ho capito ma se tu hai un certo concetto del libro e (magari) hai acquisito fiducia nel 3d, è bene che sia tu a parlarne, tenendo presente che un libro è un impegno neanche lontanamente paragonabile a un film o un disco che a) non lo pago almeno 9 volte su 10 e b) lo butto via dopo 5 minuti laddove a un libro personalmente concedo almeno 70 pagine di lettura. Donc, muovi il culo
cosa state leggendo
#15601
Inviato 27 gennaio 2017 - 11:27
#15602
Inviato 27 gennaio 2017 - 11:45
Diciamo che poi si possono leggere i classici senza disdegnare i contemporanei, eh.
Mi sembra poi che qui dentro si legga un po' di tutto - ossia non solo narrativa, non solo classici e non solo contemporanei. E per fortuna, direi.
#15603
Inviato 27 gennaio 2017 - 11:48
Vero. Già io, che non sono un assetato, ho beccato buone dritte qui dentro, sia vecchi che nuovi. E' un buon gruppo
#15604
Inviato 27 gennaio 2017 - 12:39
La trilogia della "Rosy Crucifixion" di Miller viene sempre abbandonata, così si dice. Mancanza di trama, amplessi indagati con fare chirurgico, sé centrismo. Forse. Forse le vette dei Tropici non ci sono, quegli attimi di poesia. Forse. Però se è vero che Miller o lo si ama o lo si odia allora io so da che parte stare e non riesco a non trovare ogni pagina degna di essere letta e riletta.
Insieme a lui sul comodino ho un volume che mi sta incuriosendo, comprato per la compresenza nel titolo di due argomenti che mi interessano e che non avevo mai visto associati. E' "Dark matter and the dinosaurs" della Randall. Mi sa che in italiano ha perso questa associazione diventando "L'universo invisibile". Il rischio dei libri divulgativi che mirano a diventare best sellers è la banalizzazione, e un po' di questo rischio la Randall se lo è preso e lo sa.
D'altronde non ha mai nascosto la sua fascinazione per il mondo patinato di riviste e ospitate e dubito se ne stia rintanata in un sottoscala che sa di panini al formaggio e sottaceti a rimuginare sull'universo. Però però il suo ritmo questo libro lo ha, piacevole e curioso, mi piace aprirlo e immergermi in teorie che diventano accessibili.
#15605
Inviato 27 gennaio 2017 - 13:54
Ho appena comperato il Carpentier tanto consigliato da niji.
Non c'era in nessuna biblioteca della rete provinciale così ho dovuto sganciare i verdoni. Qualcuno ha l'edizione Sellerio? L'immagine di copertina non è stampata come di solito, ma è incollata, pure storta, tipo figurina.
#15606
Inviato 27 gennaio 2017 - 14:44
cosa dire... continuate pure a leggere i vostri beneamati classici e a perdere questi capolavori dell'attualità (libro di una potenza straordinaria e che a tratti è così doloroso che bisogna interromperne la lettura) http://i.imgur.com/HPlgasa.jpg
Ti voglio dare credito e mi hai incuriosito ma dimmi: non è un altro Ben Lerner, vero? Non potrei sopportarlo.
Rodotà beato te che sei morto
A voi la poesia proprio non piace eh?Sempre a rompere il cazzo state.
Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.
#15607
Inviato 27 gennaio 2017 - 15:05
cosa dire... continuate pure a leggere i vostri beneamati classici e a perdere questi capolavori dell'attualità (libro di una potenza straordinaria e che a tratti è così doloroso che bisogna interromperne la lettura) http://i.imgur.com/HPlgasa.jpg
Ti voglio dare credito e mi hai incuriosito ma dimmi: non è un altro Ben Lerner, vero? Non potrei sopportarlo.
beh, di Ben Lerner non mi pare di aver parlato con tanto entusiasmo, e cmq non fermarsi mai alle prime 70 pg.
Una storia epica e magistrale sull’amicizia e sull’amore nel XXI secolo. In una New York sontuosa e senza tempo vivono quattro ragazzi, compagni di college e di vita, che da sempre sono stati vicini l’uno all’altro. Si sono trasferiti nella grande metropoli da una cittadina del New England, e all’inizio sono alla deriva e senza un soldo in tasca, sostenuti solo dalla loro amicizia e dall’ambizione. Willem, dall’animo gentile, vuole fare l’attore. JB, scaltro e a volte crudele, insegue un accesso al mondo dell’arte. Malcolm è un architetto frustrato in uno studio prestigioso. Jude, avvocato brillante e di enigmatica riservatezza, è il loro centro di gravità. Nei suoi riguardi l’affetto e la solidarietà prendono una piega differente, per lui i ragazzi hanno una cura particolare, una sensibilità speciale e tormentata, perché la sua infanzia è stata segnata da una serie di violenze, e la sua vita oscilla tra la luce del riscatto e il baratro dell’autodistruzione. Intorno a Jude, al suo passato, alla sua lotta per conquistarsi un futuro, si plasmano campi di forze e tensioni, lealtà e tradimenti, sogni e disperazione. E la sua storia diventa quella di un’amicizia arcana e profonda, in cui il limite del dolore e della disperazione è anche una soglia da cui può sprigionarsi l’energia accecante della felicità. Caso editoriale del 2015, forse il più importante romanzo letterario dell’anno, opera di rara potenza e originalità, Una vita come tante è doloroso e spiazzante, scioccante e magnetico. Vasto come un romanzo ottocentesco, brutale e modernissimo per i suoi temi, emotivo e realistico, ha trascinato lettori e critica per la sua forza narrativa, capace di creare un mondo di profonda, coinvolgente verità. (non l'ho scritto io )
Tra i migliori libri dell’anno per il «New York Times», «The Guardian», «The Wall Street Journal», «Huffington Post», «The Times».
