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Omar Vecchio


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Inviato 31 luglio 2007 - 17:27

Nell'anniversario della sua prematura scomparsa, a 38 anni mentre intraprendeva la scalata del Dirian Peak (7266 m.) in Pakistan, vorrei qui ricordare Omar Vecchio, alpinista e scrittore poco conosciuto e di scarsissimo successo, ma per chi l'ha conosciuto o ne ha letto qualche scritto, difficilmente dimenticabile.

Nato a Milano il 14 gennaio del 1962, dopo vari e successivi travagli adolescenziali, finite le scuole medie-inferiori decide di entrare in seminario ed intraprendere la strada sacerdotale. Ma dopo appena i primi due anni di ginnasio è colpito da una profonda crisi e decide di abbandonare il seminario, oramai sempre più lontano dalla fede cattolica. S'iscirverà al Liceo Classico "Parini" di Milano ed entrerà subito in contatto con personaggi alquanto eccentrici coi quali si dedicherà a periodi di consapevole e meditata sregolatezza, a base alcolici e droghe pesanti, nel tentativo di forzare i limiti della società e di se stessi. Nello stesso periodo fonderà un'ensemble Neo-Dadaista col quale proporrà spettacoli teatrali, video-musicali e darà alle stampe anche un piccolo giornale. Terminata l'esperienza Liceale deciderà di non isciriversi all'università e partirà per il servizio militare. L'esperienza in caserma, in una delle armi meno nobili dell'esercito, gli provocherà un'ulteriore crisi, propedeutica a quella che lo investirà allorché, nel corso di un viaggio a Parigi, in una libreria esoterica, si imbatte nei libri di Julius Evola. L'incontro è decisivo.
Attratto dal pensiero della Destra Radicale, ne esplorerà via via gli autori principali - da Mishima a Junger fino a Drieu La Rochelle -, senza mai dimenticare il suo grande amore per Nietzsche, Heidegger e le avanguardie del primo novecento. Nel 1985, partecipando con Maurizio Morelli (titolare della Società Editrice Barbarossa) ad un trekking in quota, impara a conoscere la montagna e le opportunità che essa offre oltre il mero dato sportivo. Si iscrive all'Associazione Paracadutisti di Milano dove, iniziato un processo di trasformazione radicale che gli consente di evolvere dalla condizione essenzialmente intellettuale e di riscattare la precedente esperienza militare, scopre finalmente la dimensione verticale dell'alpinismo individuandone l'essenza di unica, vera ed autentica "arte marziale" praticabile in Occidente. Così, riallacciandosi alla concezione dell'alpinismo eroico degli anni Trenta, nell'ottica di Julius Evola, Domenico Rudatis, Emilio Comici, Giusto Gervasutti ed Eugenio G. Lammer, diventa uno scalatore molto intraprendente, deciso nel seguire con tenacia ammirevole quella "via" ardimentosa e audace in grado di condurlo fuori dalle secche del nichilismo, intuito con spietata lucidità già negli anni del seminario e molto prima di aver letto Nietzsche. Gli appunti presi sulle riflessioni che questa esperienza gli suggerisce costituiscono un materiale prezioso destinato a diventare un libro, purtroppo però mai realizzato.
Nel 1998 Omar convoca un gruppo di amici per la presentazione di un'Antologia poetica di un suo amico (Gino Porcheddu), già docente universitario e poi clochard etilista a Milano, che insieme ad altri due amici aveva segnato profondamente la giovinezza di Omar. Dei tre, il poeta ha scelto di lasciarsi morire, un altro si è suicidato e il terzo è irreversibilmente segnato dall'Aids, con la quale lotta tutt'oggi. Nel corso della presentazione Omar - l'unico a essere uscito indenne da certe esperienze limite - si rammarica della perdita dei manoscritti dell'amico e lega con una promessa Maurizio Murelli: se con il paracadutismo o con l'alpinismo troverà la morte sarà Maurizio a doversi occupare dei suoi scritti.
E così nasce dopo la sua tragica morte il libro "Cavalcare le Vette", che riunisce vecchi stralci di diario, appunti, riflessioni varie e saggi per conferenze che Omar Vecchio aveva steso su carta durante la sua breve esistenza.
Di lui ci restano anche:
- "Essenza Nichilistica dell'Occidente Cristiano". Un saggio, che partendo dall'Anticristo Nietzschiano, critica il ruolo del Cristianesimo nella storia d'Occidente.
- "Visioni di un Uomo in Armi". Un breve romanzo che parla di un soldato che combatte in una guerra ormai persa e che in mezzo alle rovine e alla sconfitta porta avanti una solitaria e personale battaglia per ricercare se stesso.
- "Sono stato quel ragazzo". Anch'esso postumo e curato dalla poetessa Anna Lamberti-Bocconi, grande amica di Omar. Si tartta di una raccolta di poesie.


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