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Johnnie To


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104 replies to this topic

#1 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 06 gennaio 2008 - 19:10

Immagine inserita

Che poi sarebbe lui (e dunque non credo che l'interessamento di oyuki sia dato da fattori estetici), regista di genere più bravo di Hong Kong, che ha sostituito nel cuore degli amanti del noir d'azione John Woo, ormai completamente rincoglionito. Lui no, lui è ancora in grande vena, anche se è impossibile stargli dietro fisicamente, data la vergognosa prolificità di cui è dotato (un pò meno di Miike, un pò più di Ki-duk)...in Italia è arrivata pochissima roba che è l'unica che io ho visto (insieme agli ultimi due film presentati a Venezia).

Film disponibili

The Mission, che ridurlo ad un film di genere sembrerebbe quasi riduttivo...è il primo che consiglierei di vedere perchè c'è tutta l'arte di Johnnie all'ennesima potenza: l'azione perfetta, estenuante, protratta all'infinito e i personaggi, tutti tragici e definiti, divertitevi a vederlo in compagnia di amici per sondare chi si schiererà con chi...voto 9

PTU, altro cpaolavoro, stavolta siamo più nel campo ristretto del cinema d'azione, il consiglio in questo caso è di non mangiare pesante prima della visione...non c'è gore, ma l'andirivieni tra i vari spazi e gruppi di personaggi è talmente serrato che sembra di scendere da un prolungato giro sulle montagne russe...voto 9

Yesterday Once More, commediola senza troppe pretese, sembra un film con Steve Martin...s.v.

Breaking News, questo è il più facile da trovare, è addirittura passato al cinema nei mesi estivi qui da noi...esaltatissimo dalla critica nostrana (che si vede non conosceva il regista prima di allora), mi pare invece un film molto più ordinario degli altri due, è una sorta di Inside Man, con un confronto serrato fra polizia e criminali, molto più profondo e psicologico del (bel) film di Spike Lee, ma pure palloso (!!!) in certi tratti...voto 7/8

Election, sulla scia di PTU, film prettamente d'azione, molto più semplice nella messa in scena, dato che si riduce ad un classico scontro frontale fra due fazioni...certo, l'originalità degli scontri e degli incontri è sempre ai massimi livelli, però non lo definirei un capolavoro...voto 8

Poi ci sono i due film veneziani, Exiled (che è il gemello di Election, solo che per me è molto più bello) e Mad Detective (che invece voglio rivedere prima di giudicare definitivamente) che ancora sono inediti...così come Election 2 che, ahimé, non ho ancora visto...


Qualcuno ha già avuto modo di apprezzare questo talento puro dell'estremo oriente? Lo consiglio soprattutto ai cinefili più intimi col cinema americano che hanno sempre avuto in testa di fare il salto ad est e hanno sempre temuto di trovare cose troppo bizzarre e lontane da noi per apprezzarle...e lo consiglio perchè, per questo suo stile, To è molto più americano degli americani (per esempio è più americano lui di Tarantino)..
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#2 Guest_Oyuki_*

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Inviato 07 gennaio 2008 - 10:14

Grazie Jules!
Era da un po' che aspettavo questo thread per potermi avventurare nel mondo di To. Appena mi sarà possibile (credo presto, comunque), cercherò di vedere i film che hai consigliato, così da poter dare una mia opinione in merito.
(questo vale anche per Miike, comunque, che ancora devo approfondire, ahimè)



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#3 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 07 gennaio 2008 - 10:53

Ogni promessa è debito!

Solo che mi stupisce che nessuno degli avventori lo conosca o ne sia interessato...ci sono thread aperti su certi film orribili che hanno quel sapore esotico che fa tanto "cinema lontano" (mentre per me sa solo di cinema vecchio) e poi Miike, To emagari altri che varrebbe la pena conoscere restano ignoti..
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#4 Guest_Oyuki_*

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Inviato 07 gennaio 2008 - 11:15

Solo che mi stupisce che nessuno degli avventori lo conosca o ne sia interessato...ci sono thread aperti su certi film orribili che hanno quel sapore esotico che fa tanto "cinema lontano" (mentre per me sa solo di cinema vecchio) e poi Miike, To emagari altri che varrebbe la pena conoscere restano ignoti..


Ma infatti uno dei miei desideri, una volta avvenuto il rinnovo di Cinemania, sarebbe di riuscire a dare un po' più di risalto a questi registi. Troppo spesso bistrattati al cinema (e chi l'ha visto un film di To o Miike al cinema? E Apichatpong Weerasethakul? Tropical Malady passò per miracolo in un cinemino della mia città e rimase UN giorno, non scherzo. Ma questo discorso vale per tanti registi, troppi.), e con difficoltà reperibili in videoteca.
Mi piacerebbe poter dare risalto al cinema orientale, a quello mediorientale, all'africano e non solo. Però ci vuole tempo e collaborazione. Sarebbe bello, no?



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#5 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 07 gennaio 2008 - 11:21

Certo che sarebbe bello, soprattutto se si riuscisse a sovvertire certi stereotipi da cinefili morettiani che vedono in modo (per me) distorto il cinema dei luoghi lontani...

Comunque Tropical Malady è un capolavoro..
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#6 Guest_Oyuki_*

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Inviato 07 gennaio 2008 - 11:24

Comunque Tropical Malady è un capolavoro..


Eh...fossi riuscita a trovarlo!  :(

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#7 {`tmtd`}

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Inviato 07 gennaio 2008 - 11:30


Solo che mi stupisce che nessuno degli avventori lo conosca o ne sia interessato...ci sono thread aperti su certi film orribili che hanno quel sapore esotico che fa tanto "cinema lontano" (mentre per me sa solo di cinema vecchio) e poi Miike, To emagari altri che varrebbe la pena conoscere restano ignoti..


Ma infatti uno dei miei desideri, una volta avvenuto il rinnovo di Cinemania, sarebbe di riuscire a dare un po' più di risalto a questi registi.


non vorrei andare off-topic ma se questo progetto andasse in porto io sarei molto contento di darvi una mano con il mio umile contributo.  ;)

to mi interessa e prima o poi debbo approfondirlo, trovare il tempo è un'impresa però..  :-[
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#8 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 07 gennaio 2008 - 11:33

Purtroppo è un'impresa pure trovare i suoi film!

Se non li trovi nelle videoteche di fiducia prova qui (...):

http://www.gamesload...e_sharing_1.htm
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#9 {`tmtd`}

    Enciclopedista

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Inviato 07 gennaio 2008 - 11:38

Purtroppo è un'impresa pure trovare i suoi film!

Se non li trovi nelle videoteche di fiducia prova qui (...):

http://www.gamesload...e_sharing_1.htm


e io che ero andato fiducioso per vedere cosa c'era in quel link. è scontato che sarei andato in certi lidi, per cercare i film.  ;D
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#10 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 07 gennaio 2008 - 11:41

Attento però che potrebbe passare di qui il terribile finanziere-chattatore-iancurtis80..
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#11 {`tmtd`}

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Inviato 07 gennaio 2008 - 11:42

Attento però che potrebbe passare di qui il terribile finanziere-chattatore-iancurtis80..


tanto prima o poi un ergastolo me lo becco, sono già preparato all'evento.
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#12 corey

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Inviato 07 gennaio 2008 - 12:07

Solo che mi stupisce che nessuno degli avventori lo conosca o ne sia interessato...ci sono thread aperti su certi film orribili che hanno quel sapore esotico che fa tanto "cinema lontano" (mentre per me sa solo di cinema vecchio) e poi Miike, To emagari altri che varrebbe la pena conoscere restano ignoti..


Magari c'è anche qualcuno che li conosce (non per filo e per segno ovviamente, la loro filmografia è così sconfinata) e che non è ancora intervenuto per chissà quale motivo.

