per me è dersu è un film infinitamente più compiuto (e diverso) rispetto a questo, ma credo che i riferimenti siano palesi, dal punto di vista formale e contenutistico.


mmm non era mia intenzione.
aggiungiamo !!! alla mia frase precedente,sperando che non vengano tradotti in qualche sgorbio e così si capisce che non avevo intenzioni bellicose. siccome non le ho mai, casomai lo aggiungo anche nella firma
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#109 Guest_vegeta_*

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Inviato 12 febbraio 2008 - 13:27


troppo testardo per fare l'amore con la sedicenne? credete davvero che se l'avesse fatto sarebbe stato più umano? soltanto perchè in fondo decide che era meglio condividere con qualcuno la felicità non è detto che al momento doveva fare l'amore con quella bella ragazzina. credo che sia una questione importante.



Condividere felicità, leit motiv dell'opera, appunto non preclude comunioni a più livelli e non significa ascetismo completo e castità. La pulsione amorosa, un'attrazione fisica consensuale e reciproca non dovrebbe, di norma, impedirsi per differenze di età.



cito il romanzo di Krakauer:

"Noi americani siamo titillati dal sesso, ossessionati, terrorizzati. Quando una persona apparentemente sana, specialmente un giovane uomo in piena salute, decide di sottrarsi alle tentazioni della carne, rimaniamo sconvolti e lo guardiamo di sbieco: sorge il sospetto [...] come molti altri individui sedotti dalla natura, McCandless sembrava guidato da una gamma di piaceri che soppiantavano il desiderio sessuale. La sua brama, in un certo senso, era troppo forte per accontentarsi del contatto umano. Forse il ragazzo si sentiva tentato dal femmineo, ma tale prospettiva non poteva che impallidire di fronte a quella di un rude convegno con la natura, con il cosmo intero."
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#110 corey

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Inviato 12 febbraio 2008 - 13:49

cito il romanzo di Krakauer:

"Noi americani siamo titillati dal sesso, ossessionati, terrorizzati. Quando una persona apparentemente sana, specialmente un giovane uomo in piena salute, decide di sottrarsi alle tentazioni della carne, rimaniamo sconvolti e lo guardiamo di sbieco: sorge il sospetto [...] come molti altri individui sedotti dalla natura, McCandless sembrava guidato da una gamma di piaceri che soppiantavano il desiderio sessuale. La sua brama, in un certo senso, era troppo forte per accontentarsi del contatto umano. Forse il ragazzo si sentiva tentato dal femmineo, ma tale prospettiva non poteva che impallidire di fronte a quella di un rude convegno con la natura, con il cosmo intero."


ssssssssssssììììììììììììììììì!!!! E' questo il punto: non confondere il vitalismo con il desiderio pruriginoso. Alex non vuole intralci sulla sua strada, sente il call of the wild che è più forte e cruciale (per lui ovviamente) di qualsiasi distrazione e tentazione divagatoria. Il film (e il romanzo, a quanto leggo) ci dice questo. Poi la morale della condivisione arriva in extremis (e tra l'altro è negata, o meglio trascesa, dall'impennata finale).
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i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#111 {`tmtd`}

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Inviato 12 febbraio 2008 - 14:06

Quando lui le chiede l'età e lei gliela svela, con molte ritrosie, in pratica le volta le spalle e trovo questo comportamento parecchio ipocrita e impastoiato nel retaggio sociale dal quale il nostro era così ansioso e orgoglioso, di affrancarsi.


se l'altra parte del tuo intervento non mi trova d'accordo (infatti l'estratto del romanzo sembra darti torto) questo frangente è cruciale.. spero che nel romanzo il motivo per cui il ragazzo si ferma sia solo e soltanto la sua forza interiore nel rispetto di un certo codice di comportamento, e non il fatto che la ragazza abbia 16 anni, altrimenti il tutto si trasforma in una fuffa ipocrita e perbenista da quattro soldi.
ormai condannare un ragazzo di 23 anni che fa l'amore con una ragazza di 16 anni completamente consenziente (anzi, più infoiata del ragazzo) è roba da età della pietra.


comunque sia il difetto più grave del film è la banalizzazione del motivo scatenante. sono convinto che nella vita reale di questo ragazzo, s'è creato nel suo cervello un complesso coacervo di inquietitudini e debolezze, paure e rabbia. nel film invece questi aspetti vengono accennati, e solamente il lato familiare viene accentuando, rendendo tutto abbastanza banale. insomma, quante storie di ribellione familiare sono state raccontate in 30 anni di cinema? tantissime. se si fosse approfondito tutto il contorno di questa vicenda, prima, o comunque mentre, la ribellione è in atto, il tutto avrebbe assunto un valore, ed un significato, diverso.


