La scuola
#151
Inviato 24 novembre 2013 - 23:16
Non so bene che dirti, le cose variano molto di anno in anno (per dire: io ho avuto il culo di "beccare" il TFA, ma ora sembra sia tutto bloccato) ma la sensazione generale è che in questa fase politica non ci sia alcun interesse reale a modificare in maniera sostanziale la situazione dell'insegnamento scolastico. Personalmente trovo che la più grossa piaga non sia il precariato in sé, non sia la mancanza di fondi, non sia la riforma (che è molto meno peggio di quel che si pensi "fuori", almeno per la materia di cui mi occupo), né la scarsa retribuzione degli insegnanti rispetto alla media europea, bensì la sostanziale mancanza di riconoscimenti per il merito e/o di possibilità operative per arginare i demeriti.
Con una mole di precari decisamente importante, una scuola è comunque retta da quello "zoccolo duro" di insegnanti ultracinquantenni che è lì stabile da anni e, salvo eccezioni, non ha stimoli né interessi a mettersi in gioco cercando di aggiornare la propria didattica ai tempi che cambiano. Il risultato è che un giovane, intraprendente, benintenzionato neo-insegnante si trova molto presto a scontrarsi con un nucleo molto solido e organizzato di "conservatori" che osteggia ogni tentativo di cambiamento. Visto il potere conferito dall'Autonomia Scolastica ai singoli istituti, e in particolare ai Dipartimenti Disciplinari, questo mettere i bastoni fra le ruote può rivelarsi decisamente fastidioso e frustrante.
Si aggiunga che la politica dei sindacati scolastici è tutta tesa all'immissione in ruolo prioritaria per i precari di lungo corso, e fortemente contraria e a una selezione di tipo meritocratico sui precari in questione, e ancora di più all'introduzione di un sistema di bonus/malus di qualunque genere (dallo scatto di stipendio per i docenti che assumono responsabilità maggiori, alla possibilità di estromettere insegnanti incompetenti o inadatti al ruolo) riguardanti i docenti in ruolo.
Nonostante questo, io sono contento di quello che faccio e mi ritengo per il momento fortunato. Consiglierei questa strada solo a chi avvertisse molto fortemente la vocazione e sentisse di avere le "spalle larghe" a sufficienza (grazie a idee chiare, una formazione didattica già avviata e una certa predisposizione personale al confronto critico) per affrontare istituzioni scolastiche spesso farraginose, conservatrici. poco ricettive e spesso limitate economicamente. Se uno è pronto ad accettare questo e a combatterci, ne vale la pena.
#152
Inviato 25 novembre 2013 - 10:30
Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.
#153
Inviato 04 dicembre 2013 - 18:06
http://www.theguardi...ience?CMP=fb_gu
HK REPRESENTZ
I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった。」
#154
Inviato 04 dicembre 2013 - 18:08
http://www.youtube.com/watch?v=LvVBEpfplBQ
#155
Inviato 04 dicembre 2013 - 18:20
Siamo vittime di una trovata retorica.
#156
Inviato 26 agosto 2014 - 15:10
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#157
Inviato 26 agosto 2014 - 15:42
boh, va detto che i primi paesi credibili sono korea (almeno è un dato onesto che riflette l’interezza del paese) e giappone e tutti i -china non valgono niente (va beh, ormai vale la pena commentare i prossimi: tanto l'aspetto interessante di questi test penso sia la serie storica - anno per anno - per uno stesso sistema scolastico). io sono felice di non aver mai fatto un compito di matematica a risposta multipla, comunque.
se non sbaglio i punteggi italiani (e non abbiamo classi differenziali, noi) di matematica stanno crescendo, comunque, nonostante sia peggiorata la didattica (le dimensioni medie delle classi sono cresciute, le risorse sono le stesse o meno, i programmi pure, i libri identici...); la differenza - come al solito - è che gli alunni vengono addestrati al test per via delle prove invalsi (e sia invalsi che ocse dovrebbero scoraggiare le simulazioni in classe, per esempio).
:c
#158
Inviato 27 agosto 2014 - 14:37
Idem.io sono felice di non aver mai fatto un compito di matematica a risposta multipla, comunque.
Grazie.
#159
Inviato 27 agosto 2014 - 15:16
Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.
#160
Inviato 28 agosto 2014 - 05:11
- Spezzare un file grande per poterlo salvare su più Pen Drive.
voter negativity
Gozer il Gozeriano 119
reallytongues 112
#161
Inviato 17 ottobre 2014 - 22:38
Trovo questo articolo di Michele Boldrin davvero condivisibile: http://noisefromamer...oliamo-classico
Molto interessante questo punto:
(3) Piaccia o meno, e nonostante le mille riforme, persino oggi al classico si insegna non tanto greco e latino ma, soprattutto, un modello del mondo che è quello pre-scientifico, pre-moderno. Mi dispiace, per cercare di articolare questo dovrei forse scrivere un noioso libro e non ne ho il tempo, quindi sarò brutale. Si insegna un modello del mondo in cui, anzitutto, conta lo status ricevuto e conta la retorica nell'arena publica, conta il saper argomentare la propria posizione e non contano i fatti bruti. Un modello del mondo in cui l'efficienza ed il cambiamento devono sempre cedere il posto alla tradizione ed in cui la logica (che, mi dispiace, è matematica) è secondaria all'opinione e, appunto, all'argomentare. Un mondo nel quale - giustificatamente al tempo, ossia tra i 700 ed i 2000 anni orsono - si riteneva di aver inteso "tutto" quello che v'era da intendere e di poter sedere tranquillamente in cima all'universo in possesso di una "saggezza" tanto antica quanto, molto spesso, cinica e disincantata. Un mondo nel quale il cambiamento continuo che l'innovazione determina entra solo di sfuggita nel corso di studi perché, alla fine, se si studiano e leggono continuamente cose di un mondo che per secoli è stato uguale a se stesso, al centro del quale c'era l'Europa nell'ombelico della quale (si fa per dire) ci stava l'Italia, si finisce (in media, sia chiaro) per pensare che non solo era cosi, è GIUSTO che sia così in secula seculorum. Amen.
Sono poi particolarmente d'accordo con le soluzioni proposte, a parte l'abolizione dell'educazione fisica, che ritengo invece vada incentivata:
- Scuola dell'obbligo uguale per tutti sino ai 16 anni. Sto parlando di scuola pubblica, visto che c'è: notoriamente sono a favore di buoni scuola e scuole gestite privatamente (non per profitto) da fondazioni/cooperative private in concorrenza fra loro, ma questo è un altro tema, non mischiamo. In altre parole: 5 anni di elementare e 5 anni di media uguali (per, diciamo, 3/4 dei contenuti) per tutti ed obbligatorie. Che insegnino il mondo in cui si vive, che include certo l'italiano ma anche l'inglese (tutte bilingue, dall'età di sei anni in avanti), la matematica, le scienze, l'informatica. Niente religione, latino, educazione fisica, filosofia, greco, storia dell'arte. Mi dispiace ma sono lussi che vanno acquisiti, se ce lo si può permettere, dopo. Geografia del mondo, matematica, scienze, inglese (cinese, tedesco, spagnolo, fate vobis), informatica, storia del mondo, economia, e, certamente, lingua e letteratura italiana - comprensibile ed apprezzabile tra i 10 ed i 16 anni, inutile fargli studiare Parini, Foscolo, Petrarca o Gadda a quell'età! Formare cittadini di questo mondo, capaci di prendere il volo, se vogliono e ne sono capaci, in questo mondo. Non in quello di quel pirla di Giovanni Gentile e del suo duce.