Di To ho visto un po' di roba (a casaccio):

A Hero Never Dies
Running Out of Time
Running on Karma
Breaking News
The Mission
PTU
Election
Election 2
Yesterday Once More

e credo anche altri che ora non mi vengono in mente.

I miei preferiti (sono banale) restano The Mission e
PTU a pari merito.
Poi il dittico di Election (soprattutto il secondo, che però ho visto una volta soltanto e che quindi ricordo malissimo),

Anche di Miike ho visto un po' di titoli: da The Happiness of The Katakuris a Sukiyaki Western Django , passando per Full Metal Yakuza, Ichi the Killer, Audition, The Call, Box (l'episodio di Three Extremes) e Imprint. Senz'altro mi dimentico qualcosa.

Tra questi, i miei preferiti sono Ichi the Killer, Audition e il bellissimo Box.

Naturalmente sia To che Miike mi interessano tremendamente.
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#13 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 07 gennaio 2008 - 12:57

Che roba sono i primi 3 di To che hai citato? Valgono?
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#14 corey

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Inviato 07 gennaio 2008 - 14:15

Che roba sono i primi 3 di To che hai citato? Valgono?


I primi due sono noir/polar (disperatamente romantico e dal vago sentore wooiano il primo, più convenzionale e quadrato - un classico testa a testa con tanto di conto alla rovescia - il secondo). Vado a memoria, non ti fidare troppo di quello che dico.

Valgono? Diamine (soprattutto il primo, e qui puoi fidarti)!

Il terzo è una cosa parecchio strana, una strampalata commedia filosofica di esaltante pazzia, con Andy Lau insalsicciato in una weirdissima tuta di lattice da culturista e iperboli simili:

Immagine inserita.

Ci avrei voglia di rivederlo, ci avrei.
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#15 nicholas_angel

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Inviato 07 gennaio 2008 - 18:24

Ho visto solo Election che mi è piaciuto parecchio e sono tentato dal prendere il cofanetto della Dolmen... Che dite?
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#16 corey

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Inviato 07 gennaio 2008 - 21:17

Ho visto solo Election che mi è piaciuto parecchio e sono tentato dal prendere il cofanetto della Dolmen... Che dite?


http://www.spietati....07/election.htm
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#17 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 07 gennaio 2008 - 23:06

No, più strano di Gozu è impossibile..
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#18 nicholas_angel

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Inviato 08 gennaio 2008 - 15:36


Ho visto solo Election che mi è piaciuto parecchio e sono tentato dal prendere il cofanetto della Dolmen... Che dite?


http://www.spietati....07/election.htm


Grazie, ma io intendevo il cofanetto 5 dvd
http://film-dvd.dvd....lio/id-1029024/
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#19 corey

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Inviato 08 gennaio 2008 - 17:12



Ho visto solo Election che mi è piaciuto parecchio e sono tentato dal prendere il cofanetto della Dolmen... Che dite?


http://www.spietati....07/election.htm



Grazie, ma io intendevo il cofanetto 5 dvd
http://film-dvd.dvd....lio/id-1029024/


Cazzarola non sapevo ci fosse questa meraviglia in giro!!!
Grazie per averlo segnalato e scusa la superfluità della mia, di segnalazioni. Devo averlo!!!
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#20 Guest_Oyuki_*

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Inviato 08 gennaio 2008 - 18:03




Ho visto solo Election che mi è piaciuto parecchio e sono tentato dal prendere il cofanetto della Dolmen... Che dite?


http://www.spietati....07/election.htm



Grazie, ma io intendevo il cofanetto 5 dvd
http://film-dvd.dvd....lio/id-1029024/


Cazzarola non sapevo ci fosse questa meraviglia in giro!!!
Grazie per averlo segnalato e scusa la superfluità della mia, di segnalazioni. Devo averlo!!!


In Fnac (tu abiti a Roma, vero?) si trova a 44 euro e qualcosa. Almeno, quando l'ho visto io, aveva ancora il prezzo speciale.

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#21 nicholas_angel

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Inviato 08 gennaio 2008 - 20:08

Se i toni sono questi allora sarà da prendere...  :)
Chissà se un cofanetto è previsto anche dalla Ripley
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#22 corey

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Inviato 08 gennaio 2008 - 23:25





Ho visto solo Election che mi è piaciuto parecchio e sono tentato dal prendere il cofanetto della Dolmen... Che dite?


http://www.spietati....07/election.htm



Grazie, ma io intendevo il cofanetto 5 dvd
http://film-dvd.dvd....lio/id-1029024/


Cazzarola non sapevo ci fosse questa meraviglia in giro!!!
Grazie per averlo segnalato e scusa la superfluità della mia, di segnalazioni. Devo averlo!!!


In Fnac (tu abiti a Roma, vero?) si trova a 44 euro e qualcosa. Almeno, quando l'ho visto io, aveva ancora il prezzo speciale.


Grazie! Anche se non abito a Roma non è escluso che trovi comunque il modo di procurarmelo (pensavo addirittura di richiederlo tramite il nostro sito...). Grazie ancora della dritta!
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#23 mikeattacks

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Inviato 09 gennaio 2008 - 23:35

EXILED è uno dei film piu' belli ed esaltanti che ho visto negli anni, un capolavoro di cui si parlerà per anni, o tra qualche anno molto piu' di adesso, tanto e' perfetto sotto ogni aspetto. Trattandosi poi di un vero e proprio western metropolitano (ci sono diversi omaggi al maestro Leone qua e la), non capisco come sia stato possibile ignorarlo in Italia, dove e' stato incredibilmente snobbato e non e' arrivato ne in sala (vabbe' Venezia non conta) ne in DVD, almeno per ora.
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#24 reitz

    aspirante indie

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Inviato 14 gennaio 2008 - 09:02

sarò un critico nostrano ma a me Breaking News è piaciuto più di PTU
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#25 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 24 febbraio 2008 - 12:32

Ma la gentile moderatrice ha poi avuto modo di approfondire il discorso-To? No perchè se no sarebbe il colmo..
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#26 Guest_Oyuki_*

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Inviato 24 febbraio 2008 - 13:20

Ma la gentile moderatrice ha poi avuto modo di approfondire il discorso-To? No perchè se no sarebbe il colmo..


Ho appena terminato di recuperare l'intera filmografia.
Ora si tratta di cominciare.
Abbi fede.  ;)
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#27 Homer

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Inviato 26 febbraio 2008 - 08:32

In preda all'entusiasmo dei pochi commenti in merito a To, ho recuperato/sto recuperando e vedrò appena possibile: The Mission, PTU, Election, Exiled ed Election 2.

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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#28 Jules

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Inviato 26 febbraio 2008 - 13:41

:o
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#29 Homer

    Classic Rocker

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Inviato 26 febbraio 2008 - 14:09

Grazie al mulo eh :)
  • 0

"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#30 Guest_Oyuki_*

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Inviato 12 marzo 2008 - 23:14

PTU, altro cpaolavoro, stavolta siamo più nel campo ristretto del cinema d'azione, il consiglio in questo caso è di non mangiare pesante prima della visione...non c'è gore, ma l'andirivieni tra i vari spazi e gruppi di personaggi è talmente serrato che sembra di scendere da un prolungato giro sulle montagne russe...voto 9


Ho appena terminato di vederlo, veramente bello!
All'inizio avevo cominciato mettendolo in italiano ma il doppiaggio mi sembrava piuttosto fastidioso, per non dire scadente, quindi ho preferito optare per la lingua originale sottotitolata. Mi ha tenuto incollata per tutti i suoi ottantotto minuti e mi verrebbe da riguardarlo subito.

Notevole consiglio, Jules, grazie!

Vedrò di recuperare anche con gli altri titoli.


