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20104 replies to this topic

#19201 Reynard

    No OGM

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Inviato 10 giugno 2020 - 19:09


 

 

Di Schneider hai gia letto Le voci del mondo?

 

Stavo scrivendo più o meno lo stesso post di Reynard, dato che "Le voci del mondo" è uno di quei libri che ho comprato a caso, per simpatia e prezzo a 1 euro; e di cui non so assolutamente nulla, dato che poi non l'ho letto. Poi dai, "Le pietre che parlano" e "Le voci del mondo", era chiaro che fosse lo stesso autore. E invece no.

 

 

Leggilo, "Le voci del mondo", che merita.

(Il titolo originale è "Schlafes Bruder", Fratello del sonno. Che poi sarebbe la morte).
 


  • 0
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#19202 wild horse

    Classic Rocker

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Inviato 11 giugno 2020 - 08:09

 

nessuno ha guardato la serie televisiva? A me non é dispiaciuta (parla uno che da anni che si é ripromesso di leggere Lansdale)

 

Molto carina si', con gli attori perfettamente in parte, ma la scelta di adattare un romanzo ad ogni stagione spalmandolo su sei puntate, secondo me ha portato a una diluzione eccessiva della narrazione. Comunque ottime le prime due stagioni, mentre nella terza, che adatta "Il mambo degli orsi", per la diluzione che dicevo si inceppa il semplice ma esaltante meccanismo tra sopruso e vendetta.

 

Anche se in proporzione Lansdale e' piu' famoso in Italia che in patria, e' strano che cinema e tv USA attingano cosi' poco da lui: finora solo due film, i per altro cultissimi Bubba Ho-Tep e Cold in July.

 

50919-hd.jpg

 

(Spero di averlo messo tra i migliori film 10s.)

 

 

 

Tom se dovessi partire da un libro di Lansdale tra quelli che non sono ancora stati toccati dalla serie tv (i 2 film che citavi invece non li ho ancora visti) quale mi consiglieresti?


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#19203 geeno

    Pussy Malanga

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Inviato 11 giugno 2020 - 08:27

Di quelli che ho letto di hap e leonard i migliori mucho mojo e mambo degli orsi.
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#19204 Tom

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Inviato 11 giugno 2020 - 08:52

Tom se dovessi partire da un libro di Lansdale tra quelli che non sono ancora stati toccati dalla serie tv (i 2 film che citavi invece non li ho ancora visti) quale mi consiglieresti?

 
Forse dovresti chiedere a Kristofferson e Harry, che credo abbiano letto piu' di me di Lansdale. Io ho letto ancora poca roba in confronto a cio' che ha scritto, soprattutto mi mancano molti dei suoi titoli piu' importanti, tra cui appunto "In fondo alla palude" comprato l'altro giorno e "La sottile linea scura" che sto leggendo. Finora quello che forse mi ha colpito di piu' e' il recente "La foresta", che mi e' sembrato un perfetto ponte tra il gelido mondo di un Cormac McCarthy e quello piu' sanguigno di uno Stephen King.
 
Pensavo giusto ieri che potremmo metterci tra lansdale-iani e provare a mappare la sua sterminata bibliografia.
Io ancora anni fa avevo messo giu' questo:
 
romanzi "classici"
1989 Freddo a luglio (Cold in July)
1998 L'ultima caccia (The Boar)
2000 L'anno dell'uragano (The Big Blow)
2000 In fondo alla palude (The Bottoms)
2002 La sottile linea scura (A Fine Dark Line)
2004 Tramonto e polvere (Sunset and Sawdust)
2007 Echi perduti (Lost Echoes)
2007 La ragazza dal cuore d'acciaio (Leather Maiden)
2011 Cielo di sabbia (All the Earth, Thrown to the Sky)
2012 Acqua buia (Edge of Dark Water)
2013 La foresta (The Thicket)
2015 Paradise Sky (Paradise Sky)
2015 Fender Lizards (Io sono Dot)
 
Hap & Leonard
1990 Una stagione selvaggia (Savage Season)
1994 Mucho Mojo
1995 Il mambo degli orsi (Two-Bear Mambo) 
1997 Bad Chili
1998 Rumble Tumble
2001 Capitani oltraggiosi (Captains Outrageous)
2009 Sotto un cielo cremisi (Vanilla Ride)
2011 Devil Red
2013 Una coppia perfetta - I racconti di Hap e Leonard: Le iene (Hyenas, 2011), Veil in visita (Veil's Visit, 1999 - scritto con Andrew Vachss), Una mira perfetta (Dead Aim, 2013)
2015  Honky Tonk Samurai
2017 Rusty Puppy
2017 Sangue e limonata (Blood and Lemonade)
2018 Jackrabbit Smile
 
romanzi "pulp"
1980 Atto d'amore (Act of Love) - thriller “punk”
1983 Texas Night Riders - horror-western
1984 La morte ci sfida (Dead in the West) - horror-western
1986 Il carro magico (Magic Wagon) - horror-western
1987 Il lato oscuro dell'anima (The Nightrunners) - thriller “punk”
1991 La lunga strada della vendetta (Batman: Captured by the Engines) - romanzo di Batman
1995 Assassini nella giungla (Tarzan: the Lost Adventure) - romanzo di Tarzan
2003 Bubba Ho-Tep (Bubba Ho-Tep) - horror con Elvis Presley
2016 Hell's Bounty - horror-western
2018 Bubba and the Cosmic Bloodsuckers
la trilogia del Drive-in...
1988 Il drive-in (The Drive-In: A “B” Movie with Blood and Popcorn, Made in Texas)
1989 Il giorno dei dinosauri (The Drive-In 2: Not Just One of Them Sequels)
2005 La notte del drive-in 3. La gita per turisti (The Drive-In: The Bus Tour)
Trilogia di "Ned la Foca"
2001 Fuoco nella polvere (Zeppelins West)
2006 Londra tra le fiamme (Flaming London)
2020 The Sky Done Ripped
 
(E il "bello" e' che ne mancano un bel po'...)


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#19205 Greed

    round control to major troll

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Inviato 11 giugno 2020 - 21:14

Orco can che bibliografia, mi è passata la voglia.


  • 1

#19206 Greed

    round control to major troll

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Inviato 13 giugno 2020 - 09:30

*
POPOLARE

Gesualdo Bufalino.

Come sempre un incontro casuale, dettato dalle buone parole di alcuni forumisti (paloz tra gli ultimi), dalla sicilianità che sempre mi attrae, e dalla diceria di un linguaggio ricercato e un po' barocco. Che poi non mi è sembrato così barocco. E così mi sono trovato a leggere Diceria dell'untore e Argo il cieco, scoprendo solo con il secondo libro che stavo leggendo un mio "simile" (prof. di lettere), con il quale condividevo un intero vocabolario di riferimenti. Le citazioni infatti sono numerose: Catullo, Ovidio, i poeti provenzali e gli italiani del Duecento, Dante, le opere di Mozart e Puccini, Dostoevskij, Proust. Ma anche Murnau, Bergman e il jazz.