#15608
Inviato 28 gennaio 2017 - 17:39
Le lettere di Berlicche (The Screw-tape Letters) è un romanzo epistolare di Clive Staples Lewis, pubblicato a Londra nel 1942. Si tratta di trentuno lettere che Berlicche, funzionario di Satana, invia al nipote Malacoda, giovane diavolo, per consigliarlo e istruirlo relativamente alla dannazione degli esseri umani. La trovata dell'autore è indubbiamente interessante e suggestiva, ma personalmente ho trovato l'opera, che presenta comunque dei pregi, un pò troppo arzigogolata, e in alcuni momenti leggermente noiosa.
#15609
Inviato 28 gennaio 2017 - 22:20
Joao Guimaraes Rosa, Grande Sertao
Libro stranissimo, affascinante. La confessione-monologo di un vecchio ex-bandito (la parola italiana è fuorviante: sarebbe un jacunco) del Sertao, che si rivolge a un vossignoria: ogni tanto questo interpellarsi a vossignoria scioglie il cuore, pensando che questo uomo di carta e parole, sta chiamando in causa nient'altri che noi. La traduzione è di livello, la sintassi e il discorso spezzettati, ma a volte sembra di leggere gli epiteti di Omero o di una qualche saga antica: del resto è l'ennesimo Ulisse che traccia il suo destino, cantando ai Feaci. Insieme al paesaggio degli altipiani del Brasile, con la sua flora e la sua fauna: probabilmente molto sfugge. Libro sull'amore e sull'amicizia, sull'essenza del nostro diventare la nostra vita, libro umanissimo insomma, ma con Mefistofele sempre in agguato.
Nonnulla. I colpi che vossignoria ha sentito non erano di rissa di uomini, no, Dio ne guardi. Ho sparato contro un albero, dietro casa, dalla parte del torrente. Per esercizio. Lo faccio tutti i giorni, mi piace; fin da quando ero appena un ragazzo. E lì, sono venuti a chiamarmi. Per via di un vitello: un vitello bianco, erratico, gli occhi che manco un cristiano – che era apparso; e con faccia di cane. Cosí m'hanno detto; io non l'ho voluto vedere. E poi con le labbra rovesciate in fuori, per difetto di nascita, quello sembrava ridere come una persona. Faccia di gente, faccia di cane: decisero - era il demonio.
E sentivo il bisogno di porre le dita, leggere, molto leggere, su quei suoi occhi teneri, occultandoli, per non dover sostenere di vedere così il richiamo, quegli occhi quella bellezza verde, che mi avevano fatto ammalare fino a quel punto, tanto impossibilmente.
#15610
Inviato 28 gennaio 2017 - 22:48
Le lettere di Berlicche (The Screw-tape Letters) è un romanzo epistolare di Clive Staples Lewis, pubblicato a Londra nel 1942. Si tratta di trentuno lettere che Berlicche, funzionario di Satana, invia al nipote Malacoda, giovane diavolo, per consigliarlo e istruirlo relativamente alla dannazione degli esseri umani. La trovata dell'autore è indubbiamente interessante e suggestiva, ma personalmente ho trovato l'opera, che presenta comunque dei pregi, un pò troppo arzigogolata, e in alcuni momenti leggermente noiosa.
Più che leggermente
E non mi ricordo altro.
Era in una lista di libri che piacevano a DFW mi pare.
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#15612
Inviato 29 gennaio 2017 - 21:08
Lettori nel senso di recitatori di Dante, cosa c'è oltre a Gassman, Benigni, Bene, e quell'altro che è morto da poco e che comunque era un professore, non un attore?
#15613
Inviato 31 gennaio 2017 - 22:06
✰✰✰✰ e 1/2
Con l'eccezione forse solo degli ultimi due racconti della raccolta, un po' sottotono, i primi cinque, e più in particolare la poetica storia di Mowgli, fanno del Libro della giungla uno dei libri più piacevoli, affascinanti e intensi tra i classici per l'infanzia.