quoto tutto. Se su celluliode l'ho definito un pariolino capriccioso, sono certo che nella realtà la vita di McCandless è stata certo peggiore, c'è stato forse più astio e violenza, ma Penn non ha abbastanza coraggio (o semplicemente, voglia, per non stonare) di parlarcene.


perfetto, è ciò che penso. questo lato andava per forza di cose approfondito. l'essenza del personaggio proviene sicuramente da un qualcosa di immensamente più profondo rispetto a ciò che ci presenta il film.
però credo che è nel romanzo la chiave di tutto ciò. storpiatura di penn? romanzo confuso? autore distratto? ci sarebbe da indagare..


cito il romanzo di Krakauer:

"Noi americani siamo titillati dal sesso, ossessionati, terrorizzati. Quando una persona apparentemente sana, specialmente un giovane uomo in piena salute, decide di sottrarsi alle tentazioni della carne, rimaniamo sconvolti e lo guardiamo di sbieco: sorge il sospetto [...] come molti altri individui sedotti dalla natura, McCandless sembrava guidato da una gamma di piaceri che soppiantavano il desiderio sessuale. La sua brama, in un certo senso, era troppo forte per accontentarsi del contatto umano. Forse il ragazzo si sentiva tentato dal femmineo, ma tale prospettiva non poteva che impallidire di fronte a quella di un rude convegno con la natura, con il cosmo intero."


come dicevo prima, questo passaggio del libro sferza ogni dubbio di ogni sorta sulla questione del rifiuto al sesso.
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#112 Guest_vegeta_*

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Inviato 12 febbraio 2008 - 15:21


Dunque, rimango scettico: come dice Alessandro, "ci sarebbe da indagare..", e certo non si può fare con una foto in rete o ricerchine da Wikipedia


se ti può consolare io il romanzo l'ho letto per intero. Poi non so se Krakauer abbia romanzato tutto (anche se il libro ha perlopiù la struttura di un saggio-inchiesta, con tanto di interviste ai personsaggi incontrati da Chris durante il suo viaggio)...e non so se Penn abbia inventato certe situazioni di sana pianta. Ma, sinceramente, mi pare che tutto questo abbia un'importanza relativa.


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#113 Homer

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Inviato 12 febbraio 2008 - 15:29

Ma godersi il fim e basta, no?
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#114 corey

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Inviato 12 febbraio 2008 - 15:34

In ogni modo, stando al film, a me questa tensione assoluta di Alex nei confronti della Natura l'ha comunicata limpidamente. Il fatto che non abbia copulato con la Joni Mitchell della comune freak non mi ha sconvolto più di tanto. Lui si sente in missione, tutta la sua energia vuole convogliarla e sublimarla nel rapporto con la Natura. E lì ci sta fino a crepare: felicemente. Nonostante le lacrime, la sofferenza e il deperimento dell'ultima parte non c'è mai disperazione o follia: Alex rimane sempre presente a se stesso, fino al punto di chiudere il suo percorso con un'immagine "oppositiva" (l'abbraccio televisivo con la famiglia) che testimonia la sua indistruttibile lucidità.
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#115 Guest_vegeta_*

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Inviato 12 febbraio 2008 - 15:35


Dato che hai letto il libro, sai percaso in che rapporto è lo scrittore del romanzo coi McCandless?


in buoni rapporti, direi. Tutti i membri della famiglia si sono lasciati intervistare senza riserve, lasciando all'autore libero accesso agli scritti di McCandless, senza imporre nessun "controllo creativo".

Riguardo a Krakauer, la sua posizione nei confronti di Chris è, secondo me, giustamente ambivalente. Non prende posizione nei suoi confronti. Non lo descrive nè come un idealista-filosofo, ne come un folle. E mi pare che Penn abbia mantenuto la medesima sospensione di giudizio. Insomma, questo McCandless resta un bel mistero.
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#116 Homer

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Inviato 12 febbraio 2008 - 15:37

Lui si sente in missione, tutta la sua energia vuole convogliarla e sublimarla nel rapporto con la Natura.


Lo afferma anche lui stesso quando si allena, mentre la ragaza lo scruta da lontano. Lui stesso dichiara di non voelre altro che andare in Alaska.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#117 corey

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Inviato 12 febbraio 2008 - 15:40

E mi pare che Penn abbia mantenuto la medesima sospensione di giudizio. Insomma, questo McCandless resta un bel mistero.


