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Io non sono qui (Todd Haynes)


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37 replies to this topic

#1 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 11 settembre 2007 - 01:30

L'ho visto poche ore fa. Che dire, un'opera monumentale. Assoluta, che spacca a metà il cinema dei nostri tempi. Ce l'ho ancora tutto congelato in gola e stomaco, piano piano riuscirò a parlarne, magari rivedendolo.
Geniale, sublime. Sotto ogni aspetto. Dio che film.
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#2 Pierrot le fou

    Roadie

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Inviato 11 settembre 2007 - 07:32

Bel film. Una lezione di libertà. Cate Blanchett divina.
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#3 Guest_vegeta_*

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Inviato 11 settembre 2007 - 08:37

Bè, che Haynes non fosse interessato a realizzare dei biopic tout court delle leggende del rock era chiaro già ai tempi di "Velvet Goldmine".
Qui, genialmente, scompone la figura di Dylan, la rende aerea, inafferabile, talvolta incomprensibile.

Forse debordante nelle sequenze con il fuorilegge Billy-Richard Gere (anche se la scena del funerale con Jim James dei My Morning Jacket che canta "Goin' to Acapulco" mi ha commosso), il film di Haynes si presta a molteplici letture e richiede senza dubbio più visioni.

Il premio alla Blanchett è ovviamente strameritato, ma a me non è sembrato affatto male nemmeno Heath Ledger.

Riporto pure qui la tracklist della colonna sonora, che (quasi logicamente) si compone di re-interpretazioni di famosi brani del menestrello di Duluth:

All Along The Watchtower (Eddie Vedder & The Million Dollar Bashers)
As I Went Out One Morning (Mira Billotte)
Ballad Of A Thin Man (Stephen Malkmus & The Million Dollar Bashers)
Billy (Los Lobos)
Can You Please Crawl Out Your Window (The Hold Steady)
Can't Leave Her Behind (Stephen Malkmus & Lee Ranaldo)
Cold Irons Bound (Tom Verlaine & The Million Dollar Bashers)
Dark Eyes (Iron & Wine & Calexico)
Fourth Time Around (Yo La Tengo)
Goin' To Acapulco (Jim James (of My Morning Jacket) & Calexico)
Highway 61 Revisited (Karen O (of Yeah Yeah Yeahs) & The Million Dollar Bashers)
I Wanna Be Your Lover (Yo La Tengo)
I'm Not There (Bob Dylan)
I'm Not There (Sonic Youth)
Just Like A Woman (Charlotte Gainsbourg & Calexico)
Just Like Tom Thumb's Blues (Ramblin' Jack Elliot)
Knockin' On Heaven's Door (Antony & The Johnsons)
The Lonesome Death Of Hattie Carroll (Mason Jennings)
Maggie's Farm (Stephen Malkmus & The Million Dollar Bashers)
Mama You've Been On My Mind (Jack Johnson)
The Man In The Long Black Coat (Mark Lanegan)
Moonshiner (Bob Forrest)
One More Cup Of Coffee (Roger McGuinn & Calexico)
Pressing On (John Doe)
Ring Them Bells (Sufjan Stevens)
Señor (Tales Of Yankee Power) (Willie Nelson & Calexico)
Simple Twist Of Fate (Jeff Tweedy (of Wilco))
Stuck Inside Of Mobile With Memphis Blues Again (Cat Power)
The Times They Are A Changin' (Mason Jennings)
Tombstone Blues (Richie Havens)
When The Ship Comes In (Marcus Carl Franklin)
Wicked Messenger (The Black Keys)
You Ain't Goin 'Nowhere (Glen Hansard & Markta Irglov)
I Dreamed I Saw St. Augustine (John Doe)

I Million Dollar Bashers, sono una band formata per l'occasione, comprendente: il chitarrista dei Sonic Youth Lee Ranaldo e il batterista degli stessi, Steve Shelley, il bassista di Bob Dylan, Tony Garnier, Tom Verlaine (ex leader dei Television), il tastierista John Medeski (de i Martin, Medeski and Wood), il chitarrista Smokey Hormel (un tempo chitarrista di Beck e di Tom Waits, poi negli Smokey & Miho) e il chitarrista dei Wilco, Nels Cline.