Maestro nel maneggiare la parola, Kipling nonostante tutto (cioè nonostante risenta di un punto di vista da colonialista - lui che parlò del "fardello dell'uomo bianco") trasmette trasparenti messaggi di accettazione del diverso, ci fa amare ancor più il mondo animale e riesce addirittura nell'impresa di farci immedesimare con una foca bianca, Kotick, alla ricerca di una favolosa isola dove non arrivi l'uomo o con una mangusta, Rikki-tikki-tavi, che deve uccidere i serpenti che infestano il giardino della famiglia che la ospita.
In un contesto generale in cui si promuove una riflessione sull'importanza e le dinamiche della convivenza civile (l'animale è perennemente metafora dell'uomo nelle sue molteplici declinazioni) e sull'aspetto determinante del singolo, lo scrittore ci rende cari gli insegnamenti del saggio Baloo, ci avvolge con la calda voce della protettiva Bagheera, ci fa simpatizzare con il pur inquietante Kaa, ci fa rispettare e sentire affetto per la comunità dei lupi, ci fa ridere delle scimmie vanitose e sciocche e ci fa temere il pericolo incombente del terribile Shere Khan.
Ma, quel che è meglio, Kipling fa annusare la libertà mentre si seguono per qualche tratto le orme del cucciolo d'uomo Mowgli, che "non può convivere con la banalità e le superstizioni degli umani, fa sognare una vita senza regole, senza scuola, senza le convenzioni e le costrizioni alle quali ci costringe la convivenza con i nostri simili" (P. Dorfles).
Che liberazione infatti quando, spazientito dal capo-cacciatore del villaggio che avanza diritti e che protesta per la condotta da lui tenuta, il ragazzo prorompe: "Per il toro che m’ha riscattato, – disse Mowgli, che cercava di staccare la pelle delle spalle, – devo proprio star qui a cianciare con un vecchio scimmione tutto il giorno? Qui, Akela, quest’uomo mi annoia". E si noti, fra l'altro, l'aspetto piuttosto cruento della scena, dal momento che, da solo, il ragazzino sta scuoiando alla meno peggio una tigre: non è che una delle sorprese che riserva al lettore questo libro per tutte le età.
#15614
Inviato 01 febbraio 2017 - 08:01
Lettori nel senso di recitatori di Dante, cosa c'è oltre a Gassman, Benigni, Bene, e quell'altro che è morto da poco e che comunque era un professore, non un attore?
Per me la lettura di Gasmman resta la più bella di quelle ascoltate, Bene compreso (che pur resta enorme, ovviamente).
Una delle esperienze più stranianti fu a un festival quando all'interno di una grotta il tizio che su Virgin Radio fa (o faceva) l'agente Malone lesse delle parti della Commedia. Non fu nemmeno male a dire il vero.
Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.
#15615
Inviato 02 febbraio 2017 - 17:59
Minima ImMoralia, di Theodor Adorno. Semplicemente splendido: forse un poco ridondanti le considerazioni sul capitalismo e sul nazi-fascismo, ma lo stile brillantissimo e l'abilità unica da aforista lo rendono comunque godibilissimo oltre che assolutamente interessante, sono anche arrivato a rileggere diversi passaggi due o tre volte.
#15616
Inviato 02 febbraio 2017 - 18:17
«Mister, possiamo lavorare sulle diagonali?», la richiesta di qualche giocatore. No, la risposta del tecnico.
consigli per il futuro: leggere i fantaconsigli dell'UU e fare l'esatto opposto
Duck tu mi consigliasti di molto bello Delitto e Castigo, che nonostante la lunghezza (per me quello è gia parecchio lunghino) mi piacque parecchio e mi permise anche di fare un figurone con mia cognata in una discussione in cui credeva di tagliarmi fuori.
#15617
Inviato 03 febbraio 2017 - 02:46
Da poco finito, mi copio-incollo da Anobii:
Una coltellata alla schiena; o al fegato, come preferite.
Un pugno nei denti ben assestato, di quelli che ti fanno assaporare il sangue. Ecco cosa potrebbe rappresentare questo piccolo grande libro.
Mauvignier, in poco meno di sessanta pagine, per mezzo di un'unica frase che costituisce l'inarrestabile flusso narrativo, ci racconta la storia di un uomo che entra in un supermercato, ruba una lattina di birra - o la tiene in mano per troppo tempo senza pagarla - e che, poco dopo, muore: ucciso da due vigilantes, a forza di botte.
A parlare è un narratore esterno che chiama in causa il fratello della vittima, colui che poi dovrà riconoscere il cadavere.
La voce narrante ricostruisce la vicenda, ne evoca i momenti più crudeli e ingiusti; riflette e pone domande implicitamente anche al lettore; su tutte: è possibile che un uomo possa morire per così poco, per una lattina di birra?
A quanto pare, sì.
