Ingenuamente ottimista, parto per Bologna con solo un libro in valigia: versione non censurata, paperback economico, di Lady Chatterley's Lover. Vuoi per i caratteri minuscoli; vuoi per l'impegno della lettura inglese anche in vacanza; vuoi perché, boh, della liberazione sessuale di questa mogliettina infelice non me ne fregava in fondo nulla; insomma l'ho mollato dopo tre capitoli.
Guardo la libreria di casa dove, oltre ai miei libri, c'è l'accumulo dei gialli e bestseller di mia madre. Guardo con diffidenza alla sfilarata dei Camilleri-Sellerio e mi dico: in fondo piace anche a molti appassionati di buona letteratura, è uno scrittore stimato in modo abbastanza trasversale, tentar non nuoce. Stranamente mancava il primo Montalbano, perciò mi piglio il secondo, Il cane di terracotta. Ri-parto con solo quello in borsa.
Con tutta la buona volontà, ma anche di Montalbano capisco che non me ne frega niente; visualizzo continuamente la pelata di Luca Zingaretti sebbene l'originale abbia i capelli e vada pure a farseli sistemare dal barbiere; e questa presunta prosa raffinata, veramente smozzicata e spruzzata di termini siciliani che suonano (ohibò) un po' posticci, mi annoia oltre ogni dire. Anche questo, dopo una quarantina di paginette, finisce all'angolo.
Nel mezzo del nulla, ormai senza speranze, mi dirigo alla vecchia cabina telefonica adibita a bookcrossing. Una valanga di libri scolastici, brutte edizioni da edicola, letteratura locale emiliana; nel mezzo spunta, anch'esso brutto, un volume antologico di Moravia del Club degli Editori. Contiene Gli indifferenti (già letto) e vari racconti dei quali non conoscevo l'esistenza. Mi ci aggrappo con tutto me stesso.
E riscopro una volta di più un autore lucidissimo; non una parola fuori posto, tutto appare nitido al punto da non sembrare introspezione psicologica ma oggettiva descrizione di una realtà esteriore. Certo, il Moravia ha sempre bisogno dell'innesco carnale, quasi sempre immotivato o senza convinzione, ma intorno a esso si sviluppano le più banali, glaciali - eppure travolgenti - tragedie umane. Molto belli in particolare "Inverno di malato" e "La provinciale".
Più avanti vorrei recuperare anche "Il conformista" e "Il disprezzo", ma anche qui temo che gli ottimi film di Bertolucci e Godard imprimano già i loro colori e profili sulla pagina.
esoteros
I have spoken softly, gone my ways softly, all my days, as behoves one who has nothing to say, nowhere to go, and so nothing to gain by being seen or heard.
(Samuel Beckett, “Malone Dies”)