- Due (non tre, due perbacco che in tutto il mondo a 18 vanno al college!) anni di formazione superiore pre-universitaria o di avviamento al lavoro. Elettiva, ovviamente, e quanto differenziata volete. Non serve fare istituti "specializzati" come ora! Basta una "scuola superiore pre-universitaria" dove vanno tutti quelli che ci vogliono andare a seconda di dove vivono o scelgono di andare (avete mai pensato al valore che si acquisisce a quell'età avendo come compagni di classe persone diverse, che studiano anche cose diverse ed hanno ambizioni diverse nella vita?) ed all'interno della quale - fatti salvi corsi di base comuni sulle materie veramente fondamentali (italiano, inglese, matematica, storia del mondo, scienze naturali, informatica) - lo studente possa prendere quello che vuole, dal sanscrito alla fisica delle particelle, se la capisce, alla danza, se la domanda è sufficiente per pagare un'insegnante, al greco, ovviamente. E, possibilmente, anche dei corsi su come si fanno le scarpe di lusso ed i semiconduttori, sempre che vi sia domanda.
#162
Inviato 18 ottobre 2014 - 07:31
il faut se radicaliser.
#163
Inviato 18 ottobre 2014 - 08:44
Io son d'accordo su molte cose che ha scritto. ho fatto il classico, e son cresciuto in un ambiente in cui "faceva figo" disprezzare le materie scientifiche, "non ti preoccupare di non esser bravo in matematica, è di famiglia," è colpa del professore. La cosa più grave è stata che il mio liceo classico mi ha permesso di diplomarmi col massimo dei voti nonostante 5 anni di 4 fisso in matematica, rafforzando le mie stupide convinzioni del tempo (ho fatto il "maxi sperimentale Brocca" con il programma di matematica dello scientifico-almeno così dicevano).
Il problema è continuato all'università dove il cinese veniva insegnato più per diventare filologi o esperti di poesia Tang che per svolgere un lavoro. E ora a quasi trent'anni provo un forte senso di inferiorità intellettuale per la mia ignoranza.
Però parlare di abolizione è più che altro una boutade per sollevare il problema. Si potrebbero piuttosto razionalizzare i programmi, mi sembra che perfino in Germania che in Olanda ci sono scuole superiori che insegnano latino e greco, che comunque nolenti o volenti sono due componenti della nostra cultura.
I problemi legati al classico per me sono principalmente due (alla luce della mia ristretta esperienza in Sicilia e di quella di numerose persone, per lo più del Sud, con cui ho studiato o vissuto durante l'università):
1) Il corpo docente è spesso intellettualmente ammuffito e fuori dalla realtà contemporanea, e questo mi sembra un problema insuperabile perché continua a perpetuarsi all'università (io son sicuro che la maggior parte dei miei docenti una decina di anni fa non sapeva usare un computer per svolgere il suo lavoro)
2) il fatto che almeno in Sicilia la scelta delle superiori si riduce spesso ai due licei perché le scuole professionali sono per lo più parcheggi e ghetti, dove i professori spiegano regolarmente in dialetto e le strutture sono fatiscenti. E' logico che in un ambiente del genere una buona parte dell'offerta formativa venga eliminata a priori.
In sintesi, mi pare che se ne dovrebbe ridurne la centralità ed il prestigio (quello sì ormai superato) soprattutto al Sud. E poi trovare il modo per dare maggior peso alle materie scientifiche e almeno l'inglese (magari ancorandolo fin dalle superiori al passaggio di prove tipo l'IELTS o il TOEFL) all'interno di un programma che includa filosofia (magari dando più peso alla filosofia analitica e meno ai neoplatonici?) latino, e greco antico. Da questo punto di vista il programma Brocca mi sembrava un buon punto di partenza (anche se con l'effetto "calderone") ma mi sembra che negli ultimi anni è stato annullato (almeno nel mio Liceo).
una cosa da niente insomma...
PS una cosa da abolire seduta stante per me è l'idea del "tema," quella sì davvero deleteria. Mi è costata tantissima fatica (insieme all'aiuto della mia ragazza) imparare a scrivere in inglese accademico, e non mi riferisco ai problemi linguistici, ma alla dovuta capacità di sintesi, chiarezza e sobrietà linguistica.
I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった。」
#164
Inviato 18 ottobre 2014 - 08:56
Ho letto e scrivo qualche impressione di getto.
Sono d'accordo sul principio di radicale riduzione delle ore alle sole materie "essenziali" e poi riservare il resto delle ore all'attività fisica e alle materie complementari/di piacere personale.
Spiace non dica una parola sul vero primo problema della scuola: l'eliminazione della moltitudine di capre che ci sono in cattedra e la sostituzione con insegnanti bravi, motivati e se possibile pagati decentemente.
Obbligo scolastico: va inteso il senso del tutto, perché se la materna non è obbligatoria e la paghi poi (spiegatemi il motivo) è giusto trovarsi il 14-15-16-17-18 enne (e andate avanti voi visto che ci sono 40enni all'università) presenti là a farsi fare da baby sitter dalla struttura? Si dovrebbe costruire un sistema per cui la scuola, gratuita e NON obbligatoria (se non per i primi anni, diciamo fino alle medie), la si merita sennò si fanno percorsi attivi di apprendistato con possibilità di integrare, volendolo e dimostrando di meritarlo, altro. Tradotto: ti fai sagare/espellere/beccare a far casino e cavolate X volte la "obbligatorietà" viene meno rispetto alla volontà di stare in un luogo dove gratuitamente ti si forniscono cose utili e importanti (fatto salvo che questo avvenga che è il primo criterio, e torniamo al punto insegnanti e scuola).
Altra cosa è ovviamente com'è fatta la scuola: se ci trovate ancora il quadro svedese e un computer con Xp che va a carbonella è un ulteriore problema.
Dice cose giuste sulla logica, ma allora non si capisce perché elimini la filosofia che magari potrebbe diventare invece che "storia della filosofia" qualcosa di simile a uno studio di logica (unibile tranquillamente alla matematica in certi aspetti), elementi di "civiltà" e dottrine politiche, etica ecc. Qualcosa di cui mi pare ci molto bisogno visto il degrado cognitivo e morale che ci circonda. E vista l'ignoranza sulle "cose del collettivo" cui le persone sono chiamate a decidere ma di cui non sanno nulla.
Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.
#165
Inviato 18 ottobre 2014 - 08:56
Il problema dell'istruzione superiore in Italia è il nozionismo (che parte già a 6 anni, a voler essere onesti), se poi si vuole totemizzarlo nel liceo classico prego, aboliamo tutto, formiamo solo tecnici quattordicenni che poi si facciano 2 anni di svacco totale stile college.
La formazione adolescenziale deve essere basata su metodo, fatica, confronto. Io ho fatto un liceo dove questo c'era e molti miei compagni di allora hanno raggiunto obiettivi importanti (e non venivamo tutti dalle famiglie delle elitè come il sottoscritto, ci sono figli di single grandmother che fanno i tributaristi per cifre a 5 zeri, funzionari dell'UE figli di contadini, quello che credo sia uno dei più giovani professori associati d'italia, broker jp morgan che girano in porsche. Non continuo che è poco elegante).
E soprattutto, lo dico nella maniera più neutra possibile, il mondo moderno richiede competenze relazionali e gestionali come e più delle competenze tecnico-specialistiche. E a me i migliori suggerimenti gestionali, non scherzo, provengono da Cicerone, Socrate, Tacito e tutti quegli altri vecchi coglioni che dovremmo radere al suolo per metterci sopra un manuale di C++.
#166
Inviato 18 ottobre 2014 - 09:10
Dio, che modello da istituto tecnico
Per carità, c'è di peggio (io ci sono uscito da lì), ma come scelta per uniformare tutta la popolazione mi pare un tantino azzardato. Specialmente con un "scienze" che dopo i 13 anni non significa più assolutamente nulla, e con "economia" non meglio definita. Per non parlare di "informatica", mamma mia.
«Mister, possiamo lavorare sulle diagonali?», la richiesta di qualche giocatore. No, la risposta del tecnico.
consigli per il futuro: leggere i fantaconsigli dell'UU e fare l'esatto opposto
Duck tu mi consigliasti di molto bello Delitto e Castigo, che nonostante la lunghezza (per me quello è gia parecchio lunghino) mi piacque parecchio e mi permise anche di fare un figurone con mia cognata in una discussione in cui credeva di tagliarmi fuori.
#167
Inviato 18 ottobre 2014 - 10:42
E soprattutto, lo dico nella maniera più neutra possibile, il mondo moderno richiede competenze relazionali e gestionali come e più delle competenze tecnico-specialistiche. E a me i migliori suggerimenti gestionali, non scherzo, provengono da Cicerone, Socrate, Tacito e tutti quegli altri vecchi coglioni che dovremmo radere al suolo per metterci sopra un manuale di C++.
Non mi sembra che abbia scritto questo però nella sua proposta, non mi sembra neanche che voglia sostituire le materie umanistiche con competenze meramente tecniche, semplicemente vuole tagliare la scuola su un modello che metta lo studente nella condizione di capire com'è il mondo di oggi. E dai 16 anni in poi gli consenta di cominciare a scegliere le cose che gli piacciono, al di là degli insegnamenti obbligatori. Sono d'accordo su molte cose che scrive, non sull'eliminazione di Educazione Fisica, quello proprio sarebbe pericolosissimo.
Sono contento che tu abbia fatto un buon liceo classico che ha formato l'elite, ma le problematiche che scrive Boldrin esistono eccome in linea generale, tanto che sono state percepite dalla popolazione ancor prima che dalle istituzioni, considerando il surplus di domande di iscrizione al liceo scientifico ed il calo drastico di domande di iscrizione al liceo classico. Se Cicerone Socrate e Tacito ti hanno aiutato a trovare un posizione lavorativa fantastica mi fa piacere per te, ma per la stragrande maggioranza delle persone sono più importanti altre cose. Nel modello ideale di Boldrin probabilmente ti saresti iscritto a corsi facoltativi di latino, greco e filosofia, dopo aver avuto un assaggio di quelle materie in qualche corso di orientamento e nei corsi obbligatori di storia e letteratura. Se una persona ha sensibilità per quelle materie credo sia in grado di percepirlo con un orientamento adeguato e scegliersele. Sul problema del nozionismo sono ovviamente d'accordo con te ed è una cosa che assilla anche la preparazione universitaria italiana.
Statisticamente parlando, non lo so.
#168
Inviato 18 ottobre 2014 - 11:06
Statisticamente parlando, non lo so.
#169
Inviato 18 ottobre 2014 - 11:14
Confondete il metodo con l'obiettivo. Voi. Boldrin ha tempo da perdere e voglia di trollare ad alto livello (la storia del mondo è proprio un qualcosa su cui tacere per rispetto dell'intelligenza di tutti).
E non ho detto che il metodo si acquisisca solo tramite lo studio dei classici, ho detto che per me è stato così.
Il problema principale dell'istruzione italiana è metodologico, pertanto non ha senso focalizzarsi sulla cultura classica-umanistica. Imparare a memoria C++ o Pascoli ha lo stesso, scarso, valore formativo. E quello che conta fino ai 18-19 anni è acquisire una propria dimensione umana, le nozioni assunte sono scarsamente rilevanti per i successivi 70 anni. Capire il mondo di oggi come si traduce nel pratico? Nel sostituire nozioni con altre nozioni?
Sono invece d'accordo sul fatto che la stronzata 68ina del bambino lasciato libero ergo felice sia, appunto, una stronzata. Il ruolo dell'educatore è, in primo luogo, orientativo, di stimolo verso una dimensione più consapevole della persona. Ed è ridicolo che a 19 anni la maggior parte dei ragazzi in italia tiri i dadi in base a idee scarse e confuse.
#170
Inviato 18 ottobre 2014 - 11:29
E' ovvio che il modo in cui vanno insegnate le cose deve cambiare, ma questa è una cosa che dipende anche dagli insegnanti, c'è chi lo fa già o chi non lo farà mai perché non è in grado di elaborare una lezione in maniera dinamica, quindi deve leggere il trafiletto e far imparare a memoria per un suo limite, Boldrin parlava di materie e programmi ministeriali. Se pensi che sia una riforma della scuola a dover dire agli insegnanti come devono insegnare ti sbagli di grosso, quello è un problema di competenza dell'insegnante che deve essere risolto con una selezione del personale efficace.
Anche il programma di storia va pensato in modo da far capire anche la storia che viviamo oggi,o dei decenni immediatamente passati, non puoi fare la storia del dopoguerra nel modo in cui viene fatta oggi in molti licei, cioé alla cazzo di cane e di fretta perché l'ultimo anno sta per terminare.
Statisticamente parlando, non lo so.
#171
Inviato 18 ottobre 2014 - 11:40
E' ovvio che il modo in cui vanno insegnate le cose deve cambiare, ma questa è una cosa che dipende anche dagli insegnanti, c'è chi lo fa già o chi non lo farà mai perché non è in grado di elaborare una lezione in maniera dinamica, quindi deve leggere il trafiletto e far imparare a memoria per un suo limite, Boldrin parlava di materie e programmi ministeriali. Se pensi che sia una riforma della scuola a dover dire agli insegnanti come devono insegnare ti sbagli di grosso, quello è un problema di competenza dell'insegnante che deve essere risolto con una selezione del personale efficace.