 

Temi comuni: le donne, la memoria e lo stillicidio di minuti risucchiati dal tempo, il decadimento del corpo e la morte. Tutti recuperati e messi in scena dalla "diceria" che è un "qualsiasi lungo dire, sia con troppo artifizio, sia con troppa poca arte" (definizione del Tommaseo riportata dallo scrittore stesso). Insomma, raccontati da qualcuno che è insieme il pupo (il personaggio) e il puparo (il narratore che lo manovra).

 

 

 

Diceria dell'untore è ambientato in un sanatorio per TBC, nel dopoguerra*. E' da leggere almeno per due grandi personaggi. Il primo è il "Gran Magro", dottore. Eccolo, mentre parla di Dio: 

"Che gaffeur, che cavadenti; che schiappa di un garzone di mago! Guarda!" e mi ritava la manica, mi mostrava con un gesto circolare l'universo. "Guarda che merda!"

Il secondo è Marta, un'altra malata che attira irresistibilmente il protagonista. Le sue parole, nel libro, sono veri assoli di bel canto: mai si discerne il confine tra verità e teatro, sentimento e posa. Ricordi inventati e farneticazioni, eppure così struggenti. Mi ha ricordato i diversi assoli di Ciccina Circè, in Horcynus Orca. Chissà che cortocircuito nasce tra la Sicilia e le donne.

 

* Parentesi: il terzo libro che leggo nel 2020 che ne parla diffusamente. Gli altri due sono La veranda di Satta e Undici solitudini di Yates. E' quasi un sottogenere del romanzo. Magari tra cent'anni avremo i romanzi sul covid asd

 

1588-7.jpg

 

 

 

Argo il cieco ovvero I sogni della memoria è un libro decisamente più esuberante, meno tetro. Ho anche riso.

E' un sessantenne che racconta i suoi trent'anni vissuti come li vivrebbe un ventenne. Allora era professore in trasferta a Modica, stava a pensione da una donna di cui talvolta soddisfaceva le pinguedini, era innamorato della bellissima e incostante Maria Venera, ma anche delle sue studentesse diciottenni, dell'innamorata del suo amico, e altre ancora.

Ci sono gatti piangenti dai tetti, inseguimenti in auto, incidenti, verginità salvate in extremis, schiaffi, scenate, personaggi che muoiono nel giro di una frase. Insomma, una vera commedia salace e sensuale, piena di farfallonate amorose e "zingarate" tra amici (fenomenali le fanfaronate del filosofo Iaccarino). Mi ricorda l'esuberanza ingenua di un Boccalone di Palandri o del Lunario del paradiso di Celati, ma in versione più letteraria e teatrale. Come dice l'uomo che racconta, siamo a metà tra il bel canto e lo scat.

Ogni tanto, durante il racconto, questo sessantenne si ferma, e si chiede cosa sta scrivendo e perché, se i suoi amori non fossero solo continue recite dello stesso amore per l'amore, se non ci sia forse qualcun altro che scrive il passato a posto suo. Ma quindi, tutto questo è vero o è una recita messa su dalla memoria e dalle parole? 

 

Un assaggio del quasi incipit. Sembra un Paolo Conte siciliano..

Spoiler

 

7226-3.jpg

 

 

Tra un po' mi arriva "Le menzogne della notte", ma se avete altri consigli dite pur, ch'io piglio ognora.

 

[parentesi tattile-onanistica: quanto mi piace la carta di Fabriano che usa la Sellerio]


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#19207 George Kaplan

    Giraghiere a tradimento

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Inviato 13 giugno 2020 - 11:50

Nell’edizione Bompiani (spero anche nelle altre) della Diceria c’è una gustosissima appendice che recupera i materiali originariamente previsti e poi cassati dall’autore, quasi dei ghirigori mentali per accompagnare il testo: le poesie scritte alla Rocca e da preludere ai capitoli, gli epitaffi dei personaggi, una traccia semi-enigmistica della partita a scacchi giocata col Magro e una guida al romanzo, in cui, replicando una confidenza rilasciata a Sciascia che l’intervistava su L’Espresso, Bufalino rivela che “il primo capitolo che scrissi (non è il primo nell’ordine canonico e non conta dire qual è) nacque come un gioco serio, la scommessa di trovare intrecci plausibili fra 50 parole scelte in anticipo per timbro, colore, carica evocatoria comuni”.

Al bellissimo Le menzogne… mi viene da affiancare, per contrasto e per simili inquietudini sul teatro e la vita, la leggerezza ghiribizzosa di Qui pro quo, sorta di anti-giallo in cui Bufalino fa la parodia degli intrecci polizieschi ammazzando un editore, in vacanza nella sua villa mediterranea, col busto di un tragediografo greco. Il libriccino è davvero esile, nulla più di un gioco sui materiali della tradizione, nonché l’occasione per “mettere alla prova la compatibilità di certi eccessi di stile con le ingegnerie dell’intreccio”, ma l’equilibrismo con cui tiene in piedi il gioco degli inganni ha la consueta eleganza.

Molto bello anche L’uomo invaso, raccolta di fantasie che vanno dalla riscrittura del mito di Orfeo alle inquietudini metafisiche di un pedinatore. Nel mezzo trovano spazio Gorgia, Baudelaire, Jack lo Squartatore, nonché invenzioni memorabili quali l’ingegnere di Babele e la triste vicenda di Giufà. Il racconto del titolo è spassosissimo.

Ora mi è venuta voglia di recuperare Calende greche, che avevo abbandonato per una certa spossatezza. Mi accorgo che, pur amando molto gli autori dal linguaggio personale e ricercato – quando non apertamente barocco – mi occorrono delle pause abbastanza lunghe prima di riprenderli in mano (meno nel caso di Landolfi, che mi prende sempre per forza di invenzioni e per il suo lato ossessivo alla Poe).