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#4 nicholas_angel

    mainstream Star

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Inviato 11 settembre 2007 - 09:08

Un film potente che ti lascia spiazzato durante la visione, ma che resta dentro anche molto dopo l'uscita dalla sala. Se ce la faccio me lo vado a rivedere in versione originale. Il cast è ottimo, ma è Cate a farla da padrona. Alcuni dicono che sarà la sorpresa dei prossimi oscar, ma è un film troppo 'eccessivo' per quel genere di premiazioni.
Documentaristico, falso, affresco di un'epoca, dramma, commedia, romantico, allucinogeno... I'm not there è spezzettato come il personaggio che rappresenta ed è già uno dei miei film preferiti dell'anno.
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#5 kebab

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Inviato 12 settembre 2007 - 07:48

Riporto pure qui la tracklist della colonna sonora..

dio che colonna sonora, potrei piangere.

le intensioni per andarlo a vedere nel fine settimana c'erano tutte, ma con i pareri positivvissimi che avete dato non sto nella pelle, dannazione.
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#6 Homer

    Classic Rocker

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Inviato 12 settembre 2007 - 11:16

Andrò contro corrente, lo ammetto. Ma a me il film è piaciuto proprio poco.
Sono andato con un mio amico appasionato di musica e lui è riuscito a godersi appieno il film perchè conosceva, storia personale di Dylan a parte, i testi, le musiche, il contesto visto che all'inizio viene ben chiarito che il film è ispirato a "le canzoni e le molte vite di Bob Dylan", oltre a molte finezze di cui è intrisa la pellicola (quanti di voi sanno di chi parla Dylan quando a Londra gli viene presentato il bassista della famosa cover-band?). Ho fatto fatica a seguirlo e non sono riuscito a farmi coinvolgere.

  • 0

"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#7 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 12 settembre 2007 - 11:25

Forse ti sei concentrato troppo sull'aspetto biopic del film, che per la verità è ampiamente marginale...la vita di Dylan è messa in scena in modo talmente fantasioso che pure il più esperto biografo si sarebbe trovato spiazzato di fronte al film di Haynes..
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#8 Homer

    Classic Rocker

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Inviato 12 settembre 2007 - 11:48

Guarda, sapevo di che tipo di film si trattasse e non sono andato in sala aspettandomi il resoconto di una vita, lineare e canonico. Sinceramente però trovo che se vuoi un minimo capire a cosa ogni personaggio presentato fa riferimento è meglio conoscere, in generale, la vita di Dylan (io non sapevo nemmeno che avesse fatto l'attore o avesse avuto una crisi mistica). Solo così, come base, credo sia possibile trovare un diverso approccio al film, ovvero di godertelo meglio. Certo, è assolutamente azzeccata la scelta (del tutto non convenzionale) di non raccontare nel modo classico la vita di Dylan, ma questo lo riesco a riconoscere solo a posteriori. E comunque la sceneggiatura pesca a piene mani dai testi di Dylan stesso e, se uno non li conosce e cerca solo di lasciarsi trasportare dalle immagini e dalla musica, fà fatica a cercare di capire di cosa si stia effettivamente parlando; e non mi riferisco a fatti, eventi e tempo, come in un classico biopic, ma proprio al personaggio di Dylan e alle sue sfaccettature.
Non lo so, ho intenzione di "studiarmi" meglio Dylan e poi di rivedere il film. Lo stesso mio amico, che ha colto molti aspetti a me del tutto ignoti, ha ammesso che è un film poco accessibile per chi non conosca Dylan.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#9 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 12 settembre 2007 - 12:14

Guarda io credo di stare amando questo film come non mi capitava da tempo, forse da Dogville. L'ho già visto la bellezza di tre volte al cinema e ti giuro, ti giuro, io letteralmente non so chi sia bob dylan. E' una musica che non mi piace, un personaggio che non ho mai approfondito. L'unica informazione necessaria è quella di Pat Garrett e Billy the Kidd. Saputa quella si va liscissimi. Il film parla di un uomo, delle sue faccie, è sul concetto di persona e di personaggio, sul concetto di ribellione. E' una delle più grandi operazioni di messinscena estrema nella storia del cinema, il tutto per disegnare un ritratto, procedendo per suggestioni, istinti, come fa l'artista, come fanno gli artisti che compongono un'artista. I'm not there sta alla storia del "ritratto" sul grande schermo come Rembrant all'arte figurativa. Non c'è bisogno di sapere chi è ritratto per coglierne il senso. Anzi!!! Il ritratto deve condurti all'essenza della figura presa in esame, e partire da una serie di convinzioni e conoscenze è senza dubbio più dannoso che utile. Bob Dylan è davvero solo un pretesto. Lasciati andare al film e lo amerai alla follia.
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#10 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 12 settembre 2007 - 12:52

Guarda, sapevo di che tipo di film si trattasse e non sono andato in sala aspettandomi il resoconto di una vita, lineare e canonico. Sinceramente però trovo che se vuoi un minimo capire a cosa ogni personaggio presentato fa riferimento è meglio conoscere, in generale, la vita di Dylan (io non sapevo nemmeno che avesse fatto l'attore o avesse avuto una crisi mistica). Solo così, come base, credo sia possibile trovare un diverso approccio al film, ovvero di godertelo meglio. Certo, è assolutamente azzeccata la scelta (del tutto non convenzionale) di non raccontare nel modo classico la vita di Dylan, ma questo lo riesco a riconoscere solo a posteriori. E comunque la sceneggiatura pesca a piene mani dai testi di Dylan stesso e, se uno non li conosce e cerca solo di lasciarsi trasportare dalle immagini e dalla musica, fà fatica a cercare di capire di cosa si stia effettivamente parlando; e non mi riferisco a fatti, eventi e tempo, come in un classico biopic, ma proprio al personaggio di Dylan e alle sue sfaccettature.
Non lo so, ho intenzione di "studiarmi" meglio Dylan e poi di rivedere il film. Lo stesso mio amico, che ha colto molti aspetti a me del tutto ignoti, ha ammesso che è un film poco accessibile per chi non conosca Dylan.