Con un linguaggio scarno ma intenso, con una prosa eccezionale che non dà tempo a chi legge di riprendere fiato, lo scrittore francese dedica il suo romanzo breve/racconto lungo a tutti gli Stefano Cucchi e i Federico Aldrovandi del mondo.
Un grido privo di piagnistei, senza fronzoli o retorica, che si legge in un attimo ma che porta a termine con maestria il suo scopo: quello di scolpirsi nella memoria.
Doloroso e necessario.
#15618
Inviato 05 febbraio 2017 - 15:31
Un bambino ritratto in bianco e nero, in posa vestito da paggetto o da cavallerizzo, con un indumento dai ricami in pizzo e apparentemente bianco nonostante la scala cromatica desaturata di colori della fotografia possa nascondere le reali fattezze, dall'espressione seria e dal portamento austero, con una vena malinconica che si può intravedere nello sguardo, quel guizzo di oscurità e di disagio che si può cogliere impercettibilmente dall'osservazione dell'espressione del volto, fotografato su uno sfondo grigio e brumoso, desolante ed infinito come sa essere la brughiera britannica, uggiosa e triste.
La storia ruota attorno a questa figura, un uomo solitario e sfuggente, come perso nello scorrere del tempo, una figura atemporale ed extraterrena nel suo incessante e costante senso di inappartenenza a un luogo, ad un'esistenza o alla vita nella su interezza e pienezza. Professore di architettura, figura disarcionata dalla realtà e fluttuante nello scorrere del tempo, che ai suoi occhi sembra essere impassibile e marmorizzato, statico, senza coordinate precise e punti focali su cui basare un orientamento che lo faccia essere stabile. Uomo disorientato perso in ricordi fumosi che non riesce e non vuole portare a galla per non acuire ulteriormente e portare alla saturazione o all'esasperazione quel senso di angoscia, straniamento e malessere continuo che ciclicamente affiora, improvvisamente, nelle piccolezze della vita quotidiana e nelle attività o gesti più comuni e semplici, che sembrano far riemergere in lui quei ricordi rimasti assopiti dal tempo.
Cerca di trovare un senso di pace e di benessere nel dialogo, prova a dare un senso ed un'armonia al suo essere sublimando la sua esistenza attraverso le strutture architettoniche di palazzi, chiese, stazioni, monumenti, case, di dare quasi un ordine topografico al suo animo tetro con la precisione e la bellezza che esplode nella perfezione formale e geometrica di archi, volte, torrioni, ponti. La sua figura desolata e fragile, dai contorni smussati ed indefiniti, il suo essere fantasmatico ed irreale sembrano trovare una nemesi ed una pace, arrivando a trovare un senso di realizzazione nella rigidità, nella pienezza e nella grandiosità e magniloquenza delle opere artistiche.
La memoria è il filo conduttore di questo enorme flusso di coscienza, spesso messo sotto forma di dialogo indiretto, che piano piano nel corso dell'opera riaffiora e riesce ad uscire dalla crepe che a forza si rompono e si sfaldano e portano una ventata di luce e freschezza ai più reconditi anfratti della mente di Austerlitz, rimasti per anni imprigionati da briglie inestricabili e freddissime, alla ricerca del modo per placare il proprio dolore.
Il racconto viene presentato e messo in scena attraverso una marea continua di parole, un monolite ininterrotto e densissimo, con periodi molto lunghi che a volte tolgono il fiato ed esasperano, mettendone in mostra la malinconia pervasiva e l'angoscia. Non c'è quasi spazio per l'aria, come a far provare la mancanza di respiro o di terra sotto i piedi che prova il protagonista. un senso di disagio e soffocamento, un perturbamento esistenziale radicato nell'animo che annulla la persona e crea una patina opacizzata di distacco ed irraggiungibilità che provoca allontanamento, irrequietezza e quasi irritazione per non riuscire a valicarla o abbatterla.
Ricchezza linguistica ampia con punte di lirismo poetico nelle continue descrizioni di paesaggi, città, della natura, che aiutano a far riaffiorare i momenti e le varie tappe della vita passata di Austerlitz, per dare un senso ed una connessione ai vari punti sparsi ed isolati, che si perdono nel marasma del tempo che corre rapido ed inesorabile.
Il viaggio è lungo ed impervio alla ricerca dell'identità, e la scoperta e l'aver ricucito certi rapporti non è sinonimo di rasserenamento o riappacificazione con tutto quello che, rimasto nascosto per anni, si ricercava così dolorosamente.
#15619
Inviato 05 febbraio 2017 - 16:03
Con l'università ho in stallo l'Ulisse di Joyce e la Bibbia (L'Apocalisse è un gran bel libro, con immagini così interessanti).
“Looking forward is only an imagination of your brain.
It’s what you want to imaginate.
I can honestly say what I think now, ‘cause I’m in the time now, is what I can tell you.
So, giving you a story of the future is just an imagination.”