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#31 nicholas_angel

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Inviato 27 aprile 2008 - 20:11

Per gli appassionati del cinema di To, ecco una lettura che potrebbe essere interessante

http://www.thrauma.i...io=libri&id=612
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#32 Flight

    cosa rimane dentro noi

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Inviato 07 giugno 2008 - 09:04

Breaking News di Johnnie To, film assai sottostimato che si apre con un imponente piano sequenza - un dolly danzante di ben 6?? e 45? - che ci fa volteggiare sopra uno scontro a fuoco nelle strade di Hong Kong. Da brividi.

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Un rutilante e serrato hard-boiled (se si può così definire), complesso, sviscerato nelle sue facce, che è un esempio di saggio moderno di orchestrazione registica e di montaggio, sintesi inventiva, volti giusti.
Personaggi memorabili, fughe e inseguimenti entro perimetri di cemento sempre più asfissianti, oscuri e monocromatici, a produrre claustrofobici ??crescendo in ristretto?? come un cappio, sino a costringere cacciatore e preda in gabbie soffocanti o vincolandoli fisicamente a uno stesso destino o capriccio di caso; a mostrare doppiezze, legami possibili, plausibili ambiguità a svelare ogni menzogna, riconiugando in una lotta disperata, bene e male.

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L?? esplosione, ricorrente, come escapismo, inopinato riscatto della volontà a risolvere una lotta sostanzialmente pari, deflagrante atto di libertà, detonazione del genio personale e dello spirito libero, della individualità non soffocabile.

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fabio

#33 William Blake

    Titolista ufficiale

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Inviato 09 giugno 2008 - 13:57

Di Johnnie To ho visto 3 film...riciclo quello che scrissi all'epoca :P

FULLTIME KILLER  
Due killer si fronteggiano l'un l'altro per la conquista di un titolo: il migliore. O è l'algido professionista giapponese, logorato dalla morte che ogni giorno lo sfiora scalfendolo un poco, Tok è il presuntuoso assassino cantonese che si nutre di film d'avventura e video clip senz'altra ambizione che dirigere la sua vita come fosse quella del protagonista di uno spot. Entrambi infliggono la morte, entrambi scelgono un destino di solitudine, ma mentre O vorrebbe essere dimenticato e tenta di cancellare ogni traccia della sua esistenza, Tok cerca la fama e si esibisce in numeri da funambolo per attirare l'attenzione dei media e dell'opinione pubblica.

La regia è di Johnnie To e Wai Ka-fai, visto in lingua originale sottotitolato in inglese 
Era il primo film di To che vedevo e non ne sono rimasto deluso. Non vi aspettate il classico action made in Hong Kong ma piuttosto una satira verso la loro retorica. Tok (un Andy Lau che divora la scena) gioca a fare il sicario cool, gioca con gli stereotipi del killer cinematografico (le citazioni sono innumerevoli), da Alain Delon a Lèon/Reno passando per i personaggi di Cameron e Woo e i ladri mascherati di "Point Break". O è l'esatto opposto, un assassino silenzioso e zelante che non lascia tracce.
Li insegue un tenente della polizia che lascia il posto e finirà per scrivere la loro storia. Film divertente che non vuole essere altro uno spettacolone che dimostra il vuoto di certo cinema "leggero" che si prende troppo sul serio.


BREAKING NEWS
Molto più serio rispetto all'altro, riprende la tematica di spettacolo in senso di medium.

Davanti alle telecamere di una TV, un gruppo di banditi umilia la polizia, dopo una sparatoria seguita ad una rapina. Per riconquistarsi il favore del pubblico, i poliziotti dovranno stanare i malviventi usando lo stesso mezzo: la detective Rebecca Fong prepara un'operazione mediatica in cui ogni poliziotto viene dotato di una telecamera, e in cui la cabina di montaggio diventa centro nevralgico delle operazioni.
Film molto teorico che coniuga con coerenza una scelta di genere con un messaggio di autore: la manipolazione delle immagini per eessere usate dal Potere a loro piacimento.
To gira da dio: il film inizia con un piano sequenza di quasi 7 minuti in cui succede di tutto, sia visivamente (sparatoria infinita e fuga) che tecnicamente (dolly, grandangoli, virate). Dopo un inizio così da orgasmo il film si poteva anche concludersi e invece continua in un susseguirsi di evoluzioni registiche, split-screen, che rendono l'opera piacevolissima.
Il resto del film si svolge tutto in un palazzo, con un forte senso di claustrofobia e in un crescendo di esplosioni che però alla fin fine rendono la pellicola ripetitiva.
Il messaggio è semplice e diretto, anche scottante nel mondo delle guerre mediatiche. "Breaking news" è un film sulle possibilità di regia e sulla regia degli eventi, di come essi possano essere guidati dall'alto.
Quindi, se dal punto di vista teorico il film può dirsi riuscito, non si può dire lo stesso del lato "di genere", che si sfilaccia via via verso un finale scontato e dimostra l'eccessiva elementarietà di un intreccio lacunoso.
I protagonisti si rivelano bidimensionali (con il poliziotto parodia di se stesso che dice continuamente "li prenderò quei figli di puttana") e i loro dialoghi sul finale sono meccanici e ruffiani (si veda quelli via web cam e quello a tre dell'ascensore).
Insomma, non basta la regia a fare un grande show.
Con un po' di attenzione ne sarebe venuto fuori un lavoro eccelso, ma rimane comunque discreto...e con un pianosequenza da annali del cinema ;)


Election
Questo film, di cui avevo letto bene un po' da per tutto, mi ha deluso parecchio. Lento, a tratti noioso, è più un film sui meccanismi della mafia, che un poliziesco vero e proprio. Azione ridottissima, quasi nulla, per una regia di To molto trattenuta. Anche se qualcuno parla di scrupoloso analisi psicologica, non ho visto i protagonisti del film come personaggi memorabili. L'esplosione di violenza finale lascia di stucco, ma guardando all'insieme del film la considerai alquanto campata in aria e un surplus inutile. Mediocre.
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#34 corey

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Inviato 09 giugno 2008 - 14:22

Expect the Unexpected (Fai seung dat yin, 1998) di Patrick Yau, con Lau Ching-Wan, Simon Yam, Ruby Wong

Una banda di criminali da strapazzo tenta un colpo in una gioielleria senza riuscire a trafugare neanche un grammo d'oro. Durante la fuga, il più imbranato di loro si rifugia in un edificio che ospita il covo di una sanguinosissima gang. Segue scontro a fuoco. Comandato da Ken (Simon Yam) e Sam (Lau Ching-Wan), entrambi infatuati di Mandy (Ruby Wong), il distretto di polizia si mette sulle tracce dei gangster, che nel frattempo seminano sangue e terrore per le strade di Hong Kong.

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Prodotto dalla Milkyway Image, la celebre fucina hongkonghese creata da Johnnie To e Wai Ka-fai nella seconda metà degli anni '90, Expect the Unexpected è un noir metropolitano con leggere venature sentimentali diretto da Patrick Yau. La paternità del film è assai discussa, dal momento che il contributo di To sembra superare ampiamente il ruolo di produttore per configurarsi come quello di un vero e proprio grande burattinaio. Al di là dell'attribuzione univoca, è indiscutibile il "milkyway touch" che contraddistingue il film: sceneggiatura ricca di imprevisti e colpi di scena, ambientazione freneticamente urbana, alternanza e commistione dei registri narrativi (soprattutto action e romantic comedy).

