Già nel debutto risaltano con forza le inusuali strutture narrative e una scrittura fortemente empatica, capace di coinvolgere ed emozionare come poche altre. Per quasi trecento pagine si rimane affascinati dai toni giocosi, e molto spesso onirici, della ricerca di Foer sulle proprie origini.
Ma il vero capolavoro è questo:
Eâ?? la storia di Oskar, un bambino (probabilmente affetto da una leggera forma di autismo) che ha perso il padre nellâ??attacco al World Trade Center dellâ??11 settembre. La sua storia poi si intreccia con quella dei nonni, e sono da brividi le pagine in cui questi diventano voce narrante e danno vita a una sconvolgente poesia in prosa.
Arrivato allâ??ultima pagina non sono riuscito a trattenere le lacrime.