#15620
Inviato 05 febbraio 2017 - 16:04
Più passa il tempo, più mi sembra un libro meraviglioso. Lo rileggerò presto.
Rodotà beato te che sei morto
A voi la poesia proprio non piace eh?Sempre a rompere il cazzo state.
Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.
#15621
Inviato 05 febbraio 2017 - 16:15
Confesso la mia ignoranza ma non conoscevo l'esistenza di questo (primo) lavoro di Orwell (1933), che descrive la sua vita da quasi "dropout" a Parigi (dove fa principalmente il lavapiatti in un grande albergo per ricchi) e successivamente a Londra (dove invece gira soprattutto per ospizi per mendicanti) e i personaggi che la condividono.
SI mescolano scene (e scrittura) picaresche (soprattutto nella parte parigina), che sembrano parti tagliate da Mort à credit (gli anni sono quelli... ) e considerazioni dolenti su come funziona(va?) la società e sulle sue assurdità e ingiustizie.
«Ciò che l'uomo può essere per l'uomo non si esaurisce in forme comprensibili».
(k. jaspers)
Moriremotuttista
#15622
Inviato 05 febbraio 2017 - 19:16
Forse il miglior scritto di Orwell. E togli quel (va) va, non ci siamo mossi di un cazzo.
#15623
Inviato 06 febbraio 2017 - 09:28
Il falò delle vanità - Wolfe
Un buon romanzo "classico", una storia in cui un tizio di Wall Street che si crede padrone del mondo rimane coinvolto in un guaio giudiziario che diventa indicatore di tutte le ipocrisie del sistema sociale, giudiziario, economico, relazionale americano.
Un insieme di personaggi arrivisti, pronti a sacrificare il prossimo per il proprio successo personale, l'esatta rappresentazione ad ogni livello sociale dell'homo homini lupus dove anche gli pseudo-buoni arrivano a fare di tutto pur di affermare sé stessi, la loro forza, la loro posizione e poi difenderla a scapito degli altri e della verità.
Non si salva quasi nessuno in questo enorme gioco di soprusi e vacuità, gossip e colpi bassi. Forse si salva solo il protagonista che alla fine vive il suo disastro giudiziario come una crescita personale. Il romanzo alla fine è anche un "romanzo di formazione" dove il protagonista parte come un bulletto di alta classe, si perde psicologicamente, ritrova la sua forza di uomo proprio grazie al disastro giudiziario che affronta.
Ora l'inverno del nostro scontento è reso estate gloriosa da questo sole di York, e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa sono sepolte nel petto profondo dell'oceano.
#15624
Inviato 06 febbraio 2017 - 10:03
Tom Wolfe l'ho letto una vita fa, mi piacque molto anche il romanzo successivo, Un uomo vero (altro bel tomone eh). Meno il terzo, Io sono Charlotte Simmons (un po' tanto stereotipato) e decisamente brutto l'ultimo, e molto più recente, Le ragioni del sangue.
«Mister, possiamo lavorare sulle diagonali?», la richiesta di qualche giocatore. No, la risposta del tecnico.
consigli per il futuro: leggere i fantaconsigli dell'UU e fare l'esatto opposto
Duck tu mi consigliasti di molto bello Delitto e Castigo, che nonostante la lunghezza (per me quello è gia parecchio lunghino) mi piacque parecchio e mi permise anche di fare un figurone con mia cognata in una discussione in cui credeva di tagliarmi fuori.
#15625
Inviato 06 febbraio 2017 - 11:15
Più passa il tempo, più mi sembra un libro meraviglioso. Lo rileggerò presto.
Ce l'ho in lista d'attesa, magari gli faccio scavalcare un po' di fila
mi ricorda un po' Moro.
Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.
Io non rispondo a fondo perchè non voglio farmi bannare, però una cosa voglio dirla: voi grillini siete il punto più basso mai raggiunto dal genere umano. Di stupidi ne abbiamo avuti, non siete i primi. Di criminali anche. Voi siete la più bassa sintesi tra violenza e stupidità. Dovete semplicemente cessare di esistere, come partito (e qui non ci si metterà molto) e come topi di fogna (e qui sarà un po' più lunga, ma cristo se la pagherete cara).
#15626
Inviato 08 febbraio 2017 - 22:08
Ingiustamente considerato per troppo tempo una mera storia per ragazzi, I viaggi di Gulliver è in realtà tra i primi e migliori esempi di narrativa satirica, denunciante comportamenti, manie e pregiudizi ahinoi ancora diffusi oggi, a distanza di tre secoli.