Sospensione di giudizio nei confronti del personaggio, ma non nei confronti del suo vitalismo, che cinematograficamente Penn mi pare sposare senza riserve.
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#118 Guest_vegeta_*

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Inviato 12 febbraio 2008 - 15:40

[quote author=corey link=topic=5826.msg250734#msg250734 date=1202829305]
[quote author=vegeta link=topic=5826.msg250727#msg250727 date=1202829038]
[/quote]
E mi pare che Penn abbia mantenuto la medesima sospensione di giudizio. Insomma, questo McCandless resta un bel mistero.
[/quote]

Sospensione di giudizio nei confronti del personaggio, ma non nei confronti del suo citalismo, che cinematograficamente Penn mi pare sposare senza riserve.
[/quote]

si, intendevo questo
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#119 corey

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Inviato 12 febbraio 2008 - 15:52


Lui si sente in missione, tutta la sua energia vuole convogliarla e sublimarla nel rapporto con la Natura.


Lo afferma anche lui stesso quando si allena, mentre la ragaza lo scruta da lontano. Lui stesso dichiara di non voelre altro che andare in Alaska.


Vero, non me lo ricordavo. In ogni modo è la progressione drammatica del film a indicarcelo apertamente. Anzi, è tutto perfettamente chiaro fin dall'inizio. Magari un po' di escapismo c'è nella fuga di Christopher/Alex, ma neanche più di tanto. E in tutta franchezza, almeno dal punto di vista cinematografico, non mi pare così rilevante.
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#120 Homer

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Inviato 12 febbraio 2008 - 15:58

Come non c'è escapismo?
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#121 corey

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Inviato 12 febbraio 2008 - 16:02

Come non c'è escapismo?


e|sca|pì|smo
s.m.
BU tendenza a fuggire realtà spiacevoli rifugiandosi nel divertimento o nell’immaginazione | comportamento caratterizzato da tale tendenza [quadro 12]

Una cosa è fuggire dalla società per cercare un contatto diretto con la Natura (che a sua volta può benissimo essere un prodotto dell'immaginario, ma questa è un'altra storia), un'altra è "fuggire realtà spiacevoli rifugiandosi nel divertimento o nell’immaginazione" (De Mauro). In Alex, almeno a livello manifesto, c'è la prima istanza, della seconda soltanto minuscole e trascurabili tracce. Poi, se vogliamo esaminare queste tracce, è più che legittimo farlo, ma consapevoli di avventurarci in una lettura sintomatica.
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#122 bowman

    Groupie

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Inviato 13 febbraio 2008 - 10:03

Scusate se vengo a sfogarmi qui.
Secondo me in questo film c'è la più assoluta mancanza di prospettiva critica e dialettica. E' un cinema che non trasferisce nessuna tensione emotiva relativamente ai motivi della scelta morale ed esistenziale del protagonista. E non racconta in alcun modo il rapporto dialettico, conflittuale, sereno, tragico, drammatico, boh, con la natura. Il paragone con Herzog si può anche fare ma mettendone in evidenza appunto la differenza tra una messa in scena viscerale, conflittuale, partecipativa, rispetto ad una messa in scena puramente fine a se stessa. Solo la scena dell'alce e quella della morte finale hanno un minimo di sussulto critico, drammatico, esistenziale.
Per il resto trovo davvero stucchevoli le banalità e i pateticismi che traboccano dal film. Dialoghi esistenziali che vengono fatti sempre in cima ai palazzi, alle montagne. Braccia aperte in segno di libertà. Persone sensibilie che si capiscono tra di loro dopo due chiacchiere o un insulso (ma sensibile a priori) scambio di sguardi.
Insomma, una scelta di libertà che sembra quella di Silvio Muccino nella pubblicità di qualche anno fa della Omnitel. E la finta critica alla società moderna è infatti in realtà un'apologia del pensiero moderno. In Into the wild come ne La ricerca dellafelicità di Muccino il concetto di fondo è lo stesso: "se vuoi qualcosa vai a prendertela". Il rapporto con la natura ricorda quello di Di Caprio nella pubblicità di qualche anno fa della TIM.
Non basta dire "la società è cattiva e oppressiva" per rappresentare veramente questa idea.
Pensare che solo in pochi abbiamo invece apprezzato la straordinaria complessità, profondità, prospettiva critica,  del film di Olmi "Centochiodi" che in pratica tratta lo stesso tema. Si pensi solo al rapporto conflittuale con i libri del film di Olmi che nel film di Sean Penn diventa banalmente e volgermente "chi legge ha un'anima sensibile".
Per me, è cinema fine a se stesso.
Ripeto, perdonatemi lo sfogo.
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#123 Homer