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Di fatto il film, dopo aver indovinato una lunga sequenza iniziale tra il caciarone e l'esplosivo, bamboleggia per più di un'ora ciondolando tra siparietti sentimentali (con Simon Yam e Lau Ching-Wan che si contendono amabilmente Ruby Wong), ricerche infruttuose e scontri a fuoco di medio cabotaggio. Poi l'apocalisse: cinque minuti che dilaniano con metallica antispettacolarità tutto ciò che abbiamo visto fino a quel momento. Una carneficina agghiacciante, secca, allucinante. Spari che si conficcano nella carne con tonfi sordi, proiettili che crivellano le lamiere senza traiettorie coreografiche, inquadrature asciutte e rigorose come un Carpenter incanaglito da Friedkin: un vero e proprio antiheroic bloodshed che annichilisce il romanticismo del noir hongkonghese di wooiana memoria. Da qui si riparte. Da zero.

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i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#35 RandolphCarter

    life is cool

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Inviato 09 giugno 2008 - 19:17

EXILED è uno dei film piu' belli ed esaltanti che ho visto negli anni, un capolavoro di cui si parlerà per anni, o tra qualche anno molto piu' di adesso, tanto e' perfetto sotto ogni aspetto. Trattandosi poi di un vero e proprio western metropolitano (ci sono diversi omaggi al maestro Leone qua e la), non capisco come sia stato possibile ignorarlo in Italia, dove e' stato incredibilmente snobbato e non e' arrivato ne in sala (vabbe' Venezia non conta) ne in DVD, almeno per ora.


Proprio stra-bello Exiled, anche se purtroppo è l'unico che ho visto.
Si sa che la lungimiranza regna qui in Italia... ormai non mi stupisco più di niente.

...
E così altro cofanetto da comprare che si aggiunge a quello di Park Chan-Wook. Vedo già i quattrini che prendono il volo..  :'(

[EDIT] maledetti, grazie a voi li ho appena ordinati entrambi.  :D
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The sound of something important disappearing.

#36 mikeattacks

    aspirante indie

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Inviato 11 giugno 2008 - 04:30

Election
Questo film, di cui avevo letto bene un po' da per tutto, mi ha deluso parecchio. Lento, a tratti noioso, è più un film sui meccanismi della mafia, che un poliziesco vero e proprio. Azione ridottissima, quasi nulla, per una regia di To molto trattenuta. Anche se qualcuno parla di scrupoloso analisi psicologica, non ho visto i protagonisti del film come personaggi memorabili. L'esplosione di violenza finale lascia di stucco, ma guardando all'insieme del film la considerai alquanto campata in aria e un surplus inutile. Mediocre.


Io la penso diversamente. Noia proprio no! A mio modesto parere, film sontuoso e teso come una corda di un violino, che costruisce la tensione in modo molto sottile ed intelligente, senza mai farla esplodere (o meglio, facendola esplodere quando non te l'aspetti più).
E' vero, c'è poca azione nel primo capitolo, ma il secondo capitolo (Election 2: Harmony Is A Virtue) direi che sopperisce ampiamente a questa "mancanza", se di difetto si può parlare, per cui te ne raccomando la visione, e magari rivaluterai quanto visto alla luce del sequel.
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#37 corey

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Inviato 19 giugno 2008 - 23:34

Executioners (1993) di Johnnie To e Ching Siu-tung, con Anita Mui, Maggie Cheung, Michelle Yeoh, Kaneshiro Takeshi, Lau Ching-wan

In seguito a un attacco nucleare che ha contaminato le acque, le limitate e costosissime riserve idriche sono controllate da un uomo sfigurato e megalomane (Kim, il capo della Clear Water Corporation). Per salvare l'umanità dalla scarsità d'acqua e dalle manie di grandezza di Kim, occorre trovare nuove fonti incontaminate: Chat (Maggie Cheung) viene dunque inviata in spedizione, mentre Ching (Michelle Yeoh) e Tung (Anita Muy) cercano di sventare il colpo di stato organizzato da Kim con la complicità del comandante dell'esercito.

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Codiretto con Ching Siu-tung (stuntman, regista e responsabile delle coreografie di dozzine di wuxia e martial arts films), Executioners è il sequel del film dello stesso anno, il 1993, The Heroic Trio (non a caso il titolo alternativo è Heroic Trio 2: Executioners ). Si tratta del primo To "pre-Milkyway Image" che vedo (la casa di produzione verrà fondata solo tre anni dopo) e non nascondo la delusione : la messa in scena mi è parsa dozzinale (e la cosa non può essere giustificata invocando soltanto la natura sbarazzina del film), la sceneggiatura scombiccherata e sommaria (niente a che fare con l'esaltante spericolatezza degli script di Wai Ka-fai) e la metafora politica assai grossolana (il controllo idrico come specchio deformante delle paure legate all'imminente handover).

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Ci si consola, per modo di dire, con le sempre funamboliche sequenze d'azione orchestrate da Ching, con la scattante venustà del trio Mui-Yeoh-Cheung (quest'ultima di gran lunga la più convincente) e con alcuni sprazzi di autoironia che sfiorano il nonsense più bislacco (tanto per dirne una, per avvertire le compagne che ha trovato l'acqua incontaminata, Maggie Cheung si presenta con un pesce gatto in mano!).
Magari vedendo The Heroic Trio, chissà...
Ciao
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#38 William Blake

    Titolista ufficiale

  • Redattore OndaCinema
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Inviato 21 giugno 2008 - 09:15


Election
Questo film, di cui avevo letto bene un po' da per tutto, mi ha deluso parecchio. Lento, a tratti noioso, è più un film sui meccanismi della mafia, che un poliziesco vero e proprio. Azione ridottissima, quasi nulla, per una regia di To molto trattenuta. Anche se qualcuno parla di scrupoloso analisi psicologica, non ho visto i protagonisti del film come personaggi memorabili. L'esplosione di violenza finale lascia di stucco, ma guardando all'insieme del film la considerai alquanto campata in aria e un surplus inutile. Mediocre.


Io la penso diversamente. Noia proprio no! A mio modesto parere, film sontuoso e teso come una corda di un violino, che costruisce la tensione in modo molto sottile ed intelligente, senza mai farla esplodere (o meglio, facendola esplodere quando non te l'aspetti più).
E' vero, c'è poca azione nel primo capitolo, ma il secondo capitolo (Election 2: Harmony Is A Virtue) direi che sopperisce ampiamente a questa "mancanza", se di difetto si può parlare, per cui te ne raccomando la visione, e magari rivaluterai quanto visto alla luce del sequel.


il problema è proprio questo: non ho trovato il film teso. Quando esplode la tensione, a me non me ne fregava più niente, anzi, quasi quasi era pure prevedibile che non potesse finire a tarallucci e vino...
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Ho un aspetto tremendo, e non bado a vestirmi bene o a essere attraente, perché non voglio che mi capiti di piacere a qualcuno. Minimizzo le mie qualità e metto in risalto i miei difetti. Eppure c'è lo stesso qualcuno a cui interesso: ne faccio tesoro e mi chiedo: "Che cosa avrò sbagliato?"

#39 corey

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Inviato 27 giugno 2008 - 09:04

Fulltime Killer (Chuen jik sat sau, 2001) di Johnnie To, Wai Ka-fai, con Andy Lau, Sorimachi Takashi, Kelly Lin, Simon Yam

Colmo di invidiosa ammirazione per la fama del sicario giapponese O (Sorimachi Takashi), il killer cinese Lok (Andy Lau) inscena omicidi sempre più eclatanti e sfarzosi, cullando il desiderio di scalzare il rivale prima professionalmente e poi fisicamente. Tra i due valenti sicari capita Chin (Kelly Lin), assunta come domestica da O e sedotta come commessa di una videoteca da Lok. Sulle tracce di tutti la polizia, coordinata dal detective Lee (Simon Yam).