Comunque su una cosa siamo d'accordo...non so se tu conosci il resto del cinema di Haynes ma ha sempre avuto una concezione estremizzante del cosa far vedere, del "come" affrontare l'oggetto di un nuovo film...e per concezione estremizzante intendo dire che lui sceglie un tema e poi lo affronta con lo spirito dell'adepto, dell'amante sfegatato...in Velvet Goldmine è stato lo stesso su un genere musicale, in Lontano dal paradiso lo è stato riguardo un genere cinematografico e in Io non sono qui (che titolo splendido) la storia si ripete per un personaggio realmente vissuto...non so, soprattutto in epoca di giovani autori molto slavati nel modo in cui si approcciano ad un soggetto cinematografico, se poi questa sua idea elitaria, questo suo "o siete preparati sull'argomenti oppure arrangiatevi e rassegnatevi a non capire appieno il mio film" sia un pregio o un difetto..
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#11 Homer

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Inviato 12 settembre 2007 - 13:12

questo suo "o siete preparati sull'argomenti oppure arrangiatevi e rassegnatevi a non capire appieno il mio film"


Credo sia questo il punto su cui siamo d'accordo.
D'altronde proprio non sono riuscito, pur tentandoci, di lasciarmi semplicemente "prendere" dal film perchè io spesso facevo fatica a seguire di cosa parlavano, cosa volesse veramente dire. E credo che conoscere i testi, il contesto, la storia di Dylan ti permetta di fare quel salto in avanti per goderti la pellicola.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#12 Pierrot le fou

    Roadie

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Inviato 12 settembre 2007 - 15:44

Il film parla di un uomo, delle sue faccie, è sul concetto di persona e di personaggio, sul concetto di ribellione. E' una delle più grandi operazioni di messinscena estrema nella storia del cinema, il tutto per disegnare un ritratto, procedendo per suggestioni, istinti, come fa l'artista, come fanno gli artisti che compongono un'artista. I'm not there sta alla storia del "ritratto" sul grande schermo come Rembrant all'arte figurativa. Non c'è bisogno di sapere chi è ritratto per coglierne il senso.


A me sembra che la ribellione sia qualcosa da cui, in maniera debbo dire veramente sottile, il film cerca di tenersi alla larga. E' il concetto di libertà quello che scatena l'equivoco con la ribellione, ripudiandola quasi perchè elemento impuro, elemento inquinato dalla società. Comunque punti di vista.
Non comprendo proprio invece questo concetto di messinscena estrema nella storia del cinema. Non mi sembra ci sia nulla di estremo in questo film.
Sono d'accordo sul fatto che anche non conoscendo dylan si possa apprezzare a pieno I'm not there, ma non afferro il paragone con Rembrant perchè un pò così è la dinamica di tutta l'arte figurativa, che affonda nei parametri strutturali e metaforici la sua essenza più bella.

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#13 Homer

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Inviato 12 settembre 2007 - 15:58

Anche io credo che quello di cui parla soprattutto il personaggio interpretato da Cate Blanchett sia proprio quello di libertà...libertà di pensiero, di espressione, di parole. Dylan (sempre che questo film parli di lui) non credo sia un ribelle. Semplicemente ha voluto raccontare ciò che a lui interessava, senza pretese di cambiare il mondo o di ribellarsi ad esso (lui per primo dichiara più volte di non credere che una canzone possa cambiare il mondo).
E per quanto sia una pellicola affascinante, non ci vedo nemmeno io tutto questo estremismo, questa rivoluzionarietà nella messinscena. Che poi la fattura sia ottima, è un altro discorso, a mio parere.
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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

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#14 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 12 settembre 2007 - 16:55

Anche io credo che quello di cui parla soprattutto il personaggio interpretato da Cate Blanchett sia proprio quello di libertà...libertà di pensiero, di espressione, di parole. Dylan (sempre che questo film parli di lui) non credo sia un ribelle. Semplicemente ha voluto raccontare ciò che a lui interessava, senza pretese di cambiare il mondo o di ribellarsi ad esso (lui per primo dichiara più volte di non credere che una canzone possa cambiare il mondo).
E per quanto sia una pellicola affascinante, non ci vedo nemmeno io tutto questo estremismo, questa rivoluzionarietà nella messinscena. Che poi la fattura sia ottima, è un altro discorso, a mio parere.