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Inviato 13 febbraio 2008 - 10:41


Come non c'è escapismo?


e|sca|pì|smo
s.m.
BU tendenza a fuggire realtà spiacevoli rifugiandosi nel divertimento o nellâ??immaginazione | comportamento caratterizzato da tale tendenza [quadro 12]


Beh, stando alla definizione data dal dizionario, allora sono più che d'accordo che non si tratti di escapismo. Anzi, il viaggio intrapreso da Alex è soprattutto un viaggio di formazione e di crescita.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#124 popten

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Inviato 13 febbraio 2008 - 10:54


Ripeto, perdonatemi lo sfogo.


una critica quando è argomentata, è sempre benvenuta.
A rileggerti, se decidi di restare..!

aggiungo,scrivi di più!
  • 0

#125 corey

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Inviato 13 febbraio 2008 - 10:58



Come non c'è escapismo?


e|sca|pì|smo
s.m.
BU tendenza a fuggire realtà spiacevoli rifugiandosi nel divertimento o nell’immaginazione | comportamento caratterizzato da tale tendenza [quadro 12]


Beh, stando alla definizione data dal dizionario, allora sono più che d'accordo che non si tratti di escapismo. Anzi, il viaggio intrapreso da Alex è soprattutto un viaggio di formazione e di crescita.


Per me è soprattutto un viaggio di ricerca, ma sull'assenza di escapismo siamo perfettamente d'accordo.
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#126 corey

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Inviato 13 febbraio 2008 - 11:03



Ripeto, perdonatemi lo sfogo.


una critica quando è argomentata, è sempre benvenuta.
A rileggerti, se decidi di restare..!

aggiungo,scrivi di più!


Mi accodo all'invito.
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#127 Division

    pivello

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Inviato 14 febbraio 2008 - 10:19

Visto ieri pomeriggio, film immenso.

COMMENTO SPOILER
E così Chris fa cose molto umane, sbaglia, commette errori di valutazione, piange e si dispera, ma deve subire le conseguenza delle sue azioni, e come un qualsiasi altro animale non può sottrarsi alla sorte che la Natura ha previsto per lui, il suo viaggio ha l'unico esito possibile.
E' un film davvero tragico, pessimista, mi ha fatto piangere.



COMMENTO SPOILER
Anch'io sono stato male, e non riuscivo a capire come fosse possibile che un ragazzo preparato cadesse in errori grossolani come: restare fermo, in un posto isolato, senza più cibo.
La tecnica predatoria impone di andare a cercare terreni di caccia anche molto lontano.
Ma, dopo due anni in giro sei un animale, puoi mangiare anche una volta ogni tre giorni, dormire poco o non dormire, e fare cose -fisicamente- che il ritmo cittadino non ti permette, sicuramente errori di valutazione quelli di Mc Candless.
Ma, non bisogna togliere il fatto che questo ragazzo fosse un po' pazzo, non il tanto da renderlo incompatibile, ma sicuramente accecato dalla delusione, ed è una cosa reale questa, può succedere; quando succede non si perde proprio il senno, ma l'orizzonte, si ragiona bene nella corta distanza, ma si perde il lungo tratto. Quello che si vuole fare di noi stessi.
Per cui perdersi diventa un modo per sentirsi liberi, ma prima è il modo migliore per non affrontare quello che ci tormenta.
Altri punti.
Un uomo -così preparato- che decide di fermarsi dentro un vecchio autobus nel cuore dell'Alaska, mette in conto un sacco di cose.
Cacciare senza essere cresciuti facendolo è molto difficile -nessun animale, nessuna pista equivalgono a niente cibo, non è come in tv-.
Non voleva tornare.
Ci sta che fosse già molto debole quando è arrivato all'autobus, ci sta che non dovesse rinchiudersi li a crepare di fame, io non so perché l'abbia fatto, io non l'avrei fatto.
Secondo me era fuori di testa da un pezzo, il disgelo non c'entra, aveva mappato la zona, aveva li il suo terreno di caccia, era un esploratore, un tipo sveglio.
Ha perso la testa, secondo me non si è accorto che stava crollando finché non  si è trovato troppo debole per muoversi.
Gli ultimi dieci o venti giorni sarànno stati una discesa di follia e paranoia, una sorta di soffocamento, niente pensieri solo paura, freddo, rammarico; un lungo attacco di panico senza pause. Solo svenimenti.
Incredibili, gli ultimi venti minuti sono veramente incredibili. 