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Diretto a quattro mani dalla coppia To-Wai e tratto da un romanzo hardboiled di  Pang Ho-Cheung (debordante talento hongkonghese anche regista di perle quali You Shoot, I Shoot), Fulltime Killer è un noir ipercinefilo (piovono citazioni in ogni dove: da Point Break a Leon passando attraverso gli autoreferenziali Wu Yen e The Mission) e visivamente ipertrofico (la sontuosità dei movimenti di macchina raggiunge picchi di autentico feticismo).

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Certo, la stilizzazione è così marcata e abbagliante da far nascere il sospetto del virtuosismo gratuito, ma le prove assai convincenti e autoironiche del cast (impagabile Andy Lau che sfotte la propria presunta inespressività recitando mascherato) e il tono tra l'ossessivo e il patologico (senz'altro proveniente dalla fonte letteraria) restituiscono al film quell'anima nera che la spettacolarizzazione iconografica sembrava avergli sottratto. Finale leggendariamente videoludico.
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#40 corey

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Inviato 01 luglio 2008 - 10:09

Throw Down (Yau doh lung fu bong, 2004) di Johnnie To, con Louis Koo, Aaron Kwok, Cherrie Ying, Tony Leung Ka Fai, Jordan Chan

Sze-to (Louis Koo), ex judoka attualmente alcolizzato e sommerso dai debiti, gestisce un locale notturno a Hong Kong. Una sera, mentre si sta scolando qualche ettolitro di birra, all'After Hours si presenta Tony (Aaron Kwok), ramingo combattente sempre in cerca di avversari prestigiosi da sfidare.  Ma Sze-to ha ben altro a cui pensare, sicché, non appena smaltita la sbornia, coinvolge Tony e la sopraggiunta Mona (Cherrie Ying), aspirante showgirl sfrattata dalla padrona di casa per insolvenza prolungata, in un furto di destrezza ai danni di un temibile boss locale. Da allora i tre saranno inseparabili. O quasi.

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Dedicato ad Akira Kurosawa, salutato come "il più grande dei registi" nella didascalia finale del film, Throw Down è un judo movie che da una parte omaggia esplicitamente il maestro giapponese (in particolare la sua pellicola d'esordio Sugata Sanshiro del 1943) e dall'altra magnifica la poetica della meraviglia della Milkyway Image. Un film ubriaco nell'andatura, imprevedibile nelle svolte narrative e istintivo nell'indovinare le mosse giuste. Tra raffinatissima definizione dei personaggi (tutti sospesi e soavemente lunatici) e reinvenzione dello spazio urbano (la metropoli diventa un gigantesco tatami su cui combattere), Throw Down è senza ombra di dubbio una delle pellicole più importanti e personali della filmografia di Johnnie To.

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Colpisce non soltanto la determinazione con cui To accantona armi da fuoco e duelli al termine della notte per lasciare spazio ai corpo a corpo e a sfide di  sommo rispetto, ma soprattutto la torsione fisica che imprime al suo cinema e alla rappresentazione dei combattimenti. Non più traiettorie astratte e coreografie aeree (come è avvenuto ad Hong Kong dai tempi di Tsui Hark e Ching Siu-tung), ma strette avvinghianti e poderosi atterramenti. La spettacolarità sta tutta nel seguire la concentrata perfezione con cui la macchina da presa incalza i movimenti, esalta le leve e asseconda gli strappi cinetici dell'azione. Con un incipit e un finale in un canneto notturno letteralmente da brividi. Signori, l'epica tellurica di Johnnie To.
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#41 corey

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Inviato 04 luglio 2008 - 15:19

Exiled (Fangzhu, 2006) di Johnny To con Nick Cheung, Roy Cheung, Josie Ho, Suet Lam, Francis Ng, Richie Ren.

Quattro uomini si presentano a casa di Wo, a Macao. Due vogliono difenderlo, due farlo fuori. Ma i cinque si conoscono troppo bene per uccidersi a vicenda: la loro amicizia è più forte degli ordini del boss...

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Finalmente sono riuscito a vederlo. Un film cazzutissimo: (in)essenziale nello svolgimento narrativo (al punto che le scelte possono essere delegate al lancio di una monetina), grondante amicizia virile di stampo western e magnificente nello stile. Probabilmente è la prima volta che To "stira" la forma a questi livelli, trasformandola in una riflessione autonoma su un cinema che non esiste più (una sorta di elegia del western) e su una filosofia della vita all'insegna della generosità (il sacrificio come offerta della propria esistenza all'altro). Così si sfora in territori politici, sarcasticamente sbertucciati dalla figura del poliziotto prossimo alla pensione che fa finta di niente mentre a due passi da lui si stanno massacrando.

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Un autentico delirio di stilizzazione le sparatorie: non più tappe esplosive dell'azione ma punti di torsione dell'intreccio, snodi narrativi che decidono la sorte del racconto. Entra di prepotenza tra i miei To preferiti insieme a The Mission, PTU, Throw Down e The Sparrow.
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#42 corey

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Inviato 07 luglio 2008 - 09:32

Mad Detective (Sun taam, 2007) di Johnnie To, con Lau Ching-wan, Andy On, Lam Ka-tung, Kelly Lin.

Capace di risolvere per divinazione casi intricatissimi e in grado di visualizzare le personalità nascoste degli individui, il detective Bun (Lau Ching-wan) viene radiato dalla polizia per stranezze sempre più sconcertanti (come atto di riconoscenza nei confronti del superiore che va in pensione, si taglia un orecchio e glielo porge devotamente). L'ispettore Ho (Andy On) ha però bisogno del suo aiuto per scoprire che fine abbia fatto un poliziotto scomparso 18 mesi prima durante un inseguimento notturno nella foresta...

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Stupefacente poliziesco schizoide, Mad Detective testimonia la sovrumana altezza raggiunta dalla Milkyway Image, una casa di produzione che ormai si può permettere di frequentare generi e tradizioni cinematografiche riscrivendole interamente dalla sua prospettiva estetica. Si tratta non soltanto di una realtà produttiva solidamente strutturata e forte di un reparto creativo collaudato (lo staff che torna di film in film), ma di un progetto cinematografico sempre più sofisticato e ambizioso che sta rielaborando, complicandole e moltiplicandole, le coordinate dei generi classici.

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Stavolta tocca alla detective story: la figura dell'investigatore intuitivo e tormentato che giunge quasi per illuminazione alla soluzione del caso è materia  ampiamente convenzionale (da Edward G. Robinson de La fiamma del peccato a William L. Petersen di Manhunter), ma Johnnie To e il fido sceneggiatore Wai Ka-fai la amplificano e la frammentano a oltranza, portandola addirittura in territori adiacenti alla vertigine nera de La signora di Shanghai (film apertamente citato nella "sparatoria degli specchi" finale).

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Quello che conta però non è tanto il gioco intertestuale o citazionistico quanto la certosina precisione dell'intreccio (meno astruso di quanto sembri) e l'assoluta sicurezza con cui il film altalena tra soprannaturale e psichico senza mai perdere il senso della misura. Alla fine ci si ritrova con la netta sensazione di aver assistito alla tragedia di un uomo condannato dal proprio talento e dalla propria integrità (paradossale se pensiamo che si tratta di un film sulle scissioni) ad una vita di doloroso, irrecuperabile sradicamento. Dimenticavo: in questo film la misoginia di Johnnie To tocca vertici sublimi.
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#43 corey

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Inviato 08 luglio 2008 - 10:27

A Hero Never Dies (Chan sam ying hung, 1998) di Johnnie To, con Leon Lai, Lau Ching-wan, Fiona Leung, Mung Yo Yo, Michael Lam

Jack (Leon Lai) e Martin (Lau Ching-wan), bracci destri di due boss rivali, nutrono una profonda ammirazione reciproca: pur appartenenti a due gang in guerra e verosimilmente destinati ad uccidersi, non perdono occasione per manifestarsi segreta complicità. Dopo un furioso scontro a fuoco che decima le gang e che costa una tremenda mutilazione a Martin, i boss decidono di diventare soci, sbarazzandosi cinicamente dei due uomini fidati. Ma, aiutati dalle rispettive donne, Jack e Martin non ci stanno a farsi liquidare tanto facilmente...