Ma è chiaro che per ribellione si intende lo spettro della ribellione, l'archetipo della ribellione. Poi forse sarò io, ma non so se ci si rende conto che il film è costruito su costanti intrecci semiotici, sui cosidetti "squarci" di senso, nessuno a Hollywood aveva mai avuto il coraggio di buttar giù una messa in scena del genere, e più in assoluto una realizzazione filmica che prevedesse 7/8 fotografie diverse, 7/8 stili diversi sui movimenti di macchina. E' un film che trae la sua forza unicamente da queste scelte espositive, tese e stese verso il concetto più ampio di multifocalità. D'altronde l'universalità del film sta proprio nel suo essere un gigantesco manifesto sull'essere e sulle sue mutevolissime manifestazioni. Ed è chiaro che il chiodo è battuto sul fatto che nessuno dei personaggi è Bob Dylan, così come nessuno degli spezzoni risulta preminente rispetto agli altri, nonostante l'imperiosità del pezzo Blanchett. Da qui la scelta di Bob Dylan, la "cavia" di questo nuovo modo di ritrarre un'esperienza/essenza umana, un personaggio le cui tematiche sono facilmente intuibili: ribellione, conservazione, joi de vivre,autodistruzione.
Il film ovviamente verte su queste in qualità di archetipi e disegna un possibile modo di riflettersi sull'essere umano, e i vari personaggi non sono nient'altro che l'azione di una serie di pulsioni sull'individuo Dylan.

Semplicemente ha voluto raccontare ciò che a lui interessava, senza pretese di cambiare il mondo o di ribellarsi ad esso (lui per primo dichiara più volte di non credere che una canzone possa cambiare il mondo).


Qui a parer mio si dimostra una comprensione del senso della pellicola praticamente nulla, come puoi approdare a una verità su un personaggio da un film che si pone come assunto, teoria, tesi ma anche paradossalmente mezzo il fatto che non esistono verità che un individuo si porta con sè nel corso dei suoi giorni, e neanche in quello dei suoi attimi?
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#15 Pierrot le fou

    Roadie

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Inviato 12 settembre 2007 - 17:17



Semplicemente ha voluto raccontare ciò che a lui interessava, senza pretese di cambiare il mondo o di ribellarsi ad esso (lui per primo dichiara più volte di non credere che una canzone possa cambiare il mondo).


Qui a parer mio si dimostra una comprensione del senso della pellicola praticamente nulla, come puoi approdare a una verità su un personaggio da un film che si pone come assunto, teoria, tesi ma anche paradossalmente mezzo il fatto che non esistono verità che un individuo si porta con sè nel corso dei suoi giorni, e neanche in quello dei suoi attimi?


veramente a me sembra che homer abbia centrato e afferrato proprio uno dei temi fondamentali, altro che comprensione nulla (ma ricalare dal piedistallo no?)

Poi forse sarò io, ma non so se ci si rende conto che il film è costruito su costanti intrecci semiotici, sui cosidetti "squarci" di senso, nessuno a Hollywood aveva mai avuto il coraggio di buttar giù una messa in scena del genere


guarda pickpocket, è da un pò di tempo ed ovunque che tiri in ballo la semiotica ed i segni, capisco che forse è l'argomento sul quale si concentrano i tuoi studi al momento ma, francamente, gli intrecci semiotici ci sono dai tempi della nascita del cinema, sia costanti che non.

dire che questo film trae la sua forza unicamente da quelle scelte che hai illustrato te significa probabilmente non assegnargli il valore che merita, un  valore che il suo stile riesce goffamente a stare al passo.

non è che confondi la messa in scena con la scrittura? è da un pò che mi sembra tu confonda questi due elementi.

ma rembrandt? non mi hai risposto prima.

il concetto sulla ribellione e/o libertà valeva sia dal punto di vista archetipico che non.




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#16 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 12 settembre 2007 - 17:40




Qui a parer mio si dimostra una comprensione del senso della pellicola praticamente nulla, come puoi approdare a una verità su un personaggio da un film che si pone come assunto, teoria, tesi ma anche paradossalmente mezzo il fatto che non esistono verità che un individuo si porta con sè nel corso dei suoi giorni, e neanche in quello dei suoi attimi?


veramente a me sembra che homer abbia centrato e afferrato proprio uno dei temi fondamentali, altro che comprensione nulla (ma ricalare dal piedistallo no?)



Più di dire a parer mio scusa che dovrei fare? ??? E comunque potresti rispondermi e dirmi come si può approdare...(vedi post quotato).


dire che questo film trae la sua forza unicamente da quelle scelte che hai illustrato te significa probabilmente non assegnargli il valore che merita, un  valore che il suo stile riesce goffamente a stare al passo.


Non ho capito cosa intendevi con la chiusura della frase. Ma ti dico che io non vedo altro valore se non quello di cui parlavo. Mi sembra invece fortemente banalizzante pensare che Haynes volesse parlarci di robaccia consumistica tipo "senso di libertà".

non è che confondi la messa in scena con la scrittura? è da un pò che mi sembra tu confonda questi due elementi.