  • 0

#128 bowman

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Inviato 14 febbraio 2008 - 18:20




Ripeto, perdonatemi lo sfogo.


una critica quando è argomentata, è sempre benvenuta.
A rileggerti, se decidi di restare..!

aggiungo,scrivi di più!


Mi accodo all'invito.


grazie
davvero gentili
  • 0

#129 Brucaliffa

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Inviato 14 febbraio 2008 - 19:03


Visto ieri pomeriggio, film immenso.

COMMENTO SPOILER
E così Chris fa cose molto umane, sbaglia, commette errori di valutazione, piange e si dispera, ma deve subire le conseguenza delle sue azioni, e come un qualsiasi altro animale non può sottrarsi alla sorte che la Natura ha previsto per lui, il suo viaggio ha l'unico esito possibile.
E' un film davvero tragico, pessimista, mi ha fatto piangere.



COMMENTO SPOILER
Anch'io sono stato male, e non riuscivo a capire come fosse possibile che un ragazzo preparato cadesse in errori grossolani come: restare fermo, in un posto isolato, senza più cibo.
La tecnica predatoria impone di andare a cercare terreni di caccia anche molto lontano.
Ma, dopo due anni in giro sei un animale, puoi mangiare anche una volta ogni tre giorni, dormire poco o non dormire, e fare cose -fisicamente- che il ritmo cittadino non ti permette, sicuramente errori di valutazione quelli di Mc Candless.
Ma, non bisogna togliere il fatto che questo ragazzo fosse un po' pazzo, non il tanto da renderlo incompatibile, ma sicuramente accecato dalla delusione, ed è una cosa reale questa, può succedere; quando succede non si perde proprio il senno, ma l'orizzonte, si ragiona bene nella corta distanza, ma si perde il lungo tratto. Quello che si vuole fare di noi stessi.
Per cui perdersi diventa un modo per sentirsi liberi, ma prima è il modo migliore per non affrontare quello che ci tormenta.
Altri punti.
Un uomo -così preparato- che decide di fermarsi dentro un vecchio autobus nel cuore dell'Alaska, mette in conto un sacco di cose.
Cacciare senza essere cresciuti facendolo è molto difficile -nessun animale, nessuna pista equivalgono a niente cibo, non è come in tv-.
Non voleva tornare.
Ci sta che fosse già molto debole quando è arrivato all'autobus, ci sta che non dovesse rinchiudersi li a crepare di fame, io non so perché l'abbia fatto, io non l'avrei fatto.
Secondo me era fuori di testa da un pezzo, il disgelo non c'entra, aveva mappato la zona, aveva li il suo terreno di caccia, era un esploratore, un tipo sveglio.
Ha perso la testa, secondo me non si è accorto che stava crollando finché non  si è trovato troppo debole per muoversi.
Gli ultimi dieci o venti giorni sarànno stati una discesa di follia e paranoia, una sorta di soffocamento, niente pensieri solo paura, freddo, rammarico; un lungo attacco di panico senza pause. Solo svenimenti.
Incredibili, gli ultimi venti minuti sono veramente incredibili. 


Mi fa piacere che qualcuno abbia sentito il film come l'ho sentito io, e mi fa piacere soprattutto che si tratti di te. Perché ti fai leggere così poco da queste parti?  :-*
  • 0
Better Call Saul!

#130 Theredroom

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Inviato 18 febbraio 2008 - 16:50

son d'accordo con brucaliffa,anche a me ha emozionato molto.
e son d'accordo che gli ultimi 20 minuti sono davvero indimenticabili.
di herzog pero' non ci vedo assolutamente nulla.lui tratta il rapporto uomo.-natura con un'altra poetica..
azzeccatissime le musiche..
sicuramente dovrei rivederlo, e' un film che ha bisogno di essere rivisto per essere vissuto in pieno secondo me.. nelle sue piu infinite sfumature.

ps:avrei scritto di piu ma il tempo chiama:P

cmq gran bel film.
  • 0

#131 lavocedellapolemica

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Inviato 23 febbraio 2008 - 12:39

ho visto il film. patetico.
  • 0

#132 Homer

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Inviato 23 febbraio 2008 - 12:41

Oh no, prevedo reazioni turbolente a questo ennesimo post provocatorio...
  • 0

"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#133 Irishman

    pivello

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Inviato 26 febbraio 2008 - 14:15


L'ho visto qualche notte fa. Me ne stavo al posto di lavoro, come portiere di una fabbrica. Un mio collega aveva scaricato questo film sul suo computer.