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Un'autentica eccezione nella filmografia di Johnnie To questo A Hero Never Dies, tanto caldo e sentimentale quanto il successivo The Mission sarà gelido e antipatetico. Siamo dalle parti dell'heroic bloodshed di wooiana memoria, tutto sparatorie al rallentatore e musiche enfatiche. Certo, il discorso sulla manovalanza criminale (i boss che speculano sulla assoluta fedeltà dei propri soldati) e il codice di lealtà come regola suprema (Jack e Martin cementano la loro amicizia proprio perché onorevoli nemici) sono materia squisitamente toiana, eppure i toni disperatamente romantici e il manicheismo di fondo stridono più del dovuto.

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Rimarchevole il lavoro sull'illuminazione: se nelle sequene en plein air la luce ha una luminosità letteralmente epica (emblematiche in questo senso le sequenze ambientate in Thailandia), le scene d'interni sono invece saturate da neon cromaticamente acidi, quasi a proiettare la rappresentazione in una stratosfera tra l'onirico e il leggendario (esemplare lo showdown finale nel night club programmaticamente chiamato NASA). Non mancano inoltre suggestioni western (dal cappello indossato da Martin alle sequenze girate nel bar/saloon) e fiammeggianti squarci mélo (su tutti il crepuscolare cupio dissolvi della donna di Jack). Ciononostante preferisco il To più algido e astratto.
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#44 corey

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Inviato 11 luglio 2008 - 10:51

Election (Hak Se Wui, 2005) di Johnnie To con Nick Cheung, Simon Yam, Tony Leung Ka Fai, Louis Koo, Nick Cheung, Lam Ka Tung, Cheung Siu Fai, Lam Suet

A pochi giorni dall??elezione del nuovo presidente della triade di Hong Kong, carica ufficiale della durata di due anni, si scatena la rivalità tra Lok e Big D. Neppure la nomina di Lok sembra placare la tensione e il bastone intagliato che simboleggia il comando passa di mano in mano, seminando morte e violenza.

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Allora, qui è impossibile sbagliarsi: il cuore del film sta nel duello di caratteri. Da una parte Lok, rispettoso e nei ranghi, dall??altra Big D, sbruffone e eversivo. I due rappresentano l??alternativa secca della malavita organizzata (e non solo): la tradizione da onorare e l??innovazione dirompente. Lok è amato dagli anziani, depositari di una conoscenza che si basa sul valore dell??equilibrio, mentre Big D è apprezzato dai criminali che badano a far soldi e ad arraffare il più possibile.

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Sembrerebbe tutto semplice e scontato, invece il film prende una piega inaspettatamente antropologica, concentrandosi soprattutto sui rituali e sulle cerimonie, sull??apparato visibile della tradizione. Quello che conta allora non è tanto chi viene eletto, quanto il significato che il rito dell??elezione possiede per la comunità che si raggruppa attorno all??evento. E questo è il senso profondo, quasi archetipico, del film di To, che, se preso come un normale noir metropolitano rischia di apparire farraginoso e inconcludente.

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Non sorprende dunque che le sequenze di maggior pregnanza visiva siano quelle meno adrenaliniche ma più solidamente corali: la riunione degli anziani attorno ai tavoli da tè (si noti quanto la cinepresa indugi sulle tazzine, sulla libagione della bevanda, sui gesti), i dialoghi tra polizia e boss in centrale (in cui si ha l??impressione che le parti in causa più che attenersi alla legge stiano parlamentando) e la lunga cerimonia del giuramento (nella quale un montaggio ??formulaico? carica il momento di forti risonanze arcaiche).

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? insomma in questa dimensione sotterraneamente antropologica che Election (il titolo originale Hak se wui, ??associazione nera?, designa la triade come entità maligna) si toglie la maschera del noir e mostra il suo volto terribile e comunitario. Fratellanza e Tradimento: il linguaggio degli uomini.


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#45 corey

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Inviato 11 luglio 2008 - 12:28

Election 2 (Hak se wui yi wo wai kwai, 2006) di Johnnie To, con Louis Koo, Simon Yam, Nick Cheung, Cheung Siu-Fai, Lam Suet, Lam Ka-Tung

Sono passati due anni e il comando di Lok (Simon Yam) è scaduto, ma lo scaltro e avido presidente uscente esige un secondo mandato, in barba alle regole tradizionali che prevedono l'irripetibilità della carica. A contendergli il potere c'è però l'apprezzatissimo e dinamico Jimmy (Louis Koo), giovane uomo d'affari riluttante alla candidatura finché non si rende conto, complice un funzionario cinese, che la presidenza non può che giovare ai suoi traffici. Soprattutto in Cina.

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Di nuovo un duello di caratteri. O meglio un falso duello di caratteri, poiché la rivalità tra il sempre più torvo Lok (Yam) e l'inappuntabile Jimmy (Koo) è soltanto un pretesto per raccontare qualcosa di diverso e molto più cruciale. Che cosa? Non soltanto la crescente ingerenza cinese negli affari e nelle consuetudini di Hong Kong (questo è l'aspetto più palese e dichiarato del film) e non soltanto l'escalation di violenza generata dai tempi e dagli uomini nuovi (questo si indovinava già nel primo Election). Che cosa allora?

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Semplice: lo sgretolamento della comunità. Sotto i colpi sempre più potenti e incontrastabili del guadagno sfrenato e dell'individualismo, la Triade (emblematicamente chiamata Società Wo Shing) intesa come entità comunitaria, come tavolo attorno al quale concertare le decisioni, si incrina progressivamente fino a crollare del tutto. E' un film sulla disgregazione della comunità tradizionale (si veda la morte rovinosa del venerabile zio Teng) e sull'avanzata invincibile del postcapitalismo, qui rappresentato dal colosso cinese (la monumentale fermezza di Mr. Xi nel finale non dà adito a dubbi).

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In questo senso Election 2 è a tutti gli effetti il controtipo negativo di Election: se nel film dell'anno prima abbondavano i riferimenti alla cultura tradizionale, alle sue usanze e alle sue cerimonie (donde la grande quantità di rituali, giuramenti e riflessioni morali), in questa pellicola il sostrato arcaico svanisce letteralmente, circoscritto a un'evanescente apparizione nei titoli di testa, per lasciare spazio all'intraprendenza e all'iniziativa individuale, sempre più sanguinaria e sempre più cinica. Election 2 è un film di morte. Nonostante la gravidanza dell'epilogo.
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#46 corey

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Inviato 12 luglio 2008 - 10:29

PTU (2003) di Johnnie To, con Simon Yam, Maggie Shiu, Lam Suet, Ruby Wong

A causa di un??inutile sbruffonata, il sergente Lo viene attirato in un vicolo e pestato da quattro teppisti. Quando si risveglia non ha più la pistola d??ordinanza: per evitare che i superiori ne vengano a conoscenza, dovrà recuperarla prima che la notte finisca.

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Autore di una filmografia letteralmente sbalorditiva per numero di titoli (più di 40 in meno di trent??anni di attività) e per varietà di generi (commedie, mélo, horror, action, fantasy, thriller e noir), Johnnie To è senza ombra di dubbio una delle figure artistiche più significative del cinema contemporaneo. Oltre ad aver girato personalmente pellicole che hanno riscritto i parametri estetici dell??action movie, a metà degli anni Novanta il cineasta hongkonghese ha creato insieme a Wai Ka-Fai, regista e sceneggiatore, la casa di produzione Milkyway Image, vera e propria officina di sperimentazione e ricerca all??interno del sistema dei generi.

