A settembre avevo letto un libro senza commentarlo qui, anche se mi ero segnato qualcosa su un taccuino. Ricopio.
Robert Walser, I fratelli Tanner
Ieri sera ho finito I fratelli Tanner, poi sono andato da *** a piedi e ci ho pensato su. E' un romanzo-poema che procede attraverso le stagioni. Inizia con l'incontro invernale con Klara, e Simon (protagonista) e Kaspar (suo fratello) che si stabiliscono da lei. Se ne vanno quando il marito di Klara, Agappaia, va in rovina e deve vendere la casa all'associazione per la temperanza e e il benessere del popolo (quella della mensa dove Simon mangia). Finisce di sera in inverno, con Simon che torna sul colle ov'era la casa di Klara, e ora c'è una nuova casa per il popolo. Simon è diventato "niente" (parole sue), non ha forma né lavoro. Dice di essere in debito d'amore verso gli uomini e il mondo, di aver offeso il mondo, "madre in collera" di cui è infatuato. C'è una bella ripresa di tutti i temi nel racconto di chi sono i fratelli Tanner che Simon fa alla direttrice della nuova casa per il popolo (controfigura di Klara, che aiuta i poveri?).
Questo luogo è una sorta di Purgatorio con cui finisce il libro, popolato da un'umanità varia e da vecchietti che fumano la pipa. Simon presentiva già dall'estate precedente che le cose in inverno gli sarebbero andate male; ma avrebbe potuto camminare fin quando i piedi l'avessero sostenuto, finanche a piedi scalzi. Poi nell'ultimo capitolo autoelogia le sue grosse scarpe che servono proprio a quello scopo. E allora è come il poeta Sebastian, ritrovato morto assiderato nei boschi innevati proprio da Simon?
Dedico questi appunti al nostro caro simon
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Ho anche concluso Julio Cortazar, Fine del gioco.
E' una raccolta di racconti pubblicata negli anni '50. Sono brevi e molto brevi, eterogenei nei temi anche se si possono rintracciare dei filoni. Alcuni mi hanno fatto pensare a Borges e creano una continuità/confusione tra mondi che usiamo tenere separati: il mondo dei romanzi e quello degli uomini, il presente e il passato ancestrale, il mondo dei pensieri e dei sogni e quello della veglia, e infine il mondo di chi guarda da quello di chi è guardato (il celebre Axolotl). La copertina del libro forse non mi piace, ma Escher è piuttosto indicato.
Alcuni racconti sembrano "studi" su una situazione assurda, descritta fino allo sfinimento: un uomo che non riesce a togliersi un maglione, un concerto di musica classica in cui il pubblico è soggetto a un climax infinito di venerazione per il direttore. Sono i testi che mi hanno più ricordato alcuni "procedimenti" nelle Storie di Cronopios e di Famas, letto qualche settimana fa, in cui le assurdità vengono descritte con minuziosità maniacale.
C'è la storia del grande pugile Torito.
C'è anche una vena nostalgica: amici che andando verso la terza età si allontanano, e soprattutto alcune bellissime storie di bambini che si ritrovano sotto scacco alla fine del gioco (ho avuto qualche flash di Guimaraes Rosa, forse a sproposito). Bellissime perché tutti i racconti, se non erro, sono in prima persona; e creare la voce di un bambino o di una bambina, mantenendo un accento di verità e di bellezza, non riesce a tutti.
Avendo preso Rayuela-Il gioco del mondo, chiedo se qualcuno di voi l'ha letto e in che ordine (si può leggere da pagina 1 alla fine o seguendo un ordine di capitoli consigliato dall'autore).