Quel che colpisce di più è come Swift si stagli quale antesignano degli esponenti dell'Illuminismo maturo, e in particolare di coloro che addolcivano la medicina amara della realtà con il miele della forma narrativa (nei cosiddetti contes philosophiques), con il pungente valore aggiunto di una sferzante ironia. Ironia che troviamo più o meno costantemente nell'opera in oggetto. Come quando, per via dell'ingratitudine di un sovrano guerrafondaio di Lilliput che Gulliver ha avuto la colpa di non lusingare, il protagonista è condannato alla "magnanima" sentenza di essere solo accecato e non giustiziato. O come quando si ritraggono gli assurdi cittadini-scienziati di Laputa come a tal punto persi dietro alle proprie elucubrazioni da non accorgersi di come le mogli mettano loro le corna davanti ai loro occhi.
Il punto di vista dell'autore irlandese, così come appare soprattutto nelle parti ambientate a Brobdingnag e nel paese degli Houyhnhnm e degli Yahoo, è quello di un moralista scettico, di un satiro che getta il seme del dubbio, sia pure con la dovuta prudenza richiesta dai tempi. Trovo che uno dei maggiori pregi dello scrittore sia stato nel non voler imporre a tutti i costi con quest'opera un'idea, o quantomeno di non cercare di farlo con arroganza (Swift fu un Voltaire senza spocchia), e di aver mostrato come facendo uso, con indubitabile maestria, di variazioni di dimensioni o quant'altro si possano favorire una coscienza e una comprensione maggiori delle società, non fittizie ma non per questo meno bizzarre, in cui viviamo.
Con I viaggi di Gulliver insomma si può godere dell'indubbio privilegio, confinante con il prodigio (è uno dei sortilegi che regala la grande letteratura), di poter esaminare le cose da una prospettiva nuova, originale, rivelatrice. Sono, quelli di Gulliver, viaggi fantastici intrisi di realtà. Amara, certo (e non a caso, al ritorno, il protagonista diverrà un misantropo recluso). Ma la presa di coscienza, per il lettore, è una base da cui si può ripartire.
#15627
Inviato 09 febbraio 2017 - 16:59
#15628
Inviato 09 febbraio 2017 - 18:01
#15629
Inviato 09 febbraio 2017 - 19:51
Sì, ho letto le cose di Contini (che quanto a erudizione filologica riguardo al periodo...ecco.), chiedevo un parere personale perché mi è sempre sembrato strano immaginare Dante intento a quell'opera (negli anni della vita nova, se non erro).
Però la questione rosa da deflorare vs candida rosa è troppo succosa per non cadere in tentazione e attribuirlo senz'altro a Dante
Questione 2. Vorrei comprare una bella Commedia e smettere di usare i libri pieni di chiose che uso dal liceo, o il supertascabile in caratteri minuscoli. Insomma un libro ben fatto e durevole, non da spendere 100 euro ma neanche 8. Consigli? Ho visto un video dove George Steiner diceva che una personale biblioteca non si fa comprando paperbacks, e la cosa mi ha fatto sentire un misero.
#15630
Inviato 10 febbraio 2017 - 00:52
Con gli stipendi che danno a Oxford, Princeton e compagnia bella, me la farei volentieri anch'io una libreria di volumi rilegati in pelle umana, caro il mio George Steiner; ma al momento, questo passa il convento.
E infatti La Commedia ce l'ho nell'edizione Oscar Mondadori, tre volumi comprati separatamente a poco più di dieci euro l'uno; la curatela della Chiavacci Leonardi è senz'altro tra le migliori disponibili.
Su questioni filologiche non chiedete a me, sono una pippa; diciamo che tendo a fidarmi del buon Gianfranco. Comunque grazie
#15631
Inviato 10 febbraio 2017 - 01:32
Questione 2. Vorrei comprare una bella Commedia e smettere di usare i libri pieni di chiose che uso dal liceo, o il supertascabile in caratteri minuscoli. Insomma un libro ben fatto e durevole, non da spendere 100 euro ma neanche 8. Consigli? Ho visto un video dove George Steiner diceva che una personale biblioteca non si fa comprando paperbacks, e la cosa mi ha fatto sentire un misero.
Io ho la stessa di Gonzalo! (Però in Meridiano, nonostante la povertà: regalo dei miei per i 18).
Vediamo un po' gli acquisti di oggi - prima di iniziare a scrivere qualche rece su anobii, sennò sembra che i libri non li legga
Il momento contemporaneo.
Storia di un comunista, di Toni Negri.
Lo sto leggendo con molto piacere, ma immagino che la mia prospettiva sia fin troppo parziale, per un parere disinteressato: la ricerca delle risposte alle domande poste dalla morte, esaltata e rivendicata come martirio dai fascisti, del fratello, che si muove negli stessi luoghi che io sto vivendo da quasi cinque anni, con professori, il cui nome è oggi associato a delle aule, allora vivaci e polemici, attraverso la mediazione di un insopprimibile lessico filosofico, che rende il ricordo opaco. Exempli gratia, dal gruppo di amici del liceo spunta Spinoza.