No guarda io ho parlato delle due cose in maniera distinta, nonostante la genialità della scrittura si realizzi e balzi agli occhi proprio grazie ai mutamenti di messinscena fra i vari frammenti e a certe cerniere fra essi.

ma rembrandt? non mi hai risposto prima.


Intendevo solo citare uno dei ritrattisti più importanti d'ogni tempo, era una cosa sparata lì. ;D
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#17 Homer

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Inviato 12 settembre 2007 - 17:59

Qui a parer mio si dimostra una comprensione del senso della pellicola praticamente nulla, come puoi approdare a una verità su un personaggio da un film che si pone come assunto, teoria, tesi ma anche paradossalmente mezzo il fatto che non esistono verità che un individuo si porta con sè nel corso dei suoi giorni, e neanche in quello dei suoi attimi?


Meno male che Pierrot è d'accordo con me!  :)

Io credo, personalmente, che si stia un pò esagerando nel tessere le lodi di questo film (e lo dico forse perchè non l'ho apprezzato appieno, ma forse è anche vero il contrario).
Però penso allo stesso tempo che si tratti di una pellicola che affronta molteplici argomenti, tra cui quello a cui ho accennato io (ovvero robaccia consumistica tipo "senso di libertà", come dicevi tu). D'altronde parli anche tu di tematiche. E non cambia il discorso sia che si tratti di un film su Bob Dylan o che Bob Dylan sia solo un pretesto per parlare di altro. Nè il fatto che ne parli sminuisce il valore del film.

Poi se inizi a parlare di intrecci semiotici e squarci di senso, allora non ti seguo perchè non ho studiato cinema nè comunicazione. Ma non credo di non aver compreso in pieno il senso del film (non mi sento stupido a tal punto), magari però è solo supponenza la mia.




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"Beh, devo essere ottimista. Va bene, dunque, perché vale la pena di vivere? Ecco un’ottima domanda. Beh, esistono al mondo alcune cose, credo, per cui valga la pena di vivere. E cosa? Ok. Per me... io direi... per Groucho Marx tanto per dirne una, e Willie Mays e... il secondo movimento della sinfonia Jupiter... Louis Armstrong, l'incisione Potatoehea Vlues... i film svedesi naturalmente... L’educazione sentimentale di Flaubert... Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili... mele e pere di Cézanne, i granchi di Sam Wo, il viso di Tracey"

"Saigon. Merda. Sono ancora soltanto a Saigon. Ogni volta penso che mi risveglierò di nuovo nella giungla"


#18 Guest_vegeta_*

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Inviato 12 settembre 2007 - 18:31



guarda pickpocket, è da un pò di tempo ed ovunque che tiri in ballo la semiotica ed i segni, capisco che forse è l'argomento sul quale si concentrano i tuoi studi al momento ma, francamente, gli intrecci semiotici ci sono dai tempi della nascita del cinema, sia costanti che non.

dire che questo film trae la sua forza unicamente da quelle scelte che hai illustrato te significa probabilmente non assegnargli il valore che merita, un  valore che il suo stile riesce goffamente a stare al passo.



Sono d'accordo.

E poi credo che nessuno possa stabilire con certezza di che cosa volesse parlarci Haynes. Perchè no...? Anche di roba consumistica come la voglia di libertà
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#19 Pierrot le fou

    Roadie

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Inviato 13 settembre 2007 - 08:26

E comunque potresti rispondermi e dirmi come si può approdare...(vedi post quotato).

come puoi approdare a una verità su un personaggio da un film che si pone come assunto, teoria, tesi ma anche paradossalmente mezzo il fatto che non esistono verità che un individuo si porta con sè nel corso dei suoi giorni, e neanche in quello dei suoi attimi?


se non si può approdare a delle verità in questo film, come puoi essere sicuro di quel che vuol essere, di essere sicuro di come si pone?

Mi sembra invece fortemente banalizzante pensare che Haynes volesse parlarci di robaccia consumistica tipo "senso di libertà".


siccome a te sembra fortemente banalizzante, allora non ne parla. che dire?


  • 0

#20 Cervezanegra

    pivello

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Inviato 13 settembre 2007 - 08:43

visto ieri. son d'accordo con Homer: se non conosci Dylan, non puoi apprezzare il film fino in fondo..comunque molto bello!Ma è rivolto solo ai suoi appassionati fan..
  • 0

#21 corey

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Inviato 13 settembre 2007 - 09:13

Il film è molto discontinuo, ma alcuni frammenti volano letteralmente. Momenti musicali da brividi: Richie Havens che arrochisce Tombstone Blues e la struggente fanfara funebre Goin' To Acapulco (Jim James & Calexico).
Heath Ledger è un attore coi controcazzi: la sua interpretazione è carica di un'amarezza, di un cinismo, di una fragilità e di una tenerezza semplicemente disarmanti. Anche se è un film per esegeti dilanyani (e un filo agiografico), alla seconda visione si lascia bere tutto d'un fiato (ho come l'impressione che più si vede più si apprezza).
Comunque il furibondo talento di Haynes, la cui pellicola migliore a mio avviso resta il glaciale Safe, non è suscettibile di confutazioni.
  • 0
i periti hanno dimostrato che non vi è alcuna certezza.