Appunto, per cui di che stiamo parlando? di cambiare i contenuti senza cambiare l'approccio?
I cambiamenti sul sistema formativo italiano sono urgentissimi ma sono cambiamenti di metodo, di struttura della relazione con il mondo esterno (in primo luogo i contesti professionali), di capacità di orientamento delle persone formate.
L'idea che la formazione superiore (per cui tra elementari e università) debba essere esclusivamente professionalizzante è di una desolazione umana tremenda e i risultati ottenuti credo non sarebbero tanto distanti da quelli della rivoluzione culturale maoista. La parte destruens riesce sempre bene a tutti. Il seguito un po' meno.
#172
Inviato 18 ottobre 2014 - 11:42
L'idea che la formazione superiore (per cui tra elementari e università) debba essere esclusivamente professionalizzante è di una desolazione umana tremenda
Vorrei capire dove la leggi questa idea in quello che scrive, potresti quotarmi le parti in questione?
Statisticamente parlando, non lo so.
#173
Inviato 18 ottobre 2014 - 11:50
Stupendi beni di consumo per le elite che se li possono permettere e che, per permetterseli, dedicano anzitutto il loro tempo a fare medicine, software, robot, opzioni e via elencando gli orrendumi costosi che questa globalizzazione merdosa ci ha imposto invece di godersi il mandolino e le bellezze del Foro ... Fa fastidio dover ammettere che Cicerone e Vasari sono un lusso mentre l'informatica, la contabilità, le nozioni base di ingegneria meccanica ed elettrica sono OGGI una necessità?
nel resto delle materie, oltre alla religione, c'è anche l'educazione fisica che ora chiamano con un nome nuovo, non C++ o la contabilità nazionale!
Credo che il mcd sia questa mitopoiesi dell'utile come applicazione pratica e del dilettevole come categoria residuale sia più che evidente.
Che poi per riempire un po' sta digressione ci metta dentro roba indefinibile come la geografia e la storia del mondo è evidente conferma di quanto ho scritto.
L'odio per l'educazione fisica mi è invece oscuro, già bastano i professori della stessa per odiarla a sufficienza.
#174
Inviato 18 ottobre 2014 - 12:11
le scuole professionali sono per lo più parcheggi e ghetti, dove i professori spiegano regolarmente in dialetto e le strutture sono fatiscenti.
- le aule con le sarracinesche al posto delle porte
- le risse con gente che veniva da fuori con caschi e catene
- il 21enne sposato con un figlio che litiga col prof il primo giorno di scuola
troppi ricordi :°°°
Alfonso Signorini: "Hai mai aperto una cozza?"
Emanuele Filiberto: "Sì, guarda, tante. Ma tante..."
(La Notte degli Chef, Canale 5)
"passere lynchane che finiscono scopate dai rammstein"
"Io ho sofferto moltissimo per questo tipo di dipendenza e credo di poterlo aiutare. Se qualcuno lo conosce e sente questo appello mi faccia fare una telefonata da lui, io posso aiutarlo"
(Rocco Siffredi, videomessaggio sul web)
"Ah, dei campi da tennis. Come diceva Battiato nella sua canzone La Cura"
#175
Inviato 18 ottobre 2014 - 13:52
Il problema dell'istruzione superiore in Italia è il nozionismo
questa è la cosa piu vera(e piu DRAMMAtica) dell'intero sistema scolastico italiano e vale per qualsiasi materia, poi arrivi all'uni e non sai spiegare il PERCHE' anche delle robe piu banali
"Caedite eos! Novit enim Dominus qui sunt eius"
#176
Inviato 18 ottobre 2014 - 14:07
ma davvero state discutendo seriamente di uno che tra le altre cose scrive STORIA DEL MONDO, propone di abolire educazione fisica e vuole la scuola bilingue (?) ma a partire dai 6 anni?
[webnicola]: io [mi aspettavo] che si dimettesse subito o che non si dimettesse. tipo "resisto è stata solo un colpo di testa dei miei uomini" e l'assalto alla camera sfasciata e qualche cranio rotto, gente che caga dentro la testa di cicchitto morto, cose così
oggi ho combattuto come un toro. ho il cuore sfiancato. sento che stanno crollando le mura DI QUESTA BABILONIA PRECRISTIANA! vinceremo! Cit. Ale
webnicola: non sto leggendo. mi state facendo venire la colite
gli butto lì un "rizoma" così mi si bagna
#177
Inviato 18 ottobre 2014 - 14:18
Eh ma vi siete chiesti il perché del "nozionismo"? Io la risposta ce l'ho, è perché chi insegna da casalinga, come diceva Carmelo Bene, si accontenta di portare a casa la giornata. E allora basterà dire 4 cavolate lette sul pessimo libro in adozione.
Poi chiediamoci anche il perché di certe cose: perché al classico si fa biologia o chimica e non economia o "informatica" o più lingue. C'è un senso dietro? Se ha senso studiare storia dell'arte perché questa è una delle basi della nostra ricchezza che nel futuro potremmo sviluppare, ha senso fare mila versioni di latino e greco? Ha senso studiare blandamente psicologia, pedagogia, metodologia delle ricerche come fanno in certe scuole? Ha senso che a novembre l'insegnante di italiano sia alla Chanson de Roland, per di più letta in traduzione deprecabile? Il loro lavoro chi lo valuta, controlla, certifica, sorveglia e nel caso MODIFICA?
Io sono per la scuola totalmente gratuita, che parta anche dalle materne, con un obbligo limitato nel tempo e poi se uno non ha voglia/vuole apprendere un mestiere un avviamento soft al lavoro come apprendimento alternativo di un sapere che ha la stessa dignità del sapere che si impara studiando latino o economia. In parallelo la scuola deve saper fornire un approccio utile, stimolante e competente e questa cosa la possono fare insegnanti non selezionati con le attuali forme fantasiose.
Per me si dovrebbe cancellare tutto proprio, via i provveditorati, dare in mano ai presidi la scelta e la responsabilità del funzionamento della scuola a partire da un budget definito. Se mi trovo di fronte Montale, diplomato in ragioneria, io piglio lui e non quello che si è fatto 200 Tfa, con ridicoli master finti per prendere ridicoli punti di ridicole "graduatorie" fasulle. Certo devo saper riconoscere il Montale che ho di fronte.