E' un gruppo di amicizia intellettuale, non di educazione sentimentale; un tacito patto riconosceva che la fanciulla del gruppo non dev'essere importunata: quand'anche tutti l'avessero amata - come credo che sia avvenuto - nessuno avrebbe potuto dichiararlo. L'effettività delle passioni amorose e la finzione della loro assenza permette la vita collettiva.
E anche con la zia spunta sempre Spinoza.
Mi portava al cinema e anche al varietà: avanspettacoli di cosce e barzellette che sembravano eccitare. In realtà neutralizzavano e rendevano tristi i desideri.
Il recupero dei classici.
Canti Orfici di Dino Campana e i così chiamati dal curatore racconti della maturità di Cechov.
E un passo di quella danza era costituito dal tocco più leggero che si potesse immaginare sull'interruttore, quel tanto che bastava a cambiare...
... adesso
e la sua voce il grido di un uccello
sconosciuto,
3Jane che rispondeva con una canzone, tre
note, alte e pure.
Un vero nome.
#15632
Inviato 10 febbraio 2017 - 11:40
Non male Manhattan Transfer, anche se parte centrale un pochino pesante. Finale enorme.
Ora si passa da New York a Palermo: Intanto anche dicembre è passato, di Fulvio Abbate.
«Mister, possiamo lavorare sulle diagonali?», la richiesta di qualche giocatore. No, la risposta del tecnico.
consigli per il futuro: leggere i fantaconsigli dell'UU e fare l'esatto opposto
Duck tu mi consigliasti di molto bello Delitto e Castigo, che nonostante la lunghezza (per me quello è gia parecchio lunghino) mi piacque parecchio e mi permise anche di fare un figurone con mia cognata in una discussione in cui credeva di tagliarmi fuori.
#15633
Inviato 10 febbraio 2017 - 11:52
Volevo solo dire che ho letto anch´io Teatro Grottesco e niente da dire: grandissimo Ligotti a portare l´horror lovecraftiano ai tempi nostri (o quasi).
Unico appunto: il tomo é un po´ voluminoso e l´accumulo voluto funziona fin troppo bene, io ho intervallato le tre parti con un paio di fumetti, per staccare e uscire da quella scrittura asfissiante (detto in senso positivo).
#15634
Inviato 10 febbraio 2017 - 14:30
per completare l'esperienza riascolta (o ascolta, se non l'hai mai fatto) questo capolavoro di Tibet, da un testo dello stesso Ligotti.
il mistico è soltanto la valvola di sfogo dei tuoi incubi peggiori oggi realizzati
#15635
Inviato 11 febbraio 2017 - 08:58
#15638
Inviato 12 febbraio 2017 - 10:56
Madonna come siete diventati stitici: e aggiungete due parole a 'sti titoli e copertine!
Rodotà beato te che sei morto
A voi la poesia proprio non piace eh?Sempre a rompere il cazzo state.
Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.
#15639
Inviato 12 febbraio 2017 - 11:01
Siamo vittime di una trovata retorica.
#15640
Inviato 12 febbraio 2017 - 11:02
Madonna come siete diventati stitici: e aggiungete due parole a 'sti titoli e copertine!
ma se il buon Wilson è l'unico che scrive delle recensioni di dieci pagine quasi su ogni libro che legge!
Codeste ambiguità, ridondanze e deficienze ricordano quelle che il dottor Franz Kuhn attribuisce a un'enciclopedia cinese che s'intitola Emporio celeste di conoscimenti benevoli. Nelle sue remote pagine è scritto che gli animali si dividono in (a) appartenenti all'Imperatore, (b) imbalsamati, c) ammaestrati, (d) lattonzoli, (e) sirene, (f) favolosi, (g) cani randagi, (h) inclusi in questa classificazione, (i) che s'agitano come pazzi, (j) innumerevoli, (k) disegnati con un pennello finissimo di pelo di cammello, (l) eccetera, (m) che hanno rotto il vaso, (n) che da lontano sembrano mosche.
non si dice, non si scrive solamente si favoleggia
#15642
Inviato 12 febbraio 2017 - 11:09
Madonna come siete diventati stitici: e aggiungete due parole a 'sti titoli e copertine!
ma se il buon Wilson è l'unico che scrive delle recensioni di dieci pagine quasi su ogni libro che legge!
In effetti ce l'avevo più con Aldous
Rodotà beato te che sei morto
A voi la poesia proprio non piace eh?Sempre a rompere il cazzo state.
Con trepidazione vivo solo le partite dell'Inter.
#15643
Inviato 12 febbraio 2017 - 11:12
Io avevo letto Fondamenta degli Incurabili. Piaciuto molto, anche perché mi ha sorpreso il tono spesso colloquiale accanto alle riflessioni oniriche, i ricordi, le immagini poetiche; tono colloquiale che non diventa mai un'esagerazione di ironia e "autocoscienza" del testo. Avendo vissuto in Veneto ed essendo quindi andato migliaia di volte a Venezia senza conoscerla davvero, mi si è cortocircuitato qualcosa nel cervello e da settimane ne sogno i palazzi e le strade.
