Una raccolta che comprende, a quanto ho capito, quasi l'intera produzione in versi del poeta romagnolo Raffaello Baldini (1924-2005). Ora, io ho qualche difficoltà con la poesia generalmente, ma già dalle prime poesie lette, mi ha piacevolmente sorpreso. Forse è anche l'uso del dialetto che fa la differenza, o forse no, perché Tonino Guerra, che è anche compaesano di Baldini, non mi aveva conquistato.
Sono poesie con un qualcosa di pittorico, focalizzate su un personaggio o una situazione definita, che partono dal comico e dal provinciale per poi sconfinare in (mezze) rivelazioni, o conclusioni al limite dell'irreale.
Il dialetto è un po' ostico anche per me: il "santarcangiolese" ha peculiarità che non condivide con Ravenna o Cesena. Ma potete leggerle tutti, a piè di pagina c'è la traduzione letterale e completa, a prova di idiota!
EDIT: ecco un esempio del musicalissimo ( ) endecasillabo romagnolo:
a l so sno mè quant ch'u n gn'u n vò, l'è un céns
@paraponzi(ponzi)pò: non aver paura della morte a Venezia, non è un libro di quelli "scontrosi", io ricordo di averlo letto da minorenne e qualcosa avevo sentito, a differenza di altri "capi".
Piuttosto, prima o poi vorrei leggere La Montagna Incantata, o Magica, insomma quella.