E' un film a dir poco fantastico, che riesce a coniugare i paesaggi rappresentati con le emozioni provate dal giovane protagonista. Inoltre, mi sembra uno dei pochi film in grado di rappresentare la ribellione senza scadere in commenti moralistici di qualsiasi natura.

Bastano i grandi paesaggi immortalati sulla celluloide a esprimere tutto ciò.
  • 0

#134 Homer

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Inviato 26 febbraio 2008 - 14:32

Ma c'è davvero ribellione nel gesto di Alex? Ribellione nel senso classico?
  • 0

"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#135 corey

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Inviato 26 febbraio 2008 - 14:42

E' un film a dir poco fantastico, che riesce a coniugare i paesaggi rappresentati con le emozioni provate dal giovane protagonista.


a me questa osservazione mipia, sono d'accordo abbestia.
  • 0
i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#136 Homer

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Inviato 26 febbraio 2008 - 15:02


E' un film a dir poco fantastico, che riesce a coniugare i paesaggi rappresentati con le emozioni provate dal giovane protagonista.


a me questa osservazione mipia, sono d'accordo abbestia.


Ma perchè, il film ti è piaciuto? Pensavo ti facesse cagare come vai ripetendo per Cloverfield...non ci ho capito nulla.
  • 0

"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#137 corey

    mainstream Star

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Inviato 26 febbraio 2008 - 15:08



E' un film a dir poco fantastico, che riesce a coniugare i paesaggi rappresentati con le emozioni provate dal giovane protagonista.


a me questa osservazione mipia, sono d'accordo abbestia.


Ma perchè, il film ti è piaciuto? Pensavo ti facesse cagare come vai ripetendo per Cloverfield...non ci ho capito nulla.


E' tutto ok, Homer, non ti agitare. Neanch'io ci capisco mai nulla.
  • 0
i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#138 Josef_Knecht

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Inviato 03 marzo 2008 - 09:19

Scusate se vengo a sfogarmi qui.
Secondo me in questo film c'è la più assoluta mancanza di prospettiva critica e dialettica. E' un cinema che non trasferisce nessuna tensione emotiva relativamente ai motivi della scelta morale ed esistenziale del protagonista. E non racconta in alcun modo il rapporto dialettico, conflittuale, sereno, tragico, drammatico, boh, con la natura. Il paragone con Herzog si può anche fare ma mettendone in evidenza appunto la differenza tra una messa in scena viscerale, conflittuale, partecipativa, rispetto ad una messa in scena puramente fine a se stessa. Solo la scena dell'alce e quella della morte finale hanno un minimo di sussulto critico, drammatico, esistenziale.
Per il resto trovo davvero stucchevoli le banalità e i pateticismi che traboccano dal film. Dialoghi esistenziali che vengono fatti sempre in cima ai palazzi, alle montagne. Braccia aperte in segno di libertà. Persone sensibilie che si capiscono tra di loro dopo due chiacchiere o un insulso (ma sensibile a priori) scambio di sguardi.
Insomma, una scelta di libertà che sembra quella di Silvio Muccino nella pubblicità di qualche anno fa della Omnitel. E la finta critica alla società moderna è infatti in realtà un'apologia del pensiero moderno. In Into the wild come ne La ricerca dellafelicità di Muccino il concetto di fondo è lo stesso: "se vuoi qualcosa vai a prendertela". Il rapporto con la natura ricorda quello di Di Caprio nella pubblicità di qualche anno fa della TIM.
Non basta dire "la società è cattiva e oppressiva" per rappresentare veramente questa idea.
Pensare che solo in pochi abbiamo invece apprezzato la straordinaria complessità, profondità, prospettiva critica,  del film di Olmi "Centochiodi" che in pratica tratta lo stesso tema. Si pensi solo al rapporto conflittuale con i libri del film di Olmi che nel film di Sean Penn diventa banalmente e volgermente "chi legge ha un'anima sensibile".
Per me, è cinema fine a se stesso.
Ripeto, perdonatemi lo sfogo.