Libro breve e consigliato, mi sa pure molto letto di recente sul forum.
Poi ho preso L'idea fissa, di Valéry. Dialogo sopra i massimi sistemi, un po' asfissiante e a tratti antipatico (a tratti simpatico pure), tra il narratore alter ego di Valéry e un medico. V è un filosofo in senso etimologico e la sua cultura scientifica, rispetto al tempo, sembra notevole anche nelle poche pagine. Però dubito sia davvero questa la forma migliore per esprimere la sua speculazione (è lui stesso a dare quest'idea), salvo arrendersi all'idea che davvero non sia arrivato a nulla. Il che renderebbe pessima l'idea di leggersi i suoi Cahiers
Libro breve ma non così consigliato. Sarei felice di parlare con eventuali valéryiani
Ora mi sto dando a L'Urlo e il Furore, spero sia un buon modo di iniziare Faulkner, non ci ho riflettuto particolarmente e mi ha guidato una citazione.
A proposito del Maurizio Costanzo show, a me l'ospitata del Joker al programma del personaggio di De Niro ha ricordato una di Aldo Busi, ma proprio uguale, compreso il balletto con cui si presenta al pubblico. Dubito che Phoenix si sia ispirato a quella, ma in certe parti, quando si mette a checcheggiare, la somiglianza era impressionante.
il primo maggiorenne che vedrò vestito da joker a carnevale, halloween o similia lo prendo per il culo di brutto
minimo un A STRONZOOOO, ANCORA STU JOKER? STRONZOOOO, vieni a casa mia che ho bisogno di una mano a sgomberare la mansarda, STRONZOOOO
There is a duality between thought and language reminiscent of that which I have described between dreaming and play
Man the sum of his climatic experiences Father said. Man the sum of what have you
#15644
Inviato 12 febbraio 2017 - 11:19
Segnalo che su Rai5 sta andando in onda in questi giorni un giro letterario degli USA in cui un conduttore francese va da una città all'altra intervistando scrittori americani contemporanei. A New York ha intervistato anche Paul Auster. Nella puntata di ieri chiacchierava invece con la nipote di Faulkner a Oxford nella proprietà che fu dello scrittore. Molto interessante. Si chiama "America tra le righe".
#15645
Inviato 12 febbraio 2017 - 13:28
Ora mi sto dando a L'Urlo e il Furore, spero sia un buon modo di iniziare Faulkner, non ci ho riflettuto particolarmente e mi ha guidato una citazione.
Libro immenso, per me è stata una vera e propria esperienza, ricchissimo e densissimo, una marea travolgente che attanaglia e soffoca portando a saturazione il pensiero, le emozioni e le sensazioni. Ogni tanto è come se dovessi fermarti per riprendere fiato, per rifocillarti, poi ricominci e vieni imbrigliato e sballonzolato come una marionetta.
Io ho iniziato con Le palme selvagge, bellissimo anche questo (che poi sono gli unici due che ho letto per ora di Faulkner).
#15646
Inviato 15 febbraio 2017 - 18:25
Per approcciarsi a Mann dite che è meglio iniziare con I Buddenbrook o La montagna incantata?
#15647
Inviato 15 febbraio 2017 - 18:28
Siamo vittime di una trovata retorica.
#15648
Inviato 15 febbraio 2017 - 18:28
Meglio I Buddenbrook, che è molto più digeribile. La montagna incantata, che è colossale almeno quanto l'idea di montagna, può risultare un po' scoraggiante.
(Io comunque ho fatto l'esatto contrario )
«Mister, possiamo lavorare sulle diagonali?», la richiesta di qualche giocatore. No, la risposta del tecnico.
consigli per il futuro: leggere i fantaconsigli dell'UU e fare l'esatto opposto
Duck tu mi consigliasti di molto bello Delitto e Castigo, che nonostante la lunghezza (per me quello è gia parecchio lunghino) mi piacque parecchio e mi permise anche di fare un figurone con mia cognata in una discussione in cui credeva di tagliarmi fuori.
#15649
Inviato 15 febbraio 2017 - 23:22
Sto leggendo Ferito a morte di La Capria. All'inizio non mi ci ambientavo, capivo poco tra cambi di prospettiva, poca coesione narrativa, i tantissimi nomi e personaggi; mi aspettavo tutt'altro. Ora che ho afferrato meglio l'intenzione non so ancora se mi convince del tutto. Però non mi dispiace.
#15650
Inviato 17 febbraio 2017 - 11:02
Finito L'uomo che guardava passare i treni e mi sa che Simenon è proprio il tipo di letteratura che mi piace in questi anni qui.
Iniziato La camera azzurra. Pure quello bello un bel po'. So già come si sviluppa, se il film di Amalric è stato fedele, ma chissene... è una gioia andare avanti.
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