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#19208 Greed

    round control to major troll

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Inviato 13 giugno 2020 - 15:30

Non ho i materiali di cui parli. Ma anche nei capitoli conclusivi di Argo accenna al procedimento di partire dalle parole e scrivendone una lista. Interessante quanto più ciò che scrive torna a essere autobiografico, in qualche modo.
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#19209 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 14 giugno 2020 - 18:41

Io ho iniziato proprio con "Calende greche", trovato usato a un mercatino. Mi era piaciuto, per la sua "irregolarità" narrativa (se ricordo bene è una sorta di autobiografia fittizia che pesca anche da precedenti opere di Bufalino in una sorta di "montaggio" d'autore). Poi ero passato a Diceria su cui mi limito a sottoscrivere quanto da voi già detto. Fu così che decisi di sganciare i 40 e passa oboli per il primo volume delle Opere (Bompiani). Fatalmente però mi sono incagliato subito su "L'amaro miele", la raccolta poetica di Bufalino, che non mi aveva preso granché. Da tornarci su comunque. Tra l'altro quel volume delle Opere contiene anche "Argo il cieco" e "L'uomo invaso", da voi citati. Più avanti mi cimenterò.

Devo dire che Bufalino mi è comunque caro più come traduttore de "I fiori del male". Li ho letti per la prima volta nella sua versione, che resta quella a cui sono più affezionato, per aver scelto di ricalcare il dissonante ritmo baudelairiano, rime incluse.
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A chemistry of commotion and style

#19210 George Kaplan

    Giraghiere a tradimento

  • Redattore OndaCinema
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Inviato 14 giugno 2020 - 19:33

Devo dire che Bufalino mi è comunque caro più come traduttore de "I fiori del male". Li ho letti per la prima volta nella sua versione, che resta quella a cui sono più affezionato, per aver scelto di ricalcare il dissonante ritmo baudelairiano, rime incluse.

 

Ricordo che la prefazione era bellissima: l'immagine di Dio e il diavolo che mentre combattono si stringono nascostamente la mano mi aveva colpito assai. Forse (?) è lì che Bufalino racconta di aver provato, in gioventù, a voltare in francese una traduzione italiana (l’unica che avesse a disposizione da leggere) dell’opera – salvo rimanere poi disgustato dal suo tentativo una volta letto l’originale.

 

Sarebbe un bel gioco da provare.


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#19211 frankie teardrop

    The scars on my wrists may seem like a crime

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Inviato 14 giugno 2020 - 21:39

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#19212 Infinite dest

    dolente o nolente

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Inviato 15 giugno 2020 - 11:27

Di Lansdale non ho letto molto ma confermo lo status di capolavoro di In fondo alla palude. Data la mie età, in cui emozionarsi per un libro  è davvero rarissimo, mi ha davvero sorpreso


  • 2

 mi ricorda un po' Moro.

 

 

 

 

Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.

 

 

 

Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).

 

 


#19213 100000

    Enciclopedista

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Inviato 21 giugno 2020 - 18:10

Ho letto Tropicario italiano, di Fabrizio Patriarca (non conoscevo), un po' per caso, e devo dire che ho avuto molti problemi con questo libro.

Scritto alla seconda persona singolare (e già), con un lessico sofisticato e compiaciuto, ma soprattutto con una posizione mentale al limite dell'insopportabile (per me ovviamente). Non solo non potevo mai riconoscermi o condividere alcunché con quanto descritto, ma avrei voluto rispondere "ok boomer" ogni due righe, altro che sentirmi tirato in ballo da un onnipresente "tu". Il problema non sono tanto/solo le mete di un turismo massificato da cash (Maldive, Dubai, Bora Bora) quanto la posizione mentale di chi dà per scontata la propria condizione e la assolutizza senza pudore. Espressioni mai sentite e destinazioni neanche sognate spacciate come "tipiche dell'italiano in vacanza", considerazioni sul "troppo comfort" dei voli intercontinentali, gli apprezzamenti "inevitabili" di resort tropicali e centri commerciali in mezzo al deserto, e via così. Infine, in mezzo allo sfoggio di cultura alta e citazioni in latino, la goffaggine nel tirare dentro citazioni pop posticce, sbagliate. Il libro culmina con una parodia del Dibba viaggiatore che è come sparare sulla croce rossa e sa tanto di derisione dell'ignoranza.

Io forse avevo aspettative troppo alte, sperando in una cosa alla Cosa divertente... di DFW, ma insomma, male male.


  • 1

#19214 Tom

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Inviato 23 giugno 2020 - 11:17

Sarebbe piu' da "idoli".

charles-webb.jpg
 
È morto Charles Webb, l'autore ribelle del Laureato

di Atonello Guerrera

 

LONDRA. Come nella “Solitudine del maratoneta” di Alan Sillitoe, Charles Webb è l’icona del ribelle irriducibile, anche quando il successo, il denaro e una placida vita sembrano scontati. Come in tutti i rimpianti esistenziali, dopo esser caduto nella miseria, nell’anonimato anti-borghese e nell’anticonformismo più carnale, ci mancherà molto questo inimitabile scrittore americano, l’autore del romanzo e poi film mondiale Il Laureato, scomparso a 81 anni il 16 giugno - ma si è venuto a sapere oggi - nel Sussex, in Inghilterra, per cause ignote.

Molti conoscono Webb proprio per quel romanzo, il suo capolavoro, successivamente diventato la ricchissima pellicola di una generazione americana grazie al regista Mike Nichols, agli attori Dustin Hoffman, Anne Bancroft, Katharine Ross e allo sceneggiatore Buck Henry, morto lo scorso gennaio. Non tutti, però, sanno cosa accadde dietro le quinte di quel blockbuster che macinò 100 milioni di dollari al cinema. Perché l’incredibile vita di Webb, dietro quel suo disinteressato ennui, è una storia di privazioni volontarie, di follie familiari, di affamato disagio.

Ma bisogna partire dall’inizio per essere - e capire - Charles Webb. Che nasce il 9 giugno 1939, a San Francisco, per poi trasferirsi presto a Los Angeles. Famiglia benestante, alta borghesia, padre celebre cardiologo, madre abbonata ai salotti buoni. La sua vita è già scritta: progressismo radical chic, studi in un’eccellente università “Ivy League”, la laurea. Ecco, no grazie. Perché a Webb tutti questi privilegi non stanno bene. “Mi veniva la depressione”, raccontò in una rara intervista al quotidiano inglese Daily Telegraph nel 2005, “ogni cosa per me era stata decisa. “Il laureato” parla anche di questo casino: un ragazzo nevrotico, maniaco, depresso”.

Webb si laurea presto anche lui, in letteratura al Williams College, in Massachusetts. Ottiene una borsa di studio di scrittura creativa. E nel 1963 dà alla luce “The Graduated”, il “Laureato”. Descrizione della casa editrice: “Un romanzo sulla gioventù di oggi, come non l’avete mai letta”. Dove Benjamin Braddock - alias Dustin Hoffman - è evidentemente un suo alter ego, sebbene Webb abbia sempre tenuto a precisare di non aver mai avuto una storia con “Mrs Robinson” (nel film Anne Bancroft): una donna molto più grande di lui, immortalata nella storia della musica da Simon & Garfunkel, nella fiction moglie del socio del padre e madre di Elaine, cioè Katharine Ross, protagonista con Benjamin della fuga finale, in un bus al tramonto. “No, mi sono ispirato alla moglie di un collega di mio padre che giocava a bridge”, racconterà poi Webb, oltre a sua suocera che non voleva fargli vedere la figlia, avatar letterario di Elaine, e sua futura compagna di una vita. Ma il padre di Charles non la prende affatto bene, teme che l’opera getti discredito e vergogna a tutta la rispettata famiglia. Allora prende una copia del “Laureato” che gli ha dato il figlio Charles, la scaglia a terra e urla: “È una merda!”.