Ho visto il film ieri sera, e devo dire che sono completamente d'accordo con la tua analisi, ho trovato il film molto leggero, a tratti patetico, con tutti i difetti del classico film medio americano senza pretese: dalle lacrimuccie ricorrenti ad ogni partenza, ai gridi di giubilo ogni qual volta veniva portata a termine "un'impresa" ed infine una critica alla società contemporanea e al conformismo molto superficiale.
Un paio di settimane fa ho visto "Il vento fa il suo giro", film dal budget ridotto in cui c'è sempre il tema di una scelta di vita legata alla montagna e alla natura, ma qui non ci sono semplicistici slogan del tipo: "se vuoi qualocosa prendila" o di ritorno alla natura, ma una minuziosa indagine dell'interiorità dei protagonisti e del loro modo diverso di intendere "l'attaccamento alla natura".
  • 0

#139 Guest_lo sterminatore_*

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Inviato 19 marzo 2008 - 16:09

secondo me è un argomento un pò troppo complicato quello di cui tratta il film, e non andava fatto in questo modo romanzesco e a tratti country, bisognava andare più a fondo sull'estetica e sulla grandezza della natura propria del cinema di herzog.
comunque gli alti valori etici sono ben inculcati e la morte del giovane protagonista, ragazzo di una forza di volontà incommensurabile, è dovuta dal troppo orgoglio verso la sua sfida e verso la meta alaska selvaggia, ma anche e soprattutto dalla sottovalutazione dei pericoli del gigante natura che lo porta, morto di fame, a mangiare frettolosamente un'erba al veleno.
  • 0

#140 popten

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Inviato 20 marzo 2008 - 08:36


Scusate se vengo a sfogarmi qui.
Secondo me in questo film c'è la più assoluta mancanza di prospettiva critica e dialettica. E' un cinema che non trasferisce nessuna tensione emotiva relativamente ai motivi della scelta morale ed esistenziale del protagonista. E non racconta in alcun modo il rapporto dialettico, conflittuale, sereno, tragico, drammatico, boh, con la natura. Il paragone con Herzog si può anche fare ma mettendone in evidenza appunto la differenza tra una messa in scena viscerale, conflittuale, partecipativa, rispetto ad una messa in scena puramente fine a se stessa. Solo la scena dell'alce e quella della morte finale hanno un minimo di sussulto critico, drammatico, esistenziale.
Per il resto trovo davvero stucchevoli le banalità e i pateticismi che traboccano dal film. Dialoghi esistenziali che vengono fatti sempre in cima ai palazzi, alle montagne. Braccia aperte in segno di libertà. Persone sensibilie che si capiscono tra di loro dopo due chiacchiere o un insulso (ma sensibile a priori) scambio di sguardi.
Insomma, una scelta di libertà che sembra quella di Silvio Muccino nella pubblicità di qualche anno fa della Omnitel. E la finta critica alla società moderna è infatti in realtà un'apologia del pensiero moderno. In Into the wild come ne La ricerca dellafelicità di Muccino il concetto di fondo è lo stesso: "se vuoi qualcosa vai a prendertela". Il rapporto con la natura ricorda quello di Di Caprio nella pubblicità di qualche anno fa della TIM.
Non basta dire "la società è cattiva e oppressiva" per rappresentare veramente questa idea.
Pensare che solo in pochi abbiamo invece apprezzato la straordinaria complessità, profondità, prospettiva critica,  del film di Olmi "Centochiodi" che in pratica tratta lo stesso tema. Si pensi solo al rapporto conflittuale con i libri del film di Olmi che nel film di Sean Penn diventa banalmente e volgermente "chi legge ha un'anima sensibile".
Per me, è cinema fine a se stesso.
Ripeto, perdonatemi lo sfogo.


Ho visto il film ieri sera, e devo dire che sono completamente d'accordo con la tua analisi, ho trovato il film molto leggero, a tratti patetico, con tutti i difetti del classico film medio americano senza pretese: dalle lacrimuccie ricorrenti ad ogni partenza, ai gridi di giubilo ogni qual volta veniva portata a termine "un'impresa" ed infine una critica alla società contemporanea e al conformismo molto superficiale.
Un paio di settimane fa ho visto "Il vento fa il suo giro", film dal budget ridotto in cui c'è sempre il tema di una scelta di vita legata alla montagna e alla natura, ma qui non ci sono semplicistici slogan del tipo: "se vuoi qualocosa prendila" o di ritorno alla natura, ma una minuziosa indagine dell'interiorità dei protagonisti e del loro modo diverso di intendere "l'attaccamento alla natura".

trovandomi anche io nella schiera dei 'delusi' da Penn, mi hai incuriosito con questo film che segnali, spero di riuscire a procurarmelo!
  • 0

#141 Kulma

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Inviato 24 marzo 2008 - 00:37

madonna che boiata di film
una specie di punkabbestia che si crede gesù solo perchè ha letto 3 libri
che stronzata colossale
non ho minimamente simpatizzato con il protagonista
anzi ho goduto quando finalmente schiatta
vita e morte di un coglione

punto.
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#142 ucca

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Inviato 25 marzo 2008 - 20:15

Spoiler a manetta film di merda.