#22 Tom

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Inviato 13 settembre 2007 - 10:55

Dunque 4 film, 1 finto documentario e degli spezzoni.

Dylan/Jude geniale! Tra Fellini, Tim Burton e Richard Lester.
La Blanchett è incredibile, stratosferica, più sexi di quanto sia mai sembrata come donna!
Voto: 10

Dylan/Billy The Kid tra Peckinpah e Jarmush, bellissimo.
Devastante l'esecuzione di GOING TO ACAPULCO al "funerale".
Commovente il laconico distacco finale dal cane.
Purtroppo sconta la pessima scena del Garret/Mr. Jones latifondista a cui Il Kid si ribella, troppo esplicita e banalizzante, girata pure male.
Voto: 8 

Dylan/Woody idea di partenza geniale: un Dylan/Pinocchio negretto e conta balle. Peccato che il carattere picaresco e fantastico di queste sequenze non venga sfruttato del tutto. Bellissima la scena della balena e commovente la visita al vero Woody Guthrie (ripresa da "Alice's Restaurant" del mio adorato Arthur Penn). Forse l'episodio più penalizzato da un doppiaggio comunque criminale.
Voto: 7,5

Dylan/attore/Gainsbourg sempre intensa e sexi al suo strano modo la Gainsbourg. Questo spezzone regge benissimo finché resta sottotono sottolineando il quotidiano, ma scade poi nella banalità biopic nel mostrare la crisi vera e proprio. Banaluccio. 
Voto: 6

Dylan/finto documentario non mi è piaciuto per niente.
Dylan sembra un cerebroleso interpretato da un insolitamente pessimo Christan Bale, sprecata Juliane Moore/Joan Baez.
Bruciati malamente tutti gli spunti interessanti: il famoso discorso su Lee Oswald ridotto a una gaffe da avinazzato (eppure sarebbe potuta/dovuta essere una scena centrale nel film, visti i continui parallellismi politici), la conversione al cristianesimo una scenetta buttata lì senza motivi e di pessimo gusto.
Voto: 4

Dylan/poeta intervistato da dylaniano non posso che apprezzare il fine puntiglio con cui si è voluto dare un volto anche al Dylan poeta visonario del '64/'65, ma a livello cinematografico mi è sembrata una mossa inutilmente cervellotica.
Quegli spezzoni potevano essere tranquillamente interpretati sia da dal Dylan di Bale (e avrebbe giovato) sia da quello della Blanchett. 
Una finezza di troppo, ma tutto sommato ininfluente sul film.

Insomma, pur con madornali alti e bassi, un gran film da vedere e rivedere. In lingua originale possibilmente.

Concordo con Corey che il capolavoro di Haynes rimane per ora il gelido SAFE.
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#23 {`tmtd`}

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Inviato 14 settembre 2007 - 08:20

visto ieri sera in una sala deserta di bologna.
devo dire che sono rimasto impressionato.
non conosco moltissimo il personaggio di dylan, ho ascoltato soltanto qualche disco e non ho una conoscenza approfondita nè del personaggio, nè della sua vita.
però il film è un qualcosa di vorticoso, che ti prende dall'inizio e ti trascina (quasi a forza) all'interno delle sue voragini narrative. il montaggio spesso frenetico ed immediato permette alla pellicola di guadagnare in fluidità, le musiche che collegano (e valorizzano) ogni snodo (o scena chiave) sono a dir poco magnifiche; scelte con grande gusto.
concordo con tutti riguardo la parte di blanchet: interpretazione magistrale. sono rimasto senza parole guardando il suo modo di muoversi e di parlare.
un po' deluso per quanto riguarda il frangente con richard gere, un po' fiacco e un fuori dal contesto.
la scena più bella del film è quella della balena: vera estasi psichedelica.
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#24 Cervezanegra

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Inviato 14 settembre 2007 - 10:22

Dunque 4 film, 1 finto documentario e degli spezzoni.