Non proprio, visto il successo che avrà il romanzo, pervaso da quella vacuità emotiva, dai dialoghi tediosi come nel “Guardiano” di Harold Pinter e dalle incertezze generazionali in un contesto destabilizzante come la Guerra del Vietnam. Il libro ottiene recensioni e vendite dignitose per un esordio. Ma Webb vende i diritti cinematografici ai produttori legati al celebre Larry Turman per soli 20mila dollari. Non solo: si lega le mani pure per un eventuale seguito, che dovrà essere revisionato e approvato da quella che poi sarà Canal+ in Francia, che ne avrà gli introiti maggiori.

Al produttore di Hollywood Turman, che decide di finanziare il film del Laureato dopo aver comprato quel romanzo in aeroporto, Webb fa così pena che, dopo i 100 milioni incassati al botteghino, gli regala 10mila dollari. Lo scrittore li rifiuta, come tutte le successive royalties, donate all’ong ebraica “Anti-Defamation League”. Webb rifiuta persino di andare alla premiere del film e regala i biglietti a uno sconosciuto. È solo l’inizio del suo anti-materialismo cosmico e del pauperismo antagonista che segneranno la sua vita: “Quando finisci il denaro è un’esperienza purificatoria”, dirà Webb, “perché fa bene alla mente come nient’altro. A volte rimpiangi non avere in banca titoli di Stato o altri beni materiali. Ma poi raggiungi un livello per cui riesci a vedere dentro le cose”.

Difatti, Webb rinuncia all’eredità del padre. Si sbarazza della sua casa al mare fuori Los Angeles. Lo stesso fa di almeno altre tre “oppressive” proprietà di sua moglie Eve Rudd, artista, discendente di pellegrini della Mayflower e eccentrica ereditiera della East Coast, conosciuta all’università dove entrambi amano lo sceneggiatore censurato Ring Lardner. Primo appuntamento della coppia: in un cimitero. I Webb si disfano anche di opere d’arte di Warhol e Rauschenberg, ereditate dalle loro famiglie. Tutto regalato a terzi, associazioni o a sconosciuti, pur di sbarazzarsi di qualsiasi bene o avere. Persino i regali del matrimonio vengono restituiti agli invitati. Charles e Eve Webb iniziano a vivere in motel, in luoghi di fortuna, nell’indigenza o in comuni nudiste (anche in Francia). Fanno gli accattoni e i lavori più umili - dagli operai alla raccolta nei campi. Hanno presto i due figli, John e David.

Non chiamatela Eve, però. Perché sua moglie cambia presto nome in Fred, in primis contro la “dittatura femminile” cui era sottoposta, e poi in onore di un gruppo di “self-help” per uomini con bassa autostima. I Webb, sempre uniti fino all’ultimo giorno dello scrittore, si sposano nel 1962, nello stesso anno in cui Charles scrive “Il Laureato”. Anche se l’anno prima hanno organizzato un altro matrimonio lampo all'improvviso causa gravidanza di lei, poi annullato dopo un aborto spontaneo. Alla fine, i due divorziano, ma solo formalmente, nel 1981. Il motivo non è chiaro, ma sono due le principali e contrastanti versioni che i due hanno fornito: per protestare contro la legittimità dell’istituzione matrimonio e, seconda ipotesi, per invocare gli stessi diritti anche per le persone dello stesso sesso.

Subito dopo “Il laureato”, i Webb si trasferiscono vicino New York e in Massachusetts, perché vogliono educare in casa i figli e ciò in California non è permesso. Uno di loro, un “performance artist”, un giorno mangerà letteralmente una copia del romanzo capolavoro di suo padre con la salsa di mirtilli. È l’inizio di una vita povera e peripatetica, di un nomadismo operaio e situazionista. Più tard, il trasferimento in Francia, il ritorno in America e infine, dal 1999, l’Inghilterra. “Perché ci sembrava un bel posto, anche se non conoscevamo nessuno”. Prima Brighton in un monolocale sopra un negozio di cibo per animali, poi in una casetta misera nella vicina Eastbourne, nell’East Sussex.

E le altre opere di Charles Webb? Il suo stile distaccato e idiosincratico mal si adegua ai romanzi successivi: “Affettuosamente, Roger” (1969), “Il matrimonio di un giovane agente di cambio” (1970), “Orphans and Other Children” (1975), “The Abolitionist of Clark Gable Place” (1976), “Elsinor” (1977), “Il grande slam” (1979). I libri vanno male, anche perché Webb rinuncia alle promozioni (“sarebbe come cibare mucche con carcasse di mucche pazze, il mondo editoriale vuole sempre, sempre di più!”) e addirittura rifiuta di far scrivere sulle copertine “dall’autore del Laureato”: “Sarebbe stato sfruttamento”, spiegherà in seguito.

Curiosamente, però, gli ultimi due romanzi lo fanno riemergere dalla palude editoriale. Nel 2002 è il turno di “Volare via”, amato da Nick Hornby, che sarà il film “Hope Springs” con Colin Firth. I soldi ricavati, però, Webb li regala per l’istituzione di un nuovo premio per le “minoranze creative” che andrà all’artista inglese Dan Shelton: il quale, come opera d’arte vincente, spedirà se stesso Tate Britain sigillato in un pacco. Infine, nel 2007, l’attesissimo sequel del Laureato, e cioè “Home School” (in italiano “Bentornata, Mrs. Robinson”) che il Times serializza, aiutandone la pubblicazione e finanziando la causa legale con Canal+ per i diritti ceduti negli anni Sessanta. Webb racimola 30mila sterline con cui paga i debiti ed evita lo sfratto. Il resto, lo regala ancora una volta al primo che passa. Rimpianti? “No”, spiegò sempre al Telegraph, "se avessi avuto 100 milioni di dollari li avrei buttati via con la stessa velocità di 20mila”. God bless you, please, Mr. Webb.

 

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Da tempo ho li' da leggere altri suoi due libri "Affettuosamente, Roger" del '69 e "Il matrimonio di un giovane agente di cambio" del '70. E' ora, direi.

 

 

PS poco tempo fa mi sono accorto che nel 1963 uscirono una manciata di lbri che hanno avuto una gradissima influenza su di me.
 