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In un progetto estetico così imponente ed in una filmografia tanto ricca è ovvio che non tutti i titoli abbiano la stessa qualità, alcune pellicole sono concepite per mero intrattenimento spettacolare (sempre di buon livello, comunque) ed altre sfruttano formule di sicuro successo commerciale. Ma in questo panorama estremamente vario e frastagliato svettano alcuni action, thriller e noir semplicemente entusiasmanti come A Hero Never Dies, The Mission, il dittico Election/Election 2 , il "westernoir" Exiled e, appunto, PTU.

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Scritto e realizzato frammentariamente (To lo ha girato negli intervalli di tempo tra una commedia e un??altra, impiegando addirittura più di due anni per concluderlo), PTU è uno dei capolavori del cineasta hongkonghese e uno dei noir metropolitani più stupefacenti degli ultimi dieci anni. Notturno, teorico, sorprendente, il film mette in scena una vicenda apparentemente elementare: il sergente Lo (Lam Suet) della Divisione Anticrimine deve recuperare la pistola perduta durante un??aggressione di cui è stato vittima. Come aiutante ha il sergente Ho (Simon Yam) della PTU (Police Tactical Unit) ?? l??amicizia tra i due sottoufficiali è controllatissimo sottotesto - e come oppositore l??ispettrice Leigh (Ruby Wong) del CID (Criminal Investigation Department). La situazione si complica però a causa di una guerra tra clan rivali che si interseca casualmente con la vicenda di Lo. Ad ingarbugliare ulteriormente le cose provvedono infine tutta una serie di errori, equivoci e coincidenze che trasformano la ricerca dell??arma in un vero e proprio viaggio al termine della notte.

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Fatalità è il concetto chiave, nel duplice senso di caso e destino: gli eventi fortuiti (la scomparsa della pistola, l??omicidio di Ponytail, lo scambio dei cellulari, l??arrivo inopinato della banda di gangster nello showdown finale) si susseguono ininterrottamente fino a comporre un mosaico dal sapore fatale, in cui il gratuito trasfigura nel necessario. Infaticabile artefice di questo disegno è la macchina da presa, implacabile nel tracciare traiettorie visive di matematica precisione: sempre in anticipo di qualche secondo sullo scoppio dell??azione, la mdp lascia che gli eventi ??accadano? di fronte al suo sguardo. Il profilmico sublima in teatro dell??inevitabile. Orchestrato da un montaggio semplicemente perfetto, in questo senso PTU incarna compiutamente ?? cinematograficamente ?? l??idea di determinismo così tipica e indispensabile per il film noir. Per trovare un esempio altrettanto stringente occorre risalire trent??anni indietro, al capo d??opera di Jean-Pierre Melville Le cercle rouge (I senza nome, 1970).

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Fatalità cinematografica inverata dunque attraverso le posizioni e i movimenti della macchina da presa. Ma anche per mezzo della luce. Se The Mission (1999) era un film di pura plasticità, PTU è il film della luminescenza: fredda, la luce artificiale biancheggia sulle superfici, piove dal cielo sotto forma di vapore fosforescente. La cinepresa segue queste scie luminose, guidata da pulsazioni luccicanti. PTU è un film che dà concretezza visiva all??espressione ??venire alla luce?: attraversare l??oscurità per raggiungere porzioni di spazio illuminate significa guadagnarsi il diritto all??esistenza. L??insicurezza esistenziale si identifica con l??intermittenza luminosa: la luce, sarcasticamente discontinua nelle tenebre hongkonghesi, è salvezza. Forse.
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#47 corey

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Inviato 14 luglio 2008 - 10:52

Yesterday Once More (Lung fung dau, 2004) di Johnnie To, con Andy Lau, Sammi Cheng, Jenny Hu, Carl Ng, Hui Siu-hung

Moglie e marito, ladri provetti, si separano per una futile spartizione del bottino. Poco dopo lei accetta la proposta di matrimonio di un insignificante rampollo solo per impossessarsi della preziosissima collana della madre. L??ex marito si mette in mezzo organizzando il furto della collana e coinvolgendo l??ex moglie in una girandola di avvenimenti che, in una continua sfida di abilità e astuzia, li metteranno costantemente l??uno di fronte all??altra. Intanto l??intesa cresce?

http://giotto.ibs.it...e=8032134041873

Commedia sofisticata all??insegna della stravaganza e della giocosità, Yesterday Once More conferma la straordinaria vitalità e imprevedibilità del cinema di Johnnie To (e per estensione della Milkyway Image tutta). Attorno ad un nucleo strutturante di commedia sentimentale (le schermaglie tra due ex coniugi separatisi per motivi apparentemente futili) si dipanano motivi e situazioni provenienti da altri pianeti cinematografici (action, mélo, noir e slapstick) in un mélange di infallibile fascino e irresistibile seduzione.

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Pur richiamando e frequentando atmosfere lubitschiane (Trouble in Paradise, ovviamente) e jewisoniane (il tripudio di split-screen nei titoli di testa evoca inequivocabilmente The Thomas Crown Affair), Yesterday Once More costruisce un percorso tutto suo, zigzagando con estrema agilità tra quadri e set apparentemente inconciliabili (i grattacieli di Hong Kong, le piazze e i vicoli di Udine, cinodromi, ippodromi, sale da bowling, le montagne friulane), ma coordinati da una regia di una soavità impagabile.

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La mdp plana leggera negli ambienti disegnando traiettorie felpate e preziose, Andy Lau e Sammi Cheng duettano splendidamente e Johnnie To concede loro ampia libertà interpretativa, osservandoli con uno sguardo sornionamente etologico (verissimo che le loro danze di corteggiamento fanno venire in mente due furetti, come osserva Placereani). Una coreografia ludica e guizzante che tuttavia non rinuncia a momenti di amara riflessione, subito stemperati nella cangianza dei registri filmici. Non mette conto dilungarsi oltre nella descrizione di un film che ha nell??inafferrabilità la sua maggior ragion d??essere, rimandiamo senz??altro alla visione di una pellicola che, collocata all??interno di una filmografia letteralmente stupefacente come quella di Johnnie To, ribadisce con mercuriale vivacità il piacere e la necessità di un cinema così apolide (non solo geograficamente). Puro edonismo filmico con finale pensante.
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i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#48 corey

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Inviato 14 luglio 2008 - 23:01

Breaking News (Daai si gin, 2004) di Johnnie To, con Kelly Chen, Nick Cheung, Cheung Siu-fai, Hui Shiu Hung, Simon Yam.

Stavolta non scrivo la trama perché non ho voglia.

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Sontuosità visiva, esuberanza tematica, intreccio sterzante: Johnnie To ci consegna un??altra perla gioiosamente irregolare da aggiungere ad una filmografia di straordinaria ricchezza. Ancora una volta il cineasta hongkonghese declina l??action a modo suo, volteggiando con rara sapienza tra sparatorie sibilanti e spettacolarizzazioni massmediatiche, tra inseguimenti metropolitani e assedi grotteschi, senza mai cadere nel déjà vu o nella monotonia narrativa, ma alternando felicemente generi e toni differenti.

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? proprio l??ibridazione dei generi, secondo chi scrive, a costituire la chiave di lettura più adatta per questo Breaking News. Se infatti il côté mediologico del film - la critica alla strumentalizzazione dell??informazione - difetta di autentico mordente, finendo per sclerotizzarsi in schematico scontro d??immagine tra polizia e rapinatori, la cangianza dei registri funziona alla perfezione, zigzagando tra sprazzi farseschi, siparietti da commedia sentimentale e affondi noir, per lasciare infine spazio a uno squarcio mélo di sorvegliata sinteticità.

