la scuola italiana è ultima in Europa in qualsiasi settore. alcune persone che ho avuto l'onere di preparare in filosofia, sono la testimonianza perenne di quanto tragicamente inesatto i professori insegnino loro. una sorta di sintesi della sintesi sperticata, slabbrata, di una operazione che invece, vorremmo simile all'arte.
la scuola italiana è ultima in Europa per la pigrizia socio sanitaria di tutti i partecipanti, tranne i teschi che vivono la scuola superiore come una missione laica o persino para religiosa.
la scuola italiana è ultima in Europa perché sta scoprendo solamente adesso l'informatica, e la Rete non viene più stigmatizzata da calve insegnanti di lettere moderne come strumento luciferino, ma diviene risorsa permanente soprattutto per la plebe più povera della povertà assoluta.
la scuola italiana è ultima in Europa perché i professori sono anziani e non vogliono cedere, anche se, mi dicono sono meno rigidi dei miei tempi, quelli ove se ti presentavi in classe in jeans strappati venivi licenziato in tronco e deflorato dalla mannaia cinica del bidello sbirro ruffiano.
la scuola italiana è ultima in Europa perché non siamo nemmeno consapevoli ove siamo, cosa cavolo facciamo in codesta Europa, che sta divenendo ormai, forse lo è già, il monolite dell'Essere posto da una massa di cretini burocratici post Kafka.
la scuola italiana, democraticamente parlando, andrebbe aperta a tutte le razze e condizioni sociali, anche ai vagabondi tutti insieme e appassionatamente senza più limite di età e di censo. lingua italiana con variazioni franco algerine incluse e roboanti amplessi con il germanico e il russo.
la scuola italiana dovrebbe suicidarsi per trasformarsi in una nuova entità, un edificio immobile che telepaticamente dopo aver innestato a tutti gli studenti severi fluidi lisergici e di comando, riduce la scuola come struttura in un numero negativo e rimpiazza i scatoloni ottocenteschi targati come istituti superiori come campi di accoglimento per profughi, sportivi militanti, persone con gravi disabilità mentali, barboni ostinati a non recedere di un passo, peccatori che vogliono redimersi, cartomanti che hanno superato gli ottanta anni e androgini vari.
la scuola italiana sta producendo una gioventù molle anche dal punto di vista fisico, le quindicenni di adesso sbocciano precocemente sia in tette che in culo, ma è il corpo in sé alla Spinoza, che va modificato da almeno una dozzina di ore settimanali in palestre nuove fiammanti e piscine ricavate direttamente dalla zona idrogeno del nuovo sindaco di Roma e forse dell'intero Parlamento italiano.
la scuola italiana purtroppo rimane sempre una utopia, ferma alle rivoluzioni socio massa enduro, e non fa il salto di categoria, rimanendo nel truce pantano dei bassifondi della serie b, o forse campionato nazionale dilettanti. ai miei tempi quando scoprivano che un ragazzo fumava una paglia, tranquillamente, seduto sulla tazza sporca del bagno, questi veniva letteralmente crocefisso in giardino e per quattro giorni non poteva muoversi, mangiare e dormire nonché svolgere le quotidiane e non quotidiane evacuazioni fisiologiche ritenute giustamente (?) un inutile perdita di tempo verso l'agre sudore della Magna Redenzione.
la scuola italiana si guarda allo specchio e si vede bella. nuovi professori che arrivano negli edifici tardo settecenteschi in motorino e vestiti elegantemente che puntano le sedicenni con la stessa ardita spudoratezza dei porno star più arrapati, professoresse che non arrivano ai trenta e sono già bruciate fuori e dentro, da almeno tre matrimoni andati a pezzi e trasformano la lezione di geografia in una sorta di miserabile seduta psicoterapeuta con anime in movimento che stanno crescendo, tra mille virgolette. poca religione comunque, ed è la cosa peggiore.