Charles Webb - The Graduate (appunto)

Walter Tevis - The Man Who Fell to Earth
Heinrich Böll - Opinioni di un clown
Leonard Cohen - The Favourite Game
Dino Buzzati - Un amore
Italo Calvino - Marcovaldo
William Burroughs e Allen Ginsberg - The Yage Letters


  • 3

#19215 Nijinsky

    Señorito en escasez

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Inviato 24 giugno 2020 - 07:42

Chi qui sopra mi ha messo in testa di leggere ancora Maupassant? Tra i romanzi compiuti mi mancavano Mont-Oriol e Il nostro cuore; ho scelto il secondo e a metà mi pare un capolavoro: ignoro il motivo della sua scarsa notorietà (e fortuna editoriale, almeno in Italia).

Tradotto da Emma Defacqz!
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Siamo vittime di una trovata retorica.


#19216 atlas

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Inviato 24 giugno 2020 - 08:48

Chi qui sopra mi ha messo in testa di leggere ancora Maupassant? Tra i romanzi compiuti mi mancavano Mont-Oriol e Il nostro cuore; ho scelto il secondo e a metà mi pare un capolavoro: ignoro il motivo della sua scarsa notorietà (e fortuna editoriale, almeno in Italia).
 

 

mont-oriol capolavoro. ha una notorietà strana anche in francia, perlomeno non è quella che meriterebbe in quanto capo dei capi. 


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il faut se radicaliser. 


#19217 Nijinsky

    Señorito en escasez

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Inviato 24 giugno 2020 - 09:00

Allora lo compro.
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Siamo vittime di una trovata retorica.


#19218 Greed

    round control to major troll

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Inviato 24 giugno 2020 - 09:08

Ho letto alcuni racconti di Maupassant io di recente. Mai letto romanzi, immagino che dovrei.

 

Nel frattempo ho letto The sun also rises di Hemingway (in Italia "Fiesta").

 

Spoiler

 

Parla di un gruppo di emigrati (americani, inglesi) a Parigi, la cosiddetta lost generation. Il protagonista e voce narrante Jake Barnes è reduce dalla grande guerra con una ferita che lo rende impotente. Alcune considerazioni.

 

- Parte in Francia, con un po' di noia, e poi prosegue in Spagna, diventando sempre più interessante

- E' un romanzo fatto in gran parte di dialoghi tra gente che beve di continuo. Praticamente mai vengono descritte le emozioni, quasi mai neanche quelle di Jake. Bisogna sempre decrittarle dai dialoghi, dai sottintesi, dai monosillabi.

-Dove non ci sono i dialoghi, ci sono grandiose descrizioni. I viali di Parigi e e sue acque torbide, le montagne basche viste in movimento da un pullman e il monastero di Roncisvalle, il fiume in cui pescare, Pamplona e la sua fiesta e i suoi torero.

- L'andante delle descrizioni spesso è contrappuntato dal ritmo staccato e veloce dei dialoghi, creando cortocircuiti tra ciò che si vede e ciò che si sente. 

- Sono presenti in modo più disteso i temi di vari racconti. Dal romanzo si capisce meglio perché Nick Adams vada a pescare, ad esempio.

- Facilissimo per fare una lettura in lingua, mai andato così spedito. Con i suoi racconti, per dire, ho avuto molte più difficoltà. 

- Il finale (e vari finali dei capitoli) sono da manuale.

 

In ogni caso lascia sempre questa sensazione di enigma, di "che cosa vuol dire ciò che ho visto?", più propria di certo cinema che non della letteratura. Per non sbagliare ho già ordinato "Farewell to arms".


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#19219 George Kaplan

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Inviato 24 giugno 2020 - 13:59

Di Fiesta ricordo distintamente la pesca e la corrida, soprattutto le scene della mattina dopo. Avendolo letto parecchi anni fa e mai ripreso mi sorprende averne conservato un’impressione così vivida.

A proposito di quella gente lì, domenica ho recuperato a 1 euro i racconti di Pat Hobby, che cercavo da un po’. C’è un irregolare e fastidioso segno di bic in copertina, ma anche una bella illustrazione di Evsa Model. Alcuni racconti sono proprio degli sketch (e infatti furono originariamente pubblicati su Esquire da Fitzgerald per sbarcare il lunario e sfogare un po’ di risentimento contro il mondo di Hollywood che lo aveva ingabbiato) e la scrittura è molto asciutta rispetto ai capolavori – con, qua e là, i soliti tocchi, come quando introduce la nuova segretaria di Pat: “Andò alla macchina da scrivere, la esaminò, si sedette e poi scoppiò in singhiozzi”, con un Pat sbalordito che corre a chiudere la porta perché qualcuno non pensi sia colpa sua. In generale è più esile di quanto pensassi, ma lo leggo volentieri. Attendo il racconto con Orson Welles.


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#19220 Kerzhakov91

    Born too late

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Inviato 28 giugno 2020 - 18:23

Ci riprovo pure qui  asd
 
C'è qualche forumista che ha letto "Viaggio in Italia" di Goethe? Per motivi di lavoro che non vi sto a spiegare, mi servirebbe una sua citazione sulla bellezza, l'unicità, ecc dell'Italia in generale (e non delle sole Napoli, Roma o Sicilia). Oppure anche qualche frase d'impatto sul viaggio che intraprese.

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Firma-Damon-2005.jpg

 

 


#19221 ArchieFisher

    pacato come il vecchio che ho in avatar da 50 anni

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Inviato 28 giugno 2020 - 19:08

Io l'ho letto qualche anno fa, ma l'avevo preso in biblioteca, quindi non ce l'ho sotto mano.

Sorry


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Life was never better than
in nineteen sixty-three

Ogni vita ha peso e dimenticanza calcolabili

"What kind of music do you usually have here?"
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#19222 Earl Bassett

    se ci dice bene finiamo nella merda

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Inviato 28 giugno 2020 - 19:09

https://it.m.wikiquo...Italia_(saggio)
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#19223 Greed

    round control to major troll

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Inviato 29 giugno 2020 - 11:31

Gianni Rodari - Grammatica della fantasia (introduzione all'arte di inventare storie)

 

9788879268332_0_221_0_75.jpg

 

Più volte sentito citare, non gli ho mai trovato tempo. Pubblicato inizialmente dalla Piccola biblioteca Einaudi, mi aspettavo qualcosa di saggistico e mediamente impegnativo. Non è così. Rodari ribadisce che il suo non è un saggio (non avrebbe la necessaria formazione e teoria alle spalle per scriverlo, dice), ma è un resoconto delle sue esperienze e di un laboratorio tenuto con insegnanti.