Dylan/Jude geniale! Tra Fellini, Tim Burton e Richard Lester.
La Blanchett è incredibile, stratosferica, più sexi di quanto sia mai sembrata come donna!
Voto: 10

Dylan/Billy The Kid tra Peckinpah e Jarmush, bellissimo.
Devastante l'esecuzione di GOING TO ACAPULCO al "funerale".
Commovente il laconico distacco finale dal cane.
Purtroppo sconta la pessima scena del Garret/Mr. Jones latifondista a cui Il Kid si ribella, troppo esplicita e banalizzante, girata pure male.
Voto: 8 

Dylan/Woody idea di partenza geniale: un Dylan/Pinocchio negretto e conta balle. Peccato che il carattere picaresco e fantastico di queste sequenze non venga sfruttato del tutto. Bellissima la scena della balena e commovente la visita al vero Woody Guthrie (ripresa da "Alice's Restaurant" del mio adorato Arthur Penn). Forse l'episodio più penalizzato da un doppiaggio comunque criminale.
Voto: 7,5

Dylan/attore/Gainsbourg sempre intensa e sexi al suo strano modo la Gainsbourg. Questo spezzone regge benissimo finché resta sottotono sottolineando il quotidiano, ma scade poi nella banalità biopic nel mostrare la crisi vera e proprio. Banaluccio. 
Voto: 6

Dylan/finto documentario non mi è piaciuto per niente.
Dylan sembra un cerebroleso interpretato da un insolitamente pessimo Christan Bale, sprecata Juliane Moore/Joan Baez.
Bruciati malamente tutti gli spunti interessanti: il famoso discorso su Lee Oswald ridotto a una gaffe da avinazzato (eppure sarebbe potuta/dovuta essere una scena centrale nel film, visti i continui parallellismi politici), la conversione al cristianesimo una scenetta buttata lì senza motivi e di pessimo gusto.
Voto: 4

Dylan/poeta intervistato da dylaniano non posso che apprezzare il fine puntiglio con cui si è voluto dare un volto anche al Dylan poeta visonario del '64/'65, ma a livello cinematografico mi è sembrata una mossa inutilmente cervellotica.
Quegli spezzoni potevano essere tranquillamente interpretati sia da dal Dylan di Bale (e avrebbe giovato) sia da quello della Blanchett.   
Una finezza di troppo, ma tutto sommato ininfluente sul film.

Insomma, pur con madornali alti e bassi, un gran film da vedere e rivedere. In lingua originale possibilmente.

Concordo con Corey che il capolavoro di Haynes rimane per ora il gelido SAFE.


Mi potresti brevemente dire a quali vicende della vita di Dylan si riferivano?
Es. neanche io sapevo avesse fatto l'attore..
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#25 Tom

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Inviato 14 settembre 2007 - 19:09

Mi potresti brevemente dire a quali vicende della vita di Dylan si riferivano?
Es. neanche io sapevo avesse fatto l'attore..


Infatti non l'ha fatto, almeno non nel periodo del personaggio del film, che come gli altri è ispirato a Dylan ma non ne ricalca esattamente la biografia.

Per il resto (banalizzando)...

Il Dylan ragazzino nero mette in scena le balle che Dylan nei primi tempi aveva raccontato per costrursi un aura di mistero e nascondere il fatto di essere stato un tranquillo ragazzino ebreo di buona famiglia. Raccontò appunto di essere stato un vagabondo, di aver suonato con famosi blusmen, di aver viaggiato sui treni, di aver fatto parte di un circo e nonstante i genitori fossero vivi e vegeti di essere orfano (come Jim Morrison).

Il Dylan del finto documentario interpretato da Bale rappresenta (male) il Dylan politico del '62/'63 e poi la sua conversione ai "Cristiani Rinati" del '79/'81 (nel film invece si parla del '74).

Il Dylan/Rimbaud che viene intervistato riprende dichiarazioni del'64/'65, quando Dylan aveva voltato le spalle alle canzoni "impeganate" e prima della svolta elettrica.

Il Dylan della Blanchett è quello scheletrico, spettrale e rimpinzato di anfetamine del '65/'66. Il periodo che si conclude con il famoso e misterioso incidente in moto.

Il Dylan attore riprende quello che si era ritirato quasi a vita privata tra il '68/'74, sposando una coniglietta di Playboy e da cui divorziò definitivamente nel '78.

Il Dylan di Gere è una specie di rompicapo. E' praticamente il Dylan solitario degli ultimi anni, ma anche quello di KNOCKIN' ON HEAVEN'S DOOR e del film di Peckinpah del 1972, mentre l'ambientazione e i personaggi dell'episodio sono più o meno ispirati alle canzoni suonate con The Band nel 1967 e alle canzoni di "John Wesley Harding" .
Questo episodio mette in scena una tipica non-storia che potrebbe essere il testo di una sua canzone. 
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#26 Pickpocket

    Roadie

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Inviato 14 settembre 2007 - 19:29


Il Dylan di Gere è una specie di rompicapo. E' praticamente il Dylan solitario degli ultimi anni, ma anche quello di KNOCKIN' ON HEAVEN'S DOOR e del film di Peckinpah del 1972, mentre l'ambientazione e i personaggi dell'episodio sono più o meno ispirati alle canzoni suonate con The Band nel 1967 e alle canzoni di "John Wesley Harding" .
Questo episodio mette in scena una tipica non-storia che potrebbe essere il testo di una sua canzone. 


