Terminato questa settimana l'ascolto degli undici capitoli del Book Beriah, faccio una rapida cernita per chi volesse approcciarlo.
Sopra la media
Zion80: big band di ottoni in grandissima forma, esaltante e con molta inventiva
Julian Lage and Gyan Riley: stellare duo di chitarre, intrecci elaboratissimi, forse meglio dell'ormai datato Masada Guitars
Sofía Rei and JC Maillard: lei è una delle voci del coro a cappella Mycale, protagonista dei Book of Angels # 13 e 25; lui polistrumentista qui alle percussioni. Passione e lirismo
Gnostic Trio: Bill Frisell (chitarra), Carol Emanuel (arpa), Kenny Wollesen (vibrafono), formazione già rodata in The Gnostic Preludes (TZ 7395), combo talmente peculiare da risultare sempre gradevole e inedita
Nella media
Craig Taborn, Vadim Neselovskyi: i brani per piano solo di Taborn sono eccezionali, con fraseggi fluidi e vertiginosi attorno ai temi di Zorn; i brani con l'altro pianista e il trio di quest'ultimo sono roba già sentita, senza guizzi
Cleric: credo il primo vero affondo tech-metal della scuderia zorniana, intepretazione curiosa e spesso gasante del tema ebraico, la famiglia della New Jewish Music non smette di ampliarsi
Secret Chiefs 3: sempre dei fuoriclasse, ma non stupisce; dati i trascorsi, qualche deja-vu non lo rende imprescindibile
Spike Orchestra: big band al completo, dovrei risentirlo per farmi un giudizio più preciso, comunque merita
Nessuna sorpresa
Abraxas: grandi musicisti al fianco di Shanir Ezra Blumenkranz, ma bastava il relativo capitolo del Book of Angels
Klezmerson: Hasidic New Wave che già negli anni novanta si era espressa a sufficienza
Banquet of the Spirits: una delle formazioni che tende a ripetersi di più, finisce per annoiare dopo due pezzi