Ogni capitoletto è una proposta operativa o una riflessione sulla creatività, intesa sempre come capacità fondamentale per la crescita, la comprensione di sé stessi e degli altri, la formazione di una morale, lo sviluppo del pensiero critico e del pensiero astratto. Si parla di inventare parole che non esistono, creare limerick e filastrocche, inventare o reinventare le fiabe, costruire storielle a partire da due sole parole scelte a caso, immaginare cosa succederebbe se la Sicilia perdesse tutti i bottoni. E tante altre.

Ma la cosa più bella è il modo in cui è scritto. Personale e vanitoso, con frequenti divagazioni, tantissime citazioni, sopra le righe, e anche aspro nei confronti di un'educazione ottusa, conformista, repressiva. Infine, entusiasta di ogni imprevisto dettato dai bisogni e dalla libertà dei giovanissimi, entusiasta degli errori, fautore della libertà di esprimersi, financo con la parolaccia e il turpiloquio.

 

Obbligatorio per tutti coloro che lavorano con i bambini o che hanno bambini, e in generale per chi si occupa di educazione a tutti i livelli.


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#19224 tupelo

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Inviato 29 giugno 2020 - 14:32

Me lo procuro, grazie.


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#19225 Greed

    round control to major troll

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Inviato 29 giugno 2020 - 18:04

Pensieri liberi. 

Al mercatino ho trovato una bancarella che vendeva libri usati, anche interessanti, a buon prezzo. Ho visto una vecchia edizione delle Città invisibili di Calvino e attirato dal prezzo e dall'immagine in copertina l'ho fatta mia, nonostante il mio continuo sospetto nei confronti di questo autore. Giunto a casa mi ero già pentito dell'acquisto fatto. Ben due euro, mi è costato.


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#19226 Tom

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Inviato 29 giugno 2020 - 18:15

A me Calvino piace parecchio, ma l'ultima fase iniziata proprio con "Le citta' invisibili" non mi fa impazzire, anche se "Se una notte d'inverno un viaggiatore" me lo ricordo (poco, ma) bello.


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#19227 George Kaplan

    Giraghiere a tradimento

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Inviato 29 giugno 2020 - 18:48

Calvino è uno di quegli autori di cui mi capita di apprezzare più l’idea che il libro – cosa bizzarra, che mi accade talvolta anche con alcuni cineasti, tra cui Truffaut e Allen.

Ho, però, un buon ricordo di Marcovaldo e La giornata di uno scrutatore.


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#19228 100000

    Enciclopedista

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Inviato 29 giugno 2020 - 19:10

Pensieri liberi. 
Al mercatino ho trovato una bancarella che vendeva libri usati, anche interessanti, a buon prezzo. Ho visto una vecchia edizione delle Città invisibili di Calvino e attirato dal prezzo e dall'immagine in copertina l'ho fatta mia, nonostante il mio continuo sospetto nei confronti di questo autore. Giunto a casa mi ero già pentito dell'acquisto fatto. Ben due euro, mi è costato.

Ma no dai, perché? Poor Calvino.
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#19229 Mr. Atomic

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Inviato 29 giugno 2020 - 19:56

approfitto del doppio assist di Greed per la seguente: 

 

I viaggi di Giovannino Perdigiorno >> Città invisibili

 

51OWVlKM9hL._SX294_BO1,204,203,200_.jpg

 

 

Un Rodari che aggiorna Lettere persiane 


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#19230 Tom

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Inviato 29 giugno 2020 - 22:14

Ma è pesante da leggere?


Ma no, ha uno stile sempre molto scorrevole, fiabesco anche quando parlava della sua esperienza nella Resistenza, e l'eloquenza era praticamente la sua religione. Le ultime cose degli anni 70 vanno un po' più sul poetico e simboleggiante, ma non sono certo difficili. Poi ha sempre pubblicato libri molto veloci e snelli.

Senza saperne nulla mi stava un po' sulle balle quando avevo vent'anni ed era considerato intoccabile, mi ha fatto cambiare idea mia moglie. Oggi sembra vada invece di moda snobbarlo o trattarlo con condiscendenza. Boh, insieme a Buzzati (che però era molto più fuori dal tempo di lui) a me Calvino è quello che mette più nostalgia verso un'Italia ancora culturalmente vispa e creativa. A pensarci anche Rodari fa parte di quella schiatta e di quella atmosfera.
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#19231 Greed

    round control to major troll

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Inviato 29 giugno 2020 - 22:35

Di Calvino sicuramente ho già detto. Non è proprio nelle mie corde a causa di una certa leggera giocosità intellettuale, un distacco razionale e settecentesco. Non so come spiegare. Mi piace tuttavia il sangue e la carne del Sentiero dei nidi di ragno, rinnegata da lì in avanti.

Le città invisibili sono uno dei testi che mi incuriosiva di più, tra i suoi.

 

Ma è pesante da leggere? Tipo i romanzi di Eco? Io volevo leggere la raccolta di fiabe

 

Ma leggiti le fiabe siciliane raccolte da Giuseppe Pitrè! Rodari invece consiglia vivamente Andersen (sono però fiabe letterarie, non una raccolta di fiabe popolari).


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#19232 Greed

    round control to major troll

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Inviato 29 giugno 2020 - 23:37

Escici la filastrocca allora.

 

Non so, non le ho lette. Mi pare che Tom ne avesse dato un giudizio positivo.


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#19233 Spiritchaser

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Inviato 30 giugno 2020 - 11:58

Di Calvino sicuramente ho già detto. Non è proprio nelle mie corde a causa di una certa leggera giocosità intellettuale, un distacco razionale e settecentesco


Io ci vedo poco di settecentesco e poca leggerezza nel gioco intellettuale, ma anche per me il suo limite più grande è il distacco, un distacco postmoderno, metaletterario, autoriflessivo, ipertestuale, disincarnato dal mondo che è concepito come un prodotto della semiosi letteraria e non viceversa. Infatti lo preferisco nella sua versione più fantastica o umoristica - Marcovaldo, Cosmicomiche, certi racconti, La giornata di uno scrutatore. Il sentiero dei nidi di ragno invece mi manca ma sicuramente fa parte di questa fase meno asfitticamente metaletteraria.
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#19234 Greed

    round control to major troll

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Inviato 30 giugno 2020 - 16:27

Forse ho pensato al Settecento per il Barone Rampante e alla leggerezza...perché era uno dei suoi valori, nelle "Lezioni americane". Ma sì, hai spiegato meglio quel che intendo.