Perfetto, per chiarire a Cervesanegra potrei aggiungere che praticamente l'idea è che Billy The Kidd abbia schivato il colpo di Garrett(come si dice in una delle sequenze) e che si sia salvato ritirandosi verso una sorta di vita ritirata. Comunque se non hai visto il film(che è appunto Pat Garrett e Billy The Kidd, di Sam Packimpah) beccalo e capirai. Su questa filigrana si riversa il Dylan degli ultimi anni, come giustamente sottolineavi tu.
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#27 kebab

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Inviato 19 settembre 2007 - 08:02

l'ho visto venerdì scorso. che dire, un film che mi è parso sublime dall'inizio alla fine, a parte certi frammenti. mi unisco a chi non è piaciuto il simildocumentario con un bale che sembrava forrest gump timido. enorme la blanchett, colpevole dei momenti migliori del film -con tanto di mitragliata verso il pubblico. emozionante richard gere, che non ho mai apprezzato molto.
e dire che non conosco -e apprezzo- molto dylan. :)

aspetto la pubblicazione della colonna sonora -solo per risentire going to acapulco. :-*
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#28 vietcong

    pivello

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Inviato 02 ottobre 2007 - 15:12


oltre a molte finezze di cui è intrisa la pellicola (quanti di voi sanno di chi parla Dylan quando a Londra gli viene presentato il bassista della famosa cover-band?).


boh, io ho dato per scontato che fosse Brian Jones, ma se la metti così sarà un riferimento più oscuro...
comunque gran film, non godibile come il grande Velvet Godmine, ma merita di ulteriori visioni per un giudizio più pieno

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#29 satyajit

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Inviato 07 ottobre 2007 - 19:28

visto ieri sera in una sala deserta di bologna.


Sala deserta anche oggi pomeriggio a Milano. Ciò è alquanto triste.
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#30 {`tmtd`}

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Inviato 07 ottobre 2007 - 19:35


visto ieri sera in una sala deserta di bologna.


Sala deserta anche oggi pomeriggio a Milano. Ciò è alquanto triste.


sì, sinceramente mi sarei aspettato un riscontro decisamente più forte; sopratutto qui a bologna. davvero un grande peccato perchè il film è superbo.
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#31 Guest_vegeta_*

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Inviato 07 ottobre 2007 - 19:37


visto ieri sera in una sala deserta di bologna.


Sala deserta anche oggi pomeriggio a Milano. Ciò è alquanto triste.


si...ma ormai è uscito da un mese...forse per quello.
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#32 Guest_justin_timberlake_*

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Inviato 05 novembre 2007 - 23:21

oramai è tardi per vederlo in sala o sbaglio?
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#33 Guest_vegeta_*

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Inviato 06 novembre 2007 - 00:58

oramai è tardi per vederlo in sala o sbaglio?


tra un po' esce il dvd
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#34 tony3vis

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Inviato 15 novembre 2007 - 00:58

L'ho visto al cinema questa sera, grazie ad una rassegna di film d'autore.
Personalmente ho trovato eccezionale l'idea di "Enigma" ed il ripudio dei suoi abitanti per l'autostrada che doveva essere costruita. Inoltre l'uso di più attori per interpretare i diversi aspetti di Dylan ha permesso un'intensa caratterizzazione a tutto tondo del personaggio.

Dispiace, ovviamente, che un film assolutamente non banale e ricco d'ispirazione trovi poco successo di pubblico, e che solo per questo venga trascurato nelle programmazioni dei cinema. Il "Gran premio della giuria" alla mostra del cinema di Venezia dovrebbe avere più importanza anche in questo senso.


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#35 Jules

    Pietra MIliare

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Inviato 15 novembre 2007 - 12:19

Bè non è che il film di Haynes abbia avuto la fortuna meritata però...ma è inutile stare qui a piagersi addosso, nell'ultimo biennio la politica di distribuzione in Italia è diventata inaccettabile...insisto ancora sull'ultimo, splendido, film di Gilliam che è uscito in 10 copie...quando il film di Argento, solo qui a Roma, viene proiettato in 25 copie..
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#36 Guest_justin_timberlake_*

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Inviato 30 novembre 2007 - 17:07

però da quello che mi hanno detto è un film che si apprezza appieno solo se si conosce bene dylan, cosa non molto frequente da queste parti.

ma sto dvd quando esce? sul mulo al posto della Blanchett si trovano adorabili mulatte
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#37 Guest_justin_timberlake_*

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Inviato 09 dicembre 2007 - 20:19



ma sto dvd quando esce? sul mulo al posto della Blanchett si trovano adorabili mulatte


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#38 Guest_Oyuki_*

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Inviato 27 dicembre 2007 - 09:35




ma sto dvd quando esce? sul mulo al posto della Blanchett si trovano adorabili mulatte


Magari te ne sarai già accorto, comunque è uscito. Credo verso il 12 di dicembre.

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