L'equivoco è che la scuola è considerata un ufficio di collocamento per i professori (non a caso si parla di stabilizzare i precari ma mai di come diavolo scovare, e non è difficile, e cacciare gli incapaci) e di sorveglianza/baby sitter per i ragazzi. Non a caso stanno ore su ore, tempi lunghissimi a scuola a fare cose tipo "laboratori di lettura". Io ai miei tempi cominciavo le elementari alle 8 e 20 finivo tutti i giorni alle 12 e 20 e il sabato alle 11 e 20. Tot. 23 ore di scuola ed è stata un'ottima scuola, con una maestra unica per altro. Il delirio è iniziato alle medie, alle superiori ho avuto insegnanti strepitosi e capre assurde. Non è il numero delle ore che fa la "buona scuola", anzi. Le ore andrebbero drasticamente ridotte e nelle ore liberate si fa sport e attività "di piacere" (da intendersi in senso allargato, comprese le materie che non si ritengono "basilari".
Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.
#178
Inviato 18 ottobre 2014 - 14:25
ma davvero state discutendo seriamente di uno che tra le altre cose scrive STORIA DEL MONDO, propone di abolire educazione fisica e vuole la scuola bilingue (?) ma a partire dai 6 anni?
Forse con questa bizzarra espressione intende dire che la storia non dovrebbe essere solo fissata "a partire dall'Italia" ma un po' più generale e fatta magari non seguendo esclusivamente il criterio cronologico.
La cancellazione dell'educazione fisica è una palese cavolata.
Il bilinguismo su certe materie per me è una cosa fattibile e anche potenzialmente intelligente, es. la scuola europea lo fa di norma (non so però a partire da quando).
Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.
#179
Inviato 18 ottobre 2014 - 14:39
non si capisce, per altro, l'avversione per un indirizzo di studio che non è né scuola dell'obbligo né frequentatissimo (anzi, ci risulta sia il meno scelto). concordando su tutta la linea con oblomov, ritengo che molti ambiti di studio, e nello specifico lo studio delle lettere, abbiano il sacrosanto diritto all'inutilità. un percorso di studi come quello classico può dare tantissimo a uno studente: un metodo personale, come dice oblomov, e degli strumenti (retorica, in questo senso, è molto meglio rispetto alla logica). gli insegnati e il metodo saranno anche il problema, ma non lo è di certo l'istituzione, che per me sarebbe da tutelare, altro che.
il faut se radicaliser.
#180
Inviato 18 ottobre 2014 - 14:49
Si' dai quasi sicuramente intendeva questo.E cmq it's a thing
ma davvero state discutendo seriamente di uno che tra le altre cose scrive STORIA DEL MONDO, propone di abolire educazione fisica e vuole la scuola bilingue (?) ma a partire dai 6 anni?
Forse con questa bizzarra espressione intende dire che la storia non dovrebbe essere solo fissata "a partire dall'Italia" ma un po' più generale e fatta magari non seguendo esclusivamente il criterio cronologico.
Odd Arne Westad e' un peso massimo mondiale (e visiting prof nel mio dipartimento). chiedete a combatorck che ci ha lavorato con lui.
I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった。」
#181
Inviato 18 ottobre 2014 - 14:55
ma davvero state discutendo seriamente di uno che tra le altre cose scrive STORIA DEL MONDO, propone di abolire educazione fisica e vuole la scuola bilingue (?) ma a partire dai 6 anni?
Non ho capito quale sarebbe lo scandalo nel parlare di storia del mondo, ovvio poi che quei frammenti postati da Life sono una spiegazione estremamente sintetica di un modello scolastico diverso e poi ogni cosa andrebbe sviluppata con la necessaria precisione. Sull'abolizione dell'educazione fisica siamo d'accordo già tutto che si tratti di una cazzata, mentre anche per la scuola bilingue non vedo questa grande assurdità.
Poi parlate giustamente male dei professionali - e forse non avete in ogni caso un'idea chiara delle condizioni in cui versano quegli istituti - e poi non cogliete uno dei punti fondamentali della proposta, che è cioè quello di uniformare la scuola fino ai 16 anni.
Statisticamente parlando, non lo so.
#182
Inviato 18 ottobre 2014 - 23:51
[webnicola]: io [mi aspettavo] che si dimettesse subito o che non si dimettesse. tipo "resisto è stata solo un colpo di testa dei miei uomini" e l'assalto alla camera sfasciata e qualche cranio rotto, gente che caga dentro la testa di cicchitto morto, cose così
oggi ho combattuto come un toro. ho il cuore sfiancato. sento che stanno crollando le mura DI QUESTA BABILONIA PRECRISTIANA! vinceremo! Cit. Ale
webnicola: non sto leggendo. mi state facendo venire la colite
gli butto lì un "rizoma" così mi si bagna
#183
Inviato 19 ottobre 2014 - 16:37
Il rinnovamento passa anche attraverso una revisione dei programmi e delle materie, sono d'accordo che non sia l'unica cosa, ma non si può pensare che non sia uno dei problemi principali.
Statisticamente parlando, non lo so.
#184
Inviato 19 ottobre 2014 - 18:15
E soprattutto, lo dico nella maniera più neutra possibile, il mondo moderno richiede competenze relazionali e gestionali come e più delle competenze tecnico-specialistiche. E a me i migliori suggerimenti gestionali, non scherzo, provengono da Cicerone, Socrate, Tacito e tutti quegli altri vecchi coglioni che dovremmo radere al suolo per metterci sopra un manuale di C++.
È sicuramente uno dei misteri del mondo moderno questo incredibile processo alchemico noto solo agli iniziati delle facoltà di Lettere e Filosofia per il quale passando 5 o più anni senza mai studiare direttamente problemi relazionali e gestionali, si impara a risolvere problemi relazionali e gestionali.
Immagino che queste conclusioni sull'importanza delle abilità relazionali nel mondo di oggi vengano dall'esperienza maturata nelle HR. Andiamo a vedere in una infografica la probabilità che questo lavoro venga automatizzato nei prossimi anni:
Che strano. Si direbbe quasi che questo lavoro, nel quale le competenze relazionali e gestionali sono importantissime, stia soccombendo miseramente (90%!) alle invenzioni di gente limitata, che in particolare ha solo competenze tecnico-specialistiche (sarebbe tecnico-scientifiche, ma soprassediamo).
In generale, non capisco come accettiate di buon grado questa storia consolatoria delle "competenze relazionali e gestionali" che la laurea in lettere e filosofia vi avrebbe magicamente dato. Il problema è che se vi togliessero anche questo non vi rimarrebbe nessuno sbocco lavorativo di grosse proporzioni. Quindi vi raccontano delle incredibili abilità relazionali e gestionali che guadagnerete per magia, e accettate di buon grado - mentre una sospettosa ma limitata mente tecnico-scientifica si chiederebbe come diavolo si fa ad imparare a gestire persone senza mai gestire persone. Certo, sono sicuro tu abbia imparato a gestire leggendo Tacito, davvero. Io d'altronde ho imparato Scienze della Nutrizione guardando molto Braccio di Ferro, ma non mi sognerei di imporlo nei licei.