L'ho visto per un pò finchè ho resistito a tutte quelle cose che ha descritto benissimo Bowman..
- la retorica (orrenda la scena con la mela "che buona questa mela biologica!")

- i dialoghi imbarazzanti ("cos'è questa rabbia?" "E'..ehhm..è la società..perchè cioè..la SOCIETA'!!!" "Hey ragazzo non ti starai spingendo troppo a fondo?"..ma seri..erano seri, come cazzo facevano a restare seri!)

- la superficialità del personaggio, a cui riesce tutto al primo colpo. Scende dalla rapide del fiume senza avere esperienza di kajak..supera la paura dell'acqua che l'ha attanagliato tutta la vita buttandosi ridendo..mi sono stupito che non sia esibito anche nel deltaplano o il bumgee jumping..tanto gli riusciva tutto, che je frega.

detto questo, dopo un'oretta sono andato a vedermi Verdone.
E devo dire che se non altro..l'ultimo episodio quello del coatto
mi fatto ridere. Senza pretese..ma il cafone gli riesce bene.
..

Tra l'altro..qualcuno ha notato che l'attore è uguale a Di Caprio?
Identico..stessa mimica..però senza la spocchia di Di Caprio, quel pò di furore..questo era il bene. Ma d'altra parte come dice la voce narrante (la stessa delle pubblicità di Vodafone, complimenti a chi l'ha scelta)
.."Mio fratello ha sempre avuto l'urgenza interiore"
Ecco, questa frase me la ricorderò per sempre, grazie Sean Penn.


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Inviato 25 marzo 2008 - 20:18

detto questo, dopo un'oretta sono andato a vedermi Verdone.


e con questo possiamo chiudere il thread.
  • 0

#144 ucca

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Inviato 25 marzo 2008 - 20:33


detto questo, dopo un'oretta sono andato a vedermi Verdone.


e con questo possiamo chiudere il thread.



eheheh..gli altri li avevo già visti!
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#145 Homer

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Inviato 25 marzo 2008 - 21:10

Potevi sempre tornare a casa! asd
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#146 ucca

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Inviato 25 marzo 2008 - 21:15

Potevi sempre tornare a casa! asd


col cazzo..7 euro.
poi mi ha pure incuriosito e sono rimasto per vedermi l'inizio.
..dopo 10 minuti del bambacione non ce l'ho fatta nemmeno li..
comunque non saprei dire quali dialoghi fossero peggiori fra i due film.
Verdone vs Sean Penn.

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#147 Homer

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Inviato 25 marzo 2008 - 21:24

Secondo me bisogna andare un pò oltre i discorsi fatti dal protagonista e lasicarsi prendere dallo sguardo di Sean Penn di fronte a questa vicenda. E per quanto possa apparire insopportabile il personaggio principale, la forza di certe immagini e la parte ambientata in Alaska sono qualcosa di davvero incredibile, almeno visivamente parlando (e mi riferisco sempre all'occhio di Penn, non semplicemente al paesaggio).
  • 0

"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#148 astrodomini

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Inviato 25 marzo 2008 - 23:26

Apoteosi della noia e personaggio oltremodo irritante, buono per quindicenni alternativi (lo vedrei bene a scontrarsi con i film di Moccia). Tediosa la vicenda del ragazzino rivoluzionario che lascia famiglia e università per un viaggio senza meta, il tutto già visto e già affrontato mille volte, roba trita e ritrita.
Belle alcune scene a livello paesaggistico ma il film è un piattume totale, senza sussulti, senza spunti che lo rendano particolare, tutto terribilmente preconfezionato.
Unico punto di forza oltre alle scene naturalistiche: la cantantessa topa..asd
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#149 arancino

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Inviato 26 marzo 2008 - 00:06

Tediosa la vicenda del ragazzino rivoluzionario che lascia famiglia e università per un viaggio senza meta, il tutto già visto e già affrontato mille volte, roba trita e ritrita.


guardate che è tratto da una storia vera ::)

anche il fatto delle rapide.. E' stato tutto trovato scritto sul diario del ragazzo.


  • 0

#150 astrodomini

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Inviato 26 marzo 2008 - 00:11


Tediosa la vicenda del ragazzino rivoluzionario che lascia famiglia e università per un viaggio senza meta, il tutto già visto e già affrontato mille volte, roba trita e ritrita.


guardate che è tratto da una storia vera ::)

anche il fatto delle rapide.. E' stato tutto trovato scritto sul diario del ragazzo.


Una storia vera e tediosa! :D
Poteva ispirarsi a qualche vicenda più interessante...
  • 0

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