Comunque di sicuro paga lo scotto di essere stato un autore canonico per le scuole; e una figura di primo piano nel campo culturale, che ha saputo accogliere e seguire le sperimentazioni e gli studi dal dopoguerra in poi. La ragione probabilmente sta nella sua facilità, che come sempre è apparente, in quanto si definisce facile la lingua limpida e scorrevole. E ne hanno fatto un po' le spese tantissimi scrittori sparsi e centrifughi (che per me sono più scrittori di lui), probabilmente perché usano una lingua meno pacifica. Come meno pacifica(ta) era quella del Sentiero

Queste le indicazioni nazionali per le scuole: "Gadda, Fenoglio, Calvino, P. Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello". Quindi di scrittori "storti" ci restano Gadda, e in parte Fenoglio, e in parte Pasolini. Di scrittori davvero bravi soprattutto Primo Levi. (Meneghello proprio non lo conosco, non so).

 

L'altro citato da Tom, ovvero Buzzati, è un altro caso interessante. Fortunatissimo tra il pubblico, piace molto anche ai ragazzi, quanto svalutato come scrittore all'interno di un "canone" italiano. Sulle antologie ho letto giudizi tranchant terribili, del tipo: epigono scrauso di Kafka, svenduto al mercato con testi quali "Un amore".  A me piace a fasi alterne e comunque ci sono parecchio affezionato. Qualche giorno fa ho pensato che dovrei cercare le opere (varie per Riccardo Malipiero, mi pare) per le quali ha scritto dei libretti. Tu Tom, che sei il completista di Buzz, ne sai qualcosa?


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#19235 Duck

    Professionista della malafede

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Inviato 30 giugno 2020 - 16:32

I piccoli maestri di Meneghello è bellissimo, bravo sì. Levi invece mai letto (manco a scuola)


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«Mister, possiamo lavorare sulle diagonali?», la richiesta di qualche giocatore. No, la risposta del tecnico. 

consigli per il futuro: leggere i fantaconsigli dell'UU e fare l'esatto opposto

Duck tu mi consigliasti di molto bello Delitto e Castigo, che nonostante la lunghezza (per me quello è gia parecchio lunghino) mi piacque parecchio e mi permise anche di fare un figurone con mia cognata in una discussione in cui credeva di tagliarmi fuori.


#19236 Spiritchaser

    Classic Rocker

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Inviato 30 giugno 2020 - 16:37

Non mi ricordo in quale intervista Calvino diceva che "il ruolo dello scrittore oggi non è più raccontare ma svelare i meccanismi del racconto", che è in parole sue il limite che gli attribuisco. Probabilmente anche per questo è più naturalmente adottato dalle scuole.

Di Buzzati ho letto l'antologia della boutique del mistero che è molto bella, e la raccolta Le notti difficili che lo è un po' meno ma con bei picchi.
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#19237 Greed

    round control to major troll

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Inviato 30 giugno 2020 - 16:43

Ripeto che è ciò che dicono le indicazioni per le scuole (chiarisco: sono indicazioni, se uno vuol fare Sciascia o Testori o Goliarda Sapienza è liberissimo di farlo). Però la sua mancanza tra quei nomi lì è abbastanza triste.

 

Di Sciascia ho letto quasi niente, ma quel quasi niente mi è bastato per capire che è un altro gigante della scrittura e cultura in toto. 

 

 

 

Non mi ricordo in quale intervista Calvino diceva che "il ruolo dello scrittore oggi non è più raccontare ma svelare i meccanismi del racconto", che è in parole sue il limite che gli attribuisco. Probabilmente anche per questo è più naturalmente adottato dalle scuole.
 

 

E certo. A scuola si usano i concetti dei formalisti russi e della narratologia ancora prima di leggere qualcosa  asd 

(c'è da piangere cazzo, e dire che a me quella roba astratta piace parecchio)


  • 1

#19238 Tom

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Inviato 30 giugno 2020 - 17:46

Qualche giorno fa ho pensato che dovrei cercare le opere (varie per Riccardo Malipiero, mi pare) per le quali ha scritto dei libretti. Tu Tom, che sei il completista di Buzz, ne sai qualcosa?

 

No, non arrivo a tanto.

 

La lista degli scrittori consigliati per la scuola mi pare equa, chi piu' chi meno, per un motivo o per l'altro, mi sembra che se lo meritino tutti di finire sui banchi scolastici. Una pena severa, ma giusta. Com'e' anche giusto che Buzzati sia stato assolto e lasciato in liberta'.


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#19239 ravel

    mon cœur est rouge

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Inviato 30 giugno 2020 - 20:19

Io ci vedo poco di settecentesco e poca leggerezza nel gioco intellettuale, ma anche per me il suo limite più grande è il distacco, un distacco postmoderno, metaletterario, autoriflessivo, ipertestuale, disincarnato dal mondo che è concepito come un prodotto della semiosi letteraria e non viceversa.

 

... che è poi la ragione per la quale, tramontato (come prima o poi tutti) quel paradigma culturale (e soprattutto la ridicola moda intellettuale da esso provocata, cosa della quale, sia chiaro, Calvino non era direttamente responsabile) adesso è in ribasso, al borsino delle quotazioni letterarie.
 


  • 1

«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)

 

Moriremotuttista


#19240 Reynard

    No OGM

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Inviato 01 luglio 2020 - 13:18

Ho letto Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson. 

Gotico provinciale americano piuttosto godurioso. 


  • 4
La firma perfetta dev'essere interessante, divertente, caustica, profonda, personale, di un personaggio famoso, di un personaggio che significa qualcosa per noi, riconoscibile, non scontata, condivisibile, politicamente corretta, controcorrente, ironica, mostrare fragilità, mostrare durezza, di Woody Allen, di chiunque tranne Woody Allen, corposa, agile, ambiziosa, esperienzata, fluente in inglese tedesco e spagnolo, dotata di attitudini imprenditoriali, orientata alla crescita professionale, militassolta, automunita, astenersi perditempo.

#19241 unterwelt

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Inviato 01 luglio 2020 - 17:37

Oggi sembra vada invece di moda snobbarlo o trattarlo con condiscendenza. Boh, insieme a Buzzati (che però era molto più fuori dal tempo di lui) a me Calvino è quello che mette più nostalgia verso un'Italia ancora culturalmente vispa e creativa.

Verissimo.
A volte penso che Calvino venga bistrattato perché non ha prodotto un capolavoro personale. Difficile dire quale sia il suo libro imprescindibile, quello che si eleva al di sopra di tutti gli altri. Eppure la sua poetica è straordinaria, ha scritto libri incredibili per inventiva e metaforicità, colti e allo stesso tempo leggeri.
Se si fa fatica a individuare un libro forte si fa anche fatica a individuare un libro debole per me. Scrive romanzi stratificati, aperti a critiche estremamente complesse ma anche ai più giovani. Il suo stile è scorrevole, leggibilissimo ma anche frutto di notevole attenzione (si dice fosse un maniaco perfezionista). Lo ritengo uno dei grandi scrittori italiani, a cui però è mancata la debolezza che lo rendesse affascinante per la cultura pop letteraria (se mai esiste un simile concetto). Troppo scolastico, troppo apparentemente ingenuo per tanti, è vissuto troppo ed è stato un personaggio troppo poco anticonvenzionale. Poco adatto alle mode (che non risparmiano nessuno, nemmeno il mondo della letteratura).
 