Mettiamo comunque alla prova questa teoria e andiamo a guardare un annuncio di lavoro per una posizione nelle HR:
Strano, pare quasi che gli vada bene anche una laurea qualsiasi.Il/la candidato/a idelae è un/una giovane laureto/a, preferibilmente in materie umanistiche, con forte interesse e forte motivazione ad intraprendere un percorso di crescita e formazione nel settore delle risorse umane.
Questi non vogliono manco la laurea. Pazzi.Il profilo ideale è in possesso di diploma ,esperienza biennale nel medesimo ruolo, ottime capacità relazionali e comunicative, e di problem solving.
Offriamo contratto di assunzione a tempo indeterminato, affiancamento iniziale, formazione continua, incentivi al raggiungimento degli obiettivi.
Anche questi non specificano. Forse anche i laureati in biologia hanno competenze relazionali e gestionali - appresePer importante realtà zona Conegliano ricerchiamo un impiegato in ambito risorse umane. Il candidato si occuperà di gestione commerciale back office, selezione e amministrazione del personale. Richiesta laurea, buone doti comunicative, flessibilità e residenza in zona limitrofa.
In generale mi sta bene se uno vuole difendere il liceo classico con degli argomenti seri, ma queste cagate sulle competenze relazionali e gestionali magiche della formazione umanistica mi fanno venire le metastasi. E questa dicotomia "se togliamo la formazione umanistica resta solo imparare il C++" tradisce un'ignoranza preoccupante della natura di una formazione (e quindi una mentalità) scientifica - o per meglio dire, rigorosa.
#185
Inviato 19 ottobre 2014 - 18:34
È sicuramente uno dei misteri del mondo moderno questo incredibile processo alchemico noto solo agli iniziati delle facoltà di Lettere e Filosofia per il quale passando 5 o più anni senza mai studiare direttamente problemi relazionali e gestionali, si impara a risolvere problemi relazionali e gestionali.
io penso che il lavoro sia soprattutto "relazione e gestione", anche i lavori tecnici; e che è molto più grave avere delle lacune nelle suddette che nella parte tecnica.
poi, certo, per approdare a un ruolo tecnico occorre una formazione tecnica. non ci piove.
e ritengo che le capacità relazionali e gestionali siano più un risultato di predisposizione ed esperienza, che di formazione.
ecco, se inventassero una scuola, un metodo che riuscisse veramente a svilupparle, sarebbe la vera rivoluzione didattica.
#186
Inviato 19 ottobre 2014 - 18:44
Marguati, amore mio:
1. che le figure amministrative (cioè la figura di HR assistant della slide che con la tua consueta gradevolezza ci posti) verranno rimpiazzate sempre più con l'efficientamento dei processi lo so da me, visto che sono colui a cui tocca gestire le eccedenze che ne derivano. E di gestionale quelle figure professionali non hanno proprio nulla o quasi. Il mio ruolo fortunatamente è un altro.
2. ho detto che a me è servito studiare determinate materie e fare esperienze correlate ad esse (es: gestire gruppi di persone in una trentina di scavi archeologici in tutta italia e in tutti i contesti), non che sia l'unica via, e non l'ho scritto perchè non lo penso. Sono sicuro anzi che non ci sia nessuna correlazione diretta. Nessuno mi ha mai raccontato che avrei acquisito chissà quali magiche competenze relazionali leggendo Tacito. Nè ci avrei creduto. Infatti ho scritto suggerimenti. Che è ben diverso da quanto tu mi stai attribuendo.
3. A me di difendere il liceo classico non frega nulla. Mi lascia solo perplesso la fede cieca nella convinzione che sostituire nozioni antiquate con nozioni moderne sia la panacea di un sistema formativo al collasso. Perchè di questo stavamo parlando. Non di chi ce l'ha più lungo tra chi ha fatto studi umanistici e chi si è dedicato alla Scienza. E che si debba incentivare molto di più la formazione tecnica (a tutti i livelli) perchè su cento persone che scelgono un corso umanistico 90 sono dei parcheggiati che non combineranno un cazzo credo di averlo già scritto mille volte.
In ultimo: l'analfabetismo funzionale è un prodotto preminente del sistema scolastico italiano.
Tiè, ti metto pure una bella slide:
Il tuo post mi pare che sia un ottimo esempio di quanto rilevato dall'OCSE.
#187
Inviato 20 ottobre 2014 - 07:01
ma davvero state discutendo seriamente di uno che tra le altre cose scrive STORIA DEL MONDO, propone di abolire educazione fisica e vuole la scuola bilingue (?) ma a partire dai 6 anni?
Forse intendeva questo (che può andare o no in prospettiva didattica, ma che è una cosa seria):
http://it.wikipedia....i/World_History
#188
Inviato 20 ottobre 2014 - 07:30
Mi fa piacere che anche questa discussione si sia trasformata in un ring di pugilato.
Statisticamente parlando, non lo so.
#189
Inviato 20 ottobre 2014 - 09:34
IDEE SPARSE:
Primo anno di liceo, ebbene sì, ma scientifico, il prof di Latino è uno che crede alla libera espressione del ragazzo...ergo decostruisce completamente la lezione classica che diviene un flusso di coscienza compartecipativo, noi disorientati dal fatto che non ci abbia minimamente parlato di rosa rosae etc etc, che non si capisca quali siano i compiti a casa. Prima versione, primo collettivo tonfo. La storia è lunga eh, anche il libro di testo che aveva scelto sposava la sua filosofia di insegnamento, non avevamo appigli da nessuna parte ed era colpa nostra perchè non sapevamo gestire la nostra libertà di studio (da cui accusa piena di provincialismo alla città intera etc etc, che per carità, era anche vero). Noi non capimmo mai nulla del latino, non sapevamo neppure riconoscere le declinazioni, colpa nostra per carità, però il suo esperimento fu davvero un disastro.
Oggi ho il problema di mia nipote, non andrà al liceo (primo caso in famiglia), non ce la farebbe, e sappiamo bene che le mancherà la palestra mentale, ossia non il rosa rosae, ma l'allenamento alla flessibilità, alla capacità di piegarsi a visioni diverse e riuscire ad adattarsi. Ma non lo vedo un grande problema, penso che un'altra scelta per lei sarebbe migliore, penso che se riuscirà a trovare una cosa che le piacerà sarà un successo, penso che sfuggirà alle stonature tipiche della mia famiglia ( il che sarà un gran dono), penso che c'è un'alternativa al liceo, anche perchè molto dipende dal materiale umano dei professori.
Colpire però la formazione classica è una cosa che mai capirò se non alla luce della separazione netta, quasi classista, fra chi accede ad una formazione d'elite e tutti gli altri. Mi sembra l'idea di Tremonti, con la cultura non si mangia. Primo con la cultura si mangia, anche, ma la cosa meravigliosa dell'arte in sè, per esempio, è l'inutilità. Ma l'inutilità sappiamo che è solo a breve termine, la cultura è utile sul medio lungo termine. Alla stessa maniera non capisco l'affossamento dell'educazione fisica.