[img]http://images.google.it/url?q=http://www.cineboom.it/immaginiarticoli/breaking_news_03.jpg&usg=AFQjCNHkhsBFfockFfCarA0bWP35URiCPg[/img]

Il tutto sovrastato da uno sguardo di vertiginosa maestria stilistica: le sequenze d??azione sono sinfonie visive di cocente bellezza. All??imponente piano sequenza iniziale - un dolly danzante di ben 6?? e 45? - vanno senz??altro aggiunti i plastici scontri a fuoco nei corridoi dell??edificio e la sparatoria verticale nel vano dell??ascensore. Non è tutto. Split-screen tattici, ralenti distillatissimi, carrelli avvolgenti, steadycam labirintica: momenti di pura forma in cui a imporsi è l??intensità della trasfigurazione estetica. Fare attenzione, durante le sparatorie i rapinatori non corrono mai: rubare tempo alla morte è il più sublime dei crimini.

[img]http://www.readingeagle.com/blog/moviehouse/breaking%20news.jpg[/img]
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#49 corey

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Inviato 12 luglio 2008 - 10:29

PTU (2003) di Johnnie To, con Simon Yam, Maggie Shiu, Lam Suet, Ruby Wong

A causa di un??inutile sbruffonata, il sergente Lo viene attirato in un vicolo e pestato da quattro teppisti. Quando si risveglia non ha più la pistola d??ordinanza: per evitare che i superiori ne vengano a conoscenza, dovrà recuperarla prima che la notte finisca.

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Autore di una filmografia letteralmente sbalorditiva per numero di titoli (più di 40 in meno di trent??anni di attività) e per varietà di generi (commedie, mélo, horror, action, fantasy, thriller e noir), Johnnie To è senza ombra di dubbio una delle figure artistiche più significative del cinema contemporaneo. Oltre ad aver girato personalmente pellicole che hanno riscritto i parametri estetici dell??action movie, a metà degli anni Novanta il cineasta hongkonghese ha creato insieme a Wai Ka-Fai, regista e sceneggiatore, la casa di produzione Milkyway Image, vera e propria officina di sperimentazione e ricerca all??interno del sistema dei generi.

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In un progetto estetico così imponente ed in una filmografia tanto ricca è ovvio che non tutti i titoli abbiano la stessa qualità, alcune pellicole sono concepite per mero intrattenimento spettacolare (sempre di buon livello, comunque) ed altre sfruttano formule di sicuro successo commerciale. Ma in questo panorama estremamente vario e frastagliato svettano alcuni action, thriller e noir semplicemente entusiasmanti come A Hero Never Dies, The Mission, il dittico Election/Election 2 , il "westernoir" Exiled e, appunto, PTU.

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Scritto e realizzato frammentariamente (To lo ha girato negli intervalli di tempo tra una commedia e un??altra, impiegando addirittura più di due anni per concluderlo), PTU è uno dei capolavori del cineasta hongkonghese e uno dei noir metropolitani più stupefacenti degli ultimi dieci anni. Notturno, teorico, sorprendente, il film mette in scena una vicenda apparentemente elementare: il sergente Lo (Lam Suet) della Divisione Anticrimine deve recuperare la pistola perduta durante un??aggressione di cui è stato vittima. Come aiutante ha il sergente Ho (Simon Yam) della PTU (Police Tactical Unit) ?? l??amicizia tra i due sottoufficiali è controllatissimo sottotesto - e come oppositore l??ispettrice Leigh (Ruby Wong) del CID (Criminal Investigation Department). La situazione si complica però a causa di una guerra tra clan rivali che si interseca casualmente con la vicenda di Lo. Ad ingarbugliare ulteriormente le cose provvedono infine tutta una serie di errori, equivoci e coincidenze che trasformano la ricerca dell??arma in un vero e proprio viaggio al termine della notte.

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Fatalità è il concetto chiave, nel duplice senso di caso e destino: gli eventi fortuiti (la scomparsa della pistola, l??omicidio di Ponytail, lo scambio dei cellulari, l??arrivo inopinato della banda di gangster nello showdown finale) si susseguono ininterrottamente fino a comporre un mosaico dal sapore fatale, in cui il gratuito trasfigura nel necessario. Infaticabile artefice di questo disegno è la macchina da presa, implacabile nel tracciare traiettorie visive di matematica precisione: sempre in anticipo di qualche secondo sullo scoppio dell??azione, la mdp lascia che gli eventi ??accadano? di fronte al suo sguardo. Il profilmico sublima in teatro dell??inevitabile. Orchestrato da un montaggio semplicemente perfetto, in questo senso PTU incarna compiutamente ?? cinematograficamente ?? l??idea di determinismo così tipica e indispensabile per il film noir. Per trovare un esempio altrettanto stringente occorre risalire trent??anni indietro, al capo d??opera di Jean-Pierre Melville Le cercle rouge (I senza nome, 1970).

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Fatalità cinematografica inverata dunque attraverso le posizioni e i movimenti della macchina da presa. Ma anche per mezzo della luce. Se The Mission (1999) era un film di pura plasticità, PTU è il film della luminescenza: fredda, la luce artificiale biancheggia sulle superfici, piove dal cielo sotto forma di vapore fosforescente. La cinepresa segue queste scie luminose, guidata da pulsazioni luccicanti. PTU è un film che dà concretezza visiva all??espressione ??venire alla luce?: attraversare l??oscurità per raggiungere porzioni di spazio illuminate significa guadagnarsi il diritto all??esistenza. L??insicurezza esistenziale si identifica con l??intermittenza luminosa: la luce, sarcasticamente discontinua nelle tenebre hongkonghesi, è salvezza. Forse.
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#50 corey

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Inviato 14 luglio 2008 - 10:52

Yesterday Once More (Lung fung dau, 2004) di Johnnie To, con Andy Lau, Sammi Cheng, Jenny Hu, Carl Ng, Hui Siu-hung

Moglie e marito, ladri provetti, si separano per una futile spartizione del bottino. Poco dopo lei accetta la proposta di matrimonio di un insignificante rampollo solo per impossessarsi della preziosissima collana della madre. L??ex marito si mette in mezzo organizzando il furto della collana e coinvolgendo l??ex moglie in una girandola di avvenimenti che, in una continua sfida di abilità e astuzia, li metteranno costantemente l??uno di fronte all??altra. Intanto l??intesa cresce?

http://giotto.ibs.it...e=8032134041873

Commedia sofisticata all??insegna della stravaganza e della giocosità, Yesterday Once More conferma la straordinaria vitalità e imprevedibilità del cinema di Johnnie To (e per estensione della Milkyway Image tutta). Attorno ad un nucleo strutturante di commedia sentimentale (le schermaglie tra due ex coniugi separatisi per motivi apparentemente futili) si dipanano motivi e situazioni provenienti da altri pianeti cinematografici (action, mélo, noir e slapstick) in un mélange di infallibile fascino e irresistibile seduzione.

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La mdp plana leggera negli ambienti disegnando traiettorie felpate e preziose, Andy Lau e Sammi Cheng duettano splendidamente e Johnnie To concede loro ampia libertà interpretativa, osservandoli con uno sguardo sornionamente etologico (verissimo che le loro danze di corteggiamento fanno venire in mente due furetti, come osserva Placereani). Una coreografia ludica e guizzante che tuttavia non rinuncia a momenti di amara riflessione, subito stemperati nella cangianza dei registri filmici. Non mette conto dilungarsi oltre nella descrizione di un film che ha nell??inafferrabilità la sua maggior ragion d??essere, rimandiamo senz??altro alla visione di una pellicola che, collocata all??interno di una filmografia letteralmente stupefacente come quella di Johnnie To, ribadisce con mercuriale vivacità il piacere e la necessità di un cinema così apolide (non solo geograficamente). Puro edonismo filmico con finale pensante.
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