 

Di Buzzati ho letto veramente troppo poco e devo rimediare al più presto.


  • 3

#19242 debaser

    utente stocazzo

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Inviato 01 luglio 2020 - 17:56

Nel mio piccolo concordo con Tom su Calvino e Buzzati, anche se ci sono cose di Calvino che trovo trascurabili.
  • 0

Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
 
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia


#19243 corrigan

    気持ち悪い

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Inviato 02 luglio 2020 - 04:07

anch'io vorrei rimediare alla lacuna Buzzati, ho recentemente scaricato "I sessanta racconti", "La boutique del mistero"  e "Il deserto dei tartari", conto di leggerli prima di settembre. 


  • 1

I distrust orthodoxies, especially orthodoxies of dissent
「その時僕はミサト さんから逃げる事しかできなかった。 他には何もできない、 他も云えない… 子供なんだと ... 僕はわかった

 


#19244 selva

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Inviato 08 luglio 2020 - 11:20

Niente da fare, ho abbandonato Si riparano bambole di Antonio Pizzuto.

Autore siciliano che insieme a Bufalino, Consolo e D'arrigo fa parte di quella schiera di scrittori irregolari, sbilenchi, per non dire sperimentali. Non conosco bene gli altri, ma di Bufalino ho letto diverse cose, sempre eccellenti: da Diceria dell'untore a Tommaso e il fotografo cieco, fino al divertente Bluff di parole.

Pizzutto ha una scrittura "pizzuta", dove in definitiva non si capisce una mazza (o almeno io) e mentre leggi ti accorgi che è giusto così, anche perché c'è una componente autobiografica nella "storia" (che c'è e che non c'è), come una soglia invalicabile. 

 

Ho anche letto il libro di Claudia Durastanti La straniera, pompatissimo dalla critica. Non tutto da buttare, ma niente di eccezionale. Poi spinto da questa classifica ho comprato Il tempo materiale e La vita in tempo di pace. Il primo è in lettura e finora mi pare ottimo.


  • 0

#19245 Siberia

    Radical Schick

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Inviato 08 luglio 2020 - 11:33

Secondo me invece è proprio tutto da buttare (o quasi, almeno) il libro della Durastanti, letto ad inizio anno. Una prosa confusa, ripetitiva, inconcludente, orribile.
  • -2

#19246 Greed

    round control to major troll

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Inviato 08 luglio 2020 - 11:50

Niente da fare, ho abbandonato Si riparano bambole di Antonio Pizzuto.

Autore siciliano che insieme a Bufalino, Consolo e D'arrigo fa parte di quella schiera di scrittori irregolari, sbilenchi, per non dire sperimentali. Non conosco bene gli altri, ma di Bufalino ho letto diverse cose, sempre eccellenti: da Diceria dell'untore a Tommaso e il fotografo cieco, fino al divertente Bluff di parole.

Pizzutto ha una scrittura "pizzuta", dove in definitiva non si capisce una mazza (o almeno io) e mentre leggi ti accorgi che è giusto così, anche perché c'è una componente autobiografica nella "storia" (che c'è e che non c'è), come una soglia invalicabile. 

 

 

Sto leggendo L'uomo invaso di Bufalino e ho appena comprato Si riparano bambole (oltre ad essere ben dentro quella sicilianità degli altri due)  :blink:

Per quanto riguarda L'uomo invaso è il mio terzo Bufalino, sto andando in fila, ed è un libro di racconti. E' anche il primo che non mi convince e che leggo un po' stancamente. In generale tutte le riletture di storie mitiche o bibliche (Euridice, Noè) mi sembrano un po' dei divertissement che non mi divertono. Più interessanti i racconti che hanno una componente contemporanea o autobiografica, o quelli in cui si parla, come sempre di libri: la battaglia dell'umanità contro i tarli che stanno erodendo il patrimonio librario mondiale, l'uomo che sta costruendo un libro dei libri per ovviare all'impossibilità di conoscere tutto*. Rispetto a Diceria e Argo il cieco questi racconti hanno proprio un altro tono e un'altra lingua, un distacco ironico e più composto.

 

*Ora che ho letto la lista che hai linkato, mi è venuta la vertigine dell'inconoscibile come a lui.


  • 1

#19247 Ɲ●†

    Haunted

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Inviato 08 luglio 2020 - 14:25

"Il tempo materiale", una volta che si è accettato il punto di vista "implausibile" della voce narrante e dei piccoli-adulti protagonisti, è uno dei romanzi più pregnanti che abbia letto negli ultimi anni. Sto aspettando con curiosità che Vasta gli dia un seguito ma si fa attendere (se si esclude il racconto lungo-reportage palermitano "Spaesamento" pubblicato per Laterza e un reportage "on the road" negli USA). Non che sia necessariamente un male.
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A chemistry of commotion and style

#19248 Señor Shemo

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Inviato 10 luglio 2020 - 13:05

Mi son letto L'Invenzione Di Morel ieri notte, molto bello. Consigliate altro di Casares? 


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#19249 100000

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Inviato 10 luglio 2020 - 13:08

Proseguendo nelle letture di contemporanei italiani, sono passato per Dalle rovine, di Luciano Funetta: bello questo.


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#19250 unterwelt

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Inviato 10 luglio 2020 - 17:56

Proseguendo nelle letture di contemporanei italiani, sono passato per Dalle rovine, di Luciano Funetta: bello questo.

È da tempo nella mia lista. Ma ho la fissa di farmelo vendere da lui e non sono ricapitato nella libreria dove lavora (distante dalla mia zona).
Comunque ne ho sentito parlare benissimo, è un libro su cui Funetta ha lavorato molto e conosco abbastanza la passione e la bravura del suo editor da non dubitare per niente del libro.


Io ho finito da poco Gli occhi vuoti dei santi di Giorgio Ghiotti (Hacca, 2020) e mi è molto piaciuto. L'autore non nasconde i propri riferimenti e devo dire che leggendo si sentono (Ernaux su tutti). È un libro di racconti, piccole biografie o comunque storie di vita, di rapporti umani. Il fatto che siano spesso ambientati nel mio quartiere mi ha fatto uno strano effetto, una sorta di sensazione epifanica prolungata.

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E ora sto leggendo Stella distante di Bolaño (Adelphi). Mi preparo già per i suoi Detective selvaggi.

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