La verità è che una idea rivoluzionaria sarebbe dare un liceo a tutti, rafforzando la parte della curiosità scientifica, dare laboratori per far vedere che la fisica e la chimica sono un gioco bellissimo dal lato operativo, ma noi siamo il paese in cui crollano i tetti a scuola, altro che laboratori.
C'è sicuramente un problema di insegnamento delle materie scientifiche in generale, impossibile che un paese intero, tranne splendide eccezioni, odi la matematica. Ma il problema è davvero ormai storico.
#190
Inviato 20 ottobre 2014 - 09:47
"In fine mi comincia a stomacare il superbo disprezzo che qui si professa di ogni bello e di ogni letteratura: massimamente che non si entra poi nel cervello che la sommità del sapere umano stia nel saper la politica e la statistica. Anzi, considerando filosoficamente l'inutilità quasi perfetta degli studi fatti all'età di Solone in poi ottenere la perfezione degli stati civili e la felicità dei popoli, mi viene un poco da ridere di questo furore di calcoli e arzigogoli politici e legislativi. Così avviene che il dilettevole mi pare utile sopra tutti gli utili, e la letteratura utile più veramente e certamente di tutte le discipline secchissime."
(Giacomo Leopardi ha scelto il DAMS)
#191
Inviato 20 ottobre 2014 - 09:48
per me il cuore del problema è che 1) siamo un paese di analfabeti di ritorno/funzionale (come fa notare oblomov*); 2) c'è una generale predisposizione culturale anti-scientifica in Italia (che mi sembra sia ciò che fa infuriare ad esempio Marguati); 3) la centralità del liceo classico nel sistema educativo italiano rinforza questo problema.
una scorciatoia ovvia e immediata per molti è quindi quella di abolire il classico, ma mi sa che lascerebbe intatto il problema strutturale della formazione del corpo decente. da totale ignorante nelle scienzie penso che non sia sufficiente cambiare semplicemente i programmi.
forse non ci sono affatto delle soluzioni immediati al problema. però la centralità delle materie umanistiche, non in quanto tali, ma nel modo in cui sono insegnate in Italia (che raggiunge casi parossistici nelle lauree triennali) è grave e deve essere risolta al di là dell'immediato tasso di disoccupazione.
*grandissimo con la slide presa dal Deboscio https://www.facebook...6662916/?type=1
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#192
Inviato 20 ottobre 2014 - 09:53
Secondo me invece il problema è la totale assenza di una preparazione in logica e discipline umanistiche da parte di chi fa istituti tecnici e professionali, mentre all'opposto la preparazione troppo scarsa in discipline scientifiche e in esperienze su problemi da risolvere della vita reale da parte di chi fa i licei classici e le facoltà meno scientifiche. In generale la logica e l'informatica sono troppo poco presenti anche nei licei scientifici.
Agisci su questa cosa, appianando queste differenze e disparità, cambia i metodi di selezione del personale didattico e hai risolto già una camionata di problemi.
Il problema del nozionismo lo si risolve innanzitutto con la selezione del personale, non esiste docente con un po' di sale in zucca che sia interessato unicamente a far imparare quintali di date a memoria e a leggere il libro di testo per un'ora di fila come fosse il corano per i musulmani.
Statisticamente parlando, non lo so.
#193
Inviato 20 ottobre 2014 - 10:00
Per la formazione del corpo docente: calcoliamo quanto inciderà l'invecchiamento generale dei professori. Io ho avuto la fortuna di avere un prof di italiano al liceo di 40 anni, ho studiato, dunque, tutta una storia della letteratura, per esempio, completamente diversa da mia sorella che aveva professori più vecchi, il Leopardi rivoluzionario e per niente pessimista è il Leopardi che ho studiato io, per me il de sanctis non è mai esistito, siamo partiti dal Fubini in poi. Ma è stata fortuna, direi. E sul lato scintifico ho avuto diverse lezioni incentrate sui frattali, non in programma, ma erano una cosa curiosa per il mio prof di matematica.
#194
Inviato 20 ottobre 2014 - 10:01
Il problema del nozionismo lo si risolve innanzitutto con la selezione del personale, non esiste docente con un po' sale in zucca che sia interessato unicamente a far imparare quintali di date a memoria e a leggere il libro di testo per un'ora di fila come fosse il corano per i musulmani.
Non sono d'accordo, spesso il "nozionismo" è semplicemente una scorciatoia per raggiungere determinati "obiettivi scolastici" in contesti disagiati, demotivati e di basso livello. Parlo di basso livello perché l'aver in pratica limitato le bocciature ai casi estremi fa sì che ci siano classi intere di totali incapaci.
Quindi qualcosa di non direttamente dipendente dalla selezione del personale. Nel lungo termine in certe scuole anche il giovane prof preparato si adatterà agli "standard." *
Ci tengo a precisare che parlo in base alle esperienze e alle impressioni in Sicilia/Sud. Mi sa che da Roma in su si boccia.
* Questo in realtà lo noto pure nel lavoro della mia ragazza al British Council qui. Mi sa che è un problema abbastanza vasto nell'educazione.
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#195
Inviato 20 ottobre 2014 - 10:03
Ok, io ho poca esperienza riguardo al Sud ma dalle notizie che mi arrivano temo che neanche il napalm risolverebbe totalmente le cose.
Statisticamente parlando, non lo so.
#196
Inviato 20 ottobre 2014 - 10:04
Ai test di ingegneria che ho fatto, quelli che andavano meglio in logica veniva dagli istituti tecnici. Idem per il nozionismo (imparare a memoria) molto più spinto nei liceali (che infatti -almeno all´inizio- fanno più fatica). Ma sarà un caso il mio.
In generale il "non ce la farà al liceo, mandiamolo a un tecnico" (vedi tiresia sopra) mi sembra un po´ un pregiudizio (sbagliato), visto che è molto più facile farsi bocciare a un tecnico che a un liceo.
#197
Inviato 20 ottobre 2014 - 10:10
Ai test di ingegneria che ho fatto, quelli che andavano meglio in logica veniva dagli istituti tecnici. Idem per il nozionismo (imparare a memoria) molto più spinto nei liceali (che infatti -almeno all´inizio- fanno più fatica). Ma sarà un caso il mio.
In generale il "non ce la farà al liceo, mandiamolo a un tecnico" (vedi tiresia sopra) mi sembra un po´ un pregiudizio (sbagliato), visto che è molto più facile farsi bocciare a un tecnico che a un liceo.
"non ce la farà mai al liceo, non la mandiamo da nessuna parte, sceglie lei", che poi io pensi che non ce la farà neppure in un'altra scuola è un discorso a parte, ma considerando la poca voglia di studiare in generale e qualche talento suo, qualche predisposizione specifica, penso che sarebbe meglio andare lì dove la sua predisposizione l'aiuti a compensare la poca voglia di studiare, aspettando che le passi la poca voglia di studiare
#198
Inviato 20 ottobre 2014 - 10:17
Boh sì semplicemente io nel "sceglie lei" * non escluderei/includerei alcuna scuola. Vedo i licei allo stesso identico livello degli altri istituti, solo che con numeri di bocciati più bassi. Poi ovviamente, in qualunque scuola conta il corpo insegnanti, quindi la sezione ancora più della scuola stessa.
* premesso che secondo me dovrebbe sempre scegliere lei e mai essere mandata da qualche parte
#199
Inviato 20 ottobre 2014 - 10:24
E soprattutto, lo dico nella maniera più neutra possibile, il mondo moderno richiede competenze relazionali e gestionali come e più delle competenze tecnico-specialistiche. E a me i migliori suggerimenti gestionali, non scherzo, provengono da Cicerone, Socrate, Tacito e tutti quegli altri vecchi coglioni che dovremmo radere al suolo per metterci sopra un manuale di C++.
È sicuramente uno dei misteri del mondo moderno questo incredibile processo alchemico noto solo agli iniziati delle facoltà di Lettere e Filosofia per il quale passando 5 o più anni senza mai studiare direttamente problemi relazionali e gestionali, si impara a risolvere problemi relazionali e gestionali.
Immagino che queste conclusioni sull'importanza delle abilità relazionali nel mondo di oggi vengano dall'esperienza maturata nelle HR. Andiamo a vedere in una infografica la probabilità che questo lavoro venga automatizzato nei prossimi anni:
Che strano. Si direbbe quasi che questo lavoro, nel quale le competenze relazionali e gestionali sono importantissime, stia soccombendo miseramente (90%!) alle invenzioni di gente limitata, che in particolare ha solo competenze tecnico-specialistiche (sarebbe tecnico-scientifiche, ma soprassediamo).
In generale, non capisco come accettiate di buon grado questa storia consolatoria delle "competenze relazionali e gestionali" che la laurea in lettere e filosofia vi avrebbe magicamente dato. Il problema è che se vi togliessero anche questo non vi rimarrebbe nessuno sbocco lavorativo di grosse proporzioni. Quindi vi raccontano delle incredibili abilità relazionali e gestionali che guadagnerete per magia, e accettate di buon grado - mentre una sospettosa ma limitata mente tecnico-scientifica si chiederebbe come diavolo si fa ad imparare a gestire persone senza mai gestire persone. Certo, sono sicuro tu abbia imparato a gestire leggendo Tacito, davvero. Io d'altronde ho imparato Scienze della Nutrizione guardando molto Braccio di Ferro, ma non mi sognerei di imporlo nei licei.
Mettiamo comunque alla prova questa teoria e andiamo a guardare un annuncio di lavoro per una posizione nelle HR:Strano, pare quasi che gli vada bene anche una laurea qualsiasi.Il/la candidato/a idelae è un/una giovane laureto/a, preferibilmente in materie umanistiche, con forte interesse e forte motivazione ad intraprendere un percorso di crescita e formazione nel settore delle risorse umane.
Questi non vogliono manco la laurea. Pazzi.Il profilo ideale è in possesso di diploma ,esperienza biennale nel medesimo ruolo, ottime capacità relazionali e comunicative, e di problem solving.
Offriamo contratto di assunzione a tempo indeterminato, affiancamento iniziale, formazione continua, incentivi al raggiungimento degli obiettivi.Anche questi non specificano. Forse anche i laureati in biologia hanno competenze relazionali e gestionali - appresePer importante realtà zona Conegliano ricerchiamo un impiegato in ambito risorse umane. Il candidato si occuperà di gestione commerciale back office, selezione e amministrazione del personale. Richiesta laurea, buone doti comunicative, flessibilità e residenza in zona limitrofa.
osservandogestendo colonie di escherichia coli al microscopio. Parliamo di numeri enormi eh.
In generale mi sta bene se uno vuole difendere il liceo classico con degli argomenti seri, ma queste cagate sulle competenze relazionali e gestionali magiche della formazione umanistica mi fanno venire le metastasi. E questa dicotomia "se togliamo la formazione umanistica resta solo imparare il C++" tradisce un'ignoranza preoccupante della natura di una formazione (e quindi una mentalità) scientifica - o per meglio dire, rigorosa.
Il rigore scientifico nella gestione delle risorse umane serve a poco, così come nella comunicazione, nella vendita e in mille altre cose che valgono qualche triliardo di euro, se vogliamo metterla su questo piano.
Lo studio della filosofia, per lo meno di alcune branche, viceversa, credo sia considerata una delle cose più rigorose in cui la mente umana possa applicarsi. Secondo me si rischia di fare una gran confusione.
L'articolo di Boldrin, ad esempio, sarebbe una trollata, se non fosse che, secondo me, quelle cose le pensa davvero. Non fare studiare a un liceo, anche scientifico, la filosofia e (in Italia!) almeno un po' di arte mi pare un'aberrazione. L'educazione fisica, poi, se venisse fatta bene, cioè se si insegnassero le nozioni e le tecniche per stare in salute, sarebbe il tipo di educazione dal ritorno più alto in assoluto (perdonatemi se non ho le slide e mi affido al mio istinto, ma sono sicuro che Boldrin potrebbe provarlo con studi econometrici rigorosi).
Poi bisognerebbe rendere più "eccitanti" alcune materie che possono essere una grande avventura intellettuale per un ragazzo, anche se più ostiche. Ma non perchè i ragazzi "mettano i piedi per terra" e si confrontino con la realtà in cui la tecnica la fa da padrone. Per qullo c'è tempo, o meglio, basterebbe fare dei lavori estivi.
Il punto è che nessun ragazzo si può appassionare terribilmente di partita doppia, ma sicuramente si può appassionare tantissimo di matematica, fisica, statistica e relative applicazioni. Questo perchè, secondo me, la passione verso le materie scientifiche è sempre in qualche modo "umanistica": il fascino è quello di mettersi in una sfida intellettuale che appassiona l'umanità. E questo spiega, a mio avviso, perchè gli studenti del liceo classico recuperano il gap scientifico in men che non si dica e ottengano spesso dei risultati ottimi all'università in facoltà scientifiche e poi anche nella loro vita lavorativa. Questione di ambizione, di motivazioni e di orizzonti ampi.
#200
Inviato 20 ottobre 2014 - 10:29
La scelta dovrebbe essere sempre del ragazzo, ma non dimentichiamo la pressione famigliare che non è mai chiara, ma latente. ai miei tempi nessuno mi disse di andare al liceo, ma è come se avessi saputo bene che avrei potuto solo scegliere l'uno o l'altro dei licei. Mia nipote sa invece che può scegliere quello che vuole in assoluto, ma capisco che si senta pressata dal fatto che sarebbe la prima a non fare il liceo, è inutile nascondersi dietro ad un dito, è inutile che io le dica scegli quello che pensi sia meglio per te, so che lei crede che noi si voglia che vada la liceo, cosa totalmente errata (da cui testa così fatta da me nel dirle che i licei non hanno nulla di particolare).
Io vorrei solo che studiasse, cosa non importa, e che magari amasse studiare, cosa poco importa
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